ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ANNUS X X X I I I - SERIES II - VOL. V I I I TYPIS POLYGLOTTIS VATICANIS M • DCCCC • XLI I I An. et yol. X X X I I I 2 1 I a n u a r i i 1941 (Ser. I I , v. V I I I ) - N u m . 1 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA PII PP. XII SERMO QUEM SSMUS D. N. P I U S PAPA X I I HABUIT DIE XXIV MENSIS DECEMBRIS A. M C M X L , IN PERVIGILIO NATIVITATIS D. N. IESU CHRISTI, ADSTANTIBUS EMIS P P . DD. CARDINALIBUS ET EXCMIS DD. EPISCOPIS AC ROMANAE CURIAE PRAELATIS. Grazie, Venerabili Fratelli e diletti Agii, grazie, vi diciamo con tutta l'effusione del Nostro cuore, per il caro dono della vostra presenza in questa vigilia del Santo Natale ; grazie, con commossa intima ricono­ scenza, per i vostri nobili auguri e per le vostre fervorose preghiere pro Ecclesia et Pontifice; auguri e preghiere, di cui il venerato Decano del Sacro Collegio, così vicino al Nostro cuore e così degno della Nostra stima e del Nostro affetto, si è fatto autorevole ed eloquente interprete. Questa dovizia di doni natalizi scende nel Nostro animo tanto più soave, quanto più dolorosi sono i tempi in cui viviamo. A voi rispondano i Nostri sentimenti paterni, i Nostri voti, accom­ pagnati e avvivati da calde preci a Dio, per le prossime feste e per il nuovo anno; a voi, che il Signore, nella benigna sua provvidenza, ha chiamati ad essere al fianco Nostro consiglieri sapienti e fedeli, provati e presti al servigio del dominicus grex; a voi, che, quali membri della Curia Komana, profondamente sentite e comprendete Palta missione di collaborare e prender parte, ognuno nel proprio ufficio e nella propria sfera, all'universale sollecitudine pastorale del Vicario di Gesù Cristo. Su tutti insieme, e su ciascuno di voi in particolare, ministri e custodi della civitas supra montem posita, su voi tutti, a cui più ancora che ad 1 1 Matth., V, 14. 6 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale altri spetta di far proprio e praticare l'ammonimento del Signore : luceat lux vestra coram hominibus, Noi imploriamo dall'eterno Sommo Sacer­ dote, in un'epoca così grave di eventi anche per la Chiesa e per le anime ad essa affidate, ciò che Egli stesso domandava al Padre per i suoi Apostoli in un'ora solenne e santa : Pater sancte, serva eos in nomine Tuo.... Non rogo, ut tollas eos de mundo, sed ut serves eos a malo ... Sanctifica eos in veritate. Stamane, Venerabili Fratelli e diletti figli, l'ammirabile liturgia della Santa Chiesa ha sollevato in alto gli animi dei suoi sacerdoti con le grandiose parole del Martirologio Romano: ...Ab Urbe Roma condita anno septingentésimo quinquagesimo secundo, anno imperii Octaviani Augusti quadragesimo secundo, toto Orbe in pace composito, ... Iesus Christus aeternus Deus, aeternique Patris Filius, mundum volens adventu suo piissima consecrare, de Spiritu Sancto conceptus, ... in Beth­ lehem Iudae nascitur eos Maria Virgine factus homo. Quando il tono solenne di questo lieto messaggio, che unisce Boma a Betlemme, la piissima nascita del Salvatore del mondo col ricordo del natale di quella inclita Roma, che nel suo più alto e sacro destino, non colla gloria delle armi, ma colle vittorie della grazia divina, imperium, terris, animos aequabit Olympo ; quando questo augurale annunzio della venuta del Re celeste, nell'età in cui tutto l'Orbe era composto in pace, risuona di nuovo all'orecchio dei fedeli di Cristo, risveglia e suscita in milioni di anime di tutti i popoli e nazioni la memoria della redenzione dal peccato. Come una divina sinfonia universale, da tutte le lingue sale verso il cielo un inno di giubilo, un canto di adorazione di cuori umili e riconoscenti: Christus natus est nobis: venite, adoremus. Inno im­ mortale di libertà degli esuli figli di Eva ! i quali quasi dimenticano il dolore del paradiso perduto per la colpa dei progenitori; le spine e i triboli, che la terra, profanata dal peccato, germina dalla caduta d'Ada­ mo ; e dinanzi al celeste Bambino nel presepe di Betlemme, e alla Vergine Madre del neonato Emmanuele, si prostrano nella polvere, commossi e pieni di santo stupore per i mirabili disegni della Provvidenza divina. 2 3 4 La santa letizia per il Natale del Signore, l'intima gioia, che nasce come proprio palpito dei fedeli di Cristo, non dipende, nè può essere di­ minuita o turbata da eventi esterni ; il gaudio natalizio, che li ricolma di felicità e di pace, ha radici così profonde e innalza cime così eccelse che non può essere strappato dal turbine di alcun avvenimento terreno, 2 3 4 Ioann., XVII. 11, 15, 17. VERGILIUS, Aeneid., VI, 782-783. Matut. in Nativitate Domini. Acia Pii Pp. 7 XII si muova ii mondo in pace, o sia esso in guerra. La consolante verità delle parole del Signore : Gaudebit cor vestrum et gaudium vestrum nemo tol­ let a vobis* chi mai può sentirla ed esperimentarla meglio di colui, il quale con cuore sincero, con volontà purificata e animo aperto ascolta l'inno di pace agli uomini di buona volontà, diretto alla terra dal presepe, la prima cattedra del Verbo divino incarnato? Ohi penetra il senso di questo inno, chi ha gustato pur solo una goccia del soave nettare, che racchiude, di verità e di amore, sa dove trovare rifugio tra il disordinato susseguirsi degli avvenimenti, delle pene e delle angoscie del tempestoso presente ; e si manterrà ugualmente lontano tanto da un inconsulto ottimismo, che non tenga conto della realtà, quanto dalla tendenza, ancor meno apostolica, che inclina a un pessimismo ignavo e deprimente. Non sa egli forse che la vita e l'azione della Chiesa, non altrimenti che la vita e l'azione del Redentore, sono sempre insidiate da satelliti della gelosa e trepidante potenza erodiana? Ma pure non dimen­ ticherà che la misteriosa stella della grazia dal cielo risplende e tornerà a risplendere alle anime, le quali anelano alla culla di Dio, per guidarle dall'errore alla verità, dallo sviamento alla fede in Cristo Salvatore. Consapevole della tenebrosa audacia del male dilagante in questa vita, il vero seguace di Cristo prova in sè vivo sprone a maggior vigi­ lanza, e su se stesso, e per i fratelli pericolanti. Sicuro com'è della pro­ messa di Dio e del finale trionfo di Cristo sui nemici suoi e del suo regno, si sente interiormente irrobustito contro delusioni ed insuccessi, scon­ fitte ed umiliazioni, e può comunicare uguale fiducia a tutti quelli, che avvicina nel suo ministero apostolico, facendosi in tal guisa loro baluardo spirituale ; mentre porge incoraggiamento ed esempio a quanti sono tentati di cedere e disanimarsi di fronte al numero e alla potenza degli avversari. E siano rese infinite grazie al Signore ! che anche oggi la Chiesa non è povera di queste anime elette e sante e forti — provengano esse dalla cerchia del clero, o dalle schiere del laicato — le quali con un eroismo, il più delle volte ignorato dal mondo, con una fedeltà, che mai non vacilla, in mezzo ad altri, che cadono nella pusillanimità e nella debolezza, mettono in pratica la esortazione del Profeta : Confortate manus dissolutas, et genua debuia robórate. Dicite pusillanimes : Confortamini, et nolite timere : ecce Detis 'vester ultionem adducet retri­ butionis : Deus ipse veniet, et salvabit vos. 6 Ma tra i Cristiani non mancano pur troppo di quelli i quali, sotto il peso quotidiano di sacrifici e prove d'ogni genere, in un mondo, che si 5 6 Ioann., XVI, 22. Is., XXXV, 3-4. s Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale allontana dalla fede e dalla morale, o almeno dal fervore della fede e della morale cristiana, vanno perdendo di quel vigore spirituale, di quella gioia e sicurezza, — così nella pratica interiore della fede, come nella professione pubblica di essa, — senza cui un verace e vitale sentire cum Ecclesia non è mai che a lungo si sostenga e duri. Voi li vedete talvolta, forse senza che lo avvertano, cadere vittime e farsi intermediari di con­ cezioni e di teorie, di pensieri e di pregiudizi, che, sorti in circoli estranei od ostili al Cristianesimo^ vengono ad insidiare le anime dei credenti. Caratteri di simil genere soffrono bensì nel vedere la Madre Chiesa, — a cui in fondo vorrebbero restare fedeli, — incompresa davanti al pre­ torio di Pilato, o tra i servi di Erode in veste da burla. Credono al mistero della Croce ; ma dimenticano di meditarlo e applicarlo ai nostri giorni. Nelle fulgide e consolanti ore del Tabor si sentono vicini a Cristo ; nelle tristi e oscure ore del Gethsemani divengono troppo facilmente imitatori dei discepoli dormienti. E quando le autorità della terra pongono mano al loro esterno potere, a somiglianza di quello che i ministri del Sinedrio fecero con Gesù, eccoli sottrarsi con timida fuga, o, ciò che è tutt'uno, rifuggire dalle franche e coraggiose risoluzioni. Tutto questo ondeggiare altrui, Venerabili Fratelli e diletti figli, non può nè deve meravigliarci o turbarci ; molto meno poi trarci a porre in oblio l'esemplare fortezza d'animo e la commovente fedeltà, con cui in­ numerevoli Nostri figli, grazie all'aiuto divino, durano aggrappati e ancorati, più tenaci di tutte le tempeste, alla salda pietra della loro fede e alla Chiesa di Dio, tutrice, depositaria e infallibile maestra di verità. E perciò con commosso ringraziamento all'Altissimo e con pa­ terna alterezza per la corona di tanti e così nobili figli di ogni condi­ zione e classe, non dubitiamo di affermare che la consapevolezza, il fer­ vore, l'incondizionata e sincera dedizione a Cristo e al suo regno sono virtù cresciute a vista d'occhio in molti e molti, proprio là dove la pro­ fessione della fede costa sacrifìci, non mai prima riconosciuti. Ma qualunque sia per essere il rapporto, noto solo a Dio, tra vittorie e sconfitte, tra anime che si guadagnano e anime che si perdono, non è men vero e indubitata, che la condizione esteriore ed interiore dell'età presente origina e pone all'apostolato gigantesche esigenze, non solo nel volgere di questa formidabile guerra, ma più ancora per il giorno in cui, finite le ostilità, i popoli dovranno dedicarsi a sanarne le pro­ fonde piaghe dell'amara eredità, sociale ed economica, quando le nazioni travolte nella guerra ne usciranno con ferite spirituali, bisognose, se altre mai, di cura assidua e vigilante, che valga ad evitarne e scemarne i perniciosi effetti. Acta Pii Pp. XII 9 * -» * Con tragica e quasi fatale persistenza il conflitto, una volta scatenato, procede per la sua strada insanguinata, accumula rovine, non risparmia templi venerandi, monumenti insigni, ospizi di carità, e nel facile oblio delle norme di umanità, nella noncuranza delle consuetudini e conven­ zioni belliche, arriva talvolta così oltre, che un'epoca meno sconvolta ed agitata della nostra ne noterà un giorno le vicende entro le pagine più dolorose ed oscure della storia del mondo. Il Nostro pensiero corre con angoscia al momento, in cui la tristis­ sima cronaca di tante sofferenze, — di corpi straziati, di anime doloranti, di feriti, prigionieri, profughi, oppressi, famelici, languenti, dispersi — cronaca oggi ignorata o solo in parte conosciuta, si farà intieramente palese. Ma ciò che al presente sappiamo, basta già a stringere e lacerare il cuore ! Per le donne e le madri di più d'una nazione Ci sembra di sentir risonare il trambasciato grido del Profeta, che la sacra liturgia ricorda durante l'ottava del santo Natale : Voœ in Rama audita est, ploratus et ulnlatus multus : Rachel pl orans filios suos, et noluit consolari, quia non sunt. Ma fra le tante sciagure derivate dall'immane conflitto una special­ mente ha gravato subito, e grava tuttora, sul Nostro cuore : quella dei prigionieri di guerra, resa per Noi tanto più acuta, quanto minore è stata la possibilità consentita alla Nostra paterna sollecitudine di correre in aiuto là dove più grande è il numero e più pietosa la miseria invocanti efficace soccorso e conforto. Memori di quanto Noi stessi, nell'Augusto Nome del Sommo Pontefice Benedetto XV di felice memoria, potemmo fare durante la precedente guerra per alleviare le pene materiali e morali di numerosi prigionieri, speravamo che anche questa volta rimanesse aperta la via alle iniziative religiose e caritatevoli della Chiesa. 7 Tuttavia, se in alcuni Paesi è rimasto frustrato il Nostro intento, non è stato da per tutto vano il Nostro sforzo, giacché non pochi segni materiali e spirituali del Nostro interessamento abbiamo potuto far giungere ad una parte almeno dei prigionieri polacchi; qualche altro e più frequente a prigionieri e internati italiani, specialmente in Egitto, in Australia, nel Canada. Nè abbiamo voluto che il Santo giorno di Natale albeggiasse sul mondo senza far pervenire, mediante l'opera dei Nostri Rappresentanti, ai prigionieri inglesi e francesi in Italia, tedeschi in Inghilterra, greci in Albania, e italiani sparsi in diverse regioni dell'Impero Britannico, 7 Matth., II, 18. 10 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale principalmente in Egitto, in Palestina, in India, alcunché onde fosse loro palese il Nostro incoraggiante e benedicente ricordo. Avidi poi di far Nostra l'ansia delle trepidanti famiglie sulla sorte dei loro lontani e infelici congiunti, altra opera, di non piccola mole, abbiamo iniziata e andiamo attivamente svolgendo e sviluppando per chiedere e trasmettere notizie, ove appena sia possibile e lecito il farlo, non solo di moltissimi prigionieri, ma altresì di profughi e di qua n i i le presenti calamità tristamente separano dalla loro patria e dal loro focolare. Abbiamo in questo modo potuto sentir palpitare vicino al Nostro migliaia di cuori con il commosso tumulto dei loro più intimi affetti o nell'anelante tensione e dell'incubo grave dell'incertezza, nella esultante gioia.della ricuperata sicurezza, nella profonda pena e pacata rassegna­ zione sulla sorte dei loro cari. Nè minor conforto è per Noi l'essere stati in grado di consolare, con l'assistenza morale e spirituale di Nostri Rappresentanti o con l'obolo dei Nostri sussidi, ingente numero di profughi, *di espatriati, di emigranti, anche fra i « non ariani » ; ai polacchi ha potuto essere particolarmente largo il Nostro soccorso, come a quelli per i quali il contributo della carità dei Nostri figli negli Stati Uniti d'America Ci rendeva più facile il Nostro paterno interessamento. -A- # Or è un anno, Venerabili Fratelli e diletti figli, Noi facemmo da questo luogo alcune dichiarazioni di massima sui presupposti essenziali di una pace conforme ai principi di giustizia, di equità e di onore, tale quindi da essere duratura. E se il successivo svolgersi degli avvenimenti ne ha rimandato a tempo più lontano l'attuazione, i pensieri allora esposti nulla hanno perduto della loro intrinseca verità e aderenza alla realtà, nè del loro valore di morale obbligazione. Oggi Ci troviamo in presenza di un fatto, che ha una notevole impor­ tanza sintomatica. Dalle polemiche appassionate delle parti in lotta sugli scopi della guerra e sul regolamento della pace emerge sempre più chiara una quasi communis opinio, la quale asserisce che così l'Europa anteriore alla guerra, come i suoi pubblici ordinamenti, si trovano in un processo di trasformazione tale, da contrassegnare l'inizio di una nuova epoca. L'Europa e l'ordine degli Stati, si afferma, non saranno ciò che erano prima; un che di nuovo, di migliore, di più evoluto, di organica­ mente più sano e libero e forte deve sostituire il passato, per evitarne i difetti, la debolezza, le deficienze, che si dicono essere manifestamente apparsi alla luce dei recenti avvenimenti. Acta Pii Pp. XII Ii Vero è che le varie parti divergono nelle idee e negli scopi; concor­ dano tuttavia nell'aspirazione ad un nuovo ordinamento, e non riten­ gono possibile o desiderabile un puro e semplice ritorno alle condizioni anteriori. Nè vale a spiegare sufficientemente tali correnti e sentimenti la sola rerum novarum cupiditas. Al lume delle esperienze di questa epoca di travaglio, sotto la pressione schiacciante dei sacrifici, che essa chiede od impone, nuove conoscenze e nuove aspirazioni nascenti soggiogano le menti e gli animi. Una conoscenza solare della manchevolezza dell'oggi. Un'aspirazione risoluta verso un ordinamento, che ponga al sicuro le norme giuridiche della vita statale e internazionale. Ohe questa brama pulsante si faccia sentire con maggiore acutezza tra i larghi ceti di coloro, che vivono del lavoro delle loro mani, sempre tenuti, in pace ed in guerra, ad assaporare più di altri l'amaro delle disarmonie economiche, statali o internazionali, nessuno potrà meravigliarsene ; meno ancora ne stupirà la Chiesa, la quale, Madre comune di tutti, meglio sente e comprende il grido che si sprigiona spontaneo dall'anima tormentata dell'umanità. Tra i contrastanti sistemi, legati ai tempi e da essi dipendenti, la Chiesa non può essere chiamata a farsi partigiana di un indirizzo piut­ tosto che di un altro. Nell'ambito del valore universale della legge divina, la cui autorità ha forza non solo per gli individui, ma anche per i popoli, vi è largo campo e libertà di movimento per le più svariate forme di con­ cezioni politiche; mentre la pratica affermazione di un sistema politico o di un altro dipende in misura vasta e spesso decisiva da circostanze e cause, che, in se stesse considerate, sono estranee al fine e all'azione della Chiesa. Tutrice e banditrice dei principi della fede e della morale, Essa ha il solo interesse e la sola brama di trasmettere, coi suoi mezzi educativi e religiosi, a tutti i popoli senza eccezione la chiara sorgente del patrimonio e dei valori di vita cristiana ; affinchè ciascun popolo, nel modo corrispondente alle sue peculiarità, si giovi delle conoscenze e degli impulsi etico-religiosi cristiani per stabilire una società umanamente degna, spiritualmente elevata, fonte di vero benessere. Più d'una volta la Chiesa ha dovuto predicare a sordi : la dura realtà predica ora alla sua volta, e al suo grido : Erudirnini : si aprono orecchie, dianzi chiuse alla voce materna della Sposa di Cristo. Epoche di angustie sono spesso, più dei tempi di benessere, ricche di veri e profondi inse­ gnamenti, a quel modo che il dolore è sovente un maestro più efficace del facile successo. Tantummodo sola vexatio intellectum dabit auditivi} * I s . , X X V I I I , 19. m Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale E speriamo in Dio, che l'intera umanità, come ciascuna nazione in parti­ colare, uscirà dall'odierna dolorosa e sanguinosa scuola più saggia, spe­ rimentata e matura ; saprà distinguere con limpidi occhi la verità 'dal­ l'apparenza ingannatrice; e aprirà e tenderà l'orecchio alla voce della ragione, piacevole o meno, e lo chiuderà alla vuota rettorica dell'errore; si formerà un convincimento della realtà, che prenderà sul serio l'attua­ zione del diritto e della giustizia, non solo quando si tratterà di esigere l'adempimento delle proprie, ma anche quando si dovranno soddisfare le giuste richieste altrui. Solo con tali disposizioni di animo si potrà infondere alla seducente espressione « nuovo ordinamento » un contenuto bello, degno, stabile, appoggiato sulle norme della moralità ; e sarà schivato il pericolo di con­ cepirlo e plasmarlo come un meccanismo puramente esterno, imposto con la forza, senza sincerità, senza consentimento pieno, senza gioia, senza pace, senza dignità, senza valore. Allora si potrà dare all'umanità una nuova speranza, che tranquilli, uno scopo* che risponda alle nòbili aspirazioni: e scomparirà il potere occulto e aperto, opprimente e rovi­ noso della discordia cronica, che ora pesa sul mondo. Ma i presupposti indispensabili per un tale nuovo ordinamento sono : 1. La vittoria sull'odio, che oggi divide i popoli; la rinunzia quindi a sistemi e a pratiche, da cui esso riceve sempre nuovo alimento. Ed invero al presente in taluni Paesi una propaganda senza freno e che non rifugge da manifeste alterazioni della verità mostra, giorno per giorno e quasi ora per ora, alla pubblica opinione le nazioni avversarie in una luce fal­ sata e oltraggiosa. Ma chi vuole veramente il benessere del popolo, chi brama di contribuire a preservare da incalcolabili danni le basi spirituali e morali della futura collaborazione delle genti, considererà come un sacro dovere e una alta missione di non lasciare andar perduti, nel pen­ siero e nel sentimento degli uomini, gli ideali naturali della veracità, della giustizia, della cortesia e della cooperazione al bene, e soprattutto il sublime ideale soprannaturale dell'amore fraterno portato da Cristo nel mondo. 2. La vittoria sulla sfiducia, che grava come peso deprimente sul diritto internazionale, rende inattuabile ogni verace intesa; un ritorno quindi al principio : Iustitiae soror incorrupta fides ; a quella fedeltà nell'osservanza dei patti, senza cui non riesce possibile una sicura convi­ venza di popoli, e soprattutto una coesistenza di popoli potenti e di po­ poli deboli. Fundamentum autem — proclamava l'antica sapienza ro9 9 HORATIUS, Od., I, 2 4 , 6-7. Acta Pii Pp. XII 13 mana — est iustitiae fides, id est dictorum conventorumque constantia et veritas. 3. La vittoria sul funestò principio che l'utilità è la base e la regola dei diritti, che la forza crea il diritto; principio, il quale rende labile ogni rapporto internazionale, con gran danno specialmente per quegli Stati, i quali, sia per laj loro tradizionale fedeltà ai metodi pacifici, sia per la loro minore potenzialità bellica non vogliono o non possono conten­ dere con altri ; il ritorno quindi ad una seria e profonda moralità nelle norme del consorzio fra le Nazioni, ciò che evidentemente non esclude nè la ricerca dell'utile onesto nè un opportuno e legittimo uso della forza per tutelare diritti pacifici con violenza impugnati o ripararne le lesioni. 4. La vittoria su quei germi di conflitto, che consistono in divergenze troppo stridenti nel campo dell'economia mondiale; quindi un'azione progressiva, equilibrata da corrispondenti garanzie, per giungere ad un assetto, il quale dia a tutti gli Stati i mezzi per assicurare ai propri cit­ tadini di ogni ceto un conveniente tenore di vita. 5. La vittoria sullo spirito di freddo egoismo, il quale, baldanzoso della sua forza, facilmente finisce col violare non meno l'onore e la sovra­ nità degli Stati che la giusta, sana e disciplinata libertà dei cittadini. In luogo suo deve subentrare una sincera solidarietà giuridica ed economica, una collaborazione fraterna, secondo i precetti della legge divina, fra i popoli fatti sicuri della loro autonomia ed indipendenza. Finché nelle dure necessità della guerra parleranno le armi, difiicilmente si potranno attendere atti definitivi nel senso della restaurazione di diritti moral­ mente e giuridicamente imprescrittibili. Ma sarebbe ben da augurarsi che sin da ora una dichiarazione di massima a favore del loro riconosci­ mento venisse a calmare l'agitazione e l'amarezza di quanti si sentono minacciati o lesi nella loro esistenza o nel libero svolgimento della loro attività. 10 Venerabili Fratelli e diletti figli ! Nel momento, da tutti auspicato, a giudizio umano non ancora determinabile, in cui taceranno le armi, e si scolpiranno nei paragrafi del trattato di pace gli effetti di questo gi­ gantesco conflitto, Noi Ci auguriamo che l'umanità, e coloro, i quali le mo­ streranno la via per avanzare, saranno tanto maturi nello spirito e tanto capaci nell'azione, da spianare il terreno all'avvento di un solido, vero e giusto nuovo ordinamento. Noi supplichiamo Dio che così avvenga. E vi esortiamo tutti ad unire alle Nostre preghiere le vostre, affinchè il lume e la protezione dell'Onnipotente preservi quelli, nelle cui mani 10 CICERO, De officiis, 1,7,23. 14 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale saranno poste decisioni, di così gran momento per la tranquillità del mondo, e tanto gravi di responsabilità, dal ripetere, in forma mutata, antichi errori e dal ricadere in mancanze del passato, avviando — anche senza saperlo o volerlo — l'avvenire dei popoli e della stessa propria nazione in un cammino, sul quale non sarà per trovarsi alcun vero ordine, ma solo timori e cagioni di nuove sciagure. Possano le menti di coloro, dalla cui perspicacia, forza di volontà, previdenza e moderazione dipen­ derà la felicità o l'infelicità dei popoli, lasciarsi guidare dal lume della ben nota sentenza : Bis vincit qui se vincit in victoria. Noi deponiamo nelle piccole, onnipotenti e misericordiose mani del neonato Eeden tore, con fiducia illimitata e incrollabile, i Nostri desideri, le Nostre speranze e le Nostre preghiere ; e lo imploriamo con voi, con tutti i sacerdoti, con tutti i fedeli della Santa Chiesa, con tutti quelli che in Cristo riconoscono* il Signore e Salvatore, di liberare l'umanità dalle discordie, in cui l'ha trascinata la guerra : O radix lesse, qui stas in signum populorum, super quem continebunt reges os suum, quem Gentes deprecabuntur: veni ad liberandum nos, iam noli tardare! Con queste ansiose parole sulle labbra e con questa intenzione nel cuore impartiamo a voi, Venerabili Fratelli e diletti figli, a tutti i Nostri figli del mondo intero, specialmente alle vittime della guerra di ogni nazione, come pegno di larga grazia divina, con paterno affetto la Bene­ dizione Apostolica. 11 12 CONSTITUTIO APOSTOLICA S. IACOBI CAPITIS VIRIDIS ET ALIARUM IN COLONIIS LUSITANIS « AFRICAE » ET « TIMOR » ECCLESIASTICA HIERARCHIA ALITER CONSTITUITUR. PIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM Sollemnibus Conventionibus inter Apostolicam Sedem et Lusitanam Rempublicam hocce anno, septima die Maii mensis ictis, et prima die subsequentis Iunii mensis ratis habitis, quibus prae ceteris in Lusitanis Africae et Timor Coloniis aliter ecclesiastica hierarchia constituitur, 11 12 Puhlilii Syri Sententiae, Lipsiae, 1869, n. 64. Brev. Rom. Antiph, mai. ante Vigil. Nat. 15 Nos, qui nihil antiquius habuimus quam ut catholica res in dissitis illis regionibus magis ac magis provehatur, omnibus mature perpensis et suppleto, quatenus opus sit, quorum intersit vel eorum qui sua interesse praesumant consensu, apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, ea quae sequuntur decernenda censuimus : T. E dioecesi S. Iacobi Capitis Viridis Guineae Isusitanae territorium disiungimus ac separamus, illudque in novam erigimus missionem sui iuris. I I . In Colonia Angola dioecesim Angolensem et Gongensem, nec non praefecturas apostolicas Congi Inferioris et de Cubango in Angola atque missiones de Lunda et de Cunene supprimimus, atque exinde novas eri­ gimus dioeceses, videlicet : 1. Metropolitanam Ecclesiam I/uandensem, cuius territorium amplectetur civilem provinciam eiusdem nominis, quae districtibus constat Cabinda, Zaire, Gongo, Luanda et Cuanza-N orte, et districtus Ciianza-Sul, ad provinciam Benguela pertinentem, atque Malanje, provinciae eiusdem nominis. Novae huius metropolitanae Ec­ clesiae sedem in Luanda urbe, a qua archidioecesis ipsa nomen assumit, constituimus ; ecclesiam vero paroecialem Beatae Mariae Virgini, vulgo dos Remedios, dicatam, in urbe illa exstantem, quae praefatae Angolensis et Congensis suppressae dioecesis cathedralis munere hucusque iuncta est, ad metropolitanae Ecclesiae gradum et dignitatem evehimus eamque titulo Ss. Salvatoris simul et Beatae Mariae Virginis, vulgo dos Remedios, decoratam volumus in memoriam pristinae Ecclesiae Sancti Salvatoris. Capitulum autem praefatae cathedralis Ecclesiae titulo Ca­ pituli Metropolitani posthac condecorabitur, cum iuribus et insignibus, quae de iure ad illud spectant, firmis tamen indultis quibus iam potitur. 2. Dioecesim insuper Novae l/isbonae erigimus et constituimus, quae civilem provinciam Huila comprehendet cum suis districtibus Mossâmedes et Huila, nec non districtus Benguela et Huambo, ad provinciam civilem Benguela pertinentes. Huius novae dioecesis sedem episcopalem in Nova Lisboa urbe constituimus, quam proinde ad civitatis episcopalis fastigium extollimus ; Episcopi vero cathedram in ecclesia paroeciali sub titulo Immaculatae Conceptionis Beatae Mariae Virginis, in eadem urbe exstante, figimus, quae idcirco Ecclesiae Cathedralis gradum assumet. 3. Dioecesim porro Silvam Portuensem erigimus et constituimus, amplectentem Provinciam civilem Bié cum suis districtibus Bié et Moxico, atque districtum Lunda, ad Provinciam Malanje spectantem. Ita erectae dioecesis sedem in Silva Porto urbe constituimus, quae proinde civitatis episcopalis honore condecorabitur. Ecclesiam vero paroecialem sub ti­ tulo S. Laurentii Martyris, in urbe illa sitam, ad Ecclesiae Cathedralis 16 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale dignitatem evehimus. Praefatas autem dioeceses Novae LAsbonae et Silvam Portuensem suffraganeas constituimus novae archidioecesis Luandensis, cuius pro tempore Archiepiscopi metropolitico iuri eas earumque Episcopos subiicimus. Ut vero praefatae Ecclesiae suo quaeque ordine coalescant, novam in colonia Angola provinciam ecclesiasticam consti­ tuimus Luandensem nuncupandam, quae constabit metropolitana Eccle­ sia Luandensi et dioecesibus suffraganeis Novae Lisbonae et Sil vae Por­ tuensis, nec non S. Thomae in Insula, hucusque patriarchali metropoli­ tanae Ecclesiae Lisbonensi suffraganea, quam proinde ab huius Ecclesiae metropolitico iure eximimus, et metropolitanae Ecclesiae Luandensi ad huius Archiepiscopi personam adiunctam volumus. I I I . In colonia .Mozambico Praelaturam nullius Mozambieensem, me­ tropolitanae Ecclesiae Goanae suffraganeam, supprimimus ac suppres­ sam declaramus; eiusque loco erigimus et constituimus: 1. Metropoli­ tanam Ecclesiam de Lourenço Margues, cui territorium assignamus pro­ vinciae civilis Sui do Save, cum suis districtibus Lourenço Marques et Inhambane ; eius autem sedem in urbe Lourenço Marques, a qua archi­ dioecesis ipsa nomen mutuatur, statuimus ; cathedram vero archiepisco­ palem in ecclesia sub Immaculatae Mariae Virginis Conceptionis titulo in illa urbe Deo dicanda Agimus, quae propterea metropolitanae Eccle­ siae dignitate posthac gaudebit. 2. Alteram insuper dioecesim erigimus, quae ab urbe B eira, in qua sedes episcopalis erit, Beirensem nuncupari statuimus : eique territorium assignamus provinciae civilis Zambézia cum suis districtibus Beira, Tete et Quelimane. Huius novae dioecesis Beirensis episcopalem cathedram in ecclesia sub titulo B. V. Mariae Sacratissimo Rosarii, in urbe Beira, exstante, iconstituimus*. 3. De­ mum dioecesim erigimus Nampulensem ab urbe Nampnla, in qua erit sedes episcopalis, eique territorium assignamus provinciae civilis Niassa, seu districtuum Mocambique et Pòrto Amelia. Cathedra autem episcopalis in erigenda ecclesia sub titulo B. Mariae V. de Fatima con­ stituetur. Duas insuper hasce noviter erectas dioeceses Beirensem et Nampulensem suffraganeas constituimus novae Metropolitanae Eccle­ siae de Lourenço Marques, earumque Episcopos huius Archiepiscopi iuri metropolitico subiicimus. Omnes vero memoratae dioeceses in co­ lonia Mozambico uti supra erectae, unicam provinciam ecclesiasticam constituent de Lourenço Marques appellandam, quae proinde constabit ipsa metropolitana eiusdem nominis Ecclesia et suffraganeis dioecesibus Beirensi et Nampulensi. IV. Praeterea insulae Timor partem, quae sub dicione exstat Lusita­ nam Reipublicae, hactenus ad dioecesim Macaonensem pertinentem, ab Acta Pii Pp. 17 XII huius territorio seiungimus et in novam erigimus dioecesim, Diliensem nuncupandam eamque suffraganeam constituimus metropolitanae Ec­ clesiae Goanae illiusque pro tempore Antistites metropolitico Archiepi­ scopi Goani et Damanensis iuri subiicimus. Novae istius dioecesis sedem episcopalem in Dili urbe constituimus; cathedram vero Episcopi in Ec­ clesia Deo in honorem Immaculatae Conceptionis B. M. V., in eadem urbe sita. dicata erigimus. Singulis itaque novis quas constituimus tum metropolitanis tum ca­ thedralibus Ecclesiis earumque pro tempore Antistitibus omnia conce­ dimus iura, insignia, privilegia, favores et gratias, quibus ceterae per orbem metropolitanae et cathedrales Ecclesiae earumque Praesules iure communi fruuntur; iisdemque illos oneribus et obligationibus adstrin. gimus, quibus ceteri adstringuntur. Archiepiscopis vero peculiarem facul­ tatem tribuimus Crucem ante se ferendi et sacro pallio utendi, postquam tamen illud in sacro Consistorio ab Apostolica Sede, uti de more, postu­ latum et impetratum fuerit. Cum autem huius temporis adiuncta haud permittant quominus in nova archidioecesi de Lourenço Marques et in aliis nuper erectis dioecesibus canonicorum capitula modo instituantur, indulgemus ut pro canonicis ad iuris tramitem consultores dioecesani interim eligantur et adhibeantur. Quod autem attinet ad earumdem dioe­ cesium regimen et administrationem, ad Vicarii Capitularis seu Admini­ stratoris, sede vacante, electionem, ad clericorum et fidelium iura et onera, aliaque huiusmodi, adamussim servanda iubemus quae sacri cano­ nes praescribunt. Quod autem ad clerum peculiariter spectat, statuimus ut simul ac Nostrae hae Litterae ad exsecutionem demandatae fuerint, eo ipso clerici, qui in illarum dioecesium territorio legitime extiterint, iis­ dem ipsi adscripti censeantur. Volumus insuper ut omnia documenta et acta, novas has dioeceses eiusque clericos et fideles respicientia, ab eis ad quos spectat, quamprimum fieri poterit, sua cuique Curiae episco­ pali tradantur, ut in proprio archivo asserventur. Ad quae omnia uti supra disposita et constituta exsecutioni mandanda venerabilem Fra­ trem Petrum Ciriaci, Archiepiscopum titularem Tarsensem et Nuntium Apostolicum in Lusitania, deligimus, eique propterea tribuimus neces­ sarias et ad id opportunas facultates, etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, eidemque onus facimus authenticum peractae exsecutionis actorum exem­ plar ad S. Congregationem Consistorialem quamprimum transmittendi. Praesentes autem Litteras et in eis contenta quaecumque, etiam ex eo quod quilibet quorum intersit vel qui sua interesse praesumant, etsi specifica et individua mentione digni, auditi non fuerint vel praemissis ACTA, vol. VIII, n. i. - 21-1-941 3 18 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale non consenserint, nullo unquam tempore de subreptionis, vel obreptio­ nis aut nullitatis vitio seu intentionis Nostrae, vel quolibet alio, licet substantiali et inexcogitato, defectu, notari, impugnari, vel in contro­ versiam vocari posse, sed eas, tamquam ex certa scientia ac potestatis plenitudine factas et emanatas, perpetuo validas exsistere et fore, suos­ que plenarios et integros effectus sortiri et obtinere, atque ab omnibus ad quos spectat inviolabiliter observari debere ; et, si secus super his a quocumque, quavis auctoritate, scienter vel ignoranter contigerit atten­ tari, irritum prorsus et inane esse et fore volumus ac decernimus. Non obstantibus, quatenus opus sit, regulis in synodalibus, provincialibus, generalibusque Conciliis editis, generalibus vel specialibus Constitutio­ nibus et Ordinationibus Apostolicis et quibusvis aliis Romanorum Pon­ tificum dispositionibus ceterisque contrariis, etiam speciali mentione di­ gnis, quibus omnibus per praesentes derogamus. Volumus insuper ut harum Litterarum transumptis, etiam impressis, manu tamen alicuius notarii publici subscriptis et sigillo viri in ecclesiastica dignitate vel officio constituti munitis, eadem prorsus tribuatur fides quae hisce Lit­ teris tribueretur, si ipsaemet exhibitae vel ostensae forent. Nemini autem singulis omnibus quae in his Litteris Nostris statuta sunt contraire li­ ceat; si quis vero ausu temerario id attentare praesumpserit, indigna­ tionem omnipotentis Dei et beatorum Apostolorum Petri et Pauli se noverit incursurum. Datum Romae apud S. Petrum, anno Domini millesimo nongente­ simo quadragesimo, die quarta mensis Septembris, Pontificatus Nostri anno secundo. ALOISIUS Card. MAGLIONE Fr. RAPHAEL C. Card. ROSSI a Secretis Status S. C. Consistorialis a Secretis Ludovicus Kaas, Proton. Apost. Carolus Respighi, Proton. Apost. Loco £B Plumbi Reg. in Cane. Ap., vol. LX1V, n. 25. - Al. Trussardi. Acta Pii Pp. XII 19 EPISTULAE I AD EMUM P. D. HENRICUM EPISCOPUM VELITERNUM S. R. E. CARDINALEM GASPARRI, SUPREMI TRIBUNALIS SIGNATURAE APOSTOLICAE PRAEFECTUM QUINQUE EPISCOPATUS LUSTRA FELICITER EXPLENTEM. PIUS P P . XII Venerabilis Frater Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. — Suavi animi laetitia recens intelleximus, proximo Decembri mense quin­ tum ac vicesimum a suscepta episcopali dignitate annum te esse feliciter celebratum m. Haec profecto tam iucunda faustitas peculiarem Nobis praebet opportunitatem tibi ex corde gratulandi atque in posterum bene ominandi. Neque sane Nos latent diuturnae curae, quas in nobilissimum Sedis huius Apostolicae servitium ab ipso iuventutis flore impendisti atque in praesens iugiter impendis. Primo enimvero apud Apostolicas Legationes Lisbonensem, Bruxellensem et Matritensem operam tuam navasti, deinde autem Legati ipsius munere in Columbia ac Brasilia perfunctus es. Postquam vero a Decessore Nostro fel. rec. Pio XI in amplissimum Patrum Purpuratorum Conlegium cooptatus es, sollicitu­ dines tuas in Ecclesiae utilitatem conferre non destitisti, praesertim quum Supremi Signaturae Apostolicae Tribunalis praefecturam ac pa­ storale munus suburbicariae Ecclesiae Veliternae suscepisti. Quare Nos equidem, fausta eiusmodi sollemnitate, communem tuorum laetitiam ex animo participantes, fervidis votis ominibusque te prosequimur, si­ mulque Deum impense precamur, ut vegetam istam senectutem supernis gratiis iucundisque solatiis cumulare velit. Quo autem dies episcopatus tui natalis maiorem fructuum copiam populo tibi credito afferre queat, tibi ultro concedimus, ut, constituta die, Sacro pontificali ritu peracto, adstantibus fidelibus nomine Nostro Nostraque auctoritate benedicas, plenariam iisdem indulgentiam proponens ad Ecclesiae praescripta lu­ crandam. Caelestium interea donorum in auspicium inque praecipuae di­ lectionis nostrae testimonium Apostolicam Benedictionem tibi, Venera­ bilis Frater noster, Episcopo Auxiliari tuisque in Supremo Signaturae Apostolicae Tribunali laborum sociis, itemque clero ac populo tuae vigi­ lantiae tradito amantissime in Domino impertimus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die x x i mensis Novembris, in Praesentatione Beatae Mariae Virginis, anno MDCCCCXL,, Pontificatus Nostri secundo. PIUS P P . XII 20 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale II AD EXCMUM P. D. TITUM TROCCHI, ARCHIEPISCOPUM TIT. LACEDAEMONIEN- SEM EUMDEMQUE SANCTAE ROMANAE ECCLESIAE VICECAMERARTUM, QUINTUM ET VICESIMUM EPISCOPATUS ANNUM CELEBRATURUM. P I U S P P . XII Venerabilis Frater, salutem et Apostolicam Benedictionem. — Iucun­ dus profecto optatusque tibi proxime dies illucescet, quum quintum supra vicesimum ab inito episcopatu annum sollemniter celebrabis. Tanta est enim plenitudinis sacerdotii dignitas, ut haec inter magnifica Dei beneficia habenda videatur. Minime autem ambigimus, quin amici tui memoresque alumni tecum de tanto beneficio divinitus conlato libentibus animis laetentur, meritasque Deo gratias exsolventes, vota pro incolu­ mitate ac prosperitate tua suscipere contendant. Nos autem, qui tua in Ecclesiam inque Apostolicam hanc Sedem promerita cognita ac per­ specta habemus, quique iam praecipuae dilectionis Nostrae testimonia exhibuimus, praesertim quum Sanctae Romanae Ecclesiae Vicecamerarii munus tibi conferre voluimus, novam hanc nanciscimur occasionem, ut intimos et iucundos erga te animi Nostri sensus patefaciamus. Fruere igitur, Venerabilis Frater, grata suavique egregie factorum conscientia ac recordatione, fruere concordi fervidaque tuorum observantia et cari­ tate. Nos quidem gratulantium choro praeeunte», omnia tibi bona pro­ spera felicia ominamur, Deum instanti prece efilagitantes, ut quam diutissime te incolumem vegetumque Ecclesiae servare et supernis donis solaciisque affatim di tare benigne velit. Horum interea munerum prae­ nuntia et conciliatrix peculiarisque Nostrae caritatis testis sit Aposto­ lica Benedictio, quam tibi, Venerabilis Frater, Patriarchalis Basilicae Lateranensis Capitulo, itemque cunctis familiaribus carissimisque tuis peramanter in Domino impertimus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die x x i mensis Novembris, in Praesentatione Beatae Mariae Virginis, anno MDCCCCXL, Pontificatus Nostri secundo. PIUS P P . XII Acta Pii Pp. XII '21 III AD EMUM P. D. ALOISIUM TIT. S. PUDENTIANAE S. R. E. CARD. MAGLIONE, A SECRETIS STATUS. Signor Cardinale, Giungono da ogni parte, pur nella gran festa della pace, — il Natale del Signore — gli echi dolorosi della guerra devastatrice. E sono voci di figli, che si dibattono in gravi sofferenze e implorano aiuto. Tanta somma di mali e di patimenti, che ogni dì più si aggravano e si dilatano, non può non trovar eco dolorosissima nel Nostro cuore di Padre, che di tutti indistintamente i Nostri figli accoglie i dolori e le lacrime ; onde nulla possiamo maggiormente desiderare in tanto sconvolgimento di cose, che soccorrere i corpi e sollevare gli spiriti. A questo abbiamo rivolto non d'adesso tutte le Nostre possibilità; e nulla abbiamo lasciato intentato, perchè in così grande cumulo di miserie la pietà di quel Gesù, di cui indegnamente facciamo in terra le veci, possa esplicarsi, seminando il suo bene e raccogliendo i suoi frutti. Purtroppo molti dei Nostri sforzi si sono urtati a difficoltà d'ogni genere, più gravi ancora che nella passata guerra mondiale, inerenti alcune alla natura stessa del flagello che imperversa, altre — dobbiamo pur dirlo — frapposte dalla volontà degli uomini. Non inerti testimoni di così deplorevole stato di cose e non d'altro armati che delle armi della Verità, della Giustizia e della Carità cri­ stiana, quello che Noi possiamo fare ancora una volta è d'invitar tutti alla preghiera propiziatrice e all'azione benefica. La preghiera è una forza che, per misteriose vie quasi facendo violenza al Cielo, agisce poi soavemente, irresistibilmente sugli umani voleri e va a Dio particolar­ mente efficace, quando sale da puri cuori innocenti. L'azione è un dovere di tutti e di ciascuno, alla quale già si dedicano diverse pubbliche ini­ ziative, e che in ore gravi, come quelle che l'Europa attraversa, ha valore altissimo di fraterna solidarietà. Da qualsiasi parte essa venga, pia ed umana, Noi con animo grato la benediciamo ; ed esortando a coordinarla in tutte le possibili forme per il suo maggior rendimento, facciamo voti che in essa si perseveri da tutti senza rilassamento e senza sfiducia. F r a tutti i sofferenti additiamo i bambini : essi che in questi giorni ricordano al vivo il Bambino di Bethlemme, l'amico dei piccoli e dell'in­ nocenza. Egli, che per difenderli dal male insorse severo contro tutte le Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale forme di scandalo a loro riguardo, si fa oggi, per la Nostra voce, loro difesa dai mali terreni, stendendo per essi la mano e per essi, che sono i primi tra i suoi minimi fratelli, ripetendo commosso : « Ebbi fame e mi deste da mangiare... Fui senza tetto e mi ospitaste... Fui ignudo e mi rivestiste». Ci trema il cuore, ripensando alla sventura di questi teneri germogli, che, entrati appena nella vita, sono così presto condan­ nati a non assaporarne che le amarezze e tanto duri sperimentano i cuori degli uomini, a cui dovrebbe essere gloria la loro felicità. 1 Noi li abbracciamo e li benediciamo, questi piccoli, con tanto maggiore affetto, anche se impari ai bisogni sono le Nostre possibilità di soccorso ; e ancora una volta abbiamo fiducia che i potenti faranno onore alle buone tradizioni della vera civiltà, non permettendo che l'infanzia dei paesi belligeranti, o comunque travolti dalla guerra, porti anch'essa un'im­ meritata pena in tanto calamitose vicende. Da parte Nostra poi, come già altra volta invitammo all'orazione i bambini buoni e cristiani, così oggi vogliamo esortarli a ricordarsi dei loro iratellini senza pane, senza vesti, senza famiglia. Ci lusinga la speranza che il Natale coi suoi doni per tutti, la festa degli Innocenti col ricordo dei primi fiorellini falciati per Cristo, suggeriranno mille buone iniziative ai cuori di tutti i fan­ ciulli, che si trovano ancora nella pace e nella agiatezza delle loro ordi­ nate famiglie; in modo che ogni bambino derelitto, sia o non sia tale per causa della guerra, abbia per loro merito un pane, un dono, un soccorso. Che se, per molteplici ostacoli, non è possibile pensare, nelle presenti circostanze, ad una vera, propria e generale organizzazione in fatto di beneficenza alle vittime della guerra, e se anche è pur troppo, in non pochi casi, oltremodo difficile servirsi delle benemerite particolari isti­ tuzioni già esistenti per far giungere i soccorsi dove più acuto se ne sente il bisogno, faccia ognuno quanto può, dove può, come può. Si moltiplichi da per tutto l'attività benefica ; si destino le energie dei buoni ; sia ad esse ambito onore conseguire, anche a distanza, una vittoria sui mali. Vince in bono malum. Dilatentur spatia caritatis. Intanto non vogliamo tacere il Nostro elogio e il Nostro ringrazia­ mento a quanti Ci hanno aiutato nell'opera di carità, che fin qui Ci fu consentito di attuare. E su questo punto il Nostro pensiero e la Nostra gratitudine vanno specialmente all'Episcopato Americano, che, quan­ tunque lontano dagli orrori della guerra, ha voluto ancora una volta mostrar piena comprensione dei- bisogni della Chiesa sofferente e, fa2 1 2 S 3 Matth., XXV, 35 s. Rom., XII, 21. S. AUGUSTINUS, Serm. LXIX de verbis Evang., e. 11, PL., 38, 440-441. Acta Pii Pp. Xll 23 cendo appello alla tradizionale generosità di qnei cattolici (e in particolar modo dei connazionali di paesi colpiti dal flagello)ha così abbon­ dantemente aiutato la carità benefica del Padre comune. Ad esso vada piena e intera la Nostra gratitudine, e vada altresì la Nostra Benedi­ zione, come andrà, e non meno affettuosamente, a quanti Ci permette­ ranno di dispensare con una mano più larga quella che l'altra riceve. Con questa fiducia preghiamo Iddio che abbrevi alla umanità soffe­ rente i giorni della prova. E col vivo desiderio che le Sante Feste Nata­ lizie rechino alla travagliata famiglia cristiana qualche presagio di più sereni tempi, tutti benediciamo, implorando su ciascuno il conforto delle divine misericordie. Nel dare a Lei infine, Signor Cardinale, l'incarico di render pubblici, nel modo più opportuno, questi Nostri sentimenti e intenzioni, Le im­ partiamo di cuore una particolare Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, nella festa di S. Tommaso Apostolo, 21 dicembre 1940. PIUS P P . XII Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ACTA SS. CONGREGATIONUM SUPREMA SACRA CONGREGATIO S. OFFICII SUBMISSIONIS NOTIFICATIO Sac. Carolus Pelz humiliter se subiecit decreto Sancti Officii diei 30 Octobris 1940, quo damnatus et in Indicem librorum prohibitorum in­ sertus est liber ab eo scriptus, cui titulus : Der Crist als Christus. Datum Romae, in Aedibus Sancti Officii, die 10 Ianuarii 1941. Romulus Pantanetti, Supr. S. Congr. S. Officii Notarius SACRA CONGREGATIO INDULTUM DIOECESIBUS ITALIAE PRO ANNO 1941 SUPER LEGE IEIUNII ET ABSTINENTIAE. Si rende noto che, attese le speciali circostanze del momento, la San­ tità di Nostro Signore Pio P p . XII f. r. si è benignamente degnata di dispensare in Italia dalla legge del digiuno e dell'astinenza per l'anno 1941, ferma restando tale legge per il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Si esortano però vivamente i fedeli tutti, e in modo speciale il clero secolare, i religiosi e le religiose, a compensare in qualche modo con vo­ lontari esercizi di cristiana mortificazione ed espiazione, con il moltipli­ care le opere di bene, soprattutto della carità verso i sofferenti e i biso­ gnosi, ed unendosi con la preghiera alle sante intenzioni del Sommo Pontefice, Roma, 20 dicembre 1940. F . Card. MARMAGGI, Prefetto. G, Bruno, Segretario.. 18 Februarii 1941 Àn. et vol. X X X I Í I (Ser. n, v. Tili)-Num. 2 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA SS. CONGREGATIONUM SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS PROVISIO ECCLESIARUM Ssmus Dominus Noster Pius, divina Providentia Papa XII, succes­ sivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae se­ quuntur Ecclesias de novo Pastore providere dignatus est, nimirum : die Hi Decembris 191¡0. — Cathedrali Ecclesiae Grandormensi praefe­ cit Exc. P. D. Iosephum Plagens, hactenus Episcopum Marquettensem. — Cathedrali Ecclesiae Northantoniensi Revmum D. Thomam Leonem Parker, Antistitem urbanum et parochum loci Broughton in dioe­ cesi Salf or densi. — Cathedrali Ecclesiae Hearstensi R. D. Albenum Le Blanc, paro­ chum loci Leger's Corner in archidioecesi Monctonensi. die 15 Decembris. — Cathedrali episcopali Ecclesiae Truxillensi R. D. Ioannem Guevara, Canonicum Capituli cathedralis Arequipensis. — Cathedrali episcopali Ecclesiae Caiamarcensi R. D. Theodosium Moreno, parochum loci Huancayo in dioecesi Huanucensi. — Cathedrali episcopali Ecclesiae de Huaraz R. D. Marianum Hyacinthum Valdivia, dioecesis Arequipensis. — Cathedrali episcopali Ecclesiae Ayacuquensi R. D. Victorium Al­ varez, e Societate S. Francisci Salesii. — Ecclesiae Piurensi, quae nuper erecta est in cathedralem suffraganeam metropolitanae Limanae, R. D. Fortunatum Chirichigno, e So­ cietate S. Francisci Salesii. ACTA, vol. V I I I , n. 2. — 18-2-941 26 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale die 21 Decembris. — Ecclesiae Lorenensi, quae nuper erecta est in cathedralem sunraganeam metropolitanae S. Pauli in Brasilia R. D. Franciscum Borges Amaral, parochum ecclesiae B. Mariae Virginis a Monte Carmelo in civitate Campinensi. — Cathedrali Ecclesiae Marquettensi R. D. Franciscum Magner, Antistitem Urbanum, parochum ecclesiae S. Mariae — Evaston — in archidioecesi ChicagensL die 1 Ianuarii 1941. — Titulari archiepiscopali Ecclesiae Marcianopolitanae Exc. P. D. Iosephum Di Girolamo, hactenus Episcopum Lucerinum. die 2 Ianuarii. — Titulari episcopali Ecclesiae Germenensi in Galatia R. D. Franciscum Pieri, e dioecesi Aquipendiensi, Officialem S. Congre­ gationis Consistorialis, quem constituit Coadiutorem cum iure succes­ sionis Exc. P. D. Salvatoris Frattocchi, Episcopi Urbevetan! die 15 Ianuarii. — Titulari episcopali Ecclesiae Pharbaethitanae R. D. Georgium Debray, Vicarium Generalem archidioecesis Parisien­ sis, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Io­ sephi Evrard, Episcopi Meldensis. die 18 Ianuarii. — Metropolitanae Ecclesiae Luandensi, nuper ere­ ctae, cui unita est in personam dioecesis S. Thomae in Insula, Exc. P. D. Moisem Alves de Pinho, hactenus Episcopum Angolensem et Congensem. — Metropolitanae Ecclesiae de Lourenço Marques, nuper erectae, Exc. P. D. Theodosium Clementem de Gouveia, hactenus Episcopum ti­ tularem Leucenum et Praelatum Mozambicensem. die 21 Ianuarii. — Metropolitanae Ecclesiae S. Antonii Exc. P. D. Robertum Emmet Lucey, hactenus Episcopum Amarillensem. — Cathedrali Ecclesiae Iaurinensi R. D. Gulielmum Apor, parochum civitatis Gyula. die 28 Ianuarii. — Cathedrali Ecclesiae S. Iacobi Capitis Viridis R. P. Faustinum Moreira dos Santos, e Congregatione S. Spiritus. — Cathedrali Ecclesiae Novae Lisbonae, nuper erectae, R. P. Danielem Gomes Junqueira, e Congregatione S. Spiritus. die 1 Februarii. — Titulari episcopali Ecclesiae Thennesiensi R. P. Petrum Gagnor, Ordinis Fratrum Praedicatorum, quem deputavit Au­ xiliarem Exc. P. D. Natalis Gabrielis Moriondo, Episcopi Casertani. die 4 Februarii. — Titulari episcopali Ecclesiae Sanavensi R. D. Iosephum Thomam McGucken, Cancellarium Curiae Angelorum, quem deputavit Auxiliarem Exc P. D. Ioannis Cantwel, Archiepiscopi eiusdem archidioecesis. Sacra Congregatio pro Ecclesia Orientali 27 SACRA CONGREGATIO PRO ECCLESIA ORIENTALI i DECRETUM PRO SPIRITUALI ADMINISTRATIONE ORDINARIATUUM GRAECO-RUTHENORUM IN FOEDERATIS CIVITATIBUS AMERICAE SEPTEMTRIONALIS. Per Decretum « Cum data fuerit », die 1 m. Martii a. 1929, a S. Con­ gregatione pro Ecclesia Orientali datum, spirituali administrationi Or­ dinariatuum G-raeco-Ruthenorum in Foederatis Civitatibus Americae Septemtrionalis provisum fuit ad decennium. Cum vero, omnibus per­ spectis, decennali experientia compertum sit huiusmodi decretum vitae religiosae fidelium illarum regionum valde profuisse, S. haec Congre­ gatio, praehabitis votis Excmorum P. D. Hamleti Ioannis Cicognani, Archiepiscopi tit. Laodicensis in Phrygia, in iisdem Foederatis Ameri­ cae Septemtrionalis Civitatibus Delegati Apostolici, P. D. Basilii Takacs, Episcopi tit. Zeliteni ac Apostolici Exarchae pro Ruthenis e Podcarpathia, nec non P. D. Constantini Bohacewskyj, Episcopi tit. Amiseni ac Apostolici Exarchae pro Ruthenis e Galitia, paucis, quae sequuntur, mutatis vel additis, illud ad aliud decennium confirmare statuit. Art. 15. - Omnes rectores paroeciarum et missionum graeco-ruthenarum in Foederatis Civitatibus nominantur per Decretum proprii Ordi­ narii graeco-rutheni ritus, excluso quovis laicorum interventu. Iidem amovibiles sunt (ad nutum Ordinariorum, graeco-rutheni ritus. Amoveri autem non poterunt alisque causis gravibus et iustis). Art. 39. - (Matrimonia tum inter fideles graeco-ruthenos, tum inter fideles mixti ritus, servata forma decreti « Ne temere » contrahi debent, ac proinde in ritu mulieris a parocho mulieris benedicenda sunt). Quod si iusta causa adsit, poterunt nuptiae celebrari in ritu viri, de iudicio et de consensu Ordinarii loci. Quae omnia, in Audientia diei 23 mensis Novembris a. 1910, referente infrascripto Cardinali a secretis, Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII 28 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale probavit ac rata habuit, simul iubens per Decretum S. C. pro Ecclesia Orientali publici iuris fieri. Contrariis quibuslibet minime obfuturis. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis pro Ecclesia Orientali, die 23 mensis Novembris a. 1940. E. Card. TISSERANT, a Secretis. L. © S. I. Cesarmi, Adsessor. II DECRETUM FACULTAS CONCEDENDI TRANSITUM AD ALIUM RITUM DEINCEPS UNI S. SEDI RE­ SERVATUR. Quo firmior teneatur disciplina de cuiusvis fidelis ad nativum ritum pertinentia, Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII, in Audientia diei 23 mensis Novembris anno 1940, referente infrascripto Cardinali a secre­ tis, statuere dignatus est facultatem transeundi ab uno ad alium ritum a S. Sede tantum esse concedendam. Cessat igitur facultas qua fruebantur Nuntii ac Delegati Apostolici ex Decreto « Nemini licere », die 6 mensis Decembris, anno 1928 dato (Cfr. A. A. S., 1928, p. 416), atque huic S. Congregationi directe reser­ vatur iudicium de iis omnibus quae referuntur ad transitum ab uno ad alium ritum, sive de clericis sive de fidelibus agatur. Contrariis quibuslibet minime obfuturis. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis pro Ecclesia Orientali, die 23 mensis Novembris anno 1940. E. Card. TISSERANT, a Secretis. L. © S. I. Cesarmi, Adsessor. Sacra Congregatio de disciplina S-acramentorum SACRA CONGREGATIO DE DISCIPLINA SACRAMENTORUM i I ISTRUZIONE INSTRUÇAO agh Eccmi Ordinari del Portogallo e, per essi, ai Parroci sull'esecuzione degli articoli del Concordato del 7 maggio X9JfO tra la Santa Sede e la Repubblica Portoghese/* relativi alla celebrazione del matrimonio per gli effetti civili, in armonia con la nuova legislazione del Governo Portoghese sullo stesso argomento. aos Ex.mos Ordinarios de Portugal e, por meio deles, aos Revs. Párocos sobre a execuçâo dos artig os da Concordata entre a Santa Sé e a Republica Portuguesa/ ' de 7 de Maio de 1940, relativos à celebraçao do casamento para efeitos civis, em conformidade com a nova legislaçâo do Governo Portugués sobre o mesmo assunto. Avendo lo Stato Portoghese rico­ nosciuto, con gli articoli XXII-XXV del Concordato, gli effetti civili al matrimonio celebrato secondo le pre­ scrizioni del Diritto Canonico, que­ sta Sacra Congregazione, in osse­ quio agli augusti voleri della San­ tità di Nostro Signore Pio Pp. XII felicemente regnante (ad essa comu­ nicati con dispaccio della Segreteria di Stato in data 17 maggio 1940), di­ rige agli Eccellentissimi Ordinari del Portogallo la presente Istruzione per l'esatta applicazione dei suddetti ar­ ticoli del Concordato, tenuto presen­ te il testo del Decreto-Legge del Go­ verno Portoghese n. 30:615 del 25 luglio 1940, che dà esecuzione agli stessi articoli del Concordato. Tendo o Estado Portugués reconhecido, nos artigos XXII-XXV da Concordata, efeitos civis ao casamen­ to, realizado segundo as normas do Direito Canónico, esta S. Congre­ gacelo, em obediencia às augustas determinaçoes de Sua Santidade o Papa Pio XII, felizmente reinante, (à mesma comunicadas por despa­ cho da Secretaria de Estado, de 17 de Maio de 1940), dirige aos Ex.mos Ordinarios de Portugal a presente Instructo para a exacta aplicaçâo dos referidos artigos da Concor­ data, tendo em consideracelo o texto do Decreto-Lei do Govèrno Portu­ gués, n. 30:615, de 25 de Julho de 1940, no qual se da execuçào aos mesmos artigos da Concordata. 1 * V. Acta Apostolicae Sedis, vol. XXXII, a. 1940, pag. 217. 30 Acta Apostolicae Sedis Non è intenzione della Santa Sede di mutare con la presente Istruzione le prassi seguite nelle Curie delle di­ verse diocesi del Portogallo quanto ai procèssi prematrimoniali, le quali, perciò, secondo il prudente giudizio dell'Ordinario, potranno essere man­ tenute, purché non siano contrarie nè alle prescrizioni canoniche, nè alle disposizioni di questa Istruzione. Siccome per l'articolo XXII del Concordato « lo Stato Portoghese ri­ conosce gli effetti civili ai matrimoni celebrati in conformità con le leggi canoniche, a condizione che l'atto di matrimonio sia trascritto nei compe­ tenti uffici dello stato civile », e sic­ come in forza dell'articolo XXIV dello stesso Concordato si considera indissolubile, anche davanti alla legge civile, il vincolo del matrimo­ nio religioso, il cui atto sia stato trascritto in detti uffici, ciò che sfor­ tunatamente non avviene con gli altri matrimoni, vigilino gli Eccellentis­ simi Ordinari locali affinchè i ma­ trimoni siano celebrati in confor­ mità con le disposizioni del Con­ cordato ed i relativi atti siano in tempo opportuno inviati agli uffici del Registro Civile ed ivi debita­ mente trascritti, insistendo frequen­ temente presso i Reverendi Parroci perchè siano sommamente diligenti nell'adempimento di questo gravis­ simo dovere, ed ispezionando, pos­ sibilmente ogni anno, personalmente o per mezzo di speciali delegati, i libri parrocchiali. - Commentarium Officiale Nao é intençâo da Santa Sé alterar com a presente Instructo as praxes seguidas ñas Curias das diversas Diocèses de Portugal sobre processos pré-matrimoniais, as quais, por isso, a prudente juízo do Ordinario, poderäo conservar-se, desde que nao váo de encontró nem às prescriçoes canónicas, nem às disposiçôes desta Instructio. E como pelo art. XXII da Concor­ data « o Estado Portugués reconhece efeitos civis aos casamentes celebra­ dos em conformidade com as leis ca­ nonicas, desde que a acta (ou assen­ to) do, casamento seja transcrita nos competentes registos do estado civil », e como, por força do art. XXIV da mesma Concordata, se con­ sidera indissolúvel, mesmo perante a lei civil, o vínculo do casamento religioso, cujo assento ha ja sido transcrito nos referidos registos, o que infelizmente nao sucede com os outros casamentos, vigiem os Ex.mos Ordinarios dos lugares para que os casamentos sejam celebrados con­ forme as disposiçôes da Concor­ data e os respectivos assentos envia­ dos em tempo oportuno as repartir çôes do Registo Civil e ai devidamente transcritos, insistindo fre­ quentes vezes com os Revs. Párocos para que sejam sumamente diligentes no cumprimento déste gravísimo dever, e examinando, na medida do possível, todos os anos, quer por si, quer por delegados especiáis, os livros pa­ ro quiáis. Sacra Congregatio de disciplina Sacramentorum 31 CAPO I CAPÍTULO I Dell'obbligo dei contraenti cattolici di celebrare solamente il matrimo­ nio religioso. Da obrigagäo de os católicos celebrarem sámente o casamento religioso 1. Ai cattolici, che vogliono con­ 1. Aos católicos que prétendent trarre matrimonio, non è permessa contrair casamento näo é permitida dalla Chiesa la celebrazione del cosi- pela Igreja a celebraçâo do chamado detto matrimonio civile, atteso che casamento civil, visto que o casa­ lì matrimonio religioso, celebrato in mento religioso, celebrado em conarmonia con le disposizioni del Con­ f ormidade corn as disposiçôes da Con­ cordato, produce tutti gli effetti ci­ cordata, produz todos os efeitos ci­ vili, ed è perciò atto a conseguire il vis, sendo, por isso, apto para con­ suo scopo religioso e sociale. seguir o seu firn religioso e social. Pelo que, se os nubentes católicos Qualora gli sposi cattolici osassero ousarem realizar o casamento civil, contrarre civilmente, sia pure con l'intenzione di celebrare in appresso ainda que tenham a intençâo de ce­ il matrimonio religioso, saranno lebrar depois, o casamento religioso, trattati come pubblici peccatori e il serâo tidos como pecadores públicos, parroco si regolerà a norma del ca­ devendo o pároco conformar-se com none 1066 del Codice di Diritto Ca- o disposto no can. 1066 do Código do Direito Canónico. aonieo. CAPO II CAPÍTULO II Delle pubblicazioni o proclami matrimoniali Das publicagöes ou proclamas matrimoniáis 2. Si osservino strettamente le di­ sposizioni dei canoni 1022-1024, se­ condo le quali i nomi dei nubendi debbono essere pubblicati non solo nelle loro parrocchie, ma anche in quelle nelle quali abbiano avuto re­ sidenza per almeno sei mesi, dopo aver raggiunto la pubertà, a meno che, quanto a queste ultime, F Ordi­ nario del luogo non giudichi preferi­ tale assicurarsi in altra maniera del loro stato libero. 2. Observem-se estritamente as disposiçôes dos cann. 1022-1024, se­ gundo os quais os nomes dos nuben­ tes devem ser proclamados, näo só ñas respectivas paróquias, mas também naquelas em que tenham resi­ dido pelo menos seis meses, depois de haverem atingido a puberdade, a nao ser que, quanto a estas últimas, o Ordinario do lugar julgue preferível averiguar por outra forma o seu estado livre. 32 Acta Apostolicae Sedis 3. Se P Ordinario, nei termini del can. 1025, in qualche caso partico­ lare, o anche in maniera generale, giudicasse conveniente sostituire la lettura dei proclami o delle pubbli­ cazioni con l'affissione pubblica di editti alla porta della Chiesa parroc­ chiale o di qualsiasi altra Chiesa, gli editti dovranno restare affissi per lo meno durante otto giorni, nei quali siano compresi due giorni festivi di precetto. 4. Benché l'Ordinario proprio possa, essendovi giusta causa, secon­ do il suo prudente giudizio, dispen­ sare dalle pubblicazioni matrimo­ niali (can. 1028 e comma terzo del­ l'art. XXII del Concordato), non di­ spensi però di fatto, .specialmente da tutte e tre le pubblicazioni, se non per causa veramente grave ed urgente. 5. A norma del can. 1030, prima di procedere alla celebrazione del ma­ trimonio, se non interviene una ra­ gionevole causa, si faranno trascor­ rere tre giorni dall'ultima pubblica­ zione, ovvero dall'ultimo giorno del­ l'affissione dell'editto. 6. Il parroco non si limiterà a leg­ gere i proclami e a ricevere la de­ nunzia di impedimenti che eventual­ mente gli venga fatta, ma, in forza del can. 1020, dovrà diligentemente investigare se nulla osta alla cele­ brazione del matrimonio, segnata­ mente interrogherà gli sposi — dopo essersi assicurato della loro identità personale (cfr. Istruzione della Sa­ cra Congregazione dei Sacramenti - Commentarium Officiale 3. Se o Ordinàrio, nos termos do can. 1025, em algum caso particular, ou mesmo de modo geral, julgar con­ veniente substituir a leitura dos pro­ clamas ou publicaçôes pela afixaçao pública de éditais à porta da igreja paroquial ou doutra qualquer igreja, deverâo os éditais estar afixados pelo menos durante oito dias, nos quais estejam compreendidos dois dias santos de guarda. 4. Conquanto o Ordinàrio proprio, havendo causa legítima, possa, a seu prudente juizo, dispensar das publi­ caçôes matrimoniáis (cân. 1028, e ali­ nea 3 do art. XXII da Concordata), nao dispense todavía, de facto, sobretudo das très publicaçôes, se para isso näo houver causa verdadera­ mente grave e urgente. 5. Segundo o cân. 1030, näo se deve proceder à celebraçâo do casa>mento senâo déçois de haverem decorrido tres dias após a última públicaçao ou o último dia da afixaçao do editai, salvo se urna causa razoável aconselhar outra coisa. 6. Näo se limitará o Pároco a 1er os proclamas e receber a denùncia dos impedimentos que porventura lhe seja feita, senâo que, por força do cân. 1020, deverà investigar dili­ gentemente se alguma coisa obsta à celebraçâo do casamento; nomeadamente interrogará os nubentes depok de se ter certificado da sua identidade pessoal (cfr. Instruçâo da S . C dos Sacramentos, 27 de Marco 1920, Sacra Congregatio de disciplina S-acramentorum 33 27 marzo 1929, A. A. S., XXI, p. 490 A. A. S., XXI, p. 490 e ss.), separa­ e seg.) — ciascuno separatamente, damente, empregadas as devidas cau­ usando le dovute cautele, se sono telas, se estäo ligados por algum im­ legati da qualche impedimento, se pedimento, se consentem livremente, consentono liberamente, sopratutto sobretudo a nubente, e se estäo sufi­ la sposa, e se sono sufficientemente cientemente instruidos na doutrina istruiti nella dottrina cristiana (can. crista (cân. 1020, § 2). 1020 § 2). 7. Nel formulario delle pubblica­ 7. No formulàrio das publicaçôes, zioni, nonché nell'editto da affiggersi assim como no editai afìxado à porta alla porta della Chiesa, quando que­ da igreja, quando ele se ja autoriza­ sto sia autorizzato, si debbono indi­ do, devem indicar-se : care : I Os nomes proprios e de familia, I i nomi propri e di famiglia, età, professione, origine, domicilio o re­ idade, profissäo, naturalidade, domi­ sidenza di ciascuno dei due nubendi; cilio ou residencia de cada um dos nubentes ; 2° Os nomes completos, profissäo, 2° i nomi completi, professione, stato, origine, domicilio o residenza estado, naturalidade, domicilio ou residencia dos pais, se forem conhedei genitori, se si conoscono ; cidos ; 3° No caso de algum dos nubentes 3° nel caso che uno o entrambi i nubendi siano vedovi, indicare pure ou ambos os nubentes serem viuvos, il nome del coniuge o dei coniugi de­ indicar-se-á também o nome da cônfunti con l'indicazione del luogo e juge ou cônjuges falecidos, com designaçao do lugar e data do falecidata del decesso; mento ; 4° Se houve ou sentença de nuli4° se siano intervenuti o una sen­ dade de casamento, ou dispensa de tenza di nullità di matrimonio o una dispensa da matrimonio rato e non casamento rato e näo consumado ou consumato o altri analoghi provve­ outras análogas providencias da dimenti della Santa Sede resi esecu­ Santa Sé tornadas executivas. o tivi. 8. Quando le pubblicazioni siano sostituite da editti, saranno questi datati e firmati dal parroco o dal sa­ cerdote che legittimamente ne faccia le veci. 9. Sia in questo capitolo che nei se­ guenti, per parroco si intende non o 8. Quando os proclamas sejam substituidos por editáis, serao estes datados e assinados pelo Pároco ou pelo sacerdote que legítimamente o substituir. 9. Por Pároco, tanto neste capí­ tulo, como nos seguintes, entende-se Acta Apostolicae Sedis solo il parroco propriamente detto (di cui al can. 451 § 1); ma anche il quasi-parroco (can. 451 § 2 n. 1) e il vicario parrocchiale.di cui allo stesso can. 451 § 2 n. 2. S'intendono pure i cappellani mi­ litari (can. 451 § 3), quando vi siano, e così pure i cappellani degli ospe­ dali, se gli uni e gli altri fossero mu­ niti di facoltà per assistere ai ma­ trimoni dei soldati o dei ricoverati, rispettivamente, entro i limiti delle medesime facoltà. — Commentarium Officiale 10. Se entro i sei mesi susseguenti all'ultima pubblicazione, o all'ulti­ mo giorno di affissione degli editti, non si celebrasse il matrimonio, si dovranno ripetere le pubblicazioni o affiggersi nuovi editti, salvo che l'Or­ dinario del luogo disponga diversa­ mente. 11. Di regola, il parroco, prima di fare le pubblicazioni, avrà cura di compiere le formalità canoniche ri­ guardanti lo stato libero dei nuben­ di, la dispensa dagli impedimenti, se vi fossero, la libertà di consenso, l'istruzione religiosa dei medesimi ed i certificati di battesimo e conferma­ zione (canoni 1020-1021); come pure si prowederà della licenza della Curia, quando questa fosse necessaria sia per diritto comune, sia in virtù di questa Istruzione, sia in forza della nao só o Pároco pròpriamente dito (de que trata o cân. 451, § 1), mas também o quási-pároco (cân. 451, § 2, n. 1), e o vigário paroquial (de que se f ala no mesmo cân. 451, § 2, n. 2). Entendem-se ainda os capeläes mi­ litares (can. 451, § 3), quando os haja, e bem assim os capeläes dos hospitais, se uns e outros estiverem munidos de faculdades para assisti­ rem aos casamentos respectivamente dos soldados ou dos internados nos hospitais, dentro dos limites das mesmas faculdades. 10. Se dentro de seis meses subse­ quentes, à última proclamaçâo ou ao último dia da afixaçao dos éditais näo se celebrar o casamento, teräo de repetir-se os proclamas ou de afixar-se novos editáis, salvo se o Or­ dinario do lugar determinar outra coisa. 11. Como regra, o Pároco, antes de fazer as publicaçôes, terá o cuidado de çumprir as formalidades canóni­ cas respeitantes ao estado livre dos nubentes, à dispensa dos impedimen­ tos, se os houver, à liberdade do con­ sentimento, à instruçao religiosa dos mesmos, e às certidöes de baptismo e confirmaçao (cann. 1020-1021); e, além disso, munir-se-á da licença da Curia, quando eia seja necessaria, quer pelo direito comum, que por esta Instruçao, quer em virtude da Nella legislazione portoghese attual­ mente in vigore si richiedono nuove pubbli­ cazioni se il matrimonio non viene celebrato «ntro 90 giorni dal termine del periodo degli editti (Codice del Registro Civile, art. 277). Na legislaçâo portuguesa presentemente em vigor requerem-se novas publicaçôes, se o casamento näo fôr celebrado dentro dos 90 dias depois de ha ver terminado o prazo dos editáis (Código do Registo Civil, art. 277). 1 1 1 1 Sacra Congregatio de disciplina S-acramentorum 35 legislazione particolare della rispet­ tiva Diocesi. 12. Se un altro parroco avesse pro­ ceduto all'investigazione dello stato libero dei nubendi o avesse eseguite le pubblicazioni, informi immediata­ mente il parroco che deve assistere al matrimonio, del risultato delle inve­ stigazioni o delle eseguite pubblica­ zioni (can. 1029). Finché non si rice­ veranno queste informazioni, non si potrà procedere alla celebrazione del matrimonio (can. 1030). 13. Nell'attestato delle eseguite pubblicazioni, o in quello, che lo so­ stituisca, per la prova dello stato li­ bero, il parroco, oltre ad indicare se é risultato o no qualche impedimen­ to, darà al parroco, che deve assi­ stere al matrimonio, le informazioni necessarie perchè questi possa redi­ gere l'atto secondo il modello uffi­ cialmente approvato. Conviene però che l'attestato sia fatto nello stesso foglio che contiene le pubblicazioni, e in queste si mettano già le indica­ zioni che debbono figurare nell'atto di matrimonio. legislaçâo particular da respectiva Diocèse. 12. Se outro Pároco tiver proce­ dido à investigaçâo do estado livre dos nubentes ou tiver lido os procla­ mas, informe imediatamente o Páro­ co, que há-de assistir ao casamento, do resultado das suas investigaçôes ou da leitura dos proclamas (cân. 1029). E emquanto näo se receberem estas informacöes näo se poderá pro­ ceder à celebraçâo do casamento (cân. 1030). 13. No atestado da leitura dos pro­ clamas, ou no atestado para a justificaçâo de estado livre, que o substi­ tua, o Pároco, além de indicar se apareceu ou näo algum impedimento, dará ao Pároco que há-de assistir ao casamento as informaçôes necessa­ rias para éste lavrar o assento se­ gundo o modelo oficialmente aprovado. Pelo que convém que o atesta­ do seja passado na propria fôlha em que se contém os proclamas e nestes se façam já as indicaçôes que häo-de figurar no assento do casamento. 14. In tutti i processi prematrimo­ niali è richiesto il certificato di bat­ tesimo e di confermazione dei due nubendi, rilasciato in forma inte­ grale, o, in mancanza di questo, la sentenza o decreto comprovante al­ meno il conferimento del battesimo, eccetto che il matrimonio venga ce­ lebrato con dispensa dall'impedi­ mento « disparitatis cultus », nel quai caso è richiesto solo il certifi­ cato di battesimo della parte catto- 14. Requere-se em todos os processos pré-matrimoniais a certidäo de baptismo e de confirmaçâo dos dois nubentes, as quais devem ser de teor, ou na sua falta, sentença ou decreto donde conste pelo menos a administraçâo do baptismo, excepto se o ca­ samento fôr celebrado com dispensa do impedimento de disparidade de culto, no quai caso se requere apenas a certidäo de baptismo da parte cató­ lica (cân. 1021, § 1; Const. do Conci- 36 Acta Apostolicae Sedis lica (can. 1021 § 1; Costit. dei Con­ cilio Plenario Portoghese, n. 257). 15. Se uno o entrambi i nubendi fossero vedovi, dovrà esservi nel pro­ cesso il certificato di decesso del co­ niuge o dei coniugi defunti, o, in mancanza di tale certificato, la sen­ tenza o decreto dell'avvenuta morte, emanati in base alle prescrizioni del­ l'Istruzione della Suprema S. C. del S. Officio (a. 1868), tenendo presente che un'analoga sentenza emanata nel foro civile non è sufficiente per il foro ecclesiastico; nonché il certifi­ cato integrale di battesimo e di con­ fermazione come al precedente nu­ mero. Conviene ancora osservare che il certificato di morte del coniuge ante­ riore non è sempre sufficiente a pro­ vare che nel caso non osta alla ce­ lebrazione del matrimonio l'impedi­ mento (( ligaminis », visto che il par­ roco nel redigere l'atto deve tal­ volta contentarsi delle informazioni date dagli interessati, informazioni che possono non corrispondere alla realtà. Perciò, se il matrimonio non fu ce­ lebrato nella parrocchia del decesso, si deve esigere anche il certificato del matrimonio cattolico anteriore. 16. Se mancassero documenti e te­ stimoni per la prova dello stato li­ bero dei nubendi e si dovesse ricor­ rere al giuramento suppletorio, si indaghi diligentemente se gli sposi sono degni di fede, o se vi sono mo­ tivi per sospettare che giurino il falso. Si deve avere la stessa cura - Commentarium Officiale lio Plenàrio Portugués, n. 257). 15. Se algum nubente ou ambos fo­ rem viúvos, figurará no processo a certidäo de óbito do cônjuge ou cônjuges falecidos, ou na sua falta, a sentença ou decreto de justificaçâo do óbito, proferidos segundo as prescriçôes da Suprema S. C. do S. Oficio (an. 1868), devendo observar-se que semelhante sentença dada no foro civil näo é suficiente para o foro ecle­ siástico; requere-se ainda, como no número precedente, a certidäo de teor do baptismo e da confirmaçao. Convém também observar que a certidäo de óbito do cônjuge anterior nem sempre é suficiente para se pro­ var que no caso näo obsta à celebra­ çâo do casamento o impedimento « li­ gaminis », visto que o Pároco ao la­ vrar o assento tem por vezes de se ater às informaçôes recebidas dos interessados, as quais podem näo cor­ responder à realidade. Pelo que, näo se tendo realizado o casamento na freguesia do óbito, deve exigir-se tamben a certidäo do casamento católico anterior. 16. Se faltarem documentos e testemunhas para provar o estado livre dos nubentes e houver de se recorrer ao juramento supletorio, inquira-se diligentemente se os nubentes säo dignos de fé ou se há motivos para suspeitar que jurem falso. Deve haver o mesmo cuidado com quaisquer Sacra Congregatio de con qualsiasi testimone, che debba deporre in processi per la prova dello stato libero. 17. Procurino gli Ordinari locali che i processi prematrimoniali, sen­ za pregiudizio delle disposizioni ca­ noniche, siano organizzati in modo che la celebrazione del matrimonio venga facilitata il più possibile; pro­ curino anche di reprimere qualsiasi abuso nella domanda ed esecuzione delle dispense matrimoniali. 18. Le pubblicazioni nei compe­ tenti uffici del Registro Civile, cui si riferisce l'art. XXII del Concordato, possono essere fatte a richiesta dei contraenti o dei loro rappresentanti, o del parroco del luogo, dove debba celebrarsi il matrimonio (art. 7 del - Decreto-Legge n. 30:615). È bene che il parroco non ometta mai di fare anch'egli detta richiesta. 19. Abbiano presente gli Ordinari che, qualora la celebrazione del ma­ trimonio cattolico non sia stata pre­ ceduta dal processo preliminare delle pubblicazioni svolto negli uffici del Registro Civile, la trascrizione nei medesimi uffici può essere effettuala solo dopo svolto il detto processo e dopo aver verificato che non esiste nessuno degli impedimenti che pos­ sano ostare alla trascrizione (art. 19 del citato Decreto-Legge). 20. Ad eccezione dei matrimoni in articulo mortis o nella imminenza di parto, o di matrimoni la cui im­ mediata celebrazione sia autorizzata disciplina S-acramentorum 37 testemunhas, que tenham de depor em processos para justificaçâo de estado livre. 17. Procurem os Ordinarios do lu­ gar que os processos pré-matrimoniais, sem prejuizo das disposiçôes canónicas, sejam organizados por forma que a celebraçâo do casamento se facilite o mais possivel; procurem também reprimir quaisquer abusos na petiçâo e execucäo das dispensas matrimoniáis. 18. As publicaçôes ñas competen­ tes repartiçôes do Registo Civil, a que se refere o art. XXII da Con­ cordata, podem ser feitas a pedido dos contraentes ou dos seus repre­ sentantes, ou do Pároco do lugar, onde ha ja de realizar-se o casamento (art. 7 do Decreto-Lei, n. 30:615). É conveniente que o Pároco näo deixe nunca de requerer ele também essas publicaçôes. 19. Tenham presente os Ordinarios dos lugares que, quando a celebra­ çâo do casamento católico näo haja sido precedida do processo prelimi­ nar das publicaçôes organizado ñas repartiçôes do Registo Civil, só se pode efectuar a transcriçâo ñas mesmas repartiçôes depois de organizado o referido processo e de se haver ve­ rificado que näo existe nenhum dos impedimentos que possa obstar à transcriçâo (art. 19 do citado De­ creto-Lei) . 20. Näo se tratando de casamen­ tos in articulo mortis ou em iminência de parto, ou de casamentos, cuja imediata celebraçâo seja autorizada 38 Acta Apostolicae Sedis dall'Ordinario proprio per grave mo­ tivo di ordine morale (art. XXII dei Concordato), il parroco non proce­ derà alla celebrazione del matrimo­ nio prima che sia stato svolto il pro­ cesso preliminare delle pubblicazioni negli uffici del Registro Civile e siasi ottenuto il relativo certificato. 21. Abbia il parroco la più grande cura di osservare la prescrizione del numero precedente, anche per non esporsi alle eventuali sanzioni com­ minate dall'articolo 14 del DecretoLegge n. 30:615. 22. Nel caso di matrimoni celebrati in articulo mortis i parroci procu­ rino che all'atto stesso assistano due testi e ciò ad evitare future eventuali contestazioni, salvo il caso di dispen­ sa dai medesimi previste dai canoni 1043-1044. - Commentarium Officiale pelo Ordinario pròprio por grave motivo de ordern moral (art. XXII da Concordata), o Pároco nâo pro­ cederá à celebraçâo do casamento antes de ter corrido o processo pre­ liminar das publicaçôes nas re­ partiçôes do Registo Civil e de haver recebido o respectivo certificado. 21. Tenha o pároco o maior cui­ dado em observar a prescriçâo do nú mero anterior, mesmo para nâo se expor às eventuais sançôes cominadas pelo art. 14 do Decreto-Lei, n. 30:615. 22. No caso de casamentos cele­ brados iri articulo mortis procurent os Párocos que ao acto do casamento assistam as duas testemunhas, e isto para evitar eventuais futuras contestaçôes, salvo o caso de dispen­ sa das mesmas previsto pelos cann. 1043-1044. 23. Quando, em harmonia com a alinea 3 do citado art. XXII da Con­ cordata, se realizar o casamento re­ ligioso independentemente do pro­ cesso preliminar das publicaçôes, o pároco deve conservar diligentemen­ te, para qualquer eventualidade, o documento eclesiástico, que o autorizou a assistir ao casamento. 23. Quando, in conformità con il comma terzo del citato art. XXII del Concordato, il matrimonio venisse celebrato indipendentemente dal pro­ cesso preliminare delle pubblicazio­ ni, il parroco deve conservare dili­ gentemente, per qualsiasi eventua­ lità, il documento ecclesiastico che lo autorizzò ad assistere al matri­ monio. 24. Se da parte dell'Autorità ci­ 24. Se da parte da autoridade ci­ vile sorgessero difficoltà per il ma­ vil surgirem difìculdades em ordem trimonio, il parroco presti il suo ao casamento, o pároco preste o seu 2 2 Per esigenza della legge civile sarà in­ viata all'Ufficio del Registro Civile, assieme al duplicato dell'atto di marimonio, copia dell'autorizzazione dell'Ordinario, autenticata dalla firma del parroco (art. 17 § 1). 3 Por exigencia da lei civil será enviada a repartiçâo do Registo Civil, juntamente com o duplicado do assento do casamento, còpia da autorizaçâo do Ordinàrio, autenti­ cada com a assinatura do pároco (art. 17, § 1). 2 Sacra Congregatio de aiuto agli interessati per rimuovere tali difficoltà; ove ciò non fosse pos­ sibile, si astenga dall'assistere al ma­ trimonio e ricorra al proprio Ordi­ nario. Questi abbia presente la costante norma della Santa Sede, secondo la quale si deve, nella misura del pos­ sibile, evitare matrimoni che non possano avere effetti civili. 25. Se i nubendi fossero già uniti civilmente e tale vincolo, su dichia­ razione del funzionario del Registro Civile, sussista ancora, non si richie­ dono nuove pubblicazioni nell'Ufficio del Registro Civile, ma, una volta fatto il matrimonio religioso, non si ometterà la comunicazione all'Uffi­ cio del Registro Civile, presso il quale fu contratto l'atto civile, af­ finchè possa essere annotata a mar­ gine del registro, giacché tale anno­ tazione produce tutti gli effetti della trascrizione (art. 4 del Decreto-Leg­ ge). Però anche a tali matrimoni si applicano le disposizioni del n. 66. 26. Non tralasci il parroco, se­ condo la diversa condizione delle persone, di istruire i nubendi sulla santità del sacramento del matrimo­ nio, sulle mutue obbligazioni dei co­ niugi e sulle obbligazioni dei geni­ tori verso i figli : li esorti efficace­ mente affinchè prima della celebra­ zione del matrimonio confessino di­ ligentemente i loro peccati e ricevano devotamente la santa Comunione (can. 1033). 27. È dovere del parroco di istruire disciplina Sacramentorum 39 auxilio aos interessados para remo­ vere essas difìculdades; caso nao o consiga, abstenha-se de assistir ao casamento e recorra ao Ordinàrio pròprio. Tenha éste presente a constante norma da Santa Sé, segundo a qual se deve, na medida do possivel, evi­ tar casamentos que näo possam ter efeitos civis. 25. Se os nubentes estiverem já re» gistados civilmente e o vínculo dai resultante, sob declaraçao do funcio­ nario do Registo Civil, ainda subsis­ tir, näo se requerem novas publica­ çôes na repartiçâo do Registo Civil, mas, urna vez realizado o casamento religioso, näo se omita a participaçao à Conservatoria do Registo Ci­ vil, onde se celebrou o acto civil, a-fim-de se fazer o averbamento ou anotaçao à margem do respectivo re­ gisto, visto que tal averbamento produz todos os efeitos da transcriçâo (art. 4 do Decreto-Lei). Porém a tais casamentos também se aplicam as disposiçôes do n. 66. 26. Näo deixe o Pároco, segundo a diversa condiçâo das pessoas, de in­ struir os nubentes sobre a santidade do sacramento do matrimonio, as mutuas obrigaçôes do cônjuges e as obrigaçôes dos pais para com os filhos; exorte-os veementemente a que, antes da celebraçâo do casa­ mento, conf essem com diligencia os seus pecados e recebam piedosamente a sagrada comunhäo (cân. 1033). 27. É dever do Pároco instruir os 40 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale i fedeli sul sacramento del matri­ monio e sugli impedimenti del me­ desimo (can. 1018), nonché sulPob­ bligo di rivelare al parroco o all'Or­ dinario del luogo, prima della cele­ brazione del matrimonio, gli impedi­ menti di cui siano a conoscenza (can. 1027). 28. I parroci e gli altri sacerdoti abbiano ben presenti le leggi della Chiesa, sia quelle comuni che quelle particolari, circa il matrimonio, per­ chè non si dia il caso della celebra­ zione di matrimoni illeciti o invalidi. fìéis sobre o sacramento do matri­ mònio e seus impedimentos (cân. 1081), e bem assim sobre a obrigaçâo de revelarem ao Pároco ou ao Ordi­ nàrio do lugar, antes da celebraçâo do casamento, os impedimentos de que tenham conhecimento (cân. 1027). 28. Os párocos e outros sacerdotes tenham bem presente as leis da Igreja, tanto as comuns, como as particulares, acerca do casamento, para que nâo se dé o caso de se celebrarem casamentos ilícita ou invà­ lidamente. CAPO I I I . CAPÍTULO I I I Della celebrazione del matrimonio Da celebraçâo do casamento 20. Per ciò che riguarda il tempo, il luogo, la forma canonica e litur­ gica della celebrazione del matrimo­ nio, si osservino diligentemente le prescrizioni canoniche, sia del diritto comune (canoni 1091-1102, 1108 e 1109), sia di diritto particolare (cfr. Costit. del Concilio Plenario Porto­ ghese, nn. 258, 260). 30. Quando il matrimonio fosse ce­ lebrato fuori del territorio parroc­ chiale dei nubendi, con licenza del parroco proprio o dell'Ordinario del domicilio o quasi-domicilio o della residenza almeno di un mese dei con­ traenti, nei termini del can. 1097 § 1 n. 3, il parroco proprio deve sempre inviare al parroco che deve assistere al matrimonio, assieme ai documenti comprovanti lo stato li­ bero dei nubendi, il relativo docu- 29. Pelo que diz respeito ao tempo, lugar, forma canònica e litúrgica da celebraçâo do casamento, observemse cuidadosamente as prescriçôes ca­ nónicas, t a n t o , de direito comum (cann. 1094-1102, 1108 e 1109), como de direito particular (cfr. Const. do Concilio Plenario Portugués, nn. 258, 260). 30. Quando o casamento se cele­ brar fora do territorio paroquial dos nubentes, com licença do Pároco pro­ prio ou do Ordinario do domicilio ou quasi-domicilio, ou da residencia, pelo menos mensal, dos nubentes, nos termos do cân. 1097, § 1, n. 3, o Pároco proprio há-de enviar sempre ao Pároco que tem de assistir ao ca­ samento, juntamente com os docu­ mentos comprobati vos do estado li­ vre dos nubentes, o respectivo docu- Sacra Congregatio de mento del Registro Civile. Ma se il matrimonio non si potesse celebrare senza licenza scritta dell'Ordinario, sarà sufficiente inviare il riferito do­ cumento e la licenza o provvedimen­ to della Curia episcopale. 31. Ricordino i parroci che la de­ lega, di cui al can. 1095 § 2, per as­ sistere validamente ai matrimoni nei limiti del loro territorio parrocchia­ le, deve essere espressamente data ad un sacerdote determinato e per ma­ trimoni determinati, esclusa qualsia­ si delega generale, a meno che non si tratti di Vicari cooperatori, entro i limiti della parrocchia della quale sono Vicari (can. 1096 § 1). 32. Benché nella celebrazione del matrimonio si possano conservare le lodevoli abitudini e cerimonie che sono in uso nella regione (Rituale Romano, Tit. VII, cap. I I , n. 6 ; can. 1100), tuttavia, per quel che ri­ guarda il chiedere e ricevere il con­ senso dei contraenti, si osserverà esattamente quanto prescrive il Ri­ tuale Romano, Tit. VII, cap. I I , nn. 1 e 2 (cfr. Concilio Plenario Por­ toghese, n. 258 § 2). 33. Siccome è conveniente che i nubendi assistano alla santa Messa e in essa ricevano la santa Comu­ nione e le benedizioni nuziali, con osservanza delle leggi liturgiche e della legislazione particolare che proibisce la celebrazione dei matri­ moni durante la notte (Concilio Ple­ nario Portoghese, n. 159), si adope­ rino i parroci perchè il matrimonio ACTA, vol. V I I I , n. 2. — 18-2-941 disciplina 41 Sacramentorum mento do Registo Civil. Mas se o ca­ samento näo se puder celebrar sem licença por escrito do Ordinàrio, será suficiente enviar o referido certifi­ cado com a licença ou Provisäo da Curia episcopal. 31. Lembrem-se os Párocos de que a licença, de que trata o cân. 1095, § 2, para assistir vàlidamente a ca­ samentos dentro dos limites do seu territorio paroquial, tem de ser expressamente dada a sacerdote deter­ minado e para casamentos determi­ nados, excluidas quaisquer delegaçôes gérais, a nâo ser que se trate de vigários cooperadores, dentro dos li­ mites da paróquia de que sao vigá­ rios (cân. 1096, § 1). 32. Embora na celebraçâo do ca­ samento se possam conservar os louváveis costumes e cerimónias que estäo em uso na regiäo (Rit. Rom., Tit. VII, cap. II, n. 6; can. 1100), contudo no que toca ao pedir e reçeber o consentimento dos contraentes, observar-se-á exactamente o que prescreve o Ritual Romano, Tit. VII, cap. I I , nn. 1 e 2 (cfr. Concilio Ple­ nario Portugués, n. 258, § 2). '33. Como é conveniente que os nu­ bentes assistam à Santa Missa e nela recebam a sagrada comunhäo e as bênçaos nupciais, observadas as leis litúrgicas e a legislaçao particular que proíbe a celebraçâo dos casa­ mentos de noite (Concilio Plena­ rio Portugués, n. 159), esforcem-se os Párocos por que o casamento se celebre no tempo em que se pode ce4 Acta Apostolicae Sedis si celebri nel tempo in cui si può ce­ lebrare la santa Messa. 34. Appena terminata la cerimonia della celebrazione del matrimonio, si deve immediatamente procedere alla firma dell'atto, nella forma indicata nei nn. 35-40. Quando il matrimonio si celebra, come sempre dovrebbe av­ venire, in chiesa o in oratorio pub­ blico, la firma potrà apporsi in sa­ crestia. CAPO IV Della registrazione dell'atto di matrimonio è della sua comunicazione al funzionario del Registro Civile. - Commentarium Officiale lebrar a santa Missa. 34. Tanto que termine a cerimònia da celebraçâo do casamento, proceder-se-á imediatamente à assinatura do assento do mesmo, na forma indi­ cada nos nn. 35-40. Quando o casa­ mento se celebrar, corno deveria fa4 zer-se sempre, em igreja ou oratòrio público, a assinatura poderá fazer-se na sacristía. CAPÍTULO I V Do Registo ou assento do casamento e da sua participagào ao funcionario do Registo Civil. 35. Terminata la cerimonia del ma­ 35. Terminada a cerimònia dó ca­ trimonio, il parroco, o chi ne fa le samento, o Pároco ou quem suas veveci, redigerà immediatamente (a zes fez, lavrará imediatamente (a nâo meno che non lo abbia già fatto, il ser que o tenha já feito, como muito che è assai conveniente, sempre che convém, sempre que isso seja possisia possibile), secondo il modello ufiì- vel), segundo q modelo oficialmente cialmente approvato, il rispettivo apr ovad o, o respectivo assento em atto in doppio originale, il quale sarà duplicado, o quai depois de lido será letto e quindi firmato nei due origi­ assinado, nos dois exemplares origi­ nali dai coniugi, se sanno e possono náis, pelos nubentes, se souberem e scrivere (annotandovisi — in tal caso puderem escrever (fazendo-se no as­ negativo — la loro incapacità), dai sento, em caso negativo, a declaraçâo testimoni e dal parroco o sacerdote da sua incapacidade), pelas testemuche lo avesse sostituito nella cele­ nhas e pelo Pároco ou sacerdote que brazione del matrimonio. Salvo il di­ o substituíu na celebraçâo do casa­ sposto del n. 37, l'atto sarà redatto mento. Salvo o disposto no n. 37, o nell'apposito libro parrocchiale e il assento será lavrado no livro paroduplicato in foglio separato. quial pròprio e o duplicado em fôlha avulsa. 36. Nel caso che vi fossero diver­ 36. No caso de haver divergencias genze di nomi o di date nei certificati de nomes ou de datas nas certidòes del Registro Civile e in quelli estratti do Registo Civil e nas extraídas dos Sacra Congregatio de dagli archivi ecclesiastici — ciò che succede frequentemente, sopratutto: quanto alle date di nascita — è ne­ cessario indicare tali divergenze per escludere ogni dubbio sull'identità delle persone. In modo speciale il parroco deve avere ogni cura perchè i dati dell'atto coincidano rigorosa­ mente con le dichiarazioni fatte dal funzionario del Registro Civile. 37. Quando il matrimonio è cele­ brato fuori della chiesa parrocchiale con l'assistenza di un sacerdote dele­ gato, l'atto, senza pregiudizio del di­ sposto del numero seguente, sarà re­ datto in doppio originale dal sacer­ dote che ad esso assiste, in due fogli separati, i quali, debitamente fir­ mati, saranno rimessi al parroco del luogo dove avviene il matrimonio, aftinché questi trascriva l'atto sul libro dei matrimoni della parroc­ chia, e invii uno dei fogli al funzio­ nario del Registro Civile, avendo cura di conservare l'altro nell'archi­ vio parrocchiale. Se nella celebrazione del matrimo­ nio officiasse l'Ordinario del luogo, questi provvedere perchè l'atto si faccia nella forma stabilita dalla legge. 38. Se però il parroco, nelle due ipotesi del numero precedente, fosse presente, benché egli non offici, ap­ porrà anche egli la sua firma, oltre quella del sacerdote delegato o del­ l'Ordinario. 39. L'atto di matrimonio deve con­ tenere le seguenti indicazioni : disciplina Sacramentorum 43; arquivos eclesiásticos, o que sucede frequentes vezes, sobretudo quanto às data« dos nascimentos, é necessa­ rio indicar essas divergencias parai que se exclua tôda a du vida sobre & ident idade das pessoas. De <• modo especial deve o Pároco ter todo o cuidado em que os dados do assento coincidant rigorosamente com as de­ clara çôes feitas pelo funcionario do Registo Civil. 37 Sendo o casamento celebrado; fora da igreja paroquial corn a as­ sistenda dum sacerdote delegado, ò assento, sem prejuízo do disposto nö número seguinte, será lavradoem du­ plicado pelo sacerdote que assisti^ em duas fôlhas avulsas, as quais, devidamente assiiiadas, seräo remeti­ das ao Pároco do lugar, onde se réálizou o casamento, a-fim-de que ésW transcreva o assento no livrò dos easamentos da freguesia e envie urna das fôlhas ao funcionario do Registo Civil, tendo o cuidado de guardar a outra no arquivo paroquial. : : Se na celebraçâo do casamento ofi-ì ciar o Ordinàrio do lugar, providen­ ciará éste para que o assento se faca na forma estabelecida pela lei. ' 38. Porém, se o Pároco, nas duas hipóteses do número anterior, estiver presente, embora nâo oficie, assinará também o assento juntamente com o sacerdote delegado ou o Ordi­ nario. 39. O assento do casamento deve conter as indicaçôes seguintes : 44 Acta Apostolicae Sedis T Fora, la data, il luogo e la par­ rocchia in cui è stato celebrato; 2 i nomi propri e di famiglia, età, professione, origine e residenza dei contraenti; 3° lo stato anteriore dei coniugi ; 4° i nomi completi, origine e resi­ denza dei genitori, se si conoscono ; o 5° l'indicazione che il matrimonio è stato fatto con o senza scrittura prenuziale; 6° la dichiarazione, fatta dai co­ niugi, che hanno contratto il matri­ monio di loro libera volontà ; 7° i nomi completi, stato, profes­ sione e residenza dei testimoni ; 8° la menzione del documento comprovante che si è svolto il pro­ cesso preliminare delle pubblicazioni nell'Ufficio del Registro Civile, data del medesimo documento e Conserva­ toria nella quale fu rilasciato ; 9° il nome completo del parroco della rispettiva parrocchia e del sa­ cerdote delegato che avesse officiato nel matrimonio (art. 8 del •DecretoLegge n. 30:615) ; 10° il nome della parrocchia dove i coniugi sono stati battezzati ; 11° se vi sia stata dispensa da pro­ clami o pubblicazioni ; 12° l'indicazione degli impedimen­ ti dispensati, se ne fosse il caso; 13° il nome completo del coniuge anteriore, quando uno degli sposi (o entrambi) sia già stato unito in ma­ trimonio, con l'indicazione del luogo e della data del decesso o della sen- - Commentarium Officiale I A hora, a data, o lugar e a paróquia em que foi celebrado ; 2° Os nomes proprios e de familia, idade, profissäo, naturalidade e re­ sidencia dos contraentes; 3 O estado anterior dos cônjuges; 4° Os nomes completos, naturali­ dade e residencia dos pais, se forem conhecidos ; 5° A indicaçào de que o casamento foi feito com ou sem escritura ante­ nupcial; 6 A declaraçao feita pelos con­ traentes de que realizaram o casa­ mento por sua livre vontade; 7 Os nomes completos, estado, profissäo e residencia das testem onhas; 8° A mençao dp certificado com­ probativo de que se organizou o pro­ cesso preliminar das publicaçôes na repartiçao do Registo Civil, a data do mesmo e a Conservatoria onde foi passado; 9° O nome completo do pároco da respectiva paróquia e do sacerdote delegado que houver oficiado no casamento (art. 8 do Decreto-Lei, n. 30:615); 10° O nome da paróquia onde os nubentes f oram baptizados ; 11° Se houve dispensa de procla­ mas ou publicaçôes ; 12° A indicaçào dos impedimentos dispensados, se fôr caso disso ; 13° O nome completo do cônjuge anterior, quando algum dos con­ traentes (ou ambos) tenha já cele­ brado outro casamento, com indica­ çào do lugar, e a data do seu óbito o o o o Sacra Congregatio de tenza da cui consti che non sussiste il vincolo matrimoniale; 14° la firma dei coniugi, se sanno e possono scrivere (annotandovisi — in caso negativo — la loro incapacità, cfr. n. 35), dei testimoni, del par­ roco e del sacerdote delegato che avesse assistito al matrimonio, e an­ che quella del procuratore (o dei pro­ curatori), se uno dei coniugi (o en­ trambi) avesse contratto per pro­ cura. 40. Se il matrimonio fosse cele­ brato per procura nei termini del can. 1089, o solo alla presenza del parroco nei termini del can. 1044, o con l'assistenza del sacerdote non de­ legato in conformità col can. 1098 n. 2, si farà di ciò menzione nell'atto. Allo stesso modo si procederà quando vi sia dispensa dalle pubblicazióni o da qualche impedimento. 41. U parroco invierà entro tre giorni uno degli originali dell'atto di matrimonio all'Ufficio competente del Registro Civile, perchè vi sia trascritto e archiviato (Concordato, art. XXII). L'Ufficio del Registro Civile al quale deve inviarsi il duplicato del­ l'atto originale è quello in cui si è svolto il processo preliminare delle pubblicazioni. Ma qualora il pro­ cesso si sia svolto nel Continente e il matrimonio abbia avuto luogo nelle isole adiacenti, o viceversa, il duplicato deve essere inviato all'Uf­ ficio del Registro Civile proprio del territorio della parrocchia, dove si effettuò il matrimonio. E nei casi del disciplina S-acramentorum 45 ou da sentença donde conste que näo subsiste o vínculo matrimonial; 14° A assinatura dos contraentes, se souberem e puderem escrever — fazendo-se mencäo da sua incapacidade, no caso negativo (cfr. n. 35) —, das testemunhas, do Pároco e do sa­ cerdote delegado que houvesse assis tido ao casamento, e ainda a do pro­ curador (ou procuradores), no caso de um dos cònjuges (oti ambos) ter contraído por procuraçao. 40. Se o casamento for celebrado por procuraçao, nos termos do cân. 1089, ou só na presença do Pároco, nos termos do cân. 1044, ou corn a assistêftcia de sacerdote nâo de­ legado, em conformidade com o cân. 1098, n. 2, far-se á disso menpublicaçôes ou de algum impedi­ mento. 41. O Pároco enviará dentro de tres dias o duplicado do assento do casamento à Conservatoria compe­ tente do Registo Civil, para qué ai seja transcrito e arquivado (Concor­ data, art. XXII). A Conservatoria do Registo Civil à quai se há-de enviar o duplicado do assento é aquela em que se organizou o processo preliminar das pu­ blicaçôes. Mas no caso de o pròcesso se ter. organizado no Conti­ nente e o casamento sé haver reali­ zado nas ilhas adjacentes ou vice­ versa, o duplicado tem de ser en­ viado à Conservatoria do Registo Civil pròpria do territòrio da paró­ quia, onde se celebrou o casamento. m Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale E nos casos da alinea 3 do art. XXII da Concordatalo duplicado será en­ viado à Conservatoria do domicilio ou residencia de qualquer dos coniu­ ges, salvo se se Verificar a hipótese acima referida/porque nesse caso o duplicado tem de ser enviado à Con­ servatoria do lugar, onde se fez o casaménto (art. 11 do Decreto-Lei* n. 30:615). 42. Sé l'atto non è consegnato per­ 42. Nâo sendo entregue pessoalsonalmente all'Ufficio del Registro mente na repartiçâo do Registo Ci­ Civile, sarà inviato a mezzo di let­ vil o duplicado, será ele enviado em tera raccomandata con ricevuta di carta registada, com aviso de re*ritorno, che si conserverà in posi­ cepçâo, que se juntará ao respectivo zione affinchè non vada perduta e processo para nao se perder e para affinchè il parroco possa giustificarsi que o Pároco possa justificar-se na nel caso che l'atto non fosse tra­ eventualidáde de o assento nao ser scritto. transcrito. - È assai conveniente che la comu­ É de tôda a conveniencia que a nicazione dei matrimoni venga fat­ participaçâo dos casamentos seja ta singolarmente, cioè che con una feita individualmente, isto é, que raccomandata non si 'invìi che un sob o mesmo registo nâo se envie sólo atto. Nelle città il parroco in­ senâo um duplicado. Nas cidades ö dicherà il nome della via e il numero Pároco indicará o nome da rue e o della casa parrocchiale. numero da residencia paroquial. : Nel caso della consegna personale Em caso de entrega pessoal do du­ dell'atto all'Ufficio del Registro Ci­ plicado na repartiçâo do Registo Ci­ vile si abbia cura d'esigerne ricevuta vil, tenha-se o cuidado de pedir o scritta da conservarsi come sopra. respectivo recibo escrito para ser conservado como ácima foi dito. 43. Embora os Párocos tenham 43; Benché i parroci abbiano tre giorni di tempo per inviare l'atto di tres días para enviar o assento do matrimonio, procureranno di man­ casamento, farâo a diligencia por o darlo immediatamente firmato che enviar imediatamente após a assina­ sia, affinchè, nel caso che debba es­ tura do mesmo, para que na hipótese sere restituito al mittente, perchè de ele ter de ser devolvido à prove­ non soddisfa a tutti i requisiti le­ niencia por nâo satisfazer a todos os gali, vi sia tempo sufficiente per po­ requisitos legáis, ha ja tempo sufi­ terlo trascrivere nello spazio di sette ciente para poder ser transcrito no còmma terzo dell'art. XXII del Con­ cordatogli duplicato sarà inviato al­ l'Ufficio del domicilio o residenza di uno qualunque dèi coniugi, a meno che non si verifichi l'ipotesi sud­ detta, perchè allora il duplicato sarà inviato all'Ufficio del luogo dove si fece il matrimonio (art. 11 del De­ creto-Legge n. 30:615). Saera Congregatio de giorni (cfr. art. XXIII del Concor­ dato). 44. Se la trascrizione dovesse es­ sere fatta in un Ufficio diverso da quello in cui si svolse il processo preliminare delle pubblicazioni, in­ sième con Patto sarà inviata copia del documento rilasciato dal funzio­ nario del Registro Civile, autenticata dalla firma del parroco (art. 11 § 2 del Decreto-Legge n. 30:615). 45. L'obbligo di inviare ai funzio­ nari del Registro Civile l'atto di ma­ trimonio, ricade sul parroco, nel cui territorio è stato celebrato il matri­ monio, benché abbia officiato un altro sacerdote delegato da lui o dall'Ordi­ nario, o autorizzato dal can. 1098 E, 2. In caso di legittimo impedi­ mento da parte del parroco, invierà l'atto il suo coadiutore, se v'è, e, ove anche questo fosse impedito o non vi fosse, il sacerdote sostituto, o, in mancanza di essi, il sacerdote che bft validamente e lecitamente assi­ stito al matrimonio ed ha redatto l'atto, il quale sacerdote sarà in tal caso considerato come facente le veci del parroco. 46. Il matrimonio celebrato alla presenza di soli due testimoni, nei termini del can. 1098, sarà comuni­ cato all'Ufficio del Registro Civile dal parroco, non appena ritorni in par­ rocchia o cessi la causa che gli ha impedito di assistere al matrimonio. E se il matrimonio fosse celebrato in articulo mortis alla sola presenza di 4ue testimoni, il parroco farà la co- disciplina Sacramentorum 47. prazo de sete dias (cfr. art. XXIII da Concordata). 44. Se a transcriçâo tiver de ser feita em Conservatoria diferente daquela em que se organizou o processo preliminar das publicaçôes, junta­ mente com o assento será enviada copia do documento, passado pelo funcionario do Registo Civil, auten­ ticada com a assinatura do Pároco (art. 11, § 2 do Decreto-Leí, n. 30:615). 45. A obrigaçâo de enviar aos fun­ cionarios do Registo Civil o assento do casamento recai sobre o Pároco, dentro de cujo territorio se celebrou o casamento, ainda que tenha oficia­ do outro sacerdote por ele delegado ou pelo Ordinario, ou autorizado pelo cân. 1098, n. 2. Em caso de le­ gítimo impedimento por parte do Pá­ roco, enviará o assento o seu coadju­ tor, se o tiver, e no caso de éste estar também impedido ou de o nâo haver, o sacerdote substituto ou, na falta dêstes, o sacerdote que válida e lici­ tamente assistiu ao casamento e lavrou o assento, o qual em tal caso será considerado como fazendo as vezes de Pároco. 46. O casamento celebrado na presença semente de duas testemunhas, nos termos do cân. 1098, será parti­ cipado pelo Pároco à repartiçâo do Registo Civil, logo que régresse, à paróquia ou que cesse a causa que o impediu de assistir ao ca­ samento. E se o casamento fôr ce­ lebrado in articulo mortis na presença apenas de duas testemunhas, 48 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale municazione entro tre giorni, nei o Pároco farà a participaçâo déntro termini dell'art. XXII del Concor­ de tres dias, nos termos do art. XXII dato. Si avverta che nell'un caso da Concordata. Observe-se que, tanto cóme nell'altro, secondo quanto si è num caso, corno no outro, segundo o detto al n. 19 dèlia presente Istru­ que se disse no n. 19 da presente zione, l'atto di matrimonio non può Instruçao, o assento do casamento essere trascritto nei libri del Registro nao pode ser transcrito nos livros do Civile, se non dopo svolto il processo Registo Civil, senâo depois de ai hapreliminare delle pubblicazioni (cfr. ver corrido o processo preliminar das art. 19 del Decreto-Legge n. 30:615). publicaçôes (cfr. art. 19 do DecretoLei, n. 30:615). 47. Quando o casamento religioso 47. Quando il matrimonio religioso sia preceduto dall'atto civile, ipotesi for precedido do acto civil, hipótese che in regime concordatario non do­ que nâo deveria dar-se em regime vrebbe verificarsi, non si tralascerà concordatario, nâo se deixará de en­ viar o.assento aos funcionarios do di inviare l'atto ai funzionari del Re gistro Civile, come già si disse al Registo Civil, como já se disse no n. 25 di questa Istruzione, perchè n. 25 desta Instruçao, para que se ja venga annotato a margine dell'atto anotado ou averbado à margem do assento no Registo Civil. nel Registro Civile. 48. O casamento de consciência nâo 48. Il matrimonio di coscienza non può, come è manifesto, essere comu­ pode, como é manifesto, ser partici­ nicato all'Ufficio del Registro Civile; pado à repartiçâo do Registo Civil; niente però impedisce che i coniugi nada impede, porém, que os con­ chiedano in qualunque momento la traentes a todo o tempo peçam a par­ notificazione per gli effetti civili, ticipaçâo para os efeitos civis, salvos salvi sempre i diritti acquisiti dei sempre os direitos adquiridos por terceiros. terzi. 49. Anche all'Ordinario del luogo 49. Também ao Ordinario do lugar spetta il diritto di rendere pubblico assiste o direito de tornar público tal tale matrimonio e di darne comu­ casamento e de f azer a participaçâo, nicazione, a mezzo del parroco, al­ por intermèdio do Pároco, à reparti­ l'Ufficio del Registro Civile, quando çâo do Registo Civil, quando isso se ciò diventi necessario per evitare lo torne necessàrio para evitar o escán­ scandalo o altri gravi danni, a nor­ dalo ou outros graves danos, nos ter­ ma del can. 1106. mos do cân. 1106. 50. Circa i matrimoni celebrati nei 50. Quanto aos casamentos cele­ termini del comma terzo dell'articolo brados nos termos da alinea 3 do XXII del Concordato, il parroco non art. XXII da Concordata, o Pároco è obbligato sotto pena di sanzioni a nâo é obrigado sob pena de sançôes Sacra Congregatio de comunicare quelli che non possono essere trascritti. Avrà però cura di fare la comunicazione quando ces­ sassero le ragioni che si opponevano alla trascrizione. Si tenga presente che, quanto ai matrimoni celebrati in conformità del citato comma terzo dell'art. XXII del Concordato, la tra­ scrizione non può aver luogo solo in due casi, quando cioè « si verificasse, relativamente a uno dei coniugi, l'impedimento di matrimonio civile anteriore non disciolto o di interdi­ zione per demenza constatata con sentenza passata in giudicato » (art. 12 n. 3 del Decreto-Legge n. 30:615). 51. Omessa per qualsiasi motivo la trascrizione per gli effetti civili, essa potrà, in qualunque momento, essere richiesta da chi abbia interesse alla medesima, purché sussistano ancora le condizioni per la validità dell'atto, che esistevano alla data della cele­ brazione.. 52. I coniugi non possono opporsi alla comunicazione del matrimonio all'Ufficio del Registro Civile, poiché il parroco deve fare tale notificazione per obbligo di ufficio, eccetto nei casi menzionati al n. 48, entro i limiti però indicati dai nn. 49 e 50. 53. La trascrizione (nei libri del Registro Civile), che deve essere fatta nel termine di due giorni dalla noti­ ficazione, sarà comunicata dal fun­ zionario del Registro Civile al par­ roco entro il giorno seguente a quello in cui fu fatta, con l'indicazione della data (Concordato, art. XXII). disciplina Sacramentorum 49 a participar aqueles que nao podem ser transcritos. Terá, porém, o cui­ dado de fazer a participaçâo, -tanto que cessem as causas que obstavam à transcriçâo. Tenha-se presente que quanto aos casamentos celebrados de harmonia com a citada alinea'3 do art. XXII da Concordata, só nâo se pode fazer a transcriçâo em dois ca­ sos, isto é, quando « se verificar rela­ tivamente a algum dos cônjuges o impedimento de casamento civil an­ terior, näo dissolvido, ou de interdiçao por demencia verificada por sen­ tença com trànsito em julgado » (art. 12, n. 3, do Decreto-Lei, n. 30:615). 51. Omitida por quai quer motivo a transcriçâo para os efeitos civis, poderá eia ser requerida a todo o tempo, por quem tenha nisso inte­ rèsse, desde que subsistam ainda as condiçôes para a validade do acto que existiam à data da celebraçâo. 52. Os cônjuges näo podem opor-se à participaçâo do casamento à repar­ tiçâo do Registo Civil, visto que o Pároco tem por dever de oficio fazer tal participaçâo, excepto nos casos mencionados no n. 48, mas dentro los limites indicados nos nn. 49 e 50. 53. A transcriçâo (nos livros do Registo Civil), que deve ser feita no prazo de dois dias depois de recebida a participaçâo, será comunicada ao Pároco pelo funcionario do Registo Civil até ao dia imediato àquele em que for feita, com indicaçào da data (Concordata, art. XXII). No caso de 50 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale Nel caso che il funzionario non fa­ o funcionario nâo fazer a comunicacesse la comunicazione nel tempo çâo no prazo estabelecido por lei, o stabilito dàlia legge, il parroco insi­ Pároco instará para que eia se faca, sterà perchè si faccia, e, se ciò riu­ e, se o nâo conseguir, exponha o caso scisse vano, esporrà il caso al rispet­ ao respectivo Ordinàrio. A-fìm-de a tivo Ordinario. A fine di potersi in todo o tempo se poder justificar, näo qualsiasi momento giustificare, il deixe o Pároco de tomar nota desta parroco non tralasci di prendere nota insistencia, assim como da partici­ della sua insistenza, come pure della paçâo dirigida ao seu Ordinario. partecipazione fatta all'Ordinario. 54¿ Nel caso di perdita o di man­ 54. No caso de extravio ou de falta cato invio del duplicato, la trascri­ de remessa do duplicado, a transcri­ zione potrà farsi dietro esibizione del çâo poderá fazer-se em face da cer­ certificato dell'atto, che sarà spedito tidäo do assento, que será expedida dal parroco appena abbia conoscenza pelo Pároco logo que tenha conheciche il duplicato non è giunto a de­ mento de que o duplicado näo chegou stinazione, o sarà rilasciato a ri­ ao seu destino, ou será passada a pe­ chiesta di qualsiasi interessato o del dido de algum interessado ou do Mi­ Pubblico Ministero (art. 11 § 5 del nisterio Público (art. 11, § 5, do De­ Decreto-Legge n. 30:615). creto-Lei, n. 30:615). 55. Il parroco conserverà diligen­ 55. O Pároco conservará diligente­ temente il documento con il quale gli mente o documento pelo quai lhe foi viene comunicato che l'atto di ma­ participada a transcriçâo do assento trimonio è stato trascritto e avrà do casamento e terá o cuidado de cura di apporre subito nel libro dei mediatamente lançar no livro dos matrimoni, in margine al rispettivo casamentos, à margem do respectivo atto, una nota che questo è stato tra­ assento, a nota de que este foi trans­ scritto, Nella nota marginale si deve crito. Na nota marginal indique-se indicare la data della trascrizione a data da transcriçâo assim como a nonché quella della comunicazione da participaçâo feita pelo funciona­ fatta dal funzionario del Registro rio do Registo Civil. Civile. 56. Il matrimonio produce tutti gli 56. O casamento produz todos os effetti civili dalla data della sua ce­ efeitos civis desde a data da celebra­ lebrazione, se la trascrizione (del­ çâo, se a transcriçâo (do assento) fôr l'atto) sarà fatta nel termine di sette feita no prazo de sete dias. Nao o giorni. Se non lo sarà, produrrà ef­ sendo, só produz efeitos, relativa­ fetti relativamente ai terzi solo a co­ mente a terceiros, a contar da data minciare dalla data della trascrizio­ da transcriçâo. Näo obsta à transcri­ ne. Non osta alla trascrizione la çâo a morte de um ou ambos os Sacra Congregatio de mòrte di uno o di ambedue i coniugi (Concordato, art. XXIII). 57. Il parroco che senza gravi mo­ tivi tralasciasse di inviare il dupli­ cato dell'atto, entro il tempo pre­ scritto, all'Ufficio del Registro Ci­ vile, incorre nelle pene di disobbe­ dienza qualificata (Concordato, arti­ colo XXII). È anche soggetto alle penalità del can. 2383. Inoltre consideri il parroco i danni che ne possono seguire se gli atti di matrimonio non vengono trascritti nei registri civili dello Stato, e perciò la responsabilità che egli assume da­ vanti a Dio e alla società, se non adempie religiosamente il dovere di inviare detti atti. 58. Procurino gli Ordinari dioce­ sani che si osservi pure religiosamen­ te la prescrizione del can. 1103 § 2, secondo la quale nell'atto di batte­ simo di ciascuno dei coniugi si deve apporre, in margine, l'annotazione del contratto matrimonio, con l'in­ dicazione del nome dell'altro coniu­ ge, della data e del luogo del matri­ monio, dei nomi dei genitori, dei testimoni e del sacerdote che vi as- disciplina Sacramentorum 51 cônjuges (Concordata, art. XXIII). 3 3 * Quando il matrimonio si celebri in forza del comma terzo dell'art. XXII del Concor­ dato, « l o spazio di tempo perchè il Conser­ vatore faccia la trascrizione si conta dal giorno in cui spira quello degli editti, ma gli effetti del matrimonio si retrotraggono «illa data della celebrazione sempre che la trascrizione sia fatta entro un mese a con­ tare dal ricevimento del duplicato. Lo stesso avverrà nel caso in cui lo svolgimento del processo preliminare eccedesse quello spazio di tempo se il matrimonio fosse trascritto ©atro due giorni dalla fine del processo» (art. 17 § 2 del Decreto-Legge n. 30:615). 57. O Pároco que, sem graves mo­ tivos, deixar de enviar o duplicado do assento, dentro do prazo estabelecido, ao funcionario do Registo Civil, incorre nas penas de desobe­ diencia qualifìcada (Concordata, art. XXII). Está ainda sujeito às penali­ dades do cân. 2383. Considere, além disso, o Pároco os danos que se podem seguir se nao forem ti anscritos nos registos civis do Estado os assentos dos casamen­ tos, e, por isso, as responsabilidades que assume perante Deus e a sociedade, se nâo cumprir religiosamente o dever de enviar os referidos assentos. 58. Procurem os Ordinarios Dio­ cesanos que se observe também reli­ giosamente a prescriçâo do cân. 1103, § 2, segundo a quai no assento do baptismo de cada um dos nubentes, à mar gem, se tem de lançar a nota de que contraiu casamento, com a indicaçào do nome do outro cônjuge, da data e do lugar do casamento, dos nomes dos pais e das testemunhas e do sacerdote que assistiu, como se Quando o casamento se celebrar nos ter­ mos de alinea 3 do art. XXIII da Concordata, «o prazo para o Conservador fazer a trans­ criçâo, conta-se do dia em que expire o dos éditais; mas os efeitos do casamento retrotraem-se à data da celebraçâo sempre que a transcriçâo se ja feita dentro de um mes a contar do recebimento do duplicado. O mesmo sucederá no caso de a organizaçâo do pro­ cesso preliminar exceder aquêle prazo, se o casamento fôr transcrito dentro de dois dias depois de findo o processo» (art. 17 § 2 do Decreto-Lei, n. 30:615). s 52 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale sistè come è prescritto nell'Istru­ determina na Instructo da S. C. dos zione della S. C. dei Sacramenti del Sacramentos, de i de Julho de 1921 4luglio 1921 (A.A.8., XIII, pp. 348- (A.- A. 8., XIII, pp. 348-349). E no 349). E nel caso che il battesimo fos­ caso do baptismo ter sido admi­ se stato amministrato in un'altra nistrado noutra freguesia procurem parrocchia, procurino altresì che il ainda que ao Pároco do baptismo matrimonio sia notificato al parroco se ja notificado o casamento, como se del battesimo, come prescrive il ci­ prescrive no citado cànone, e pela tato canone, e nel modo stabilito sia forma preceituada, tanto nò mesmo dal medesimo canone che dalla men­ cànone, corno na ref erida Instruçao tovata Istruzione del 4 luglio 1921. de 4 de Julho de 1921. Così pure procurino gli Ordi­ Proctirem igualmente os Ordina­ nari che si osservi scrupolosamente rios que se observe escrupulosamente quanto dispone l'art. 225 dell'Istru­ o que determina o art. 225 da Instru­ zione della suddetta S. Congrega­ çao da mesma S. Congregaçâo dos zione dei Sacramenti (15 agosto 1936, Sacramentos (15 de Agósto de 1936, A. 8. 8., XXVIII, pp. 357-358) circa A. A. 8., XXVIII, pp. 357-358) l'annotazione negli atti di battesimo, sobre a anotaçâo nos assentos do oltreché in quelli matrimoniali, delle baptismo, assim como nos dos casa­ sentenze di nullità di matrimonio o mentos, das sentenças de nulidade di dispense dal matrimonio rato e de casamento ou de dispensas de ca­ non consumato, con gli eventuali ve­ samento rato e nao consumado, com titi apposti di passare a nuove nozze. as proïbiçôes por ventura feitas de passar a segundas nupcias. 59. Con le disposizioni della pre­ 59. Com as disposiçôes da presente senté Istruzione non restano i par­ Instruçao näo ficam os Párocos dis­ roci dispensati dall'osservanza del pensados da observancia do cân. 470, can. 470 § 3, che impone l'obbligò di § 3, que lhes impôe a obrigaçao de mandare, a fine di ogni anno, alla no firn de cada ano enviarein à Cùria Curia episcopale un esemplare dei Episcopal um exemplar dos varios vari libri parrocchiali. livros paroquiais. CAPO V CAPÍTULO V Della convalidazione, sanazione in radice del matrimonio e legittima­ zione della prole. Da convalidaçâo e sanagäo in radice do casamento e da legitimagäo da prole. 60. Qualora, prima che l'atto di matrimonio sia mandato all'Ufficio del Registro Civile, si venisse a sco- 60. No caso de se vir a conhecer a nulidade de algum casamento, antes de ser enviado à repartiçâo do Re- Sacra Congregatio de disciplina Sacramentorum 53 prire la nullità del matrimonio, cui gisto Civil o respectivo assento, prol'atto si riferisce, si procederà alla ceder-se-à à sua convalidaçào se­ convalidazione a norma dei canoni gundo os cann. 1133-1137, e em se­ 1133-1137, e successivamente il par- guida o Pároco comunicará ao fun­ roco comunicherà al funzionario del cionario do Registo Civil o assento Registro Civile l'atto della seconda da segunda celebraçâo do casamento. celebrazione del matrimonio. 61. Pelo contràrio, se a nulidade 61. Al contrario, se la nullità ve­ nisse a conoscersi solo dopo la tra­ viesse a conhecer-se semente depois scrizione dell'atto nei libri del Re­ de transcrito o assento nos livros do gistro Civile, si procederà, come nel Registo Civil, proceder-se-á, como no caso precedente, a norma dei citati caso precedente, imediatamente à canoni (n. 60), immediatamente alla sua convalidaçào, em harmonia com sua convalidazione. Di tale convali­ os citados canones (n. 60). De tal dazione sarà data immediatamente convalidaçào será dado imediata­ comunicazione all'Ufficio del Regi­ mente conhecimento à repartiçâo do stro Civile perchè venga notata in Registo Civil, para que seja anotada margine al relativo atto di matri­ à margem do respectivo assento do casamento. monio. 62. Nâo sendo possi vel a convalida­ 62. Non essendo possibile la con­ validazione ordinaria del matrimo­ çào ordinària do casamento, recórra­ nio, si ricorrerà alla Santa Sede per se à Santa Sé para a sanaçâo in la sanazione in radice del matrimo­ radice de casamento invàlidamente contraído. nio invalidamente celebrato. Neste caso o rescrito de sanaçâo, In questo caso il rescritto di sana­ zione, se vi è il consenso dell'Ordi­ se houver consentimento do Ordina­ nario e se l'interesse delle parti lo rio e se o interesse das partes o exi­ esige, sarà inviato dal parroco al gir, será enviado pelo Pároco ao fun­ funzionario del Registro Civile af­ cionario do Registo Civil, para que finchè in margine dell'atto di matri­ à margem do assento seja lançada a monio sia apposta la nota che il me­ nota de que o mesmo foi sanado in radice. desimo fu sanato in radice. 63. Como pelo casamento subse­ 63. Poiché per il susseguente ma­ trimonio si legittimano i figli natu­ quente se legitimam os fìlhos naturali sia davanti alla legge canonica rais, tanto à face da lei canónica (can. 1116) che davanti alla legge ci­ (cân. 1116), como da lei civil (Cód. vile (Codice Civile Portoghese, arti­ Civil Portugués, art. 119), havendo colo 119), qualora vi fossero dei figli fìlhos naturais à data da celebraçâo naturali alla data della celebrazione do casamento, deverâo os pais redel matrimonio, i genitori dovranno conheçê-los no assento do casamento, 54 Acta Apostolicae Sedis riconoscerli nell'atto di matrimonio, indicando a tal fine i loro nomi e le date di nascita, la parrocchia dove furono battezzati, come puré i nu­ meri degli atti nel Registro Civile. Quando invece trattasi di figli non legittimabili per susseguente matri­ monio e sia stato concesso dalla Santa Sede il rescritto di loro legit­ timazione, il parroco potrà suggerire alle persone interessate di presen­ tarlo alle competenti autorità civili per ottenere il riconoscimento civile della legittimazione (cfr. can. 1116; Codice Civile Portoghese, art. 122). 64. Le decisioni e sentenze defini­ tive circa la nullità del matrimonio cattolico e la dispensa dal matri­ monio rato e non consumato, e ana­ loghi provvedimenti emanati dalla Santa Sede, saranno annotati subito, come si è detto sopra (n. 58), nei registri parrocchiali dei matrimoni e dei battesimi. 65. A norma poi dell'art. XXV del Concordato, le dette decisioni, sen­ tenze e provvedimenti saranno tras­ messi al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica per il relativo controllo e da questa a sua volta in­ viati, con i relativi decreti, per via diplomatica, al Tribunale di Appello dello Stato territorialmente compe­ tente, il quale li renderà esecutivi e ordinerà che siano annotati nei re­ gistri dello stato civile a margine dell'atto di matrimonio. 66. Si richiama alla mente degli Ordinari che a norma dell'art. XXIV - Commentarium Officiale indicando para isso os seus nomes e: as datas do nascimento, a paróquia: onde foram baptizados, assim corno os números dos assentos no Registo Civil. Tratando-se, porém, de fìlhos que nâo se possam legitimar peló ca­ samento subsequente e se tenha con­ seguido da Santa Sé rescrito de legitimaçâo, poderá o Pároco sugerir às pessoas interessadas que o apresentem à autoridade civil competente para obterem o reconhecimento civil da legimaçâo (cfr. cân. .1116; Código Civil Portugués, art. 122). 64. As decisöes e sentenças defini­ tivas sobre a nulidade do casamento católico e a dispensa do casamento rato e nâo consumado, e análogas providencias emanadas da Santa Sé, seräo imediatamente anotadas, como se disse já (n. 58), nos registos paroquais dos casamentos e dos bap­ tismos. 65. Em harmonía com o art. XXV da Concordata j as mencionadas de­ cisöes, sentenças e providencias subirâo ao Supremo Tribunal da Assi­ natura Apostólica para a respectiva verificaçâo, e por sua vez seräo por ele transmitidas, com os respectivo» decretos, por via diplomática, ao tri­ bunal da Relaçao do Estado territo­ rialmente competente, o quai äs tor­ nará executivas e mandará que sejam anotadas ou averbadas nos registos do estado civil, à margem do assento, do casamento. 66. Recorda-se eos Ex.mos Ordi­ narios que, segundo o art. XXIV dà Sacra Congregatio de disciplina 55 S-acramentórum del Concordato, i coniugi, per il fatto stesso della celebrazione del matri­ monio canonico, hanno rinunziato alla facoltà civile di chiedere il di­ vorzio che perciò non potrà essere applicato dai tribunali civili ai ma­ trimoni cattolici. Concordata os cônjuges, pelo pròprio facto da celebraçâo do casamento ca­ nònico, renunciaram à faculdade ci­ vil de requererem o divorcio, que, por isso, nâo poderá ser aplicado-pe­ los Tribunais civis aos casamentos católicos. CAPO V I CAPÍTULO V I Disposizioni transitorie Disposiçôes transitorias 67. Poiché i matrimoni celebrati solo canonicamente prima dell'en­ trata in vigore del Decreto-Legge del Governo Portoghese n. 30:615 del 25 luglio 1910 producono effetti civili dalla data della trascrizione, che si farà, se ne sarà il caso, dopo svolto il processo preliminare delle pubbli­ cazioni (art. 3), è da consigliare ai coniugi, che si trovassero in tale con­ dizione, di regolarizzare la loro si­ tuazione, anche davanti alla legge civile, per profittare dei benefici con­ cessi dallo Stato ai matrimoni uffi­ cialmente riconosciuti. 68. Se nei matrimoni, di cui al nu­ mero precedente, vi fossero dei figli alla data della trascrizione dell'atto di matrimonio nei libri del Registro Civile, si deve procurare la loro legit­ timazione davanti alla legge civile. A tale effetto il parroco nello stesso certificato di matrimonio da inviare al funzionario del Registro Civile, 67. Pois que os casamentos cele­ brados só canònicamente antes de entrar em vigor o Decreto-Lei do Govèrno Portugués, n. 30:615, de 25 de Julho de 1940, produzem efeitos civis desde a data da transcriçâo, que se farà, se for caso disso, depois de corrido o processo preliminar das publicaçôes (art. 3), é de aconselhar aos cônjuges, que se encontrem em tais condiçôes, que regularizem a sua situaçâo, mesmo perante a lei civil, a-fim-de aproveitarem os beneficios concedidos pelo Estado aos casamen­ tos oficialmente reconhecidos. 68. Se dos casamentos, de que se f ala no número precedente, houver fìlhos à data da transcriçâo do casa­ mento nos livros do Registo Civil, deve procurar-se a sua legitimaçâo perante a lei civil. Para èsse efeito o Pároco na pròpria certidäo do ca­ samento a enviar ao funcionario do Registo Civil, indicará os nomes dos * La partecipazione al Registro Civile di questi matrimoni si farà in tal caso mediante l'invio del certificato del rispettivo atto (ar­ ticolo 11 § 5 del Decreto-Legge n. 30:615). * A participaçâo ao Registo Civil dêstes casamentos far-se-á neste caso pela remessa da certidäo do respectivo assento (cfr. art. 11, § 5, do Decreto-Lei, n. 30:615). 4 1 56 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale indicherà i nomi dei figli nati dal matrimonio, dando gli schiarimenti necessari perchè si possa fare l'an­ notazione negli atti di nascita dei figli stessi. fìlhos nascidos do casamento, dando os esclarecimentos necessarios para que se possa fazer 0 averbamento nos assentos de nascimento dos mesmos fìlhos. La Santità di Nostro Signore Pio PP. XII nell'udienza accordata al sottoscritto il giorno 21 settembre I94O, Si è benignamente degnata di approvare e confermare la presente Istruzione e di dare ordine che ve­ nisse immediatamente pubblicata. Sua Santidade, por divina Provi­ dencia Papa Pio XII, na audiencia concedida ao abaixo assinado no dia 21 de Setembro de 194O, dignou-se benignamente aprovar e confirmar a presente Instruçao e ordenar que fòsse imediatamente publicada. Boma, dalla Sacra Congregazione della Disciplina dei Sacramenti, 21 settembre 1940. Roma, da S. Congregacelo da Dis­ ciplina dos Sacramentos, ao 21 de Setembro de 1940. D. Card. JORIO, Prefetto D. Card. JORIO, Prefeito. L. £& S. L. © S. F. Bracci, Segretario F. Bracci, Secretario. S aera Congregatio de disciplina 57 Sacramentorum II HORTATIO DE INSTRUCTIONE, DIE 26 MENSIS MAII 1938 DATA, STUDIOSIUS SERVANDA Quanta sollicitudine Ordinarii locorum ab edita huius S. Congrega­ tionis Instructione de sedulo custodienda SS. Eucharistia operam de­ derint ut in ea contentae praescriptiones sacerdotibus utriusque cleri innotescerent et ab iisdem exsecutioni mandarentur, hanc eandem S. Con­ gregationem non utique latet. Attamen, quo vigilantius etiam Sacratissimus hic vitae Panis ab omni defendatur iniuria, huic sacro Dicasterio supervacaneum visum non est eosdem Ordinarios denuo hortari ne graventur parochos eccle­ siarumque rectores omnes iterum monere ut, sollicitudine aucta, quae per praefatam Instructionem praescriptiones editae sunt sedulo plane­ que observent. Quod si nihilo secius furtum aliquod sacrilegum infeliciter perpetra­ tum forte fuerit, numquam prorsus omittant Ordinarii ipsi processum oeconomicum, de quo in dicta Instructione (n. 10, litt. b), illico confi­ cere, actaque omnia dein huic S. Congregationi deferre. Romae, ex aedibus S. C. de Disciplina Sacramentorum, die 10 Fe­ bruarii 1941. 1 D. Card. JORIO, Praefvetus. L. $ S. F. Bracci, Secretarius. 1 Acta Ap. Sedis, vol. XXX, p. 198, seqq. 58 Acta Apostolicae Sedis - Gowiment-armm Officiale ACTA TRIBUNALIUM SACRA ROMANA ROTA Citatio edictalis VICARIATUS APOST. DE MASAKA NULLITATIS MATRIMONII (TIIUSULWA-ALIDPEKI) Cum ignoretur locus actualis commorationis I). Ludovici Aliddeki, in causa de qua supra rei convénti, eundem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribu­ nalis S. R. Rotae (Roma, Via della Dataria, 94) die 25 Aprilis 1941, hora undecima, ad concordandum de dubio disputando, vel infrascripto subscribendum, et ad diem designandam, qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione : An constet de matrimonii nullitate in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Ludovici Aliddeki, curare de­ bent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Ioannes Teodori, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 24 Ianuarii 1941. Ioannes M. Pinna, Notarius. * Etant inconnu le lien de la demeure actuelle de M. Ludovic Aliddeki, dé­ fendeur en cette cause, nous le citons à comparaître, par propre personne ou par un procureur légitimement constitué, au siège du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, via della Dataria, 94) le 25 avril .1941, à 11 heures, pour con­ corder ou souscrire le doute ci-dessus rapporté, et fixer le jour de la. décision de la cause devant la Rote. Oonste-t-il de la nullité du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curés, les prêtres, les fidèles ayant connais­ sance du lieu de la résidence du dit M. Ludovic Aliddeki, devront, dans la, me­ sure du possible, l'avertir de la présente citation. 59 D I A R I U M R O M A N A E C U R I A E SACRA CONGREGAZIONE « D E PROPAGANDA F I D E » La S a c r a C o n g r e g a z i o n e « de P r o p a g a n d a F i d e » ha n o m i n a t o : 10 gennaio 20 » Presidente della Pon­ tifìcia Opera della Propagazione della Fede per il Belgio. L M l l m o e R e v m o M o n s i g . F r a n c e s c o B r e n n a n , Membro del Consiglio superiore generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede per gli Stati Uniti d'America. 1941. I l Revmo Monsig. Giulio Trannoy, » SAGRA CONGREGAZIONE DEI RITI M a r t e d ì , 17 d i c e m b r e 1940, nel P a l a z z o delle C o n g r e g a z i o n i a S. C a l l i s t o , a l i a presenza d e l l ' E m o e R e v m o S i g n o r C a r d i n a l e C a r l o S a l o t t i , Vescovo d i P a l e s t r i n a , P r e f e t t o d e l l a S. C o n g r e g a z i o n e d e i R i t i e P o n e n t e o R e l a t o r e d e l l a causa d i c a n o n i z z a z i o n e d e l B e a t o B e r n a r d i n o R e a l i n o , Confessore d e l l a C o m p a g n i a d i G e s ù , si è a d u n a t a l a S. C o n g r e g a z i o n e d e i R i t i antepreparatoria. con l ' i n t e r v e n t o dei R e v m i P r e l a t i Officiali e dei C o n s u l t o r i t e o l o g i , p e r discut e r e sopra i m i r a c o l i a t t r i b u i t i a l l a intercessione del p r e d e t t o B e a t o e che vengono p r o p o s t i p e r l a sua c a n o n i z z a z i o n e . M a r t e d ì , 7 g e n n a i o 1 9 4 1 , n e l P a l a z z o delle C o n g r e g a z i o n i a S. C a l l i s t o , a l l a presenza d i S u a E m i n e n z a R e v m a i l S i g n o r C a r d i n a l e C a r l o S a l o t t i , Vescovo d i P a l e s t r i n a , P r e f e t t o d e l l a S . C o n g r e g a z i o n e d e i R i t i e P o n e n t e d e l l a causa di canonizzazione del Beato Giovanni de B r i t t o , M a r t i r e della Compagnia di G e s ù , si è a d u n a t a l a S. C o n g r e g a z i o n e dei R i t i antepreparatoria, n e l l a q u a l e i R e v m i P r e l a t i Officiali ed i R e v m i C o n s u l t o r i t e o l o g i h a n n o discusso su due m i r a c o l i , che si asseriscono o p e r a t i ad intercessione del p r e d e t t o B e a t o e che vengono p r o p o s t i per l a sua c a n o n i z z a z i o n e . M a r t e d ì , 2 1 g e n n a i o 1 9 4 1 , nel P a l a z z o A p o s t o l i c o V a t i c a n o , a l l ' a u g u s t a presenza d e l S a n t o P a d r e , si è a d u n a t a l a S . C o n g r e g a z i o n e dei R i t i generale, n e l l a q u a l e g l i E m i e R e v m i S i g n o r i C a r d i n a l i e i R e v m i P r e l a t i Officiali e C o n s u l t o r i t e o l o g i h a n n o d a t o i l l o r o voto s u l l a e r o i c i t à delle v i r t ù d e l l a S e r v a d i D i o P l a c i d a V i e l , seconda S u p e r i o r a G e n e r a l e d e l l ' I s t i t u t o delle Scuole C r i s t i a n e della M i s e r i c o r d i a . 60 Martedì, 28 gennaio 1941, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si è adunata la S. Congregazione dei Riti ordinaria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali ed i Revmi Prelati Officiali hanno discusso : I. Sulla introduzione della causa di beatificazione dei Servi di Dio: a) Francesco Coli, sacerdote professo dell'Ordine dei Padri Predica­ tori, fondatore della Congregazione delle Suore dell'Annunziazione. b) Maria Fortunata Viti, monaca conversa dell'Ordine di S. Benedetto. II. Sulla riassunzione della causa di canonizzazione della Beata Maria Giuseppina Rosseìlo, fondatrice delle Figlie di nostra Signora della Mise­ ricordia. I I I . Sugli scritti dei Servi di Dio : a) Emanuele Domingo y Sol, sacerdote, fondatore dei Sacerdoti Operai diocesani. b) Giuseppe Benedetto Dusmet, dell'Ordine di S. Benedetto, Cardinale, Arcivescovo di Catania. c) Geremia Lambertenghi, del Terzo Ordine regolare di S. Francesco, chiamato Beato o Santo. Martedì, 4 febbraio 1941, presso l'Emo e Revmo Signor. Cardinale Ales­ sandro Verde, si è adunata la S. Congregazione dei Riti antepreparatoria, con l'intervento dei Revmi Prelati Officiali e Consultori teologi per discutere sulla eroicità delle virtù della Serva di Dio Vincenza Maria Lopez Vicuña, fondatrice dell'Istituto delle Figlie di Maria Immacolata per le ragazze ad­ dette a servizio. SEGRETERIA DI STATO NOMINE Con Biglietti della Segreteria di Stato il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare : 30 dicembre 1940. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Giuseppe Pizzardo, Membro della Sacra Congregazione dèi Reli­ giosi. 22 gennaio 1941. Il Revmo P. Don Placido de Meester, della Congregazione Benedettina del Belgio, Consultore della Sa­ cra Congregazione « de Propaganda Fide». m Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare: 20 dicembre 1940. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Vincenzo La Puma, Protettore delle « Religiosas Eselavas de Maria» (Valencia). 28 » » L'Emo e Revmo Signor Cardinale Pietro Fumasoni Biondi, Proiettore del 8aci"o Ordine Cistercense. Protonotario Apostolico ad instar participantium : 8 gennaio 1941. Monsig. Enrico Casini, della diocesi di Pontremoli. Prelati Domestici di Sua Santità : 27 agosto 1940. 27 novembre » 19 dicembre » 2 gennaio 1941. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Francesco Pazzini, della diocesi di Montefeltro. Vito Comoli, della diocesi di Novara. Luigi Capotosti (Roma). Giovanni Quaini, della diocesi di Lodi. Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, gloriosa mente regnante, si è degnato di nominare : Camerieri Segreti Soprannumerari di S. aprile )) « )) 9 » » maggio 1940. Monsig. » Monsig. Monsig. » Monsig. » Monsig. S. : Edoardo Balestra, delParchidiocesi di Ancona. Alessio Manti, della medesima archidiocesi. Paolo Rabini, della medesima arcMdiocesi. Giuseppe Radicioni, della medesima archidiocesi. Giorgio Murcia Riaño, delParchidiocesi di Bo­ gota. » » » 24 . » 29 novembre 5 dicembre » » » » » » » 12 » » » » 19 » » » » » » Monsig. Isidoro Holovic, dell'amministrazione di Tira ava Slovacca. Monsig. Stefano Gallo, della diocesi di Nitra. Monsig. Giuseppe Pless, della diocesi di Timisoara. Monsig. Paolo Randazzo, della diocesi di Acireale. Monsig. Gaspare Hou, del vicariato apostolico di Lintsing. Monsig. Giovanni Lopez-Gomez, della diocesi di Guadix. Monsig. Cesare Franco, delParchidiocesi di Bari. Monsig. Luigi Bolli, della diocesi di Amelia. Monsig. Antonio Michalik, delParchidiocesi di Strigonia. Monsig. Angelo Gallo, delParchidiocesi di Genova. Monsig. Oreste De Laurentiis, della diocesi di Teramo. 62 Acta Apostolicae Sedis— Commentarium Officiale 19 dicembre 1940. Monsig. » ». » Monsig. 26 » » Monsig. 28 )) » Monsig. » » » Monsig. » » » Monsig. 9 gennaio 1941. Monsig. » » » Monsig. » » » Lorenzo Di Paolo, della medesima diocesi. Ermete De Felicis, della medesima diocesi!. Marcello Christillin, della diocesi di Aosta. Pericle Felici, della diocesi di Segni. Armando Fares. della diocesi di Foggia. Antonio Lanza, delParchidiocesi di Cosenza. Fulvio Frate, della diocesi di Noeera Umbra. Felice Camponovo, dell'amministrazione aposto­ lica di Lugano. Monsig. Carlo Grassi, della medesima amministrazione. Camerieri Segreti soprannumerari di Spada e Cappa di S. S. : 7 16 marzo maggio 1939. Il sig. Gonippo 'Raggi, delParchidiocesi di Newark. 1940. Il sig. Alfredo Giuseppe Ellison, delParchidiocesi di West­ minster. Camerieri d'onore in abito paonazzo di S. 8. : 16 maggio 1940. Monsig. Adalberto Zilincau, dell'amministrazione di Tirnava Slovacca. 14 dicembre » Monsig. Giacomo Fortina, della diocesi di Pontremoli. » » » Monsig. Oreste Boltri, della medesima diocesi. 19 » » Monsig. Luigi Kosch, della diocesi di Cinque Chiese. » » » Monsig. Stefano Cserti, della medesima diocesi. 9 gennaio 1941. Monsig. Giovanni Maiellaro, della diocesi di Monopoli. 16 » » Monsig. Achille Bianchini, della diocesi di Mondo vi. 25 » » Monsig. Ernesto Dalla Libera, della diocesi di Vicenza. Camerieri d'onore soprannumerari di Spada e Cappa di S. S. : 16 maggio 1940. Il sig. Davide Ambrogio Lynch, delParchidiocesi di West­ minster. 19 dicembre » 11 sig. Giuseppe Capponi, delParchidiocesi di Genova. Cappellano Segreto d'onore di S. S. : 11 dicembre 1940. Monsig. Angelo Capriglia, delParchidiocesi di Taranto. ONORIFICENZE Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di conferire : La Commenda con placca dell'Ordine di S. Gregorio Magno, classe civile : 1 gennaio 1941. Al sig. Giovanni Rivière (Francia). Diarium Romanae Curiae m La Commenda d (di'Ordine di 8. Gregorio Magno, classe ornile : 15 maggio 1940. Al sig. Spartaco Boldori (Italia). 18 dicembre » Al sig. ing. Enrico Campa (Roma). 10 gennaio 1941. Al N. IT. avv. Pietro Bajóla Parisani (Roma). Il Cavalierato dell'Ordine di 8. Gregorio Magno, classe civile : 12 dicembre 1940. Al sig. dott. Michele Francia, della diocesi di Tivoli. » >\ » Al sig. dott. Orlando Onofri, della medesima diocesi. » » » Al sig. ing. Prediliano Beni, della medesima diocesi. La Commenda dell'Ordine di 8. Gregorio Magno, classe militare : 25 dicembre 1940. Al sig. Tenente Colonnello Ernesto Riccardi, del vica­ riato apostolico di Addis Abeba. Il Cavalierato dell'Ordine di 8. Gregorio Magno, classe militare : 8 gennaio 1941. Al sig. Maggiore Giacomo Eugenio Liederth (Indie Orien­ tali). La Commenda dell'Ordine di 8. Silvestro Papa: 10 dicembre 1940. Al sig. Giuseppe Meneghini, della diocesi di Tivoli. 17 » » Al sig. prof. Arturo Gatti, dell'amministrazione aposto­ lica di Loreto. 19 » » Al sig. cav. Vittorio Ronzoni, della diocesi di Lodi. 20 » » Al sig. Giovanni Bernascone, della diocesi di Novara. 21 » » Al sig. Matteo Di Mauro, del vicariato apostolico del l'Eritrea. » » » Al sig. Pietro Finili (Roma). 25 » » Al sig. ing. dott. Pietro Di Gaetano, del vicariato apo­ stolico di Addis Abeba. » » » AI si'g. ing. arch. Antonino Di Gaetano, del medesimo vi cariato apostolico. 29 » » Al sig. Elio Somma, delParchidiocesi di Udine. » >; » Al sig. Michele Bianchi, della diocesi di Ivrea. » » » Al sig. Carlo Diomedi (Roma). 4 gennaio 1941. Al sig. Francesco Calandrino, delParchidiocesi di Pa lermo. 6 » » Al sig. ing. Umberto Nistri (Roma). 17 » » Al sig. ing. Corrado Terranova (Roma). 64 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Il Cavalierato dell'Ordine di 8. Silvestro Papa : 17 dicembre 1940. Al sig. Giuseppe Esposito, delParchidiocesi di Napoli. 28 » » Al sig. Angelo Cane visio, della diocesi di Crema. 3 gennaio 1941. Al sig. Guido Grazzini, della diocesi di Pistoia. » » » Al sig. Luigi Augusto Morandi, della medesima diocesi. UFFICIO DI S. E. IL MAESTRO DI CAMERA DI S.S. NOMINA Con Biglietto di S. E. Revma Monsig. Maestro di Camera, iln data I di­ cembre 1940, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare Monsig. Carmelo Aquilina, Chierico soprannumerario della Cap­ o pella Pontificia. NECROLOGIO 10 dicembre 1940. Monsig. Tommaso Francesco Hickey, Arcivescovo tit. di Viminacio. » Monsig. Tommaso Trussoni, Arcivescovo tit. di Gerapoli 21 » di Siria. 9 gennaio 194.1. Monsig. Ippolito Trehiou, Vescovo di Vannes. » Monsig. Gioacchino Bonardi, Vescovo tit. di Pergamo. •17 » 18 » » Monsig. Andrea Maria Elia Jarosseau, Vescovo tit. di Sauatra. Monsig. Giovanni Casado Obispo, Vescovo tit. di Barata. 19 » Monsig. Giorgio Rossi, Vescovo tit. di Lebesso. 22 » Monsig. Giovanni Biermans, Vescovo tit. di Gargara. 24 » Monsig. Gaspare Klein, Arcivescovo di Paderborn. 26 » Monsig. Fiorenzo Cervino y Gonzales, Vescovo di Orense. 31 » Monsig. Gaudenzio Mannelli, Arcivescovo di Aquila. 9 febbraio Monsig. Placido Angelo Rey-Lemos, Vescovo tit.diPelusio. 12 » 10 Martii 1941 A n . et vol. XXXIII (Ser. U, v. VIH)-Num. 3 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA PII PP. XII CONSTITUTIONES APOSTOLICAE ; I DE BATAVIA (DE SE MARANO) ... VICARIATUS APOSTOLICUS DE BATAVIA DI SMEMBRA TUR ET NOVUS ERIGITUR VICARIATUS APOSTOLICUS DE SEMARANG. PIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM Vetus de Batavia Vicariatus Apostolicus, in Malesia abhinc centum prope annos erectus, pluries iam dispertitus, in tres partes a fel. rec. Pio Papa Undecimo, Decessore Nostro, binis Apostolicis Litteris sub anulo Piscatoris diebus vicesima et vicesima quinta Aprilis mensis anno millesimo nongentesimo tricesimo secundo datis, iterum divisus est, et duae novae Praefecturae de Bandomg et Poemvokerto erectae sunt et constitutae, ita tamen ut reliquum Vicariatus illius territorium, iisdem Praefecturis interpositis, in duas non contiguas partes disiectum reman­ serit, unam nempe in occidentalibus, alteram in centralibus Iavae in­ sulae regionibus. Nunc autem quum assiduis Societatis Iesu aliarumque religiosa­ rum familiarum Missionariorum laboribus non mediocres illic evan­ gelicae praedicationis fructus percepti sint, peropportunum visum est ACTA, vol. V I I I , n, 3. -10-3-941 6 66 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale utramque Vicariatus de Batavia partem per suum quamque Praesulem in posterum regendam esse. libenter igitur Venerabilis Fratris Petri Willekens, Episcopi titu­ laris Zo ra veni et Vicarii Apostolici de Batavia, precibus annuere decre­ vimus, quibus a Nobis postulatum est ut eiusdem Vicariatus territorii pars centralis in novum erigeretur Vicariatum Apostolicum a Semarang urbe ibidem exstante de Semarang seu Semarangensem nuncupandum ; eo vel magis quod Praesulis illius petitionem, a dilecto Filio Societatis Iesu Praeposito Generali commendatam, venerabilis Fratris Ioannis Panico, Archiepiscopi Titularis Iustinianensis et Delegati Apostolici Australasiae, menti consonam esse noverimus, qui elapso anno Indiarum Nederlandicarum Orientalium missiones visitaverat. Quare de venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium Sacrae Congregationi de Propaganda Fide praepositorum consilio ac suppleto, quatenus opus sit, quorum intersit vel eorum qui sua inte­ resse praesumant consensu, omnibus mature perpensis, illud Vica­ riatus Apostolici de Batavia territorium, quod in civili provincia Iavae centralis, vulgo Miääen-Java, situm est, quodque conterminas habet Praefecturas Apostolicas de Poerwokerto ad occidentem et de Soerabaia ad orientem, iisdem quibus nunc continetur finibus, suprema auctoritate Nostra ex eodem de Batavia Vicariatu distrahimus ao separamus, et in novum erigimus et constituimus Vicariatum Aposto­ licum; eumque de Semarang seu Semarangensem appellari volumus et iubemus, atque apostolicis Societatis Iesu curis, ad Nostrum tamen et x\postolicae Sedis beneplacitum, concredimus. Novo igitur Vicariatui de Samarang eiusque pro tempore Vicariis Apostolicis omnia tribuimus iura et privilegia, honores et potestates, quibus ceteri Vicariatus Apostolici eorumque Antistites iure communi fruuntur et gaudent, eosque iugiter iisdem adstringimus oneribus et obligationibus, quibus ceteri adstringuntur. Quae omnia, ut supra disposita et constituta, rata ac valida esse volumus et iubemus, contrariis quibuslibet minime obstantibus. Ha­ rum vero Litterarum transumptis vel excerptis, etiam impressis, manu tamen alicuius Notarii publici subscriptis et sigillo viri in ecclesiastica dignitate vel officio constituti munitis, eamdem prorsus volumus haberi fidem, quae hisce Litteris haberetur, si ipsaemet exhibitae vel ostensae forent. Nemini autem hanc paginam dismembrationis, erectionis, constitu­ tionis, commissionis, statuti et voluntatis Nostrae infringere vel ei contraire liceat. Si quis vero id ausu temerario attentare praesumpserit. Acta PU Pp. XII 67 indignationem omnipotentis Dei et beatorum Apostolorum Petri et Pauli se noverit incursurum. Datum Romae apud S. Petrum, anno Domini millesimo nongentesimo quadragesimo, die quinta et vicesima Iunii mensis, Pontificatus Nostri anno secundo. I. Card. GRANITO DI BELMONTE tf. Collegii Decanus P. Card. FUMASONI BIONDI S. G. de Propaganda Fide Praef. Alfonsus Carinci, Proton. Apost. Vincentius Bianchi Cagliesi, Proton. Apost. Loco ® Plumbi Reg. in Cane. Ap., vol. LXIV, n. 2 - Al. Trussardi. II DE BAHAMAS PRAEFECTURA APOSTOLICA DE BAHAMAS AD VICARIATUS APOSTOLICI GRADUM EVEHITUR. PIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM Laeto animo ad Vicariatus Apostolici gradum evehere solent Ro­ mani Pontifices Praefecturas illas, in quibus catholica res ob Missio­ nariorum sollertiam progressus notatu dignos sit consequuta. Cum ita­ que Praefectura Apostolica de Bahamas, monachis Abbatiae S. Ioannis de Collegeville, Ordinis S. Benedicti, multos abhinc annos concredita, ob assiduos illorum labores magna quoad fidelium et operum missio­ nalium frequentiam proximis hisce temporibus, Deo favente, suscepe­ rit incrementa, Nos, de venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Car­ dinalium S. Congregationi de Propaganda Fide praepositorum consilio, venerabilis Fratris Amleti Ioannis Cicognani, Archiepiscopi titularis Laodicensis in Phrygia, Delegati Apostolici in Foederatis Americae Sep­ tentrionalis Statibus, cuius advigilantiae Apostolica Praefectura illa commissa est, sententia perpensa, ad Vicariatus Apostolici, gradum illam provehere statuimus. Suppleto igitur, quatenus opus sit, quorum inter­ sit, vel eorum qui sua interesse praesumant consensu, Nos, apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, Praefecturam illam de Bahamas in Vica- 68 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ria tum Apostolicum evehimus, erigimus et constituimus, iisdem servatis nomine ac finibus, ipsumque Monachis Abbatiae de Collegeville O. S. B. etiam in posterum, ad Nostrum tamen et Apostolicae Sedis beneplaci­ tum, concreditum volumus. Novo autem huic Vicariatui de Bahamas eiusque pro tempore Vicariis omnia tribuimus iura, privilegia, honores et potestates, quibus ceteri per orbem Vicariatus Apostolici eorumque Praesules iure communi fruuntur et gaudent, eosque pariter iisdem adstringimus oneribus et obligationibus, quibus ceteri adstringuntur. Ve­ nerabilem insuper Fratrem Ioannem Bernardum Kevenhoerster, Epi­ scopum titularem Camulianensem, hodiernum de Bahamas Praefectum Apostolicum, in primum novi erecti Vicariatus Apostolici Praesulein renunciamus et constituimus cum omnibus iuribus et privilegiis, oneri­ bus et obligationibus pastorali huic ofiicio inhaerentibus. Quae omnia, uti supra disposita et constituta, rata ac valida esse volumus et iube­ mus, contrariis quibuslibet minime obstantibus. Harum vero Litterarum transumptis aut excerptis, etiam impressis, manu tamen alicuius notarii publici subscriptis et sigillo viri in ecclesiastica dignitate vel ofiicio constituti munitis, eamdem prorsus volumus haberi fidem, quae hisce Litteris haberetur, si ipsaemet exhibitae vel ostensae forent. Nemini au­ tem hanc paginam evectionis, erectionis, commissionis, statuti, conces­ sionis, constitutionis, mandati et voluntatis Nostrae infringere vel ei contraire liceat. Si quis vero ausu temerario id attentare praesumpserit, indignationem omnipotentis Dei ac beatorum Apostolorum Petri et Pauli se noverit incursurum. Datum Romae apud S. Petrum, anno Domini millesimo nongente­ simo quadragesimo primo, die quintadecima mensis Ianuarii, Pontifi­ catus Nostri anno secundo. ALOISIUS Card. MAGLIONE P. Card. FUMASONI BIONDI a Secretis Status S. C. de Propaganda Fide Praef. Ioseph Wilpert, Decanus Collegii Proton. Apost. Arthurus Mazzoni, Proton. Apost. Loco ©i Plumbi Reg. in Conc. Ap., vol. LXIV, n. Ifi - Al. Trussardi. Suprema Sacra Congregatio S. Officii 69 ,. ACTA 88. CONGREGATIONIIM , SUPREMA SACRA CONGREGATIO S. OFFICII - : I ' • • DECRETUM PROSCRIPTIS LIBRI Feria IV, die 19 Februarii 1941 In generali consessu Supremae Sacrae Congregationis Sancti Officii Emi ac Revmi DD. Cardinales rebus fidei ac morum tutandis praepo­ siti, audito RR. DD. Consultorum voto, damnarunt atque in Indicem librorum prohibitorum inserendum mandarunt librum qui inscribitur : STROOTHENKE WOLFANG, Erbpflege und Christentum. Et sequenti Feria V, die 20 eiusdem mensis et anni, Ssmus D. N. Pius divina Providentia Papa XII, in solita audientia Exc. D. Adsessori Sancti Officii impertita, relatam Sibi Emorum Patrum resolutionem ad­ probavit, confirmavit et publicari iussit. Datum Romae, ex Aedibus S. Officii, die 22 Februarii 1941. Romulus Pantanetti, Supr. S. Congr. 8. Officii Notarius. II NOTIFICATIO Suprema S. Congregatio Sancti Officii, attento etiam Decreto die 26 Maii 1937 edito « De novis cultus seu devotionis formis non introdu­ cendis, deque inolitis in re abusibus tollendis » (Cfr. A. A. 8., 1937, pp. 304r-305), associationem « La Crociata Mariana » prohibuit, primitus in civitate Pratensi erectam, et iam anno 1937 ab Etruriae Episcopis pro dioecesibus illius regionis proscriptam. * Datum Romae, ex Aedibus S. Officii, die 8 Martii 1941. Romulus Pantanetti, Supr. S. Congr. S. Officii Notarius. * Cfr. L'Osservatore Romano diei 31 Iulii a. 1937. 70 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS PROVISIO ECCLESIARUM Ssmus Dominus Noster Pius, divina Providentia Papa XII, succes­ sivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae se­ quuntur Ecclesias de novo Pastore providere dignatus est, nimirum : die 9 Februarii 1941. — Titulari episcopali Ecclesiae Nisyriensi prae­ fecit Exc. P. D. Augustum Osvaldum Salinas, hactenus Episcopum Temucensem, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Iosephi M. Caro Ro­ dríguez, Archiepiscopi S. Iacobi in Chile. die 22 Februarii. — Metropolitanae Ecclesiae Monterrejensi Exc. P. D. Gulielmum Tritschler, hactenus Episcopum Sancti Ludovici Potosiensis. die 6 Martii. — Cathedralibus Ecclesiis Calvensi et Theanensi Revmum D. Hyacinthum Tamburini, Rectorem Seminarii Coniaclensis. SACRA CONGREGATIO CONCILII CATANEN. RESERVATIONIS DIGNITATUM CAPITULARIUM Die 15 Iunii 19!fi - Pius IV diplomate diei 17 Aprilis 1565 Capitulum cathedrale Catanense, antea monasticum, monachis nempe S. Benedicti concreditum, in saeculare convertit, suppressis et extinctis antiquis di­ gnitatibus et canonicatibus, et erectis quatuor aliis dignitatibus ac duo­ decim canonicis et totidem presbyteris, seu clericis beneficiatis, hébdomadariis nuncupandis. Cetera omnia ut antea servavit, inter quae ob­ servantiam, in eodem Capitulo inolitam, vi cuius « tam dignitatum quam canonicatuum et praebendarum ac simplicium beneficiorum sic erectoSPECIES PACTI. Sacra Congregatio Concilii 71 rum... collatio, provisio et omnimoda dispositio ad ipsum Episcopum Catanien. pro tempore exsistentem pleno iure pertineret ». Defuncto Pio IV, quin Bullae apostolicae expedirentur, Pius V per Bullam In eminenti diei 9 Februarii 1568 a suo Antecessore Pio IV statuta approbavit et confirmavit. Deinde, anno 1639, Episcopus Catanensis quatuor dignitatibus antea erectis quintam addidit, cuius collationem sibi attribuit. Memoratas has dignitates Archiepiscopi Catanenses usque modo con­ tulerunt, immo et post promulgatum Codicem Iuris canonici hodiernus praesertim Archiepiscopus hoc ius sibi competere contendit, idque vi privilegii apostolici, non abrogati per canonem 4 eiusdem Codicis. Contradicente vero Dataria Apostolica, ab eadem quaestio huic Sa­ crae Congregationi definienda delata est. - In primis, quod quintam dignitatem spectat, ab Episcopo Catanensi erectam quin accesserit apostolicum privilegium, nullum est dubium quod Sanctae Sedi nunc sit reservata. Sed et de ceteris idem sentiendum esse videtur. Advertendum autem est ex Regula IV Cancellariae Apostolicae non omnes dignitates capi­ tulares fuisse Sanctae Sedi reservatas, sed tantummodo «omnes digni­ tates maiores post Pontificales in cathedralibus, etiam Metropolitanis et Patriarchalibus », idest primam tantum dignitatem post Pontificalem. Nec officit in relata Regula Cancellariae pluralitas : omnes dignitates, quia, ut adnotat Riganti in Regulas Cancellariae Apostolicae (tom. I, in reg. IV, § 1, 7) « pluralitas illa resolvitur in singularitatem, et respi­ cit pluralitatem ecclesiarum non autem pluralitatem dignitatum maio­ rum vel principalium eiusdem ecclesiae ». Quapropter, quoad ceteras dignitates, praeter primam post Ponti­ ficalem, Ordinarius Catanen. non potest sibi ius vindicare easdem con­ ferendi vi Bullae S. Pii V, qui, cum non essent reservatae, Bulla ex hoc capite nil aliud continebat nisi id quod tunc temporis erat ius com­ mune. Mutata hodie lege per Codicem I. C, et illa dispositio mutetur necesse est. Praeterea, observantia seu consuetudo in re de qua est quaestio, vi cuius omnes dignitates capitulares ab Episcopis Catanensibus conferebantur, inducta iam erat tempore quo Capitulum cathedrale erat mona­ sticum; nec constat a privilegio apostolico eandem consuetudinem esse repetendam, vel privilegium ipsum sanxisse Pontifices Pium IV et Pium V. Siquidem Pius IV diplomate anni 1565 Capitulum monasticum in saeculare convertit, ceteris omnibus, ut antea, servatis, sive quoad ANIMADVERSIONES. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale numerum dignitatum, canonicatuum et beneficiorum, sive quoad inolitam observantiam tunc vigentem, vi cuius dignitates et canonicatus ab Episcopis Catanensibus in mensibus quoque Papalibus conferebantur. Pius vero V, Bulla In eminenti anni 1568, statuta ët incoepta sui De­ cessoris, nihil addens vel innovans, probavit et confirmavit : « Conces­ sionem Praedecessoris huiusmodi ...Auctoritate apostolica tenore prae­ sentium... approbamus et confirmamus». Iamvero consuetudinem, licet peculiari apostolica approbatione et confirmatione munitam, naturam non mutare, nec vim apostolici privi­ legii induere in comperto est. Verum, etsi in casu ageretur de apostolico privilegio, abrogatum hoc fuisse videtur praesertim per canonem 1 4 3 5 § 1 generatim statu entern, omnes dignitates... ad normam canonis 3 9 6 § 1 esse reservatas Sedi Apo­ stolicae, nulla proinde exclusa dignitate ex quocumque titulo. Et ca­ non 3 9 6 § 1 modo absoluto et inconditionato praescribit quod « collatio dignitatum... Sedi Apostolicae reservatur». Quod confirmatur, a for­ tiori, ex analogia cum canone 4 0 3 , quo Ordinariis reservatur collatio ca­ nonicatuum et beneficiorum, firma tantum contraria fundationis lege. RESOLUTIO. - In plenariis autem Comitiis die 15 Iunii 1 9 4 0 habitis, Emi Patres huius Sacrae Congregationis ad propositum dubium : « An dignitates Capituli cathedralis Catanensis post Codicem promulgatum/, sint Apostolicae Sedi reservatae », responderunt : Affirmative. Quam resolutionem in Audientia diei 20 eiusdem mensis, referente subscripto eiusdem S. Congregationis Secretario, Ssinus Dominus Pius Pp. XII benigne approbare et confirmare dignatus est. I. BRUNO, Secretarius. Sacra Paenitentiaria 73 Apostolica ACTA TRIBUNALIUM SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA DECRETUM SACERDOTIBUS, QUI IN PECULIARIBUS CUSTODIAE LOCIS DETINENTUR, FACULTAS CONCEDITUR SACRAMENTALEM EORUM CONFESSIONEM AUDIENDI, QUI IISDEM IN LOCIS QUAVIS DE CAUSA COMMORANTUR. Ut facilius spirituali eorum saluti prospiciatur qui nunc temporis in peculiaribus custodiae locis a publica Auctoritate detinentur, Sacra Paenitentiaria Sacerdotibus, qui eamdem vitae rationem participant, Apostolica Auctoritate, concedit facultatem confessionem sacramenta­ lem eorum omnium audiendi, qui vel in iisdem conditionibus versantur vel pro suo munere in iisdem locis commorantur, dummodo praedicti Sacerdotes iurisdictionem ad confessiones excipiendas a proprio Ordi­ nario iam habuerint neque eadem privati fuerint. Pacta autem de his relatione Ssmo Domino Nostro Pio div. Prov. Pp. XII ab infra scripto Cardinale Paenitentiario Maiore in Audientia diei 15 vertentis mensis, idem Ssmus Dominus Noster Decretum Sacrae Paenitentiariae approbavit, confirmavit et publicandum mandavit. Datum Romae, ex aedibus S. Paenitentiariae, die 22 Februarii 1941. L. Card. LAURI, Paenitentiarius Maior. L. © S. S. Luzio, Regens. 74 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale SACRA ROMANA ROTA i Causae quae in Tribunali Sacrae Romanae Rotae actae sunt anno 1940, quarum definitiva sententia editur tantum in parte dispositiva. I. ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, A. Jullien, A. Fidecicchi. Promotor Iustitiae: V. Bartoccetti. Vinculi Defensor deputatus: I. Kauer. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: F. Fournier. Dubium: «An sententia Rotalis diei 12 Novembris 1935 sit confir­ manda, vel infirmanda, in casu ». Sententia diei 2 Ianuarii : « Confirmandam esse, ideoque non con­ stare de matrimonii nullitate, in casu ». BONONIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensor deputatus: I. Benedetti. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: P. Rutili. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 3 Ianuarii: «Negative». I I . MESSANEN. - NULLITATIS MATRIMONII I I I . N. N . - NULLITATIS MATRIMONII ex capite impotentiae mulieris. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensor deputatus: I. Pendola. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: E. Ruffini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 3 Ianuarii : « Negative ». TV. INTERAMNEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: F. Bersani. Sacra Romana Bota 75 Dubium : « An sententia Rotalis diei 14 Maii 1938 sit confirmanda, vel infirmanda, in casu». Sententia diei 5 Ianuarii : « Confirmandam esse, ideoque non con­ stare de nullitate matrimonii, in casu». V. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusam indissolubilitatem et ob vim et'metum. Turnus Rotalis: C. Pecorari, Ponens, H. Caiazzo, F. Roberti. Vinculi Defensor deputatus: G. Cesterie. Advocatus: T. Ragusa. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 10 Ianuarii: «Negative». VI. KIWLCW. -- NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensor deputatus: I. Benedetti. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: A.'Mittiga. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 16 Ianuarii : «Affirmative ». VII. N. N . - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensor deputatus: E. Suárez. Advocatus: C. Bernardini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 17 Ianuarii: «Negative». V I I I . BONONIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite defectus con­ sensus. Turnus Rotalis: I. Teodori, Ponens, C. Pecorari, H. Caiazzo. Vinculi Defensor deputatus: G. Cesterie. Advocati: P. A. d'Avack, A. C. Jemolo. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 19 Ianuarii : « Affirmative ». IX. PARISIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusam indissolubili­ tatem. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, A. Jullien, H. Quat­ trocolo. Promotor Iustitiae: V. Bartoccetti. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Acta 76 Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Advocati: I. B. Ferrata, I. Kauer. Dubium: « An sententia Rotalis diei 12 Novembris 1936 sit con­ firmanda, vel infirmanda, in casu». Sententia diei 29 Ianuarii : « Infirmandam esse, ideoque non constape de matrimonii nullitate, in casu ». X. N. N. - NULLITATIS MATRIMONII ob impotentiam mulieris. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensor deputatus: I. M. Casoria. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: P. Ciprotti. Dubium: ((An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 31 Ianuarii: «Negative». XI. NEO-EBORACEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob intentionem contra indissolubilitatem. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensor deputatus: C. Da Silva. Advocatus: I. Benedetti. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 31 Ianuarii : « Negative ». XII. ZAGRARIEN. - SEPARATIONIS. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Advocati ex mandato gratuiti patrocinii: I. Benedetti, pro actrice; I. Torre, pro convento. Dubium : « An locus sit separationi coniugum a toro, mensa et co­ habitatione, in casu ». Sententia diei 16 Februarii : « Negative ». XIII. N. N. - NULLITATIS MATRIMONII ob impotentiam viri et DI­ SPENSATIONIS SUPER RATO. Turnus Rotalis: A. Wynén, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensor deputatus: Agatangelus a Langasco. Advocatus: E. Ruffini. Dubia: I. « An constet de matrimonii nullitate, in casu »; et qua­ tenus negative: I I . «An consilium praestandum sit Ssmo pro dispen­ satione super rato et non consummato, in casu ». Sententia diei 16 Februarii : Ad I : « Negative ». Ad II : « Affir­ mative». Sacra Romana Bota 77 XIV. FRIBURGEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: I. Teodori, Ponens, C. Pecorari, H. Caiazzo. Vinculi Defensor deputatus: Àgatangelus a Langasco. Advocatus: I. Torre. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 16 Februarii : « Negative ». XV. N. N . - NULLITATIS MATRIMONII ob impotentiam viri et DISPEN­ SATIONIS SUPER RATO. Turnus Rotalis: A. Jullien, Ponens, H. Quattrocolo, A. Wynen. Vinculi Defensoris Substitutus: I. Stella. Advocatus: C. Bernardini. Dubia: I. « An constet de nullitate matrimonii, in casu »; et qua­ tenus negative : I I . « An consilium praestandum sit Ssmo pro dispen­ satione super matrimonio rato et non consummato, in casu ». Sententia diei 16 Februarii : Ad I et II : « Negative ». XVI. VINDOBONEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusam indissolu­ bilitatem. Turnus Rotalis: C. Pecorari, Ponens, H. Caiazzo, F. Roberti. Vinculi Defensor deputatus: A. Leduc. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: R. Giove, Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 21 Februarii: «Negative». XVII. FLORENTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite conditionis appositae et ex defectu consensus. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, A. Jullien, A. Fidecicchi. Vinculi Defensor deputatus: I. Pendola. Advocatus: N. Patrizi. Dubium: « An sententia Rotalis diei 31 Iulii 1937 sit confirmanda, vel infirmanda, in casu». Sententia diei 26 Februarii : « Infirmandam esse, ideoque constare de matrimonii nullitate, in casu ». XVIII. PARENTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensor deputatus: I. Benedetti. 78 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Advocatus: D. Lazzarato. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 28 Februarii : « Negative ». X I X . ZAGRABIEN. - SEPARATIONIS. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, C. Pecorari. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Advocati ex mandato gratuiti patrocinii: R. Giove, pro actore; C. Da Silva, pro conventa. Dubium: « An et cuius culpa separatio concedenda sit, in casu ». Sententia diei 2 Martii : « Locum non esse separationi perpetuae ex causa adulterii, utpote compensati; locum esse separationi ad tem­ pus indeterminatum ob iniurias, et quidem culpa utriusque coniugis, in casu ». ob clandestinitatem. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensoris Substitutus: I. Stella. Advocatus: I. Ojetti. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 5 Martii : « Negative ». XX. VINDOBONEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob defectum consensus. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, C. Pecorari. Vinculi Defensoris Substitutus: A. Del Corpo. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: R. Romano. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 16 Martii : «Negative». X X I . FLORENTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensor deputatus: R. Bigador. Advocatus: C. Bernardini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 20 Martii: « Negative. X X I I . ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII X X I I I . ANGELORUM SANCTI DIDACI. - NULLITATIS MATRIMONII ex ca­ pite vis et metus ac simulationis. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, A. Canestri, I. Teo­ dori. Sacra Romana Rota 79 Vinculi Defensor deputatus: I. Benedetti. Advocatus ex- mandato gratuiti patrocinii: I>. Lazzarato. Dubium : « An sententia Rotalis diei 10 Novembris 1931 sit confir­ manda, vel infirmanda, in casu ». Sententia diei 29 Martii : « Confirmandam esse, ideoque non con­ stare de matrimonii nullitate, in casu ». XXIV. PARISIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusam indissolu­ bilitatem. Turnus Rotalis: A. Jullien, Ponens, F. Roberti, A. Fidecicchi. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: H. Benvignati. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 0 Aprilis : « Negative ». XXV. N . N . - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: C. Pecorari, Ponens, H. Caiazzo, A. Fidecicchi. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Vinculi Defensor deputatus: I. Kauer. Advocatus: R. Romano. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 10 Aprilis : « Negative ». XXVI. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ob vim et metum. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensor deputatus: G. Cesterie. Advocatus: A. Mittiga. Dubium : « An sententia Rotalis diei 29 Ianuarii 1937 sit confir­ manda, vel infirmanda, in casu». Sententia diei 13 Aprilis : « Infirmandam esse, ideoque constare de nullitate matrimonii, in casu ». XXVII. TAURINEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: S. Janasik, Ponens, A. Canestri, I. Teodori. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: I. Limongelli. Dubium: «An sententia Rotalis diei 27 Aprilis 1938 sit confir­ manda, vel infirmanda, in casu». Sententia diei 20 Aprilis : « Confirmandam esse, ideoque non con­ stare de nullitate matrimonii, in casu ». so Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale XXVIII. D E GUADALAJARA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite defe­ ctus consensus. Turnus Rotalis: S. Janasik, Ponens, A. Canestri, I. Teodori. Vinculi Defensor deputatus: S. M. Vitale. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: E. Ruffini. Dubium: ((An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 20 Aprilis : « Negative ». XXIX. N. N. - NULLITATIS MATRIMONII ob impotentiam viri et DI­ SPENSATIONIS SUPER RATO. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensor deputatus: F. Fournier. Advocati: P. Mottis, B. Pellegrini. Dubia: I. « An constet de matrimonii nullitate, in casu »; et qua­ tenus negative : I I . ((An consilium praestandum sit Ssmo pro dispen­ satione super matrimonio rato et non consummato, in casu ». Sententia diei 23 Aprilis : Ad I. « Negative ». Ad I I . « Affirmative ». XXX. SALISBURGEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob clandestinitatem. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, H. Caiazzo. Vinculi Defensor deputatus: A. Leduc. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: I. Ojetti. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 23 Aprilis : « Affirmative ». XXXI. TRIPOLITANA MARONITARUM. - NULLITATIS MATRIMONII ex ca­ pite consanguinitatis atque vis et metus. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, A. Jullien, H. Quat­ trocolo. Vinculi Defensor deputatus: I. Kauer. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: C. Bernardini. Dubium: « An sententia Rotalis diei 9 Maii 1936 confirmanda, vel infirmanda sit, in casu ». Sententia diei 3 Maii: ((Confirmandam esse, ideoque constare de nullitate matrimonii, in casu ». XXXII. PLATIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis : A. Jullien, Ponens, H. Quattrocolo, A. Wynen. Vinculi Defensoris Substitutus: I. Stella. Sacra Romana 81 Rota Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: T. Ragusa. Dubium : « An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 4 Maii : « Negative ». XXXIII. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, F. Roberti. Vinculi Defensor deputatus: S. M. Vitale. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: A. Carabini. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 4 Maii : « Negative ». XXXIV. COSENTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, F. Roberti. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: H. Tupini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 7 Maii : « Negative ». XXXV. Vic. Ar. DE LULTJA ET KATANGA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: I. Teodori, Ponens, H. Caiazzo, A. Fidecicchi. Vinculi Defensor deputatus: C. Da Silva. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: C. Bernardini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 17 Maii : « Affirmative ». XXXVI. NERITONEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite conditionis appositae. Turnus Rotalis : I. Grazioli, Decanus, Ponens, A. Jullien, H. Quat­ trocolo. Vinculi Defensoris Substitutus: I. Stella. Advocatus : A. D'Alessandri. Dubium: « An sententia Rotalis diei 18 Novembris 1937 sit confir­ manda, vel infirmanda, in casu ». Sententia diei 27 Maii : « Confirmandam esse, ideoque non constare de matrimonii nullitate, in casu». XXXVII. PARISIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensoris Substitutus : A. Del Corpo. ACTA, vol.. VII f, n. 3. — 10-3-941 7 82 » Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Advocati: I. B. Ferrata, T. Ragusa., Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 28 Maii : « Affirmative ». XXXVIII. PARISIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob intentionem contra indissolubilitatem. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, F. Roberti. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: H. Benvignati. Dubium: ((An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 28 Maii : « Negative ». XXXIX. BERYTEN. MARONITARUM. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite clandestinitatis. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: P. Guidi. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 1 I u n i i : «Affirmative». XL. MONTIS REGALIS. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Wynën, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: M. D'Alfonso. Dubium: ((An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 8 Iunii : « Affirmative ». XLI. BRIOCEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite defectus consensus et ob exclusam indissolubilitatem. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, A. Fidecicchi. Vinculi Defensor deputatus: I. M. Casoria. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: F. Fournier. Dubium: a An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 8 I u n i i : «Negative». XLII. N. N. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensor deputatus: I. Calvi. Advocatus: M. D'Alfonso. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 12 Iunii : « Negative ». Sacra Romana Rota 83 XLIII. N. N. - NULLITATIS MATRIMONII oo exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Vinculi Defensor deputatus: R. Bigador. Advocati: I. Kauer, R. Romano. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 15 Iunii : « Affirmative ». XLIV. PARISIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusa bona sive fidei sive sacramenti. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, G. Heard, S. Ja­ nasik. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: A. Mittiga. Dubium: «An sententia Rotalis diei 3 Augusti 1933 sit confir­ manda, vel infirmanda, in casu ». Sententia die 25 Iunii : « Confirmandam esse, ideoque non con­ stare de matrimonii nullitate, in casu ». XL V. IANUEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob simulatum consensum. Turnus Rotalis: S. Janasik, Ponens, A. Canestri, I. Teodori. Vinculi Defensor deputatus: F. Fournier. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: I. Ojetti. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 27 Iunii : « Negative ». XL VI. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: I. Teodori, Ponens, F. Roberti, A. Fidecicchi. Vinculi Defensor deputatus: I. Benedetti. Advocatus: M. D'Alfonso. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 28 Iunii : « Negative ». XLVII. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus.. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensoris Substitutus : A. Del Corpo. Advocatus: A. Mittiga. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 6 Iulii : « Negative ». Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale XLVIII. - HILDESHEIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusam in­ dissolubilitatem . Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, C. Pecorari. Vinculi Defensor deputatus: F. Fournier. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: R. Romano. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 10 Iulii : « Negative ». XLIX. - G U AD AL A J AREN. - PROPRIETATIS ET IURIUM. Turnus Rotalis: A. Jullien, Ponens, H. Quattrocolo, A. Wynen. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Advocati: I. B. Ferrata, D. Lazzarato. Dubia: I. « Utrum Domino N. competat proprietas hospitalis de quo agitur et adnexorum; an eadem bona piam Fundationem consti­ tuant, in casu » ; et quatenus affirmative ad primam partem dubii primi : I I . « An eidem Domino N. ius competat dimittendi sorores N. N., ab hospitali et adnexis, in casu » ; et quatenus negative ad primam partem et affirmative ad secundam partem primi dubii : I I I . « An Dominus N. restituere piae Fundationi teneatur quae ex hospitali et adnexis perce­ perit, in casu». IV. ((Utrum Domino N. competat proprietas domus olim Canonici A., an eadem domus pertineat ad piam Fundationem, in casu » ; et quatenus affirmative ad secundam partem quarti dubii : V. (( An Dominus N. restituere piae Fundationi teneatur, quae ex domo olim Canonici A. perceperit in casu ». Sententia diei 11 I u l i i : I. Ad primam partem: ((Negative»; ad secundam partem : « Eadem bona constituere piam Fundationem, sensu lato, in casu». I I . «Negative». I I I . ((Teneri restituere quae iniuria perceperit, in casu». IV. Ad primam partem: ((Negative»; ad secun­ dam partem : « Affirmative ». V. « Affirmative quoad iniuria percepta, in casu ». L. RECINETEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus et ob «exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: I. Teodori, Ponens, C. Pecorari, H. Caiazzo. Vinculi Defensor deputatus: Agatangelus a Langasco. Advocatus: I. B. Nicola. Dubium: ((An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 12 Iulii : « Negative ». Sacra Romana 85 Rota ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensor deputatus: E. Suárez. Advocatus: C. Bernardini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 13 Iulii : « Negative ». L I . ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII L I I . REGINATEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite defectus consen­ sus, et vis et metus. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, A. Jullien, F. Ro­ berti. Vinculi Defensor: I. Trezzi. Advocatus: I . B . Ferrata. Dubium: « An sententia Rotalis diei 19 Iunii 1934 sit confirmanda, vel infirmanda, in casu ». Sententia diei 16 Iulii : « Confirmandam esse, ideoque non constare de matrimonii nullitate, in casu ». L U I . Vic. A P . AEGYPTI. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: S. Janasik, Ponens, A. Canestri, I. Teodori. Vinculi Defensoris Substitutus : A. Del Corpo. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: C. Bernardini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 25 Iulii : « Negative ». LI V. ROMANA. - IURIUM ET DAMNORUM. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, C. Pecorari. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Advocati: C. Bernardini, pro actore; H. Ben vignati, pro convento. Dubia: I. «An constet de iniuria et diffamatione, in casu»; et quatenus afìirmative : I I . « Qua ratione applicandum sit praescriptum c. 2 3 5 5 contra iniuriarum et diffamationis actores ». Sententia diei 26 I u l i i : Ad I. «Affirmative, ad primam partem ; negative, ad secundam ». Ad I I . a) « Quoad actionem poenalem : non habere locum neque contra Rev. Dominum N . , ob defectum accusationis ex parte Promotoris iustitiae; neque contra accusatos a Promotore iu­ stitiae, scilicet auctores et delatores litterarum anonymarum, utpote adhuc ignotos»: b) «Quoad actionem contentiosam de satisfactione et reparatione damnorum : I Rev. Dnum N., utpote probatum iniuriarum o 86 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale auctorem, teneri ad omnes expensas processuales necnon patronorum honoraria; 2° Praesentem decisionem sententiae in folio officiali perio­ dico N. IST. esse publican dam ». ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocati: I. B. Ferrata, I. Ojetti. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 27 Iulii : « Affirmative ». L V . PARISIEN. - NULLITATIS MATRIMONII ob amentiam viri. Turnus Rotalis: H. Caiazzo, Ponens, F. Roberti, A. Fidecicchi. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: P. A. D'Avack. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 30 Iulii : « Affirmative ». L V I . FIRMANA. - NULLITATIS MATRIMONII L V I I . ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite ms et metus at­ que ob exclusam indissolubilitatem. Turnus Rotalis: A. Jullien, Ponens, H. Quattrocolo, A. Wynen. Vinculi Defensor deputatus: E. Suárez. Advocatus: C. Bernardini. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 30 Iulii : « Negative ». Exsecutionis sententiae. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensor: I. Trëzzi. Advocati: I. B. Ferrata, I. Torre. Dubium: «An N. N. transire possit ad alias nuptias inconsulta Sancta Sede ». Sententia diei 30 Iulii: ((Nihil obstare ex noviter deductis, quo­ minus N. N. ad novas transeat nuptias ». L V I I I . BRIXINEN. - NULLITATIS MATRIMONII. N. N. - NULLITATIS MATRIMONII ob impotentiam viri. Turnus Rotalis: I. Teodori, Ponens, C. Pecorari, H. Caiazzo. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: C. Da Silva. Dubia: I. «An constet de nullitate matrimonii, in casu»; et qua- LIX. Sacra Romana Rota 87 tenus negative : I I . « An consilium praestandum sit Ssmo pro dispen­ satione super matrimonio rato et non consummato, in casu». Sententia diei 2 Augusti : Ad I. « Negative ». Ad I I . « Affirmative, vetito viro transitu ad alias nuptias ». LX. TERGESTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ob defectum consensus et ob vim et metum. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, H. Caiazzo. Vinculi Defensor deputatus: S. M. Vitale. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: R. Romano. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 3 Augusti : « Affirmative ». LXI. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: C. Pecorari, Ponens, H. Caiazzo, F. Roberti. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: C. Bernardini. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 5 Augusti : « Negative ». LXII. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: I. Grazioli, Decanus, Ponens, F. Roberti, A. Fi­ decicchi. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: M. Mantovani. Dubium : « An sententia Rotalis diei 25 Iulii 1938 sit confirmanda, vel infirmanda, in casu ». Sententia 5 Augusti : « Infirmandam esse, ideoque constare de ma­ trimonii nullitate, in casu ». LXIII. BERGOMEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Jullien, Ponens, H. Quattrocolo, A. Wynen. Vinculi Defensor deputatus: I. M. Pinna. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: E. Ruffini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia 17 Octobris : « Negative ». LXIV. LUCEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus atque ob defectum consensus, et DISPENSATIONIS SUPER RATO. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. 88 Acta Apostolicae Sedis - Comment-ariwm Officiale Y inculi Defensor deputatus: S. M. Vitale. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: R. Giove. Dubia: I. «An constet de nullitate matrimonii, in casu »; et qua­ tenus negative : I I . « An consilium praestandum sit Ssmo pro dispen­ satione super matrimonio rato et non consummato, in casu ». Sententia diei 21 Octobris: Ad I. «Affirmative». Ad I I . «Provi­ sum in primo ». LXV. TAURINEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, C. Pecorari. Vinculi Defensor deputatus: S. M. Vitale. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: I. Benedetti. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 26 Octobris: «Negative». LXVI. FLORENTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensoris Substitutus : A. Del Corpo. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: A. Carabini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 29 Octobris : « Negative ». LXVII. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: A. Carabini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 30 Octobris: «Affirmative». LXVIII. N. N. - NULLITATIS MATRIMONII ob vim et metum, ob exclu­ sum bonum prolis, ob exclusam indissolubilitatem. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Vinculi Defensor Substitutus : I. Stella. Advocatus: C. Bernardini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 31 Octobris : « Negative ». LXIX. - KIELCEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Jullien, Ponens, F. Roberti, A. Fidecicchi. Vinculi Defensor deputatus: I. Calvi. 89 S aera Romana Rota Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: M. D'Alfonso. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 7 Novembris : « Negative ». ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, C. Pecorari. Vinculi Defensor deputatus: R. Bigador. Advocatus: I. Torre. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 32 Novembris «Negative». L X X . ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: C. Pecorari, Ponens, H. Caiazzo, F. Roberti. Vinculi Defensor deputatus: I. Benedetti. Advocati: I. Kauer, I. Szelchauz. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 13 Novembris: « Negative)). L X X I . PINSKEN. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, A. Fidecicchi. Vinculi Defensoris Substitutus: A. Del Corpo. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: A. Carabini. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 16 Novembris : « Affirmative ». L X X I I . ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII L X X I I I . TERGESTINA. - NULLITATIS MATRIMONII OÒ conditionem ap­ positam. Tumiis Rotalis: A. Jullien, Ponens, H. Caiazzo, F. Roberti. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus: R. Romano. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 16 Novembris : « Negative ». ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: H. Quattrocolo, Ponens, A. Wynen, G. Heard. Vinculi Defensor deputatus: F. Romita. Advocatus: T. Ragusa. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 20 Novembris : « Negative ». L X X Î V . THEATINA. - NULLITATIS MATRIMONII 90 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale LXXV. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: S. Janasik, Ponens, A. Canestri, I. Teodori. Vinculi Defensoris Substitutus : I. Stella. Advocatus ex mandato gratuiti patrocinii: I. Benedetti. Dubium : « An sententia Rotalis diei 20 Iulii 1938 sit confirmanda, vel infirmanda, in casu ». Sententia diei 21 Novembris : « Infirmandam esse, ideoque con­ stare de nullitate matrimonii, in casu ». LXXVI. ROMANA. - NULLITATIS MATRIMONII ob conditionem apposirtam et ob simulatum consensum. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, S. Janasik. Promotor Iustitiae: I. Pendola. Vinculi Defensoris Substitutus: I. Stella. Advocatus: R. Fiamingo. Dubium: a An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 23 Novembris : « Negative ». LXXVI!. FLORENTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, I. Teodori, C. Pecorari. Vinculi Defensor deputatus: I. M. Casoria. Advocatus: A. Catelani. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 30 Novembris: «Negative». LXXVIII. NEAPOLITANA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: C. Pecorari, Ponens, H. Caiazzo, F. Roberti. Vinculi Defensoris Substitutus : A. Del Corpo. Advocatus: I. Torre. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 3 Decembris : « Negative ». LXXIX. BACIEN. SUBOTICA. - NULLITATIS MATRIMONII ex capite vis et metus. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S. Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensor deputatus: I. Calvi. Advocati: I. Kauer, R. Romano. Dubium: «An constet de nullitate matrimonii, in casu». Sententia diei 14 Decembris : « Affirmative ». 91 Sacra "Romana Rota L X X X . FLORENTINA. - NULLITATIS MATRIMONII ob conditionem appo­ sitam. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, S . Janasik, A. Canestri. Vinculi Defensor deputatus: S. M. Vitale. Advocatus: G. Rossi-Amadori. Dubium: « An constet de nullitate matrimonii, in casu ». Sententia diei 28 Decembris : « Negative ». - II Causae quae eodem anno 1940 transactae fuerunt, vel quae absque definitiva sententia, ex peculiaribus circumstantiis, finem habuerunt; quibus adduntur decreta quoad recursus contra libellorum reiectionem. I . BEROLINEN. - Nullitatis matrimonii, ob exclusum bonum prolis atque intentionem, contra indissolubilitatem, coram R. P. D. Guillelmo Heard. Cum per annum nullus actus processualis positus fuerit, R. P. D. Po­ nens, decreto diei 2 Ianuarii, declaravit causam esse desertam, et acta causae in archivo reponi iussit. Nullitatis matrimonii, ex capite vis et metus atque ob exclusam unitatem, coram R. P. D. Arcturo Wynen. Cum actrix per biennium nullum actum iudicialem posuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 3 Ianuarii, ad normam can. 1736, declaravit instan­ tiam esse peremptam atque acta in archivo reponi iussit. I I . PARISIEN. - I I I . NEAPOLITANA. - Nullitatis matrimonii, super reiectione libelli, coram R. P. D. Henrico Quattrocolo. Turnus Rotalis ad videndum super libelli reiectione in casu coadu­ natus, die 24 Ianuarii decrevit actricis libellum, a Curia Neapolitana reiectum, admittendum esse, in casu. IV. VELITERNA. - Finium paroecialium, super reiectione libelli, co­ ram R. P. D. Arcturo Wynen. Turnus Rotalis die 24 Ianuarii decrevit reiectionem libelli a Tribunali Veliterno pronuntiatam esse confirmandam. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale V. FRIBURGEN. - Nullitatis matrimonii, ob vim et metum, coram R. P. D. Ioanne Teodori. Cum in causa, intra tempus a iure statutum, nullus actus proces­ sualis positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 26 Ianuarii, appel­ lationem declaravit desertam et acta in archivo reponi iussit. VI. OLODIEN. - Nullitatis matrimonii, ob vim et metum atque ob ex­ clusum bonum prolis, coram R. P. D. Ioanne Teodori. Cum nullus actus processualis positus fuerit per annum, R. P. ' D . Po­ nens, decreto diei 26 Ianuarii, appellationem declaravit desertam et acta in archivo reponi iussit. VII. SIRACUSANA. - Nullitatis matrimonii, ex capite vis et metus, co­ ram R. P. D. Henrico Caiazzo. Cum nullus actus processualis per annum positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 27 Ianuarii, ad normam can. 1736, appellationem declaravit desertam. V I I I . PRATEN. - Nullitatis matrimonii, ob exclusum bofium prolis at­ que ob impotentiam viri, coram R. P. D. Henrico Quattrocolo. Cum pars conventa supremum obierit diem, R. P. D. Ponens, decreto 5 Februarii, mandavit ut acta causae reponerentur in archivo. IX. SANCTI MINIATI. - Nullitatis matrimonii, ob errorem personae, ob conditionem appositam, ob simulationem consensus, coram R. P. D. An­ drea Jullien. Cum per annum nullus actus processualis positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 13 Martii, declaravit appellationem esse desertam. X. ARETINA. - Nullitatis matrimonii, super reiectione libelli, coram R. P. D. Henrico Quattrocolo. Turnus Rotalis die 20 Martii decrevit confirmandam esse reiectionem libelli a Tribunali Aretino pronuntiatam. XI. VINDOBONEN. - Nullitatis matrimonii, ex capite vis et metus, co­ ram R. P. D. Caesare Pecorari. Cum nullus actus processualis per annum positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 28 Martii, ad normam can. 1736, instantiam perem­ ptam declaravit. Sacra Romana Rota 93 XII. ROMANA. - Nullitatis matrimonii , o b conditionem appositam, co­ ram R. P. D. Henrico Gaiazzo. Cum nullus actus processualis per annum positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 17 aprilis, ad normam can. 1736, appellationem de­ cía vit desertam. XIII. TAURINEN. - Nullitatis matrimonii, ex capite vis et metus, co­ ram R. P. D. Alberto Canestri. Cum die 27 Decembris 1 9 3 9 pars actrix petierit ut in causa proce­ datur ad ulteriora iuxta can. 1 7 3 3 , at litteris diei 8 Martii 1940 proposito renuntiaverit, R. P. D. Ponens, decreto diei 25 Aprilis, mandavit ut causa reponatur in archivo. XIV. BASILEEN. - Nullitatis matrimonii, ob impotentiam viri, ob de­ fectum consensus, ob errorem circa personam, coram R. P. D. Andrea Jullien. Cum actrix appellationi renuntiaverit, R. P. D. Ponens, decreto diei 14 Maii, renuntiationem a parte conventa non impugnatam, R. D. De­ fensore vinculo audito, admittendam censuit et decrevit acta in archivo reponi. XV. ATREBATEN. - Nullitatis matrimonii, ex capite vis et metus, co­ ram Excmo P. D. Iulio Grazioli, Decano. Attenta renuntiatione actricis atque perpenso voto R. D. Defenso­ ris vinculi, Excmus P. D. Decanus Ponens, decreto diei 16 Maii, factam renuntiationem ratam habuit et acta causae in archivo reponi iussit. XVI. W RATI SUA viEN. - Nullitatis matrimonii, ob amentiam viri, co­ ram R. P. D. Ioanne Teodori. Cum nullus actus processualis ab anno et ultra positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 18 Maii, appellationem desertam declaravit et acta in archivo reponi iussit. XVII. CREMONEN. - Nullitatis matrimonii, ex capite vis et metus, coram R. P. D. Ioanne Teodori. Cum per annum et amplius nullus actus processualis positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 18 Maii, appellationem declaravit deser­ tam et acta in archivo reponi iussit. XVIII. BERGOMEN. - Nullitatis matrimonii, ob affinitatem ex copula illicita atque ob vim et metum, coram R. P. D. Arcturo Wynën. 94 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Cum Defensor vinculi S. Rotae renuntiaverit prosecutioni appellatio­ nis, a Defensore vinculi Mediolanensi interpositae post duplicem sen­ tentiam conformem, Turnus Rotalis, die 20 Maii coadunatus, renuntia­ tionem acceptavit. XIX. PANORMITANA. - Nullitatis matrimonii, super reiectione libelli, coram R. P. D. Henrico Caiazzo. Turnus Rotalis die 1 Iunii decrevit libelli reiectionem, a Tribunali Panormitano statutam decreto diei 1 Maii 1939, esse confirmandam. XX. MEDIOLANEN. - Nullitatis matrimonii, super reiectione libelli, co­ ram R. P. D. Henrico Caiazzo. Turnus Rotalis die 1 Iunii decrevit recursum adversus decretum Tri­ bunalis Mediolanensis diei 15 Februarii 1939 esse reiciendum. XXI. VERSALIEN. - Nullitatis matrimonii, super reiectione libelli, co­ ram R. P. D. Henrico Quattrocolo. Turnus Rotalis die 26 Iunii declaravit decretum Tribunalis Versalien­ sis infirmandum esse et procedendum ad ulteriora. XXII. NEO-EBORACEN. - Nullitatis matrimonii, ob conditionem apposi­ tam, coram R. P. D. Caesare Pecorari. Cum nullus actus processualis per annum positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 31 Iulii, ad normam can. 1736, causam peremptam declaravit. XXIII. PUTEOLANA. - Hereditatis, coram R. P . D. Guillelmo Heard. Attenta renuntiatione actoris, et auditis R. D. Promotore iustitiae necnon parte conventa, R. P. D. Ponens, decreto diei 26 Octobris, di­ ctam renuntiationem admisit et acta "iri archivo reponi iussit. XXIV. CONSTANTIEN. - Proprietatis et Diffamationis, coram R. P. D. Arcturo Wynen. Cum actor prosecutioni appellationis renuntiaverit, R. P. D. Ponens, decreto diei 9 Novembris, appellationem desertam declaravit et acta in archivo reponi iussit. XXV. ECCLESIEN. - Nullitatis matrimonii, super reiectione libelli, co­ ram R. P. D. Stanislao Janasik. Turnus Rotalis die 21 Novembris decrevit Tribunalis Ecclesiensis de­ cretum diei 10 mensis Februarii .1940 infirmandum esse. Sacra Romana Rota 95 X X V I . FLORENTINA. - Nullitatis matrimonii, od impotentiam viri, co­ ram R . . P . . D. Guillelmo Heard. Cum nullus actus processualis per annum positus fuerit, R. P. D. Po­ nens, decreto diei 3 Decembris, appellationem declaravit desertam et acta in archivo reponi iussit. Separationis, coram R . P. D. Andrea Jullien. Cum per annum nullus actus processualis positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 5 Decembris, ad normam can. 1736, appellationem desertam declaravit. X X V I I . BELOGRADEN. - Pensionis, coram R . P. D. Andrea Jullien. Cum per biennium nullus actus processualis positus fuerit, R. P. D. Ponens, decreto diei 9 Decembris, acta in archivo reponi iussit. X X V I I I . OASALEN. - X X I X . TAURINEN. - Nullitatis matrimonii, ob defectum consensus, co­ ram R. P. D. Henrico Quattrocolo. Perlonga mora attenta, qua nullum actum processualem ponere cu­ ravit pars actrix ad appellationem prosequendam, decreto diei 29 De­ cembris declaravit R. P. D. Ponens appellationem esse desertam, acta­ que causae in archivo reponi mandavit. 96 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale DIARIUM R O M A N A E CURIAE SACRA CONGREGAZIONE DEI RITI Martedì, 18 febbraio 1941, nel Palazzo Apostolico Vaticano, con l'inter­ vento degli Emi e Revmi Signori Cardinali e col voto dei Revmi Prelati Offi­ ciali e dei Consultori Teologi componenti la S. Congregazione dei Riti, si è tenuta una nuova Congregazione preparatoria, per discutere il dubbio sopra l'eroismo delle virtù esercitate dal Venerabile Servo di Dio Sacerdote Giovanni Claudio Colin, fondatore della Società di Maria e delle Suore Mariste. Martedì, 4 marzo 1941, nel Palazzo delle Congregazioni a S. Callisto, alla presenza dell'Emo Signor Cardinale Eugenio Tisserant, Ponente o Relatore della causa di beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Teresa di Gesù (Alessia Le Clerc), fondatrice delle Canonichesse Regolari di S. Ago­ stino, dèlia Congregazione di Nostra Signora, si è adunata la S. Congrega­ zione dei Riti antepreparatoria, nella quale i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Padri Consultori hanno discusso sopra due miracoli che si asseriscono operati ad intercessione della predetta Venerabile Serva di Dio. SEGRETERIA DI STATO NOMINE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare : 13 febbraio 1941. L'Ulmo e Revmo Monsig. Arturo Allgeier, i Revmi Sacer­ doti Alberto Clamer e Luciano Cerfaux, e i Revmi Padri Bernardo Allo, dell'Ordine dei Frati Predicatori, e Giuseppe Bover, della Compagnia di Gesù, Consultori della Commissione Pontificia per gli Studi Biblici. IT » » U Revmo Sacerdote Giuseppe Freundorfer, Consultore della Commissione Pontificia per gli Studi Biblici. 21 Aprilis 1941 An. et voi. XXXIII (Ser. U, v. VIH)-Num. 4 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA PII PP. XII LITTERAE DECRETALES B. GEMMA B GALGANI, VIRGINI, SANCTORUM HONORES DECERNUNTUR PIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM Sanctitudinis culmen ille haud dubie attingit, qui, ad sacrum fon­ tem nuncupatis votis integram servans fidem et Christi caritatis divi­ tiis affluens, in animi simplicitate cordisque puritate totum Sancti Spi­ ritus charismatibus se tradit. Paucis vero datum est sublimen huiusmodi perfectionis attingere gradum; attamen in Ecclesia Dei nulla unquam aetate et quaquam natione viri defuerunt ac mulieres, qui in christi­ fidelium exemplum et in bonorum solacium proferri possent. Quispiam namque identidem e christiana plebe exoritur, quem quidem humilem et infirmum mundus arbitratur, ille vero, Christi luce conlustra tus, fortes et superbos confundit. Hodie siquidem Nos, qui, licet immerito, ineffabili Dei consilio Beati Petri Apostoli successores, Christi Iesu vices gerimus in terris, inerranti oraculo ad supremos Caelitum honores humilem et mundo fere ignotam Virginem, Gemmam Galgani, eveximus, quae in brevi suae mortalis vitae decursu, vivam Crucifixi imaginem ita in suo corde expressit, ut uni­ versum catholicum orbem stupore et admiratione impleverit, sublimaque commover it teneritudine. Camiliani illa, in parvo Lucensis archidioecesis oppido, in Etruria, ex piis honestisque parentibus, Henrico Galgani et Aurelia Landi, nata ACTA vol. V I I I , n. 4. — 21-4-941 8 98 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale die decima secunda mensis Martii, anno millesimo octingentesimo septua­ gesimo octavo, insequenti die in paroeciali S. Michaelis Archangeli ec­ clesia baptismali aqua abluta est. Lucae vero, in quam urbem vix post mensem ab eius ortu pater domesticos transtulit lares, in ecclesia S. Mi­ chaelis in Foro, anno millesimo octingentesimo octogesimo quinto, die sexta et vicesima Maii mensis sacro chrismate Unita; qua die primum praesciéntiae dono insignita esse dicitur, et, a Spiritu Sancto edocta, dilectissimam matrem paulo post morituram esse rescivisse ; prout re­ vera evenit. Nam sequenti anno, die decima septima mensis Septembris, mulier electa, diro morbo consumpta, sanctissime obiit. Suavissimae matris, quam ardenti diligebat amore mortem, etsi acer­ bissimo dolore, forti et aequo animo tulit. Interea instituenda ac litteris erudienda traditur piae feminae Helenae Guerra, quae Instituti Oblatarum Spiritus Sancti, vulgo Sororum S. Zitae, fundatrix fuit. Qua magistra, tam in litteris addiscendis, quam in sanctimonia non mediocres fecit profectus. Tenellam iam aetatem agens nihil puerile gerebat, atque animi candorem et angelicam mode­ stiam, eximiam pietatem et flagrantem in Deum amorem prae se fere­ bat; potissimum vero erga Iesum Christum Crucifixum, in cuius meditandam et contemplandam Passionem caelitus trahebatur, tenerrimam gerebat pietatem. Vix novennis, studio ardens eucharisticum panem primum recipiendi, anno millesimo octingentesimo octogesimo septimo, die festo Sacratis­ simo Iesu Cordi dicato, voti sui compos facta est; ex quo divino convi­ vio tantam spiritus percepit pinguedinem, ut exinde nihil aliud caperet quam cum Christo in eucharistico mysterio supernaturalem vitam vi­ vere, in virtutes magis in dies, divino Magistro duce, proficere, ac per­ fectionis semitas animosa arripere. Uti plurimorum sanctorum vitam crucis sigillo plerumque notatam legimus, ita Gemmae totus mortalis vitae cursus doloribus repletus fuit atque illa vere dici potest Ulium inter spinas : lilium suavitatis eifundens odorem inter multiplices corporis et animi tribulationum spinas, quae eam continenter pupugerunt. Ac revera tam gravi morbo primum cor­ repta est, ut studia et ipsum pium institutum, ubi degebat, relinquere et ad suam domum reverti sibi necesse fuerit. Alium graviorem morbum invicta tulit patientia anno millesimo octingentesimo nonagésimo sexto, ac deinceps usque ad mortem mala valetudine atque doloribus fere con­ tinuo affecta est. Interea pater eius, iniquorum hominum fraude circumventus, in egestatem redactus et immatura morte praereptus, in summa Acta Pii Pp. XII 99 paupertate liberos reliquit. Gemma vero divinae acquiescens voluntati dilectissimi parentis mortem ac totius rei familiaris iacturam forti animo pertulit. Tum apud amitam in loco vulgo Camaiore aliquandiu perman­ sit, ibique laborando, orando et Christo Domino inhaerendo dies transegit; sed illa, ut honesti viri nuptiarum occasionem vitaret, quippe quae virginitatem suam Iesu illibatam devovisset, gratiis amitae actis, ad propriam domum, licet squalore obsitam et miserrimam, reversa est. Ibi quoque gravibus corporis infirmitatibus afflicta, eas initio ob eius singularem modestiam celare studuit, ne ab arcessitis medicis tangeretur. Interdum, ingravescente morbo, de eius salute desperabatur ; sed, etsi Gemma supremum inhiabat diem, quo ad caelestem Sponsum sibi advolare fas esset, Deus tamen eam adhuc diuturna infirmitate devexari voluit, donec miro modo, uti fertur, convalesceret. Interea mirifica haec sanatio magis ac magis in eius corde divini amoris flammam accendat; ac ut debitas pro beneficio Deo gratias referret, religiosam vitam in ali­ quo pio instituto amplecti statuit ; sed, quamvis omni ope id consequi contenderet, voti compos fieri minime potuit. Aliud erat de electissima virgine illa Dei consilium. Hinc etenim ardentiori in Christum Iesum cruci affixum amore ferebatur, ita ut nihil antiquius haberet, nihil dulcius quam, procul ab humanarum rerum strepitu, sanctissima Iesu Chri­ sti vulnera meditari, eiusque passionis cruciatuum se quodammodo par­ ticipem fieri, ut resurrectionis et gloriae compos aliquando foret. Anno millesimo octingentesimo nonagésimo nono eximia Dei Famulae pietas et modestia cuiusdam piissimae Lucensis familiae, cognomento Giannini, tantam excitavit admirationem, ut, in domum suam tamquam filiam eam humaniter receperit. Novo in hoc domicilio Gemma, ad spiritualis vitae exercitiis vacandum sollicitior facta, nihil tamen omittebat, ut familia­ ribus negotiis vel humilibus, praecipue infirmorum curae, praesto esset ; diutinos cum electa illa femina, Caecilia Giannini, quae ipsi quasi mater fuit adoptiva, de Iesu rebusque spiritualibus sermones habebat ; a saeculi vanitatibus prorsus abhorrebat ; toto animi ardore in contemplanda Chri­ sti passione magnum diei spatium insumebat, atque intimam die no­ ctuque cum Deo unionem habebat. Plures probati testes enarrant Dei Famulam Gemmam, postremis suae vitae annis frequenter extra sensus raptam, diuturnas et admirabiles exstases, uti de multis sanctis legitur, habuisse, et eximiis a Deo gratiis cumulatam esse; quas inter illa po­ tissimum recensetur, qua ita Gemma in sua virginea carne vivam Iesu Christi imaginem reddidit, ut singula Eius passionis supplicia mystice passa sit, et arcana quadam virtute, palmas pedesque quasi transfixos clavis et latus velut acuta cuspide vulneratum senserit, vulnerumque ei- 100 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale catrices seu Stigmata aliquando visibilter appararent. Item fertur illa ipsius Domini Iesu et Virginis Mariae apparitione, Angeli sui consue­ tudine, eorumque collocutione saepissime dignata esse ; aliasque extraor­ dinarias supernorum charismatum manifestationes saepe saepius ha­ buisse. Quae quidem omnia, ab ipsa Serva Dei, sui spiritus moderatoris iussu, latius ac difïusius litteris mandata, plane demonstrare videntur, pergrandem electae Virginis Gemmae mentis et cordis fuisse cum Christo unionem, ita ut vere cum Apostolo Paulo dicere posset : Christo confixa sum Cruci ; vivo autem iam non ego ; vivit vero in me Christus. His in adiunctis Dei Famula, quae iampridem in aliquam religiosam familiam adscita Deo servire exoptaverat, ad institutum Sanctimonialium a Passione Iesu Christi se vocari arbitrata est, ut asperiorem pos­ set ducere vitam et dominicam Passionem impensiori posset contemplari studio; quod quidem praecipuus est finis, in sacram veluti hereditatem suis asseclis a sanctissimo conditore Paulo a Cruce relictus. Instanter ergo postulavit, ut in huiusmodi sanctimonialium virginum domum, quae Tarquiniae in Etruria extabat, reciperetur ; sed pio Gemmae desiderio plures obstabant difficultates, infirma praesertim eius valetudo et ipsa insuetae supernorum charismatum effusionis fama quae ferebatur, donec morbus, quo tentari coeperat, ita invaluit ut spem omnem ëriperet. At­ tamen etsi Monialibus a Passione adscribi nequit, spiritualiter tamen inter eas adscisci meruit, ob emissam privatim earumdem votorum pro­ fessionem. Ceterum in saeculo degens, sui spiritus moderatoribus piissimis viris s. m. Ioanne Volpi Praesule et P. Germano a S. Stanislao, Congregationis Clericorum Ss. Crucis et Passionis D. N. I. C. Presby­ tero, mirando religiosae vitae spectaculo et christianae perfectionis exem­ plo erat : ipsa namque virtutes omnes tum théologales tum morales he­ roico exercuit gradu ; et haud dubie dici potest tota eius vita in virtutum exercitatione fuisse posita. Sanctam vero vitam, totam absconditam cum Christo in Deo transactam, divini amoris vi magis quam morbi consumptam, die undecima Aprilis mensis, anno millesimo nongentesimo ter­ tio, in pervigilio Paschatis Resurrectionis, placidissime in sui caelestis Sponsi amplexu cum immortali vita commutavit. Vix demortua, exanime corpus, lugubri veste Religiosarum a Pas­ sione S. Pauli a Cruce indutum, solemni pompa in coemeterium delatum, in exculto tumulo conditum est. Sanctimoniae Dei Famulae fama, apud multos, ipsa vivente, pervulgata, post eius obitum non solum permansit, vero etiam magis in dies augebatur. Quare septem post annos de Famulae Dei Gemmae Galgani, virginis saecularis, Beatificationis et Canoniza­ tionis Causa coeptum est agitari, et primum quidem in Lucensi curia Acta Pii Pp. XII 101 processus ordinarius constructus est, ut tempestive de Famulae Dei vita et sanctitate monumenta colligerentur, actore Instituto a Cruce et Pas­ sione D. N. I. C, cuius sodalibus semper ipsa spiritualiter fuit addi­ cti ssima. Quo processu condito, processus quoque peracti sunt tum su­ per scriptis tum super non cultu, quem vocant, et ad sacrorum Rituum Congregationem delati; ac, servato iuris ordine, fel. rec. Benedictus De­ cimus quintus, Antecessor Noster, sua manu die vicesima octava Aprilis mensis, anno millesimo nongentesimo vicesimo introductionis Causae commissionem signavit. Quare statim apostolicus processus ad iuris tra­ mitem de Servae Dei virtutibus et miraculis inceptus est et Pisis pera­ ctus ; rite vero, venerabili Fratre Nostro Ianuario S. B. E. Cardinale Granito Pignatelli di Belmonte, Episcopo AJbanensi, Causae Ponente, in comitiis tum antepraeparatoriis et praeparatoriis, tum generalibus di­ scussum est super dubio de Famulae Dei virtutum tlieologalium et car­ dinalium heroicitate; quae disceptatio cum felicem sortita fuerit exitum, fel. rec. Decessor Noster Pius Undecimus, vicesima nona die men­ sis Novembris, anno millesimo nongentesimo trigesimo primo, constare edixit : de virtutibus theologalibus Fide, Spe, Caritate tum in Deum tum in proximum, neo non de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperan­ tia, Fortitudine earumque adnexis, Famulae Dei Gemmae Galgani, in gradu heroico, in casu et ad effectum de quo agitur. Mox autem ad eiusdem venerabilis Servae Dei Beatificationis Decre­ tum obtinendum de binis miraculis, quae, illius virginis patrocinio im­ plorato, a Deo patrata dicebantur, disceptatum est atque, omnibus ser­ vatis de iure servandis, idem quem supra memoravimus Pontifex Pius Un­ decimus, quinta Februarii mensis die anno extra ordinem iubilari, mil­ lesimo nongentesimo trigesimo tertio, constare decrevit de duobus mi­ raculis, Venerabili Gemma Galgani intercedente, a Deo patratis, nempe : Instantaneae perfectaeque sanationis tum Mariae Menicucci ab arthrosinovite thraumatica dexteri genus, tum sacerdotis Tllyxis Fabrisi a gravi ulcere varicoso in dextera tibia. Die vero undevicesima eiusdem mensis et anni Decreto edito, quod de tuto nuncupatur, Apostolicae sub anulo Piscatoris Litterae ab eo­ dem Summo Pontifice quartadecima die mensis Maii, eodem anno, da­ tae sunt, quibus venerabilis Dei Famula Gemma Galgani, Virgo saecu­ laris Lucensis, Beata renuntiabatur ; et eadem die beatificationis solemnia in Basilica Vaticana ingenti pompa et fidelium frequentia celebrata sunt. Hisce vix peractis, nova iam ferebantur ab omnipotente Deo, Beatae illius Virginis patrocinio implorato, miracula; quare de causae reassum­ ptione ad Beatae Gemmae canonizationem obtinendam, enixae per dile- 102 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ctum Filium Aegidium a Sacris Cordibus e Congregatione Clericorum excalceatorum Ss. Crucis et Passionis D. N. T. C, sollertissimum nobi­ lis huius Causae Postulatorem, ad Apostolicam Sedem oblatae sunt pre­ ces, quibus Decessor Noster Pius Undecimus benigne annuens, Commis­ sionem reassumptionis Causae Canonizationis die sexta et vicesima Iulii mensis, eodem anno, sua manu signavit; atque duo profecto proposita sunt Sanctae Sedis iudicio miracula ad canonizationem ipsam assequen­ dam. Ambo haec miracula in oppido Consentinae archidioecesis vulgo Lappano ita evenisse feruntur. Elisa Scarpelli Eosarii et Natalinae Gallo filia, decimum annum agens, Septembri mense, anno millesimo nongen­ tesimo trigesimo secundo, in sinistra gena tentari coepit morbo, quem Lupum vulgarem medici appellant, quique adeo brevi succrevit, ut ul­ cerosa adénites et fistulosus sinus sanie manans adderentur. Omnibus medicis curis incassum adhibitis, quartadecima die mensis Maii, se­ quenti anno, matutinis horis, dum morbus adhuc suo vigore saeviebat, Beata Gemma unice fuit invocata ; circa autem undecimam horam, dum in Vaticana Basilica Gemmae eiusdem Beatificationis solemnia ageban­ tur, Elisa, super ulcerosam genam suam novensilis Beatae imagine impo­ sita eiusque ope ardentius implorata, illico se sanatam vidit ; ulcera enim pelle contecta, fístula autem omnino clausa inventa sunt, nullo morbi consectario remanente. Sanationem instantanearn et perfectam in medica arte periti verum miraculum conclamaverunt. Miraculum alterum ita evenisse describitur. Natalis Scarpelli q. Ioan­ nis et Angelae Scarpelli, ex eodem quod supra diximus oppido Lappano, iam ab anno millesimo nongentesimo duodevicesimo varicibus in sinistro praesertim crure affectus, die tertia Aprilis mensis anni millesimi non­ gentesimi trigesimi quinti ob accidentale trauma in eodem laevo crure cutis lacerationem passus est, quae diu neglecta in ulcus varicosum cito evasit. Serotinis horis trigesimae sequentis mensis Maii diei morbo in­ gravescente, infirmus eiusque filia et uxor fervida prece Beatae Gemmae patrocinium ad sanationem obtinendam invocant, apposita quoque de Beatae reliquiis particula super ulcus sanie manans. Mane facto, nova peius ulceri obducta, siccaque inventa fascia vulnus obvolvens, nullus amplius dolor, nullum infirmitatis vestigium. Natalis ad pristina rediit officia perfecte sanatus ; periti vero physici unanimi consensu sanatio­ nem illam ultra naturae vires contigisse declararunt. De duabus his miris sanationibus instructis iudicialibus tabulis, ter de more in sacrorum Rituum Congregationis comitiis, nempe in ante­ praeparatoria et praeparatorio coetu diebus vicesima octava Iunii et quintadecima Novembris, anno millesimo nongentesimo trigesimo octavo, Acta Pii Pp. XII 103 et die vicesima quarta Ianuarii subsequentis anni coram Pio Papa Un­ decimo disceptatum est, et a venerabili Fratre Ianuario S. R. E. Cardi­ nale Granito Pignatelli di Belmonte, Episcopo Ostiensi et Albanensi, Causae Relatore, proposito dubio : An et de quibus miraculis constet, post indultam Beatae Gemmae Galgani ab Apostolica Sede veneratio­ nem, in casu et ad' effectum de quo agitur, omnes Patres Cardinales, Of­ ficiales Praelati et Patres consultores suam aperuerunt mentem; Sum­ mus vero Pontifex suam dare distulit sententiam; quam paulo post dilecto Filio Salvatori Natucci, Promotori Generali Fidei, favorabilem esse dixit et approbationis decretum praeparari iussit, ad proximam decimam no­ nam Februarii mensis diem coram Se promulgandum. Verumtamen quum Deo placuisset fidelissimum Servum suum ad pro­ merita praemia aeterna die decima eiusdem mensis advocare, Nos, qui, licet immerito, illi in supremo pontificio munere successimus, acta om­ nia in nobilissima hac Causa approbantes, ad Nos arcessiri iussimus die vicesima sexta mensis Martii, Dominica Passionis, venerabiles Fratres Nostros S. R. E. Cardinales Ianuarium Granito Pignatelli di Belmonte, Causae Ponentem, et Carolum Salotti, S. Rituum Congregationis Prae­ fectum, nec non dilectos Filios Alfonsum Carinci, eiusdem S. Congre­ gationis a Secretis, et Salvatorem Natucci, Fidei Promotorem Genera­ lem ; divinoque sacrificio pie oblato, solemniter ediximus : Constare de duobus miraculis a Deo per Beatae Gemmae Galgani intercessionem pa­ tratis, nempe de instantánea perfectaque sanatione tum Elisae Scarpelli a morbo dicto « Lupus vulgaris » in gena sinistra cum adenitibus submaxillaribus exulceratis et fistulosis, tum Natalis Scarpelli a grave ulcere varicoso in sinistro crure. Ut autem iuridice constaret a Sacrorum Rituum Congregatione om­ nia in hac Causa iuxta Sacros Canones rite peracta esse, dubium erat discutiendum : an, stante approbatione duorum miraculorum post in­ dultam Beatae Gemmae Galgani ab Apostolica Sede venerationem, tuto procedi posset ad solemnem ipsius Canonizationem. Die igitur secunda Maii, superiore anno, coram Nobis in generalibus comitiis dubium hoc propositum est, cui omnes adstantes tum Cardinales, tum Officiales Prae­ lati et Consultores unanimi suffragio affirmative responderunt. Nos vero Nostram edere sententiam distulimus, ut a Deo maiori illustraremur lumine ; et die tertia et vicesima Iulii eodem anno, Tuto procedi posse ediximus ad solemnem Beatae Gemmae Galgani, Virginis, canoniza­ tionem. Quibus omnibus uti supra peractis, ut in tanti momenti negotio con­ stitutus a Praedecessoribus Nostris ordo servaretur, primum Venerabi- 104 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Offici-ale les Fratres Nostros S. R. E. Cardinales die undecima Decembris men­ sis praeterito anno apud Nos in Palatii Apostolici Vaticani aula in Consistorium secretum arcessivimus ; in quo venerabilis Frater Noster S. R. E. Cardinalis Carolus Salotti, Episcopus Praenestinus, Praefe­ ctus Congregationis Sacrorum Rituum, brevem prius sermonem habuit de vita et miraculis tum Beatae Mariae a S. Euphrasia Pelletier, Vir­ ginis monialis professae, tum Beatae Gemmae Galgani, atque acta om­ nia recensuit, quae in earumdem Beatarum Virginum Causis a S. Rituum Congregatione perstricto examine admissa et approbata sunt ; Nos dein singulorum Patrum Cardinalium suffragia exquisivimus atque excepi­ mus. In Consistorium vero publicum die septima mensis Martii decurrentis anni eosdem Patres Cardinales iterum apud Nos coëgimus, in quo dilectus Filius Aloisius Philippus Re, sacrae aulae consistorialis Advo­ catus, relatis breviter vita et miraculis Beatae Gemmae pro eius Cano­ nizatione institit, prout similiter egit pro Beata Maria a S. Euphrasia alter Advocatus Augustus Milani. Nos autem novis hisce sanctitudinis gemmis fulgens Ecclesiae exornare diadema simulque nova exempla ho­ minibus ad imitandum proponere valde exoptare significavimus, et iuxta postulationem ac oblata vota concedere ut Nostri Pontificatus cursus harum duarum virginum consecratione decoretur, in Petrianae Basili­ cae maiestate solemniter habenda. Attamen Nos, quamvis rem properare vehementer cuperemus, gravissimam hanc causam antea decernere nolle diximus quam in Consistorio Semipublico, quod vocatur, in quo tum Purpurati Patres tum Sacrorum Antistites, qui ad suam cuiusque men­ tem hac super re aperiendam convenerint, sententiam de more rogavissemus ; omnes porro adstantes admonuimus ut Spiritus Sancti lumen menti Nostrae, suis adhibitis precibus, interea conciliaient. Mandavimus igitur ut singulis venerabilibus Fratribus S. R. E. Cardinalibus, Patriarchis, Archiepiscopis et Episcopis, nec non Praelatis seu Aboatibus nulliusj quibus ius est, breve commentarium mitteretur de Bea­ tae Gemmae Galgani vita, virtutibus et miraculis, nec non in eius Causa actorum omnium, ut, re cognita et perspecta, suam quisque pos­ set sententiam ferre et Nobis aperire ; ad diem vero quartam p. e. mensis Aprilis illos in Consistorium semipublicum coram Nobis in aula Palatii Apostolici Vaticani convocavimus ut de Beatarum Mariae a S. Euphrasia Pelletier et Gemmae Galgani Canonizatione ageretur. Nos autem, eos antea allocuti, quid de propositis Causis sentirent Nobis­ que alius ex alio quid opinarentur ultro aperteque Nobiscum commu­ nicare vellent ab ipsis exquisivimus. Exceptis vero adstantium suffra­ giis, Nos concordi voce concordique animo illos Nobiscum consentire Acta Pii Pp. XII 105 laetati sumus admodum ac pro certo habere inquimus communem sen­ tentiamNostram illorum et christifidelium omnium votis ac precibus respondere. Nihil igitur cunctandum esse duximus ut mentem Nostram aperiremus ; Nobis scilicet deliberatum esse diximus rem in Petriana Basilica sollemni apparatu sollemnibusque caerimoniis agere die secunda proximi mensis Maii, Ascensioni D. N. Iesu Christi dicata. Atque interea eos omnes rogavimus preces suas ne intermitterent, ut laetabilis eventus iste ad Dei gloriam, per sancte vivendi exempla manifestandam, summopere conferre posset, id quoque comprecantes ut hoc, quod omnes communi­ bus votis praestolabantur, cum Catholicae Ecclesiae, tum universo hu­ mano generi, trepidis in praesens affiictisque rebus laboranti, propitium, faustum ac salutare esset. De quibus instrumenta, a dilectis Filiis Apostolicae Sedis Protono­ tariis exarata, in S. Romanae Ecclesiae tabularium perferri iussimus. Quum itaque auspicatissima a Nobis praestituta dies advenerit, plurimi tam saecularis quam regularis cleri ordines, Romanae Curiae Praesules et Officiales una cum venerabilibus Fratribus Abbatibus, Epi­ scopis, Archiepiscopis, Patriarchis atque S. R. E. Cardinalibus ad Pa­ triarchalem Basilicam Vaticanam, magnificentissimo decoratam appa­ ratu et innumeris splendentem luminibus, atque praegrandi fidelium stipatam frequentia convenerunt ; eamque Nos quoque, devota illis sup­ plicatione praeeuntibus, solemni pompa ingressi sumus ; atque, devotis­ sime Ssmae Eucharistiae Sacramento adorato, ad Nostram adivimus cathedram, ibique sedimus. Tum venerabilis Frater Noster S. R. E. Car­ dinalis Carolus Salotti, Episcopus Praenestinus, Sacrorum Rituum Con­ gregationis Praefectus et huic Canonizationi procurandae praepositus, per dilectum Filium Augustum Milani, Consistorialis Aulae Nostrae Advoca­ tum, a Nobis instante?' postulavit, ut sanctitatis infula Beatas Virgines Mariam a S. Euphrasia, Pelletier et Gemmam Galgani honestare vellemus et eas Sanctas ab universa catholica Ecclesia haberi debere Nostro inerranti oraculo pronunciaremus. Quod quidem cum iterum ac tertio, instantius nempe et instantissime uti de more factum sit, omnium San­ ctorum patrocinio invocato et Sancto Divino Spiritui admotis precibus ad lumen menti Nostrae uberius implorandum, ut Ipse in hac tanti mo­ menti re Nos regeret et dirigeret, Nos, universalis catholicae Ecclesiae Magister, ex cathedra una super Petrum Domini voce fundata, falli nesciam hanc sententian/sollemniter hisce pronunciavimus verbis: Ad hono­ rem Sanctae et Individuae Trinitatis, ad exaltationem fidei catholicae et christianae religionis augmentum, auctoritate Domini Nostri Iesu 106 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Christi, Beatorum Apostolorum Petri et Pauli ac Nostra, matura deli­ beratione praehabita et divina ope saepius implorata, ac de venerabi­ lium Fratrum Nostrorum Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalium, Pa­ triarcharum, Archiepiscoporum et Episcoporum in Urbe exsistentium consilio, Beatas Mariam a Sancta Euphrasia Pelletier et Gemmam, Galgani Sanctas esse decernimus, et definimus ac Sanctorum catalogo ad^scribimus; statuentes ab Ecclesia universali illarum memoriam quolibet anno, die earum natali, nem.pe Beatae Mariae a Sancta Euphrasia Pel­ letier die vigesima quarta Aprilis et Beatae Gemmae die undecima Apri­ lis, inter sanctas virgines non martyres pia devotione recoli debere. In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen. Qua Canonizationis formula ita a Nobis pronuntiata, oblatis Nobis a praefato Consistoriali Advocato, eiusdem Cardinalis Procuratoris no­ mine, annuentes precibus, Decretales hasce Litteras Apostolicas de ea­ dem Canonizatione confici expedirique iussimus; ab adstantibus vero Protonotariis Apostolicis ad perpetuam eius memoriam instrumenta con­ fici mandavimus. Gratiis porro ob tantum beneficium Omnipotenti Deo una cum universo adstante clero et populo peractis, novensilium San­ ctarum a Deo Ipso opem primum invocavimus. Homilia dein adstantes allocuti sumus, in qua, hodiernae festivitatis occasioneih nacti, fideles adhortati sumus in tot rerum adversis, quibus premimur, considerare Christi Ascensionem non solum omnium nostrum animos superno affi­ cere solatio, sed etiam spem exacuere atque adaugere caelestis assequen­ dae beatitatis. Nam, inquimus, ut Decessor Noster Leo Magnus ait, Christi Ascensio nostra provectio est, et quo praecessit gloria Capitis, eo spes vocatw* et corporis. Verumtamen ut sempiternam illam, quam Nobis Divinus Redemptor comparavit, gloriam in caelis assequantur, omnino necesse est ut, dum in terris agimus, sanctissimis eius vestigiis insistamus; ad eosque mentis oculos convertamus, qui antequam, qua in praesens fruuntur, felicitatem adipiscerentur, in mortalis huius vitae palaestra difiicultates non paucas luctationesque perpessi sunt, quas quidem, divina suffragante gratia, feliciter superarunt. Considerationi propterea christifidelium proposuimus duas illas caelites, modo sanctitudinis laurea decoratas, earumque breve texuimus elo­ gium, atque utriusque propriam voluimus sanctitatis nota ostendere et ad imitandum proponere, omnesque ad superna oculos e terrifìcis diri belli fluctibus vertere, quo populi fraterna nunc caede vexantur, admonuimus, ut, Christi vestigia Salvatoris sequentes, caelites has virgines, quae iam felices eius gloria fruuntur, suppliciter adprecari non modo ut propitiae velint in nos exsules intueri, nosque per christianae virtutis Acta Pii Pp. XII 107 gradus enitentes, ad sempiternam patriam, divina impetrata gratia, se­ cum ducere ; sed etiam velint a Deo contendere ut gentes ac populi om­ nes, communis naturae communisque Patris ac Creatoris memores, si contentione disiuncti, unitatem, si odio exagitati, concordiam, si simul­ tate digladiantes, pacem tandem aliquando redintegrent. Qua homilia a Nobis perlecta, pontificalem benedictionem ac plena­ riam indulgentiam omnibus praesentibus peramanter impertivimus at­ que mox pontificale sacrum solemni ritu Nos Ipsi, Deo favente, celebra­ vimus. Ita igitur praeclarissimae novensilis huius Sanctae, Gemmae Gal­ gani Virginis, cui nomen omen quaeque flos Dominicae Passionis iure meritoque dicitur, nostris hisce Litteris consecrata memoria, atque om­ nibus quae inspicienda erant rite perpensis, certa scientia, universa et singula, quae antea memoravimus, apostolicae potestatis plenitudine confirmamus, roboramus atque iterum statuimus, decernimus univer­ saeque Ecclesiae Catholicae denunciamus. Volumus autem ut harum Litterarum Decretalium transumptis, sive exemplis, etiam impressis, manu tamen alicuius Notarii Apostolici subscriptis et sigillo munitis, eadem prorsus habeatur fides, quae hiscemet praesentibus haberetur, si exhibitae vel ostensae forent. Si quis vero has Litteras Nostras defini­ tionis, decreti, mandati et voluntatis, ausu temerario, infrigere vel eis contraire seu attentare praesumpserit, indignationem Omnipotentis Dei et Sanctorum Apostolorum Petri et Pauli se noverit incursurum. Datum Romae apud Sanctum Petrum anno Domini millesimo non­ gentesimo quadragesimo, die secunda Maii mensis, in festo Ascensionis D. N. I. C, Pontificatus Nostri anno secundo. Ego PIUS, Catholicae Ecclesiae Episcopus. £g Ego IANUARIUS Episcopus Ostiensis et Albanensis Cardinalis GRANITO PIGNATELLI DI BELMONTE, Decanus Sacri Collegii. £g Ego Fr. T H . P I U S , Ord. Praed., Episcopus Portuensis et S. Rufinae Cardinalis BOGGIANI, Cancellarius S. R. E. 108 ffa Acta Ego £g. Ego Apostolicae Sedis - Commentarium Offici-ale Episcopus Veliternus Cardinalis HENRICUS FRANCISCUS GASPARRI. Episcopus Tusculanus Cardinalis MARCHETTI SEL- VAGGIANÏ. fjft Ego CAROLUS Ego HENRICUS Ego Ego ALEXIUS IOANNES Episcopus Praenestinus Cardinalis SALOTTI. Episcopus Sabinensis et Mandelensis Card. SIBILIA. tituli S. Callisti Presbyter Cardinalis ASCALESI. BAPTISTA tituli S. Mariae in Transpontina Cardinalis NA- SALLI BOCCA DE CORNELIANO. Ego tituli S. Mariae in Cosmedin Cardinalis VERDE. Ego LAURENTIUS tituli S. Pancratii Presbyter Cardinalis tentiarius Maior. LAURI, Ego ALEXANDER ALOISIUS Ego Fr. Ego tituli S. Silvestri in Capite Presbyter Cardinalis RAPHAEL PETRUS Paeni­ LAVITRANO. tituli S. Praxedis Presbyter Cardinalis Rossi. tituli S. Crucis in Hierusalem Presbyter Cardinalis FUMA- SONI-BIONDI. Ego tituli S. Mariae de Victoria Presbyter Cardinalis FRIDERICUS TEDE- SCHINI, Datarius. Ego FRANCISCUS Ego ALOISIUS Ego CAROLUS tituli S. Caeciliae Presbyter Cardinalis MARMAGGI. tituli S. Pudentianae Presbyter Cardinalis MAGLIONE. tituli S. Laurentii in Lucina Presbyter Cardinalis CRE­ MONESI. Ego PETRUS tituli S. Angeli in Foro Piscario Presbyter Card. Ego EUGENIUS BOETTO. tituli S. Mariae supra Minervam Presbyter Cardinalis TISSERANT. Ego ADEODATUS IOANNES tituli S. Priscae Presbyter Cardinalis PIAZZA. Ego HERMENEGILDUS tituli S. Laurentii in Paneperna Presbyter Cardi­ nalis PELLEGRINETTL Ego IOSEPH tituli Ego CAMILLUS S. Mariae in Via Lata Presbyter Cardinalis PIZZARDO. Protodiaconus S. Mariae in Domnica Cardinalis CACCIA DOMINIONI. Ego NICOLAUS S. Nicolai in Carcere Tulliano Diaconus Card. Ego DOMINICUS Ego VINCENTIUS SS. S. Apollinaris Diaconus Cardinalis CANALI. JORIO. Cosmae et Damiani Diaconus Cardinalis LA PUMA. Acta Ego Ego Ego Pii Pp. 109 XII Mariae in Aquiro Diaconus Cardinalis CATTANI. MAXIMUS S. Mariae in Porticu Diaconus Cardinalis MASSIMI. IOANNES S. Georgii in Velo Aureo Diaconus Cardinalis MERCATI. FRIDERICUS S . Fr. TH. PIUS, O. P., Card. BOGGIANI CAROLUS Card. SALOTTI CANCELLARIUS S. R. E. 8. R. C. PRAEFECTUS Alfonsus Carinci, Proton. Apost. Vincentius Bianchi Càgliesi, Proton. Apost. Can, Alfridus Liberati, CANE. APOST. ADIUTOR A STUDIIS. Georgius Stara Tedde, CANE. APOST. ADIUTOR A STUDIIS. EXPEDITA die vicesima octava Martii, anno tertio Alfridus Marini, PLUNIBATOR. REG. IN CANE. AP., VOL, LXHI, N. 36. - Al. Trussardi, A TABULARIO. Alfridus Marini, SCRIPTOR APOSTOLICUS. LITTERAE APOSTOLICAE BASILICAE MINORIS HONORIBUS DECORATUR ARCHIPRESBYTERATU TEMPLUM AD HONOREM SANCTI AMBROSII EPISCOPI ET DOCTORIS, IN URBE « MONFALCONE » INTRA FINES GORITIENSIS ARCHIDIOECESIS, DEO DICATUM. PIUS P P . XII Ad perpetuam rei memoriam. — Exstat intra Goritiensis Archidioe­ cesis fines, in urbe vulgo « Monfalcone » nuncupata, templum conspicuis artis operibus exornatum structuraque praenobili exstructum, sub titulo Sancti Ambrosii Episcopi Confessoris et Ecclesiae Doctoris, in loco con­ ditum ubi iam eodem titulo templum saeculo decimo tertio erectum prostabat. Sacrum enim vetus aedificium postremi bèlli europaei tempore penitus eversum est, ita ut ad spirituale animorum bonum procurandum, votaque civium complenda novum templum amplitudine, quae civitatis necessitatibus satis responderet, exaedificari necesse fuerit. Nunc autem iam expletam sacram Aedem frequentissimi, eximiis religionis signis, fideles visitant lustrantque; in eademque archipresbyter-decanus cum urbis clero sacras functiones maximo decore peragunt. Haec animo repe­ tentes, cum Venerabilis Frater Goritiensium et Gradiscanorum Archie­ piscopus, occasionem nactus sollemnium saecularium in honorem Sancti Ambrosii Episcopi Confessoris et Ecclesiae Doctoris, Nos humiliter rogaverit, nomine quoque procerum, cleri, populique Montisfalconis, ut tem- 110 Acia Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale pium memoratum, omni titulo dignum, ad Basilicae Minoris dignitatem evehere velimus, Nos optatis huiusmodi concedendum ultro libenterque censemus. Audito itaque Venerabili Fratre Nostro Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinali Episcopo Praenestino, Sacrae Rituum Congrega­ tionis Praefecto, certa scientia ac matura deliberatione Nostris, deque Apostolicae Nostrae auctoritatis plenitudine, praesentium Litterarum vi perpetuumque in modum, templum archipresbyterale-decanale ad ho­ norem Sancti Ambrosii Episcopi Confessoris et Ecclesiae Doctoris Deo dicatum in urbe « Monfalcone », intra fines Goritiensis archidioecesis, Basilicae Minoris titulo dignitateque, omnibus iuribus ac privilegiis, quae rite competunt, adiectis, condecoramus, contrariis non obstantibus quibuslibet. Haec statuimus, concedimus, decernentes praesentes Litte­ ras firmas, validas, atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos per­ tinent sive pertinere poterunt nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse et definiendum irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die VII m. Decembris, an. MCMXXXX, Pontificatus Nostri secundo. A. Card. MAGLIONE, a Secretis Status. EPISTULA AD EMUM P. D. ALOISIUM S. R. E. PRESB. CARD. MAGLIONE A PUBLICIS EC­ CLESIAE NEGOTIIS : PUBLICAE SUPPLICATIONES ITERUM INDICUNTUR AD POPULORUM PACEM CONCILIANDAM. PIUS P P . XII Dilecte Filii Noster, salutem et apostolicam benedictionem. — Quam­ vis plane confidamus fore ut, hortativas litteras recordantes superiore anno a Nobis d a t a s , per mensem etiam Maium, qui proxime appétit, christifideles — pueri praesertim suis matribus patribusque ducibus — ad Deiparae Virginis aram ex more adeant, pacem anxio ac trepido hu­ mano generi impetraturi, cupimus tamen per te iterum adhortari omnes, ut quo acrius bellica confiagratio exurat ac cruciet animos, quo formido1 1 Cf. A. A. /S., 1940, p. 144. Acta Pii Pp. XII III losiora in tot gentes ac populos discrimina omne genus incumbant, eo fidentius ad caelum supplices manus attollant, unde solummodo potest, in tanta mentium rerumque perturbatione, spes affulgere meliorum tem­ porum. Quodsi nondum nostris precibus ac votis felix arrisit exitus, non est idcirco concidendum animo, sed constanti assiduaque pietate perse­ verent omnes oportet «in tribulatione patientes, orationi instantes». Arcana nobis sunt Aeterni Numinis consilia ; novimus tamen, quamvis tot tantaque admissa eum provocent ad ulciscendum, nihilo secius Pa­ trem esse misericordiarum et Deum totius consolationis, eiusque erga nos caritatem bonitatemque omnino esse infinitam. Ac praeterea aliud est, quod nos ad confidendum excitet et ad bene sperandum. Habemus siquidem apud Altissimi solium benignissimam Dei nostrumque omnium Matrem, quae omnipotenti deprecatione sua ab eo nobis omnia impetrare potest. Eius igitur tutelae nos nostraque omnia concredamus. Excipiat eadem preces ac vota nostra; excipiat pia pae­ nitentiae opera caritatisque largitiones, quae nos ad divinam nobis propitiandam Maiestatem quam plurima offeramus. Tot lacrimas detergat, tot angustias relevet, tot dolores mulceat, eaque supernorum bonorum spe leviora efficiat ac tolerabiliora. Quodsi nos, nostrorum commissorum memores, materna eius beni gnitate nos indignos profitemur, puerulos nostros, quorum animi candidi sunt, quorum labella insontia, quorumque nitentes oculi quasi aliquid videntur referre ac reverberare superni luminis, ad eius sacratissimam aram, causam nostram peroraturos, proximo praesertim mense Maio -frequentissimos advocemus. Impetrent iidem, una nobiscum comprecantes, ut quacumque invidens serpat cupiditas, eo influat amor ; ubicumque saeviat iniuria, eo inducatur venia ; ubi discordia dividat animos, eos inibi concordia iungat ac coagmentet ; ubi denique strideant inimicitiarum furiae omniaque misere subvertant, inibi redintegratae amicitiae foedera mentes serenent, res omnes tranquillent, recteque ordine compo­ nant. A benignissima Dei Matre infelicibus omnibus — profugis potis­ simum, patria extorribus, iisque qui, vel in custodiam sunt traditi, vel in valetudinariis sauciato corpore iacent — superna deposcant solacia; ab eademque, suis innocentibus exorata vocibus, efflagitent ut teterrimae huius calamitatis dies breviores fiant, ita quidem ut « qui ex merito no­ strae actionis aûiigimur, divinae gratiae consolatione respiremus » ; 2 3 4 2 Rom., XII, 12. 3 Cf. II Cor., 1, 3. 4 Cf. Brev. Rom., Dom. IV in Quadr. Acta 112 Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale atque adeo tandem aliquando plena, solida ac durabilis pax e caelo afful­ geat, quae, sacra iustitiae maiestate caritatisque virtute conformata, non latentia discordiarum simultatumque germina, non futurorum bel­ lorum semina ferat, sed gentes omnes, fraternis amicitiae vinculis con­ iunctas, ac sui laboris fructibus libera fruentes tranquillitate, per ter­ renae huius vitae itinera ad caelestem patriam fidentes comitetur ac dirigat. Velis interea, Dilecte Fili Noster, paterna haec vota hortamentaque Nostra opportuniore, quo duxeris, modo omnibus nota reddere, imprimis­ que sacrorum Antistitibus, quorum profecto erit eadem cum suo cuiusque grege communicare. Ac caelestium munerum auspicem Nostraeque benevolentiae testem, cum tibi, Dilecte Fili Noster, tum iis omnibus, pueris nominatim, qui hortationi huic Nostrae pio volentique respondebunt animo, Apostolicam benedictionem amantissime in Domino impertimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die xx mensis Aprilis, Do­ minica in Albis, anno MDCCCCXXXXI, Pontificatus Nostri tertio. PIUS P P . XII NUNTIUS RADIOPHONICUS A BEATISSIMO PATRE, DIE X I I I APRILIS A. MCMXLI, IN PASCHATE RESURRECTIO­ NIS D. N. IESU CHRISTI, UNIVERSO ORBI DATUS. 1. Di cuore inviamo a tutti voi, diletti figli e figlie di Roma e del mondo intero, l'Alleluia pasquale, gaudio di risurrezione e di pace in Cristo, dopo la mestizia della sua divina passione ; ma, pur troppo, la pace fra i popoli non è risorta, e al Nostro saluto di gaudio a voi, viene frammista quella nota di dolore che metteva in tristezza grande e in continuo affanno il cuore dell'Apostolo Paolo, pensoso dei suoi fratelli, che erano elei suo sangue. Nel lacrimevole spettacolo di scontri umani a cui assistiamo, pur riconoscendosi il valore e la fedeltà di tutti coloro che, con intimo leale senso di dovere, combattono per la difesa e la prosperità del loro Paese, e il prodigioso e per sè fecondo sviluppo del­ l'industria e della tecnica, pur non ignorando che non sono mancati lo­ devoli e generosi atti di alta umanità verso il nemico, è d'uopo enun1 1 Rom., IX, 2. Acta Pii Pp. 113 XII ciare che l'immane conflitto ha, in parte, preso forme di lotta da non poter essere designate che come atroci. Possano tutti i belligeranti, che pure hanno cuori umani plasmati in grembo di madri, avere viscere di carità per le sofferenze delle popolazioni civili, per le donne e i bam­ bini inermi, per gl'infermi e i vecchi, esposti spesso in più aperti e forti pericoli di guerra che non sul fronte i soldati in armi ! Dall'uso di ancor più micidiali strumenti di lotta Noi supplichiamo i belligeranti di aste­ nersi fino all'ultimo : ogni novità di tali mezzi ha per contraccolpo ine­ vitabile da parte dell'avversario l'uso della medesima nuova arma, talora più aspra e ñera. Che se già fin da ora si deve lamentare che ripetuta­ mente si siano sorpassati i confini di quanto permette una guerra giusta, un crescente inasprimento dei mezzi di offesa non travolgerebbe ben presto la guerra in un inconcepibile orrore ? 2. Nel turbine di tanti mali e pericoli, di tanti affanni e timori, poiché il più potente e sicuro rifugio di fiducia e di pace che ci resta è il ricorso a Dio, nelle cui mani stanno non solo le sorti degli uomini, ma anche quelle dei loro più ostinati contrasti ; Noi ringraziamo i catto­ lici di tutto il mondo per l'ardore con cui corrisposero al Nostro invito alla preghiera e al sacrifìcio per la pace il 24 novembre scorso. Oggi, a voi e a quanti elevano il cuore e le mani a Dio Noi ripetiamo ed esor­ tiamo : Non venite meno nella preghiera, ma ravvivatela e raddoppia­ tela. Sì : preghiamo per una pronta pace. Preghiamo per una pace per tutti ; non per una pace di oppressione e di distruzione di popoli, ma per una pace che, garantendo l'onore di tutte le Nazioni, soddisfaccia alle loro necessità vitali e ai legittimi diritti di tutti. 3. Alla preghiera presso Dio in ogni tempo abbiamo congiunto l'opera Nostra. Ciò che si poteva fare o tentare per evitare o abbreviare il con­ flitto, per rendere umani i metodi di guerra, per alleviare i dolori che ne conseguono, per portare aiuto e conforto alle vittime di guerra, fu da Noi compiuto fino al limite estremo del Nostro potere e col vigile senso dell'imparzialità inerente all'apostolico Nostro ufficio. Con inconfon­ dibile chiarezza non abbiamo dubitato di indicare i necessari principi e sentimenti, da cui una futura pace vuol essere sorretta e determinata, a rendere sicuro l'intimo e il leale consenso dei popoli. Ma è pena per Noi il vedere come troppo deboli ancora siano le congetture probabili per il pronto maturarsi di una pace giusta di fronte alla coscienza umana e cristiana. Onde tanto più viva, tanto più alta e fervida conviene ora che sia la Nostra invocazione al cielo, perchè si formi, si radichi e cresca un nuovo spirito in tutti i popoli, segnatamente in mezzo a quelli, la cui ACTA, vol. VIII, n. 4. — 21-4-941 9 114 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale maggior potenza si appropria e svolge un più forte influsso e una cre­ scente responsabilità ; uno spirito di prontezza non fìnta, ma retta e scevra di artifizi, presta a intraprendere, con mutui sacrifìci, sulle rovine accumulate dalla spada il nuovo edifìcio di una fraterna solida­ rietà tra le Nazioni della terra : con nuove pietre e più salde, con ferme e stabili garanzie, con conscia e alta serietà morale, con ripudio di ogni doppia moralità e doppio diritto fra grandi e piccoli, fra forti e deboli. La verità, come l'uomo, non ha che una faccia ; e la verità è l'arma Nostra, come la Nostra difesa e potenza è la preghiera, come il Nostro adito ai cuori è la viva, aperta, disinteressata parola apostolica, mossa da sentimenti paterni. Non sono armi di offesa e di sangue, ma armi dello spirito, le armi della Nostra mente e del Nostro cuore. Nulla può rattenerCi o impedirci di adoperare queste armi a servigio del diritto, della véra umanità e della genuina pace, dovunque il sacro dovere del Nostro ufficio Ci richiede luce e il Misereor super turbant sospinge il Nostro amore. Nulla può impedirci dal richiamare sempre di nuovo al precetto dell'amore coloro che sono figli della Chiesa di Cristo, che Ci sono vicini con la fede nel Salvatore, o almeno nel Padre che è nei cieli. Nulla può impedirci o rattenerCi dal proseguire a fare quanto è da Noi, affinchè, nel cozzo dei crescenti flutti delle inimicizie fra i popoli, l'arca divina della Chiesa di Cristo stia immota sull'ancora della speranza, sotto l'arcobaleno della pace, quale beata pacis visio fra i contrasti terreni, rifugio, dimora e alimento di quel sentimento fraterno, fondato in Dio e nobilitato al­ l'ombra della Croce, dal quale solo potrà iniziarsi la sicura rotta per uscire dal tempestoso pelago di oggi e venire a proda in un più felice e degno domani. 4. Noi pertanto, sotto il vigilante e provvido sguardo di Dio, con le armi della preghiera, dell'esortazione e del conforto persevereremo a combattere per la pace, a vantaggio della misera umanità. Scendano le benedizioni e i conforti divini su tutte le vittime della guerra : su voi, prigionieri, e sulle vostre famiglie lontane é in travaglio per voi ; su voi profughi, dislocati e traslocati, che avete perduto case e campi, sostégno della vostra vita. Noi sentiamo la vostra ambascia e soffriamo con voi. Se non Ci è dato — come vivamente vorremmo — di prendere su di Noi il peso delle vostre pene, vi sia un balsamo l'intima Nostra commisera­ zione paterna, che temperi l'amarezza della vostra sventura con l'odierno saluto dell'Alleluia, canto del trionfo di Cristo sul martirio di quaggiù, fiore dell'olivo del Getsemani verdeggiante dell'ammirabile speranza nella resurrezione e nella vita che non ha più dolori nè lutti nè tramonti. Acta Pii Pp. 115 XII In questa terra dì pianto non v'è nessuna ferma c i t t à , nessuna patria eterna. Tutti siamo esuli e raminghi quaggiù; la nostra cittadinanza è in cielo, di là dal tempo, nell'eternità, in Dio. Se le speranze terrene vi hanno amaramente delusi, la speranza in Dio non è fallace nè fal­ lisce. A una sola cosa dovete intendere : non lasciarvi traviare, nè dalla triste sorte nè dagli uomini, a violare la vostra fedeltà a Cristo. Beni e mali sono nel tempo comuni agli uomini ; ma sommamente importa, vi diremo con S. Agostino, quale sia l'uso o delle cose chiamate prospere ovvero delle cose chiamate avverse. Perchè il buono nè si esalta per i beni temporali nè per i mali si abbatte ; il cattivo invece, poiché si cor­ rompe con la prosperità, è punito dalla infelicità. 2 3 Alle Potenze occupanti Paesi durante la guerra, senza venir meno al riguardo loro dovuto, diciamo: La vostra coscienza e il vostro onore vi guidi nel trattare la popolazione delle terre occupate in modo giusto, umano e provvido. Non imponete loro pesi, che voi in simili casi avete sentiti o sentireste come ingiusti. L'umanità prudente e soccorritrice è lode e vanto dei saggi, capitani ; e il trattamento dei prigionieri e delle popolazioni dei luoghi occupati è il più sicuro saggiatore e indice della civiltà degli animi e delle nazioni. Ma più alto di ciò pensate che la benedizione o la maledizione di Dio per la propria patria potranno di­ pendere dal modo che voi usate verso coloro, che le sorti della guerra pongono nelle vostre mani. 5. La visione di una guerra così immane in ogni suo campo e dei figli della Chiesa doloranti suscita infine nel Nostro animo di Padre comune e Ci pone sul labbro una parola di conforto e d'incoraggiamento ai Pa­ stori e ai fedeli dei luoghi, dove la Chiesa, Sposa di Cristo, particolar­ mente soffre ; dove la fedeltà verso di lei, la pubblica professione delle sue dottrine, la cosciente osservanza pratica delle sue prescrizioni, la morale resistenza contro un ateismo e uno seristianamento voluto, favo­ rito o tollerato, sono strette, irretite, contrastate da una quotidiana, multiforme, sempre crescente angustia. Gli « Atti » e le arti di questo, spesso segreto, non di rado anche aperto martirio, che una subdola o manifesta empietà fa soffrire ai seguaci della Croce, vengono accumulan­ dosi sempre più, e costituendo come una enciclopedia di molti volumi, una cronaca di eroici sacrifìci, una commovente illustrazione delle pa­ role del Redentore : Non est servus maior domino suo. Si me persecuti sunt, et vos persequentur. « Non si dà servo maggiore del suo padrone. 4 2 J 4 Cfr. Hebr., XIII, 14. De civ. Dei, 1. Ioan., XV, 20. 1, c. 8. - MIGNE, P. L., t 41, col. 20. 116 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi ». Questo ammoni­ mento divino non irraggia forse un dolce conforto su quella dolorosa e amara Via Crucis, i cui passi vi fa percorrere la vostra fedeltà a Cristo? Voi tutti, che per tale via mesti camminate, sacerdoti e religiosi, uomini e donne, e in particolare voi giovani, primavera delle famiglie caduta in ferrea, dura, aspra stagione, — di qualsiasi origine, lingua, stirpe, di qualsiasi condizione o professione possiate essere — voi tutti, sui quali il sigillo dei patimenti per Cristo risplende segno non meno di dolore che di gloria, come sul grande Apostolo Paolo, voi siete i più intima­ mente vicini alla croce del Calvario, e con ciò stesso al Cuore trafìtto di Cristo e al Nostro. Oh se voi poteste sentire quanto profondamente scava nell'animo Nostro il grido dell'Apostolo delle genti : Quis infirmatur, et ego non infirmor f I sacrifìci richiesti da voi, le sofferenze vostre, nella carne e nello spirito, i timori per la vostra propria fede, ma ancor più per la fede dei vostri figli, Noi li conosciamo, Noi li sentiamo, Noi li lamentiamo davanti a Dio. Eppure, in questo giorno, Noi vi gridiamo un lieto Alleluia ; perchè è il giorno del trionfo di Cristo sopra i suoi crocifissori, palesi e occulti, antichi e nuovi. Noi ve lo gridiamo con la voce e con la fiducia, con cui, anche nei giorni della persecuzione se lo dicevano esultando i cristiani dei primi secoli. Ignorate voi forse le pa­ role del Signore a Marta : Ego sum resurrectio et vita : qui credit in me, etiam si m,ortuus fuerit, vivet ; et omnis qui vivit et credit in me, non morietur in aeternum f « Io sono la risurrezione e la vita : chi crede in me, sebbene sia morto, vivrà : e chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno ». La certezza che col sacrificio per la fede, anche col sacrifìcio del sangue, andavano incontro alla risurrezione, ha fatto dei martiri gli eroi della fedeltà a Cristo fino alla morte. La loro certezza è anche la vostra. Imitateli ; e con l'altissimo profeta del nuovo ed eterno Testa­ mento, levate gli occhi alla Gerusalemme celeste, dove Cristo gloriosa­ mente regna e impera ; e premiando i suoi servi buoni e fedeli, proclama il mistero e lo splendore del loro trionfo in candore di vesti, nel loro nome indelebile nel libro di vita e da esaltarsi innanzi al Padre suo e -alla Corte angelica, con ammirevoli parole che voi, nei vostri cimenti, mai non dovete dimenticare : Qui vicerit, sic vestietur vestimentis alitis, et non delebo nomen eius de libro vitae, et confitebor nomen eius coram Patre meo et coram angelis eius. « Chi sarà vincitore, sarà così rive5 6 7 * 2 Cor., XI, 29. * Ioan., XI, 25-26. * Apoc, III. 5. Acta Pii Pp. XII 117 stito di bianche vesti, nè cancellerò il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome dinanzi al Padre mio e dinanzi ai suoi angeli ». Diletti figli e figlie ! A Gesù Cristo, « principe dei re della terra, il quale ci ha amati e ci ha lavati dai nostri peccati col proprio sangue », * levate i vostri occhi, mentre, come pegno di quella pace divina, che Egli solo può donarci e che da Lui imploriamo in sovrabbondante misura su tutta la umanità, impartiamo a voi, ai Pastori e ai fedeli, alle vostre famiglie, ai vostri figli — che Cristo protegga e mantenga nella sua grazia e nel suo amore — a coloro che nell'adempimento del dovere si trovano, a combattere in terra, in mare e in cielo, e specialmente a tutti quelli che sono stati duramente colpiti dal flagello della guerra, con effusione di cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione. Sancti Apostoli Petrus et Paulus : de quorum potestate et auctoritate confidimus : ipsi intercedant pro nobis ad Dominum. Amen. Precibus et meritis Beatae Mariae semper Virginis, beati Michaelis Archangeli, beati Ioannis Baptistae, et sanctorum Apostolorum Petri et Pauli et omnium Sanctorum : Misereatur vestri omnipotens Deus ; et, dimissis omnibus peccatis ve­ stris, perducat vos Iesus Christus ad vitam aeternam. Rj. Amen. Indulgentiam, absolutionem et remissionem omnium peccatorum ve­ strorum, spatium verae et fructuosae poenitentiae, cor semper poenitens, et emendationem vitae, gratiam et consolationem sancti Spiritus, et fi­ nalem perseverantiam in bonis operibus tribuat vobis omnipotens et mi­ sericors Dominus. Rj. Amen. Et benedictio Dei omnipotentis, Patris, et Filii, et Spiritus Sancti de­ scendat super vos et maneat semper. RJ. Amen. ALLOCUTIO Summus Pontifex, die 80 mensis Martii a. 19Jfi, nobilissimis verbis qui­ bus Exofhus Vir Stanislaus Pecci, qua Ordinis Hierosolymitani Le­ gatus extra ordinem liberis cum mandatis Litteras publicas porrexit, haec respondit. Signor Ministro, Le parole, con le quali Vostra Eccellenza ha accompagnato la presen­ tazione delle Lettere che L'accreditano come Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario, sono per Noi una nuova e gradita prova degli s Apoc, I, 5. 118 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale elevati sentimenti, delle alte idealità, del fervente spirito di fede, che perenni vivono e rifulgono nel Sovrano Militare Ordine di Malta, quale eredità, custodita con venerazione e alterezza, di un passato glorioso. Il calore di quelle parole Ci manifesta inoltre che la fiducia di Sua Altezza Eminentissima il Principe Gran Maestro si è posata sopra un personaggio risoluto a compiere il suo onorifico ufficio presso questa Sede Apostolica con piena dedizione e fervida cura. La sovreminente figura dell'immortale Pontefice Leone XIII, uscito dalla nobile Famiglia Pecci, diede, col ristabilimento del titolo di Gran Maestro, al rinascente fiorire e all'incremento dell'Ordine un decisivo e fortunato impulso, che è venuto poi crescendo grazie alla benevolenza dei suoi Successori. Noi, la cui giovinezza stette sotto la fulgida stella di quell'incompa­ rabile Pontefice, Noi che oggi per inscrutabile consiglio divino occupiamo il Seggio, che la sapienza e la grandezza di lui illuminarono di un così singolare splendore, vediamo con particolare soddisfazione comparire alla Nostra presenza un discendente di quella illustre Prosapia con la rossa divisa cavalleresca, per coltivare e proseguire le intime relazioni, che uniscono come vincolo sacro la Croce di Malta al Trono Pontificio. Ben a ragione Vostra Eccellenza con speciale forza e convinzione ha dato alla missione di carità cristiana dell'Ordine, che degnamente rappre­ senta, il primo e più importante risalto. Quale conforto per Noi di sapere che tali parole sono la voce degli intimi sentimenti di tutti i Cavalieri! Nella triste tragedia dei popoli, ogni giorno più vasta e fremente di im­ placabile distruzione e discordia, tanto più ansiosamente bramiamo che lo spirito di questa carità, da nessun impedimento trattenuta e scoraggiata, riempia i loro cuori e li renda pronti a continuare nel servizio della Chiesa, e particolarmente dei suoi membri sofferenti, la loro così bella e feconda opera di Ospedalieri. Ben sappiamo che oltre agli obblighi comuni dei Religiosi i Professi dell'Ordine hanno il privilegio di dedicarsi aiìVobsequium pauperum el tuitio -fidei. Quando mai più di oggi è stata opportuna l'unione di questi due scopi, o meglio, la loro fusione in un solo, vale a dire, promuovere un obsequium pauperum pienamente ispirato e diretto dagli insegnamenti e dalla difesa della fede cristiana? Che se per il lento allontanamento da Dio della pubblica opinione, perseguito con guerra subdola o aperta durante più di due secoli, si sono vedute in non poche regioni sostituirsi alle antiche istituzioni della carità cattolica, tutte penetrate di rispetto e di amore per i membri sofferenti di Cristo, altre forme di assistenza pub­ blica freddamente amministrative; oggi, sotto la spinta di tendenze ancor Acta Pii Pp. 119 XII più radicali e vuote di ogni principio cristiano, non si opera forse un ritorno alle più aspre durezze di quel paganesimo antico, che S. Paolo potè contrassegnare con la spada della sua parola : sine affectione, sine misericordia, senza, amore, senza p i e t à ? Quale differente suono rendono invece e quali più alti affetti suscitano i commoventi consigli che i Cavalieri di Malta hanno ricevuto dalle loro tradizioni più vetuste, eredità ancor più preziosa che il ricordo dei glo­ riosi fatti d'arme compiuti dall' Ordine in difesa della Cristianità! Già l'antica Regola raccomandava ai Prati di San Giovanni di contentarsi di un vitto semplice e di vestiti modesti, perchè, aggiungeva, «Domini nostri Pauperes, quorum servos nos esse fatemur, nudi et sordidi ince­ dunt, et non convenit servo, ut sit superbus, et Dominus eius humilis ». E l'antica formula di ammissione dei Fratelli nell'Ordine, dopo averli avvertiti che si ingannerebbero se venissero per essere ben vestiti, avere bei cavalli e vivere a loro agio, compendiava, tutto in queste parole : « Nos promittimus esse servi Slavi Dominorum Infirmorum ». Servitori schiavi dei poveri e dei malati! Rudi espressioni del tempo delle Crociate, che dovevano poi avere un'eco trasformata, risonante nella magnifica lingua di Bossuet, allorché avanti ai Grandi e alle Dame della Corte di Luigi XIV prendeva ad esaltare « l'eminente dignité des pauvres dans l'Eglise » ; ma il cui senso fondamentale resta immutato, quel medesimo che l'Ordine ha saputo conservare nelle sue opere. A questi poveri, a questi orfani, a questi feriti, a questi lebbrosi, esso riconosce le lettere di nobiltà rice­ vute a Betlemme da quel Re dei Re che « egenus factus est, cum esset dives, ut illius inopia vos divites essetis » : nè voi vi contentate di soccor­ rerli con le vostre larghezze, ma li amate e li rispettate, come i primi cortigiani del nostro comune Re. 1 2 3 4 Solo la fede, una fede piena e profonda, può elevare a tanta altezza e dare quella intelligenza della povertà che desta nei cuori un così divino amore fraterno. Ecco perchè in questi giorni di calamità e di pene indici­ bili, nelle imprese caritatevoli a cui l'Ordine porge un operoso ed efficace contributo, il suo ufficio non si strania da quello di difensore della fede : in mezzo alle opere internazionali di soccorso, di ispirazioni così diverse, esso porta un titolo speciale e suo proprio a rappresentare e comunicare intorno a sè l'autentico e vivificante spirito dell'antica carità cristiana, 1 2 3 4 R o m . , I, 31. Cfr. LUCAE HOLSTENII Codex Regularum, t. I I , pp. 445-448. Cfr. Œuvres complètes, Paris, 1845, t. III, p.. 186 ss. II Cor., VIII, 9. 120 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale di quella carità, che, mercè la grazia divina, sa sollevare, sanare, redi­ mere dal male non meno i corpi feriti o infermi, che le anime sovente ancor più miserabili e bisognose. Con la fiduciosa speranza che il benemerito Ordine di Malta, nella prova di fuoco di questa guerra e delle incommensurabili sofferenze che ne promanano alla società e alle nazioni, possa aggiungere ai suoi Annali un nuovo luminoso capitolo di carità cavalleresca nei sentimenti e nei fatti, invochiamo di cuore sul Principe Gran Maestro, su tutti i Cavalieri e le Dame dell'Ordine, ed in particolar modo su Vostra Eccellenza all'ini­ zio della sua alta Missione, l'abbondanza delle grazie e delle benedizioni celesti. Suprema Sacra Congregatio S. Officii mt SUPREMA SACRA CONGREGATIO S. OFFICII i DECRETUM PROSCRIPTIO LIBRI Feria IV, die 26 martii 19^1 In generali consessu Supremae Sacrae Congregationis Sancti Officii Emi ac Eevmi DD. Cardinales rebus fidei et morum tutandis praepositi, audito RR. DD. Consultorum voto, damnarunt atque in INDICEM libro­ rum prohibitorum inserendum mandarunt librum postumum LUCIANI LABERTHONNIÈRE, cui titulus : Études de philosophie cartésienne et premiers écrits philosophiques, cura L . CANET editum. Et sequenti Feria V, die 27 eiusdem mensis et anni, Ssmus D. N. Pius divina Providentia Papa X I I , in solita audientia Excmo ac Revmo D. Adsessori Sancti Officii impertita, relatam Sibi Emorum Patrum reso­ lutionem adprobavit, confirmavit et publicari iussit. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Officii, die 29 martii 1941. I. Pepe, ßupr. S. Congr. S. Officii Substitutus Notarius. II DE PRAEVIA LIBRORUM CENSURA Cum pluries acciderit ut decreto Supremae S. Congregationis S. Of­ ficii prohiberi aut e commercio retrahi debuerint libri, qui cum prae­ scripta licentia Ordinariorum editi erant, eadem Sacra Congregatio S. Officii locorum Ordinarios et Superiores religiosos enixe hortatur, ut in curanda praevia censura librorum caute omnino procedant et licen­ tiam edendi ne concedant, nisi postquam a censoribus idoneis, in re vere peritis, ad examen deputatis sententiam faventem habuerint. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Officii, die 29 Martii 1941. 122 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS i F A V E N T I N A E ET IMOLENSIS DECRETUM DE FINIUM DIOECESIUM IMMUTATIONE Quum ab Apostolica Sede expostulatum sit ut pro bono animarum fines inter dioecesim Faventinam et Imolensem aliquantulum immuta­ rentur, Ssmus Dominus Noster Pius divina Providentia Pp. XII, habito favorabili voto utriusque dioecesis Ordinariorum, precibus benigne an­ nuens, quae sequuntur decernere dignatus est. Paroeciae S. Petronii in pago Castelbolognese dioecesis Imolensis adiungatur territorium circumstans, quod pertinet ad dioecesim Faven­ tinam, ita ut novi fines inter utramque dioecesim in hac parte statuan­ tur : a muris externis horti Fratrum Minorum Oapuccinorum, dein a linea recta usque ad intersectionem, angulo recto, alterius lineae rectae, quae transiens per fossatum quod dividit fundum Canova & fundo Casino Botti, pertingit ad viam Favini. Vicissim paroeciae Bianeanigo, dioece­ sis Faventinae, attribuatur territorium ad meridiem paroeciae S. Petro­ nii, dioecesis Imolensis, et alia portio territorii ad orientem paroeciae Campiano, pariter dioecesis Imolensis, adeo ut, hac in regione, novi fines inter utramque dioecesim signentur : a via Casolana, incipiendo prope fundum Benefizio usque ad viam Girona; dein a via Girona usque ad domum rusticam fundi Prato ; a linea obliqua quae a memorata domo attingit fossatum, quod dividit fundum Caglia di sotto a fundo Ma­ donna, in puncto bis centum metra distante a canale Bianeanigo; deinde ab eodem canale usque ad diverticulum quod iungit viam Bianeanigo cum flumine Senio ; demum a praedicto diverticulo et a flumine Senio. Ad haec autem exsecutioni mandanda idem Ssmus Dominus benigne deputare dignatus est Exc. P. D. Paulinum Ioannem Tribbioli, Episco­ pum Imolensem, cum facultatibus necessariis et opportunis etiam subde­ legandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum ecclesiasticum in potestate constitutum, laetoque illi onere quam primum transmittendi Sacra Congregatio 123 Consistorialis ad hanc Sacram Congregationem Consistorialem authenticum exemplar actus peractae executionis. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 16 Novembris 1940. Fr. R. C. Card.. Rossi, a Secretis L. © S. V. Santoro, Adsessor. TI PROVISIO ECCLESIARUM Ssmus Dominus Noster Pius, divina Providentia Papa XII, succes­ sivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae se­ quuntur Ecclesias de novo Pastore providere dignatus est, nimirum : die 12 Martii 191\1. — Cathedrali Ecclesiae Bovensi, praefecit Exc. P. D. Henricum Montalbetti, Archiepiscopum Rheginensem, per unio­ nem ipsius dioecesis Bovensis in personam eiusdem Exc. P. D. Henrici Montalbetti, cum metropolitana Ecclesia Rheginensi. die 15 Martii. — Cathedrali Ecclesiae Caicoensi, nuper erectae, R. D. Iosephum Medeiros Delgado, parochum « Campiña Grande » in archi­ dioecesi Parahybensi. die 22 Martii. — Cathedrali Ecclesiae Linarensi R. D. Robertum Moreira Martínez, Secretarium Curiae dioecesanae Rancaguensis. — Titulari episcopali Ecclesiae Liparensi in Lydia Exc. P. D. Ba­ r i u m Emmanuelem Pereira, hactenus Episcopum Amazonensem. — Titulari episcopali Ecclesiae Parnassenae R. D. Arcturum Mery Berkdorf, Rectorem Seminarii Ssmae Conceptionis quem deputavit Auxi­ liarem Exc. P . D . Alf ridi Gif uentes, Episcopi Antofagastensis. die 27 Martii. —Archiepiscopali Ecclesiae Aquilanae R. D. Carolum Gonfalonieri, Suum Cubicularium Intimum de numero Participantium atque Canonicum Patriarchalis Basilicae S. Petri. die 28 Martii. — Cathedrali Ecclesiae Monopolitanae, R. D. Gustavum Bianchi, parochum S. Luciae in civitate Montis Politiam. die 29 Martii. — Cathedrali Ecclesiae de Bomftm R. P. Henricum Hectorem Golland Trinidade, Ordinis Fratrum Minorum. die 4 Aprilis. — Titulari episcopali Ecclesiae Lebessenae R. D. Io­ sephum Wendel, directorem gymnasii episcopalis Spirensis, quem con> Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale stituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Ludovici Seba­ stian, Episcopi Spirensis. die 5 Aprilis. — Titulari episcopali Ecclesiae Hebronensi R. P. Pe­ trum Massa, e Societate S. Francisci Salesii, quem constituit Praelatum Praelaturae nullius Fluminis Nigri. die 10 Aprilis. — Archiepiscopali Ecclesiae Tridentinae Exc. P. D. Carolum De Ferrari, hactenus Episcopum Carpensem. die 19 Aprilis. — Cathedrali Ecclesiae Ilheosensi R. D. Philippum Conduru Pacheco, Vicarium Generalem S. Ludovici in Maragnano. — Titulari episcopali Ecclesiae Oriensi R. P. Germanum Vega, Or­ dinis Fratrum Eremitarum S. Augustini, quem constituit Praelatum Praelaturae nullius Jatahiensis. SACRA CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE i DE S I W A N T Z E - DE T S IKING. DECRETUM DISMEMBRATIONIS ET UNIONIS Cum Excmi P.'D.'.Leo Desmedt, Episcopus tit. Adraenus, Vicarius Apostolicus de Siwantze et P. D. Iosephus Fan, Episcopus tit. Paphiensis, Vicarius Apostolicus de Tsining petiissent partem nuper erectae praefecturae civilis de Te-hoa, sub iurisdictione Vicarii Apostolici de Tsining exstantem, Vicariatui Apostolico de Siwantze adnecti, Eminen­ tissimi Patres, huic Sacrae Congregationi praepositi, in plenariis co­ mitiis die 17 Februarii v. a., re mature considerata, petitioni annuentes, decreverunt ex Vicariatu Apostolico de Tsining seiungi ac Vicariatui Apostolico de Siwantze adnecti partem praefecturae civilis de Te-hoa, hactenus ad Vicariatum Apostolicum de Tsining pertinentem. Quam Emorum Patrum sententiam Ssmus Dominus Noster Pius div. Prov. Papa XII, in Audientia concessa infrascripto huius Sacrae Con- Sacra Congregatio de Propaganda Fide 125 gregationis Cardinali Praefecto, ratam habuit atque confirmavit hac die 20 Februarii, atque praesens Decretum confici iussit ac expediri. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis de Propaganda Fide, die 20 mensis Februarii, A. D. 1941. P . Card. FUMASONI BIONDI, Praefectus. L. $ S. f C. Costantini, Archiep. tit. Theodosiopol., Secretarius. II PROVISIO ECCLESIARUM Singulis, ut infra, datis decretis Sacri Consilii Christiano Nomini Propagando, Ssmus Dominus Noster Pius div. Prov. Pp. XII dignatus est sequentes providere Ecclesias, nimirum : die llf Ianuarii X91fl. — Titulari episcopali Ecclesiae Cybistrensi prae­ fecit R. P. Nicasium Balisa Melero, presbyterum Ordinis Recollectorum S. Augustini, quem constituit Vicarium Apostolicum Casanarensem. die 20 Februarii. — Titulari episcopali Ecclesiae Gadarensi R. P. Ioannem Cassaigne, e Seminario Parisiensi Missionum ad Exteras Gen­ tes, quem constituit Vicarium Apostolicum de Saigon. die 8 Aprilis. — Cathedrali Ecclesiae Mysuriensi R. P. Renatum Feuga, e Societate Parisiensi Missionum ad Exteras Gentes, hactenus eiusdem Cathedralis Ecclesiae Parochum. — Titulari episcopali Ecclesiae Badiensi R. P. Ioseph Grueter, Reli­ giosorum Missionariorum de Mariannhiill Congregationis sodalem, quem constituit Vicarium Apostolicum de Umtata. — Titulari episcopali Ecclesiae Baratensi R. D. Caietanum Pasotti, Societatis Sancti Francisci Salesii presbyterum, hucusque Praefectum Apostolicum de Rajaburi, quem constituit Vicarium Apostolici Vicaria­ tus de Rajaburi, noviter erecti. III NOMINATIO Decreto die 28 mensis Februarii a. 1941 dato, Sacra Congregatio de Propaganda Fide ad suum beneplacitum renunciavit R. P. Andream Windeis, C. M., Praefectum Apostolicum de BiJcoro. 126 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale SACRA CONGREGATIO RITUUM T MAIORICEN. BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVAE DEI FRANCISCAE ANNAE A VIRGINE PERDOLENTE, CIRER CARBONELL, SORORIS PROFESSAE INSTITUTI SORORUM A CARITATE DIOECESIS MAIORICENSIS. SUPER DUBIO A n signanda sit Commissio Introductionis Causae in casu et ad effectum de quo agitur. Franciscani Annam a Virgine Perdolente, Cirer Carbonell, sanctitatis fama in Maioricen. dioecesi, praesertim in oppido Sansellas, late hone­ stari nemo inficias ibit. Haec autem fama non ex eiusdem Servae Dei magnis facinoribus, quae populi oculos percellere valuissent, est orta, sed ex intimo christianae plebis sensu, qui de virtute et sanctitate ali­ cuius Dei famuli recte plerumque iudicat, cuius vitam perpendit, cuius intercessionem invocat, cuius apud Deum potentiam experitur. Tria haec manifeste apparent si, vel summatim, Servae Dei vitae cursus attingatur. Nata est Francisca Anna in oppidulo Sansellas, intra Maioricensis dioecesis fines, ex Ioanne Cirer et Ioanna Carbonell, honestis piisque agricolis, die 1 Iunii anno Domini 1781, eodemque die baptizata; die autem 19 Maii 1788 sacro Chrismate est delibuta. Sacratissimae Eucha­ ristiae devotissima ad eam suscipiendam quotidie accedebat. Tempus autem, quod ei a domesticis curis supererai, totum diu noctuque orationi atque caritatis operibus erga proximum, praecipue in infirmorum cura, impendebat. Matre demortua, religiosam vitam dum adhuc adolesceret, amplecti cupiebat, verum patri vehementer obstanti contradicere non est ausa : hoc autem viam universae carnis ingresso, moderatoris sui spiritus consilio, aliisque non dubiis argumentis suasa, domi perfectius vitae genus excoluit, virtutibus omnibus exercendis dedita, quoadusque cognovit Dei voluntatem esse, ut ipsa sua domus Sororum a Caritate S. Vincentii a Paulo, Maioricensis dioecesis, aedes fieret. Quod, anno .1851, difficultatibus omne genus superatis, non sine specialissimo Dei auxilio, ipsa perfecit. Die itaque 7 Decembris Maioricensis Ordinarii Sacra Congregatio Rituum auctoritate, addito nomine a Virgine Perdolente religiosas induit vestes una cum nonnullis aliis, quarum regimen ei fuit concreditum; quod munus pie, prudenterque in exemplum usque ad mortem explevit. Nul­ lum caritatis genus, S. Vincentii spiritu edocta, a se suisque filiabus alienum esse putabat. Infirmis enim assidere, puellas catechesim docere, scholam pro pueris habere, eosque, ut rite ad sacram mensam primitus accederent, maxima diligentia curare, egentibus subvenire, consilia prae­ bere, ad bonum agendum adhortari uti finem suae religiosae familiae proposuit, adeo ut oppidani ad eam veluti amantissimam matrem in suis tam temporalibus, quam spiritualibus necessitatibus fidentes accurrerent; omnesque ipsa solabatur, et ad bonam frugem saepissime eos reducebat. Tot cumulata meritis die 27 Februarii a. D. 1855 vix dum in paro­ chiali templo Missae sacrificio adstitit, sacraque communione fuit re­ fecta, apoplexiae arrepta morbo, extrema unctione munita, lectissimam animam Deo reddidit. E vicinis quoque oppidis plures, cadaver colendi causa, accurrerunt, eam veluti sanctam venerantes. Plures gratias, si non vera miracula, christianus populus se, ea interveniente, recepisse fassus est, nec temporis decursu sanctitatis fama deferbuit. Quare vix datum est, episcopali auctoritate iuridicae inquisitiones in Maioricensi Curia annis 1904-1914 actae sunt, tum super sanctitatis fama cum super prohibito cultu : Diligentiarvm quoque processus est constructus. Plures interim Postulatoriae litterae Pio Papae XI fel. rec. oblatae fuere pro Causae huius Dei Famulae Introductione, inter quas Emi ac Revmi Cardinalis Archiepiscopi Tarraconensis, triginta quinque Archie­ piscoporum et Episcoporum Hispaniae,. Revmi Capituli Cathedralis Maioricensis, plurimorum parochorum, Moderatricis Generalis Con­ gregationis Sororum a Caritate Maioricen. dioecesis aliorumque. Servatis omnibus de iure servandis, instante Revmo D. Carmelo Blay, Collegii Hispanici de Urbe Procuratore, et Causae Servae Dei Postula­ tore legitime constituto, die 3 Decembris huius anni, in Ordinario sacro­ rum Rituum Congregationis coetu, infrascriptus Cardinalis, Sacrae eius­ dem Congregationis Praefectus nec non Causae Ponens seu Relator, du­ bium proposuit discutiendum : An signanda sit Commissio Introductio­ nis Causae in casu et ad effectum de quo agitur. Emi ac Revmi Patres, auditis Cardinalis Ponentis relatione atque Officialium Praelatorum suffragiis scripto datis, audito quoque R. P. D. Salvatore Natucci, Fidei generali Promotore, omnibus perpensis, rescribendum censuere : Af­ firmative, nempe : Signandam esse Commissionem Introductionis Cau­ sae, si Sanctissimo placuerit. 128 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Facta autem Ssmo D. N. Pio Papae XII, subsignata die ab eodem Cardinali relatione, Sanctitas Sua, Emorum Patrum rescriptum ratum habens, propria manu Commissionem Introductionis Causae Famulae Dei Franciscae Annae a Virgine Perdolente, Cirer C'arbonnell signare dignata est. Datum Romae, die 4 Decembris a. D. 1940. 83 C. Card. SALOTTI, Ep. Praenestinus, Praefectus. L J S . A. Carinci, Secretarius. II DIOECESIUM ITALIAE SANCTUS MICHAEL ARCHANGELUS PRO RADIOLOGIS ET RADIUMTHERAPEUTICIS PATRONUS AC PROTECTOR DECLARATUR. Inter mira huius temporis inventa praecipuum sane locum Obtinent quae radiologicam artem et radium therapeiam spectant ; quarum prima ad naturae secreta atque corporum organa introspicienda, utraeque vero ad gravissimus insanabilesque morbos curandos radiorum ope aptissimae sunt. Cum autem tantorum inventuram usus ac exercitatio non sine ipso­ rum medentium periculo fiant, ne radiologis et radiumtherapeuticis item­ que miserrimis aegrotis Omnipotentis Dei auxilium desit, Angelos et Sanctos intercessores adhibere populum christianum decet. Quapropter Italae Societatis Radiologiae Medicae Praeses, nomine fere omnium Italiae RadiolOgorum, Sanctissimo Domino Nostro Pio Papae XII humillimae obtulit preces ut Sanctus Michael Archangelus Radiologorum Patronus et Protector declaretur et constituatur. Sanctitas porro Sua, referente infrascripto Domino Cardinali, Sacrae Rituum Congregationis Praefecto, die 15 Ianuarii huius anni, has preces benignissime excipiens, Sanctum Michaelem Archangelum Patronum et Protectorem pro Radiologis et Radiumtherapeuticis declarare et consti­ tuere dignata est : ut Quem contra nequitiam diaboli praesidium experimur, Eum in nostris infirmitatibus solatium habeamus. Contrariis non obstantibus quibuscumque. Datum Romae, ex S. Rituum Congregatione, die 15 Ianuarii 1941. £g C. Card. SALOTTI,, Ep. Praenest., Praefectus. L. Ei S. A. Carinci, Secretarius. t t \ Sacra Paenitentiaria 129 Apostolica ACTA TRIBUNALIUM SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA (OFFICIUM DE INDULGENTIIS) DECRETUM INDULTUM CIRCA PIA EXERCITIA PER MENSEM AGENDA Ssmus Dominus Noster Pius div. Prov. Pp. XII, in audientia infra scripto Cardinali Paenitentiario Maiori die 15 me'nsis Februarii verten­ tis anni concessa, haec quae sequuntur benigne decernere dignatus est : Eo fere modo, quo de pio Exercitio per mensem agendo in honorem S. Ioseph a S. Congregatione de Indulgentiis die 18 mensis Iulii 1877 statutum est (cfr. Preces et pia Opera Indulgentiis ditata, ed. 1988, n. 428 sub nota), quotiescumque opportunum ducitur pia id genus Exer­ citia, in ecclesiis vel publicis aut (pro legitime utentibus) semipublicis oratoriis per mensem publice peracta, die festo absolvere, qui non sit postremus eiusdem mensis dies, idque vel ex eo quod christifidelibus facilius evadat ad sacram Confessionem et ad sacram S,ynaxim sub fine pii huius Exercitii accedere, vel ex alia iusta causa, tum idem Exerci­ tium incipere quovis die licet sive illius mensis, qui ex more celebratur, sive mensis antecedentis, ita tamen ut Exercitium per triginta dierum spatium peragatur. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus S. Paenitentiariae, die 10 Martii 1941. L. Card. LAURI, Paenitentiarius Maior. L. © S. S. Luzio, Regens. ACTA, vol. VIII, n. 4. — 21-4-941 10 130 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale SACRA ROMANA ROTA Citatio edictalis PASSAV3EN. NULLITATIS MATRIMONII (BAUER-ELLERBECK) Cum ignoretur locus actualis commorationis D. Iosephi Ellerbeck, in causa conventi, eundem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. B. Rotae (Roma, via delia Dataria, 94), die 3 Iunii 1941, hora undecima, ad con­ cordandum de dubio disputando, vel infrascripto subscribendum, et ad diem designandam, qua habebitur turnus Rotalis pro causae definitione : An constet de matrimonii nullitate in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Iosephi Ellerbeck, curare de­ bent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Henricus Caiazzo, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 5 Aprilis 1941. Ioannes M. Pinna, Notarius. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Joseph Ellerbeck, défendeur en cette cause, nous le citons à comparaître, par propre personne ou par un procureur légitimement constitué, au siège du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, via della Dataria, 94) le 3 juin 1941, à 11 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessus rapporté, et fixer le jour de la décision de la cause devant la Rote. Gonste-t-il de la nullité du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curés, les prêtres, les fidèles ayant connais­ sance du lieu de la résidence du dit Joseph Ellerbeck devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la présente citation. Diarium DIARIUM Romanae 131 Curiae R O M A N A E CURIAE Domenica, 30 marzo 1941, il Santo Padre ha ricevuto in so­ lenne Udienza Sua Eccellenza il Signor Conte Dott. S t a n i s l a o P e c c i , Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario del Sovrano Militare Ordine di Malta, per la presentazione delle Lettere Credenziali. SAGRA CONGREGAZIONE DEI RITI Martedì, 11 marzo 1941, nel Palazzo Axmstolico Vaticano, si è adunata la S. Congregazione dei Riti ordinaria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Car­ dinali ed i Revmi Prelati Officiali hanno discusso su i seguenti argomenti : a) Introduzione del] a causa di beatificazione e canonizzazione dei Servi di Dio : 1) Marco Antonio Durando, Sacerdote della Congregazione della Mis­ sione di S. Vincenzo de' Paoli, fondatore dell'Istituto delle Suore di Gesù Na­ zareno ; 2) Augusto Czartoryski, Sacerdote della Pia Società dei Salesiani. b) Validità dei Processi Apostolici sopra i miracoli della Beata Imelda Lambertini, Vergine, dell'Ordine di S. Domenico. Martedì, 18 marzo 1941, presso l'Emo e Revmo Signor Cardinale Alessan dro Verde, Ponente o Relatore della causa di canonizzazione della Beata Pran cesca Saverio Cabrini, Vergine, fondatrice dell'Istituto delle Missionarie del S. Cuore di Gesù, si è adunata la S. Congregazione dei Riti antepreparatoria, nella quale i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno di­ scusso su due miracoli, che si asseriscono operati ad intercessione della sud detta Beata, e che vengono proposti per la sua canonizzazione. Martedì, 1 aprile 1941, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si è adunata la S. Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Officiali e Consultori teologi hanno discusso su due miracoli che si asseriscono operati ad intercessione del Beato Bernardino Realino, Confessore, della Compagnia di Gesù. 1 Acta 132 Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale SEGRETERIA DI STATO NOMINE Con Biglietti della Segreteria di Stato in data 22.marzo 1941, il Santo Pa­ dre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare il Reverendis­ simo Padre Tommaso Käppeli, dell'Ordine dei Frati Predicatori, il Reveren­ dissimo Padre Pietro Leturia, della Compagnia di Gesù, e l'Illustrissimo Prof. Angelo Silvagni, Consultori della Sacra Congregazione dei Riti (III Se­ zione) . Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare : 18 agosto 1940. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Pietro Gerlier, Protettore delle Suore di S. Giuseppe di Tardes. 8 febbraio 1941. L'Emo e Revino Signor Cardinale Eugenio Tisserant, Protettore dell'Istituto delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori (Acri, diocesi di San Marco). 31 marzo » S. E. Revma Monsig. Antonino Arata, Arcivescovo tit. di Sardi, Assessore della S. Congregazione « pro Ecclesia Orientali ». Assistenti al Soglio Pontificio : 80 marzo 1939. S. E. Revma Monsig. Emmanuele de Castro y Alonso, Arcivescovo di Burgos. 29 gennaio 1941. S. E. Revma Monsig. Mario Vianello, Vescovo di Fi­ denza. 7 febbraio » S. E. Revma Monsig. Gennaro Méndez y Del Rio, Ve­ scovo di Huajuàpam de Léon. 14 marzo ». S. E. Revma Monsig. Francesco Noli, Vescovo di Fort Wayne. Protonotari Apostolici ad instar participantium : 12 aprile 1940. Monsig. Luciano Giovanni Battista Dage, delParchidio­ cesi di Reiras. » » » Monsig. Luigi Augusto Ponsin, della medesima archidio cesi. 3 gennaio 1941. Monsig. Giorgio Simon, della diocesi di Veszprimia. 22 » » Monsig. Martino Cone, della diocesi di Davenport. 28 » » Monsig. Giovanni Susnik, della diocesi di Lubiana. » » » Monsig. Luigi Ippoliti, della diocesi di Sora. 5 febbraio » Monsig. Michele Lubrano, della diocesi di Sessa Aurunca. Diarium Romanae Curiae 133 Prelati Domestici di Sua Santità 18 » 12 17 17 18 )) 28 » » 29 » » 30 5 12 » )) 17 25 12 1910. Monsig. Massimiliano Cuesta Vega, della diocesi di Oviedo. Monsig. Costante Blaquiere, della diocesi di Montpellier. » Monsig. Ernesto Ferdinando Gayet, delParchidiocesi di » Reims. Monsig. Giulio Arturo Deimont, della medesima archidiocesi. Monsig. Edoardo Nécsey, della diocesi di Nitra. giugno » Monsig. Maurizio Laplanclie, della diocesi di Nîmes. dicembre » gennaio 191-1. Monsig. Emilio Poretti, dell'amministrazione apostolica di Lugano. » Monsig. Angelo Pometta, della medesima amministra­ zione apostolica. Monsig. Luigi Mercier, della diocesi di Séez. Monsig. Luigi Odar, della diocesi di Lubiana. Monsig. Antonio Breznik, della medesima diocesi. Monsig. Giovanni Kalan, della medesima diocesi. Monsig. Antonio Giuseppe Burke, della diocesi di Davenport. Monsig. Tommaso Vincenzo Lawlor, della medesima dio cesi. Monsig. Gualtiero E. Culliman, della medesima diocesi. Monsig. Patrizio J. O'Reilly, della medesima diocesi. Monsig. Nicola J. Peiffer, della medesima diocesi. » Monsig. Guglielmo Edoardo Carroll, della medesima dio­ » cesi. Monsig. Edoardo Casey, della diocesi di Lipa. » Monsig. Giuseppe Rius Serra, della diocesi di Vidi. febbraio Monsig. Luigi Giuseppe Kemphues, della diocesi di Nash­ » ville. Monsig. Giacomo Panfilo Whitfìeld, della medesima dio­ » cesi. Monsig. Pio Mattei, della diocesi di Ascoli Piceno. » Monsig. Gualtiero A. Roddy, delParchidiocesi di Cincin­ » nati. Monsig. Giovanni H. Metzdorf, della medesima archidiocesi. Monsig. Giacomo W. O'Brien, della medesima archidiocesi. Monsig. Stefano Porzio, delParchidiocesi di Sorrento. febbraio » Monsig. Guglielmo E Downes, della diocesi di Altoona, marzo » marzo » aprile T 134 12 » 1.3 22 Acta marzo » » » 1941. » » » Apostolicae Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Sedis Luigi M. Gerolamo Giovanni Giovanni - Commentarium Officiale Maucher, della medesima diocesi. L. McQuillen, della medesima diocesi. Gallo, delParchidiocesi di Sorrento. Manaresi (Roma). ONORIFICENZE Con Brevil Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di conferire : La Gran Croce dell'Ordine Plano : 16 marzo 1911. A S. E. il signor dott. Enrico Ruiz Guinazu, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repub­ blica Argentina presso la S. Sede. La Placca dell'Ordine Piano : 12 12 marzo marzo 1941. Al sig. Conte comm. Giuseppe Salimei, Tenente in 2 della Guardia Nobile Pontificia. a La Commenda dell'Ordine Piano : 1941. Al sig. Conte Giovanni Battista Pecci, Esente della Guar­ dia Nobile Pontificia. Il Cavalierato dell'Ordine Piano : 12 marzo 194.1. Al sig. Giuseppe dei Marchesi Pellegrini Quarantotti, Guardia Nobile Pontificia. La Gran Croce dell'Ordine di &. Gregorio Magno, classe civile : 12 marzo 1940. A S. E. il sig. dott. Costantino Herdocia (Nicaragua). 18 ottobre » Al sig. prof. Mario de Andrade Ramos, delParchidiocesi di San Sebastiano di Rio de Janeiro. La Commenda con Placca dell'Ordine di S. Gregorio Magno, classe civile : 18 marzo 1 » 1940. Al sig. dott. Ignazio M. de Arillaga, della diocesi di Vit­ toria. 1941. Al sig. Gastone Leverve, delParchidiocesi di Parigi. La Commenda dell'Ordine di S. Gregorio Magno, classe civile: 19 dicembre 1940. Al sig. cav. Enrico Thouvard, della diocesi di Grenoble. 30 gennaio 1941. Al sig. Nemesio Dutra (Brasile). 15 febbraio » Al sig. Carlo Nossent, delParchidiocesi di Milano. 18 » » Al sig. Francesco Pizzorno, della diocesi di Acqui. 25 )) » Al sig. prof. Achille Bertini Calosso, delParchidiocesi di Perugia. Diarium 1 12 25 marzo » » Romanae Curiae 135 1941. Al sig. avv. Oscar Duriaux, della diocesi di Ginevra. » Al sig. Secondo Piovesan, della diocesi di Vicenza. » Al Principe dott. Emilio Guasco Gallarati! Di Bisio, della diocesi di Novara. Il Cavalierato dell'Ordine di S. Gregorio Magno, classe civile : 9 ottobre 1940. Al sig. dott. Giovanni Vincenzo Chiarino, delParchidio * cesi di Montevideo. 25 gennaio 1941. Al sig. Gerardo Guglielmo Kampschoër, della diocesi di Haarlem. » » » Al sig. Giovanni Pietro van Heijst, della medesima dio­ cesi. » » » Al sig. Guglielmo Giovanni Bartolomeo van Liemt, della medesima diocesi. » )) » Al sig. Federico Nicola Vincenzo Quant, della medesima diocesi. Al sig. Emanuele Manrique (Perù). 17 febbraio Al sig. Guglielmo Giacomo Dermody, della diocesi di 23 . » Salt Lake. Al sig. Giorgio S. Dempsey, della diocesi di Davenport. » » Al sig. ing. Giuseppe Marioni, della diocesi di Tortona. 25 marzo Al sig. dott. Valentino Cacciari, delParchidiocesi di Bo­ 26 » logna. La Commenda dell'Ordine di 8. Gregorio Magno, classe militare : 12 marzo 1941. Al sig. Marchese Francesco di Nannarini, Cadetto della Guardia Nobile Pontificia. La Commenda dell'Ordine di San Silvestro Papa : 12 marzo 1940. Al sig. Scié-Ton-Fa (Cina). 15 gennaio 1941. Al sig. Francesco Puppo, delParchidiocesi di Genova. Al sig. dott. Adolfo Morini, della diocesi di Norcia. 25 » » Al sig. Francesco Conte, della diocesi di Ischia. 29 . » » Al sig. iVIaurizio de Strobel di F r a t t a e Campocigno 7 febbraio » (Italia). Al sig. Umberto Dall'Asta, della diocesi di Sora. 13 Al sig. rag. Salvatore Virga, delParchidiocesi di Mon­ 24 reale. Al sig. Januario Vargiu, della diocesi di Teramo. 28 Al sig. Attilio Masi, della medesima diocesi. » » Al sig. Francesco Cirillo, della medesima diocesi. » Al sig. Gastone Betti (Koma). 1 marzo Al sig. rag. Carlo Toscani, della diocesi di Tortona. 25 » Acta 136 Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Il Cavalierato dell'Ordine di San Silvestro Papa : 19 dicembre 1940. Al sig. Enrico Dagallier, della diocesi di Grenoble. 29 gennaio 1941. Al sig. Guglielmo D'Ascia, della diocesi di Ischia. » » » Al sig. Giuseppe Trofa, della medesima diocesi'. 17 febbraio » Al sig. Giulio Arboleda Viñas (Perù). » » » Al sig. Edoardo Gonzalez Honderman (Perù). » » * Al sig. dott. Giuseppe Maria Bustamante (Perù). 19 » » Al sig. Domenico Grandicelli (Roma). 23 » » Al sig. Domenico Arioli, della diocesi di Lodi. 26 » » Al sig. Carlo Perini, delParchidiocesi di Milano. » » » Al sig. Domenico Mele (Roma). 27 » » Al sig. Carlo Giuseppe Bolgeo, della diocesi di Ales­ sandria. 28 » » Al sig. Giovanni Cerutti, della diocesi di Casale Monfer­ rato. » » » Al sig. Pasquale Carlo Monti, dell'archid. di Milano. 1 marzo » Al sig. Luigi Giglio, delParchidiocesi di Manfredonia. ;) » » Al sig. Michele Simonelli, della medesima archidiocesi. » » » Al sig. Vincenzo Cerri, della diocesi di Lodi. » » » Al sig. Cristoforo Carcano, della diocesi "di Como. 12 » » Al sig. Virtus Cavallini, della diocesi di Belluno. 14 » » Al sig. Giuseppe Degli Innocenti, delParchidiocesi di Fi­ renze. 26 » » Al sig. Francesco Antonio Fernández, della diocesi di Cali. NECROLOGIO 5 gennaio 1941. Monsig. Paolo Luigi Lequien, Vescovo di San Pietro e Fort de France. 16 febbraio » Monsig. Israel Audo, Vescovo di Mardin dei Caldei. 18 » » Monsig. Ferdinando Fiandaca, Arcivescovo tit. di Cirro. 2 marzo » Monsig. Enrico Tommaso Renouf, Vescovo di San Giorgio. 5 » » Monsig. Giuseppe Ottone Nuñez y Zarate, Arcivescovo di Antequera. 6 » » Monsig. Pietro Patau, Vescovo tit. di Torone. U » » Emo Signor Card. CARLO GIUSEPPE SCHULTE, Arcivescovo 19 21 aprile » » » di Colonia. Monsig. Luigi Antonio de Almeida, Vescovo tit. di Arena. Emo Signor Card. CARLO KA&PAR, Arcivescovo di Praga. An. et vol. XXXIII IO Maii 1941 (Ser.II, v. Tffl) -Num. 5 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE % ACTA PII PP. XII LITTERAE DECRETALES BEATAE MARIAE A S. EUPHRASIA PELLETIER, VIRGINI, SANCTORUM HONORES DE­ CERNUNTUR. PIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM Errantes oves omni studio ad ovile esse reducendas miserentissimus Redemptor Noster, qui, vere Bonus Pastor, animam suam dat pro ovi­ bus suis, quique in mundum venit ut salvum faceret quod perierat, non semel verbo et exemplo docuit. Christi Domini admirabilem in peccatrices quoque feminas mansue­ tudinem divinamque clementiam imitantes, plerique in Ecclesia florue­ runt eximii sanctitate viri et mulieres, qui in hoc praecipue operam contulerunt, ut ad salutis viam reducerent illos qui, mundi aliquando illecebris ac voluptatibus adlecti, ab ea deflexerant. Quos inter christia­ nae religionis héroes iure meritoque adscribenda est fortis illa mulier, Maria a S. Euphrasia Pelletier, catholicae Galliae decus, quam hodie immarcescibili sanctorum corona augere Nobis, Deo favente, datum est, quamque Deus ad hoc praecipue destinasse visus est, ut nempe per­ ditarum mulierum resipiscentiae per eius Institutum, quod a Bono Pastore nuncupatur, altera veluti salutis tabula in naufragio offerretur. Civilibus seditionibus in Gallia furentibus ac teterrima in catholi­ cam religionem eiusque administros persecutione saeviente, anno millejáimo septingentésimo nonagésimo sexto, die Iulii mensis trigesima prima ACTA, vol. V I I I , n. 5. — 10-5-941 11 138 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ex piis honestisque parentibus Iuliano et Anna Mourain ortum illa habuit in Noirmoutier insula, intra dioecesis Lucionensis fines, in quam illi, ut avitam fidem et pacem securius tutarentur, ex oppido Soullans, ubi domicilium habebant, paullo ante secesserant. Cum autem in illa omnium rerum perturbatione nullus praesto esset sacerdos, qui Baptismatis sacramentum natae ministraret, pater ipse, matre adstante, infantulam domi lustralibus aquis abluit, eique Rosam et Virginiam nomina imposuit. Optime a parentibus instituta est puella, quae fervidam licet, sed bonam, sortita est indolem, quaeque iam a puerili aetate animi candore, pietate, ac potissimum erga pauperes et egenos misericordia praeditam se ostendit. Undecimum agens annum, civilium seditionum furore mitigato et civibus pace, religioni libertate aliquantum reddita, Rosa ad sacram Synaxim primum admissa fuit, ad quam magno animi fervore et gaudio accessit. Puella autem, ut ipsamet multos post annos enarravit, se ad religiosam vitam vocatam tunc sensit. Confirmationis vero sacramentum paulo post, Aprili mense, anno millesimo octingentesimo octavo recepit. Aetate pariter ac virtutibus crescens, post immaturam patris mortem, moerentissimae matris dolorem consolari atque mutuam caritatem et concordiam domi fovere omni studio curavit. Quatuor post annos Rosae mater, Noirmoutier insula relicta, Soullans oppidum repetit. Quo autem Filiae institutioni aptius consulere posset, eam Turones duxit ut in Sororum S. Ursulae ephebeo humanis litteris institueretur. Ibi degens Rosa morum puritate ac disciplinae amore semper enituit. S. Teresiae autem operum lectio, cui assidue vacabat, eius pietatem sic auxit ut mundo penitus valedicere magis in dies optaret. Quod quidem desiderium, post piae matris obitum, adeo crevit ut illa, quo in animarum salutem impensius adlaborare posset, alicui religiosae familiae nomen dare statueret. Iampridem Turonibus quaedam exstabat domus, cui nomen Refu­ gium, sub cura Nostrae Dominae a Caritate Monialium, quas S. Ioan­ nes Eudes anno millesimo sexcentésimo quinquagesimo primo Cadomi instituerat, in qua peccatrices feminae excipiebantur, ut, e vitiorum caeno redemptae, christianarum virtutum exercitio, ac sanctae potissimum illarum monialium vitae exemplo, ad honestam reducerentur viam. Apostolicum huiusmodi Sororum Refugii vitae genus, cui peculiari illae voto adstringebantur, Dei Famulam, quae ardenti aestuabat desi­ derio animas maiori quo posset numero Christo lucrifaciendi, ad Insti- 139 tutum illud amplectendum vehementer alliciebat. Quare, non paucis difficultatibus, praesertim ex tutoris parte, superatis, Turonensem illam Refugii domum ingressa est ; ibique octava die Septembris mensis, anno millesimo octingentesimo quinto decimo, religiosas vestes et Mariae a Sancta Euplwasia nomen accepit. Sui ardentissimi voti compos effecta, ad regularem observantiam ita animum applicuit, ut ceteris omnibus exemplo esset. Biennio post tirocinio expleto, die nona mensis Septem­ bris, gaudio gestiens, religiosa vota nuncupavit, quarto addito Congre­ gationis proprio, apostolatum videlicet inter poenitentes mulieres se­ dulo exercendi. Non multo post a Refugii domus antistita digna habita fuit, cui poenitentium eiusdem domus mulierum cura et regimen committeretur. Perarduo sibi commisso munere, ad quod recte adimplendum provecta requiritur aetas ac maturum iudicium, Maria a S. Euphrasia singulari iuncta est sapientia et caritate, cunctis sororibus omnino adprobantibus. Nihil inde mirum quod octavo a nuncupatis votis anno nondum elapso, obtento prius, ob aetatis defectum, ab Apostolica Sede indulto, unanimi Sororum suffragio ipsius Refugii domus moderatrix renunciata fuerit, quamvis trigesimum nondum attigisset annum. Nec illa sociarum spem et exspectationem fefellit ; concreditam namque sibi familiam summa prudentia et humanitate regendam suscepit. Cum autem in eadem Turonensi Refugii domo poenitentes non pau­ cae, regularis observantiae amore allectae, se Deo mancipare per reli­ giosa vota exoptarent, pium hoc desiderium sagacissima domus Modera­ trix lubentissime expievisset, nisi ipsius fundatoris S. Ioannis Eudes constitutiones obstarent, a quibus inter sanctimoniales Nostrae Domi­ nae a Caritate cooptari poenitentes vetabantur; cumque illarum plures in alia religiosa instituta ingredi frustra petiissent, Dei Famula, piorum sacerdotum consiliis adhibitis ac divina ope implorata, quamdam reli­ giosam familiam constituit, cui A Sancta Magdalena Poenitentes nomen atque peculiares vestem et regulas dedit; eamdemque sub unius e soro­ ribus Refugii domus regimine curaque posuit. Dum haec Turonibus ge­ runtur, quidam Andegavensis urbis cives de instaurando opere a Bono Pastore nuncupato, cuius domum publicae seditionis impetus exstinxerat, consilium ceperunt. Quare, stipe collata, novam condere domum statuerunt, in qua, veluti in Turonensi Refugii domo, iuxta S. Ioannis Eudes instituta, poenitentes mulieres recipi possent. Rem vigilantissinms Andegavensis Praesul toto corde probavit et Mariae a S. Euphrasia, cuius prudentia in rebus agendis sibi nota erat, committendam censuit. Illa itaque, facultate a Turonensi Archiepiscopo impetrata, Andegavum se contulit atque Iunio mense, Pentecostes vigilia, anno millesimo / 140 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale octingentesimo vigesimo nono, domum, in qua suscitatum Boni Pastoris opus conlocandum erat, una cum aliis quinque sororibus, ex Turonensis Refugii domo adlectis, ingressa est, et novae institutioni dedit initium. At, cum in id sedulo incumberet, Turones arcessitur ut ibi triennale sibi commissum Antistitae munus absolveret. Quo expleto, Andegavum anno millesimo octingentesimo trigesimo primo, Maio mense, reversa est, ut illic Boni Pastoris domui, quam ipsamet condiderat, praeesset. Magno cum gaudio a sororibus, quas ibi reliquerat, excepta, vix dici potest quot quantosque labores suscepit sollertissima Antistita ut incep­ tum opus ad finem perduceret. Iam inde ab initiis difficultates et simul­ tates non defuere. Rei familiaris penuria ac durissima rerum omnium egestas, quae ad vitam sunt necessaria, enascentem institutionem gravarunt. At prudentissime Moderatrix, alacri in Deum fiducia excitata, mira constantia et fortitudine adversa omnia vincere conabatur. Haec sane fuerunt ardua Andegavensis domus primordia, ex qua postea, am­ pliata ac novata, suam duxit originem Congregatio illa cui haud imme­ rito Boni Pastoris nomen adhaesit. Bonus namque Pastor gregem suum a noxiis pascuis vigilanter amovet, ab hostili aggressione strenue tuetur, errantes oves impigre quaerit et ad ovilem reducit. Quam Congregatio­ nem, humili tam Hoco natam, hodie per universum christianum orbem ita diffusam conspicimus, ut tercentae plane domus ubique terrarum nunc exstent, in quibus Dei famularum plura millia in animarum salu­ tem impense incumbunt. Praeprimis Maria a S. Euphrasia sacellum in Andegavensi domo condendum curavit. Ad quod exstruendum et plurium benefactorum li­ beralitas expensas suppeditavit et ipsae religiosae sodales earumque tirunculae, ipsa moderatrice praeeunte, alacres admovere manus, ita ut, breviter expletum, die decimaquarta Maii mensis, anno millesimo octingentesimo trigesimo tertio Immaculatae Conceptioni R. Mariae Virginis dicari licuerit. Omnem exinde curam industriamque Dei famula convertit ad perfi­ ciendum amplificandumque Institutum, in quo poenitentibus mulieribus, numero maxime auctis, alterum adiunxit earumdem coetum illi similem quem in Turonensi Refugii domo instituerat, a Sancta Magdalena nun­ cupatum. Item in Andegavensi domo orphanotrophium pro puellis ere­ xit, quas ipsius urbis Episcopus eius curia concreditas voluit. Orphanptrophii institutionem aliae secutae sunt, quae, tamquam unius paren­ tis filiae, ab impensissimo studio, quo Dei Famula pro animarum salute fiagrabat, genitae sunt. Interim novi Instituti fama longe lateque dif- Acta Pii Pp. XII 141 fungebatur, ita ut plures Galliarum Episcopi vehementer exoptarent ut ipsius Congregationis domus in sua dioecesi aperiretur. Quod profecto evenit in Cenomanensi, Pictaviensi, Gratianopoli tana et Metensi urbi­ bus. Domorum autem numero sic aucto, plane intellexit sagax Antistita difficillimum esse religiosi spiritus unitatem obtineri atque diu concor­ diam asservari posse diversas inter aedes singulorum locorum Ordinariis penitus subiectas ; non mediocrem vero utilitatem universae Congrega­ tioni orituram, si communi et uniformi regeretur gubernatione, in qua cuiusvis Instituti robur et regularis disciplinae vita fere consistit. Cui proposito assequendo nihil magis opportunum et congruum ei visum est quam domos singulas, vel iam conditas, vel in posterum condendas, Ande­ gavensi domui subiici, et Antistitam Generalem universae Congrega­ tioni praefici. At ex huiusmodi proposito, licet Episcopi Andegavensis aliorumque prudenti ssimor um virorum approbatione f ulto, gravis orta est contentio. Nam acerrime obstiterunt tum Moniales Dominae Nostrae a Caritate praesertim Turonensis domus, hoc unum pertimescentes ne veteres Insti­ tuti constitutiones everterentur ; tum Patres Eudistae veriti ne proposi­ tum illud omnem ipsis auctoritatem foret adempturuni, quam in omnes Refugii domos se habere autumabant, eo quod communem cum istis pa­ rentem haberent S. Ioannem Eudes; tum denique nonnulli Galliarum Episcopi, qui aestimabant suam quodammodo minui auctoritatem, si Boni Pastoris domus ab Ordinariorum iurisdictione subtraheretur. Quae dissensiones haud poterant magno non afficere dolore Mariam a S. Euphrasia, sed eius animum frangere atque constantiam labefactare minime potuerunt. Res, prout oportebat, Apostolicae Sedis iudicio delata est, apud quam strenuum illa invenit patronum Dei Servum Carolum Cardinalem Odescalchi, Generalem Urbis Vicarium, qui causam coram Romano Pontifice tuendam sibi sumpsit. S. Congregatio Episcoporum et Regularium, ad quam de re iudicare pertinebat, omnibus perpensis, rescripto diei nonae Ianuarii mensis anno millesimo octingentesimo trigesimo quinto, Dei famulae propositum pro­ bavit ; quod decretum fel. rec. Gregorius Papa Decimussextus die decima sexta eiusdem mensis ratum in omnibus habere dignatus est. Cum vero, etiam post hanc supremam approbationem non defuissent qui Romanum Pontificem fuerint deprecati ut praefatum decretum revo­ c a n t u r , idem Praedecessor Noster, re diligenti examini denuo subiecta, Apostolicis Litteris die tertia mensis Aprilis eodem anno datis, Decre­ tum illud solemniter confirmans, totius novae Congregationis Filiarum Beatae Mariae Virginis a Caritate Boni Pastoris generalem Praesidem Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale renunciavit Andegavensis domus Moderatricem, ipsamque Andegavensem domum constituit totius Congregationis principem ac tirocinii gene­ ralis sedem. Patuit exinde Boni Pastoris Congregationi tutum sane spatium ut sua undequaque agmina dilataret; atque, quamvis Apostolicae Sedis oraculum non omnino illico obstruxisset adversariorum ora, magis in dies Institutum diiïundebatur. Et in hanc quoque almam urbem Cardi­ nalis ille Odescalchi anno millesimo octingentesimo trigesimo octavo Boni Pastoris moniales arcessivit, ut foeminarum in custodiis degentium curam atque regimen susciperent. Libentissime Dei famula huic volun­ tati obsequuta est et cum nonnullis sororibus Romam petiit, laeta quidem sibi occasionem praeberi Apostolorum limina venerandi ac devoti gra­ tique animi sensus supremo Ecclesiae Pastori verbis aperiendi. Romae, Gregorius Papa Decimussextus, die quintadecima Iunii anno millesimo octingentesimo trigesimo octavo, eam humanissime ad colloquium admisit. Tum Monialibus a Bono Pastore commissum fuit vetustum S. Crucis monasterium, vulgo Le Scalette nuncupatum, in via cui nomen delia Lungara situm, in quo poenitentes mulieres recipiebantur. Quae prior fuit in Urbe novae Congregationis domus. Romae mansit Dei famula usque ad quartam diem Iulii mensis. Andegavum reversa nihil intenta­ tum reliquit, nullique labori aut industriae pepercit ut sua Congregatio, etsi iam satis solida lateque florescens, uberiora in dies adipisceretur firmitatis et amplitudinis incrementa. Nova proinde coenobia ubique erigenda curavit tum in ipsa Gallia, tum apud exteras gentes, in Chamberiensi nempe ac Niciensi urbibus, sub Sardiniae Regis ditione tunc exstantibus, in Belgica, in Bavaria, in Anglia, in Germania, in Austria, ubi domus in Nendorf, prope Vindobonam, ipsius Francisci Iosephi Im­ peratoris nutu et sumptibus, condita est. In Italia quoque novae erectae sunt domus tum in Imolensi urbe, cui tunc Episcopus praeerat Cardi­ nalis ille Ioannes Maria Mastai Ferretti, qui ad supremum Pontifica­ tum postea evectus nomine Pii Noni, Congregationi a Bono Pastore benevolum semper se praebuit; tum in hac alma Urbe, ubi altera Soro­ ribus a Bono Pastore domus moderanda concredita fuit, non longe a Lateranensi Basilica sita, et a S. Maria Lauretana nuncupata, in qua pauperes mulieres ad sanitatem post aegram valetudinem roborandam opportunum invenirent refugium. Ita novae Congregationis domorum numerus magis in dies in Europa excrescebat. Quod quidem, etsi non mediocre, incrementum satis tamen non erat indefesso Mariae a S. Eu­ phrasia zelo, quae ferventi desiderio flagrabat nedum ad dissitas, sed ad Acta Pii Pp. XII 143 barbaras quoque gentes suae Congregationis beneficia propagare. Cuius tandem voti Dei famula compos facta est quum anno millesimo octin­ gentesimo quadragesimo secundo nonnullas africanas puellas, quas pius quidam Ianuensis Presbyter ab ethnieorum potestate redemerat, in An­ degavensi domo alendas suscipere laeto animo potuit. Hinc sane initium fuit propagationis Instituti a Bono Pastore inter infideles nationes. Pas­ sim enim in Aegypto, in Algeria, in Canadensi ditione, in Australia, in Arabia, in Indiis quoque domus erectae fuere, in quibus sorores variis iuxta locorum necessitates charitatis operibus alacriter vacabant ad alios adiuvandos et sublevandos. Ut omnia haec feliciter ac prospere evenirent Dei famula ex Andegavensi domo summa vigilabat prudentia et assiduo studio, nullis laboribus aut adversitatibus, quae revera non defuere, deterrita ; quotidie sororibus ac tiruncuHis non modo voce scrip­ tisque, sed praecipue operibus, mirum praebens virtutum omnium exem­ plum. Illa namque tum fide, quae, iuxta Chrisostomi sententiam, cunc­ tarum virtutum fons est et origo, heroico enituit, tum spe, quam validam ac firmissimam habuit, tum caritate in Deum et in proximum, quae in operibus ipsis ab ea institutis clarissime eluxit. Nec minus prudentia, iustitia, fortitudine, temperantia, ceterisque virtutibus praestitit. Observantissimam denique in Romanum Pontificem et Apostolicam Sedem toto vitae suae cursu se praebuit, quibus illa suum Institutum peculiari modo devinctum voluit. Nec postremis quoque vitae suae annis studium et industriam, quibus Congregationis progressus fovebat, Maria a S. Euphrasia, quamquam non optima gaudebat valetudine, minuit. Sed tot tantique labores, ad maiorem Dei gloriam et proximi salutem assidue exantlati, eius vires denique fregerunt. Ipsa enim die vigesima quarta mensis Aprilis, anno millesimo octin­ gentesimo sexagesimo octavo, aetatis suae septuagesimo secundo, soro­ ribus supremis monitis relictis et Ecclesiae Sacramentis pie susceptis, placidissime obdormivit in Domino, tum sororibus tum omnibus Andegavensibus civibus moerentibus. Corpus eius, ut ipsamet optaverat, in Andegavensis domus sacello, Immaculatae Conceptionis dicato, tumulatum est. Praeclarissima atque late diffusa sanctitatis fama, qua Maria a S. Euphrasia adhuc vivens honestabatur, post eius obitum non minuit, sed confirmata atque in dies aucta est ob prodigia potissimum, quae ipsius intercessione a Deo patrata ferebantur. Quare de beatorum Coelitum honoribus eidem de­ cernendis cogitatum est et Causa postea penes Sacrorum Rituum Con­ gregationem agitari coepta est. Processus igitur ordinaria auctoritate Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale in Andegavensi Episcopali Curia constructi fuere. Quibus rite confectis atque ad S. Rituum Congregationem delatis, ibique canonice excussis, Leo Papa Decimus tertius, Praedecessor Noster, die undecima Decem­ bris mensis, anno millesimo octingentesimo nonagésimo septimo intro­ ductionis Causae commissionem signavit. Apud eamdem S. Congrega­ tionem peractis dein Processibus Apostolicis, iuridica servata forma, de venerabilis Servae Dei virtutibus disceptatum est, quas quidem Pius Papa LTndecimus heroicuni attigisse gradum die vigesima quarta Februarii mensis, anno millesimo nongentesimo vigesimo quarto solemniter edixit. Inquisitionibus postea conditis super duabus miris sanationibus, quae, Venerabilis Mariae a S. Euphrasia patrocinio, Omnipotens Deus ope­ ratus esse dicebatur, idem Praedecessor Noster die octava Ianuarii men­ sis anno millesimo nongentesimo trigesimo tertio solemniter decrevit : Constare de duobus miraculis, Ven. Maria a S. Euphrasia intercedente, a Deo patratis, videlicet : Instantaneae perfectaeque sanationis Mariae Magdalenae Eodges a cancere stomachum et intestina pervadente in sinistro hipocondrio; nec non: Instantaneae perfectaeque sanationis puellae Mariae Olive, quam gravissimus nasi morbus (lupus) afflictabat. Paulo post, die nempe quinta mensis Februarii, eodem anno, idem Antecessor Noster decretum edidit : TUTO procedi posse » » Monsig. Franco Gardinazzi, della diocesi di Cremona. 18 febbraio » Monsig. Vincenzo Piccione, della diocesi di Noto. 20 )) » Monsig. Giovanni Ramella, della diocesi di Biella. » » » Monsig. Antonio Buffolano, delParchidiocesi di Capua. » » » Monsig. Ernesto Mirra, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Umberto Rauso, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Alexis Demurger, della diocesi di Little Rock. » » » Monsig. Edoardo P. Garrity, della medesima diocesi. » » )) Monsig. Tommaso L. Keany, della medesima diocesi. » » » Monsig. Giovanni Battista Scheper, della medesima dio­ cesi. 6 marzo » Monsig. Adeundo Colzi, delParchidiocesi di Firenze. » » » Monsig. Paolo Pratelli, della medesima archidiocesi. 176 » » » » 12 » 13 » » » Acta » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » Apostolicae Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Sedis - Commentarium Officiale Antonio Meszlényi, delParchidiocesi di Strigoiiia. Ernesto Némethy, della medesima archidiocesi. Davide Coriino, delParchidiocesi di Torino. Cataldo Tota, dell'archidiocesi di Trani. Armando Martillotti, delParchidiocesi di Napoli. Carlo Martini, della diocesi di Piacenza. Aldo Valentini, della diocesi di Carpi. Sebastiano Trigilio, dell'archidiocesi di Napoli. Tito Pagni, delParchidiocesi di Pisa. Antonio Vaskovié, della diocesi di Presov. Camerieri Segreti Soprannumerari di Spada e Cappa di S. S. : 9 marzo » » 6 » » » 1939. Il sig. Marchese Giacomo Pallavicini, delParchidiocesi di Genova. » Il sig. Barone Urie! Kaitz von Frentz, della diocesi di Berlino. 1941. Il sig. Giuseppe Porcelli, della diocesi di Tolentino. » Il sig. Vincenzo Porcelli, della medesima diocesi. Camerieri d'onore in abito paonazzo di S. S. : 12 febbraio 1940. Monsig. Giovanni De Guglielmo, delParchidiocesi di Be­ nevento. » » » Monsig. Mario Fusco, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Vincenzo Velardi, della medesima archidiocesi. 13 » 1941. Monsig. Giovanni Crescioli, della diocesi di Borgo San Se­ polcro. 20 » » Monsig. Filippo Petrelli, della diocesi di Capaccio-Vallo Camerieri d'onore extra Urbem di S. S. : 13 febbraio 1941. Monsig. Giovanni Grosso, della diocesi di Ivrea. 13 marzo » Monsig. Gino Simonelli, delParchidiocesi di Pisa. 3 aprile » Monsig. Giovanni Sciannelli, della diocesi di Andria. Camerieri d onore soprannumerari di Spada e Cappa di S. S. : 3 6 » marzo » 1941. Il sig. Mario Dotti, delParchidiocesi di Ferrara. » Il sig. Gioacchino Nicolini, della diocesi suburbicaria di Palestrina. 23 Iunii 1941 An. et vol. XXXIII (Ser. Ü, v. YHI)-Num. 6 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA PII PP. XII SACRUM CONSISTORIUM CONSISTORIUM SECRETUM Feria secunda, die xu mensis Maii anno MCMXLI, in consueta aula Palatii Apostolici Vaticani fuit Consistorium secretum, cuius acta ex ordine referuntur. I - CAMERARIUS SACRI COLLEGII Reverendissimus Cardinalis Rossi detulit ac reddidit perulam Sacri Collegii S. R. E. Cardinalium Beatissimo Patri, qui eam tradidit Re­ verèndissimo Cardinali Fumasoni Biondi, pro hoc anno ipsius Sacri Collegii Cardinalium Camerario. II - PROVISIO ECCLESIARUM Deinde Ssmus sequentes proposuit Ecclesias : Cathedrali Ecclesiae Amazonensi praefecit Exc. P. D. Ioannem de Matha Amaral, hactenus Episcopum Cajazeirasensem. Cathedrali Ecclesiae Car pensi R. P. Vigilium a Valstagna, in saeculo Fridericum Dalla Zuanna, ex Ordine Fratrum Minorum Capuccinorum, Praedicatorem Apostolicum. Cathedrali Ecclesiae Nampulensi, nuper erectae, R. P. Theophilum Iosephum Pereira de Andrade, Ministrum provincialem Ordinis Fratrum Minorum in Lusitania. Titulari episcopali Ecclesiae Thyatirenae R. D. Henricum Metzroth, canonicum capituli cathedralis Trevirensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Francisci Rodulphi Bornewasser, Episcopi Trevirensis. ACTA, vol. V I I I , n. 6. — 23-6-941 14 178 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Insuper alios per Apostolicas sub plumbo Litteras iam renunciatos sacrorum Antistites publicavit, videlicet : ARCHIEPISCOPOS Parisiensem, Emmanuelem Oaelestinum S. E. E. Cardinalem Suhard, iam Archiepiscopum Rhemen sem. Anconitanum, cum adnexo titulo Numanensi, Marcum Ioannem Del­ ia Pietra. Mutinensem et Abbatem « Nullius » Nonantulanum, Caesarem Boc­ coleri, iam Episcopum Interamnënsem et Narniensem. Soteropolitanum, Claudium Yolio, iam Episcopum Larandensem. Cardijfensem, Michaelem McGrath, iam Episcopum Menevensem. Pompeiopolita/num in Cilicia, Iosephum Guadalupe Ortiz y Lopez, iam Archiepiscopum Monterrejensem. Bhedoncnsem, Aemilium Roques, iam Archiepiscopum Aquensem. Aquensem, Plorentium Du Bois de la Villerabel, iam Episcopum Anneciensem. Albiensem, Iosephum Moussaron, iam Episcopum Cadurcensem. Amorianum, Iosephum Charbonneau, iam Episcopum Hearstensem, Coadiutorem cum iure successionis Excmi P. D. Georgii Gauthier, Ar­ chiepiscopi Marianopolitana nuper vita functi, cui iam successit. Achridensem, Aemilium Guerry, Coadiutorem cum iure successionis Excmi P. D. Ioannis Arcturi Chollet, Archiepiscopi Cameracensis. Oxyrynchitanum, Raphaelem Santi, iam Episcopum Peretranum. Dyrrachiensem, Nicolaum Vincentium Prennushi, iam Episcopum Sappensem. Consentinum, Aniellum Calcara, iam Archiepiscopum Compsanum et Episcopum S. Angeli de Lombardis et Bisaciensem. Cypselensem, Miecislaum Reinys, iam Episcopum Tidditanum, Auxi­ liarem Excmi P. D. Romualdi Jalbzykowski, Archiepiscopi Vilnensis. Cabulensem, Aloisium Batanian, iam Archiepiscopum Mardensem Armenorum. Bhemensem, Aloisium Augustinum Marmottin, iam Episcopum Sancti Deodati. Acta Pii Pp. XII 179 Compsanum et Episcopum S. Angeli de Lombardis et Bisaciensem, Antonium Melomo, iam Episcopum Monopolitanum. Dublinensem, Ioannem McQuaid. Melitenaeum, Ioannem Franciscum Aragone, iam Archiepiscopum Montisvidei. Amorianum, Ioannem Alexium Chambón, iam Archiepiscopum-Epi­ scopum Yokohamaënsêm. G-oanum et Damanensem, cum adnexo titulo Patriarchae ad honorem Indiarum Orientalium, Iosephum da Costa Nunes, iam Episcopum Macaonensem. Marcianopolitanum, Iosephum Di Girolamo, iam Episcopum Lucerinum. Luandensem, archidioecesi nuper erecta, et Episcopum S. Thomae in Insula, per unionem in personam utriusque ecclesiae, Moysem Alves de Pinho, iam Episcopum Angolensem et Congensem. De Lourenço Marques, archidioecesi nuper erecta, Theodosium Cle­ mentem de Gouveia, iam Episcopum Leucenum et Praelatum « Nullius » Mozambicensem. Sancti Antonii, Robertum Emmet Lucey, iam Episcopum Amaril1 en sem. Chalcidensem in Syria, Paulum Auad, iam Episcopum Cyprensem. Monterrejensem, Gulielmum Tritschler, iam Episcopum S. Ludovici Potosiensis. Aquilanum, Carolum Gonfalonieri. Tridentinum, Carolum de Ferrari, iam Episcopum Carpensem. EPISCOPOS Bismarckiensem, Vincentium Ryan. Coelenum, Georgium Donnelly, Auxiliarem Excmi P. D. Ioannis Glennon, Archiepiscopi S. Ludovici. Site mem, Henricum 0'Brien, Auxiliarem Excmi P. D. Mauritii Mae Auliffe, Episcopi Hartfortiensis. Aeserniensem et Venafranum, Albertum Carinci. Sancti Caroli Ancudiae, Hernandum Frias Hurtado. 180 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Bosanensem, Vincentium Brizgys, Auxiliarem Excmi P. D. Iosephi Skvireckas, Archiepiscopi Kaunensis. Gunturensem, Thomam Pothakamuri. Coimbaturensem, Oubagaraswami Bernadotte. Assur Hanum, Alfonsum Kirinann, Vicarium Apostolicum Sassandrensem. Ulpianensem, Basilium Aftenie, Auxiliarem Excmi P. D. Alexandri Nicolescu, Archiepiscopi Fagarasiensis et Albae Iuliensis. Limyrensem, Raphaelem Ioachimum d'Assunçao, iam Episcopum S. Iacobi Capitis Viridis. Trentonensem, Gulielmum Aloisium Grifnn, iam Episcopum Sanavensem. Chicoutimiensem, Georgium Melançon. Hirinensem, Thomam Boland, Auxiliarem Excmi P. D. Thomae Io­ sephi Walsh, Archiepiscopi Novarcensis. Surigensem, noviter erecta dioecesi, Ioannem Vrakking. G-oritanum et Praelatum « Nullius » Paracatuensem, Eliseum van de Weijer. Telmissensem, Franciscum Beckmann, Auxiliarem Excmi P . D . Ioan­ nis Maiztegui Besoitatiturria, Archiepiscopi Panamensis. Moglaenensem, Ioannem Suciu, Auxiliarem Excmi P. D. Valerii Traiani Frentiu, Episcopi Magno-Varadinensis Kumenorum. Halicarnassensem, Carolum Gulielmum Quinn, Vicarium Apostoli­ cum de Yukiang. Marcianensem, Ioannem Mariam Phung, Coadiutorem cum iure suc­ cessionis Excmi P. D. Ioannis Baptistae Tong, Vicarii Apostolici de Phat Diem. Portus Gratiae, Ioannem Michaelem 0'Neil. Acilisenum, Cyrillum Ioannem Zohrabian. Sappensem, Georgium Volaj. Adramyttenum, Iosephum Trocellier, Coadiutorem cum iure suc­ cessionis Excmi P. D. Gabrielis Breynat Vicarii Apostolici de Mackenzie. Nucerinum et Tadinensem, Dominicum Ettorre, iam Episcopum Selensem. Acta Pii Pp. 181 XII Casalensem, Iosephum Angrisani. Alajuelensem, Ioannem Vincentium Solis Fernandez. Adrasenum, Keimoes. Henricum Thiinemann, Vicarium Apostolicum de Madaurensem, Leonem Bonaventuram Uriarte, Vicarium Apostoli­ cum de Ucayali. Danabenum, Albertum Soegijapranata, Vicarium Apostolicum de Semarang. Huejutlensem, Emmanuelem Verena. Tacambarensem, Abrahamum Martínez. Larandensem, Vincentium Padolskis, Auxiliarem Excmi P. D. An­ tonii Karosas, Episcopi Vilkaviskensis. Gallupiensem, noviter erecta dioecesi, Bernardum Espelage. Zaraïtanum, Vincentium Kovács, Auxiliarem Excmi P. D. Stephani Hanauer, Episcopi Vaciensis. Augustodunensem, Lucianum Lebrun. Montis Albani, Petrum Theas. Resistentiae, noviter erecta dioecesi, Nicolaum de Carlo, iam Episco­ pum Eleutheropolitanum in Palaestina. Sancti Iacobi de Estero, Iosephum Weimann. Feretranum, Victorium De Zanche. Tiberiensem, Aegidium Aloisium Lanzo, Auxiliarem Emi P. D. Hen­ rici Episcopi Sabinensis et Mandelensis S. R. E. Cardinalis Sibilia. Zamensem maiorem et Praelatum « Nullius » Guamensem, Eliseum Coroli. Iasensem, Salvatorem Martínez Silva, Auxiliarem Excmi P. D. Emmanuelis Fulcheri y Pietrasanta, Episcopi Zamoriensis in Mexico. Sancti Augustini, Iosephum Patritium Hurley. Vinensem, Iosephum Ferche, Auxiliarem Emi P. D. Adulphi S. R. E. Cardinalis Bertram, Archiepiscopi Vratislaviensis. Scopiensem, Franciscum Cëkada, iam Episcopum Pharbaethitanum. Axomitanum, Petrum Ossola. Interamnensem et Narniensem, Felicem Bonomini. 182 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Guaœupensem, Hugonem Bressane de Araujo, iam Episcopum de Bomfim. Anneciensem, Augustum Cesbron. Sancti Deodati, Aemilium Blanchet. Mendozensem, Alfonsum Buteler. Selensem, Iosephum Pinten, iam Episcopum Grandormensem. Bityliensem, Ioannem Vittoz, Auxiliarem Excmi P. D. Alexandri Caillot, Episcopi Gratianopolitani. Cyrenensem, Franciscum Mclntyre, Auxiliarem Exomi P. D. Fran­ cisci Spellman, Archiepiscopi Neo-Eboracensis. Eelenopolitanum in Palaestina, Emmanuelem Trindade Salgueiro, Auxiliarem Emi P. D. Emmanuelis S. R. E. Cardinalis Conçalves Ce­ re jeira, Patriarchae Lisbonensis. Zenopolitanum in Isauria, Ioannem Baptistam Castanier, iam Epi­ scopum Osakensem. Sanctae Crucis de Sierra, Augustinum Arce. Grandormensem, Iosephum Plagens, iam Episcopum Màrquettensem. Nortliantoniensem, Thomam Leonem Parker. Hearstensem, Albenum Le Bianc. Truxillensem, Ioannem Guevara. Cajamarcensem, Theodosium Moreno. De Ruaraz, Marianum Hyacinthum Valdivia. Piurensem, noviter erecta dioecesi, Fortunatum Chirichigno. Ayacuquensem, Victorium Alvarez. Màrquettensem, Franciscum Magner. Lorenensem, noviter erecta dioecesi, Franciscum Borges Amaral. Germenensem in Galatia, Franciscum Pieri, Coadiutorem cum iure successionis Excmi P. D. Salvatoris Frattocchi, Episcopi Urbevetani. Pharbaethitanum, Georgium Debray, Coadiutorem cum iure succes­ sionis Excmi P. D. Iosephi Evrard, Episcopi Meldensis. Cybistrensem, Mcasium Balisa Melero, Vicarium Apostolicum Casanarensem. Arabissenum, Albertum Breton, iam Episcopum de Fukuoka. Acta Pii Pp. XII 183 Calydoniensem, Iosephum Lemieux, iam Episcopum Sendaiensem. laurinensem, Gulielmum Apor. Sancti Iacobi Capitis Viridis, Faustinum Moreira dos Santos. Novae Lisbonae, nuper erecta dioecesi, Danielem Gomes Junqueira. Thennesiensem, Petrum Iosephum Gagnor, Auxiliarem Excmi P. D. Natalis Gabrielis Moriondo, Episcopi Casertani. Sanavensem, Thomam Me Gucken, Auxiliarem Excmi P. D. Ioannis Cantwell, Archiepiscopi Angelorum. Nisyriensem, Augustum Osvaldum Salmas, iam Episcopum Temucensem, Auxiliarem Excmi P. D. Iosephi Caro, Archiepiscopi S. Iacobi in Chile. Calvensem et Theanensem, Hyacinthum Tamburini. Bovensem, Henricum Montalbetti, Archiepiscopum Rheginensem per unionem in personam utriusque Ecclesiae. Menevensem, Danielem Hannon. Caicoënsem, noviter erecta dioecesi, Iosephum Medeiros Delgado. Gargarenum, Iosephum Calasanctium Pliesser, Auxiliarem Excmi P. D. Ioannis Gfoellner, Episcopi Linciensis. Gadarensem, Ioannem Cassaigne, Vicarium Apostolicum de Saigon. Liparensem in Lydia, Basilium Emmanuelem Pereira, iam Episcopum Amazonensem. Linarensem, Robertum Moreira Martínez. Salenum, Eduardum Jennings, Auxiliarem Excmi P. D. Gulielmi Marci Düke, Archiepiscopi Vancuveriensis. Parnassenum, Arcturum Mery Berkdorf, Auxiliarem Excmi P. D. Alafridi Cifuentes, Episcopi Antofagastensis. Monopolitanum, Gustavum Bianchi. De Bomfim, Henricum Rectorem Golland Trinidade. Mysuriensem, Renatum Feuga. Baratensem, Caietanum Pasotti, Vicarium Apostolicum de Rajaburi. Badiensem, Iosephum Gruenter, Vicarium Apostolicum de Umtata. Lebessenum, Iosephum Wendel, Coadiutorem cum iure successionis Excmi P. D. Ludovici Sebastian, Episcopi Spirensis. Hebronensem et praelatum « Nullius » Fluminis Nigri, Petrum Massa. 184 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Ilheosensem, Philippum Condurù Pacheco. Oriensem et Praelatum a Nullius » Iatahiensem, Germanum Vega. Deinde Beatissimus Pater confirmasse se dixit ac ratam habuisse ele­ ctionem canonice factam R. D. Nersis Tayroyan ad Ecclesiam archiepi­ scopalem Mardensem Armenorum. III - POSTULATIO PALLIORUM Demum per Procuratores postulatio Palliorum facta est pro Ecclesiis Metropolitanis : Sydney ensi (per successionem), Cardiffensi, Rhedonensi, Aquensi, Albiensi, Ottaviensi (per successionem), Rhemensi, Compsana, Marianopolitana (per successionem), Diiblinensi, Montisvidei (per successionem), Goana, Luandensi (novae erectionis), De Lourenço Marques (novae erectionis), Sancti Antonii, Monterrejensi; item pro archiepiscopalibus Ecclesiis : Dyrrachiensi, Consentina, Tridentina et pro episcopali Augustodunensi (ex privilegio). ALLOCUTIONES I AD PUELLAS IN ACTIONE CATHOLICA ROMAE ADLABORANTES, DIE X X I I MENSIS MAII A. MCMXLI, IN FESTO ASCENSIONIS D. N. IESU CHRISTI. Viva gioia è per Noi, dilette figlie, il benedire nuovamente in voi la santa Crociata della purezza, così opportunamente intrapresa e tanto valorosamente continuata sotto la potente protezione della Vergine tutta pura, Maria Immacolata. Il degno e felice nome di Crociata, da voi scelto e imposto alla bella e grande vostra campagna, mentre s'ingemma della Croce, faro di salvezza al mondo, risveglia i gloriosi ricordi storici delle Crociate dei popoli cristiani, sante spedizioni e battaglie fatte e combat­ tute insieme, sotto i sacri labari, per la conquista dei Luoghi Santi e per la difesa delle regioni cattoliche dalle invasioni e minacce degli infedeli. Anche voi intendete difendere un campo cattolico, il campo della purezza, e conquistarvi e custodirvi quei gigli che spandano il loro profumo, quale nembo del buon odore di Cristo, nelle famiglie, nei ritrovi amichevoli, per le vie, nelle adunanze, negli spettacoli, nei divertimenti pubblici e privati. È una crociata contro gl'insidiatori della morale cristiana, con­ tro i pericoli, che al tranquillo scorrere del buon costume in mezzo ai Acta Pii Pp. 185 XII popoli vengono creando i potenti flutti dell'immoralità traboccanti per le strade del mondo e che investono ogni condizione di vita. Che oggi esista dappertutto un tale pericolo è non solo un grido ripe­ tuto dalla Chiesa ; ma, anche fra gli uomini estranei alla fede cristiana, gli spiriti più chiaroveggenti e solleciti del pubblico bene altamente ne denunciano le spaventevoli minacce per l'ordine sociale e per l'avvenire delle Nazioni, a cui il presente moltiplicarsi delle eccitazioni alla impu­ rità avvelena le radici di vita, mentre rallenta ancor più il freno del male quella indulgenza, che meglio si direbbe negazione, di una parte sempre più estesa della coscienza pubblica, cieca dinanzi ai disordini morali più riprovevoli. Questa immoralità è maggiore al presente che in altre epoche ante­ riori ? Sarebbe forse imprudente l'affermarlo, e in ogni modo è questione oziosa. Fin dai suoi giorni l'Autore dell'Ecclesiaste ammoniva scrivendo : a Non dire : Chi sa perchè i tempi passati furono migliori di quelli d'ades­ so ? perchè una tale domanda è stolta. Tutte le cose sono difficili. Che cosa è quello che fu ? quello stesso che sarà. Che cosa è quello che avvenne ? quello stesso che avverrà. Nulla è nuovo sotto il sole ». La vita dell'uomo sulla terra, anche nei secoli cristiani, è sèmpre una milizia. Noi dobbiamo salvare le anime nostre e quelle dei nostri fratelli nel nostro tempo, e oggi quel pericolo è certamente aumentato, perchè si sono straordinariamente accresciuti gli artifìci, in altri tempi confinati in circoli ristretti, di eccitare le passioni : il progresso della stampa, le edizioni a buon mercato come quelle di lusso, le fotografie, le illustra­ zioni, le riproduzioni artistiche di ogni forma e colore e di ogni prezzo, i cinematografi, gli spettacoli di varietà e cento altri mezzi subdoli e segreti, che propagano gli allettamenti del male e li pongono in mano di tutti, grandi e piccoli, donne e fanciulle. Non è forse sotto gli occhi dì tutti una moda ardita, indecorosa per una giovane cristianamente cre­ sciuta ? E il cinematografo non fa assistere a rappresentazioni, che già si rifugiavano in recinti, dove non si sarebbe mai osato mettere il piede? Dinanzi a questi pericoli, in non pochi Paesi, i pubblici poteri hanno preso provvedimenti, legislativi od amministrativi, volti ad arginare lo straripamento dell'immoralità. Ma nel campo morale l'azione esteriore delle Autorità, anche le più potenti, per lodevole ed utile e necessaria che sia, non è mai che da sola valga a ottenere quei frutti sinceri e salu­ tari che sanino le anime, sulle quali conviene che operi più alta virtù. E sulle anime ha da operare la Chiesa, e al suo servigio l'Azione Cat1 1 Eccle., VII, 11; I, 8-10. 186 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale tolica, la vostra Azione, in stretta unione e sotto la direzione della Ge­ rarchia ecclesiastica, entrando in lotta contro i pericoli del mal costume, combattendoli in tutti i campi a voi aperti : nel campo della moda, dei vestiti e degli abbigliamenti, nel campo dell'igiene e dello sport, nel campo delle relazioni sociali e dei divertimenti. Vostre armi saranno la vostra parola e il vostro esempio, la vostra cortesia e il vostro contegno, armi che anche ad altri attestano e rendono possibile e lodevole il com­ portamento che onora voi e la vostra attività. Non è Nostro proposito di ritracciare qui il triste e troppo noto qua­ dro dei disordini che si affacciano ai vostri occhi : vesti così esigue o tali da sembrar fatte piuttosto per porre in maggior rilievo ciò che dovreb­ bero velare; sports, svolgentisi con fogge di vestire, esibizioni, « camera­ tismi », inconciliabili anche con la modestia più condiscendente ; danze, spettacoli, audizioni, letture, illustrazioni, decorazioni, in cui la mania del divertimento e del piacere accumula i più gravi pericoli. Intendiamo invece ora di ricordarvi e rimettervi sotto lo sguardo della mente i prin­ cipii della fede cristiana, che in queste materie devono illuminare i vostri giudizi, guidare i vostri passi e la vostra condotta, ispirare e sostenere la vostra lotta spirituale. Giacché ben si tratta di una lotta. La purezza delle anime, viventi della grazia soprannaturale, non si conserva nè si conserverà mai senza combattimento. Felici voi, che nelle vostre famiglie, all'alba della vostra vita^ fin dalla culla riceveste vita più alta, vita divina col santo batte­ ssimo ! Bambine inconscie di così gran dono e felicità, voi non combat­ teste allora, — come anime più mature meno fortunate di voi, — per la conquista di tanto bene ; ma anche voi non lo conserverete senza lotta. Il peccato originale, se fu cancellato nell'anima vostra dalla grazia puri­ ficante e santificante, che vi ha riconciliate con Dio come figlie di ado­ zione ed eredi del cielo, ha lasciato in voi quella triste eredità di Adamo ch'è lo squilibrio interiore, la lotta, che sentiva pure il grande Apo­ stolo Paolo, il quale, mentre si dilettava nella legge di Dio secondo l'uomo interiore, vedeva un'altra legge del peccato esistente nelle sue membra ; legge delle passioni e delle inclinazioni disordinate, non mai pienamente sottomesse, con le quali, alleato della carne e del mondo, congiura un angelo di Satana, che con le tentazioni molesta le animé. Tale è la guerra fra lo spirito e la carne, così apertamente attestata dalla rivelazione divina, che (se si eccettui la Beatissima Vergine) vano è il pensiero poter darsi una vita umana al tempo stesso pura e vissuta senza 2 2 Rom., VII, 22-23. Acta Pii Pp. XII 187 vigilanza e senza combattimento. Non v'illudete di credere l'anima vostra insensibile agl'incitamenti, invincibile agli allettamenti e ai pericoli. È vero che l'abitudine spesso riesce a rendere lo spirito meno soggetto a tali impressioni, particolarmente allorché esso ne viene astratto e nelle sue forze vive assorbito dall'esercizio di un'attività professionale o in­ tellettiva più alta; ma immaginarsi che tutte le anime, così prone al sentimento, valgano a rendersi insensibili agl'incentivi erompenti da immagini, che, colorate dei lenocini del piacere, rapiscono e avvincono a sè l'attenzione, sarebbe supporre e stimare che possa mai cessare o di­ minuire la maligna complicità che quelle insidiose istigazioni trovano negl'istinti della natura umana decaduta e disordinata. Questa lotta inevitabile voi l'accettate coraggiosamente e cristiana­ mente. Lo scopo dunque della vostra azione comune non può essere di sopprimerla totalmente ; ma deve tendere ad ottenere che questo neces­ sario combattimento spirituale non sia reso per le anime più difficile., più pericoloso, dalle circostanze esteriori, dall'atmosfera nella quale debbono sostenerlo e proseguirlo quei cuori che ne soffrono gli assalti. Nei campi pugnaci della Chiesa, dove si affrontano la virtù e il vizio, voi incontrerete sempre alcuni caratteri da Dio plasmati intrepidi, eroi­ ci, che, sorretti dalla grazia, non vacillano nè crollano ad alcun impulso, e sanno a viso aperto mantenersi incorrotti e puri in mezzo al fango onde sono circondati, quasi lievito di buon fermento e rigenerazione per quel maggior numero di anime, pur redente dal sangue di Cristo, che fanno massa intorno a loro. Il fine pertanto della vostra lotta vuol essere che la purezza cristiana, condizione di salvezza per le anime, riesca meno ardua a tutte le buone volontà, sicché le tentazioni, nascenti dalle con­ tingenze esteriori, non sorpassino i limiti di quella resistenza, che con la grazia divina il mediocre vigore di molte anime vale ad opporvi. Per raggiungere così santo e virtuoso intento, conviene agire sopra circoli e correnti di idee, sui quali, se poco o nulla potrebbe un'azione individuale e isolata, assai efficacemente è in grado di operare un'azione comune. Se l'unione fa la forza, solo un gruppo compatto, numeroso quanto mai può essere, di risoluti e non pavidi spiriti cristiani saprà, dove la loro coscienza parli ed esiga, scuotere il giogo di certi ambienti sociali, svincolarsi dalla tirannide, oggi più forte che mai, delle mode di ogni sorta, mode nel vestito, mode negli usi e nelle relazioni della vita. Il movimento della moda non ha in sè nulla di cattivo : sgorga spon­ taneamente dalla socievolezza umana secondo l'impulso che inclina a trovarsi in armonia coi propri simili e con la pratica usata dalle per­ sone in mezzo alle quali si vive. Dio non vi chiede di vivere fuori del vo- Acta 188 Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale stro tempo, così noncuranti delle esigenze della moda da rendervi ridi­ cole, vestendovi all'opposto dei gusti e degli usi comuni alle vostre con­ temporanee, senza preoccuparvi mai di ciò che loro garba. Onde anche l'Angelico San Tommaso afferma che nelle cose esteriori, di cui l'uomo usa, non vi è alcun vizio, ma il vizio viene da parte dell'uomo che immoderatamente ne usa, o in confronto della consuetudine di coloro coi quali vive, facendosi stranamente parte discorde dagli altri per se stesso ; o usando delle cose secondo la consuetudine o oltre la consuetudine degli altri, con disordinato affetto, per sovrabbondanza di vesti superbamente ornate o compiacenti o ricercate con soverchio studio, mentre pure l'umiltà e la semplicità sarebbero bastevoli ad appagare il necessario decoro. E lo stesso Santo Dottore arriva perfino a dire che nell'orna­ mento femminile può esservi atto meritorio di virtù, quando sia conforme al modo, alla misura della persona e alla buona intenzione, e le donne portino ornamenti decenti secondo lo stato e la dignità loro, siano mo­ derate in ciò che fanno secondo la consuetudine della patria : allora an­ che l'ornarsi sarà atto di quella virtù della modestia, la quale pone modo nel camminare, nello stare, nell'abito e in tutti i movimenti esteriori. Anche nell'attenersi alla moda, la virtù sta nel mezzo. Ciò che Dio vi domanda è di ricordarvi sempre che la moda non è, nè può essere la re­ gola suprema della vostra condotta ; che al di sopra della moda e delle sue esigenze vi sonò leggi più alte e imperiose, principi superiori e im­ mutabili, che in nessun caso possono essere sacrificati al libito del pia­ cére o del capriccio, e davanti ai quali l'idolo della moda deve saper chinare la sua fugace onnipotenza. Questi principi sono stati proclamati da Dio, dalla Chiesa, dai Santi e dalle Sante, dalla ragione e dalla morale cristiana, segnali dei confini, di là dai quali non spuntano nè fioriscono gigli e rose, nè spandono nembo di profumi la purezza, la modestia, il decoro e l'onore femminile, ma spira e domina un aere malsano di leg­ gerezza, di obliquo linguaggio, di vanità audace, di vanagloria non meno* dell'animo che dell'abbigliamento. Sono quei principi che San Tommaso^ d'Aquino addita per l'ornamento femminile e ricorda, allorché insegna quale vuol essere l'ordine della nostra carità, delle nostre affezioni : il bene dell'anima nostra ha da precedere quello del nostro corpo, e al vantaggio del nostro proprio corpo dobbiamo preferire il bene dell'anima del nostro prossimo. Non vedete dunque che vi è un limite che nessuna 3 4 5 6 3 4 8. Th., 2a 2», q. 169, a. 1. Cfr. S. THOMAE AQ. ExposU. in Isaiam Prophetam, cap. I I I in fine. 5 B. Th., 2* 2™, q. 169, a. 2. 6 S. Th., 2* 2™, q. 26, a. 4-5. Acta Pii Pp. XII 189 foggia di moda può far oltrepassare, quello, oltre il quale la moda si fa madre di rovina per l'anima propria e per l'altrui? Alcune giovani forse diranno che una determinata forma di vestito torna più comoda, ed è anche più igienica ; ma, se diventa per la salute dell'anima un pericolo grave e prossimo, non è certo igienica per il vo­ stro spirito : voi avete il dovere di rinunciarvi. La salvezza dell'anima fece eroine le martiri, come le Agnesi e le Cecilie, in mezzo ai tormenti e alle lacerazioni dei loro corpi verginali : voi, loro sorelle nella fede, nel­ l'amore di Cristo, nella stima della virtù, non troverete in fondo al vostro cuore il coraggio e la forza di sacrificare un po' di benessere, un vantag­ gio fisico, se si vuole, per custodire salva e pura la vita delle anime vo­ stre ? E se, per un semplice piacere proprio, non si ha il diritto di met­ tere in pericolo la salute fisica degli altri, non è forse ancor meno lecito di compromettere la salute, anzi la vita stessa delle loro anime ? Se, come pretendono alcune, una moda audace non fa su di loro alcuna impres­ sione cattiva, che cosa esse sanno dell'impressione che ne risentono gli altri ? chi le assicura che altri non ne ritraggano mali incentivi ? Voi non conoscete il fondo della fragilità umana, nè di qual sangue di corru­ zione grondino le ferite lasciate nell'umana natura dalla colpa di Adamo con l'ignoranza nell'intelletto, con la malizia nella volontà, con la brama del piacere e la debolezza verso il bene arduo nelle passioni dei sensi, a tal segno che l'uomo, pieghevole come cera al male, « vede il meglio e lo approva, ed al peggior s'appiglia», per quel peso-che sempre, quasi piombo, lo trascina al fondo. Oh quanto giustamente è stato osservato che se alcune cristiane sospettassero le tentazioni e le cadute che cau­ sano in altri con abbigliamenti e familiarità a cui, nella loro leggerezza, danno così poca importanza, prenderebbero spavento della loro respon­ sabilità! Al che Noi non dubitiamo di aggiungere : o madri cristiane, se sapeste quale avvenire d'interni affanni e pericoli, di mal compresi dubbi e mal contenuti rossori voi preparate ai vostri figli e alle vostre figlie con l'imprudenza di avvezzarli a vivere appena coperti, facendo loro smar­ rire il senso ingenuo della modestia, arrossireste di voi medesime, e pa­ ventereste l'onta che fate a voi stesse e il danno che cagionate ai figli affidativi dal cielo a crescerli cristianamente. E quel che diciamo alle madri, lo ripetiamo a non poche donne credenti, ed anche pie, le quali, accettando di seguire questa o quella moda audace, fanno col loro esempio cadere le ultime esitazioni che rattengono una folla delle loro sorelle lontano da quella moda, che potrà divenire per esse sorgente di rovina spirituale. Finché certi procaci abbigliamenti rimangono triste privilegio 7 ; 7 Cfr. OVIDII Metamorph., V I I , 20-21. 190 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale di donne di riputazione dubbia e quasi il segno cbe le fa riconoscere, non si oserà prenderli per sè ; ma il giorno che appariranno indosso a per­ sone superiori a ogni sospetto, non si dubiterà più di andar dietro alla corrente, una corrente che trascinerà forse alle peggiori cadute. Se conviene che tutte le donne cristiane abbiano il coraggio di porsi di fronte a così gravi responsabilità morali, voi, dilette figlie, per il vivo sentimento, che avete attinto dalla vostra fede e dal candore della virtù, avete il vanto di esservi unite, paladine della purezza, nella vostra santa Crociata. Isolate, il vostro ardimento ben poco varrebbe nelPopporsi all'invasione del male intorno a voi ; strettamente serrate in una schiera, voi sarete una legione abbastanza forte e potente a imporre il rispetto dei diritti della modestia cristiana. Ciò che nelle mode e negli usi e nelle convenienze sociali, che a voi si offrono, è pienamente accettabile, ciò che è solamente tollerabile, ciò che è del tutto inammissibile, il vostro senso di giovani cattoliche, affinato e sostenuto dalla sapienza della fede e dalla pratica cosciente di una vita di solida pietà, ve lo farà vedere e discernere alla luce dello Spirito di Dio e con l'aiuto della sua grazia, ottenuto mercè la preghiera e il soccorso dei consigli chiesti a coloro, che Nostro Signore ha messi al vostro fianco quali guide e maestri. La chiara e profondamente sentita conoscenza del vostro dovere vi renderà corag­ giose e franche nel mutuo appoggio per compierlo senza esitazione, ma con risolutezza degna del vostro ardore giovanile. Bella è la virtù della purezza, e soave la grazia che splende non solo nei fatti ma ancora nella parola, che mai non varca la misura del de­ coro e della cortesia, ond'è condito d'amore l'avviso e l'ammonimento. E altrettanto fulgida per grazia è la casta generazione davanti a Dio e agli uomini, la quale nei giorni di prove, di sofferenze, di sacrifìci, di austeri doveri, in cui viviamo, non teme con ogni suo potere di assurgere all'altezza dei gravi obblighi che le impone la Provvidenza. Oggidì la Crociata per voi, dilette figlie, non è di spada nè di sangue nè di marti­ rio, ma di esempio, di parola e di esortazione. Contro le vostre energie e i vostri propositi sta il demone della impurità e della licenza dei costumi, qual capitale nemico : levate alta la fronte al cielo, dal quale Cristo e l'immacolata Vergine sua Madre vi contemplano ; siate forti e infles­ sibili nel compimento del vostro dovere di cristiane ; movete contro la corruzione, che sgagliardisce la gioventù, a difesa della purezza ; ren­ dete un tale servigio, che supera ogni prezzo, alla vostra cara patria, efficacemente operando e cooperando à diffondere nelle anime più di purezza e di candore, che valga a renderle più prudenti, più vigili, più rette, più forti, più generose. Acta Pii Pp. XII 191 Deli che la Regina degli Angeli, vincitrice del serpente insidiatore, tutta pura, tutta forte della sua purezza, sostenga e diriga i vostri sforzi in questa Crociata che vi ha ispirata ! Ella benedica il vostro vessillo e 10 coroni dei candidi trofei delle vostre vittorie ! Noi di ciò la suppli­ chiamo, mentre in nome del suo divin Piglio vi accordiamo di gran cuore la Nostra Apostolica Benedizione, per voi e per tutte quelle che si sono unite e si uniranno a voi nella vostra coraggiosa campagna. II AD EMOS P P . DD. CARDINALES, IN FESTO S. EUGENII I P P . FAUSTA OMINANTES La grandissima solennità, che oggi la Chiesa festeggia, della discesa dello Spirito rinnovatore sopra gli Apostoli e i primi fedeli, congregati nel cenacolo e ivi perseveranti nell'orazione e nell'aspettazione della virtù dall'alto, solleva alle cose celesti anche il Nostro animo, Venerabili Fratelli e Diletti Figli, dal profondo dell'amarezza dell'era presente, in cui l'arcana Provvidenza di Dio — che sia sempre benedetto e adorato nei suoi eterni consigli così di consolazioni come di afflizioni ! — ha vo­ luto porre Noi e il Nostro Pontificato. In riva alle acque del lago di Tiberiade, placato nelle tempeste e fecondato da Cristo per le reti aposto­ liche, nacque la Chiesa con Pietro, Pastore degli agnelli e delle pecorelle ; ma il fuoco dello Spirito, che doveva compire il suo battesimo, essa lo ricevette fra le riposte mura del cenacolo, affinchè si avverasse anche in lei la soprannaturale nascita ex aqua et Spiritu Sancto, a somiglianza del suo divino Fondatore e Sposo, sul quale, uscente dalle acque del Giordano, si aperse il cielo e in forma di colomba scese lo Spirito di Dio, e la voce del Padre lo proclamò il Figlio diletto delle sue compiacenze. 11 Padre e il Figlio e lo Spirito Santo amano la Chiesa e stanno con lei ; e la rendono, come cantò un gran poeta, « Madre de' Santi » e « campo di quei che sperano ». Al solenne gaudio della Pentecoste voi avete voluto coi vostri voti augurali aggiungere la ricorrente festa del Nostro celeste Patrono, S. Eugenio, festa di pura e serena gioia familiare, in che si esalta la (( Madre de' Santi » e si avviva e conforta la Nostra speranza, benché soffusa di quell'aura di tristezza, il cui accento ha accompagnato pure le parole, che sono sgorgate dal cuore e dal labbro del venerato Decano del Sacro Collegio, tanto stimato e amato da voi e da Noi, mentre testé Ci rivolgeva le felicitazioni a nome di tutti. m Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Se alla Città eterna sono stati finora risparmiati i terrori della guerra, tuttavia l'eco della cruenta e distruttrice azione bellica, il lamento per i morti, l'ansietà per i dispersi, la nostalgica bramosia dei prigionieri, il pianto delle vedove e degli orfani, l'esilio dei deportati, l'indigenza e Ja penuria dei dislocati senza tetto, cercano e trovano negli avvolgimenti della loro sventura la via per giungere a Noi, al Nostro orecchio e al No­ stro cuore, in ogni lingua e con voci strazianti, e Ci svelano e pongono sott'occhio giornalmente, e quasi ora per ora, l'immenso e oscuro abisso dei patimenti e delle angustie, in cui la presente bufera ha travolto e viene di continuo travolgendo la povera umanità non meno che la vigna del Signore. Ma pur in così angosciosa stagione di prova e di dolore la Chiesa non cessa di essere « il campo di quei che sperano ». E al Nostro sguardo — visione confortatrice e ammonitrice — si affaccia la mite e soccorrevole immagine del Santo Pontefice di cui nel battesimo Ci fu imposto il nome ; e, mentre contempliamo il suo esempio, cammino e sprone all'animo Nostro, imploriamo dall'Eterno Sacerdote della sublime ara del Gol­ gota, centro di attrazione dell'universo, una favilla di quella vampa esuberante di amore apostolico verso i poveri e i miseri, onde, fra le altre sue eccelse doti, rifulse S. Eugenio I ; e lo preghiamo di ottenerci dal Signore che in sempre maggior misura, — mercè la generosa coopera­ zione di tante anime elette, che, mosse pure dalla carità di Cristo, ven­ gono in soccorso alla ristrettezza dei Nostri mezzi materiali, — Ci sia dato di far pervenire anche nel futuro alle vittime della guerra e agli altri innumerevoli sofferenti i segni più efficaci della Nostra non mai stanca affezione e sollecitudine paterna. 1 Se la Chiesa, nata dalla passione di Cristo, si china pietosa sul dolore X>er alleviarlo, con la parola e con l'aiuto che può, nella meritoria con­ formità alla volontà divina, non ignora neppure il lavoro, nobilitato sublimemente da Cristo nell'umile bottega del santo Fabbro di Naza­ reth. Dolore e lavoro non sono forse i due compagni nel cammino della vita, dati da Dio ai nostri progenitori decaduti, nell'esiliarli dall'Eden ? Multiplicado aerumnas tuas et conceptas tuos: in dolore paries filios, disse alla donna; In laboribus ... comedes herbam terrae; in sudore vultus tui vesceris pane, disse all'uomo. Da quel giorno fatale quai ter­ ribile vicenda di dolore e di lavoro seguì e confuse i passi dell'umana fa­ miglia sulla faccia della terra, maledetta da Dio nell'opera dell'uomo ! Dolore e lavoro, i quali non sono mai così disgiunti e propri, l'uno della 2 1 Cfr. Lib, Pontifical., n. LXXVII. 2 Gen., III, 16-19. Acta Pii Pp. XII 193 donna é l'altro dell'uomo, che non divengano loro comuni nella terra dei viventi. Ma il lavoro per l'uomo non è solo quello delle zolle bagnate del suo sudore : egli suda anche nei lavori domestici, nelle officine, nelle arti, nei mestieri, in mille offici e servigi. La Chiesa fin dai suoi inizi contemplò e ponderò il lavoro; al lavoro per il pane l'Apostolo Paolo diede le sue mani e la sua voce, fino a proclamare : Si quis non vult ope­ rari, nec manfíucet. Ma l'immenso campo dell'umano lavoro e della condizione dei lavo­ ratori è nell'anno presente, per Noi e per il mondo cattolico, illuminato da una luce tutta particolare e riscaldato da una rimembranza ricono­ scente, doverosa e onorevole, che promana dall'importante atto di uno dei più grandi Pontefici dei tempi recenti ; un atto, di cui Ci è grato di esaltare il significato sociale profondo e l'influenza anche oggi durevole, per commemorarlo, e perchè sia commemorato, non tanto con festeggia­ menti e celebrazioni rumorose, quanto con un concentramento interiore, che muova a un esame di coscienza sul passato, a una attiva professione nel presente, e a un virile proposito per il futuro. Intendiamo parlare della immortale Enciclica Herum novarum del sapientissimo Nostro Pre­ decessore Leone X I I I , della quale ricorre quest'anno il cinquantenario. Su questo storico e„fecondo avvenimento Ci proponiamo di dirigere fra poco ai Nostri figli dell'universo intero un personale Messaggio radio­ fonico, per eccitarne le coscienze e le energie a dimostrarsi degni, nel pensiero e nell'azione, della preziosa eredità contenuta in quel capolavoro di un Romano Pontefice, acuto e quasi profetico indagatore e giudice franco ed equanime degl'impulsi e delle aspirazioni del suo tempo e del­ l'avvenire. Paghi restiamo quindi in questo Nostro convegno con voi, Venerabili Fratelli e Diletti Figli, Nostri valorosi e fedeli collaboratori e saggi consiglieri, di augurarci che in tutte le parti del mondo cristiano sorgano spiriti aperti alla verità, cuori palpitanti di profondo amore, anime virilmente decise ad ogni sacrifìcio, le quali, seguendo la luce, che Leone X I I I , or sono dieci lustri, fece risplendere e l'incomparabile suo Successore Pio XI accrebbe di più ampio fulgore, tutto mettano in opera e arditamente procedano e perseverino per portar soccorso a que­ sto mondo, traviato e immerso solo nei pensieri e nelle passioni del pre­ sente e dimentico di Dio e della vita futura, e si studino di illuminarlo, di segnargli il sentiero e ricondurlo agli altari del Signore, Dio di giu­ stizia e di amore, stornandolo da principi e pratiche, infausto frutto di una erronea e fallace evoluzione, palliata quale progresso speculativo 3 3 II Thess., III, 8-10. ACTA, vol. V I I I , n. 6. — 23-6-941 194 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale e spirituale, civile e sociale, il cui tragico destino Leone XIII, al limitare deL nostro secolo, esprimeva con poetica ispirazione nei classici versi del suo « Carme secolare » : Vae segregatis Numine legibus ! Quae lex honesti, quae superest fides? Nutant, semel submota ab aris, Atque ruunt labefacta iura. 4 Oscuro è l'orizzonte dei popoli e della vita sociale ; ma stat crux dum volvitur orbis. La Nostra costante invocazione, Venerabili Fratelli e Diletti Figli, Noi l'eleviamo con voi al cielo, ut gregem suum Pastor aeternus non deserai, sed per beatos Apostolos suos continua protectione custodiat ! Potranno forse i tempi divenire ancora più oscuri ; ma il sole di giustizia non cesserà di splendere nelle tenebre ; e l'astro, che sempre ci sarà di guida anche nella notte, sarà l'astro della fede, della speranza e dell'amore del primo P a p a : Nunc scio vere... e dell'Apostolo delle Genti: Scio cui credidi. In tale ferma e consolante fiducia, con viva riconoscenza per i vostri devoti auguri e per le fervide preghiere, che porgete a Dio e al Nostro celeste Patrono per la Nostra umile persona e il Nostro ministero, implorando su tutti e ciascuno di voi i doni dello Spirito Santo in questa solenne festività di Pentecoste, vi impartiamo di cuore con immutato affetto l'Apostolica Benedizione. * LEONIS X I I I A Iesu Christo ineuntis saeculi auspicia Acta NUNTIUS Pii Pp. XII 195 RADIOPHONICUS A BEATISSIMO PATRE, IN FESTO PENTECOSTES, DIE I MENSIS IUNII A. M C M X L I , PER UNIVERSUM ORBEM EMISSUS, QUINQUAGESIMO EXEUNTE ANNO A LIT­ TERIS ENCYCLICIS « RERUM NOVARUM » A LEONE PAPA X I I I F. R. DATIS. La solennità della Pentecoste, glorioso natale della Chiesa di Cristo, è all'animo Nostro, diletti figli dell'universo intero, un dolce e propizio invito, fecondo di alto ammonimento, per indirizzarvi, tra le difficoltà e i contrasti dei tempi presenti, un messaggio di amore, d'incoraggia­ mento e di conforto. Vi parliamo in un momento, in cui tutte le energie e forze fìsiche e intellettuali di una porzione sempre crescente dell'untar nità stanno, in misura e con ardore non mai prima conosciuti, tese sotto la ferrea inesorabile legge di guerra; e da altre parlanti antenne volano accenti pregni di esasperazione e di acrimonia, di scissione e di lotta. Ma le antenne del Colle Vaticano, della terra consacrata a centro in­ temerato della Buona Novella e della sna benefica diffusione nel mondo dal martirio e dal sepolcro del primo Pietro, non possono trasmettere se non parole che s'informano e £i animano dello spirito consolatore della predica, di cui alla prima Pentecoste per la voce di Pietro risonò e si commosse Gerusalemme : spirito di ardente amore apostolico, spirito che non sente brama più viva e gioia più santa di quella di tutti condurre, amici e nemici, ai piedi del Crocifìsso del Golgota, al sepolcro del glorificato Figlio di Dio e Redentore del genere umano, per convincere tutti che solo in Lui, nella verità da Lui insegnata, nell'amore da Lui, benefacendo e sanando tutti, dimostrato e vissuto fino a far sacrificio di sè per la vita del mondo, si può trovare verace salvezza e duratura felicità per gl'individui e per i popoli. In quest'ora, gravida di eventi in potere del consiglio divino, che regge la storia delle nazioni e veglia sulla Chiesa, è per Nói gioia e sod­ disfazione intima, nel far sentire a voi, diletti figli, la voce del Padre co­ mune, il chiamarvi quasi ad una breve universale adunata cattolica, affinchè possiate sperimentalmente provare nel vincolo della pace la dol­ cezza del cor itnnm e d e l l ' a l m a una che cementava, sotto l'impulsò dello Spirito divino, la comunità di Gerusalemme nel dì della Pentecoste. Quanto più le condizioni, originate dalla guerra, rendono in molti casi difficile un contatto diretto e vivo tra il Sommo Pastore e il suo gregge, 1 1 Cfr. Act., IV, 32. 1§6 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale con tanto maggior gratitudine salutiamo il rapidissimo ponte di unione, che il genio inventivo dell'età nostra lancia in un baleno attraverso l'etere, collegando oltre monti, mari e continenti ogni angolo della terra. E ciò che per molti è arma di lotta, si trasforma per Noi in strumento provvidenziale di apostolato operoso e pacifico, che attua e innalza a un significato nuovo la parola della Scrittura: In omnem terram eœivit sonus eorum; et in fines orbis terrae verba eorum. Così pare che si rin­ novi il gran miracolo della Pentecoste, quando le diverse genti dalle regioni di altre lingue convenute in Gerusalemme ascoltavano nel loro idioma la voce di Pietro e degli Apostoli. Con sincero compiacimento Ci serviamo oggi di un tal mezzo meraviglioso, per attirare l'attenzione del mondo cattolico sopra una ricorrenza, meritevole di essere a carat­ teri d'oro segnata nei fasti della Chiesa : sul cinquantesimo anniversario, cioè, della pubblicazione, avvenuta il 15 maggio 1891, della fondamentale Enciclica sociale Rerum novarum di Leone XIII. Mosso dalla convinzione profonda che alla Chièsa compete non solo il diritto, ma ancora il dovere di pronunziare una parola autorevole sulle questioni sociali, Leone XIII diresse al mondo il suo messaggio. Non già che egli intendesse di stabilire norme sul lato puramente pratico, diremmo quasi tecnico, della costituzione sociale; perchè ben sapeva e gli era evidente, — e il Nostro Predecessore di s. m. Pio XI lo ha di­ chiarato or è un decennio nella sua Enciclica commemorativa Quadrage­ simo anno — che la Chiesa non si attribuisce tale missione. Nell'ambito generale del lavoro, allo sviluppo sano e responsabile di tutte le energie fisiche e spirituali degl'individui e alle loro libere organizzazioni si apre un vastissimo campo di azione multiforme, dove il pubblico potere in­ terviene con una sua azione integrativa e ordinativa, prima per mezzo delle corporazioni locali e professionali, e infine per forza dello Stato stesso, la cui superiore e moderatrice autorità sociale ha l'importante ufficio di prevenire i perturbamenti di equilibrio economico sorgenti dalla pluralità e dai contrasti degli egoismi concorrenti, individuali e collettivi. È invece inoppugnabile competenza della Chiesa, in quel lato del­ l'ordine sociale dove si accosta ed entra a toccare il campo morale, il giudicare se le basi di un dato ordinamento sociale siano in accordo con l'ordine immutabile, che Dio Creatore e Redentore ha manifestato per mezzo del diritto naturale e della rivelazione : doppia manifestazione, alla quale si richiama Leone XIII nella sua Enciclica. E con ragione: perchè i dettami del diritto naturale e le verità della rivelazione proma2 2 Psal. XVIII, 5; Rom., X, 18. Acta Pii Pp. XII 197 nano per diversa via, come due rivi d'acque non contrarie, ma concordi^ dalla medesima fonte divina; e perchè la Chiesa, custode dell'ordine soprannaturale cristiano, in cui convergono natura e grazia, ha da for­ mare le coscienze, anche le coscienze di coloro, che sono chiamati a tro­ vare soluzioni per i problemi e i doveri imposti dalla vita sociale. Dalla forma data alla società, consona o no alle leggi divine, dipende e s'insi­ nua anche il bene o il male nelle anime, vale a dire, sè gli uomini, chia­ mati tutti ad essere vivificati dalla grazia di Cristo, nelle terrene con­ tingenze del corso della vita respirino il sano e vivido alito della verità e della virtù morale o il bacillo morboso e spesso letale dell'errore e della depravazione. Dinanzi a tale considerazione e previsione come potrebbe esser lecito alla Chiesa, Madre tanto amorosa e sollecita del bene dei suoi figli, di rimanere indifferente spettatrice dei loro pericoli, tacere o fin­ gere di non vedere e ponderare condizioni sociali che, volutamente o no, rendono ardua o praticamente impossible una condotta di vita cristiana^ conformata ai precetti del Sommo Legislatore? Consapevole di tale gravissima responsabilità Leone XIII, indiriz­ zando la sua Enciclica al mondo, additava alla coscienza cristiana gli errori e i pericoli della concezione di un socialismo materialista, le fa­ tali conseguenze di un liberalismo economico, spesso inconscio o dimen­ tico o sprezzante dei doveri sociali; ed esponeva con magistrale chiarezza e mirabile precisione i principi convenienti e acconci a migliorare — gra­ datamente e pacificamente — le condizioni materiali e spirituali del­ l'operaio. Che se, diletti figli, oggi dopo un cinquantennio dalla pubblicazione dell'Enciclica, voi Ci domandate fino a qua! segno e misura l'efficacia della sua parola corrispose alle nobili intenzioni, ai pensieri ricchi di verità, ai benefici indirizzi intesi e suggeriti dal suo sapiente Autore, sentiamo di dovervi rispondere : Proprio per rendere a Dio Onnipotente, dal fondo dell'animo Nostro, umili grazie per il dono, che, or sono cin­ quantanni, largì alla Chiesa con quell'Enciclica del suo Vicario in terra, e per lodarlo del sofìio dello Spirito rinnovatore, che per essa, da allora in modo sempre crescente, effuse sull'umanità intera. Noi, in questa solennità della Pentecoste, Ci siamo proposti di rivolgervi la Nostra parola. Già il Nostro Predecessore Pio XI esaltò nella prima parte della sua Enciclica commemorativa la splendida mèsse, cui aveva maturata la Rerum novarum, germe fecondo, donde si svolse una dottrina sociale cattolica, che offrì ai figli della Chiesa, sacerdoti e laici, ordinamenti e mezzi per una ricostruzione sociale, esuberante di frutti; sicché per lei Í98 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale sorsero nel campo cattolico numerose e varie istituzioni benefiche e fio­ renti centri di reciproco soccorso in favore proprio e d'altrui. Quale prosperità materiale e naturale, quali frutti spirituali e soprannaturali, non sono provenuti agli operai e alle loro famiglie dalle unioni catto­ liche! Quanto efficace e opportuno al bisogno non si è dimostrato il con­ tributo dei Sindacati e delle Associazioni in pro dei ceto agricolo e medio per sollevarne le angustie, assicurarne la difesa e la giustizia, e in tal modo, mitigando le passioni, preservare da turbamenti la pace sociale! Nè questo fu tutto il vantaggio. L'Enciclica Rerum novarum, acco­ standosi al popolo, che abbracciava con stima e amore, penetrò nei cuori e nelle menti della classe operaia e vi infuse sentimento cristiano e di­ gnità civile; a segno tale che la potenza dell'attivo suo influsso venne, con lo scorrere degli anni, còsi efficacemente esplicandosi e diffonden­ dosi, da far diventare le sue norme quasi comune patrimonio della fa­ miglia umana. E méntre lo Stato, nel secolo decimonono, per soverchio esaltamento di libertà, considerava come suo scopo esclusivo il tutelare la libertà con il diritto, Leone XIII lo ammonì essere insieme suo dovere l'applicarsi alla provvidenza sociale, curando il benessere del popolo intero e di tutti i suoi membri, particolarmente dei deboli e diseredati, con larga politica sociale e con creazione di un diritto del lavoro. Alla sua voce rispose un'eco potente; ed è sincero debito di giustizia ricono­ scere i progressi, che la sollecitudine delle Autorità civili di molte Na­ zioni hanno procurato alla condizione dei lavoratori. Onde ben fu detto che la Rerum novarum divenne la « Magna Charta » dell'operosità so­ ciale cristiana. Intanto trascorreva un mezzo secolo, che ha lasciato solchi profondi e tristi fermenti nel terreno delle Nazioni e delle società. Le questioni, che i mutamenti e rivolgimenti sociali e sopra tutto economici offrivano a un esame morale dopo la Rerum novarum, sono state con penetrante acutezza trattate dal Nostro immediato Predecessore nella Enciclica Quadragesimo anno. Il decennio che la seguì non fu meno ricco degli anni anteriori per sorprese nella vita sociale ed economica, e ha versate le irrequiete e oscure sue acque nel pelago di una guerra, che può avere imprevedibili flutti urtanti l'economia e la società. Quali problemi e quali assunti particolari, forse del tutto nuovi, pre­ senterà alla sollecitudine della Chiesa la vita sociale dopo il conflitto che mette a fronte tanti popoli, l'ora presente rende difficile designare e antivedere. Tuttavia, se il futuro ha radice nel passato, se l'esperienza degli ultimi anni Ci è maestra per l'avvenire, Noi pensiamo di servirci dell'odierna commemorazione per dare ulteriori principi direttivi mo- Acta Pii Pp. XII 199 rali sopra tre fondamentali valori della vita sociale ed economica; e ciò faremo animati dallo stesso spirito di Leone XIII e svolgendo le sue ve­ dute veramente, più che profetiche, presaghe dell'insorgente processo sociale dei tempi. Questi tre valori fondamentali, che s'intrecciano, si saldano e si aiutano a vicenda, sono : l'uso dei beni materiali, il lavoro, la famiglia. Uso dei beni materiali L'Enciclica Rerum novarum esprime sulla proprietà e sul sostenta­ mento dell'uomo principi, i quali cól tempo nulla hanno perduto del na­ tivo loro vigore e, oggi dopo cinquantanni, conservano ancora e profon­ dono vivificante la loro intima fecondità. Sopra il loro punto fondamen­ tale Noi stessi abbiamo richiamata l'attenzione comune nella Nostra Enciclica Sertum laetitiae, diretta ai Vescovi degli Stati Uniti dell'Ame­ rica del Nord : punto fondamentale, che consiste, come dicemmo, nell'af­ fermazione della inderogabile esigenza «che i beni, da Dio creati per tutti gli uomini, equamente affluiscano a tutti, secondo i principi della giustizia e della carità». Ogni uomo, quale vivente dotato di ragione, ha infatti dalla natura il diritto fondamentale di usare dei beni materiali della terra, pur es­ sendo lasciato alla volontà umana e alle forme giuridiche dei popoli di regolarne più particolarmente la pratica attuazione. Tale diritto indivi­ duale non può essere in nessun modo soppresso, neppure da altri diritti certi e pacifici sui beni materiali. Senza dubbio l'ordine naturale, de­ rivante da Dio, richiede anche la proprietà privata é il libero reciproco commercio dei beni con scambi e donazioni, come pure la funzione rego­ latrice del potere pubblico su entrambi questi istituti. Tutto ciò nondi­ meno rimane subordinato allo scopo naturale dei beni materiali, e non potrebbe rendersi indipendente dal diritto primo e fondamentale, che a tutti ne concede l'uso; ma piuttosto deve servire a farne possibile l'at­ tuazione in conformità con il suo scopo. Così solo si potrà e si dovrà ottenere che proprietà e uso dei beni materiali portino alla società pace feconda e consistenza vitale, non già costituiscano condizioni precarie, generatrici di lotte e gelosie, e abbandonate in balìa dello spietato giuoco della forza e della debolezza. Il diritto orginario sull'uso dei beni materiali, per essere in intima connessione con la dignità e con gli altri diritti della persona umana, offre ad essa con le forme sopra indicate una base materiale sicura, di somma importanza per elevarsi al compimento dei suoi doveri morali. La tutela di questo diritto assicurerà la dignità personale dell'uomo, 200 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale e gli agevolerà l'attendere e il soddisfare in giusta libertà a quella somma di stabili obbligazioni e decisioni, di cui è direttamente respon­ sabile verso il Creatore. Spetta invero all'uomo il dovere del tutto perso­ nale di conservare e ravviare a perfezionamento la sua vita materiale e spirituale, per conseguire lo scopo religioso e morale, che Dio ha asse­ gnato a tutti gli uomini e dato loro quale norma suprema, sempre e in ogni caso obbligante, prima di tutti gli altri doveri. Tutelare l'intangibile campo dei diritti della persona umana e ren­ derle agevole il compimento dei suoi doveri vuol essere ufficio essenziale di ogni pubblico potere. Non è forse questo che porta con sè il signifi­ cato genuino del bene comune, che lo Stato è chiamato a promuovere? Da qui nasce che la cura di un tal « bene comune » non impòrta un potere tanto esteso sui membri della comunità, che in virtù di esso sia concesso all'autorità pubblica di menomare lo svolgimento dell'azione individuale sopra descritta, decidere direttamente sull'inizio o (escluso il caso di le­ gittima pena) sul termine della vita umana, determinare a proprio ta­ lento la maniera del suo movimento fisico, spirituale, religioso e morale in contrasto con i personali doveri e diritti dell'uomo, ea tale intento abolire o privare d'efficacia il diritto naturale ai beni materiali. Dedurre tanta estensione di potere dalia cura del bene comune vorrebbe dire tra­ volgere il senso stesso del bene comune e cadere nell'errore di affermare che il proprio scopo dell'uomo sulla terra è la società, che la società è fine a se stessa, che l'uomo non ha altra vita che l'attende fuori di quella che si termina quaggiù. Anche l'economia nazionale, com'è frutto dell'attività di uòmini che lavorano uniti nella comunità statale, così ad altro non mira che ad assicurare senza interrompimento le condizioni materiali, in cui possa svilupparsi pienamente la vita individuale dei cittadini. Dove ciò, e in modo duraturo, si ottenga, un popolo sarà, a vero dire, economicamente ricco, perchè il benessere generale e, per conseguenza, il diritto personale di tutti all'uso dei beni terreni viene in tal modo attuato conformemente all'intento voluto dal Creatore. Dal che, diletti figli, vi tornerà agevole scorgere che là ricchezza eco­ nomica di un popolo non consiste propriamente nell'abbondanza dei beni, misurata secondo un computo puro e pretto materiale del loro valore, bensì in ciò che tale abbondanza rappresenti e porga realmente ed effi­ cacemente la base materiale bastevole al debito sviluppo personale dei suoi membri. Se una simile giusta distribuzione dei beni non fosse at­ tuata o venisse procurata solo imperfettamente, non si raggiungerebbe il vero scopo dell'economia nazionale; giacché, per quanto soccorresse Acta Pii Pp. XII 201 una fortunata abbondanza di beni disponibili, il popolo, non chiamato a parteciparne, non sarebbe economicamente ricco, ma povero. Fate in­ vece che tale giusta distribuzione sia effettuata realmente è in maniera durevole, e vedrete un popolo, anche disponendo di minori beni, farsi ed essere economicamente sano. Questi concetti fondamentali, riguardanti la ricchezza e la povertà dei popoli, Ci sembra particolarmente opportuno porre innanzi alla vo­ stra considerazione oggi, quando si è inclinati a misurare e giudicare tale ricchezza e povertà con bilance e con criteri semplicemente quanti­ tativi, sia dello spazio, sia della ridondanza dei beni. Se invece si pon­ dera rettamente lo scopo dell'economia nazionale, allora esso diverrà luce per gli sforzi degli uomini di Stato e dei popoli e li illuminerà a in­ camminarsi spontaneamente per una via, che non esigerà continui gra­ vami in beni e in sangue, ma donerà frutti di pace e di benessere ge­ nerale. Il lavoro Con l'uso dei beni materiali voi stessi, diletti figli, comprendete come viene a congiungersi il lavoro. La Rerum novarum insegna che due sono le proprietà del lavoro umano: esso è personale ed è necessa­ rio. È personale, perchè si compie con l'esercizio delle particolari forze dell'uomo; è necessario, perchè senza di esso non si può procurare ciò che è indispensabile alla vita, mantenere la quale è un dovere naturale, grave, individuale. Al dovere personale del lavoro imposto dalla natura corrisponde e consegue il diritto naturale di ciascun individuo a fare del lavoro il mezzo per provvedere alla vita propria e dei figli : tanto al­ tamente è ordinato per la conservazione dell'uomo l'impero della natura. Ma notate che tale dovere e il relativo diritto al lavoro viene imposto e concesso all'individuo in primo appello dalla natura, e non già dalla società, come se l'uomo altro non fosse che un semplice servo o funzio­ nario della comunità. Dal che segue che il dovere e il diritto a organiz­ zare il lavoro del popolo appartengono innanzi tutto agli immediati in­ teressati : datori di lavoro e operai. Che se poi essi non adempiano il loro compito o ciò non possano fare per speciali straordinarie contin­ genze, allora rientra nell'ufficio dello Stato l'intervenire nel campo e nella divisione e nella distribuzione del lavoro, secondo la forma e la misura che richiede il bene comune rettamente inteso. Ad ogni modo, qualunque legittimo e benefico intervento statale nel campo del lavoro vuol esser tale da salvarne e rispettarne il carattere personale, sia in linea di massima, sia, nei limiti del possibile, per quel 202 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale che riguarda l'esecuzione. E questo avverrà, se le norme statali non abo­ liscano nè rendano inattuabile l'esercizio di altri diritti e doveri ugual­ mente personali : quali sono il diritto al vero culto di Dio ; al matrimo­ nio; il diritto dei coniugi, del padre e della madre a condurre la vita co­ niugale e domestica; il diritto a una ragionevole libertà nella scelta dello stato e nel seguire una vera vocazione; diritto quest'ultimo personale, se altro mai, dello spirito dell'uomo ed eccelso, quando gli si accostino i diritti superiori e imprescindibili di Dio e della Chiesa, come nella scelta e nell'esercizio delle vocazioni sacerdotali e religiose. La famiglia Secondo la dottrina; della Rerum novarum, la natura stessa ha inti­ mamente congiunto la proprietà privata con l'esistenza dell'umana so­ cietà e con la sua vera civiltà, e in grado eminente con l'esistenza e con lo sviluppo della famiglia. Un tal vincolo appare piti che apertamente. Non deve forse la proprietà privata assicurare al padre di famiglia la sana libertà, di cui ha bisogno, per poter adempiere i doveri assegna­ tigli dal Creatore, concernenti il benessere fisico, spirituale e religioso della famiglia? Nella famiglia la Nazione trova la radice naturale e feconda della sua grandezza e potenza. Se la proprietà privata ha da condurre al bene della famiglia, tutte le norme pubbliche, anzi tutte quelle dello Stato che ne regolano il possesso, devono non solo rendere possibile e conser­ vare tale f unzione — funzione nell'ordine naturale sotto certi rapporti superiore a ogni altra —, ma ancora perfezionarla sempre più. Sarebbe infatti innaturale un vantato progresso civile, il quale — 0 per la so­ vrabbondanza di carichi o per soverchie ingerenze immediate — ren­ desse vuota di senso la proprietà privata, togliendo praticamente alla famiglia e al suo capo la libertà di perseguire lo scopo da Dio assegnato al perfezionamento della vita familiare. Fra tutti i beni che possono esser oggetto di proprietà privata nes­ suno è più conforme alla natura, secondo l'insegnamento della Rerum novarum, di quanto è il terreno, il podere, in cui abita la famiglia, e dai cui frutti trae interamente o almeno in parte il di che vivere. Ed è nello spirito della Rerum novarum l'affermare che, di regola, solo quella sta­ bilità, che si radica in un proprio podere, fa della famiglia la cellula vi­ tale più perfetta e feconda della società, riunendo splendidamente con la sua progressiva coesione le generazioni presenti e future. Se oggi il concetto e la creazione di spazi vitali è al centro delle mète sociali e po­ litiche, non si dovrebbe forse, avanti ogni cosa, pensare allo spazio vitale Acta Pii Pp. XII 203 della famiglia e liberarla dai legami di condizioni, che non permettono neppure la formazione dell'idea di un proprio casolare ? Il nostro pianeta, con tanti estesi oceani e mari e laghi, con monti e piani coperti di nevi e di ghiacci eterni, con grandi deserti e terre inospite e sterili, non è pur scarso di regioni e luoghi vitali abbandonati al capriccio vegetativo della natura e ben confacentisi alla coltura della mano dell'uomo, ai suoi bisogni e alle sue operazioni civili; e più di una volta è inevitabile che alcune famiglie, di qua o di là emigrando, si cer­ chino altrove una nuova patria. Allora, secondo l'insegnamento della Rerum novarum, va rispettato il diritto della famiglia ad uno spazio vi­ tale. Dove questo accadrà, l'emigrazione raggiungerà il suo scopo natu­ rale, che spesso convalida l'esperienza, vogliamo dire la distribuzione più favorevole degli uomini sulla superficie terrestre, acconcia a colonie di agricoltori; superficie che Dio creò e preparò per uso di tutti. Se le due parti, quella che concede di lasciare il luogo natio e quella che am­ mette i nuovi venuti, rimarranno lealmente sollecite di eliminare quanto potrebbe essere d'impedimento al nascere e allo svolgersi di una verace fiducia tra il Paese di emigrazione e il Paese d'immigrazione, tutti i par­ tecipanti a tale tramutamento di luoghi e di persone ne avranno vantag­ gio : le famiglie riceveranno un terreno che sarà per loro terra patria nel vero senso della parola; le terre di densi abitanti resteranno alleg­ gerite ei loro popoli si creeranno nuovi amici in territori stranieri; e gli Stati che accolgono gli emigrati guadagneranno cittadini operosi. Così le Nazioni che danno e gli Stati che ricevono, in pari gara contribuiranno all'incremento del benessere umano e al progresso dell'umana cultura. Sono questi, diletti figli, i principi, le concezioni e le norme, con cui Noi vorremmo cooperare fin da ora alla futura organizzazione di quel­ l'ordine nuovo, che dall'immane fermento della presente lotta il mondo si attende e si augura che nasca, e nella pace e nella giustizia tranquilli i popoli. Che resta a Noi, se non, nello spirito di Leone XIII e nell'in­ tento dei suoi nobili ammonimenti e fini, esortarvi a proseguire e pro­ muovere l'opera, che la precedente generazione dei vostri fratelli e delle sorelle vostre hanno con sì ardimentoso animo fondata? Non si spenga in mezzo a voi o si faccia fioca la voce insistente dei due Pontefici delle Encicliche sociali, che altamente addita ai credenti nella rigenerazione soprannaturale dell'umanità il dovere morale di cooperare all'ordina­ mento della società e, in special modo, della vita economica, accendendo all'azione non meno coloro i quali a tale vita partecipano che lo Stato stesso. Non è forse ciò un sacro dovere per ogni cristiano? Non vi sgo- 204 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale mentinö, diletti figli, le esterne difficoltà, nè vi disanimi l'ostacolo del crescente paganesimo della vita pubblica. Non vi traggano in inganno i fabbricatori di errori e di malsane teorie, tristi correnti non d'incre­ mento, ma piuttosto di disfacimento e di corrompimento della vita reli­ giosa; correnti, le quali pretendono che, appartenendo la redenzione al­ l'ordine della grazia soprannaturale ed essendo perciò esclusiva opera di Dio, non abbisogna della nostra cooperazione sulla terra. Oh, misera ignoranza dell'opera di Dio ! Dicentes enim se esse sapientes, stulti facti sunt. Quasi che la prima efficacia della grazia non fosse di corroborare i nostri sforzi sinceri per adempiere ógni dì i comandi di Dio, come in­ dividui e come membri della società; quasi che da due millenni non viva e perseveri nell'anima della Chiesa il senso della responsabilità collet­ tiva di tutti per tutti, onde furono e sono mossi gli spiriti fino all'eroi­ smo caritativo dei monaci agricoltori, dei liberatori di schiavi, dei sa­ natori d'infermi, dei portatori di fede, di civiltà e di scienza a tutte le età ea tutti i popoli, per creare condizioni sociali che solo valgono per rendere a tutti possibile e agevole una vita degna dell'uomo e del cri­ stiano. Ma voi, consci e convinti di tale sacra responsabilità, non siate mai, in fondo all'anima vostra, paghi di quella generale mediocrità pub­ blica, in cui il comune degli uomini non possa, se non con atti eroici di virtù, osservare i divini precetti, inviolabili sempre e in ogni caso. Se tra il proposito e l'attuazione apparve talvolta evidente la spro­ porzione; se vi furono falli, comuni del resto a ogni umana attività; se diversità di pareri nacquero sulla via seguita o da seguirsi, tutto ciò non ha da far cadere d'animo o rallentare il vostro passo o suscitare lamenti o accuse ; nè può far dimenticare il fatto consolante che dall'ispi­ rato messaggio del Pontefice della Rerum novarum scaturì vivida e lim­ pida una sorgente di spirito sociale forte, sincero, disinteressato; una sorgente, la quale, se oggi potrà venire in parte coperta da una valanga di eventi diversi e più forti, domani, rimosse le rovine di questo uragano mondiale, all'iniziarsi il lavoro di ricostruzione di un nuovo ordine so­ ciale, implorato degno di Dio e dell'uomo, infonderà nuovo gagliardo impulso e nuova onda di rigoglio e crescimento in tutta la fioritura della cultura umana. Custodite la nobile fiamma di spirito sociale fraterno, che, or è mezzo secolo, riaccese nei cuori dei vostri padri la face lumi­ nosa e illuminante della parola di Leone XIII : non lasciate nè permet­ tete che manchi d'alimento e, sfavillando ai vostri commemorativi Os­ sequi, muoia; spenta da una ignava, schiva e guardinga indifferenza 3 3 Horn., I, 22. m Acta Pii Pp. XII verso i bisogni dei più poveri tra i nostri fratelli, o travolta nella pol­ vere e nel fango dal turbinante soffio dello spirito anticristiano o non cristiano. Nutritela, avvivatela, elevatela, dilatatela questa .fiamma; por­ tatela dovunque viene a voi un gemito di affanno, un lamento di mise­ ria, un grido di dolore; rinfocatela sempre nuovamente con l'ardenza di amore attinto al Cuore del Redentore, a cui il mese che oggi si inizia è consacrato. Andate a quel Cuore divino, mite e umile, rifugio per ógni conforto nella fatica e nel peso dell'azione : è il cuore di Colui, che a ogni opera genuina e pura, compiuta nel suo nome e nel suo spirito, in favore dei sofferenti, degli angustiati, degli abbandonati dal mondo e dei dise­ redati di ogni bene e fortuna, ha promesso l'eterna ricompensa beatifi­ cante : Voi benedetti del Padre mio ! Ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto a me ! Post Nuntium radiophonicum, a Beatissimo Patre lingua italica datum, a statione radiophonica Civitatis Vaticanae idem Nuntius in varias linguas translatus, prout hic refertur, editus est. (lingua gallica) DISCOURS DE SA SAINTETÉ PIE XII pour commémorer le 50 anniversaire de VEncyclique «.Rerum nova­ rum » du Pape Léon XIII sur la Question sociale - Fête de la Pen­ tecôte 1 Juin Wlfl. ème er La solennité de la Pentecôte, jour de la glorieuse naissance dé l'Eglise du Christ, est pour notre cœur, chers fils de l'univers entier, une douce et opportune invitation, riche de hauts enseignements, à vous adresser, au milieu des difficultés et des conflits du temps présent, un message d'amour, d'encouragement et de réconfort. Nous vous parlons à un mo­ ment où toutes les énergies, toutes les forces physiques et intellectuelles d'une portion sans cesse croissante de l'humanité, sont tendues, à un degré d'intensité inconnu jusqu'ici, sous l'inexorable loi de fer de la guerre, et où d'autres antennes font rayonner des accents pleins d'exas­ pération et d'acrimonie, de scissions et de luttes. Mais les antennes de la colline Vaticane, de cette terre que le martyre et le tombeau du premier Pierre ont consacrée comme centre authentique de la Bonne Nouvelle et de sa bienfaisante diffusion dans le monde, ne 206 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale peuvent transmettre que des paroles se pénétrant et s'inspirant de l'es­ prit consolateur de la prédication qui à la première Pentecôte, par la voix de Pierre, retentit dans Jérusalem tout émue : esprit d'ardent amour apostolique, esprit qui n'éprouve pas de désir plus vif ét de joie plus sainte que de conduire tous, amis et ennemis, aux pieds du Crucifié du Golgotha, au tombeau glorieux du Fils de Dieu et du Rédempteur du genre humain, pour lés convaincre tous que en Lui seul, dans la vérité enseignée par Lui, dans l'amour montré par Lui à combler de bien et à guérir, et vécu jusqu'à se sacrifier lui-même pour la vie du monde, les individus et les peuples pourront trouver lé salut véritable et un bon­ heur durable. A cette heure, lourde d'événements encore entre les mains de la Pro­ vidence divine qui dirige l'histoire des nations et veille sur l'Eglise, c'est pour Nous, chers fils, une joie et une satisfaction intimes de vous faire entendre la voix du Père commun, de vous appeler pour ainsi dire à une brève réunion de l'univers catholique, afin que vous puissiez expérimen­ ter, dans le lien de la paix, la douceur du cor unum et de V anima una qui, sous l'impulsion de l'Esprit-Saint, cimentait la communauté de Jérusalem au jour de la Pentecôte. Plus les conditions créées par la guerre rendent en bien des cas difficile un contact direct et vivant entre le Souverain Pasteur et son troupeau, plus grande est la reconnaissance avec laquelle nous saluons le trait d'union que le génie inventif de notre époque lancé en un instant à travers Péther, mettant immédiatement en contact, par-dessus monts, mers et continents, tous les coins de la terre. Et ce qui pour beaucoup est arme de combat, se transforme pour Nous en un providentiel instrument d'apostolat, actif et pacifique, réa­ lisant dans un sens nouveau la parole de l'Ecriture : In omnem- terram exivit sonus eorum et in fines orbis terrae verba eorum. Ainsi semble se renouveler le grand miracle de la Pentecôte, quand les peuples divers venus à Jérusalem des pays de toute langue, écoutaient dans leur propre idiome la voix de Pierre et des Apôtres. C'est avec une sincère satisfac­ tion que Nous Nous servons aujourd'hui de ce moyen merveilleux pour attirer l'attention du monde catholique sur un anniversaire qui mérite d'être inscrit en lettres d'or dans les fastes de l'Eglise : le cinquantenaire de la publication, le 15 mai 1891, de l'Encyclique sociale fondamentale de Léon XIII, Rerum novarum. 1 2 Poussé par la conviction profonde que l'Eglise a non seulement le droit, mais le devoir de prononcer une parole autorisée sur les questions 1 2 Cfr. Act., IV, 32. Psal. XVIII, 5; Rom., X, 18. Acta Pii Pp. XII 207 sociales, Léon XIII adressa an monde son message. Non qu'il entendît fixer des règles sur le terrain purement pratique, technique peut-on dire, de l'organisation sociale; car il le savait bien et c'était évident, et Notre prédécesseur de s. m. Pie XI le déclarait de nouveau il y a dix ans dans son Encyclique commémorative Quadragesimo anno, l'Eglise ne s'attri­ bue pas une telle mission. Dans le monde du travail, pour le développe­ ment dans une saine responsabilité de toutes les énergies physiques et spirituelles des individus, pour leurs libres organisations, s'ouvre un vaste champ d'action multiforme, dans lequel les pouvoirs publics in­ terviennent èn intégrant et ordonnant, d'abord par le moyen des corpo­ rations locales et professionnelles, et enfin par la puissance de l'Etat lui-même, dont l'autorité sociale, supérieure et modératrice, a l'impor­ tante mission de prévenir les troubles de l'équilibre économique résultant de la multiplicité et des conflits des égoïsmes opposés, individuels et collectifs. Incontestable en revanche est la compétence de l'Eglise dans cette part de l'ordre social qui entre en contact avec la morale, pour juger si les bases d'une organisation sociale donnée sont conformes à l'ordre immuable des choses que Dieu a manifesté par le droit naturel et la ré­ vélation, double manifestation dont se réclame Léon XIII dans son En­ cyclique. Et avec raison : les principes du droit naturel et les vérités révélées viennent, en effet, par des voies diverses, comme deux courants non contraires, mais convergents, de la même source divine; et l'Eglise, gardienne de l'ordre surnaturel chrétien, dans lequel s'unissent nature et grâce, a la mission de former les consciences, les consciences donc aussi de ceux qui sont appelés à trouver des solutions pour les problèmes et les devoirs imposés par la vie sociale. De la forme donnée à la société, en harmonie ou non avec les lois divines, dépend et s'infiltre le bien ou le mal des âmes, c'est-à-dire, si les hommes, appelés tous à être vivifiés par la grâce du Christ, respireront dans les contingences terrestres du cours de leur vie, l'air sain et vivifiant de la vérité et des vertus morales, ou le microbe morbide et souvent mortel de l'erreur et de la dépravation. De­ vant de telles considérations et prévisions, comment pourrait-il être permis à l'Eglise, Mère si aimante et si soucieuse du bien de ses fils, de rester indifférente à la vue de leurs dangers, de se taire, ou de faire comme si elle ne voyait pas et né comprenait pas des conditions sociales qui, volontairement ou non, rendent ardue ou pratiquement impossible une conduite chrétienne, conforme aux commandements du Souverain Lé­ gislateur? Conscient d'une si grave responsabilité, Léon XIII, en adressant au 208 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale monde son Encyclique, montrait à la conscience chrétienne les erreurs et les dangers des conceptions d'un socialisme matérialiste, les funestes conséquences d'un libéralisme économique, souvent inconscient, ou ou­ blieux, ou dédaigneux des devoirs sociaux; et il exposait avec une magis­ trale clarté et une admirable précision les principes aptes à améliorer graduellement et pacifiquement les conditions matérielles et spirituelles de l'ouvrier. Que si aujourd'hui, chers fils, cinquante ans après la publication de l'Encyclique, vous Nous demandez jusqu'à quel point et dans quelle mesure l'efficacité de sa parole a répondu aux nobles intentions, aux pensées riches de vérité, aux directions bienfaisantes conçues et sug­ gérées par le sage Auteur, Nous croyons devoir répondre : c'est préci­ sément afin de rendre à Dieu Tout-puissant, du fond de Notre âme, d'humbles actions de grâces pour le don accordé il y a cinquante ans à l'Eglise avec cette Encyclique de son Vicaire ici-bas, et pour le louer du souffle de l'Esprit régénérateur qui par elle s'est répandu dépuis lors et n'a cessé de croître sur l'humanité entière, que Nous, en cette solen­ nité de Pentecôte, Nous sommes proposé de vous adresser Notre parole. Déjà Notre Prédécesseur Pie XI, dans la première partie de son En­ cyclique commémorative, a exalté la splendide moisson, qu'a fait mûrir la Rerum novarum, germe fécond, d'où s'est développée une doctrine sociale catholique qui offrît aux fils de l'Eglise, prêtres et laïques, le plan et les moyens d'une féconde reconstruction sociale ; en sorte que c'est elle qui a fait surgir sur le terrain catholique des institutions bienfaisantes, nombreuses et variées, et des centres florissants d'aide mutuelle pour soi et pour les autres. Quelle prospérité matérielle et naturelle, quels fruits spirituels et surnaturels, les ouvriers et leurs familles n'ont-ils pas trouvés dans les unions catholiques! Combien ef­ ficace et répondant aux besoins ne s'est pas montrée la contribution des Syndicats et des Associations en faveur des classes agricoles et moyen­ nes, pour en soulager les misères, en assurer la juste défense, et ainsi, en calmant les passions, mettre la paix sociale à l'abri des troubles. Et ce ne fut pas là le seul gain. L'Encyclique Rerum novarum, en allant au peuple pour l'embrasser avec estime et amour, a pénétré dans les esprits et les cœurs de la classe ouvrière et y a mis un sentiment de dignité chrétienne et civile; à tel point, qu'avec les cours des ans, l'active puissance de son influence a pris un tel développement et une telle éten­ due que les normes posées par elle sont devenues le patrimoine quasi commun de la famille humaine. Tandis que l'Etat, au dix-neuvième siè­ cle, par superstition de liberté, considérait comme son unique but de 209 Acta Pii Pp. XII sauvegarder la liberté et ses droits, Léon XIII l'avertissait qu'il avait aussi le devoir de s'appliquer à la prévoyance sociale, pourvoyant au bien-être du peuple entier et de tous ses membres, particulièrement des faibles et des déshérités, par une large politique sociale et la création d'un droit du travail. A sa voix a répondu un puissant écho; et c'est un sincère devoir de justice de reconnaître les progrès que, dans beaucoup de Nations, la sollicitude de l'Autorité civile a fait réaliser à la condition des travailleurs. Ce fut donc à raison qu'il a été dit que la Rerum nova­ rum était devenue la Grande Charte de l'activité sociale chrétienne. Pendant ce temps s'écoulait un demi-siècle qui, sur le terrain des Nations et des sociétés, a laissé de profonds sillons et de tristes germes. Les questions que les changements et bouleversements sociaux et surtout économiques, imposaient depuis la Rerum novarum à l'examen de la mo­ rale, ont été traitées avec une pénétrante acuité par Notre Prédécesseur immédiat dans l'Encyclique Quadragesimo anno. La dizaine d'années qui a suivi, n'a pas été moins riche que les précédentes en surprises de la vie sociale et économique, et est allée verser ses eaux agitées et obscu­ res dans l'océan d'une guerre dont les vagues peuvent avoir contre l'éco­ nomie et la société des chocs imprévisibles. Quels seront les problèmes et les entreprises particulières, peut-être totalement nouveaux, qu'offrira à la sollicitude de l'Eglise la vie sociale au lendemain du conflit qui met aux prises tant de peuples, il est bien difficile à l'heure actuelle de l'indiquer et de le prévoir. Toutefois, puis­ que le futur a ses racines dans le passé, puisque l'expérience dés derniè­ res années doit nous servir d'enseignement pour l'avenir, Nous avons pensé saisir l'occasion de l'actuelle commémoraison pour venir rappeler des principes directifs de morale sur trois valeurs fondamentales de la vie sociale et économique; et nous le ferons en nous inspirant de l'esprit même de Léon XIII et en développant ses vues, vraiment plus que pro­ phétiques, annonciatrices de l'imminente marche sociale des temps. Ces trois éléments fondamentaux qui s'entrecroisent, s'unissent et s'appuient mutuellement sont : l'usage des biens matériels, le travail, la famille. Usage des biens matériels L'Encyclique Rerum, novarum expose sur la propriété et sur la sub­ sistance de l'homme des principes qui, avec le temps, n'ont rien perdu de leur force originelle et, aujourd'hui, après cinquante ans, conser­ vent encore et répandent aussi vivifiante leur intime fécondité. Sur leur point fondamental Nous avons Nous-même rappelé l'attention générale ACTA, vol. VIII, n. 6. — 23-6-941 16 210 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale dans Notre Encyclique Sertum Laetitiae adressée aux évêques des EtatsUnis de F Amérique du Nord : point fondamental qui consiste, comme Nous disions, dans l'affirmation de l'imprescriptible exigence « que les biens créés par Dieu pour tous les hommes, soient également à la disposi­ tion de tous, selon les principes de la justice et de la charité. » Tout homme, en tant qu'être vivant doué de raison, tient en fait de la nature le droit fondamental d'user des biens matériels de la terre, quoiqu'il soit laissé à la volonté humaine et aux formes juridiques des peuples de régler plus en détail l'actuation pratique de ce droit. Un tel droit individuel ne saurait en aucune manière être supprimé, pas même par d'autres droits certains et reconnus sur des biens matériels. Sans doute l'ordre naturel, venant de Dieu, requiert aussi la propriété privée et la liberté du commerce réciproque des biens par échanges et donations, comme en outre la fonction régulatrice du pouvoir public sur l'une et l'autre de ces institutions. Tout cela néanmoins reste subordonné à la fin naturelle des biens matériels, et ne saurait se faire indépendant du droit premier et fondamental qui en concède l'usage à tous, mais plutôt doit servir à en rendre possible l'actuation en conformité avec cette fin. Ainsi seulement on pourra et devra obtenir que propriété et usage dès biens matériels apportent à la société paix féconde et vivante stabilité, qu'il n'en résulte pas au contraire un état de choses précaire, générateur de luttes et de jalousies, et abandonné à la merci du jeu impitoyable de la force et de la faiblesse. Le droit originaire à l'usage des biens matériels, parce qu'il est en intime connexion avec la dignité et les autres droits de la personne hu­ maine, offre à celle-ci, sous les formes rappelées à l'instant, une base matérielle sûre, de souveraine importance pour s'élever à l'accomplis­ sement de ses devoirs moraux. La protection de ce droit assurera la dignité personnelle de l'homme et lui donnera la facilité de s'appliquer à remplir, dans une juste liberté, cet ensemble de constantes obligations et décisions dont il est directement responsable envers le Créateur. C'est en effet à l'homme qu'appartient le devoir entièrement personnel de conserver et de porter à plus de perfection sa propre vie matérielle et spirituelle, pour atteindre la fin religieuse et morale que Dieu a assignée à tous les hommes et leur a donnée comme une norme suprême, les obli­ geant toujours et dans tous les cas, antérieurement à tous leurs autres devoirs. Sauvegarder lë domaine intangible des droits de la personne humaine et lui faciliter l'accomplissement de ses devoirs, doit être le rôle essen­ tiel de tout pouvoir public. N'est-ce pas là ce que comporte lé sens au- Acta Pii Pp. XII 211 thentique de ee dien commun que l'Etat est appelé à promouvoir? D'où il suit que la charge de ce « bien commun » ne comporte pas un pouvoir si étendu sur les membres de la communauté qu'en vertu de ce pouvoir il soit permis à l'autorité publique d'entraver le développement de l'ac­ tion individuelle décrite tout à l'heure, de décider directement sur le commencement ou (en dehors du cas de légitime châtiment) sur le terme de la vie humaine, de fixer à son gré 3a manière dont il devra se conduire dans l'ordre physique, spirituel, religieux et moral, en op­ position avec les devoirs et droits personnels de l'homme, et à telle fin d'abolir ou rendre inefficace le droit naturel aux biens matériels. Vou­ loir déduire une telle extension de pouvoir du soin de procurer le bien commun, serait fausser le sens même du bien commun et tomber dans l'erreur d'affirmer que la fin propre de l'homme sur la terré est la société, que la société est à elle-même sa propre fin, que l'homme n'a pas d'autre vie qui l'attende après celle qui se termine ici-bas. L'économie nationale elle aussi, de même qu'elle est le fruit de l'acti­ vité d'hommes qui travaillent unis dans la communauté statale, ne tend pas non plus à autre chose qu'à assurer sans interruption les conditions matérielles dans lesquelles pourra se développer pleinement la vie indi­ viduelle des citoyens. Là où ceci sera obtenu et obtenu de façon durable, un peuple sera, à parler exactement, riche, parce que le bien-être géné­ ral et, par conséquent, le droit personnel de tous à l'usage des biens terrestres, se trouvera ainsi réalisé conformément au plan voulu par le Créateur. De là, chers fils, il vous sera facile de voir que la richesse économique d'un peuple ne consiste pas proprement dans l'abondance des biens, mesurée selon un calcul matériel pur et simple de leur valeur, mais bien dans ce qu'une telle abondance représente et fournit réellement et effi­ cacement comme base matérielle suffisante pour le développement per­ sonnel convenable de ses membres. Si une telle juste distribution des biens n'était pas réalisée ou n'était qu'imparfaitement assurée, le vrai but de l'économie nationale ne serait pas atteint; étant donné que, quelle que fût l'opulente abondance des biens disponibles, le peuple, n'étant pas appelé à y participer, ne serait pas riche, mais pauvre. Faites au contraire que cette juste distribution soit effectivement réalisée et de manière durable, et vous verrez un peuple, bien que disposant de biens moins considérables, devenir et être économiquement sain. Ces idées fondamentales sur la richesse et la pauvreté des peuples, il Nous semble particulièrement opportun de les mettre devant vos yeux aujourd'hui où l'on est porté à mesurer et évaluer une telle richesse et Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale pauvreté avec des balances et selon des critères purement quantitatifs, soit de l'espace, soit de la quantité des biens. Si au contraire on estime à sa valeur exacte le but de l'économie nationale, alors celui-ci devien­ dra une lumière pour les efforts des hommes d'état et des peuples, et les éclairera pour s'engager spontanément dans une voie qui n'exigera pas de continuels sacrifices de biens et de sang, mais portera des fruits de paix et de bien-être général. Le travail Comment à l'usage des biens matériels vient se relier le travail, vous le comprenez vous-mêmes, chers fils. La Rerum novarum enseigne que le travail humain a une double propriété : il est personnel et il est né­ cessaire. Il est personnel, parce qu'il s'accomplit avec l'emploi des for­ ces particulières à l'homme; il est nécessaire, parce que sans lui on ne peut se procurer ce qui est indispensable à la vie, dont la conservation est un devoir naturel, grave, individuel. Au devoir personnel du travail imposé par la nature correspond et s'ensuit le droit naturel de chaque individu à faire du travail le moyen de pourvoir à sa vie propre et à celle de ses fils : si profondément est ordonné en vue de la conservation de l'homme l'empire de la nature. Mais notez qu'un tel devoir et le droit correspondant au travail, est imposé et accordé à l'individu en première instance par la nature, et non par la société, comme si l'homme n'était qu'un simple serviteur ou fonc­ tionnaire de la communauté. D'où il suit que le devoir et le droit d'or­ ganiser le travail du peuple appartient avant tout à ceux qui y sont immédiatement intéressés : employeurs et ouvriers. Que si ensuite eux ne remplissent par leur tâche, ou ne peuvent le faire par suite de spé­ ciales circonstances extraordinaires, alors il rentre dans les attributions de l'état d'intervenir sur ce terrain, dans la division et la distribution du travail, sous la forme et dans la mesure que demande le bien commun justement compris. En tout cas, une légitime et bienfaisante intervention de l'état dans le domaine du travail doit, quelle qu'elle soit, rester telle que soit sau­ vegardé et respecté le caractère personnel de ce travail, et cela, soit dans l'ordre des principes, soit, autant que possible, en ce qui touche à l'exé­ cution, et il en sera ainsi si les règlements de l'état ne suppriment pas et ne rendent pas irréalisable l'exercice des autres droits et devoirs éga­ lement personnels : tels le droit au vrai culte divin ; le droit des époux, du père et de la mère, à mener la vie conjugale et familiale; le droit à une raisonnable liberté dans le choix d'un état et dans la réponse à une Acta Pii Pp. XII vraie vocation ; ce dernier, droit personnel s'il en fût de l'esprit humain, et droit très haut quand s'y joignent les droits supérieurs et imprescrip­ tibles de Dieu et de l'Eglise, comme dans le choix et la réalisation des vocations sacerdotales et religieuses. La famille Selon la doctrine de la Rerum novarum, la nature même a lié inti­ mement la propriété privée à l'existence de la société humaine et de sa vraie civilisation, mais dans un degré eminent à» l'existence et au dé­ veloppement de la famille. Un tel lien est évident. N'est-ce pas la pro­ priété privée qui doit assurer au père de famille la saine liberté dont il a besoin pour pouvoir remplir les devoirs que le Créateur lui a assignés, pour le bien-être physique, spirituel et religieux de la famille? Dans la famille la Nation trouve la racine naturelle et féconde de sa grandeur et de sa puissance. Si la propriété privée doit pourvoir au bien de la famille, toutes les dispositions publiques, toutes celles par lesquel­ les l'Etat en règle la possession, doivent non seulement rendre possible et maintenir cette fonction — fonction qui dans l'ordre naturel est sous certains rapports supérieure à toute autre —, mais encore en perfection­ ner toujours davantage l'exercice. II. serait contre nature de se vanter comme d'un progrès d'un développement de la société qui, ou par l'excès des charges ou par celui des ingérences immédiates, rendrait la pro­ priété privée vide de sens, enlevant pratiquement à la famille et à son chef la liberté de poursuivre la fin assignée par Dieu au perfectionne­ ment de la vie familiale. Parmi tous les biens qui peuvent être objet de propriété privée, au­ cun n'est plus conformé à la nature, selon l'enseignement de la Rerum novarum, que la terre, le bien, sur lequel habite la famille et dont les fruits lui fournissent, entièrement ou au moins en partie, de quoi vivre. Et c'est rester dans l'esprit de la Rerum novarum d'affirmer qu'en règle générale, seule, cette stabilité puisée dans la propriété d'un bien terrier fait de la famille la cellule vitale la plus parfaite et la plus féconde de la société, cette possession réunissant dans une progressive cohésion les générations présentes et celles de l'avenir. Aujourd'hui l'idée d'espace vital et la création de tels espaces est au centre des buts sociaux ét po­ litiques : mais ne devrait-on pas, avant toute chose, penser à l'espace vital de la famille et libérer celle-ci des liens qui lui imposent des condi­ tions de vie ne lui permettant pas même de concevoir l'idée d'une mai­ son à elle? Notre planète, avec ses immenses océans, ses mers, ses lacs, avec ses 214 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale montagnes et ses plateaux couverts de neige et de glaces éternelles, avec ses grands déserts et ses terres inhospitalières et stériles, ne manque cependant pas de régions et de lieux propres à la vie, abandonnés au caprice d'une végétation spontanée, alors qu'ils s'adapteraient bien à être cultivés par la main de l'homme, à ses besoins et aux activités de la civilisation; et plus d'une fois il est inévitable que certaines familles, émigrant d'ici ou de là, cherchent ailleurs une nouvelle patrie. Alors, selon l'enseignement de la Rerum novarum, joue le droit de la famille à un espace vital. Là où il en sera ainsi, l'émigration atteindra son but naturel, comme souvent le confirme l'expérience, Nous voulons dire une distribution meilleure des hommes sur la surface terrestre apte à la co­ lonisation agricole. Si des deux côtés, et ceux qui permettent de quitter le sol natal, et ceux qui reçoivent les nouveaux venus, continuent à avoir soin loyalement d'éliminer tout ce qui pourrait empêcher la naissance et le développement d'une vraie confiance entre le Pays d'émigration et le Pays d'immigration, tous tireront avantage d'un tel changement de lieu et de personnes : les familles recevront une terre qui sera pour elles terre paternelle, patrie dans le vrai sens du mot; les terres à popu­ lation dense seront soulagées et leurs peuples se créeront de nouveaux amis en territoire étranger; les Etats enfin qui accueillent les émigrants s'enrichiront en citoyens laborieux. Ainsi les Nations qui donnent et les Etats qui reçoivent contribueront à l'envi à l'accroissement du bien-être humain et au progrès de la civilisation humaine. Tels sont, chers fils, les principes, les conceptions et les normes par lesquels Nous voudrions dès maintenant coopérer à la future organisa­ tion de cet ordre nouveau que le monde attend de la terrible fermenta­ tion des luttes présentes, qu'il souhaite de voir naître et apaiser les peuples dans la paix et la justice. Pour Nous, que nous restë-t-il à faire, sinon, selon l'esprit de Léon XIII et selon les nobles intentions de ses enseignements, de vous exhorter à poursuivre et développer l'œuvre que vos frères et vos sœurs de la génération précédente ont fondée d'un cœur si courageux? Ne laissez pas au milieu de vous s'éteindre ou s'af­ faiblir la voix des deux Pontifes dans leurs Encycliques sociales, cette voix qui marque si bien aux croyants, dans la régénération surnaturelle de l'humanité, leur devoir moral de coopérer au rétablissement de l'ordre dans la société et spécialement dans la vie économique, poussant à l'ac­ tion non moins ceux qui participent à cette vie que l'Etat lui-même. N'est-ce pas là un devoir sacré pour tout chrétien? Ne vous laissez pas, chers fils, déconcerter par les difficultés extérieures, ni décourager par Acta Pii Pp. XII 215 les obstacles naissant du paganisme croissant de la vie publique. Ne vous laissez pas induire en erreur par les fabricants de théories fausses et malsaines, tristes courants qui entraînent non à l'accroissement, mais à la désagrégation et à la corruption de la vie religieuse; courants qui prétendent que, la rédemption appartenant à l'ordre de la grâce surna­ turelle et étant par suite oeuvre exclusive de Dieu, elle n'a pas besoin de notre coopération sur cette terre. Oh déplorable inintelligence de l'œuvre de Dieu! Dicentes enim se esse sapientes, stulti facti sunt. Comme si le premier effet de la grâce n'était pas de soutenir nos sincè­ res efforts pour remplir chaque jour les commandements de Dieu, et comme individus, et comme membres de la société. Comme si depuis deux mille ans ne vivait pas et ne persévérait pas dans l'âme de l'Eglise le sentiment de la responsabilité collective de tous pour tous, ce senti­ ment qui a poussé et pousse encore les âmes jusqu'à l'héroïsme chari­ table des moines agriculteurs, des libérateurs d'esclaves, des guéris­ seurs de malades, des messagers de foi, de civilisation et de science à toutes les générations et à tous les peuples, en vue de créer des condi­ tions sociales qui n'ont de valeur que pour rendre à tous possible et aisée une vie digne de l'homme et du chrétien. Vous, conscients et con­ vaincus de cette responsabilité sacrée, ne vous contentez jamais, au fond de votre âme, d'une médiocrité générale des conditions publiques, dans laquelle la masse des hommes ne puisse, sinon par des actes de vertu héroïques, observer les divins commandements, inviolables toujours et dans tous les cas. Si entre les projets et les réalisations apparaît parfois une dispro­ portion évidente; s'il y a eu des fautes, comme du reste en toute activité humaine; s'il y a eu des divergences de vues sur la voie suivie ou à sui­ vre, rien de tout cela ne doit vous faire perdre courage, ou ralentir votre marche, ou provoquer plaintes et reproches; rien ne peut nous faire ou­ blier le fait consolant que, du providentiel message du Pape de la Re­ rum novarum, a surgi, vive et limpide, une source d'esprit social fort, sincère, désintéressé; une source qui peut bien aujourd'hui se trouver en partie recouverte par une avalanche d'événements divers plus forts qu'elle, mais qui demain, lorsque seront déblayées les ruines de cet oura­ gan mondial et qué commencera le travail de reconstruction en vue d'un nouvel ordre social qu'on souhaite digne de Dieu et de l'homme, alors infusera un nouvel et vigoureux élan, une nouvelle exubérance de sève, à toute la floraison de civilisation humaine. Gardez la noble flamme de 3 3 Rom , I, 22. 216 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale fraternel esprit social qu'il y a un demi-siècle la torche lumineuse et rayonnante de Léon XIII a rallumée dans les cœurs de vos pères; ne la laissez pas manquer d'aliment, ne permettez pas qu'éclairant de ses der­ nières étincelles vos hommages commémoratifs, elle vienne à mourir, éteinte par une lâche, peureuse et égoïste indifférence pour les besoins des plus pauvres de nos frères, ou emportée dans le tourbillon de pous­ sière et de boue soufflé par l'esprit antichrétien ou non chrétien. Nour­ rissez-la cette flamme, avivez-la, élevez-la, dilatez-la; portez-la partout où s'élève vers vous un gémissement oppressé, une plainte de misère, un cri de douleur; réchauffez-la sans cesse à nouveau aux ardeurs de l'amour puisé dans le Cœur du Rédempteur à qui est consacré le mois que nous commençons aujourd'hui. Allez à- ce Divin Cœur, doux et hum­ ble, refuge de tous ceux qui cherchent un réconfort dans la fatigue et sous le poids du travail : c'est le Cœur de Celui qui, pour toute œuvre sincère et pure, accomplie en son nom et selon son esprit, en faveur de ceux qui souffrent, qui sont affligés, abandonnés du monde et déshérités de tout bien, a promis la récompense de l'éternelle béatitude : Soyez bénis de mon Père! Ce que vous avez fait au plus petit de mes frères, c'est à moi que vous l'avez fait! (lingua anglica) DISCOURSE OF HIS HOLINESS PIUS XII to commemorate the 50th anniversari/ of the Encyclical « Rerum novarum » of Pope Leo XIII on the Social Question. - Feast of Pentecoste June Ist, 19^1. The feast of Pentecost, that glorious birthday of the Church of Christ, is to Our mind, dear children of the whole world, a welcome and auspicious occasion and one full of high import, on which to address to you, in the midst of the difficulties and strife of the présent hour, a message of love, encouragement and comfort. We speak to you at a moment when every energy and force, physica! and intellectual, of an ever-increasing section of mankind is being strained, to a degree and intensity never before known, beneath the ir on, inexorable law of war ; and when f rom other radio aerials are going forth words full of passion, bitterness, division and strife. But the aerials of the Vatican Hill, of that ground dedicated to be the uncontaminated source of the Good Tidings and of their beneficent Acta Pii Pp. XII 217 diffusion throughout the world from the place of martyrdom and tomb of the first Peter, can transmit only words animated with the consoling spirit of that preaching with which on the first Pentecost Day as it came from the lips of St. Peter, .jerusalem resounded and was stirred. It is a spirit of burning apostolic love, a spirit which is conscious of no more vivid desire, no holier joy than that of bringing ail, friends and enemies, to the feet of the Crucifìed One of Oalvary, to the tomfo of the Glorified Son of God and Redeemer of the human race, to convince all that only in Hirn, and in the truth taught by Hirn, and in the love which He, doing good to all and healing all, taught by His example even to sacrificing Himself for the life of the world, can there be round true salvation and lasting happiness for individuáis and for peoples. In this hour, pregnant with events that are known only to the divine counsels which rule the story of nations and watch over the Ohurch, it is for us, belo ved children, a source of sincere joy and gratification in letting you hear the voice of your Common Father, to cali you together, so to speak, in a Worldwide Catholic meeting, so that you may expérience and enjoy in the bond of peace that one lieart and one soul which held together under the impulse of the Holy Spirit, the faithful of Jerusalem on Pentecost Day. As the circumstances created by the war make direct, ïiving contact between the Supreme Pastor and His flock in many cases difncult, We greet with all the more gratitude this most expedite bridge which the inventive genius of our age throws across the ether in a flash, to unite across mountains, seas and continents every corner of the earth. And thus what for many is a weapon of war becomes for Us a heavensent means of patient, peaceful apostolate which realises and gives new significance to the words of Holy Scripture : Their sound hath gone forili unto ali the earth ; and their words unto the ends of the world. Thus does it seem as if were renewed the miracle of Pentecost, when the différent peoples who had assemblea in Jerusalem from régions speaking varions languages, heard the voice of Peter and the Apostles in their own tongue. With genuine delight We today make use of so wonderful an instrument, in order to cali to the attention of the Catholic world a niemory worthy of being written in letters of gold on the Calendar of the Church : the fiftieth anniversary of the publication, on May 15, 1891, of the epoch-making social Encyclical of Leo XIII the Rerum novarum. 1 2 1 Cfr. Act., IV, 32. 2 Psal.. XVIII, 5; Rom., X, 18. «18 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale It was in the profound conviction that the Cimrch has not only the right but even the duty to make an authoritative pronouncement on the social question, that Leo XIII addressed his message to the world. He had no intention of laying down guiding principies on the purely practical, we might say technical side of the social structure; for he was well aware of the fact—as Our immediate predecessor of saintly memory Pius XI pointed out ten years ago in his commemorative Encyclica!, Quadragesimo anno—that the Ohurch does not claim such a mission. In the general framework of labour, to stimulate the sane and responsible developnient of ali the énergies physical and spiritual of individuáis and their free organisation, there opens up a wide field of action where the public authority comes in with its integrating and coordinating activity exercised first through the local and professional corporations, and fìnally in the activity of the State itself, whose higher moderating social authority has the important duty of forestalling the dislocations of economie balance arising from plurality and divergence of clashing interests individual and collective. It is, on the other hand, the indisputable compétence of the Church, on that side of the social order where it meets and enters into contact with the moral order, to decide whether the bases of a given social system are in accord with the unchangeable order which God our Creator and Redeemer has shown us through the Natural Law and Révélation, that two-fold manifestation to which Leo XIII appeals in his Encyclical. And with reason : for the dictâtes of thè Natural Law and the truths of Révélation spring forth in a différent manner, like two streams of water that do not flow against one another but together, from the same divine source ; and the Church, guardián of the super'natural Christian order in which nature and grâce converge, must form the consciences even of those who are called upon to find solutions for the problems and the duties imposed by social life. From the form given to Society, whether conforming or not to the divine laAv, dépends and emerges the good or ili of soûls, dépends, that is, the décision whether men, ail called to be revived by the grâce of Christ, do actually in the detail ed course of their life breathe the healthy vivifying atmosphère of truth and moral vir tue or the disease-laden and of ten fatal air of error and corruption. Before such a thought and such an anticipation, how could the Church, loving Mother that she is, sollicitous for the welfare of her children, remain an indifferent onlooker in their danger, remain silent or feign not to see or take cognisance of social conditions which, whether one wills it or not, make difiicult or practically impos- Acta Pii Pp. XII 219 sible a Christian life, in conformity with the precepts of the Divine Lawgiver? Conscious of such a grave responsibility, Leo XIII addressing his Encyclical to the world pointed out to the conscience of Christians the errors and danger of the niaterialist Socialism conception, the fatal conséquences of economie Liberalism so often unaw are, or forgetful, or contemptuous of social duties; and exposed with masterly clarity and wonderful précision the principies that were necessary and suitable for improving—gradually and peacefully— the material and spiritual lot of the worker. If, beloved children, you ask Us today, after fìfty years from the date of publication of the Encyclical, to what extent the efiicacy of his message corresponded to its noble intentions, to its thoughts so full of truth, to the beneficent directions understood and suggested by its wise author, We feel that We must answer thus : It is precisely to render to Almighty God from the bottom of Our heart, Our humble thanks for the gift which, fifty years ago, He bestowed on the Church in that Encyclical of His Vicar on earth, and to praise Him for the lifegiving breath of the Spirit which through it, in ever growing measure from that time on, has blown on ail mankind, that We on this feast of Pentecost, ha ve decided to address you. T Our Predecessor Pius XI has already exalted, in the first part of his commemorative Encyclical, the splendid crop of good to which the Rerum novarum like a fertile sowing had given rise. From it sprang forth a Catholic social teaching which gave to the children of the Church, priests and laymen, an orientation and method for social reconstruction which was overflowing with good effeets ; for through it there arose in the Catholic fìeld numerous and diverse beneficent institutions that were flourishing centres of reciprocai help for themselves and others. What an amount of wellbeing, material and naturai, what spiritual and supernatural profit has come to the workers and their families from the Catholic unions ! How efficacious and suited to the need has been the help afforded by the Syndikates and Associations in favour of the agricultura! and middle class to relieve their wants, défend them from injustice, and in this way, by soothing passion, to save social peace from disorder ! Nor was this the whole benefit. The Encyclical Rerum Novarum, coming down to the people and greeting them with esteem and love, went deep urto the hearts and esteem of the working class, and inspired it with a sense of Christian sentiment and civil dignity ; indeed its 220 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale powerful influence came, vv ith the passage of the years, to expand and spread to such an extent that its norms became almost the common property of all men. And, while the State in the nineteenth Century, through excessive exaltation of liberty, consideret as its exclusive scope the safeguarding of liberty by the law, Leo XIII admonished it that it had also the duty to interest itself in social weif are, taking care oí the entire people and of all its members, especially the weak and the dispossessed, through a generous social programme and the création of a labour code. His call evoked a powerful response; and it is a clear duty of justice to recognise the progress which has been achieved in the lot of workers through the pains taken by civil authorities in many lands. Henee was it well said that the Rerum novarum became the « Magna Charta » of Christian social endeavour. 7 Meanwhile there was passing a half Century which has left deep furrows, and grevious disturbance in the domain of nations and society. The questions which social and especially economie changes and upheavals offered for moral considération after the Rerum novarum, have been treated with penetrating acumen by Our immediate Predecessor in the Encyclical Quadragesimo anno. The ten years that have followed it have been no less fraught with surprises in social and economie life than the years before it, and have finally pour ed their dark and turbulent waters into the sea of a war whose unforeseen currents may aífect our economy and society. What problems and what particular undertakings, some perhaps entirely novel, our social life will présent to the care of the Church at the end of this conflict which sets so many peoples against one another, it is difìicult at the moment to trace or foresee. If, however, the future has its roots in the past, if the expérience of recent years is to be our guide for the future, We feel We may avail Ourselves of this com­ mémoration to give some further directive moral principies on three fundamental values of social and economic life; and We shall do this, animated by the very spi rit of Leo XIII and unfolding his views which were more than prophétie, presaging the social évolution of the day. These three fundamental values, which are closely connected one with the other, mutually complementary and dependent, are : the use of material goods, labour and the family. Use of Material Gfoods The Encyclical Rerum novarum, expounds, on the question of property and man's sustenance, principies which have lost nothing of their Acta Pii Pp. XII mi inhérent vigour with the passage of time, and. today, fìfty years after, strike their roots deeper and retain their innate vitality. In Our Encyclical Sertum laetitiae directed to the bishops of the United States of America We called the attention of all to the basic idea of thèse principies which consists, as We said, in the assertion of the unquestionable need " t h a t the goods, which were created by God for all men, should flow equally to all, according to the principies of justice and charity. " Every man, as a living being gifted with reason, has in fact from nature the fundamental right to make use of the material goods of the earth, while it is lef t to the will of man and to the juridical Statutes of nations to regúlate in greater detail the actuation of this right. This individual right cannot in any way be suppressed, even by other clear and undisputed rights over material goods. Undoubtedly the natural order, derJLving from God, demands also private property and the free reciprocai commerce of goods by interchange and gift, as well as the functioning of the State as a control over both thèse institutions. But all this remains subordinated to the natural scope of material goods and cannot emancipate itself from the first and fundamental right which concedes their use to all men; but it should rather serve to make possible the actuation of this right in conformity with its scope. Only thus can we and must we secure that private property and the use of material goods bring to society peace and prosperity and long life, that they no longer set up precarious conditions which will give rise to struggles and jealousies, and which are left to the mercy of the blind interplay of force and weakness. The native right to the use of material goods, intimately linked as it is to the dignity and other rights of the human per son, together with the STATUTES mentioned above, provides man with a secure material basis of the highest import, on which to rise to the fulfilment, with reasonable liberty, of his moral duties. The safe guardianship of this right will ensure the personal dignity of man, and will facilitate for him the attention to and fulfìlment of that sum of stable duties and décisions for which he is directly responsible to his Creator. Man has in truth the entirely personal duty to preserve and order to perfection his material and spiritual life, so as to secure the religious and moral scope which God has assigned to all men, and has given them as the supreme norm obliging always and every where, before all other duties. To safeguard the inviolable sphère of the rights of the human person and to facilitate the fulfílment of his duties should be the essential 222 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale office of every public authority. D oes not this flow f rom that genuine concept of the common good which the State is called upon to promote ? Henee it follows that the care of such a common good does not imply a power so extensive over the members of the community that in virtue of it the public authority can interfere with the évolution of that individuai activity which We have just described, decide directly on the beginning or—excepting the case of legitímate capital punishment —the ending of human life, determine at will the manner of his physical, spiritual, religione and moral movements in opposition to the personal duties or rights of man, and to this end abolisti or deprive of efficacy his natural rights to material goods. To deduce such extension of power f rom the care of the common good would be équivalent to overthrowiìig the very meaning of the word common good, and falling into the error that the proper scope of man on earth is society, that society is an end in itself, that man has no other life which awaits him beyond that which ends here below. Likewise the national economy, as it is the product of the men who work together in the community of the State, has no other end than to secure without interruption the material conditions in which the individuai life of the Citizens may fully develop. Where this is secured in a permanent way, a people will be, in a true sense, economically rich because the general well-being, and consequently the personal right of ali to the use of worldly goods is thus actuated in conformìty with the purpose willed by the Creator. From this, beloved children, it will be easy for you to conclude that the economie riches of a people do not properly consist in the abundance of goods, measured according to a purely and soleìy material calculation of their worth, but in the fact that such an abundance represents and off er s really and effectively the material basis sufficient for the proper personal development of its members. If such a just distribution of goods were not secured, or wer e effected only imperfectly, the real scope of national economy would not be attained ; for, although there were at haud a lucky abundance of goods to dispose of, the people, in not being called upon to share them would not be economically rich but poor. Suppose on the other hand that such a distribution is effected genuinely and permanently and you will see a people even if it disposes of less goods, making itself economically sound. These fundamental concepts regar ding the riches and poverty of peoples, it seems to Us particularly opportune to set before you today, when there is a tendency to measure and judge such riches and poverty Acta Pii Pp. XII by balance sheets and by purely quantitative criteria of tbe need or the redundance of goods. If instead, the scope of the national economy is correctly considered, then it will become a guide for the efforts of statesmen and peoples, and will enlighten them to walk spontaneously along a way which does not call for continuai exactions in goods and blood, but will give fruits of peace and general weif are. Labour With the use of material goods you yourselves, dear children, see how labour is connected. The Rerum novarum teaches that there are two essential characteristics of human labour: it is personal and it is necessary. It is personal, because it is achieved through the exercise of man's particular forces ; it is necessary, because without it one cannot secure what is indispensable to life; and man has a natural grave individua! obligation to maintain life. To the personal duty to labour imposed by nature corresponds and follows the natural right of each individual to niake of labour the means to provide for his own life and that of his children; so profoundly is the empire of nature ordained for the préservation of man. But note that such a duty and the eorresponding right to work is imposed on and conceded to the individual in the first instance by nature, and not by society, as if man were nothing more than a mere slave or officiai of the community. From that it follows that the duty and the right to organise the labour of the people belongs abo ve ali to the people immediately interested; the employers and the workers. If they do not fulfìl their functions or cannot because of special extraordinary contingentes fulfìl them, then it falls back on the State to intervene in the fìeld of labour and in the division and distribution of work according to the form and measure that the common good properly understood demands. In any case, every legitimate and beneficiai interférence of the State in the field of labour should be such as to safeguard and respect its personal character, both in the broad outlines and, as far as possible, in what concerns its exécution; and this will happen, if the norms of the State do not abolish or render impossible the exercise of other rights and duties equally personal; such as the right to give God His due worship ; the right to marry ; the right of husband and wife, of father and mother to lead a married domestic life; the right to a reasonable liberty in the choice of a state of life and the fulfìiment of a true vocation; a personal right, this last, if ever there was one, 224 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale belonging to the spirit of man, and sublime when the higher imprescrip­ tible rights of God and of the Church meet, as in the choice and f ulfilment of the priestly and religious vocations. The Family According to the teaching of the Rerum novarum, nature itself has cìosely joined private property with the existence of human society and i t s t r u e civilisation, and in a very special manner with the existence and development of the family. Such a link appears more than obvious. Should not private property secure for the father of a family the healthy liberty he needs in order to fulñl the duties assigned him by the Creator regarding the physical, spiritual a n d religious welfare of the family? In the family the nation fìnds the n a t u r a i and fecund roots of its greatness and power. If private property has to conduce to the good of the family, ali public standards, and especially those of the State which regúlate its possession, must not only make possible and preserve such a funct'ion—a function in the naturai order under certain aspects superior to all others—but must also perfect it ever more. A so-called civil progress, would, in fact, be unnatural, Avhich—either through the excessive burdens iinposed, or through exaggerated direct interférence—^wer e to render private property void of signifìcance, practican y taking from the family and its head the freedom to follow the scope set by God for the perfection of family life. Of ali the goods that can be the object of private property, none is more conformable to nature, according to the teaching of the Rerum novarum, than the land, the holding in which the family lives, and from the products of which it draws ali or part of its subsistence. And it is in the spirit of the Rerum novarum to state that, as a rule, only that stability which is rooted in one's own holding, makes of the family the vital and most perfect and fecund cell of society, joining up in a brilliant manner in its progressive cohesión the présent and future générations. If today the concept and the création of vital Spaces is at the centre of social and politicai aims, should not one, before ali else, think of the vital space of the family and free it of the fetters of conditions which do not permit even to formulate the idea of a homestead of one's own? Our planet, with all its extent of océans and seas and lakes, with mountains and plains covered with eternai snows and ice, with great déserts and tractless lands is not, all the same, without habitable Acta Pii Pp. 225 XII régions and. vital Spaces, now abandoned to wild natural végétation, and well suited to be cultivated by man to satisfy his needs and civil äctivities ; and more than once it is inevitable that some f amilies, migrating f rom one spot or another, should go elsewhere in search of a new homeland. Then, according to the teaching of the Rerum novarum the right of the family to a vital space is recognised. When this happens, émigration attains its naturai scope, as expérience often shows ; We mean the more favourable distribution of men on the earth's surface, suitable to colonies of agricultural workers ; that surface which God created ancl prepared for the use of ali. If the two parties, those who agree to lea ve their native land, and those who agrée to admit the newcomers, remain anxious to eliminate as far as possible all obstacles to the birth and growth of real confidence between the country of émigration and that of immigration, ail those affected by such a transference of people and places will profit by the transaction : the families will receive a plot of ground which will be native land for them in the true sense of the word : the thickly inhabited countries will be relieved, and their peoples will acquire new friends in foreign countries; and the states which receive the emigrants will acquire industrious Citizens. In this way the nations which give and those which receive will both contribute to the increased welfare of man and the progress of human culture. These are the principies, concepts and norms, beloved children, with which We should wish e ven now to share in the future organisation of that new order which the world expects and hopes will arise f rom the seething ferment of the présent struggle, to set the peoples at r est in peace and justice. What remains for us but, in the spirit of Leo XIII and in accordance with his ad vice and purpose, to exhort you to continue to promote the work which the last generation of your brothers and sisters has begun with such staunch courage? Do not let die in your midst and fade away the insistent call of the two Pontiffs of the social Encyclicals, that voice which indicates to the faithful in the supernatural regeneration of mankind the moral obligation to cooperate in the arrangement of society, and especially of economie life, exhorting those who share in this life to action no less than the State itself. Is not this a sacred duty for every Christian? Do not let the external diificulties put you off, dear children; do not be upset by the obstacle of the growing paganism of public life. Do not let yourselves be misled by the manufacturer of errors and nnhealthy théories, those deplorable ACTA, vol. VIH, n. 6. — 23-6-941. 17 226 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Oßiciaie trénds not of increase but of décomposition and of corruption of the religious .life: current» of thought which hold that since rédemption belongs to the sphère of supernatural grâce, and is therefore exclusively the work of G od, there is no need for us to cooperate on earth. Oh lamentable ignorance of the work of G od! Pro fessing .themselv.es t o be mise they beeame fools. As if the first efficacy of grâce weré not to cooperate with our sincere efforts-to fulfil every day the commandments of God, as individuáis and as members of society ; as if for the last two thousand years there had not lived nor persevered in the soul of the Ohurch the sensé of the collective responsibility of ail for all; so that soûls were moved and are moved even to heroic charity, the soûls of the monks Avho cultivated the land, those who freed slaves, those who healed the sick, those who spread the faith, civilisation and science to ail ages and ail peoples, to create social conditions which alone are capable of making possible and feasible for ali a life worthy of a man and of a Christian. But you, who are conscio us and convinced of this sacred responsibility, must not ever be satisíied with this widespread public mediocrity, in which the majority of uien cannot, except by heroic act s of virtue, observe the divine preeepts which are always and in ail cases inviolable. 3 If between the ideal and its réalisation there appears even now an evident lack of proportion; if there have been failures, common indeed to ali human activity, if divergencies of view arose on the way followed or to be followed, all this should not inake you depressed or slow up your step or give rise to lamentations or récriminations ; nor can it make you forget the consoling fact that the inspired message of the Pope of the Rerum novarum sent forth a living and clear stream of strong social sense, sincere and disinterested ; a stream which if it be now partly perhaps covered by a landslide of divergent and overpowering events, to-morrow, when the ruin of this world hurricane is cleared, at the outset of that reconstruction of a new social order, Avhich is adesire worthy of God and of man, will infuse new courage and a new wave of profusion and growth in the garden of human culture. Keep burning the noble fíame of a brotherly social spirit which fifty years ago, was rekindled in the hearts of your fathers by the luminous and illuminating torch of the words of Leo XIII; do not allow or permit it to lack for nourishment ; let it ilare up through your homage ; and not die, quenched by an un worthy, timid, cantious inaction in face of 3 Eom., I, 22. Acta Pii Pp. XII the needs of the poor. among ou r brethren, or overeóme by the dust and dirt carried by the whiriwind of the anti-Ghristian or non-Christian spirit. Nourish it, keep it alive, increa se i t ; make this llame burn more brightly: carry it w herever a groan of suffering, a lament of misery, a cry of pain reaches you; feed it ever more with the beat of a love drawn from the Heart of your Redeemer, to which the month that now begins is consecrated. Go to that divine Heart meek and humble, refuge of all comfort in the fatigue and responsibility of the active life ; it is the Heart of Hun who to every act genuine and pure done in His name and in His spirit, in favour of the suffering, the hard-pressed, of those abandoned by the world, or those deprived of ail goods and fortune, has promised the eternai re ward of the blessed : you blessed of my Father ! What you nave done to the least of my brethren, you nave done it to me ! r (lingua hispánica) DISCURSO DE SU S A N T I D A D PÍO XII para conmemorar el 50° Aniversario de la Encíclica « Merum novarum» del Papa León XIII sobre la cuestión social. — Fiesta de Pentecostés, 1 de Junio de 1941. La solemnidad de Pentecostés, glorioso nacimiento de la Iglesia de Cristo, es para Nuestro ánimo, amados hijos del universo entero, dulce y propicia invitación, fecunda en grandes enseñanzas, para dirigiros en medio de las dificultades y debates de los tiempos actuales, un mensaje de amor, de aliento y de consuelo. Os hablamos en un momento en que todas las energías y fuerzas físicas e intelectuales de una porción de la humanidad, siempre creciente, están, en medida y ardor jamás conocidos hasta ahora, tirantes bajo la férrea e inexorable ley de la guerra. De otras antenas parlantes vuelan acentos preñados de exasperación, de acrimonia, de escisión y de lucha. Mas las antenas de la Colina del Vaticano, de la tierra consagrada a centro incontaminado de la Buena Nueva y de su benéfica difusión en el mundo por el martirio y el sepulcro del primer Pedro, no pueden tras­ mitir sino palabras informadas y animadas del espíritu consolador de la predicación, que en el primer día de Pentecostés a la voz de Pedro resonó en Jerusalén conmoviéndola: espíritu de ardiente amor apostólico, espí­ ritu cuya ansia más viva y gozo más santo es conducir a todos, amigos y enemigos, a los pies del Crucificado del Gòlgota, al sepulcro del Hijo de 228 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Dios glorificado y Bedentor del género humano, para convencer a todos que sólo en El, en la verdad por El enseñada, en su amor, que hace bien y cura a todos, demostrado y vivido hasta sacrificarse por dar la vida al mundo, se puede encontrar verdadera salvación y felicidad duradera tanto para los individuos como para los pueblos. En esta hora, preñada de acontecimientos dependientes de los designios de Dios, que rige la historia de las naciones y vela sobre la Iglesia^ es para Nos gozó y satisfacción íntima haceros oir, amados hijos, la voz del Padre común, llamaros a una especie de breve reunión católica universal, para que podáis probar experimentalmente en el vínculo de la paz la dulzura del cor unum y del anima una que cimentaba, bajo el impulso del espíritu divino, la comunidad de Jerusalén el día de Pentecostés. Cuanto las circunstancias originadas por la guerra ¡hacen en muchos casos nias difícil un contacto directo y |vivo jentre el Sumo Pastor y su grey, con tanto mayor agradecimiento saludamos el rapidísimo puente de unión que el genio inventor de nuestra época lanza en un instante a través del éter, uniendo más allá de los montes, mares y continentes, todos los rincones de la tierra; y lo que para muchos es arma de lucha, se trasforma para Nos en instrumento providencial de apostolado activo y pací­ fico, que actúa y levanta a significación nueva la palabra de la Escritura : In omnem terram eocivit sonus eorum; et in fines orbis^terrae verba eorum. De esta suerte parece que se renueva el estupendo milagro de Pentecos­ tés, cuando las diferentes gentes de regiones de lenguas diversas [reu­ nidas en Jerusalén oían en su propia lengua ¡la voz dé Pedro y de lös Apóstoles. Con verdadera complacencia Nos servimos el "día de hoy de medio tan maravilloso, para llamar la atención d e r mundo católico sobre un acontecimiento digno de esculpirse con caracteres [de oro en los fastos de la Iglesia: el f quincuagésimo aniversario (queremos [decir) de la publicación de la Encíclica social fundamental Rerum novarum de León XIII, de 15 de mayo 1891. • •..•<• 1 2 r Movido por la convicción profunda de que la Iglesia tiene no sólo el derecho sino el deber de pronunciar su autorizada palabra en las cuestio­ nes sociales, dirigió León X I I I al mundo su mensaje. No es que pretendiese él establecer normas de carácter puramente práctico, casi diríamos técnico, de la constitución social; porque sabía bien y era para él evidente —y Nuestro Predecesor de s. m. Pío XI lo declaró hace un decenio en su En­ cíclica conmemorativa Quadragesimo anno — que la Iglesia no se atribuye tal misión. En el marco general del trabajo, se abre campo de acción mul1 1 2 Cfr. Act. IV, 32. Psal. XVIII. 5; Rom., X, 18. 229 tiforme al desarrollo sano y responsable de todas las energías físicas y espirituales de los individuos y a sus libres organizaciones, en el que el poder público interviene con acción integrante y ordenadora, en primer lugar por medio de las corporaciones locales y profesionales, y después, forzosamente, por medio del mismo Estado cuya autoridad social supe­ rior y moderadora tiene la importante incumbencia de prevenir las per­ turbaciones del equilibrio económico que provienen de la pluralidad y de la oposición de encontrados egoísmos, individuales y colectivos. Es en cambio, a no dudarlo, competencia de la Iglesia, allí donde el orden social se aproxima y llega a tocar el campo moral, juzgar si las ba­ ses de un orden social existente están de acuerdo con el orden inmutable que Dios Criador y Redentor ha promulgado por medio del derecho natu­ ral y de la revelación: doble manifestación a que se refiere León X I I I en su Encíclica. Y con razón: porque los dictámenes del derecho natural y las verdades de la revelación nacen por diversa vía, como dos arroyos de agua no contrarios sino concordes, de la misma fuente divina; y porque la Iglesia, guardiana del orden sobrenatural cristiano, al que convergen naturaleza y gracia, tiene que formar las conciencias, aun las de aquellos que están llamados a buscar soluciones para los problemas y deberes im­ puestos por la vida social. De la forma dada a la sociedad, conforme o no a las leyes divinas, depende y se insinúa también el bien o el mal en las almas, es decir, el que los hombres, llamados todos a ser vivificados por la gracia de Jesucristo, en los trances del curso de la vida terrena respiren el sano y vital aliento de la verdad y de la virtud moral o el bacilo mor­ boso y muchas veces mortal del error y de la depravación. Ante tales con­ sideraciones y previsiones,^ cómo podría ser lícito a la Iglesia, Madre tan amorosa y solícita del bien de sus hijos, permanecer indiferente especta­ dora de sus peligros, callar o fingir que no ve condiciones sociales que a sabiendas o no, hacen difícil o prácticamente imposible una conducta de vida cristiana, guiada por los preceptos del Sumo Legislador? Consciente de tan gravísima responsabilidad León XIII, al dirigir su Encíclica al mundo, señalaba a la conciencia cristiana los errores y los peligros de la concepción de un socialismo materialista, las fatales conse­ cuencias de un liberalismo económico, inconsciente muchas veces, u olvi­ dado o despreciador de los deberes sociales; y exponía [con claridad ma­ gistral y precisión admirable los principios convenientes y [aptos para mejorar — gradual y pacíficamente — las condiciones materiales y espi­ rituales del obrero. Y si hoy, amados hijos, después de cincuenta años de la publicación de la Encíclica, Nos preguntáis vosotros hasta qué punto y medida la 230 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale eficacia de su palabra correspondió a las nobles intenciones, a los pensa­ mientos ricos de verdad, a las benéficas orientaciones pretendidas y sugeridas por su sabio Autor, Nos vemos obligados a responderos: que precisamente para dar humildemente, desde el fondo de Nuestra alma, gracias a Dios Omnipotente por el don que hace cincuenta años ofrendó a la Iglesia con aquella Encíclica de su Vicario en la tierra, y para alabarle por el aliento del Espíritu renovador que por ella, desde entonces en ma­ nera siempre creciente, derramó sobre la humanidad entera, Nos en esta solemnidad de Pentecostés, Nos hemos propuesto dirigiros la palabra. Ya Nuestro Predecesor Pío XI exaltó en la primera parte de su Encí­ clica conmemorativa la espléndida mies que había madurado la Berum novarum, germen fecundo, de donde se desenvolvió una doctrina social católica, que ofreció a los hijos de la Iglesia, sacerdotes y seglares, prescripciones y medios para una reconstrucción social exuberante de frutos; ya que a causa de ella surgieron en el campo católico numerosas y variadas instituciones benéficas, y centros florecientes de socorros mutuos para bien propio y de los otros. ¡ Qué prosperidad material y natural, qué frutos espirituales y sobrenaturales no han redundado de las uniones católicas a los obreros y a sus familias! ¡ Qué eficaz y oportuna no se ha demostrado la cooperación de los Sindicatos y de las Asociacio­ nes en pro del campo agrícola, para aliviar sus angustias, asegurar la de­ fensa de su justicia, y de ese modo, mitigando las pasiones, preservar de perturbaciones la paz social! No pararon aquí las ventajas. La Encíclica Rerum novarum, acercán­ dose al pueblo, que abrazaba con estima y amor, penetró en los corazones y en las inteligencias de la clase obrera y les infundió sentimiento cristiano y dignidad civil; de tal manera que la potencia de su activo influjo, con el correr de los años, fué desarrollándose y difundiéndose tan eficazmente, que sus normas llegaron a ser como patrimonio común de la familia hu­ mana. Y mientras el Estado, durante el siglo diecinueve, por exagerada exaltación de libertad, consideraba como fin exclusivo suyo tutelar la libertad con el derecho, León X I I I le advirtió ser igualmente deber suyo el aplicarse a la providencia social, procurando el bienestar de todo el pueblo y de todos sus miembros, particularmente de los débiles y de los desheredados, con amplia política social y con la creación de un fuero del trabajo. A su voz respondió poderoso eco: y es sincero deber de justicia reconocer los progresos que la solicitud de las Autoridades civiles de mu­ chas Naciones han procurado para la condición de los trabajadores. De donde con razón se ha dicho que la Berum novarum llegó a ser la Carta Magna de la laboriosidad social cristiana. ? Acta Pii Pp. XII En tanto transcurría medio siglo que ha dejado surcos profundos y tristes fermentos en el terreno de las Naciones y de las sociedades. Las cuestiones que con las mudanzas y trastornos sociales* y sobre todo eco­ nómicos se ofrecían a un examen moral después de la Rerum novarum, las trató con penetrante agudeza Nuestro inmediato Predecesor en la Encí­ clica Quadragesimo anno. El decenio siguiente no ha sido menos rico que los años anteriores por las sorpresas en la vida social y económica, y ha volcado sus inquietas y oscuras aguas en el piélago de una guerra que puede levantar insospechables olas que batan la economía y la sociedad. Qué problemas y qué asuntos particulares, tal vez completamente nue­ vos, presentará a la solicitud de la Iglesia la vida social después del con­ flicto que pone de frente tantos pueblos, la hora actual hace difícil seña­ larlos y preverlos. Sin embargo, si el futuro tiene raíces en el pasado, si la experiencia de los últimos años Nos es maestra para lo por venir, pensamos aprovecharNos de la conmemoración del día de hoy para dar ulteriores principios directivos morales sobre tres valores fundamentales de la vida social y económica; y esto lo haremos animados del mismo espí­ ritu de León X I I I y desarrollando sus puntos de vista verdaderamente más que proféticos, présagos del proceso social de los nuevos tiempos. Estos tres valores fundamentales que se entrelazan, se aseguran y se ayu­ dan mutuamente son: el uso de los bienes materiales, el trabajo, la familia. Uso de los bienes materiales La Encíclica Rerum novarum expone sobre la propiedad y el sustento del hombre principios que no han perdido con el tiempo nada de su vigor nativo y que hoy, después de cincuenta años, conservan todavía y ahon­ dan vivificadora su íntima fecundidad. Sobre su punto fundamental No­ sotros mismos llamamos la atención de todos en Nuestra Encíclica Sertum laetitiae, dirigida a los Obispos de los Estados Unidos de Norte América: punto fundamental que consiste, como dijimos, en el afianzamiento de la indestructible exigencia « que los bienes creados por Dios para todos los hombres, lleguen con equidad a todos, según los principios de la justi­ cia y de la caridad ». Todo hombre, por ser viviente dotado de razón, tiene efectivamente el derecho natural y fundamental de usar de los bienes materiales de la tierra, quedando eso sí a la voluntad humana y a las formas jurídicas de los pueblos el regular más particularmente la actuación práctica. Este derecho individual no puede suprimirse en modo alguno, ni aun por otros derechos ciertos y pacíficos sobre los bienes materiales. Sin duda el orden natural, que deriva de Dios, requiere también la propiedad privada y 23$ Acta Apostolica* Sedis - Commentarium Officiale ei libre comercio mutuo de bienes con cambios y donativos, e igualmente la función reguladora del poder público en estas dos instituciones. Toda­ vía todo esto queda subordinado al fln natural de los bienes materiales, y no podría hacerse independendiente del derecho primero y fundamental que a todos concede el uso; sino más bien debe ayudar a hacer posible la actuación en conformidad con su fin. Sólo así se podrá y deberá obtener que propiedad y uso de los bienes materiales traigan a la sociedad paz fecunda y consistencia vital, y no engendren condiciones precarias, gene­ radoras de luchas y celos, y abandonadas a merced del despiadado capri­ cho de la fuerza y de la debilidad. El derecho originario sobre el uso de los bienes materiales, por estar en íntima unión con la dignidad y con los demás derechos de la persona humana, ofrece a ésta, con las formas indicadas anteriormente, base ma­ terial segura y de suma importancia para elevarse al cumplimiento de sus deberes morales. La tutela de este derecho asegurará la dignidad personal del hombre, y le aliviará el atender y satisfacer con justa libertad a aquel conjunto de obligaciones y decisiones estables, de que directamente es responsable para con el Criador. Ciertamente es deber absolutamente personal del hombre conservar y enderezar a la perfección su vida mate­ rial y espiritual, para conseguir el fin religioso y moral, que Dios ha seña­ lado a todos los hombres y dádoles como norma suprema, siempre y en todo caso obligatoria, con preferencia a todo otro deber. Tutelar el campo intangible de los derechos de la persona humana y hacerle llevadero el cumplimiento de sus deberes, debe ser oficio esencial de todo poder público. ¿ Acaso no lleva esto consigo el significado genuino del bien común, que el Estado está llamado a promover*? De aquí nace que el cuidado de este bien común no lleva consigo un poder tan extenso sobre los miembros de la comunidad que en virtud de él sea permitido a la autoridad pública disminuir el desenvolvimiento de la acción indivi­ dual arriba mencionada, decidir directamente sobre el principio o (excluso el caso de legítima pena) sobre el término de la vida humana, determi­ nar de propia iniciativa el modo de su movimiento físico, espiritual, religioso y moral en oposición con los deberes y derechos personales del hombre, y con tal intento abolir o quitar su eficacia al derecho natural de bienes materiales. Deducir extensión tan grande de poder del cuidado del bien común, significaría atropellar el sentido mismo del bien común y caer en el error de afirmar que el fin proprio del hombre en la tierra es la sociedad, que la sociedad es fin de sí misma, que el hombre no tiene que esperar otra vida fuera de la que se termina aquí abajo. Igualmente la economía nacional, como es fruto de la actividad de los Acta Pii Pp. XII hombres que trabajan unidos en la comunidad del Estado, sólo atiende a asegurar sin interrupción las condiciones materiales en que se pueda desarrollar plenamente la vida individual de ios ciudadanos. Donde esto se consiga de manera durable, con verdad se dirá que es pueblo económi­ camente rico, porque el bienestar general y, por consiguiente, el derecho personal de todos al uso de los bienes terrenos se actúa de esta manera en conformidad con los designios del Criador. De aquí podréis inferir fácilmente, amados hijos, que la riqueza eco­ nómica de un pueblo no consiste propiamente en la abundancia de bienes, medida según un cómputo pura y estrictamente material de su valor; sino en que esta abundancia represente y constituya real y eficazmente la base material suficiente para el debido desarrollo personal de sus miem­ bros. Si semejante distribución justa de bienes no se hiciese o se procurase sólo imperfectamente, no se conseguiría el verdadero fin de la economía nacional; puesto que, aun existiendo afortunada abundancia de bienes disponibles, el pueblo, no admitido a su participación, no sería econó­ micamente rico sino pobre. Haced en cambio que esta justa distribución se efectúe realmente y de manera durable, y veréis a un pueblo, aun dispo­ niendo de menores bienes, hacerse y ser económicamente sano. Estos conceptos fundamentales que se refieren a la riqueza y pobreza de los pueblos, creemos particularmente oportuno presentarlos a vuestra consideración ahora que se tiende a medir y juzgar esta riqueza y po­ breza con la balanza y con criterios escuetamente cuantitativos, bien sea del espacio o de la redundancia de bienes. Si por el contrario se pesa como se debe el fin de la economía nacional, entonces éste se convertirá en luz para los hombres de Estado y de los pueblos y les iluminará para orientarse espontáneamente por un camino que no exigirá continuos gravámenes en bienes y en sangre, sino que dará frutos de paz y de bienestar general. M trabajo Vosotros mismos, amados hijos, comprendéis cómo se junta el trabajo con el uso de los bienes materiales. La Rerum novarum enseña que dos son las propiedades del trabajo humano, que es personal y es necesario. Es personal porque se lleva a cabo con el ejercicio de las fuerzas particu­ lares del hombre; necesario, porque sin él no se puede conseguir lo indis­ pensable para la vida, cuyo mantenimiento es deber natural, grave e individual. Al deber personal del trabajo impuesto por la naturaleza corresponde y sigue el derecho natural de cada individuo a hacer del tra­ bajo el medio para proveer a la vida propia y de los hijos: tan excelsa­ mente se ordena a la conservación del hombre el imperio de la naturaleza. 234 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Pero notad que este deber y su correspondiente derecho al trabajo lo impone y lo concede al individuo en primera instancia la naturaleza y no la sociedad, como si el hombre no fuese otra cosa que simple siervo o fun­ cionario de la comunidad. De donde se sigue que el deber y el derecho de organizar el trabajo del pueblo pertenecen ante todo a los inmediatos interesados: patronos y obreros. Si éstos no cumplen con su deber o no pueden hacerlo por circunstancias especiales y extraordinarias, es deber del Estado intervenir en el campo del trabajo y en su división y distri­ bución, según la forma y medida que requiere el bien común debidamente entendido. De todos modos, toda legítima y benéfica intervención del Estado en el campo del trabajo debe ser tal que salve y respete su carácter personal, en principio, y dentro de los límites de lo posible, en lo que se refiere a la ejecución. Y esto sucederá si las normas dadas por él no destruyen ni hacen irrealizable el ejercicio de otros derechos o deberes igualmente personales: cuales son el derecho al verdadero culto de Dios; al matrimonio; el derecho de los cónyuges, del padre y de la madre, a la vida conyugal y doméstica; el derecho a una razonable libertad en la elección de estado y en seguir una verdadera vocación; derecho éste último personal, si alguno lo es, del espí­ ritu del hombre, y excelso cuando a él se juntan los derechos superiores e imprescindibles de Dios y de la Iglesia, como en la elección y el ejercicio de las vocaciones sacerdotales y religiosas. La familia Según la doctrina de la Berum novarum, la misma naturaleza ha unido íntimamente la propiedad privada con la existencia de la sociedad hu­ mana y con su verdadera civilización, y en grado eminente con la existencia y el desarrollo de la familia. Este vínculo es más que manifiesto. ¿ Acaso no debe la propiedad privada asegurar al padre de familia la sana libertad que necesita para poder cumplir los deberes que le ha impuesto el Creador, referentes al bienestar físico, espiritual y religioso de la familia? En la familia encuentra la Nación la raíz natural y fecunda de su grandeza y potencia. Si la propiedad privada ha de llevar al bien de la familia, todas las normas públicas, más aún, todas las del Estado que regulan su posesión, no solamente deben hacer posible y conservar tal función — superior en el orden natural bajo [ciertos aspectos a cual­ quiera otra — sino que deben todavía perfeccionarla cada vez más. Efec­ tivamente sería antinatural hacer alarde de un poder civil que — o por la sobreabundancia de cargas o por excesivas ingerencias inmediatas — hi­ ciese vana de sentido la propiedad privada, quitando prácticamente a la Acta Pii Pp. XII 235 familia y a su jefe la libertad de procurar el fin que Dios ha señalado al perfeccionamiento de la vida familiar. Entre todos los bienes que pueden ser objeto de propiedad privada ninguno es más conforme a la naturaleza, según las enseñanzas de la 'Be­ rum novarum, que el terreno, la posesión en que habita la familia, y de cuyos frutos saca en todo o en parte de qué vivir. Y espíritu de la Berum novarum es afirmar que, por regla general, sólo la estabilidad que radica en un terreno propio hace de la familia la célula vital más perfecta y. fecunda de la sociedad, pues reúne admirablemente con su progresiva co­ hesión las generaciones presentes y futuras. Si hoy día el concepto y la creación de espacios vitales constituye el centro de las metas sociales y políticas, % no se debería, ante todo, pensar en el espacio vital de la familia y librarla de las ataduras de condiciones que ni siquiera permiten la idea de la formación del propio hogar? Nuestro planeta con tan extensos océanos, mares y lagos, con sus mon­ tes y llanuras cubiertas de nieve y de hielos perpetuos, con sus vastos desiertos y tierras inhospitalarias y estériles, no escasea en regiones y espacios vitales abandonados al capricho vegetativo de la naturaleza y aptos al cultivo del hombre, a sus necesidades y a sus obligaciones civi­ les; y más de una vez resulta inevitable que algunas familias, emigrando de acá y allá, se busquen en otra región nueva patria. Entonces, según la enseñanza de la Berum novarum, se respeta el derecho de la familia a un espacio vital. Donde esto suceda, la emigración alcanzará su objeto natural, confirmado frecuentemente por la experiencia, la distribución más favorable de los hombres en la superficie terrestre, apta para colo­ nias de agricultores: superficie que Dios creó y preparó para uso de todos. Si las dos partes, la que permite dejar la tierra natal y la que admite a los advenedizos, continúan lealmente solícitas en eliminar cuanto podría impedir el nacimiento y el desarrollo de una verdadera confianza entre los Países de emigración e inmigración, todos los que participan en este cambio de lugares y de personas, saldrán favorecidos: las familias reci­ birán un terreno que será para ellas tierra patria en el verdadero sentido de la palabra; las tierras densas de habitantes se aligerarán y sus pueblos conquistarán nuevos amigos en territorio extranjero; y los Estados que acogen a los emigrados ganarán ciudadanos laboriosos. Dé esta suerte las Naciones que dan y los Estados que reciben, contribuirán a la par al incre­ mento del bienestar humano y al progreso de la cultura humana. Son éstos, amados hijos, los principios, los conceptos y las normas, con las cuales Nos quisiéramos cooperar desde ahora a la futura organi- 236 zación de aquel orden nuevo que se espera y se desea que nazca del enorme fermento de la presente guerra, y dé a los pueblos tranquilidad en la paz y en la justicia. % Qué Nos queda a Nos sino, con el mismo espíritu de León X I I I y con las mismas intenciones y anhelos de sus nobles enseñan­ zas, exhortaros a proseguir y fomentar la obra que la precedente genera­ ción de hermanos vuestros y hermanas vuestras fundaron con tanto ánimo y valentía? Que no se apague o se debilite entre vosotros la voz insistente de los dos Pontífices de las Encíclicas sociales, que magistralmente ense­ ñan a los que creen en la regeneración sobrenatural de la humanidad, el deber moral de cooperar al ordenamiento de la sociedad, y en modo espe­ cial de la vida económica, impulsando la actividad de aquellos que par­ ticipan de tal vida no menos que el Estado mismo. % No es este un sagrado deber de todo cristiano? No os espanten, amados hijos, las dificultades extrínsecas, ni os desaniméis por los obstáculos provenientes del creciente paganismo de la vida pública. No os dejéis engañar por los fabricantes de errores o de teorías malsanas, tristes corrientes enderezadas no a inten­ sificar, sino más bien a desvirtuar y corromper la vida religiosa; corrien­ tes que pretenden que, pues la redención pertenece al orden de la gracia sobrenatural, y es por consiguiente obra exclusiva de Dios, no necesita de nuestra cooperación sobre la tierra. ¡ Oh ignorancia supina de la obra de Dios! Pues diciendo de sí mismos que son sabios, se han vuelto necios. Como si la principal eficacia de la gracia no consistiera en corroborar nuestros esfuerzos sinceros de cumplir cada día los manda­ mientos de Dios, como individuos y como miembros de la sociedad; como si desde hace dos mil años no viviera perennemente en el alma de la Iglesia el sentimiento de la responsabilidad colectiva de todos por todos, que ha sido y sigue siendo la causa motriz que ha impulsado a los hombres hasta el heroísmo caritativo de los monjes agricultores, de los libertadores de esclavos, de los ministros de los enfermos, de los portaestandartes de fe, de civilización y de ciencia en todas las edades y en todos los pueblos, a ftn de crear condiciones sociales únicamente encaminadas a hacer posible y fácil una vida digna del hombre y del cristiano. Pero vosotros, cons­ cientes y convencidos de esta sagrada responsabilidad, no os contentéis en el fondo de vuestra alma con aquella general mediocridad pública, dentro de la cual la generalidad de los hombres no puedan observar los preceptos divinos, siempre y en todo caso inviolables, sino con actos he­ roicos de virtud. 3 Si entre el propósito y su actuación hubo tal vez evidente despropor­ ción, si hubo errores, comunes por lo demás a toda humana actividad; 3 Rom. I, 22. Acta Pii Pp. XII 237 si hubo diversidad de pareceres en el caminó seguido o por seguir, todo esto no ha de desalentaros ni ha de retardar vuestros pasos o suscitar la­ mentos y excusas; ni puede haceros olvidar el hecho consolador de que del inspirado mensaje del Pontífice de la Rerum novarum brotó vivifi­ cante y puro un manantial de espíritu social fuerte, sincero, desinteresado; manantial que, si hoy puede quedar en parte cegado por una avalancha de acontecimientos diversos más potentes, mañana, removidas las ruinas de este huracán mundial, al iniciarse el trabajo de reconstrucción del nuevo orden social, aspiración digna de Dios y del hombre, infundirá un nuevo y poderoso impulso y una nueva oleada de vida y desarrollo en todo el florecimiento de la cultura humana. Guardad la noble llama del espíritu social fraterno, que hace medio siglo reavivó en el corazón de vuestros padres la antorcha luminosa e iluminadora de la palabra de León X I I I ; no dejéis ni permitáis que le falte el pábulo, y que, en medio de los des­ tellos de vuestros obsequios conmemorativos, muera, o consumida por una cobarde, desdeñosa y cicatera indiferencia ante las necesidades de los más pobres de nuestros hermanos, o arrebatada entre el polvo y el fango por el huracanado torbellino del espíritu anticristiano o no cristiano. Alimentad esta llama, avivadla, levantadla, difundidla; llevadla a donde quiera que oigáis un gemido de preocupación, un lamento de miseria, un grito de dolor; avivadla siempre con renovado fervor y amor dimanado del Corazón del Redentor, a quien está consagrado el mes que hoy comienza. Acudid a aquel Corazón divino, manso y humilde, fuente de consuelo en todas las tribulaciones y trabajos de la vida: es el Corazón de Aquel que a toda buena obra hecha en su nombre y por su amor en favor de los que sufren, de los que padecen, de los abandonados del mundo y deshe­ redados de toda clase de bienes, ha prometido en recompensa la eterna bienaventuranza: ; Vosotros, benditos de mi Padre! ¡Lo que habéis hecho al más pequeño de mis hermanos, me lo habéis hecho a Mí! (Ungila germanica) A N S P R A C H E SEINER HEILIGKEIT P A P S T PIUS XII zur Fünfzigjahrfeier des Rundschreibens « Rerum novarum » Papst Leos XIII. über die soziale Frage. - Pfingstsonntag, 1. Juni 1910. Das hochheilige Pfingstfest, der glorreiche Geburtstag der Kirche Christi, ist für Uns eine willkommene und besonders sinnvolle Ge­ legenheit, um euch, geliebte Söhne und Töchter der ganzen Welt, inmit- 238 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ten der Wirrnisse der Gegenwart eine Botschaft der Liebe, der Ermun­ terung und des Trostes zukommen zu lassen. Wir sprechen zu euch in einem Augenblick, wo in früher nie gekanntem Maße und Eifer alle körperlichen und geistigen Kräfte eines immer grösseren Teiles der Menschheit in der eisernen, mitleidlosen Fron des Kriegsgedankens stehen, in einem Augenblick, wo von anderen Funkmasten Worte der Erbitterung und Schärfe, der Entzweiung und der Fehdeansage ertönen. Die Antennen des Mons Vaticanus, jenes Bodens, den Martyrium und Grab des ersten Petrus zum unverfälschten Ausgangspunkt der Frohbot­ schaft und ihrer wohltätigen Ausbreitung in alle Welt geheiligt haben, können keine anderen Worte aussenden als solche, die beseelt und durchdrungen sind vom trostspendenden Geist der ersten Pfingstfestpredigt, da Jerusalem widerhallte und in Bewegung geriet durch die Stimme des Petrus. Es war dies der Geist brennender apostolischer Liebe, die keine grössere Sehnsucht, keine heiligere Freude kennt, als alle, Freunde und Feinde, zu den Füssen des Gekreuzigten auf Golgotha, zum Grabe des auferstandenen und verherrlichten Gottessohnes und Erlösers der Menschen zu führen, um alle zu überzeugen, da ss wirkliche Kettung und dauernde Wohlfahrt für die einzelnen AVIE für die Völker nur in Ihm zu finden sind : in der Wahrheit, die Er lehrte,; in der Liebe, die Er wohltuend und heilend allen erwies, die Er lebte bis zum Opfer Seiner selbst für das Leben der Welt. In dieser Pfingststunde, so ereignisschwer in Kraft jenes göttlichen Ratschlusses, der die Völkergeschichte lenkt und der Wache hält über die Kirche, ist es u n s eine innige Genugtuung und Freude, euch, geliebte Söhne und Töchter, die Stimme eures gemeinsamen Vaters vernehmen zu lassen, euch von allüberall zusammenzurufen zu einer kurzen katho­ lischen Gemeinschaftsstnnde, euch allen mit Banden des Friedens vereint, die Wonne des cor unum et anim,a una GEAVISSERMASSEN expe­ rimentell erleben zu lassen, welche die Pfingstgemeinde Jerusalems unter dem Walten des göttlichen Geistes erfüllte und einte. Je mehr die durch den Krieg geschaffenen Verhältnisse den unmittelbaren le­ bendigen Kontakt zwischen dem obersten Hirten und seiner Herde weithin erschweren, um so dankbarer begrüssen und benutzen Wir jene einigende Brücke, die der Erfindergeist unserer Zeit in einem Augenblick über den Aether schlägt, um über die Berge, Meere und Kontinente hinweg alle Enden der Erde mit einander in unerhörter Geschwindigkeit zu verbinden. Was vielen heute eine Waffe im Kampf geworden ist, ver1 Cfr. Act., IV, 32. Acta Pii Pp. XII 239 wandelt sich für Uns in ein providentielles Werkzeug wirksamen und friedlichen Apostolats, das in einem neuen, gesteigerten Sinn das Schriftwort wahr macht : In alle Welt geht aus ihr Sehall und an der Erde Grenzen dringen ihre Worte. So mag sich AVO hl das grosse PfingstAvunder erneuern, da die A^erschiedenen Völker aus Ländern fremder Zunge in Jerusalem sich zusam­ menfanden und doch die Stimme des Petrus und dei- Apostel in ihrer eigenen Sprache vernahmen. Mit aufrichtiger Freude bedienen Wir Uns gerade heute eines so Avundervollen Instrumentes, um die Auf­ merksamkeit der katholischen Welt auf ein Gedenkjahr hinzuAveisen, das in den Annalen der Kirche mit goldenen Lettern aufgezeichnet zu AVERDEN A'erdient : Wir meinen das 50. Gedenkjahr des Erscheinens von Leos XIII. grundlegender Sozialenzyklika Rerum novarum vom 15. Mai 1891. 2 Leo XIII. hat der Welt seine soziale Botschaft übermittelt aus der tiefen Ueberzeugung heraus, dass die Kirche nicht nur das Recht, sondern auch die Pflicht hat, zu den Fragen des menschlichen Zusam­ menlebens autoritativ Stellung zu nehmen. Nicht als ob er die ge wis­ se rruassen technische, REIN fachliche Seite DES gesellschaftlichen Lebens hätte regeln AVOLLEN. Er AVUSSTE sehr AVOHL und es war ihm eine selbstver­ ständliche Wahrheit, AVAS übrigens auch Unser Vorgänger verehr ungswürdigen Andenkens Pius XI. vor zehn -fahren in seiner Gedächtnis­ enzyklika Quadragesimo anno (Nr 41) betont hat, dass die Kirche dafür keine Sendung beansprucht. In den allgemein praktischen Fragen menschlicher Arbeit ist der gesunden und verantAvortungsbewussten Entfaltung aller materiellen und geistigen Energien der Einzelnen und ihrer freien Vereinigungen AVEITESTER Spielraum gelassen. Hier greift sodann ergänzend und ordnend die öffentliche Hand ein, zunächst durch die gebietlichen und beruflichen Körperschaften und schliesslich durch den Staat selbst. Seiner übergeordneten, leitenden GeAvalt im Gesellschaftsleben obliegt die wichtige Pflicht, jene Gleichgewichtsstörungen im Wirtschaftsleben zu verhüten, die sich aus der Vielfältigkeit AVÌder strebend er Sonderinteressen der Einzelnen oder der Köper Schäften ergeben. Zum unanfechtbaren Geltungsbereich der Kirche aber gehört es, in denjenigen Belangen des sozialen Lebens, die an das Gebiet der Sittlich­ keit heranreichen oder es schon berühren, darüber zu befinden, ob die Grundlagen der jeweiligen gesellschaftlichen Ordnung mit der ewig 2 Psal. XVIII, 5; Rom., X, 18. 240 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale gültigen Ordnung übereinstimmen, die Gott, der Schöpfer und Erlöser, durch Naturrecht und Offenbarung kundgetan hat. Auf beide Kundge­ bungen Gottes beruft sich Leo XIII. in seinem Rundschreiben. Mit Recht : Denn die Grundsätze des Naturrechts und die Offenbarungs­ wahrheiten haben, wie zwei keineswegs entgegengesetzte, sondern gleich­ gerichtete Wasserläufe, beide ihre gemeinsame Quelle in Gott. Und da die Kirche ja die Hüterin der christlichen Heilsordnung ist, in welcher Natur und Gnade in eins zusammengeschlossen sind, so hat sie die Gewissen zu bilden, auch die Gewissen derer, die berufen sind, für die vom menschlichen Gesellschaftsleben gestellten Aufgaben Lösungen zu schaffen. Von der gottgemässen oder gottwidrigen Gestaltung dieses Gemeinschaftslebens ist auch die Wohlfahrt oder das Verderben der Seelen bedingt. Von ihr hängt es ab, ob die in die irdischen Realitäten h ineingeborene u Menschen, die alle zur Gnade Christi berufen sind, den gesunden Lebenshauch der Wahrheit und sittlichen Kraft, oder aber den Krankheits- und oft selbst Todeskeim des Irrtums und der sitt­ lichen Verderbnis atmen. Wie könnte es der Kirche, die als liebevolle Mutter um das Wohl ihrer Kinder besorgt ist, angesichts solcher Tatsachen erlaubt sein, gleichgültig deren Gefahren mit anzusehen? Darf sie schweigen oder sich blind und uninteressiert stellen gegenüber sozialen Verhältnissen, die bewusst oder unbewusst darauf hinauslaufen, einen christlichen Lebensaufbau, überhaupt ein Leben nach den Geboten des Allerhöchsten Gesetzgebers zu erschweren oder praktisch unmöglich zu machen ? Aus solcher Verantwortung heraus hat Leo XIII. seine soziale Bot­ schaft an die Menschheit gerichtet. Er hat darin das christliche Ge­ wissen auf die Irrtümer und Gefahren eines materialistischen Sozialis­ mus ebenso aufmerksam gemacht, wie auf die unheilvollen Folgen eines ökonomischen Liberalismus, der die sozialen Pflichten gar oft übersah, vernachlässigte oder verachtete. Zugleich hat er mit meisterhafter Klarheit und wundervoller Bestimmtheit die geeigneten Grundsätze aufgestellt, nach denen die Lage des Arbeiters materiell und geistig in stufenweiser, friedlicher Entwicklung zu bessern ist. Wenn ihr, geliebte Söhne und Töchter, heute, fünfzig Jahre nach Erscheinen der Enzyklika,, Uns fragt, ob die Wirkung seiner Worte den hohen Absichten, den wahrheitserfüllten Gedanken und segenverheissenden Richtlinien ihres Schöpfers einigermassen entsprochen habe, so antworten Wir euch : gerade um dem Allmächtigen demütigen und tiefempfundenen Dank abzustatten für die Pfingstgabe, die Er vor 50 Jahren mit jenem Rundschreiben Seines Stellvertreters auf Erden Seiner Acta PU Pp. XII Kirche schenkte, um Ihn zu preisen für das erfrischende Geistes wehen, das Er von ihr stärker und immer stärker über die ganze Menschheit ausgehen Hess, haben Wir am heutigen Pfingstfest Unser Wort an euch richten wollen. Schon Unser Vorgänger Pius XI. hat im ersten Teil seiner Gedächtnis­ enzyklika die herrliche Ernte von Rerum novarum gefeiert : Rerum novarum war der fruchtbare Keim einer katholischen Gesellschafts­ wissenschaft, die edlen Söhnen der Kirche, Priestern und Laien, die Pläne und das Werkzeug für fruchtbarste soziale Aufbauarbeit bot. Sie hat im katholischen Lager Wohlfahrtseinrichtungen in grosser Zahl und Mannigfaltigkeit hervorspriessen lassen, blühendes Vereinigungs­ wesen zur wechselseitigen Nächsten- und Selbsthilfe. Welcher Segen, materiell-natürlicher wie geistig-übernatürlicher Art, ist durch die katholischen Arbeitervereine in die katholischen Arbeiter und ihre Fa­ milien hineingetragen worden ! Wie zeitgemäss und wirksam hat sich das Vereins- und Genossenschaftswesen im Bauern- und Mittelstand erwiesen : zur Behebung sozialer Not, zur Sicherung der sozialen Ge­ rechtigkeit, zur Mässigung der Leidenschaften und zur Erhaltung des sozialen Friedens ! Aber dabei blieb es nicht, die Enzyklika Rerum novarum, geschrieben aus inniger Liebe und Hochschätzung zum Volk, drang tief in Geist und Herz der Arbeiterschaft ein und erfüllte sie mit christlichem Denken und bürgerlichem Selbstbewusstsein. Ihre sozialen Grundsätze wurden — und darin liegt wohl ihre stärkste Wirkung — im Verlauf der Jahre so erfolgreich entwickelt und verbreitet, dass sie gewissermassen Ge­ meingut der Menschheitsfamilie geworden sind. Den Staat vollends, der sich im 19. Jahrhundert mit seinem übersteigerten Freiheitsbewusstsein gemeinhin nur als Rechtsstaat zum Schutze der Freiheit fühlte, hat Leo XIII. aufgerufen zum machtvollen Schutz des Gesamt­ volkes und aller seiner Glieder, der Schwachen vor allem und der Mit­ tellosen, zu einer durchgreifenden Sozialpolitik, zur Schaffung des Arbeiterrechts. Sein Ruf fand stärksten Widerhall, und es ist eine Pflicht; der Gerechtigkeit, die Fortschritte anzuerkennen, die eine verantwortungsbewusste Staatsführung in vielen Nationen der Lage des Arbeiters zukommen liess. So konnte man mit Recht sagen, dass die Enzyklika Rerum novarum sich erwiesen hat als die Magna charta christlicher Soziaiarbeit. Inzwischen ist ein halbes Jahrhundert dahingegangen, das tiefe Furchen und böse Gärstoffe im Boden der Nationen und der Gesell­ schaft zurückliess. Die Fragen, welche die sozialen, vor allem wirtACTA, vol. V I I I , n. 6. — 2 3 - 6 - 9 4 1 . 18 242 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale schaftlichen Veränderungen und Umwälzungen nach Rerum novarum zur sittlichen Beurteilung aufgeworfen haben, sind von Unserem unmit­ telbaren Vorgänger in Quadragesimo anno mit tiefster Gründlichkeit behandelt worden. Das darauffolgende Jahrzehnt war nicht weniger reich an Ueberraschungen im gesellschaftlichen und wirtschaftlichen Leben als seine Vorgänger und ist mit seinen ruhelos trüben Fluten in den Ozean eines Krieges ausgemündet, dessen Wogendrang für Wirt­ schaft und Gemeinschaft unabsehbar verhängnisvoll werden kann. Welche besonderen, vielleicht ganz neuen sozialen Fragen und Aufga­ ben die Zeit nach einem Krieg, der so viele Völker erfasst, der Kirche stellen wird, das ist im gegenwärtigen Augenblick noch schwer abzu­ tasten. Doch die Zukunft hat ja ihre Wurzeln in der Vergangenheit, und die Erfahrung der letzten Jahre muss Uns Lehrmeisterin sein in Vor­ aussicht kommender Verhältnisse. Darum glauben Wir die heutige Gedächtnisfeier benützen zu sollen, um im Geiste Leos XIII. und seine für den anhebenden sozialen Ablauf der Zeiten geradezu seherischen Gedanken entwickelnd, zu drei Grundwerten des Gemeinschafts- und Wirschaftslebens weitere Richtlinien sittlichen Gehaltes zu geben. Die drei Grundwerte, die sich gegenseitig bedingen, durchdringen und för­ dern, sind die Nutzung der Erdengüter, die Arbeit und die Familie. Nutzung der Erdengüter Rerum novarum stellt Grundsätze über das Eigentum und den Le­ bensunterhalt des Menschen auf, die durch den Zeitablauf nichts von ihrer urwüchsigen Kraft verloren, und die noch heute, nach 50 Jahren, ihre lebendige und lebenspendende Fruchtbarkeit bewahrt und vertieft haben. Wir selbst haben in Unserem Rundschreiben an die Bischöfe der Vereinigten Staaten von Nordamerika Sertum laetitiae die Oeffentlich keit auf die Wurzel jener Lehren hingewiesen ; sie liegt, wie Wir sagten, in der unumstösslichen Forderung, «dass die Güter, die Gott für die Menschen insgesamt schuf, im Ausmass der Billigkeit nach den Grundsätzen der Gerechtigkeit und Liebe allen zuströmen ». In der Tat hat jeder Mensch als vernunftbegabtes Lebewesen von Natur grundsätzlich das Recht der Nutzung an den materiellen Gütern der Erde, wenn es auch den Bemühungen der Menschen und den Rechts­ formen der Völker überlassen bleibt, die Verwirklichung dieses Rechtes näher zu regeln. Dieses grundsätzliche individuelle Nutzungsrecht kann durch nichts, auch nicht durch andere unbezweifelbare friedliche Rechte auf die äusseren Güter aufgehoben werden. Denn zweifellos fordert Acta PU Pp. XII 243 zwar die gottgegebene Naturordnung das Privateigentum und den freien zwischenmenschlichen Güterverkehr durch Tauschen und Schenken, sowie die Ordnungsbefugnis der öffentlichen Gewalt über diese beiden Einrichtungen. Trotz alledem aber bleibt doch dies alles dem natür­ lichen Zweck der Erdengüter unterstellt und darf keineswegs von jenem ursprünglichen Nutzungsrecht aller an ihnen losgelöst werden« Es hat vielmehr dazu zu dienen, eine zweckentsprechende Verwirklichung dieses Rechtes zu ermöglichen. So allein kann und so soll erreicht werden, dass Besitz und Gebrauch der materiellen Güter dem menschli­ chen Zusammenleben fruchtbaren Frieden und lebensvolle Festigkeit, nicht kämpf- und neidgeladene, nur auf dem erbarmungslosen Spiel von -Macht und Ohnmacht beruhende, stets schwankende Beziehungen geben. Das naturgegebene Nutzungsrecht an den Erdengütern steht in engster Beziehung zur Persönlichkeitswürde und zu den Persönlich­ keitsrechten des Menschen. Es gibt mit den genannten Auswirkungen dem Menschen die sichere materielle Grundlage, die ihm für die Erfül­ lung seiner sittlichen Pflichten von höchster Bedeutung ist. Denn durch die Wahrung jenes Nutzungrechts wird der Mensch instand gesetzt, in rechtmässiger Freiheit einen Umkreis dauernder Obliegenheiten und Entscheidungen auszufüllen, für die er unmittelbar dem Schöpfer ver­ antwortlich ist und die gleichzeitig seine persönliche Würde sichersten len : er hat nämlich die ganz persönliche Pflicht, sein leibliches und geistiges Leben zu erhalten und zu entwickeln, um so das religiös­ sittliche Ziel zu erreichen, das Gott allen Menschen gesetzt und als oberste Norm gegeben hat, eine Norm, die vor allen anderen Pflichten immer und in jeder Lage bindet. Den unantastbaren Lebenskreis der Pflichten und Rechte der menschlichen Persönlichkeit zu schützen und seine Verwirklichung zu erleichtern, ist wesentliche Aufgabe jeder öffentlichen Gewalt. Dies ist der eigentliche Sinn des von ihr zu wahrenden «Gemeinwohls». Keineswegs also besagt die Wahrung des Gemeinwohls eine solche Herrschaftsbefugnis über die Glieder der Gemeinschaft; dass die öffent­ liche Gewalt etwa den eben umschriebenen Lebenskreis der Persönlichkeit aufheben, über den Beginn oder über dessen Beendigung — den Fall der rechtnässigen Strafe ausgenommen — direkt des Menschenlebens entscheiden, die Art und Weise seiner leiblich-geistigen und religiös­ sittlichen Entwicklung unabhängig von oder gar im Widerspruch mit seinen persönlichen Pflichten und Rechten bestimmen und zu diesem Zwecke das naturgegebene Nutzungsrecht an den irdischen Gütern aufheben oder unwirksam machen dürfte. Wer solche Machtüberstei- 244 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale gerung aus der Wahrung des Gemeinwohls ableiten wollte, würde damit den Sinn des Gemeinwohles selbst verkehren und dem Irrtum verfallen, als ob der eigentliche Zweck des Menschen auf Erden die Gemeinschaft, die Gemeinschaft aber Selbstzweck sei, und als ob der Mensch kein anderes Leben zu erwarten hätte ausser dem, das hienieden sein Ende findet. Auch die nationale Wirtschaft als die Wirtschaft der in der staatli­ chen Gemeinschaft verbundenen, wirtschaftenden Menschen hat keinen anderen Zweck, als dauernd die materielle Grundlage zu schaffen, auf der sich das volle persönliche Leben der Staatsbürger verwirklichen kann. Wird dies erreicht und dauernd erreicht, dann ist ein solches Volk in Wahrheit wirtschaftlich reich, eben weil die umfassende Wohlfahrt aller und somit das persönliche Nutzungsrecht aller an den irdischen Gütern nach dem vom Schöpfer gewollten Zw eck verwirk­ licht ist. Daraus, geliebte Söhne und Töchter, könnt ihr aber auch sehr deutlich sehen, dass der wirtschaftliche Reichtum eines Volkes nicht eigentlich in der Fülle der in ihrem Wert rein materiell zählbaren Güter an sich liegt, sondern darin, dass diese Fülle wirklich und wirksam die hinreichende materielle Grundlage bildet für eine be­ rechtigte persönliche Entfaltung seiner Glieder. Wäre dies nicht oder nur sehr unvollkommen der Fall, dann wäre der wahre Zweck der nationalen Wirtschaft nicht erreicht. Trotz der etwa verfügbaren Gü­ terfülle wäre ein solches um seinen Anspruch betrogenes Volk keineswegs wirtschaftlich reich, sondern arm. Wo aber die genannte gerechte Verteilung wirklich und dauernd erreicht wird, kann ein Volk auch bei geringerer Menge verfügbarer Güter ein wirtschaftlich gesundes Volk sein. Diese Grundgedanken über den Reichtum und die Armut der Völker euerer Beachtung zu empfehlen, scheint Uns heute besonders am Platze zu sein, wo man allzu geneigt ist, Armut und Reichtum der Völker ganz falsch zu messen, nämlich nach rein quantitativen Maßen des verfügbaren Raumes und des Umfangs der Güter. Wo man aber den Zweck der nationalen Wirtschaft richtig sieht, wird von ihm ein Licht ausstrahlen, das den Ehrgeiz der Staatsmänner und Völker von selbst in eine Bahn lenkt, die nicht dauernd Lasten an Gut und Blut fordert, sondern Früchte des Friedens und allgemeinen Wohlstandes einbringt r Acta Pii Pp. XII Die Arbeit Geliebte Söhne und Töchter, ihr seht selbst, dass mit dem Nutzungs­ recht an den Erdengütern die Arbeit im Zusammenhang steht. Rerum novarum lehrt, dass der Arbeit des Menschen zwei Dinge eigentümlich sind : sie ist persönlich, und sie ist notwendig. Sie ist persönlich, weil sie durch Einsatz der persönlichen Kräfte geleistet wird ; sie ist not­ wendig, weil ohne sie der notwendige Lebensunterhalt nicht beschafft werden kann. Die Erhaltung des Lebens ist aber eine naturgegebene, strenge persönliche Pflicht. Der naturgegebenen persönlichen Ar­ beitspflicht entspricht folgerichtig das naturgegebene persönliche Recht, durch Arbeit für das eigene Leben und das Leben der Seinen Vorsorge zu treffen. So ist der Befehl der Natur auf das erhabene Ziel der Erhaltung des Menschen hingeordnet. Doch beachtet: Diese Pflicht und das ihr entsprechende Recht zur Arbeit kommen dem Einzelmenschen in erster Linie von der Natur, nicht etwa erst von der Gemeinschaft zu, als ob der Mensch nichts als ein von der Gemeinschaft zur Arbeit Beauftragter wäre. Daraus folgt, dass Pflicht und Recht zur Ordnung des arbeitenden Volkes zunächst bei den unmittelbar Beteiligten liegen : bei den Ar­ beitgebern und bei den Arbeitnehmern. Insofern sie ihre Aufgabe nicht zu erfüllen vermögen, ist es Aufgabe des Staates einzugreifen, in den Einsatz wie in die Verteilung der Arbeit, auf die Art und in dem Maße, wie es die Wahrung des wohlverstandenen Gemeinwohles verlangt. Alle berechtigten und wohltuenden staatlichen Eingriffe in den Arbeitsprozess sollen in jedem Falle so sein, dass der persönliche Charakter der menschlichen Arbeit grundsätzlich und auch möglichst tatsächlich gewahrt bleibt. Kennzeichen dafür ist, dass die staatlichen Massnahmen andere, ebenfalls persönlichen Rechte und Pflichten weder aufheben noch ihre Ausübung unmöglich machen. Solche persönlichen Rechte und Pflichten sind : das Recht der wahren Gottesverehrung ; das Recht zur Ehe; das Recht der Ehegatten, des Familienvaters und der Familienmutter auf Führung des ehelichen und häuslichen Lebens; das Recht einer vernünftigen Freiheit der Berufswahl und der Aus­ übung eines wahren Berufes. Das letztere ist mehr denn jedes andere ein persönliches Recht des geistigen Menschen, erst recht erhaben, wenn auch noch höhere und unabdingliche Sonderrechte Gottes und der Kirche auf die Berufsausübung des Menschen gegeben sind, wie bei der Wahl und Ausübung des Priester- und Ordensberufes. ^46 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale Die Familie Nach der Lehre von Rerum novarum hat die Natur selbst das Privat­ eigentum mit dem Bestand der menschlichen Gesellschaft und ihrer wahren Kultur innerlich verbunden — und zwar in hervorragendem Grade — mit dem Bestand und der Entwicklung der Familie. Der Hauptgrund dafür liegt offen am Tag : das Privateigentum soll dem Familienvater die nötige Freiheit und Unabhängigkeit sichern, deren er bedarf, um die vom Schöpfer selbst ihm auferlegten Pflichten hinsicht­ lich des leiblichen, geistigen und religiös-sittlichen Wohles der Familie erfüllen zu können. In der Familie findet das Volk die naturgegebene, fruchtbare Wurzel für seine Grösse und Macht. Hat das Privateigentum dem Wohl der Familie zu dienen, so müssen- alle öffentlichen, vor allem staatlichen Massnahmen im Bereich des Privateigentums darauf abzielen, seine in gewisser Hinsicht jeglichem anderen Zweck übergeordnete Funktion für die Familie nicht allein zu ermöglichen und zu erhalten, sondern immer weiter zu vervollkommnen. Deshalb ist eine Entwickung na­ turwidrig, die — sei es durch übermässige Abgaben, sei es durch unmittelbaren Eingriff — das Privateigentum aushöhlt und damit der Familie und ihrem Oberhaupt die tatsächliche Freiheit nimmt, den von Gott gewollten Zweck eines vollkommenen Familienlebens zu erfüllen. Von allen Gütern, die im Privateigentum stehen können, ist nach der Lehre von Rerum novarum keines mehr naturgemäss als der Boden, das Stück Land, auf dem die Familie wohnt und von dessen Früchten sie ganz oder wenigstens zum Teile lebt. Ja es ist im Sinne von Rerum novarum zu sagen, dass im Regelfall nur jene Stabilität, die vom eigenen Boden kommt, aus der Familie die ganz vollkommene und ganz frucht­ bare Lebenszelle der Gesellschaft macht, die durch ihren fortwirkenden Zusammenhalt die Geschlechter, die jeweils gegenwärtigen und die zu­ künftigen, wunderbar verbindet. Wenn heute die Schaffung von « Le­ bensraum » so sehr im Mittelpunkt des sozialpolitischen Denkens und Planens steht, müsste man da nicht vor allem an (Wesen Lebensraum der Familie denken? Müsste man nicht die Familie aus Verhältnissen herausführen, die sie vielfach nicht einmal mehr zum Bewusstsein irgendeines eigenen Heims und Herdes kommen lassen ? Trotz vieler ausgedehnten Ozeane, Meere und Seen, trotz der Gebirge and Steppen, die mit ewigem Eis und Schnee bedeckt sind, trotz grosser Wüsten und ungastlicher, unfruchtbarer Gebiete ist unser Planet doch auch nicht arm an Landstrichen und Gefilden, die noch der verschwen- Acta Pii Pp. XII 247 derischen Laune der Natur überlassen, sich sehr wohl eignen würden zur Pflege durch Menschenhand, zur wirtschaftlichen und staatlichen Nutzung. Und gar oft lässt es sich nicht umgehen, dass Familien sich durch Auswanderung irgendwo eine neue Heimat suchen. Auch dann ist nach der Lehre von Rerum novarum das Recht der Familie auf Le­ bensraum besonders zu berücksichtigen. Wo dies geschieht, wird die Auswanderung ihren naturgemässen und sehr oft in der Geschichte bewährten Zweck erreichen, nämlich die günstigere Verteilung der Men­ schen über den Siedlungsboden der Erdoberfläche, den Gott der ganzen Menschheit zur Nutzung geschaffen und bereitet hat. Wenn beide Teile, das Land, das die Erlaubnis zur Auswanderung aus der Heimat erteilt, und das, welches die Einwanderer aufnimmt, aufrichtig bemüht sind, alle etwa möglichen Hindernisse eines wirklichen Vertrauens zwischen dem Heimatland und dem der Einwanderung zu beseitigen, werden alle Beteiligten den Nutzen davon haben : die Familien erhalten einen neuen Heimatboden im eigentlichen Sinne des Wortes; die übervölkerten Staaten werden entlastet und schaffen sich selber durch die Auswan­ derung neue Freunde in fremden Ländern. Die aufnehmenden Staaten aber gewinnen arbeitskräftige Staatsbürger. Beide, die übervölkerten abgebenden wie die aufnehmenden Staaten werden so und nur so zu einer Steigerung von Menschheitsglück und Menschheitskultur bei­ steuern. Das, geliebte Söhne und Töchter, sind die Gedanken, Grundsätze und Richtlinien, durch die Wir schon jetzt zum kommenden Neuaufbau, zur «neuen Ordnung» beitragen wollten, jener neuen Ordnung, deren Ge­ burt die Welt als Ergebnis der gewaltigen Gärung des gegenwärtigen Ringens erwartet und herbeisehnt, auf dass sie die Völker zur Ruhe bringe in Friede und Gerechtigkeit. Was bleibt Uns noch übrig, als dass Wir im Geiste Leos XIII. und seinen erhabenen Zielen entsprechend, euch mahnen, das Werk, das die vergangene Generation eurer Brüder und Schwestern so wagemutigen Herzens aufgebaut hat, weiterzuführen und weiterzuentwickeln? Möge das eindringliche W o r t der beiden Päpste der sozialen Rundschreiben nie unter euch verhallen oder an Wirkkraft verlieren! Sie haben der sittlichen Pflicht derer, die an die übernatürliche Wiedergeburt der Menschheit glauben, ordnend in das gesellschaftliche, vor allem das wirtschaftliche Leben einzugreifen, schärfste Betonung verliehen. Sie haben sie betont für die am Wirt­ schaftsleben Beteiligten, sie haben sie betont für den Staat als solchen. Wie sollte sie nicht eine heilige Verpflichtung bedeuten für jeden Chr*- 248 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale sten? Lasst euch nicht entmutigen, geliebte Söhne und Töchter, durch äussere Schwierigkeiten, nicht erschrecken durch die steigende Säku­ larisierung des öffentlichen Lebens, nicht irreführen durch ungesunde und falsche, auf Schwund und nicht auf Wachstum der religiösen Substanz deutende Richtungen, w ie jene, die sagt : die Heilsordung sei eine Ordnung der Gnade, also ganz Gottes Werk, und bedürfe nicht unseres Zutuns im diesseitigen Raum. Welch bedauerliche Verkennung des Werkes Gottes ! «Indem sie sich weise dünkten, sind sie zu Toren geworden » . Als ob nicht die erste Wirkung der Gnade gerade die wäre, dass wir in ehrlichem Bemühen Gottes Gebot erfüllen, Tag für Tag, als Einzelmenschen wie als Glieder der Gemeinschaft; als ob nicht immer in der Kirche, im ganzen Verlauf ihrer fast zweitausendjährigen Geschichte, das Bewusstsein solidarischer Verantwortung aller für alle bestanden hätte, das ihre Kinder zum Heroismus der Caritas von jeher bis heute begeistert hat, in den ackerbauenden Mönchen, den Befreiern der Sklaven, in den Krankenhäusern, in den Boten des Glaubens, der Kultur und der Wissenschaft unter allen Völkern und Altersklassen, um für alle die sozialen Verhältnisse zu schaffen, die erst ein menschenund christenwürdiges Leben ermöglichen und erleichtern. Ihr aber dürft euch, im vollen Bewusstsein dieser heiligen Verantwortung, nie und nimmer mit einem Allgemeinzustand abfinden, in dem der Durchschnitt der Menschen so gestellt ist, dass er nur unter Heroismus jene Gebete Gottes erfüllen kann, die immer und in jedem Falle ver­ pflichten. r 3 Das bisweilen offenbar gewordene Missverhältnis zwischen Wollen und Vollbringen, das bei allem menschlichen Tun gelegentlich unter­ laufende Irren, Meinungsverschiedenheiten über die eingeschlagenen oder einzuschlagenden Wege, all dies darf euern Mut nicht lähmen, euern Schritt nicht hemmen, nicht Anlass werden zu Klagen oder Anklagen. Noch viel weniger kann damit die trostvolle Tatsache aus der Welt geschafft werden, dass der erleuchteten Papstbotschaft Rerum novarum frisch und klar ein Quellstrom starken, ehrlichen, selbstlosen sozialen Wirkens entsprungen ist, ein Quellstrom, der heute von einem Berg­ rutsch anderen und stärkeren Geschehens zum Teil verschüttet sein mag, aus dem jedoch morgen, beim Aufräumen der Ruinen dieses Welt­ orkans und beim Neuaufbau einer gottes- und menschenwürdigen so­ zialen Ordnung zum zweiten Male neues Sprossen und Wachsen auf alle Gebiete menschlicher Kulturarbeit ausgehen kann. 3 Rom., I, 22 Acta Pii Pp. XII Hütet darum, geliebte Söhne und Töchter, die edle Flamme brü­ derlichen sozialen Wollens, die vor einem halben Jahrhundert Leos XIII. erleuchtendes und entflammendes Hirtenwort in den Herzen eurer Väter entfacht hat. Hütet sie und lasst sie nicht aus Mangel an Nahrung ersterben, nachdem sie bei diesem ehrenvollen Gedenktag so flammend aufschlug! Lasst sie nicht erlöschen in schlaffer und bequemer Gleichgültigkeit gegenüber der allgemeinen Not der ärmsten unserer Brüder, nicht ersticken vom schmutzig staubigen Wirbelsturm unchristlichen oder christenfeindlichen Geistes. Nährt diese Flamme, belebt sie, erhebt sie, lasset sie um sich greifen, tragt sie überall hin, wo ihr das Stöhnen des Kummers, das Weinen, der Not, den Aufschrei des Schmerzes vernehmt. Entzündet sie immer von neuem an der Liebesglut des Erlöserherzens, dem der heute an­ hebende Monat in besonderer Weise geweiht ist. Geht hin zu diesem göttlichen Herzen, das die Milde ist und die Demut, die Heimstatt jeglichen Trostes in der Ermattung und im Drucke der Arbeit. Es ist das Herz dessen, der jeder aufrichtig reinen Tat im Dienste der Leidenden und Bedrängten, der von der Welt Verlassenen und der hilflos, mittellos Enterbten, sofern sie n u r in Seinem Namen und Geist vollbracht wird, den ewig beglückenden Lohn- verhiess: «Gesegnete meines Vaters! Was ihr dem geringsten meiner Brüder getan habt,, das habt ihr mir getan !» (lingua lusitana) D I S C U R S O D E S U A S A N T I D A D E PIO XII para comemorar o 50° aniversário da Encíclica « Rerum novarum » do Papa Leão XIII àôbre a questão social. - Festa de Pentecostes,, 1 de Junho de 191^1. A solenidade de Pentecostes, glorioso natal da Igreja de Cristo, apresenta-se ao nosso espírito, amados filhos do mundo inteiro, como um suave e propício convite, que Nos está incitando a dirigir-vos, entre as dificuldades e contrastes do tempo presente, uma mensagem de amor,, de exortação, e de conforto. Falamo-vos num momento em que todas as energias e forças físicas e intelectuais de uma porção cada vez maior da humanidade, com um ardor e em medida nunca dantes conhecidos, actuam sob a férrea e inesorável lei da guerra; e do alto de outras antenas voam acentos repassados de exasperação e de acrim.ónia, de divisão e de luta. 250 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Mas as antenas da colina Vaticana, da terra consagrada pelo martí­ rio e pelo sepulcro do primeiro Pedro, como centro intemerato da boa nova e da sua benéfica difusão no mundo, não podem transmitir senão palavras inspiradas e animadas do espírito consolador daquela prega­ ção, com que no primeiro Pentecostes à voz de Pedro ressoou e se co­ moveu Jerusalém : espírito de ardente amor apostólico, espírito que não sente desejo mais vivo nem alegria mais santa, do que a de conduzir a todos, amigos e inimigos, aos pés do Crucificado do Gólgota, ao sepulcro glorioso do Filho de Deus e Redentor do género humano, para persuadir a todos que só nele, na verdade por ê]e ensinada, no amor demonstrado e vivido por êle, que passou fazendo bem e sarando a todos, até sacrificar-se a si mesmo pela vida do mundo, se pode encontrar salvação verda­ deira e duradoira felicidade para os indivíduos e para as nações. Nesta hora prenhe de acontecimentos, dominados pelo divino Con­ selho, que rege a história das nações e vela sobre a Igreja, ao fazer-vos ouvir, amados filhos, a voz do Pai comum, é para Nós alegria e satisfa­ ção íntima, chamar-vos como que a uma universal assembleia católica para que saborieis praticamente, no vínculo da paz, a doçura do cor unum et anima una, qué cimentava sob o impulso do Espírito divino & comunidade de Jerusalém no dia de Pentecostes. Quanto mais difícil tornam, em muitos casos, as condições originadas pela guerra um con­ tacto directo é vivo do Sumo Pastor com a sua grei, com tanto maior gratidão utilizamos a rapidíssima ponte de união que o génio inventivo da nossa idade lança instantaneamente atravez do éter, pondo em comu­ nicação por sobre montes, mares e continentes todos os recantos da terra. E o que para muitos é arma de combate, para Nós transforma-se em instrumento providencial de apostolado activo e pacífico, que realiza •e eleva a um novo significado a palavra da Escritura : In omnem terram exivit sonus eorum et in fines orbis terrae verba eorum. Parece que se renova assim o grande milagre de Pentecostes, quando as diversas gen­ tes vindas de regiões de outras línguas a Jerusalém ouviam no próprio idioma a voz de Pedro e dos apóstolos. Com prazer sincero nos servimos hoje de um meio tão maravilhoso, para chamas a atenção do mundo católico sobre uma data, digna de ser gravada a caracteres de oiro nos fastos da Igreja: o quinquagesimo aniversário da publicação, a 15 de maio de 1891, da fundamental Encíclica social Rerum novarum de i e ã o XIII. 1 2 Movido pela profunda convicção de que à Igreja compete não só o 1 2 Cfr. Act., IV, 32. Psal. XVIII, 5; Rom., X, 18. Acta Pii Pp. XII 251 direito, mas o dever de pronunciar uma palavra autorizada sobre as «questões sociais, Leão XIII dirigiu ao mundo a sua mensagem. Não que ele pretendesse estabelecer normas sob o aspecto puramente prático, quási diríamos, técnico, da constituição social; porque bem sabia e era para êlé evidente, que a Igreja não se arroga tal missão — como decla­ rou, há um decénio, nosso Predecessor de s. m. Pio XI na sua encíclica -comemorativa Quadragésimo anno —. Na esfera geral do trabalho abre-se ao desenvolvimento são e responsável de todas as energias físicas e espi­ rituais dos indivíduos e às suas organizações livres um vastíssimo campo 4e acção multiforme, onde o público poder intervém com acção inte­ grante e ordenadora, primeiro por meio das corporações locais e profis­ sionais, e depois por força do próprio Estado cuja suprema e modera­ dora autoridade social tem o importante ofício de prevenir as pertur­ bações de equilíbrio económico nascidas da pluralidade é dos contrastes •dos egoísmos concorrentes, individuais e colectivos. Ao contrário é indiscutível competência da Igreja, onde a ordem social se aproxima e atinge o campo moral, julgar se as bases de uma de­ terminada organização social estão em acordo com a ordem imutável, •que Deus Creador e Kedentor manifestou por meio do direito natural Instr.). 3. In quanam paroecia habeat domicilium vel quasi-domicilium aut menstruam commorationem, viam et numerum domus quam incolit, et a quo tempore ibi moretur. 4. Quibusnam in dioecesibus saltem per semestre moratus sit post adeptam pubertatem [sponsus post completum decimum quartum annum, sponsa post duodecimum completum] ; quamnam ob causam, quamdiu et quanam in paroecia. 5. An valida sponsalia contraxerit cum alia persona, quomodo et quando sint resoluta. 6. Utrum civile quod vocant matrimonium sponsi iam inter se inierint aut cum alia persona, resolutumve sit hoc alterum an non. 7. Utrum inter se a d s t r i n g a t u r aliquo et quonam vinculo, consan­ guinitatis (can. 1076), affinitatis (can. 1077), cognationis spiritualis ex baptismo (can. 768, 1079), cognationis legalis ex adoptione civili (can. 1059, 1080). Quod ad consanguinitatem et affinitatem vero attinet, parochus re­ colat gradus lege canonica matrimonio obstantes, et relate ad nupturien­ tes rudiores impedimenta per practica exempla explicet : quod si suspi­ cetur reticentiam impedimentorum, aptis modis reticentiam eripere co­ netur, praesertim inquirendo in parentum cognomina et testimonia su­ scepti baptismi necnon ad testes provocando (Alleg. II; cfr. n. 5 Instr.). 8. Nisi res aliunde parocho innotescat, prudenter inquirat utrum no­ torie catholicam fidem abiecerit, etsi ad sectam acatholicam non transie4 5 6 In casu affirmatae commorationis parochus probationes colligat de statu libero (can. 1023 § 2: cfr. n. 6 instr.). In casu autem de quo in § 3 eiusdem canonis, consulat Ordinarium. Licet nupturiens sponsalia valide cum alia persona contraxerit, nec ulla iusta causa ab iisdem implendis excusetur, non datur actio ad petendam ma­ trimonii celebrationem, sed dumtaxat ad reparationem damnorum, si qua de­ beatur (can. 1017 § 3). Si civile quod vocant matrimonium cum alia persona etiam alteruter tantum attentaverit et resolutum definitive fuerit, resolutionis definitivae huiusmodi requiratur documentum authenticum; si adhuc vero vigeat, consu­ latur Ordinarius. (Pro Italia cfr. Instr. H. S. C. 2 aprilis 1909). 4 5 6 Sacra Congregatio de disciplina Sacramentorum 3li rit, an societatibus ab Ecclesia damnatis adscriptus sit (can. 1065); an se­ ctae atheisticae adhaereat vel adhaeserit (cfr. n. 5 not. 6 Instr.). Ab alio fonte exquirat an publicus peccator sit et an censura notorie innodatus (can. 1066). Eadem parochus percontetur a sponso de sponsa et vicissim a sponsa de sponso. 9. Diligenter inquiratur utrum sponsi detineantur aliquo alio impe­ dimento impediente vel dirimente : mixtae religionis (can. 1060), dispa­ ritatis cultus (can. 1070), aetatis (can. 1067), ordinis sacri (can. 1072), voti et professionis religiosae (can. 1058, 1073), raptus (can. 1074), cri­ minis (can. 1075), publicae honestatis (can. 1078). 10. Utrum omnino libere et sponte matrimonio consentiant, praesertim mulier, an, contra, ad idem compellantur directe vel indirecte ab aliqua persona. Ad rem sponsum (sponsam) moneat parochus quam maxime circumspectam et discretam rationem habitum iri revelatae notitiae ita ut nullam molestiam pars inde habitura sit, cuius libertati alio modo succurri f orte poterit. ** 11. Utrum sponsus (sponsa) noverit an sponsa (sponsus) omnimoda cum libertate matrimonium contrahere consentiat necne : et, hoc altero casu, edicat unde metus vel coactio procedat. 12. (Si nupturiens vicesimum primum annum nondum expleverit). An parentes (tutores) matrimonium ineundum norint eique consentiant, se­ cus quasnam ob causas insciis vel invitis parentibus celebrare velit. 13. Percontetur parochus an nupturientes sufficienter instructi sint in doctrina christiana et praesertim in praecipuis matrimonii finibus, iuribus et obligationibus atque, si casus ferat, nefasta placita contra ca­ tholicam doctrinam refutet, genuinam Ecclesiae catechesim de hoc sa­ cramento recolendo (cfr. n. 8 Instr.). 7 8 9 1 11 Hisce in casibus, si affirmative respondeatur, parochus se gerat ad nor­ mam can. 1065 et can. 1066. Quoad matrimonia mixta, standum est praescriptis Codicis I. C. et de­ cretis S. Officii. De exsistentia impedimenti criminis accuratius, licet prudenter, inquira­ tur quando constet prolem adulterinam nupturientes suscepisse; aut eosdem detineri impedimento affinitatis; aut alia suspicandi ratio intersit. Etiam responsioni redditae de absentia cuiusvis coactionis ne acquiescat parochus, sed aliunde percontetur utrum reapse ita res se habeat, et si inter­ sint specialia adiuncta, de quibus sub n. 7 huius Instructionis, accuratissime investiget, etiam per testes, si opus sit (Alleg. II et III). Parochus graviter filiosfamilias minores hortetur ne nuptias ineant, insciis aut rationabiliter invitis parentibus ; quod si abnuerint, eorum matri­ monio ne assistat, nisi consulto prius loci Ordinario (can. 1034) (Alleg. III). 7 8 9 10 11 312 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 14. An aliquid et quid actui civili ineundo obstet. 15. Ad fraudes et causas nullitatis matrimonii praecavendas, paro­ chus in locis ubi, Episcopi iudicio, id expedire videatur, utrique nupturienti innuat se pro certo habere ambos matrimonium contrahere velle ad tramitem doctrinae catholicae, prout universim usu fit a fidelibus, nempe unum, indissolubile, ad prolem procreandam ordinatum sine ulla contraria intentione vel conditione ; et ad rem responsionem percontetur a sponso tum quod ad ipsum attinet tum quod ad sponsam, et vicissim. (Si nupturiens affirmative responderit, poterit parochus omittere quae­ stiones 16-17 et ad ulteriora procedere. Si quod dubium contra aut su­ spicio ex responsione nupturientis vel aliunde exoriatur eum contra­ riam intentionem aut conditionem matrimonio adiicere velle, ulterius, prout infra, prosequatur parochus). 16. Nupturienti recolat doctrinam Ecclesiae: nempe sponsos, qui ineundo coniugio intentiones et conditiones forte apponant, quae eius valori quomodocumque adversentur, in sacramentum sacrilege de­ linquere, peccatorum illaqueari propemodum infinita congerie, sed neque posse matrimonium ita contractam nullitatis accusare : demum paro­ chum non posse hisce nuptiis assistere. Dicat insuper apertis verbis re­ ticentiam in hac re nihil prodesse sponsis. Ad rem responsionem requirat. (Si nupturiens declaraverit intentiones aut conditiones huiusmodi se adiecisse aut velle adiicere nuptiis ineundis, ad has retrahendas omni studio eum inducat parochus; quod si ille renuat, eum ab ineundo co­ niugio dimittat. Si contra recedat, mutatae voluntatis declarationem parochus signet in actis. Tum postulet utrum noverit de conditione aut intentione aliqua id genus et quanam forte apposita aut apponenda ab altera parte, et, casu affirmativo, eadem servet cum hac altera parte). 17. Si uterque vel alteruter nupturiens aliquam conditionem licitam et honestam de praesenti, de praeterito aut de futuro, ineundo coniugio declaraverit se apposuisse aut apponere velle ex qua pendeat ma­ trimonii valor, exquirat parochus prudenterque interroget quomodo de adimpleta conditione ista se certiorem facere intendat : et, si id conse12 13 14 Id valet pro locis ubi actus civilis auctoritate publica praecipitur : quo casu parochus, inconsulto Ordinario, nuptiis ne assistat, si quid actui civili ineundo obsit, vel alias de eiusdem civilis actus omissione suspicio subsit. Nempe si alterutra vel atraque pars positivo voluntatis actu excludat matrimonium ipsum, aut omne ius ad coniugalem actum vel essentialem ali­ quam matrimonii proprietatem (can. 1086 § 2). Hae sunt praesertim conditiones de futuro contra matrimonii substan­ tiam, nempe contra tria bona coniugii fidei, prolis, sacramenti 4can. 1092). 12 13 14 Sacra Congregatio de disciplina 313 Sacramentorum qui se velle fateatur ratione, quae inhonesta sit, ab eadem adiicienda eum absterreat vel ad adiectam revocandam inducat ; secus a matrimonio celebrando eum prohibeat. Si vero de conditionis implemento certiorem se facere intendat ratione morum honestati consentanea et parochus ipsius conditionis aequitatem agnoverit, ipse Ordinarium consulat eius­ que pareat mandatis. 18. An aliud habeat declarandum circa suum matrimonium. 19. In quorum fidem velit igitur sponsus (sponsa) redditas respon­ siones subscribere : Loco... die... mense... anno... Subsignatio sponsi in uno exemplari. Subsignatio parochi. 15 ^ _ ^ L. £H S. Subsignatio sponsae Subsignatio parochi. 15 in altero exemplari. Adnotatio. - Hae iuratae depositiones alligentur actibus peracti ma­ trimonii et transmittantur tribunali ecclesiastico competenti, quoties de valore matrimonii actio instituta fuerit quolibet ex capite. ALLEGATUM II (cfr. n. 5 et 6 Instructionis) Examen testium ad comprobandam libertatem status nupturientium. (Interrogandi sunt duo testes, a parocho cogniti, pro unoquoque nu­ pturiente : iidem vero testes pro utroque inservire possunt, dummodo seorsum de unoquoque testificentur). Revocata testi sanctitate iurisiurandi atque gravitate poenarum, qui­ bus periuri sunt obnoxii, necnon sollemnitate actus quem est expleturus, parochus testem alloquatur: Velis invocare Nomen divinum in testem veritatis tangendo sancta Evangelia, sequenti formula: « E g o . . . iuro me totam ac solam veritatem dicturum super universa re, de qua rogandus ero». Si nupturiens scribere nesciat aut nequeat, crucis signum apponat et id adnotetur in actis. 15 ACTA, vol. V I I I , n. 7. - 3-7-941 23 314 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Dein ei deferat quaestiones : 1. Requirantur eius nomen et cognomen, nomen patris, dies, mensis, annus et locus nativitatis, religio, professio, domicilium. 2. Num habuerit notitias, consilia, instigationes circa ea, quae te­ stificari debet. 3. Quonam ante tempore et quomodo cognoverit sponsum (sponsam). Cognöveritne etiam sponsam (sponsum). Quonam ante tempore et quo­ modo. 4. Quaenam sint nomina et cognomina nupturientium. Ubi nunc ha­ bitent, et a quonam tempore. Quamnam professionem obeant. 5. Quibusnam in paroeciis morati sint saltem per sex menses post completum decimum quartum annum (pro sponso) et duodecimum (pro sponsa) et quamnam ob causam. 6. Agnoscatne an nupturiens contraxerit matrimonium religiosum vel civilem celebraverit actum cum alia persona. Quacum. Subsistatne ma­ trimoniale vinculum vel civilis unio. 7. Compertumne habeat utrum nupturientes aliquo impedimento deti­ neantur, publico vel occulto, procedente a consanguinitate, affinitate etc. 8. Sciatne utrum sponsi matrimonialem consensum libere^, praesertim mulier, praestent, an ab aliquo compulsi et quare; et utrum ambo verum matrimonium christianum inire velint : unum nempe, indissolubile, proli procreandae ordinatum, absque contraria intentione vel conditione ; aut utrum aliquid huiusmodi ab utroque vel alterutro audierit. 9. [Si ambo vel alteruter contrahens aetate minor sit, nempe infra vicesimum primum aetatis annum (can. 88 § 1)]. Oognoscatne utrum parentes huic matrimonio consentiant; an et quasnam ob rationes dis­ sentiant, Oenseatne utrum parentes sint rationabiliter inviti. 10. Mhilne aliud habeat declarandum circa hoc matrimonium. 1 Loco... die... mense ... anno ... k'-® g ' Subsignatio testis ... Subsignatio parochi... Scite animadvertatur hanc quaestionem permagni esse faciendam ut nul­ litas matrimonii praesertim ex capite vis et metus praecaveatur. Redditae re­ sponsionis rationem habeat parochus in examine partium : quod si iam pere gerit, iterum ad idem easdem vocet. 1 Sacra Congregatio de disciplina Sacramentorum 315 ALLEGATUM I I I (cfr. n. 6 Instructionis) Quaestiones seorsum proponendae parentibus (tutoribus) nupturientis ae­ tate minoris (can. 1034), quando parocho certo non constet de absentia cuiusvis obstaculi ex parte ipsorum. Revocata testi sanctitate iurisiurandi atque gravitate poenarum, qui­ bus periuri sunt obnoxii, necnon sollemnitate actus quem est expleturus, parochus testem alloquatur: Velis invocare Nomen divinum in testem veritatis lang endo sancta Evangelia, sequenti formula : « Ego... iuro me totam ac solam veritatem dicturum super universa re, dé qua rogandus ero ». 1. Requirantur eius nomen et cognomen, nomen patris, dies, mensis, annus et locus nativitatis, religio, professio, domicilium. 2. Perspectumne habeat consilium filii (filiae) sui (suae) matrimonii contrahendi cum ... 3. Probetne hoc matrimonium, secus quibus de causis ei adversetur. 4. jNbscatne utrum aliquo impedimento consanguinitatis, affinita­ tis, etc., publico vel occulto, detineantur nupturientes. Utrum filius (fi­ lia) suus (sua) aliud matrimonium religiosum celebraverit vel civilem inierit actum et quacum (quocum) ; subsistatne adhuc matrimoniale vinculum, vel civilis unio. 5. Noscatne utrum filius (filia) libere praestet consensum matrimonia­ lem, an ab aliquo compellatur et quam ob causam. 6. An putat filium (filiam) iis pollere physicis conditionibus ut par sit matrimonio ineundo et de matrimonii finibus edoctum (-am) esse. 7. Mhilne habeat addendum quoad hoc matrimonium. Loco... die... mense... anno ... "k* ® * Subsignatio Subsignatio Subsignatio Subsignatio patris (tutoris) in uno exemplari. parochi... matris in altero exemplari. parochi... 316 Acta Apostolicae Sedis. - Commentarium Officiale ALLEGATUM IV (cfr. n. 6 Instructionis) Pro iureiurando suppletorio recipiendo (quando necessarium sit ad nor­ mam cc. 1829-1830). Anno Domini... hac die... mensis... personaliter coram me adfuit domin... fili... annorum... nat... ac baptizat... loco... dioecesis... ad ef­ fectum comprobandi suum statum liberum ineundi matrimonii causa, iuxta ritum S. R. Ecclesiae, cum ... fil... nat... in paroecia ... dioecesis ... Cum supra memorat... e solo natali abfuerit ab anno... ad annum ... (continuo vel interiecto tempore) et cum commorari ipsi contigerit in loco (locis)... quin tamen ibi stabilem fixerit mansionem et cum nequeat testes producere habiles ad comprobandam libertatem status, quam ser­ vavit in memoratis locis, nec valeat ad rem exhibere testimoniales lit­ teras illarum Curiarum Ecclesiasticarum, ad easdem supplendas iure­ iurando admissus est. De sanctitate iurisiurandi necnon de poenis a periuris (can. 2323) et bigamis (can. 2356) incurrendis/ est monitus ac praeterea certior factus, si ipse periuret, et impedimenta matri­ monialia reticeat, non solum nullum atque irritum esse coniugium, ve­ rum etiam causam exsistere innumerabilium peccatorum. Coram igitur me subsignato ipse genuflexus ante imaginem D. N. I. C. Crucifixi clara et intelligibili voce emisit hanc sacramenti Formulam Ego... fil... (patris)... (matris)..., officium meum probe perspectum habens dicendi veritatem atque rei, de qua agitur, momentum, haec sancta Evangelia tangens, profiteor et iuro me toto anteacto tempore, quo extra natale solum moratus sum, omnino liberum ac solutum perrnansisse a quopiam impedimento aut vinculo matrimonii. j. g ® ' Subsignatio nupturientis... Subsignatio Ordinarii vel eius delegati. Sacra Congregatio de disciplina 317 Sacramentorum ALLEGATUM V [(cfr. n. 4 a) Instructionis] Paroecia.... Dioecesis... Status documentorum, Curiae Episcopali exhibitorum, pro matrimo­ nio ineundo inter : sponsum... sponsam... filium... (nomen patris). filiam... (nomen patris). commorantis in loco... commorantis in loco ... et... (nomen et cognomen matris), et... (nomen et cognomen matris). commorantis in loco... commorantis in loco... professionis (sponsi).... professionis (sponsae)... natum loco... natam loco... dioecesis... dioecesis... die... die... baptizatum in paroecia... baptizatam in paroecia... die... die... confirmatum d i e . . . confirmatam d i e . . . viduume... viduam e... domicilium aut commorationem ha- domicilium aut commorationem ha­ bentem (sponsum,) in paroecia... bentem (sponsam) in paroecia... 1 1 2 2 Status 8 libertatis Publicationes canonicae peractae sunt die . . . Publicationes civiles (ubi hae iure concordatario praecipiuntur) pera­ ctae sunt die . . . Dispensatio ab impedimento... 4 4 Loco... die... mense... anno... L. £J3 ß. Parochus In Italia si nominum intercedat disparitas inter actum baptismi et actum civilem, ambo nomina referantur (cfr. Istruzione della S. C. delia Disciplina 1 dei Sacramenti, 1 luglio 1929, alleg. III, mod. I, nota 1). Prout desumitur ab adnotatione in actu baptismi, aut a documento aut a iureiurando. Heic adnotetur unde libertas sponsorum comprobetur, utrum nempe ab examine testium, a iureiurando suppletorio, a documentis viduitatis, senten­ tiae nullitatis, dispensationis super rato, aut a pluribus argumentis simul sumptis, quo in casu haec singillatim enumerentur. Aut dispensata^. 2 3 4 318 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale Visis documentis huic Curiae exhibitis ibique asservatis (Prot. n. ...) . . . nihil obstat quominus matrimo­ nium, de quo supra, contrahatur, servatis de iure adhuc servandis. Loco... die . . . m e n s e . . . anno... L. & S. Cancellarius Curiae Ordinarius Nihil obstat ex parte parochi infrascripti quominus extra suam pa­ roeciam matrimonio, de quo supra, assistat sacerdos legitima facultate praeditus, servatis de iure servandis. 5 Loco... die... mense... anno... L. E i S. Parochus Matrimonium, de quo supra, celebratum est die... mense... anno... in ecclesia ... loci... dioecesis ... coram me infrascripto. L. E S. Parochus aut sacerdos delegatus Advertatur. — Hic documentorum status, notitiis omnibus ibidem requisitis et signis authenticitatis rite munitus, tradatur parocho alienae paroeciae, ubi matrimonium forte celebrandum sit, saltem triduo ante eius celebrationem. Uti patet, licentia, haec, prout cavetur in can. 1097 § 1 n. 3, conceditur ad liceitatem tantum a parocho cui ius esset assistendi matrimonio. 5 An. et vol. XXXIII 21 Iulii 19él (Ser. H. v. YIII) - Num. 8 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA PII PP. XII NUNTIUS RADIOPHONICUS A BEATISSIMO PATRE, DIE X X I X MENSIS IUNII A. MCMXLI, IN FESTO SS. APO­ STOLORUM PETRI ET PAULI UNIVERSO ORBI DATUS : DE DIVINAE PROVIDEN­ TIAE DUCTU IN HUMANAE SOCIETATIS EVENTIS. In questa solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il vostro de­ voto pensiero e affetto, diletti figli della Chiesa cattolica universa, si rivolge a Roma con la strofa trionfale : O Roma felix, quae duorum Prin­ cipum — es consecrata glorioso sanguine! « O Roma felice, che sei stata consacrata dal sangue glorioso di questi due Principi! ». Ma la felicità di Roma, che è felicità di sangue e di fede, è pure la vostra; perchè la fede di Roma, qui sigillata sulla destra e sulla sinistra sponda del Te­ vere col sangue dei Principi degli Apostoli, è la fede che fu annunziata a voi, che si annunzia e si annunzierà nell'universo mondo. Voi esul­ tate nel pensiero e nel saluto di Roma, perchè sentite in voi il balzo della universale romanità della vostra fede. Da diciannove secoli nel sangue glorioso del primo Vicario di Cristo e del Dottore delle Genti la Roma dei Cesari fu battezzata Roma di Cristo, ad eterno segnale del Principato indefettibile della sacra Auto­ rità é dell'infallibile Magistero della fede della Chiesa; e in quel sangue si scrissero le prime pagine di una nuova magnifica storia delle sacre lotte e vittorie di Roma. Vi siete voi mai domandati quali dovevano essere i sentimenti e i ti­ mori del piccolo gruppo di cristiani sparsi nella grande città pagana, allorché, dopo aver frettolosamente sepolti i corpi dei due grandi Mar­ tiri, Puno al piede del Vaticano e l'altro sulla via Ostiense, si raccol­ sero i più nelle loro stanzette di schiavi O di poveri artigiani, alcuni ACTA, vol. VITT, ti 8. — 31-7 ^41 24 320 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale nelle loro ricche dimore, e si sentirono soli e quasi orfani in quella scom­ parsa dei due sommi Apostoli? Era il furore della tempesta poco prima scatenata sulla Chiesa nascente dalla crudeltà di Nerone; davanti ai loro occhi si levava ancora l'orribile visione delle torce umane fumanti a notte nei giardini cesarei e dei corpi lacerati palpitanti nei circhi e nelle vie. Parve allora che l'implacabile crudeltà avesse trionfato, col­ pendo e abbattendo le due colonne, la cui sola presenza sosteneva la fede e il coraggio del piccolo gruppo di cristiani. In quel tramonto di sangue, come i loro cuori dovevano provare la stretta del dolore al trovarsi senza il conforto e la compagnia di quelle due voci potenti, abbandonati alla ferocia di un Nerone e al formidabile braccio della grandezza imperiale romana ! Ma contro il ferro é la forza materiale del tiranno e dei suoi ministri essi avevano ricevuto lo spirito di forza e di amore, più gagliardo dei tormenti e della morte. E a Noi sembra di vedere, alla susseguente riu­ nione, nel mezzo della comunità desolata, il vecchio Lino, colui che per primo era stato chiamato a sostituire Pietro scomparso, prendere fra le sue mani tremanti di emozione i fogli che conservavano preziosamente il testo della Lettera già inviata dall'Apostolo ai fedeli dell'Asia Minore e rileggervi lentamente le frasi di benedizione, di fiducia e di conforto : <( Benedetto Dio, Padre del Signore Nostro Gesù Cristo, il quale secondo la sua grande misericordia ci ha rigenerati ad una viva speranza, me­ diante la risurrezione di ôesu Cristo... Allora voi esulterete, se per un poco adesso vi conviene di essere afflitti con varie tentazioni... Umilia­ tevi dunque sotto la potente mano di Dio... gettando in Lui ogni vostra sollecitudine, poiché Egli ha cura di voi... U Dio di ogni grazia, il quale ci ha chiamati all'eterna sua gloria in Cristo Gesù, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà e assoderà. A Lui la gloria e l'impero per i secoli dei secoli ! » Anche Noi, cari figli, che per un inscrutabile consiglio di Dio, ab­ biamo ricévuto, dopo Pietro, dopo Lino e cento altri santi Pontefici, la missione di confermare e consolare i nostri fratelli in Gesù Cristo, Noi, come voi, sentiamo il nostro cuore stringersi al pensiero del turbine di mali, di sofferenze e di angosce, che imperversa oggi sul mondo. Non mancano certo nel buio della bufera spettacoli confortanti che aprono il cuore a grandi e sante aspettazioni. "Valore magnanimo in difesa dei fondamenti della civiltà cristiana e fiduciose speranze per il loro trionfo. Fortissimo amor di patria. Atti eroici di virtù. Anime elette pronte e 1 2 1 2 I Petr., I, 3, 6; V, 6, 10. Cfr. L u c , XXII, 32 Acta Pii Pp. mi XII preste ad ogni sacrificio. Dedizioni generose. Largo risveglio di fede e di pietà. Ma d'altra parte : il peccato e il male penetrato nella vita degli individui, nel santuario della famiglia, nell'organismo sociale, non già soltanto per debolezza o impotenza tollerato, ma scusato, ma esaltato, ma entrato come da padrone nelle manifestazioni più varie del vivere umano. Decadenza dello spirito di giustizia e di carità. Popoli travolti e caduti in un abisso di sventure. Corpi umani lacerati dalle bombe o dalla mitraglia. Feriti e infermi che riempiono gli ospedali e ne escono sovente con la salute rovinata, con le membra mutilate, invalidi per tutta la vita. Prigionieri lontani dai loro cari e spesso senza notizie. Individui e famiglie deportati, trasportati, separati, strappati dalle loro dimore, erranti nella miseria, senza sussidio, senza un mezzo di guadagnarsi un pane. Mali tutti che colpiscono non solo i combattenti, ma gravano po­ polazioni intere, vecchi, donne, fanciulli, i più innocenti, i più pacifici, i privi di ogni difesa. Blocchi e contro-blocchi, che accrescono quasi dap­ pertutto le difficoltà di rifornimenti di viveri, sicché qua e là talora an­ che la fame si fa crudelmente sentire. Oltre a ciò le indicibili sofferenze, patimenti e persecuzioni che tanti Nostri diletti figli e figlie — sacerdoti, religiosi, laici — in alcuni luoghi sopportano per il nome di Cristo, per causa della loro religione, della loro fedeltà alla Chiesa, del loro sacro ministero, pene e amarezze che la sollecitudine verso coloro che sof­ frono non permette di svelare in tutti i loro dolorosi e commoventi par­ ticolari. Davanti a un tale cumulo di mali, di cimenti di virtù, di prove di ogni sorta, pare che la mente e il giudizio umano si smarriscano e si confon­ dano, e forse nel cuore di più d'uno tra voi è sorto il terribile pensiero di dubbio, che per avventura già, dinanzi alla morte dei due Apostoli, tentò o turbò alcuni cristiani meno fermi : Come può Dio permettere tutto questo? Come è possibile che un Dio onnipotente, infinitamente saggio e infinitamente buono, permetta tanti mali a Lui così facile a im­ pedire? E sale alle labbra la parola di Pietro, ancora imperfetto, all'an­ nunzio della passione: «Non sia mai véro, o Signore». No, mio Dio — essi pensano — nè la vostra sapienza, nè la vostra bontà, nè il vostro stesso onore possono lasciare che a tal segno il male e la violenza domi­ nino nel mondo, si prendano giuoco di Voi, e trionfino del vostro silen­ zio. Dov'è la vostra potenza e provvidenza? Dovremo dunque dubitare o del vostro divino governo o del vostro amore per noi? « Tu non hai la sapienza di Dio, ma quella degli uomini», rispose 3 4 3 Matth., XVI, % % 4 S. E. il Principe Don Luigi Massimo Lancellotti, Latore 23 » » I Revmi Padri Emanuele Montoto, dell'Ordine dei Frati Predicatori, Alberto Perbal, degli Oblati di Maria Immacolata, e Michele Schulien, della Società del Divin Verbo, Consultori della Sa- 24 . » » L'Illmo e Revmo Monsig. Pietro Parente e i Revmi Pa­ dri Ubaldo Beste, dell'Ordine dei Benedettini, e Sebastiano Tromp, della Compagnia di Gesù, della Rosa d'Oro. cra Congregazione ade Propaganda Fide». Consultori della Suprema S. Congregazione del S. Offizio. Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare: 16 marzo 1941. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Giuseppe Ernesto van Roey, Protettore delle Canonichesse Regolari di S. Agostino della Congregazione di Nostra Signora di Jupille (diocesi di Liegi). 5 aprile » L'Emo e Revmo Signor Cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano, Protettore dell'Istituto delle Suore Domenicane del Ssmo Sacramento in Fognano (Faenza). 15 maggio » L'Emo e Revmo Signor Cardinale Federico Tedeschini, Protettore della Pia Società di S. Girolamo per la diffusione dei Santi Vangeli. 21 giugno » L'Emo e Revmo Signor Cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, Protettore dell'Istituto dei telli di S. Francesco Saverio (Roma). Fra- Assistenti al Soglio Pontificio : 24 marzo 1940. S. E. Revma Monsig. Luigi Rhéaume, Vescovo di Timmins. 5 giugno » S. E. Revma Monsig. Edoardo Patrizio Roche, Arcive­ scovo di San Giovanni di Terra Nova. 11 » » S. E. Revma Monsig. Edvino Vincenzo Byrne, Vescovo di San Giovanni di Portorico, Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 7 novembre 1940. S. E. Revma Monsig. Giuseppe Guadalupe Ortiz y Lo­ pez, Arcivescovo tit. di Pompeopoli di Cilicia, Amministratore Apostolico di Monterrey. Protonotari Apostolici ad instar participantium : 30 dicembre 1939. Monsig. Giorgio Waring, dell'archidiocesi di New York. 31 maggio 1940. Monsig. Alfonso d'Amours, della diocesi di S. Germano di Rimouski. Monsig. Francesco Saverio Konrad, della diocesi di Pas­ 12 agosto » savia. Monsig. Carlo Alessandro Leimbacli, della diocesi di 24 ottobre » Fulda. 5 novembre » Monsig. Giuseppe Negwer, dell'archidiocesi di Breslavia. Monsig. Vito Annese, della diocesi di Monopoli. 28 marzo 1941 Monsig. Giuseppe Blasco, della diocesi di Cefalù. » » » Monsig. Giovanni Ivànyi, della diocesi di Cinque Chiese. 31 » » Monsig. David F. Hichey, della diocesi di Erie. 10 aprile » Monsig. Enrico Di Maggio, dell'archidiocesi di Napoli. 23 » » Monsig. Ernesto Mottola, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Carlo Gracida, dell'archidiocesi di Antequera. 26 » » Monsig. Edmondo Poggi, dell'archidiocesi di Algeri. » » » Monsig. Romeo Russo, dell'archidiocesi di Barletta. 12 maggio » Monsig. Luigi Gavotta, della diocesi di Foggia. 15 » Prelati 29 novembre 1940. Monsig. Monsig. Monsig. 30 maggio Monsig. » » Monsig. 5 giugno Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. 6 » 18 » 12 settembre 20 » » Monsig. 24 ottobre » Monsig. 6 novembre » Monsig. 27 marzo 1941. Monsig. 29 » » Monsig. 31 » » Monsig. Domestici di Sua Santità Giacomo Koschel, della diocesi di Aquisgrana. Guglielmo Boeckem, della medesima diocesi. Luigi Marquardt, della diocesi di Warmia. Eugenio Brachvogel, della medesima diocesi. Giovanni Giuseppe Rawlins, dell'archidiocesi di San Giovanni di Terranova. Michele Kinsella, dell'archidiocesi di Halifax. Viatore Dudemaire, della diocesi di Amos. Biagio Unterberger, della diocesi di Secovia. Lubino Gomez-Hoyos, dell'archidiocesi di Medellin. Giuseppe Emanuele Sierra, della medesima ar­ chidiocesi. Antonio Wohlgemuth, della diocesi di Fulda. Ludovico Cuno, dell'archidiocesi di Breslavia. Giuseppe Piccolo, della diocesi di Gerace. Giovanni De Mitri, della diocesi di Nardo. Giulio Privitzky, della diocesi di Rosnavia. Diarium 1 » 9 » » » » » 10 12 20 aprile » » » » » » » » » » 1941. » » » » » » . » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » : » » » » » » » » y> » » » » » » » » » » » » » » » » - n - - . - » » » » » » » » » » » 7 » » » maggio » » » » » 15 » » » » » Bomanae Curiae 345 Monsig. Giovanni Gozzoli, della diocesi di Cremona. Monsig.; Cesare Rosa, della medesima diocesi. Monsig. Alfonso N. Schuh, della diocesi di La Crosse. Monsig. Luciano J. Kuffel, della medesima diocesi. Monsig. Antonio Ilario Wiersbinski, della diocesi di Erie. Monsig. Severino E. Niedbalski, della medesima diocesi. Monsig. Tommaso B. Downey, della medesima diocesi. Monsig. Giovanni H. Heibel, della medesima diocesi. Monsig. Teofilo Pypers, della diocesi di Spokane. Monsig. Giuseppe Tirelli, della diocesi di Lodi. Monsig. Tommaso I. Callery, delParchidiocesi di Newark. Monsig. Pietro D. Lill, della medesima archidiocesi. Monsig. Mattia A. Thimmes, della medesima archidio­ cesi. Monsig. Giuseppe N. Gri'eff, della medesima archidiocesi. Monsig. Giovanni G. Delaney, della medesima archidio­ cesi. Monsig. Guglielmo Lawlòr, della medesima archidiocesi. Monsig. Giacomo F. Kelley, della medesima archidiocesi. Monsig. Giacomo J. Smith, della medesima archidiocesi. Monsig. Guglielmo B. Masteson, della medesima archidiocesi^ Monsig. Michele Mercolino, della medesima archidiocesi. Monsig. Edoardo F. Kirk, della medesima archidiocesi. Monsig. Edoardo M. Farrell, della medesima archidiocesi. Monsig. Giacomo J. Mulhall, della medesima archidiocesi. Monsig. Tommaso F. Monaghan, della medesima archidiocesi. . Monsig. Marco J. Dufty, della medesima archidiocesi. Monsig. Carlo Doyle, della medesima archidiocesi. Monsig. Nicola A. Mameli, della medesima archidiocesi. Monsig. Guglielmo F. Grady, della medesima archidio­ cesi. Monsig. Enrico J. Watterson, della medesima archidio­ cesi. Monsig. Cornelio J. Kane, della medesima archidiocesi. Monsig. Andrea L. Adzima, della medesima archidiocesi. Monsig. Ludovico Kiss, della diocesi di Sabaria. Monsig. Domenico Fiori, della diocesi suburbicaria di Sa­ bina e Poggio Mirteto. Monsig. Guglielmo. T. Mulloy, della diocesi di Fargo. Monsig. Leone F. Dworschak, della medesima diocesi. 346 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 15 maggio 1941. Monsig. Matteo J. Flechter, della medesima diocesi. Monsig. Edoardo Giovanni Hichey, dell'archidiocesi dì )> » » Detroit. » » » Monsig. Ladislao Giovanni Krzyzosiak, della medesima archidiocesi. » » Monsig. Raffaele Marinelli, della diocesi di Conversano. » » Monsig. David Federico Cunnigham, della diocesi di Sy­ racuse. Monsig. Michele J. Donnelly, della diocesi di Paterson. » » Monsig. P. J. MeGuire, della diocesi di Sault Sainte 16 » Marie. Monsig. Enrico G. Coallier, della medesima diocesi. Monsig. Gregorio Moran, della diocesi di Camden. » Monsig. Giuseppe B. Mclntyre, della medesima diocesi. » Monsig. Arturo D. Hassett, della medesima diocesi. Monsig. Marcello Giuseppe Grunewald, della diocesi di » » Belle vi] le. » » » Monsig. Giovanni Giuseppe Fallón, della medesima dio­ cesi. » » Monsig. Patrizio Grealy, della diocesi di Sacramento. » 18 » Monsig. Ottaviano Masulli, della diocesi di Monopoli. » 23 » » Monsig. Giovanni M. Sklenar, della diocesi di Wichita. 24 » Monsig. Giovanni Giuseppe Sonefeld, della diocesi di Sa» ginaw. 26 » Monsig. Giorgio Vidican, della diocesi di Cluy-Glierla dei Romeni. 27 » » Monsig. Nazzareno Patrizi (Roma). 2 • giugno » Monsig. Pio Rossignani (Roma)4 » . Monsig. Ermenegildo Montini, della diocesi di Borgo » S. Sepolcro. 14 » Monsig. Gaetano Gentileschi, della diocesi di Ripatransone. ONORIFICENZE Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, s*i è degnato di conferire : La Gran Croce dell'Ordine Plano: 28 maggio 1941. A S. E. il sig. Emmanuele Prado, Presidente della Re­ pubblica Peruviana. 11 giugno » Al sig. Stenio Vicent, già Presidente della Repubblica di Haiti. Diarium Romanae Curiae 347 La Commenda dell'Ordine Plano: 24 febbraio 1941. Al sig. dott. comm. Agostino Baisi (Roma). La Gran Croce dell'Ordine di S. Gregorio Magno, classe civile: 11 giugno 1941. Al sig. Leone Laleau (Haiti). La Commenda con Placca dell'Ordine di S. Gregorio Magno, classe civile : 18 12 giugno aprile 11 giugno » » 1940. Al sig. Giovanni Holub, delParchidiocesi di Olomouc. 1941. A S . E. il sig. Pier Silverio Leicht, Senatore del Regno d'Italia. » Al sig. Caio De Mello Franco (Brasile). » Al sig. Leone Alfred (Haiti). La Commenda dell'Ordine di 8. Gregorio Magno, classe civile : 1940. Al sig. avv. Ettore Authier, della diocesi di Amos. » » Al sig. dott. Guglielmo Giovanni Higgins, delParchidio­ cesi di S. Giovanni di Terranova. » » » Al sig. avv. Vincenzo Patrizio Burke, della medesima ar­ chidiocesi. Al sig. Conte Giuseppe De Nostitz-Rieneck, delParchi­ 18 agosto diocesi di Praga. Al sig. Giuseppe Alberto Mena, delParchidiocesi di Quito. 19 dicembre » 1 aprile 1941. Al sig. Aldo Marinotti, della diocesi di Vittorio Veneto. 5 » » Al sig. Giuseppe Graziola, della diocesi di Ivrea. 17 » » Al sig. avv. Michele Caldiero, delParchidiocesi di Napoli. » » Al sig. Carlo Enrico Englisk, della diocesi di Erie. » » Al sig. Carlo F. Henderson, delParchidiocesi di Newark. Al sig. Giovanni Rodolfo Sassen, delParchidiocesi di 25 Utrecht. Al sig. Francesco Melis, della diocesi di Civita Castel­ 26 » lana. Al sig. Conte Augusto Govone, della diocesi di Vittorio 21 maggio » Veneto. Al sig. dott. Francesco Maglione, della diocesi di Nola. 10 giugno » 12 » » Al sig. Ferdinando Dennis (Haiti). 20 » Al sig. dott. Giovanni Campa (Roma). Al sig. Stanislao Siemiradzki (Polonia). » 24 » Al sig. dott. Pasquale Castaldo, delParchidiocesi di Napoli. 3 13 giugno Acta 348 Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 11 Cavalierato dell'Ordine di 8. Gregorio Magno, classe civile: 4 maggio 18 agosto 15 febbraio 16 17 aprile i » 20 24 maggio » » » 12 17 giugno » 1940. Al sig. avv. Antonio Ayoub, del Vicariato Apostolico del­ l'Egitto. » A sig. Rodolfo Mlynar, dell'archidiocesi di Praga, 1941. A: sig. Uberto Lorenzo Augusto Velmeijer, dell'archidio­ cesi di Utrecht, sig. Angelo Piccioli (Roma). sig. dott. Bernardo Luigi O'Connor, dell'archidiocesi di Newark. sig. Francesco Cristoforo McCormacfc, della medesima archidiocesi. sig. Giuseppe Federico Gassort, della medesima archidiocesi. sig. Edoardo G. Sanborn, della medesima archidio­ cesi. sig. Carlo Csergö, della diocesi di Vacia, sig. Giovanni Szabò, della diocesi di Cinque Chiese, sig. Angelo Falciola, dell'archidiocesi di Milano, sig. Edoardo Giuseppe Lamberto Schaepman, della diocesi di Haarlem, sig. ing. Giorgio Voglino (Roma), sig. dott. Giovanni Cavanagh, dell'archidiocesi di Washington. La Gran Croce dell'Ordine di S. Silvestro Papa: 31 marzo 5 aprile 7 » 26 20 » giugno 1941. A S. E. il sig. dott. Adalberto Kenéz, dell'archidiocesi di Strigonia. » A S. E. il sig. Caracciolo P a r r a Perez, Ministro del Ve­ nezuela a Madrid. » A S. E. il sig. Basilio Grigorcea, Inviato Straordinario' e Ministro Plenipotenziario della Romania presso la Santa- Sede. » Al sig. conte Giovanni Armenise dell'Artemisio (Roma). » A S. E. il sig. Filippo Manlio Presti (Italia). La Placca dell'Ordine di S. Silvestro Papa : 26 maggio 1941. Al sig. comm. Tommaso Pennetta (Italia). La Commenda dell'Ordine di S. Silvestro Papa : 4 maggio 14 ottobre 1940. Al sig. tenente colonnello Mahmoud Sabet bey, del Vi­ cariato Apostolico dell'Egitto. » Al sig. Alberto Giovanni Viola (Roma). Diarium 26 febbraio 1941. Al Al » 19 marzo Al » » » Al » » 25 sig. sig. sig. sig. » » » Al sig. 5 aprile » Al sig. 7 16 » » Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. » » 17 22 » » 2 maggio » » 20 26 2 giugno » » » » » » 4 10 11 12 16 » » » » » Romanae Curiae 349 rag. cav. Sebastiano Casini (Roma). avv. Antonio Zanchini (Roma). dott. Gaetano Ennio Barillà (Roma). prof. dott. Giovanni Modugno, delParchidiocesi di Bari. avv. Romualdo Sabatelli, della medesima archidiocesi. dott. Giovanni Caropreso, delParchidiocesi di Ca­ tania. ing. Pietro Micheletti, della diocesi di Bergamo. Mario Sartori (Roma). Ugo Mutti, della diocesi di Parma. Efisi'o Chessa, della diocesi di Alghero. avv. Giuseppe Manessero, della diocesi di Mon­ do vi. Francesco Bellone, della Prelatura di Pompei. Angelo Tagliaferri (Italia). dott. Nicola Nota, della diocesi di Sora. dott. Tommaso Audiffred (Roma). cav. Fernando Silvestrini (Roma). cav. Antonio Della Rossa (Città del Vaticano). cav. Leonello Faggiani (Città del Vaticano). dott. Michele Contella, della diocesi di Ariano. Virgilio Cartotti, della diocesi di Biella. Federico Destouches (Haiti). Umberto Finotto Siletti, della diocesi di Ivrea.. ing. Pietro Piazzini, delParchidiocesi di Milano. Oscar Morpurgo, della diocesi di Como. Il Cavai ierato dell'Ordine di S. Silvestro Papa: 12 agosto 1940. Al 26 febbraio 1941. Al Al » » » Al » 27 » sig. sig. sig. sig. Al Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. 1 marzo » » » » 29 17 18 21 25 » aprile » » » Giovanni Tuma, delParchidiocesi di Praga. Alvise Nassi (Roma). prof. Guido Portoghesi (Roma). Carlo Giuseppe Bolgeo, della diocesi di Ales­ sandria. Luigi Giglio, delParchidiocesi di Manfredonia. Michele Simonelli, della medesima archidiocesi. Angelo Maleotti, della diocesi di Como. Donato Romano, della diocesi di Lecce. Giovanni Bocci (Roma). Remo Olivieri, della diocesi di Lucera. Giovanni Antonio Schutte, delParchidiocesi di Utrecht. 350 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale aprile 1041. Al sig. Cornelio A. De Bruyn, della medesima archidio­ cesi. 2 maggio » Al sig. Amato d'Ermo, della Prelatura di Pompei. 15 » Al sig. Artemio Alfonso Malizia, dell'archidiocesi di Mi­ lano. 2 giugno » Al sig. Cesare Ceresa (Boma). » » Al sig. Siro Cipriani (Roma). » 10 » Al sig. Cesare Mapelli, della diocesi di Lodi. » » » Al sig. Francesco Baroni, della medesima diocesi. 11 » Al sig. capitano Arnaldo Merceron (Haiti). » » » Al sig. Maurizio Laudun (Haiti). » 13 » Al sig. Rodolfo Arata, dell'archidiocesi di Torino. NECROLOGIO 1940. Monsig. Ludovico Giuseppe Legraive, Vescovo tit. di Parnasso. 22 aprile 1941. Monsig. Trifone Pederzolli, Vescovo di Parenzo e Poìa. » Monsig. Giuseppe Conti, Vescovo di Chiusi e Pienza. 2-1 » » Monsig. Ercole Attuoni, Arcivescovo di Fermo. 31 maggio » Monsig. Massimo Rinaldi, Vescovo di Rieti. » » » Monsig. Giovanni Gfoellner, Vescovo di Linz. 3 giugno » Monsig. Alessandro Mcolescu, Arcivescovo di Fägä.ras e 5 » Alba Giulia. » » Monsig. Giuseppe Kupka, Vescovo di Brünn. 10 » » Monsig. Francesco Aguirre, Vescovo tit. di Botri. 12 » » Monsig. Adolfo Rayssac, Vescovo tit. di Cotieo. 16 » » Monsig. Fortunato Devoto, Vescovo tit. di Attea. .29 luglio » Monsig. Giovanni Antonio Dueñas, Vescovo di San Mi­ chele. » » Monsig. Teodoro Reverman, Vescovo di Superior. 18 10 giugno An. et voi. XXXIII 25 Augusti 1941 (Ser. Il, v. VIII)-Num. 9 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE NUNTIUS AD CHRISTIFIDELES DIE OB XXVI IX RADIOPHONICUS FOEDERATARUM MENSIS CONVENTUM IUNII A. AMERICAE MCMXLI, EUCHARISTICUM IN SEPTEMTRIONALIS URBE S. NATIONALEM PAULI CIVITATUM DE MINNESOTA, COADUNATOS. Venerable Brothers and dearly beloved children, as We send Our voice across the great expanse of sea and land to join in your prayer of adoration and thanksgiving, Our soul is stirred by the memory of those inspired words of the New Testament prophet : " Great and wondërful are Thy works, O Lord God Alniighty... ; Who shall not fear Thee and magnify Thy name? " Wonderful indeed is this universe come from the omnipotent love of the Creator; wonderful are its éléments, which allow God's human créatures to miugle their voices in glorifying tlim, despite the apparent barrier of time and space. Yet more wonderful far is that precious token of Christus supreme love for man, which has been the centre of your dévotion and your study during these last few unforgettable days. Wishing to become a brother to us, the eternai Son of God took unto Himself human flésh and blood; t h a t same flesh and blood He leaves for us, to be the food of our souls, so that we may become His brothers, and if brothers, co-heirs of God through H i m . You have come, Venerable Brothers and dear children, from North and South, from East and West of the vast United States, from Canada, 1 2 1 A p o c , X V , 3. 2 Cfr. S. IOAXÎÏIS CHKYSOST. In Ioannem, hom. XLVI, n. 3; MIGJN'E, P. G., t. LIX, <;ol, 261. ACTA, v o l . V I T I . n. ». - ?5-.°-941. 2« 352 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale f rom Mexico and f rom the islands of the Caribbean. Our beloved Son, the Cardinal Archbishop of Philadelphia, has presided over your gatherings in Our name, and as Our Legate has bronght Us, as it were, visibly présent among you. You have knelt in fervent prayer before the tabern­ acle of your hidden God ; you have raised your eyes and bowed your heads in adoration before the Sacred Host exposed in the priceless monstrance. But you know that the bread and wine of our sacrifice of the New Law have not been transubstantiated into the Body and Blood of Christ to find their resting place in tabernacle or lunette. No host is ever consecrated but that it should find at last its way into the breast of man. And so during thèse days, as Our thoughts took fréquent flight to your twin cities on the upper reaches of Pére Marquette's Father of Streams,— where We had once the pleasure of visiting Our Venerable Brother, your devoted Archbishop—We seeméd to see in vision thousands, yes tens of thousands of Our dear children reverently, fervently receiving f rom the consecrated hands of God's priests the Body and Blood of their Lord and Master, their God and Redeenier. The nations of the world are there; no people of Europe but has the children of its own blood there among you; Asia, Africa, Australia are there: and We see (Jur dear negro children and Our dear Indians,—ali partaking of the onè Victim of Golgotha,all entering into union with the God-head through Christ Jesus, Who then abides in them through His Holy Spirit. " O sacrament of tender love ! O sign of unity ! O bond of charity ! " exclaimed St. Augustine. And the zealous Apostle of the Gentiles, whose honored name your city has borne for just one hundred years, has ta tight us the divinely inspired truth in these word s : " F o r we, though we be many, are one bread, one body, ali that partake of onè b r e a d . " " F o r what is the bread? ", asks St. John Chrysostom. " T h e Body of Christ. And what do they become who partake of it? The Body of Christ; not many bodies, but one body... There is not one body for thee, and another for thy neighbor to be nourished by, but the very same for all. " Yes, the sacrament of our altars is a source of union which transcends ali the accidents of history, all the diversifyiiig traits and peculiarities, which have divided our scattered human family into différent groups. It reconsecrates, it élevâtes, it sanctifies that union which our common nature and our universally shared destiny prociaim. It purifies that love which every human heart should cherish for ail his fellow-men—that 3 4 5 In Ioannis Evang., tr. XXVI, e. C, n. 13. * I Cor., X, 17. In epist I ad Cor., hom. XXIV, n. 2; MIGKE, P. G., t. LXI, col. 200. 3 5 Acta Pii Pp. 353 XII love which quicken s our zeal to come to the defence of the spiritual and moral rights of our fellow-men—it deepens that love and steadies it, so that no withering blast may make it droop and die. " By this shall all men know that you are my disciples, if you bave love one for another. " And if through Holy Communion we become one with Christ, how can we f ail to love all men, for whose love Christ died on a cross? It is St. Augustine who has expressed this sublime and awesome truth so tersely, when writing of the Blessed Sacrament. " if you have received worthily, you a r e what you have received. " St. Thomas following him, tells us that we are transformed into Christ. And, Vener­ able Brothers and dearly beloved children, it is a Victim we have received; it is into a Victim we are changed. Well may you ask, what éléments of victimhood are to be found in your lives. And it was eminently fitting that you should have proposed as the subject to be discussed in the Youth Section of your Congress : "Christ's sacrifice and the importance of personal sacrifice. " Sacrifice, especially self-sacrifice is an essential élé­ ment in the life of a victim. Early explorer s record in their relations their utter amazement at the mighty current that sweeps down your Mis­ sissippi River. There is a stronger current of black paganism sweeping over peoples today, carrying along in its onward rush newspapers, maga­ zines, moving pictures, breaking doAvn the barriers of self-respect and decency, undermining the foundations of Christian culture and éduca­ tion. Only a young man and woman of self-sacrifice—We were almost going to add, heroic self-sacrifice—will escape the flood. & 7 8 You live in a country, where a tradition of human freedoms allows you to practice your faith without let or hindrance. Your chief enemy is within you—that naturai d r a g of our fallen humanity to self-seeking and sin. Self-sacrifice must combat him. Your parishes multiply, your schools and collèges and universities are thronged, your Youth Asso­ ciations flourish, your Organizations of Social and Civie Service are reinforcing those bulwarks of morality and religion, without which no nation can aspire to prosperity and peace. But you must not forget that you belong to a Church, whose founder a n d head was scourged, mocked, and crucifìed; and that His Body,, which is the Church, as it has always suffered persécution, so it is todaj being persecuted—persecuted in some of its members so artfully, that 9 1 Ioan., XIII, 35. Berm. 227; MIOKE, P. L., t. XXXVIII, col. 1099. Exposit. in epist. I ad Cor., cap.. X, lect. IV. » Matth., XX, 19. 6 7 8 354 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale it isdiificult to measure how far—rèaching the efïeet may be. And—bitter tragedy of it all—loyal Catholic fathers and mothers, with sorrow gnawing at their hearts, must contemplate the danger, which eveiy day looms more threatening, that their children and their childïen's children may be deprived of that precious héritage of faith, which they had hoped to safeguard for them. In Our discourse of last Easter, as you well remember, Our paternal heart had a special word of comfort and encouragement for those whose ftdelity to Christ is forcing them to walk the sorrowful Way of the Cross. These, Venerable Brothers and beloved children, are members of the same Body, Christ, as you. Through the Sacrament of our altars His same life-giving Spirit has nourished their souls and y ours. If they are asked to suffer for our faith the physical pain and mental anguish of Christ's passion, have they not a special claim to the prayerful sympathy of Christ's other members? " Who is weak, and I am not weak? " was the cry of the apostolic heart of St. Paul; it should find a clear écho in every truly Catholic heart,—an echo which like the Apostle's voice, is not broken against the narrow confines erected by man, but carries to every corner of the earth, where members of Christ's Body are suffering and in need. 1 0 This burning, unquenchable zeal to défend and to spread God's Kingdom on earth, which made St. Paul's soul so truly Ohrist-like, has run through all the sessions of your Congress, We are sure, and has been fanned to steadier, purer flame by your love of the divine Victim of Our Holy Sacrifice. Your lives will bear testimony tö that zeal of an apostle. And may the Heart of Jesus in the most Blessed Sacrament be praised, adored and loved with grateful affection, at every moment, in all the tabernacles of the world, even to the end of time. With this familiar prayer on Our Ups, as a pledge of the Sacred Heart's tenderest and overflowing love for all men, to those présent, to all who have taken part in the Congress even though only in spirit, to all Our dear children of the United States and of those countries represented by their Bishops, with the deep affection of Our paternal heart We impart the Apostolic Bénédiction. " II Cor., XI, 29. Acta Pii Pp. XII 355 EPISTULA i ! ) EMUM P. D. DÏONYSIUM TIT. SS. NEREI ET ACHILLEI S. R. E. PRESB. CARDI­ NALEM DOUGHERTY, ARCHIEPISCOPUM PIIILADELPHIENSEM, QUEM LEGA­ TUM MITTIT AD IX CONVENTUM EUCHARISTICUM NATIONALEM FOEDERATA­ RUM AMERICAE SEPTEMTRIONALIS CIVITATUM, IN URBE S. PAULI DE MIN­ NESOTA CELEBRANDUM. PIUS P P . XII Dilecte Fili Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. — Li­ bentissime excepimus, sollemnem Eucharisticum Conventum ex omni­ bus Foederatis Americae Septemtrionalis Civitatibus in praenobili urbe Sancti Pauli de Minnesota proxime celebratum iri. Auspicato enimvero continget, ut, vertente hoc mense sacratissimo Cordi Iesu dicato, eius­ modi congressio studiosa pietate ac magno apparatu peragatur. Pro­ fecto Sanctae Mariae Margaritae Alacoque, singulari in Eucharistiae sacramentum amore flagranti, Christus Dominus saepenumero apparens, divini Cordis sui et divitias copiosissimas et ardentissima optata si­ gnificare est dignatus. Iamvero Idem sub velis eucharisticis delitescens homines ad se vocare non desistit : « Venite ad me omnes, qui laboratis et onerati estis et ego reficiant vos n . Nos autem nihil potius habemus, in praesenti universi Orbis discrimine, quam ut humano generi, tam graviter laboranti, caeleste auxilium frequenti populo et instantissima supplicatione invocetur; quapropter proximam istam Eucharisticam ce­ lebrationem non modo laude Nostra fervidisque votis prosequimur, ve­ rum etiam auctoritate Nostra participare volumus eidemque per Lega­ tum Nostrum adesse exoptamus. Te igitur, Dilecte Fili Noster, qui tanta erga Sanctissimam Eucharistiam flores pietate ac veneratione, quique et praestanti munere archiepiscopali et Romanae purpurae splendore praefulges, Legatum Nostrum a Latere deligimus ac renuntiatus, ut, Nostram gerens personam, Congressui Eucharistico Sancti Pauli de Min­ nesota proxime agendo Nostra auctoritate praesîdeas. Qua quidem Le­ gatione pro certo habemus ita te perfuncturum, ut sacris ritibus pluri­ mum dignitatis ac maiestatis adiiciatur, in illo praesertim magnifico cathedrali templo, quod nos, praeclarissimain istam nationem invisentes, Nostris oculis tanta animi delectatione admirati sumus. Caelestium interea luminum gratiarumque auspex, peculiarisque Nostrae dilectio­ nis testis esto Apostolica Benedictio, quam tibi, Dilecte Fili Noster, sollerti Archiepiscopo Sancti Pauli de Minnesota ceterisque Praesuli1 1 Matth., XI. 28. 356 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale bus itemque civilibus Magistratibus iisque universis, qui sacris sollemni­ bus intererunt, peramanter in Domino impertimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die VIII mensis Iunii, in festo Sanctissimae Trinitatis, anno MDCCCCXXXXI, Pontificatus Nostri tertio. P I U S P P . XII ALLOCUTIONES I Summus Pontifex, die 11 mensis Iulii a. líl'ft, humanissimis verbis, qui­ bus'Eœoftius Tir Diomedes Arias Schreiber qua Peruviae Orator extra ordinem Uh eri s cum mandatis Litteras publicas porrexit, haec re­ spondit. Señor Embajador : Con la mayor satisfacción contemplarnos hoy ocupado el puesto, que la prematura desaparición del llorado Conde de Mimbela, tras un dece­ nio de fructuosa y asidua actividad, había dejado vacío. Las palabras, que V. E. ha pronunciado al presentarlos las Cartas, con que el Excmo; Sr. Presidente de la Republica del Perú le acredita como Embajador Extraordinario y Plenipotenciario, han manifestado elocuentemente los sentimientos y los principios, que le son aliento y guía ya en los primeros pasos de su honroso encargo. Resuena en ellas el noble y sereno amor para con el pueblo peruano, heredero y representante de dos civilizaciones, que han escrito en los anales de la humanidad páginas imborrables. Brota de ellas la afirma­ ción, revestida de gratitud, de la vocación cristiana y católica de aquel pueblo, a Nos tan querido; afirmación que no contempla el pasado sola­ mente, sino que mira sobre todo al porvenir, como fiel y consciente con­ tinuación de las tradiciones, de las cuales los colonizadores españoles hicieron la base fundamental del patrimonio espiritual de la Nación. Esta tradicional catolicidad ha dado pruebas luminosas de su íntima fuerza y de su vigor indomable, aun en aquellos períodos en los cuales, por la influencia de otras corrientes, la acción de la Iglesia ha tenido que sufrir dolorosas restricciones. Fecundada por el sudor ele sus apóstoles, regada con la sangre de sus mártires y ennoblecida con las heroicas virtudes de sus Santos, la Igle­ sia en el Perú, aun en los tiempos de prueba, se ha mostrado siempre digna de su pasado y encuentra hoy, en los sentimientos religiosos dé la Acta Pii Pp. XII 35? Nación, un nuevo impulso hacia una más intensa dedicación a! elevado fin de promover el progreso espiritual y cultural de aquel pueblo, con­ fiado a sus sabios y maternales desvelos. Las declaraciones que Vuecencia, Señor Embajador, acaba de hacer, son para Nos un afortunado testimonio de que el Excmo. Sr. Presidente de la República y su Gobierno ven, en el cultivo dé las relaciones fecun­ das y confiadas con la Sede Apostólica, la mejor garantía para hacer eficaces, en provecho del bien público y privado, los principios y valores de la Religión católica; poniéndose así cada día más de manifiesto la grande utilidad de la armónica concordia entre la Iglesia y el Estado, para la solución de las difíciles tareas ante las cuales — hoy más que nunca — han de encontrarse los que rigen los destinos de los pueblos. Más imponente y vasto que en otros tiempos, se alza hoy, ante la responsabilidad de los Gobiernos y las aspiraciones de las masas, el problema de la justicia social, como acceso a la paz social; problema al cual — según V. E. ha recordado con nobles palabras — Nuestro sabio Predecesor León XIII se esforzó en garantizar, hace ahora cincuenta años, en la conciencia humana y cristiana de sus contemporáneos, un puesto dé honor. El espíritu de la Rerum novarum es un espíritu de pacífica, orde­ nada y sistemática evolución, de sentimientos y de realizaciones sociales. Pero es también un espíritu de resuelta decisión y de progreso creador, a favor de los más pobres entre los pobres; un espíritu ante cuya firme determinación no pueden subsistir las dilaciones, las medias medidas o el vacío silencioso. En los vaivenes del desarrollo económico y social, el edificio fundamental de la doctrina de la Iglesia permanece en pie, como las cumbres empinadas hacia el cielo de las cordilleras sobre las espumosas ondas del Pacífico. La luz qué, brotando del histórico Mensaje del gran Pontífice, brilla sobre todos los hombres de buena voluntad, procede de los eternos collados, de los que nos ha de venir la salvación; el sentido social, que en él vibra, surge de la mirada levantada al Padre, que está en los cielos, de cuya filiación necesariamente se ha de seguir la práctica efectiva de un espíritu sinceramente fraternal. Cuando después V. E., Señor Embajador, ha aludido con especial afecto a la posición de su País y de su pueblo en lo que toca al Derecho internacional que, dejando a salvo la perfecta soberanía de cada Estado, pone come postulado de la concepción jurídica natural y cristiana el reconocimiento del principio « la paz con la justicia », ha indicado una llaga abierta, cuya curación espera la atormentada humanidad con pulso febril y corazón angustiado. 358 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale El proceloso estallido de la violencia bélica, de que el mundo de nuestros días es a un mismo tiempo testigo conmovido y desgraciada víctima; la obra de destrucción.material y moral, que perfila los caminos sangrientos de este uso de la violencia, invitan a la reflexión y a la pon­ deración aun a aquellos, que acaso se sentían antes inclinados a ante­ poner a veces las consideraciones utilitarias e interesadas á los princi­ pios morales. Hoy la cuestión de la moralización del Derecho internacional, de su preservación dé desviaciones egoístas, de la necesidad de traerle otra vez a una base moral sólida y jurídicamente protegida, aparece como un problema vital para todas las Naciones, y de modo especial para aquellos pueblos que se hallan menos proveídos de medios exteriores de fuerza. Y aunque ahora sea todavía difícil esperar que tales ideas, eminente­ mente humanas, cristianas y prácticas, puedan imponerse en el calor de la lucha, sin embargo, es consolador observar que muchas voces auto­ rizadas se expresan ya en este sentido y dejan entender que el resultado de una victoria militar no puede prescindir del respeto a los principios morales, que son los únicos capaces de proporcionar sostén y firmeza a las columnas fundamentales del derecho de gentes. Su elevada misión, Señor Embajador, comienza en un momento en qué la tierra de Europa, y no solamente de Europa, tiembla bajo la férrea sacudida de la guerra; en que sus consecuencias económicas y espirituales se hacen cada vez más sensibles, aun en las dilatadas costas, en los fe­ cundos valles, entre las gigantescas cadenas montañosas de su lejana Patria; en una hora en que a todos los miembros de la gran familia humana se hace cada día más patente su comunidad de destino en la fe­ licidad o en la desgracia. V. E., Señor Embajador, será interprete ante el Excmo. Sr. Presi­ dente y los miembros del Gobierno de Nuestios cordiales votos por su prosperidad personal y por su eficaz labor, doblemente ardua en tan difíciles tiempos; y esté cierto de que en el desempeño de su misión ha­ llará siempre en Nos aquella confianza y aquella benévola ayuda que corresponden a la importancia de su cargo y al elevado idealismo de sus intenciones, no menos que a la cordialidad de las relaciones, felizmente existentes, entre la Santa Sede y la República peruana. Con estos sentimientos, acogiendo de todo corazón el ruego de V. E., imploramos la protección del Cielo sobre su amada Patria, oramos por su prosperidad y su pacífico progreso y le damos — y a V. E. de modo muy especial — con paternal afecto la Bendición Apostólica. Acta Pii Pp. 35& XII II Summus Pontifex, die I mensis Augusti a. 19^1, nobilissimis verbis^quibus Excmus3 ir Daniel Papp qua Rumaniae Legatus extra ordimm liberis cum mandatis Litteras publicas porrexit, haec verba fecit. ; Monsieur le Ministre, Les circonstances, dans lesquelles Votre Excellence a été appelée par son Auguste Souverain, Sa Majesté le Roi Michel I , à le représenter comme Envoyé Extraordinaire et Ministre Plénipotentiaire auprès du Saint-Siège, sont d'une grandeur vraiment tragique. Dans de telles conditions, et pour autant qu'elles le permettent, ce Siège Apostolique continue à exercer sa mission dans le monde, mission dont l'accomplissement demande une atmosphère qui rende possible à tous les peuples de venir à lui avec la ferme confiance d'y trouver com­ préhension et appui pour les vastes et nobles aspirations de l'humanité et de chaque membre de la grande famille des Nations. Les sentiments et les intentions, avec lesquels vous inaugurez aujour­ d'hui vos hautes fonctions, vous honorent, Monsieur le Ministre, et hono­ rent le Pays que vous représentez. Au milieu des multiples préoccupations et espérances de l'heure pré­ sente, et bien qu'ensanglantée de nombreuses blessures, la Nation Rou­ maine n'a pas oublié de rendre un conscient hommage aux valeurs spiri­ tuelles et religieuses, et d'accorder aux soins de les promouvoir cette importance et cette estime, qui donnent la mesure de la vraie sagesse d'Etat, et constituent le fondement essentiel de la sûre et stable prospé­ rité des Gouvernants et du peuple. C'est de la conviction que les forces religieuses sont indispensables pour édifier une vie saine de la Nation, et du désir de garantir dans tout le Royaume de Roumanie aux catholiques de tout rite les droits appar­ tenant à leur Religion, qu'a tiré son origine le Concordat heureusement ratifié en 1929. Ce ne fut assurément pas la première fois que ce noble peuple entrait en rapport avec le Saint-Siège. En remontant dans l'his­ toire, nous voyons le Prince Latzcou, voivode de Moldavie, députer des messagers au Pape Urbain V . Mais surtout Notre Prédécesseur Sixte TV, rappelé en termes si élevés par Votre Excellence, encouragea Etienne-leGrand dans sa lutte pour la défense commune contre l'ennemi alors uler 1 Cfr. Lettre de Urbain V à l'Archevêque de Prague et aux Evêques de Breslau et de Oracovie, du 24 juillet 1 3 7 0 - THEENER, Vet. Mon. Hung., II, pag. 9 9 . 1 360 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale tra-puissant de la chrétienté. Vainqueur à la grande bataille de Racova, ce vaillant Prince, qui attribua son triomphe uniquement à Dieu et jeûna quatre jours de suite au pain et à l'eau, envoya une partie des étendards, conquis par lui sur l'ennemi, en hommage au Pontife. Ces rapports toutefois avaient été de nature transitoire. Le Concor­ dat actuel a voulu au contraire créer des relations normales et complè­ tes : il fut conclu, en effet, pour employer les paroles mêmes du Gouver­ nement Royal Roumain, « avec le ferme espoir que cet acte établira dé­ finitivement entre le Saint-Siège et la Roumanie des relations étroites et cordiales, pour le plus grand bien de la Roumanie et de l'Eglise Ca­ tholique ». Une telle espérance n'a pas été déçue. Les catholiques roumains ont usé des multiples possibilités que leur offrait le Concordat pour le plus grand bien de leur patrie. Les termes chaleureux, avec lesquels vous avez rappelé, Monsieur le Ministre, le rôle important que l'Eglise Catholique joue dans la vie spirituelle de votre Nation, et l'assurance que votre Au­ guste Souverain donne une particulière attention à son libre dévelop­ pement, viennent confirmer les bienfaisants effets du Concordat; il y a là en même temps pour Nous un témoignage très agréable que Nos soins pour favoriser des relations toujours plus confiantes entre ce Siège Apos­ tolique et le Royaume de Roumanie, récontrent de la part de l'Etat pleine correspondance et constante sollicitude. C'est avec une émotion non moins intime que Nous avons entendu comment, au milieu dé ses épreuves douloureuses comme de ses heureux succès, le peuple Roumain n'oublie pas les peines et les souffrances des autres peuples, et comment tous Nos efforts pour soulager les douleurs indicibles et chaque jour croissantes causées par la guerre, trouvent chez lui un écho profond. En formant à Notre tour pour Sa Majesté le Roi et pour Son Excel­ lence le Conducator les vœux les plus sincères, et en vous assurant, Mon­ sieur le Ministre, en ce solennel début de votre Mission, dé Notre bien­ veillant appui, Nous implorons la bénédiction du Très-Haut sur votre Nation, afin que, dans la concorde des esprits et dans l'union de toutes les forces vives et saines du Pays, elle puisse marcher toujours plus vail­ lamment et sûrement vers un avenir de justice, de paix et de bonheur. 2 2 Cfr. RAYNALD., Ann Eccles., t. X, a. 1474, n. X - X I . Sacra Congregatio 361 Consistorialis ACTA SS. CONGREGATIONUM SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS i QUEBECENSIS - SHERBROOKENSIS DECRETUM DE MUTATIONE FINIUM DIOECESIUM Excñius P. D. Philippus Servulus Desrahleau, Episcopus Sherbrookensis, consentiente Emo ac Revmo D. Eoderico S. R. E. Card. Ville­ neuve, Archiepiscopo Quebecensi, supplices obtulit preces Apostolicae Sedi ut territorium cui nomen Canton Pfice, modo pertinens ad archi­ dioecesim Quebeeensem, aggregaretur, pro bono fidelium idem territo­ rium inhabitantem, ad dioecesim Sherbrookensem. Porro Ssmus Dominus Noster Pius Div. Prov. Pp. XII, rei oppor­ tunitate perpensa, praehabito favorabili voto Excmi P. D. Hildebrandi Antoniutti, Archiepiscopi tit. Synnadensis in Phrygia ac Delegati Apo­ stolici in Ditione Canadensi, oblatas preces benigne excipiendas de­ crevit. • • Quapropter, vi praesentis Consistorialis Decreti, statuit ut praefa­ tum territorium Canton Price, archidioecesis Quebecensis, ab ipsa ar­ chidioecesi seiungatur, atque dioecesi Sherbrookensi perpetuo aggregetur, mutatis hac ratione finibus earumdem dioecesium. Ad haec autem exsecutioni mandanda, Sanctitas Sua deputare di­ gnata est praefatum Excmum P. D. Hildebrandum Antoniutti, eidem tribuens facultates ad id necessarias et opportunas, etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, eidem facto onere mittendi quamprimum ad hanc S. Con­ gregationem Consistorialem authenticum exemplar peractae exsecutio­ nis actus. Contrariis quibuscumque minime obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus S. C. Consistorialis, die 26 Aprilis 1941. Fr. R. C. Card. Rossi, a Secretis. L. © S. V. Santoro, Adsessor. 362 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale II PROVISIO ECCLESIARUM Ssmus Dominus Noster Pius, divina Providentia Papa XII, succes­ sivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae se­ quuntur Ecclesias de novo Pastore providere dignatus est, nimirum : die 30 Iunii j£9¿¡I. — Titulari episcopali Ecclesiae Leucenae praefecit Exc. P. D. Carolum Labbé Marquez, hactenus Episcopum Iquiquensem. die 19 Iulii. — Metropolitanae Ecclesiae Fortalexiensi Exc. P. D. An­ tonium Lustosa, hactenus Archiepiscopum Belemensem de Para. — Cathedrali Ecclesiae Caxiensi in Maragnano, noviter erectae, R. D. Aloisium Gonzaga Marelim, Congregationis Missionis. — Cathedrali Ecclesiae Reatinae Exc. P. D. Benignum Lucianum Migliorini, hactenus Episcopum titularem Letaeum. die 21 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Lucerinae R. D. Dominicum Vendola, archidioecesis Tranensis, Substitutum Notarium Supremae S. Congregationis S. Officii. die 32 Iulii. — Cathedralibus Ecclesiis Clusinae et Pièntinae, aeque principaliter unitis, R. P. Carolum Baldini, Procuratorem Generalem Congregationis Clericorum Regularium a Matre Dei et parochum S. Ma­ riae in Porticu, in Urbe; die 2 Augusti. — Cathedrali Ecclesiae Amarillensi R. D. Lauren­ tium Fitz Simon, Parochum Ecclesiae S. Iacobi in Seguin, Archidioe­ cesis S. Antonii. die 9 Augusti. — Cathedrali Ecclesiae Temucensi R. D. Alexandrum Menchaca Lira, Directorem spiritus Seminarii S. Iacobi in Chile. die 13 Augusti. — Cathedrali Ecclesiae Coccinensi R. D. Iosephum Vieira Alvernaz, Rectorem Seminarii Angrensis. Sacra Congregatio de disciplina 363 Sacramentorum SACRA CONGREGATIO DE DISCIPLINA SACRAMENTORUM DECRETUM DE ORDINANDIS TRIBUNALIBUS ECCLESIASTICIS INSULARUM PHILIPPINARUM PRO CAUSIS NULLITATIS MATRIMONII DECIDENDIS. Excellentissimi Ordinarii Insularum Philippinarum, prae oculis ha­ bitis iis quae Litteris Apostolicis Qua Oura, die 8 Decembris 1938 Motu Proprio a Pio Pp. XI datis, pro tribunalibus ecclesiasticis Italiae salu­ briter provideque statuta sunt, necnon perpensis tum raritate causarum nullitatis matrimonii, quae in ipsorum tribunalibus agitari solent, tum praesertim nimia difficultate quam ipsi passim experiuntur idonea tri­ bunalia constituendi, ob parvum in dictis Insulis clericorum numerum, in generali Conventu mense Februario a. 1939 habito, sequentes postu­ lationes Sanctae Sedi humiliter porrigendas esse statuerunt: Ut nempe, simili modo ac in Italia actum est per memoratum « Motu Proprio », etiam in Insulis Philippinis constituantur Tribunalia Pro­ vincialia pro tractatione causarum nullitatis matrimonii et analogice inter eadem ordinentur tribunalia appellationis. Quas preces cum Sacra haec Congregatio de disciplina Sacramento­ rum rite perpendisset, attento etiam voto Excihi Delegati Apostolici In­ sularum Philippinarum, easdem retulit Ssmo Domino Nostro Pio XII in Audientia die 20 Decembris 1940 infrascripto Praefecto benigne concessa. Sanctitas vero Sua haec omnia, quae sequuntur, statuenda decrevit : I. In Insulis Philippinis, quoad tractationem causarum de nullitate matrimoniorum in prima instantia haec habeantur tribunalia et circum­ scriptiones : 1) Tribunal Manilense pro sua universa provincia ecclesiastica, ex­ cepto territorio Lipensis dioecesis; nempe pro territorio sequentium dioe­ cesium : Manilen.; Lingaven.; Caceren.; Novae Segobiae.; Tuguegaraoan. 2) Tribunal Cebuanum seu Nominis Iesu pro sua universa provin­ cia ecclesiastica, nempe pro territorio sequentium dioecesium : Nomi­ nis Iesu seu Cebuan.; Bacoloden.; Cagayan.; Calbayogan.'; Jaren, seu S. Elisabeth; Palen.; Surigen.; Zambangen. 3) Tribunal Lipense pro territorio dioecesis Lipensis. 1 1 Acta Ap. Sedis, a. 1938 pag. 410 seq. ; Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale I I . Pro tractatione praedictarum causarum in gradu appellationis, incolumi semper facultate directe provocandi ad S. R. Rotam, iuxta can. 1599 § 1 Codicis I. C, ita procedetur : Ad tribunal Lipense deferentur causae in prima instantia tracta­ tae apud tribunal Manilense; ad tribunal Cebuanum quae apud tribunal Lipense; ad tribunal Manilense quae apud tribunal Cebuanum. I I I . Officiales, iudices, promotores iustitiae, defensores vinculi alii­ que administri tribunalium provincialium Manilensis et Cebuani deli­ gendi sunt et constituendi, ad definitum tempus, ab Excmis Ordinariis dioecesium respectivo tribunali provinciali pertinentium in Coetibus Pro­ vincialibus. IV. Quoad iura et officia tribunalium provincialium Manilensis et Cebuani necnon quoad eorum agendi rationem, S. Congregatio de disci­ plina Sacramentorum definiet circa tempus exsecutionis eorum, quae supra sunt statuta, necnon circa normas temporarias. V. Sacra Congregatio de disciplina Sacramentorum vigilent sedulamque, pro suo munere, dabit operam, ut tum Officiales, tum iudices, tum, praesertim, promotores iustitiae et vinculi defensores muneribus suis rite naviterque perfungantur iuxta normas ab eadem S..C. editas vel edendas. Ssmus Dominus Noster Pius Pp. XII haec statuit, non obstantibus quibuslibet in contrarium facientibus, licet speciali mentione dignis. Datum Romae, ex aedibus S. Congregationis de disciplina Sacramen­ torum, die 20, mense Decembri, anno 1940. D. Card. JORIO,, Praefectus. L. ££ S. F. Bracci, Secretarius. NORMAE PRO EXSEQUENDO DECRETO DIEI XX DECEMBRIS MDCCCCXXXX DE ORDINANDIS TRIBUNALIBUS ECCLESIASTICIS INSULARUM PHILIPPINARUM. Ut ad effectum deducantur quae per Decretum diei 20 Decembris 1940 praescripta sunt, Sacra haec Congregatio quae sequuntur statuit: CAPUT I De tribunalis provincialis moderatore iudicibus et ministris Art. 1. Tribunal provinciale subest auctoritati Archiepiscopi loci in quo ipsum sedem habet, qui, proinde, idem regit et moderatur nomine omnium Provinciae Episcoporum, eidemque omnia iura et officia attri- Sacra Congregatio de disciplina Sacramentorum 36á buuntur quae Ordinariis locorum, ad normam sacrorum canonum et In­ structionis Sacrae huius Congregationis de disciplina Sacramentorum diei 15 Augusti 1936, circa proprium tribunal competunt, nisi aliter in­ fra cautum sit vel subiecta materia exigat. Art. 2. Iudices et ministri tribunalis provincialis constituentur in Coetu Provinciali Excultorum Ordinariorum Provinciae. Art. 3. Curandum erit ut electi non modo morum integritate prae­ stent, et laurea vel saltem licentia in iure canonico sint praediti, sin minus scientia et experientia iuridica vere polleant, sed tempus quoque sufficiens impendere valeant muneribus sibi collatis rite obeundis. Art. L Nomina eorum qui electi sint ad munera officialis (necnon, si extent, vice-officialis vel vice-officialium), iudicum, promotoris iusti­ tiae, defensoris vinculi (horumque, si adsint, substitutorum) cum Excmo Delegato Apostolico Insularum Philippinarum quamprimum ab Excmo Praeside Coetus Provincialis communicentur, una cum indicatione aeta­ tis, studiorum, curriculi vitae necnon cum testimonio circa eorum sa­ cerdotales virtutes, hanc etiam ob causam, ut eidem Delegato Apostolico opportunitas praebeatur significandi utrum cuiusquam electorum nomi­ nationi aliquid obstet. Art. 5. Nominationes de quibus supra generatim ad triennium fiant» salva facultate eas confirmandi ad successiva triennia. Art. 6 Omnes, qui tribunal provinciale constituunt aut eidem opem ferunt, iusiurandum de ofiicio rite et fideliter implendo coram Archiepi­ scopo sedis tribunalis provincialis, si agatur de officiali, si vero de aliis coram Ordinario eiusdem sedis vel coram iudice a quo electi sunt vel coram viro ecclesiastico ab alterutro delegato praestare debent : idque ab initio suscepti officii, si sint stabiles, aut antequam causa agi coepta sit si pro peculiari causa sint constituti, aut antequam suo munere fungi incipiant, si, causa pendente, suffecti sint ad normam art. 19 Instru­ ctionis. Art. 7 Officiales, iudices, promotores iustitiae et vinculi defensores (necnon, si adsint, eorum substituti, nisi per modum actus deputati sint) ab Archiepiscopo sedis tribunalis provincialis removeri non possunt, du­ rante munere, nisi gravi de causa et habitis prius votis totius Provinciae Episcoporum. Art. 8. Nemo iudicis munere in causa fungi poterit qui advocati vel procuratoris munus actu exerceat in causis matrimonialibus, sive directe sive per interpositam personam, quamvis id agat apud alia tri­ bunalia etiam Sanctae Sedis : idem valet pro iustitiae promotore et pro 1 1 Acta Âp. Sedis, a. 1936, pag. 313 seq. 366 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale vinculi defensore. Iidem omnes districte etiam vetantur in quaslibet causas matrimoniales extra munus suum se quomodolibet ingerere. Art. 9. Archiepiscopus sedis tribunalis provincialis; collatis consiliis cum ceteris Episcopis Provinciae, album procuratorum et advocatorum pro tribunali conficiendum curet iuxta artt. 47-53 memoratae Instru­ ctionis. CAPUT II De modo procedendi in tractatione causarum matrimonialium Art. 10. Ut tuto procedatur in causis matrimonialibus apud tribu­ nalia provincialia pertractandis, adamussim servetur Instructio supra memorata, his tantum additis aut immutatis quae infra adnotantur. Art. 11. Quoad competentiam tribunalis provincialis serventur normae -artt. 1-12 praefatae Instructionis, attento quod tribunal provinciale, relate ad matrimoniales causas, est commune pro dioecesibus Provinciae simulque est proprium singulae cuiusque dioecesis Provinciae. Art. 12. Causae ita inscribantur : primum ponatur nomen tribu­ nalis provincialis, dein dioecesis celebrati matrimonii vel partis conven­ tae, postremo titulus causae, ex. gr. « Tribunal Manilense-Gaßeren. Nul­ litatis matrimonii (N. N.) » : quando autem causa ipsa agitatur in gradu appellationis, ita inscribatur : « Tribunal Appellationis Lipense-Cace­ ren. Nullitatis matrimonii (N. N.) ». Art. 13. Ad Episcopum domicilii coniugum spectat iudicium ferre •de existentia adiunctorum, de quibus in artt. 38 § 2 et 39, b) Instructio­ nis ; quod tamen iudicium antequam ferat, opportune cum Archiepiscopo sedis Tribunalis regionalis aget. Art. 14. Archiepiscopi Sedis tribunalis provincialis erit tutorem aut curatorem admittere vel designare ad normam art. 78 Instructionis, col­ latis consiliis cum Ordinario partis conventae cui tutor vel curator con­ stituendus est. Art. 15. In casibus exceptis de quibus iii cann. 1990-1992, quae­ libet petitio remittatur ad Archiepiscopum tribunalis provincialis qui, praehabito voto Episcopi domicilii coniugum, de eadem videat ad nor­ mam tit. XV Instructionis citatae. Ofiicialis vero de quo in art. 288 In­ structionis est officialis tribunalis provincialis. Art. 16. Vinculi defensor facile ne omittat appellationem, de qua in art. 229 Instructionis, interponere ad tribunal alterius instantiae, praesertim cum agatur de impedimentis a quibus dispensari solet. Sacra Congregatio de disciplina CAPUT 367 Sacramentorum III De honorariis iudicibus et tribunalium ministris assignandis Art. 17. Iudicum et ministrorum tribunalis provincialis stipendia seu remunerationes et honoraria Excmi Ordinarii determinent in Coetibus Provincialibus, prae oculis habitis adiunctis Provinciae et praesertim causarum agendarum numero : adeo ut iidem congrua mercede, adaequata operi revera tribunali impenso, donentur. Art. 18. Eadem emolumenta generatim moderata esse debent, attento etiam quod iudices et ministri tribunalis iam aliquo ecclesiastico .bene­ ficio provisi plerumque sunt : at simul sufficientia sint ipsa emolumenta, ne iidem impediantur a servitio tribunali assidue praestando ex necessi­ tate aliunde subsidia vitae quaeritandi. Art. 19. Excñii Ordinarii in Coetibus Provincialibus statuent (si id sibi videatur necessarium) contributionem singularum dioecesium Pro­ vinciae pro expensis tribunalis provincialis, proportionatam numero causarum singularum dioecesium. CAPUT IV ; • . . De taxis et expensis iudicialibus necnon de retributione procuratorum et advocatorum Art. 20. Excmi Ordinarii in Coetibus Provincialibus, probe considera­ tis locorum et temporum adiunctis, approbent notulam taxarum et ex­ pensarum iudicialium necnon emolumentorum ad procuratores et ad­ vocatos spectantium pro causis in tribunali provinciali pertractandis; quae emolumenta, uti par est, distabunt a procuratorum et advocato­ rum proventibus in tribunali S. E. Rotae vigentibus (A. A. 8., vol. XXXI, pp. 662-625). Art. 21. Notula expensarum et emolumentorum, de qua in praece­ denti articulo, notificetur omnibus litigantibus; Excmi Ordinarii autem et tribunalia prae oculis sedulo habeant praescripta art. 54 Instructionis. NORMAE TEMPORARIAE SEU TRANSITORIAE Quae praecedunt exsecutioni mandentur die ab Excmo Delegato Apo­ stolico Insularum Philippinarum statuendo. Quoad causas, quae dicta die pendentes in prima instantia invenien­ tur in tribunalibus dioecesanis, ita procedatur : 1) Si libellus iam oblatus est, nec adhuc ad litis contestationem seu dubiorum concordantiam (c. 1727 Cod. I. C, art. 88 Instructionis) devenACTA, vol. VIII, n. 9. - 25-8-941. 27 368 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale tum sit, libellus ipse transmittatur ad competens tribunal provinciale, neque de causa ulterius agat tribunal dioecesanum. 2) Si instructio processus sit tantum initiata et partes, necnon vinculi defensor et si causae intersit, promotor iustitiae non obstent, processus deferri potest ad tribunal provinciale. 3) Causa iam conclusa (art. 177 Instructionis), tribunal dioecesa­ num sententiam definitivam edat necesse est. 4Ì Idem fiat, mutatis mutandis, in causis quae agitantur in gradu appellationis. o) A sententia tribunalis dioecesani, si quidem fuit primi gradus, appellatio interponatur apud tribunal appellationis, quod esset compe­ tens, si eadem sententia lata fuisset a tribunali provinciali primae in­ stantiae. Si fuerit secundi gradus, applicentur praescripta communia de qui­ bus in artt. 212-222 Instructionis. ; Ssmus Dominus Noster Pius divina Providentia P p . XII, in Audien­ tia Emo huius Sacrae Congregationis Praefecto die 28 Aprilis 1941 con­ cessa, praesentes Normas benigne confirmare et ratas habere dignatus est. Datum Romae, ex aedibus S. Congregationis de disciplina Sacramen­ torum, die 28 Aprilis, anno 1941. D. Card. JORIO, Praefectus. L.•© S. F. Bracci, Secretarius. Sacra Congregatio Concilii 369 SACRA CONGREGATIO CONCILII BOSANEN. RENUNTIATIONIS IURI PRAESENTANDI Die IS Iulii W'iO - Bulla Inter multiplices Clementis XIV diei 21 se­ ptembris 1769 paroecia loci vulgo Santulussurgiu in dioecesi Bosanensi primae dignitati archipresbyterali Capituli cathedralis pleno iure fuit unita, adeo ut canonicus archipresbyter factus sit parochus habitua­ lis eiusdem paroeciae cum iure praesentandi vicarium curatum. Hodiernus autem canonicus archipresbyter, ab Episcopo decessore rogatus, die 11 Martii 1929 eidem renuntiationem exhibuit iuri prae­ sentandi vicarium curatum ad normam canonis 1451 § 1 Codicis I. -C, ut in textu renuntiationis dicitur. At, cum anno 1937 paroecia lóci>Sfantulussurgiu vacasse t, dubium ortum est utrum conferenda esset ad nor­ mam iuris communis, praemisso nempe concursu, an potius ad normam in ipsa Constitutione Inter multiplices statutam, eo vel magis quod ho­ diernus canonicus archipresbyter iuri praesentandi vicarium curatum personaliter tantum, non autem et pro suis successoribus renuntiavit. Hinc et de renuntiatione et de concursu videndum est in casu. SPECIES FACTI. - Ad primum quod attinet, attentis renuntiationis verbis, prima fronte videretur hanc fuisse perpetuam. Ipsemet enim re­ nuntians provocavit ad canonem 1451 § 1, qui est de iure patronatus, quique patronis loco patronatus vel iuris praesentandi spiritualia suf­ fragia etiam perpetua pro se suisve concedit; quapropter beneficium suam naturam immutat, et ipso iure fit liberae collationis. At aliter res se habet, atque certo constat renuntiationem de qua agitur fuisse personalem, neque successores afficere, idque non solum quia canonicus archipresbyter expressis verbis hoc declarat, sed et quia citatus ca­ non 1451 non facit ad rem. In casu enim res est de paroecia pleno iure unita primae dignitati Capituli Bosanensis ad normam canonis 471 § 1, minime vero de iure patronatus. Exinde patet quid dicendum de renuntiatione, a canonico archipresbytero die 11 Martii 1929 Episcopo exhibita. Nil dubii quod ille iuri praesentandi vicarium curatum sensu improprio renuntiare posANIMADVERSIONES. 370 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale sit, quatenus Episcopo remittit totum negotium provisionis paroeciae, et praesentationem nempe et institutionem canonicam. At renuntiatio, stricto sensu accepta, nulla et irrita in casu dicenda est. Non agitur enim de iure personali et privato, neque de iure in sui tantum favore constituto, de quo in canone 72 § 2 Codicis I. C, sed de iure vel facul­ tate quae inhaeret ipsi personae morali ecclesiasticae, dignitati nempe, eademque constituta per modum legis, cui iuri personae privatae renun­ tiare nequeunt, sicut nullimode admittitur renuntiatio privilegio per modum legis dato ad normam citati canonis 72 § 3 et 4. Renuntiatio proinde in casu personalis tantum et temporanea cen­ senda est, minime perpetua, quatenus nempe speciem induit cessionis proprii iuris praesentandi, vi cuius, immutata manente natura vicariae curatae, hanc libere et absque candidati praesentatione, Episcopus con­ ferre valet. Cum itaque vicaria de qua agitur, per memoratam renuntiationem, suam naturam non mutasset. lex concursus ad eam extendi nequit, quae vi iuris communis ad normam canonis 459 nonnisi paroeciis proprie dictis conferendis praescribitur. RESOLUTIONES. - Propositis itaque in Comitiis plenariis diei 13 Iu­ lii 1940 dubiis : I. An canonicus archipresbyter Capituli cathedralis Bosanensis iuri prae­ sentandi etiam, pro suis successoribus renuntiaverit in casu; et quatenus negative : I I . An paroecia loci vulgo Santulussurgiu praemisso concursu confe­ renda sit in casu; Emi Patres huius Sacrae Congregationis responderunt: Ad I : Negative. Ad II : Provisum in primo, seu negative. Has resolutiones Ssmus D. N. Pius Pp. XII in audientia diei 21 Iu­ lii 1940, referente subscripto Secretario, approbare et confirmare di­ gnatus est. I. Bruno, Secretarius. Sacrae Congregationes de Religiosis atque de 371 Seminariis SACRAE CONGREGATIONES DE RELIGIOSIS ATQUE DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS DECRETUM DE ALUMNIS ADMITTENDIS IN SEMINARIUM VEL IN FAMILIAM RELIGIOSAM Consiliis initis inter S. Congregationem de Religiosis et S. Congrega­ tionem de Seminariis et Studiorum Universitatibus, decreta sunt quae sequuntur : Antequam in Seminarium admittantur qui, quocumque titulo, ad fa­ miliam Religiosam pertinuerint, Ordinarius ad Sacram Congregationem de Seminariis et Studiorum Universitatibus recurrat, quae de iudicio suo Ordinarium certiorem faciet, peractis iis omnibus quae casus ferat. Itemque antequam familiae Religiosae adscribantur qui, quavis de causa, e Seminario egressi sint, Superiores .Religiosi ad Sacram Congre­ gationem de Religiosis recurrant, quae de suo iudicio Superiores cer­ tiores faciet, peractis iis omnibus quae casus ferat. Quae omnia Ssmus 1). N. Pius Div. Prov. Papa XII approbare atque confirmare dignatus est atque publici iuris fieri mandavit. Datum die 25 mensis Iulii a. 1941. V. Card. LA PUMA, Praefectus. f Fr. L. H. Pasetto, Secretarius. I. Card. PIZZARDO, E. Ruffini, Praefectus. Secretarius. 372 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Offici-ale SACRA CONGREGATIO RITUUM i VICEN. BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVI DEI FRANCISCI CQLL, SACERDOTIS PROFESSI ORDINIS PRAEDICATORUM, FUNDATORIS CONGREGATIONIS SORORUM I I I ORDINIS S. DOMINICI AB ANNUNTIATIONE. SUPER DUBIO An signanda sit Commissio Introductionis Causae in casu et ad effectum de quo agitur. « Summum gradum, docet S. Thomas, in religionibus tenet quae ordi­ nantur ad docendum et praedicandum» (2. 2. 188, VI. c ) , quia ((maius est illuminare, quam lucere solum» (ib.). Sapienter itaque Dei Famulus Franciscus Coli, divino impulsui obediens, inclito Praedicatorum Ordini «e adiunxit, legiferique Patris praecepta servans, innumeras animas praedicatione docuit, paenitentiae sacramento Deo reconciliavit, multas quoque ad perfectae virtutis culmen adducere sategit. Natus est Dei Servus in paroecia Gombreny intra Ticen, dioecesis fines, in Hispania, die 18 Maii a. D. 1812, dieque sequenti sacro ba­ ptismate est ablutus, impositis ei nominibus : Francisco, Ioseph, Mi­ chaele. Pios ipse nactus est parentes Petrum et Magdalenam Guitart, qui octo liberos, veluti totidem thesauros a Deo sibi commissos, omni cura custodientes, in Eius timore et amore sedulo educarunt; felicique •successu. Etenim, praeter Franciscum, alter filius sacerdotio se Deo dicavit, quattuor filiae religiosa vota nuncuparunt, duae vero in saeculo permanserunt. Franciscus sexdecim annos natus in Gerundensi Fratrum Praedicatorum Conventu tirocinium posuit, votaque religiosa nuncu­ pavit. Sacris initiatus, anno 1835 Diaconatus Ordinem suscepit. Saeva mox contra catholicam religionem tempestate furente, religiosi Ordines suppressi omnino fuere, fratresque omnes e suis conventibus extorres facti. Dei Servus in patriam apud suos reversus, ibi usque dum seditionis furor aliquantisper desaeviret, permansit. Anno 183G sacerdotio est auctus. Sacra Congregatio Rituum 373 Animarum zelo exardescens, quum adhuc pluresque per annos iniqua lex contra religiosos Ordines vigeret, adeo ut eorum membris iterum congregari vetitum esset, Franciscus in Vicensi dioecesi prius, per totam Catalauniam postea, sacris missionibus se dedidit in quibus peragendis insignes viros sibi socia vit, quos inter B. Antonius Maria Olaret, Con­ gregationis Missionariorum Filiorum Immaculati Cordis B. Mariae V. fundator, eminuit. In hoc maxime salutare ministerium indeféssus Dei Famulus per totam vitam incubuit, ingentes animarum manipulos col­ ligens, vere venator animarum. Huiusmodi triumphi odium maiorum hominum, instigante diabolo, in eum concitaverunt, qui eum perdere pluries conati sunt, ast perperam. Deo enim mire protegente, horum insidias non modo declinavit, sed et persaepe eos paenitentes est amplexatus. Ut autem fructus missionum perseveraret, et pluribus pauperibus puellis religiosam vitam ample­ ctendi copia daretur, Vicensi Episcopo Ordinisque Praedicatorum Com­ missario generali in Hispania libenter annuentibus, anno 1857, Congre­ gationem Sororum Tertii Ordinis s. Dominici ab Annuntiatione fundavit. Quam Deo Congregatio haec grata extiterit, luculenter ostendit eius pro­ pagatio. Servo enim Dei adhuc vivente, sexaginta circiter domus seu in Hispa­ nia, seu in America conditae sunt, modo autem ultra triginta supra cen­ tum numerantur, Sororesque ad mille quadringentas circiter. Meritis plenus, die secunda Aprilis mensis anno D. 1875 Dei Famulus obdormivit in Domino. Annis 1930-31, instante Congregatione ab eo condita necnon Fratrum Praedicatorum Ordine, in Vicensi Curia informativus processus super sanctitatis fama, super scriptis atque super obedientia urbani Pp. V I I I decretis, cultum Servis Dei prohibentibus, fuit constructus. Interim non paucae postulatoriae litterae Summo Pontifici Pio XI s. m. pro causae Introductione porrectae sunt. Sacra Rituum Congregatio die 3 Februarii a. 1937, scriptis perpen­ sis, nihil obstare decrevit quominus ad ulteriora procedi quiret. Eapro­ pter instante Unio P. Benedicto Lenzetti, Generali Ordinis Praedica­ torum Postulatore, servatis omnibus de iure servandis, in Ordinario S. R. C. Coetu die 28 Ianuarii, anno hoc, habito, Emus ac Emus Car­ dinalis Raphael Carolus Rossi, Causae huius Ponens seu Relator, du­ bium proposuit: An signanda sit Com?nissio Introductionis Causae in casu et ad effectum de quo agitur, atque de more retulit. Emi ac Rmi Patres, audita relatione, auditisque officialium Praelatorum suffragiis, necnon R. P. D. Salvatore Natucci, Fidei Promotore Generali, omnibus 374 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale mature perpensis, rescribendum censuere : Affirmative, nempen Signan­ dam esse Commissionem Introductionis Causae si Sanctissimo placuerit. Facta autem Ssmo D. N. Pio Papae XII a subscripto Cardinali, die 19 Februarii, relatione, Sanctitas Sua, Sacrae Congregationis Rescriptum ratum habens, Commissionem Introductionis Causae Servi Dei Fran­ cisci Coli propria manu signare dignata est. Datum Romae, die 19 Februarii a. D. 1941. £B C. Card. SALOTTI, Ep. Praenestinus, Praefectus. L. £8 S. A. Carinci, Secretarius. II ALBING-ANEN. BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVI DEI AUGUSTI CZARTORYSKI, SACER­ DOTIS PROFESSI SOCIETATIS S. FRANCISCI SALESII. SUPER DUBIO An signanda sit Commissio Introductionis Causae in casu et ad effectum de quo agitur. a Bona huius mundi, quae pertinent ad usum humanae vitae, in tri­ bus consistunt; scilicet in divitiis exteriorum bonorum, quae pertinent ad concupiscentiam oculorum, et in deliciis carnis, quae pertinent ad concupiscentiam carnis, et in honoribus quae pertinent ad superbiam 'vitae. Haec autem tria totaliter derelinquere... pertinet ad consilia evan­ gelica. In quibus etiam tribus fundatur omnis religio..., nam divitiae addicantur per paupertatem, deliciae carnis per perpetuam castitatem, superbia vitae per obedientiae servitutem » (S. Th., 1, 2, 108, 4). Mirandus sane vir, de quo in hoc agitur decreto ! Augustus, e nobilissimo Czartoryski genere, a Ladislao, viro prin­ cipe et Maria Amparo, filia Mariae Christinae, Hispaniarum reginae, die 2 Augusti a. D. 1862 Lutetiae Parisiorum natus, post biduum per sacras baptismi aquas renatus est; patrini autem avia Maria Christina eiusque coniux, Dux de Rianzarez, fuere. In ipso familiae sinu Christia­ nae religionis germina suscepit, quae mire succreverunt optimorum prae­ ceptorum opera, inter quos eminuit Servus Dei Ioseph Kalinowski, qui multa pro patria et religione perpessus, in Discalceatorum Carmelitarum Sacra Congregatio Rituum 375 Ordine, sub Raphaelis a S. Ioseph nomine, sancte quievit. Augustus tre­ decim annos natus sacro chrismate linitus fuit, atque primitus ad sacram synaxim accessit. Multas Europae regiones eum parentes peragrare curarunt, tum ut tenuis, qua laborabat, valetudo plene restitueretur, cum, uti procerum mos est, ut humanitatis, urbanitatis ingeniique cultus magis magisque efferetur. Anno 1883, Parisiis, Divinae Providentiae consilio, S. Ioannem Bosco primo est allocutus, eumque sui spiritus moderatorem elegit, cum quo exinde frequens epistolarum commercium inivit. Iam adolescens, inter mundanas delicias, sive domi, sive in regia aula consobrini sui, Alfonsi XII, Hispaniarum Regis, sive alibi, se ad maiora natum persentiebat; postquam autem S. Ioannis Bosco consuetudine frui coepit, ad Salesianam vitam amplexandam se vocari percepit. Verum prudentissimus Sanctus quattuor per annos Augusti petitio­ nibus restitit, quoadusque Leonis Pp. XIII auctoritate permotus, tan­ dem aliquando, anno 1887 eius votis assentire concessit. Augustus, dif­ ficultatibus omnibus fortissime simul ac suavissimo remotis, religiosam vitam in Societate S. Francisci Salesii inchoavit, clericalibus vestibus sibi ab ipso S. Ioanne Bosco, summo utriusque animi gaudio, impositis. Tirocinio in exemplum transacto, sacris votis die 2 Augusti A. D. 1888 in Servi Dei Michaelis Rua manibus, qui nuper S. Ioanni, ad caelestia regna evocato, in regenda Societate successerat, divino servitio in eadem se mancipavit. Vix post annum a suscepto sacerdotio, morbo, quo iam­ diu laborabat, vehementius ingruente, die 8 Aprilis a. 1893, Alaxii in Dioecesi Albinganensi ad Superos evolavit. Multa quidem Dei Servo, in adhuc iuvenili aetate abrepto, non est datum peragere; verum, uti quoque recte in nonnullis postulatoriis lit­ teris adnotatur, magnum et mirandum est virum inter mundanas ille­ cebras illibatum se custodire, ex ditissimo, Salesianam paupertatem ge­ nerose fideliterque amplecti, deliciis affluentem, pro Dei amore his re­ nuntiare, honoribus fere regalibus humilia Christi vestigia anteferre, adeo ut inter laicos coadiutores optavisset cooptari. Beatus vir, scribit Sapiens, qui inventus est sine macula, et qui post aurum non abiit, nec speravit in pecunia et thesauris. Quis est hic et laudabimus eum! fecit enim mirabilia in vita sua. Mirabilia haec adeo insignia visa sunt, ut in Curia Albinganensi super virtutum fama, scriptis et obedientia ITrbanianis decretis Ordinaria auctoritate processus annis 1921-27 construerentur, rogatoriales autem in Curiis Taurinensi, Cracoviensi et Ma­ tritensi. 376 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Die 20 Novembris a. 1940 S. R. O. decrevit, .scriptis perpensis, posse ad ulteriora procedi. Plures quoque Postulatoriae litterae Summo Pontifici exhibitae sunt pro Causae Introductione. Servatis igitur omnibus de iure servandis, Rmo D. Francisco Torna­ l e t t i Societatis S. Francisci Salesii Procuratore atque Postulatore Gene­ rali instante, in Ordinariis S. R. C. Comitiis die 11 Martii mensis hoc anno habitis, Emus ac Rmus Cardinalis Alexander Verde, Causae huius Ponens seu Relator, dubium proposuit discutiendum : A n signanda sit Commissio Introductionis Causae in casu et ad effectum de quo agitur. Emi ac Rmi Cardinales audita Emi Ponentis relatione, exquisitasque Officialium Praelatorum suffragiis, auditoque R. P. D. Salvatore Natucci Fidei Promotore Generali, omnibus perpensis, respondere cen­ suere : Affirmative, nempe : Signandam esse Commissionem Introductio­ nis Causae, si Sanctissimo placuerit. Facta autem Ssmo D. N. Pio Papae XII per infrascriptum Cardina­ lem, subsignato die, relatione, Sanctitas Sua, Emorum Cardinalium re­ scriptum ratum habens, Commissionem Introductionis Causae Servi Dei Augusti Czartoryski benigne signare dignata est. Datum Romae, die 23 Martii, Dominica IV Quadragesimae a. D. 1941. £8-'C* Card. SALOTTI, Episc. Praen., Praefectus. ..L. $ S. A. Carinci, Secretarius. 377 ACTA TRIBUNALIUM SACRA ROMANA ROTA Citatio edictalis VICARIATUS APOSTOLICUS DE UGANDA NULLITATIS MA TRIMONII (TIBASULWA-ALIDDEKI) Cum ignoretur locus actualis commorationis D. Ludovici Aliddeki in causa conventi, eundem c i t a m u s ad comparendum, sive per se, sive per procuratorem legitime c o n s t i t u t u m , in Sede Tribunalis S. Rotae (Roma, piazza della Cancelleria) die 24 Octobris 1941, hora 10 ad con­ c o r d a n d u m de dubio disputando, vel infrascripto subscribendum, et ad diem designandam, qua habebitur T u r n u s Rotalis pro causae definitione : An consilium praestandum sit Ssmo pro dispensatione super matri­ monio rato et non consummato in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Ludovici Aliddeki, c u r a r e de­ bent ut de hac edictali citatione ipse m o n e a t u r . * Ioannes Teodori, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 9 Iulii 1941. Ioannes M. P i n n a , Notarius. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Ludovic Aliddeki défendeur en cette cause, nous le citons à comparaître, par propre personne ou par un procureur légitimement constitué, au siège du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, piazza della Cancelleria) le 24 octobre 1941, à 10 heu­ res, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessus rapporté, et fixer le jour de la décision de la cause devant la Rote. Doit-on interroger le Saint-Père pour la dispense saper rato et non con­ summato dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curés, les prêtres, les fidèles ayant connais­ sance du lieu de la résidence du dit Ludovic Aliddeki devront, dans la me­ sure du possible, l'avertir de la présenté citation. 378 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ACTA OFFICIORUM PONTIFICIA COMMISSIO AD CODICIS CANONES AUTHENTICE INTERPRETANDOS RESPONSA AD PROPOSITA DUBIA Emi Patres Pontificiae Commissionis ad Codicis canones authentice interpretandos, propositis in plenario coetu quae sequuntur dubiis, re­ sponderi mandarunt ut infra ad singula : I — DE PRAECEDENTIA METROPOLITARTJM B. An. ex Codice (cann. 106 n. 3, 272, 280, 285, 317) Archiepiscopus Metropolita, qua talis, extra suam provinciam praecedat Archiepiscopo non Metropolitae, seu Episcopis suffraganeis carenti. R. Negative. II - DE ARCHIVO SECRETO D. Utrum verba canonis 379 § 1 : retento facti brevi summario cum textu sententiae definitivae, referenda sint tantum ad causas, quae a decennio sententia condemnatoria absolutae sunt, an etiam ad causas, quarum rei vita cesserint. R. Affirmative ad primam partem, negative ad secundam. Datum Romae, e Civitate Vaticana, die 5 mensis Augusti, anno 1911. M. Card. MASSIMI, P\raeses. L. © . S. I. Bruno, Secretarius. Diarium Bomanae Curiae 379 DIARIUM ROMANAE CURIAE G i o v e d ì , 1 7 luglio 1 9 4 1 , i l Santo P a d r e h a ricevuto i n solenne U d i e n z a S u a Eccellenza i l Signor D o t t . D i o m e d e s A k i a s S c h r e i b e r , Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del P e r ù , p e r la presentazione delle Lettere Credenziali. V e n e r d ì , I agosto 1 9 4 1 , i l Santo P a d r e h a ricevuto i n solenne U d i e n z a S u a Eccellenza i l Signor Generale D a n i e l e P a p p , I n viato Straordinario e M i n i s t r o Plenipotenziario di R o m a n i a , per la presentazione delle L e t t e r e Credenziali. O SAGRA CONGREGAZIONE « DE P R O P A G A N D A F I D E » NOMINA La Sacra Congregazione « (le Propaganda Fide», con decreto del 21 mag­ gio 1941, ha nominato il Revmo canonico sac. Cosma Avrame, Presidente della Pontificia Opera della Propagazione della Fede per le diocesi di rito bizantino slavo nell'Ungheria. SEGRETERIA DI STATO . NOMINE Con Biglietto della Segreteria di Stato in data 3 agosto 1941, il Santo Pa­ dre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare Y Eminentissimo e Reverendissimo Signor Cardinale Carlo Cremonesi, Membro della Commissione Cardinalizia per l'Amministrazione dei Beni della Santa Sede. Parimenti con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare : Camerieri Segreti Soprannumerari di S. S.: 28 settembre 1939. Monsig. Gustavo Vallecilla, delParchidiocesi di Popayán. 23 novembre » Monsig. Elia Anakövic, della diocesi di Djakovo. 9 maggio 1940. Monsig. Gregorio Forero Nieto, delParchidiocesi di Bo­ gota. 380 9 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Offici-ale maggio 1940. Monsig. Giorgio Murcia Riaño, della medesima archidio­ cesi. » » » Monsig. Ismaele Tellez, della medesima archidiocesi. 30 agosto » Monsig. Pietro Bartoéik, dell'archidiocesi di Olomouc. » » » Monsig. Giovanni Minar, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Giuseppe Sesták, della medesima archidiocesi. » . » » Monsig. Antonio Vobejda, della diocesi di Hradec Králové. 19 settembre » Monsig. Vincenzo Setina, della medesima diocesi. 17 ottobre » Monsig. Alberto Büttner, della diocesi di Osnabrück. 20 dicembre » Monsig. Roberto Schwarz, della diocesi di Veszprimia. 27 febbraio 1941. Monsig. Rosario Jacovino, della diocesi di Anglona-Tursi. 5 marzo » Monsig. Giovanni Calvi, dell'archidiocesi di Genova. 28 » » Monsig. Francesco Nobilomo, della diocesi di Auf e. » )) » Monsig. Carlo Raimondo McQuillen, della diocesi di Elie. 10 aprile » Monsig. J. Giuseppe Wer le, della medesima diocesi. » )) » Monsig. Daniele Coyle, dell'archidiocesi di Newark. » » » Monsig. Rodolfo Glover, della medesima archidiocesi. •» » » Monsig. Giacomo Hughes, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Ginstino McCarthy, della medesima archidiocesi. » )) » Monsig. Giacomo McNulty, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Pietro O'Connor, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Martino Stanto, della medesima; archidiocesi. 25 » » Monsig. Francesco Gravina, dell'archidiocesi di Capua. » » » Monsig. Luigi Lombardi, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Agostino Paternostro, della medesima archi dio­ cesi. 2 maggio » Monsig. Vincenzo Jannuzzi, della diocesi di Ariano. )) » » Monsig. Domenico Mercati, della diocesi di San Sepolcro. )> » » Monsig. Giov. Battista Ravarelli, della medesima diocesi. 8 » » Monsig. Luigi Oopenolle, della diocesi di Belle vii le. : » » » Monsig. Alfredo Witte, della medesima diocesi. » . ». » Monsig. Antonio Zielinski, della medesima diocesi. » » » Monsig. Aristide Favalli, della diocesi di Cremona. 15 » » Monsig. Oreste Seralessandri, della diocesi di Civita Ca­ stellana. 22 » » Monsig. Angelo Tessitore, della diocesi di Savona. 25 » » Monsig. Pasquale Pennacchio, dell'archidiocesi di Gaeta. 2 giugno » Monsig. Carlo Augusto Van Dam, della diocesi di Breda. 11 » » Monsig. Giovanni Salina, della diocesi di Anagni. » » » Monsig. Antonio Lavitela, della diocesi di Anglona-Tursi. ». » » Monsig. Stefano Landolfi, della diocesi di Aversa. » » » Monsiff. Vincenzo Maiello, della medesima diocesi. Diarium 11 26 » » » » 3 7 giugno » » » » » luglio » 1941. » » » » » » » Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. 10 » » Monsig. » » 20 17 » » » agosto » » » » Monsig. Monsig Monsig. Monsig. Bomanae Curiae 38f. Ferdinando Fabbri, della diocesi di San Sepolcro.. Nicola Licata, della diocesi di Agrigento. Giovanni Dal Prà, della diocesi di Padova. Antonio Zannoni, della medesima diocesi. Lazzaro Craviotto, della diocesi di Savona. Silvio Solero, dell'archidiocesi di Torino. Ferdinando Montuschi, della diocesi di Apuania. Giovanni Cristiano Aalberse, della diocesi di Haarlem. Nicola De Franceschi, della diocesi suburbicaria di Albano. Franklin de Sà Aires, delParchidiocesi di Goa. Mattia Dorigo, delParchidiocesi di Udine. Francesco Sinibaldi, della diocesi di Segni. Adalberto Schmiedt, della diocesi di Cassovia. Camerieri Segreti Soprannumerari di Spada e Cappa di S. S.: 3 ottobre 1940. U sig. Barone Francesco de Stieglitz, della diocesi di Berlino. 2 maggio 1941. Il sig. Biagio Gabardi, delParchidiocesi di Milano. 22 » » Il sig. Giovanni Matthews, delParchidiocesi di Newark.. 2 grugno » TI sig. Barone Vincenzo Masciarelli, delParchidiocesi di Napoli. » » » Il sig. Ernesto Czekeházy, delParchidiocesi di Agria. 7 » » TI sig. Ignazio O'Shaughnessy, delParchidiocesi di S. PaoJo di Minnesota. 10 luglio » U sig. N. H. Federico Pasculli, delParchidiocesi di Tran i. Camerieri d'Onore in abito paonazzo di S. S. : 23 novembre 1939. Monsig. » » » Monsig. » » » Monsig. » » » Monsig. 30 agosto 1940. Monsig. 20 marzo 1941. Monsig. 2 » » maggio » » » » » Monsig. Monsig. Monsig. 26 15 giugno luglio » » Monsig. Monsig. Guglielmo Anderlic, della diocesi di Djakovo. Giuseppe Guncevié, della medesima diocesi. Antonio Mitrovic, della medesima diocesi. Francesco Baéki, della medesima diocesi. Luigi Zalcik, delParchidiocesi di Olomouc. M. Giuseppe Bellizzi, della diocesi di Cassano al­ l'Ionio. Nicola Camaiti, della diocesi di San Sepolcro. Domenico Nembrini, della medesima diocesi. Vincenzo Importuno, delParchidiocesi di Ta­ ranto. Giovanni Fontana, della diocesi di Padova. Sultano Nyisztor, della diocesi di Satu Mare. Acta 382 Apostolicae Sedis - Commentarium Offici-ale Camerieri d'Onore Soprannumerari di Spada e Cappa di S. S.i 16 maggio 1940. Il sig. A. Davide Lynch, dell'archidiocesi di Westminster. 21. novembre » Il sig. Giovanni Domenech y Marti, della diocesi di Bar­ cellona. 6 marzo 1941. Il sig. Domenico Millefiorini (Roma). 2 giugno » Il sig. Guido Michelagnoli, della diocesi di Pistoia e Prato. » » » Il sig. Livio Mancini (Roma). 2 » » Il sig. Ugo Mazzoni (Roma). 10 luglio )) Il sig. Luigi Grossi Gondi (Roma). » » » H sig. Alberto Mariano, della diocesi di Osimo. 24 ». » Il sig. Gesualdo Russo Krauss, dell'archidiocesi di Na­ poli. NECROLOGIO 4. 27 29 8 15 21 22. 2?> luglio : » » agosto » » » 1943. Monsig. Francesco Dantin, Vescovo tit. di Satala di Ar­ menia. Monsig. Felice Couturier, Vescovo di Alexandria. » Monsig. Lorenzo Mattia Vincenz, Vescovo di Coirà. » Monsig. Giovanni Maria Zonghi, Arcivescovo tit. di Co­ losse. » Monsig. Carlo Giuseppe Nicolas, Vescovo tit. di Panopoli. » Monsig. Antonio Senso Lázaro, Vescovo di Astorga. Monsig. Francesco de Campos Barreto, Vescovo di Cam­ piñas. » Monsig. Giacomo Lopez de Regó y Labarta>, Vescovo tit. di Dionisiopoli. 12 Septembris 1941 An. et vol. XXXHI (Ser. II, v. VIII) - Num. 10 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA PÏÏ PP. XII CONSTITUTIO DE APOSTOLICA RAJABURI PRAEFECTURA APOSTOLICA DE RAJABURI, IN SI AMEN SI ;.- SEU • THAILANDIENSI REGNO, AD VICARIATUS APOSTOLICI GRADUM ET DIGNITATEM EVEHITUR, IISDEM SERVATIS NOMINE AC LIMITIBUS. PIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM Si, Evangelii praeconum cura et studio, christiana res in quavis Apostolica Praefectura notabiles fecerit progressus, illam solent Ro­ mani Pontifices ad maiorem dignitatis gradum extollere? ut et ecclesia­ stico ibi regimini aptius consulatur et Missionalibus ipsis grati San­ ctae Sedis animi et benevolentiae sollemne praebeatur testimonium. Cum itaque in Praefectura Apostolica de Rajaburi, in regno Siamensi, seu, quod nunc vocatur, Thailandiensi, Apostolicis sub plumbo Litteris Ad christianum nomen, anno millesimo nongentesimo trigesimo quarto, die vicesima octava mensis Maii erecta et constituta;ac Societati S. Fran­ cisci Salesii concredita, missionalium operum fundamenta solide per rassiduos labores iacta sint, ita ut iure sperare liceat fructus in dies uberiores collectum iri, Nos, de venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium S. Congregationi de Propaganda Fide praeposi­ torum consilio, Praefecturam illam in Vicariatum Apostolicum pro­ vehere censuimus. Suppleto igitur, quatenus opus sit, quorum intersit. ACTA, vol. V I I I , n. 10. — 12-9-941 28 384 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale vel eorum qui sua interesse praesumant consensu, apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, Praefecturam Apostolicam de Rajaburi iisdem servatis nomine ac finibus, in Vicariatum Apostolicum evehimus, eri­ gimus et constituimus, eumque eiusdem Societatis S. Francisci Sa­ lesii sollertibus sodalium curis, uti antea, ad Nostrum tamen et Apo­ stolicae Sedis beneplacitum, commissum volumus. Novo autem huic Vi­ cariatui de Rajaburi, seu Rajaburierisi, eiusque pro tempore Vicariis Apostolicis omnia tribuimus iura, privilegia, honores et potestates, quibus ceteri per orbem Vicariatus eorumque Praesules iure communi fruuntur et gaudent, eosque pariter iisdem adstringimus oneribus et obligationibus, quibus ceteri adstringuntur. Quae omnia, ut supra di­ sposita et constituta, rata ac valida esse volumus et iubemus, contra­ riis quibuscumque minime obstantibus. Harum vero Litterarum tran­ sumptis aut excerptis, manu tamen alicuius notarii publici subscriptis ac sigillo viri in ecclesiastica dignitate vel officio constituti munitis, eamdem prorsus volumus haberi fidem, quae hisce Litteris haberetur si ipsaemet exhibitae vel ostensae forent. Nemini autem hanc paginam evectionis, erectionis, constitutionis, commissionis, concessionis et vo­ luntatis Nostrae infringere vel ei contraire liceat. Si quis vero ausu temerario id attentare praesumpserit, indignationem omnipotentis Dei ac beatorum Apostolorum Petri et Pauli se noverit incursurum. Datum Romae apud S. Petrum, anno Domini millesimo nongente­ simo quadragesimo primo, die tertia Aprilis mensis, Pontificatus No­ stri anno tertio. ALOISIUS Card. MAGLIONE P. Card. FUMASONI BIONDI a Secretis Status S. O. de Propaganda Fide Praef. Alfonsus Carinci, Proton. ApostLudovicus Kaas, Proton. Apost. Loco £& Plumbi Reg. in.Cane. Ap., vol. LXV, n. 24 - Al. Trussardi. Acta Pii LITTERAE Pp. XII 385 APOSTOLICAE SANCTI DIDACI DIOECESIS B. MARIA VIRGO, TITULO « NOSTRA DOMINA DE REFU­ GIO », PATRONA CONFIRMATUR SIMULQUE S. DIDACUS, CONFESSOR, PATRONUS AEQUE PRINCIPALIS DECLARATUR. PIUS P P . XII Ad perpetuam rei memoriam. — Quae christifidelium bono tuendo magis opportuna videantur, ea, prout supremum Nostrum spirituale exigit officium, sollicita cura et constanti studio providere satagimus. Quapropter cum hodiernus Sancti Didaci in Foederatis Americae Se­ ptemtrionalis Civitatibus Episcopus humillimis enixisque precibus Nos rogaverit ut coelestem apud Deum Patronam suae dioecesis Beatam Mariam Virginem titulo « Nostram Dominam de Refugio » confirmare pariterque Sanctum Didacum Cohfessorem Patronum aeque principa­ lem constituere dignemur, Nos huiusmodi postulationibus libenti quidem animo annuendum censemus. Nam ad Nos refert Venerabilis ipse Prae­ sul ante kalendariorum reformationem in omnibus fere dioecesibus Rei­ publicae Mexicanae festum celebratum fuisse Nostrae Dominae de Re­ fugio, cuius Imago, Conlegio apostolico Franciscano a Beata Maria Virgine de Guadalupa in « Zacatecas » donata, in mexicanam Angelo­ rum civitatem anno millesimo septingentésimo ac vicesimo translata est; atque ab eodem tempore tam magna fidelium religione eulta, ut erga Nostram Dominam de Refugio devotio per totam mexicanam regio­ nem sit etiam propagata, atque haec Sancta Sedes facultatem concesse­ rit ofiicium recitandi proprium Nostrae Dominae de Refugio, quam in­ terea Conlegii Apostolici memorati omniumque Missionum Patronam constitutam Fratres Franciscales die quarta mense Iulio quotannis sol­ lemniter celebra verant. Addit quoque praelaudatus Antistes, votis cleri populique sibi crediti obsecundans, opportunum valde videri una cum Beata Maria Virgine de Refugio Sanctum etiam Didacum, Confessorem, dioecesis suae Patronum declarandum, quia ab ipsius Sancti nomine tam prima Missio quam prima civitas in California nuncupatae sunt,, atque eiusdem Sancti titulo antiquius templum regionis est Deo dicatum,, quum inibi Catholicae Fidei initia habita sunt. Conlatis itaque consiliis de hac re cum Venerabili Fratre Nostro Episcopo Praenestino, Sacrae Rituum Congregationis Praefecto, omnibusque mature perpensis, prae­ sentium Litterarum tenore deque Apostolicae Nostrae potestatis pleni­ tudine, perpetuumque in modum Beatam Virginem Mariam vulgo « No- 386 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale stram Dominam de Refugio » Patronam itemque Sanctum Didacum Confessorem aeque principalem Patronum dioecesis Sancti Didaci in Foedederatis Americae Septemtrionalis Civitatibus apud Deum declaramus et constituimus, privilegiis honoribusque additis, quae huiusmodi coele­ s t i s patronatus propria sunt. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere, suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos pertinent seu pertinere poterunt nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definien­ dum, irritumque ex nunc et inane fieri si quidquam secus super his a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari con­ tigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x x v m. Martii, an. MCMXXXXI, Pontificatus Nostri tertio^ A. Card. MAGLIONE, a Secret is Status. EPISTULA AD ILLMOS VIROS PRAESIDEM CETEROSQUE E SUPREMO CONSILIO FOEDERALI HELVÉTICO : DCL ANNO EXEUNTE AB HELVETICA CONFOEDERATIONE CONDITA. PIUS P P . XII Illustrissimi viri, salutem. — Nuper agnovimus Helveticam Confoe­ derationem, Augusto mense proximo ineunte, sescentesimum quinqua­ gesimum fauste esse celebraturam annum, ex quo auspicato condita est. Libentissimo quidem animo Nosmet Ipsi laetitiam participamus dilectae istius Helvetiae, ex qua delecta civium cohors, constanti non modo, sed heroica interdum fidelitate, Romani Pontificis personae tot iam saecula invigilat. Vestra sane Civitas, Illustrissimi Viri, in multiplici lingua­ rum institutionumque varietate, pulcherrimum praebet intimae ac do­ mesticae coniunctionis exemplum, quod, providente Deo, ceteros quoque populos ad mutuam dilectionem et conciliationem vehementer invitare potest. In summo profecto honore apud vestrates est christiana caritas, quae quidem facit, ut istiusmodi respublica, nemini infensa, ceterarum etiam gentium civibus auxiliari contendat, iis praesertim, qui infandi belli calamitates magis persenserint. Nos igitur etiam atque etiam vo­ bis gratulamur, ac divinae Bonität!, quae vos hucusque peculiari ratione protexit, gratias agimus vobiscum atque habemus. Gratulationes quo- Acta Pii Pp. XII 387 que Nostras vobis, Illustrissimi Viri, publice exhibemus, de pace et con­ cordia, quae, bonae voluntatis hominum gratia, in vestris pagis hodie dominantur: de sapientia atque industria, quibus ipsi, inter tot rerum discrimina, populo isti moderamini, in idque contenditis ut — quod est caput quodque Nobis maxime est cordi — religionis iura et officia sarta tecta conserventur. Illud praeterea memorare Nobis placet, quod Helvetici ipsi Magistratus Dei nomen cum fiducia ac reverentia in orationi­ bus suis publicis proferre non omittant et, perhonorificum morem se­ cuti, quoties publica nuntia edicant, se suosque cives tutelae divinae sem­ per commendent. Ita vos plane vestigiis inhaerens maiorum vestrorum, qui, ineunte Augusto mense anni MCCXCI, foedus inter se perpetuum «in nomine Domini» renovarunt. Hoc autem ominantes, ut cives vestri idem cum Beato Nicolao de Flu e sentiant atque operentur, qui et chri­ stianae pietatis ardore et Confoederationis Helveticae studio excelluit, fervidis votis gentem vestram prosequimur, ut regnum Christi in eius filiis magis magisque constabiliatur, ut, omnigena prosperitate adaucta, munus sibi divinitus ad signatum melius in dies perficere queat. Deni­ que, sollemni hac conditae Confoederationis -memoria; Deum instanti prece eifiagitamus, ut praeclaram Helvetiam iugiter tueatur, omnia mala et pericula ab eadem avertat, eiusque Moderatores popuiumque universum caelestibus bonis affatim ditare benigne velit. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die xii mensis Iulji, anno MDCCCCXXXXI, Pontificatus Nostri tertio. P I U S P P . XII 388 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ACTA 8 8 . CONGREGATIONUM SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS CSANABIENSIS •• DECRETUM ERECTIONIS CAPITULI CATHEDRALIS Postulante Exc. P. D. Iulio Glattfelder, Episcopo Csanadiensi, ut, ad divinum cultum in sua cathedrali Ecclesia Beatae Mariae Virginis Magnae Hungarorum Dominae, in civitate Szeged, augendum, itemque ad senatum dignorum sacerdotum sibi constituendum, apostolica aucto­ ritate cathedrale Capitulum ibidem erigeretur, Ssmus Dominus Noster Pius Div. Prov. Pp. XII, peropportunum hoc fore cernens, oblatis pre­ cibus benigne annuendum censuit. Quapropter eadem Sanctitas Sua, apostolicae potestatis plenitudine, suppleto quatenus opus sit quorum intersit vel eorum qui sua interesse praesumant consensu, Capitulum in memorata cathedrali Ecclesia B. Ma­ riae Virginis Magnae Hungarorum Dominae, in civitate Szeged, erigen­ dum statuit, constans unica dignitate, Praeposito videlicet, et quinque canonicatibus simplicibus, inter quos officiis theologi et poenitentiarii et parocho Ecclesiae cathedralis, qui curam actualem paroeciae servabit. Nominatio canonicorum Capituli ad normam iuris communis fiat, ideoque dignitas Praepositi, semper reservata manebit Apostolicae Sedi, salvis insuper ceteris reservationibus Pontificiis, ad normam can. 1435 C. I. C. Quoniam vero presbyteri in canonicos eligendi aliis ecclesiasticis mu­ niis distenti sunt, Ssmus Dominus Noster chorale servitium benigne re­ ducit tantummodo ad Matutinum et Laudes diebus Dominicis et Festis de praecepto, firma obligatione, in quantum fieri poterit, applicandi iis­ dem diebus Missam conventualem cum canonicorum adsistentia. Praepositus vero atque canonici défèrent habitum choralem vigen­ tem in Hungaria, nempe mozetam violacei coloris et rochetum, addito pro solemni occasione signo capitulari e collo pendente. Sacra Congregatio 389 Consistorialis In ceteris vero omnibus Sanctitas Sua statuit ut iuris communis prae­ scripta adamussim serventur. Ad haec omnia exsecutioni mandanda Ssmus deputare dignatus est Exc. P. D. Angelum Rotta, Archiepiscopum titularem Thebanum in Graecia, Nuntium Apostolicum in Hungaria, eidem tribuens facultates omnes ad id necessarias et opportunas, cum onere quamprimum mittendi ad hanc S. Congregationem Consistorialem authenticum exemplar pera­ ctae exsecutionis actus. Quibus super rebus Sanctitas Sua praesens edi iussit Consistoria^ Decretum, perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae ex­ pedirentur. Contrariis quibusvis minime obstantibus, etiam speciali men­ tione dignis. Datum Romae, ex Aedibus S. C. Consistorialis, die 14 Iunii 1941. Fr. R. C. Card. Rossi, a Secretis. L. © s. V. Santoro, Adsessor. SACRA CONGREGATIO CONCILII INSTRUCTIO DE FIDELIBUS EXHÖRTANDIS UT MISSAE SACRIFICIO FREQUENTER AC DEVOTE INTERSINT. Saepenumero in tot rerum calamitatibus, quibus undique premimur ¿ Ssmus Dominus Noster Pius Pp. XII populum christianum ubique ter­ rarum effusa caritate adhortatus est ut publicas privatasque preces effun­ dat pro praesentibus societatis humanae necessitatibus et praesertim ad populorum pacem conciliandam, Divini Magistri promissiones recolens : «Petite et dabitur vobis, quaerite et invenietis, pulsate et aperietur vobis» (Matth. VII, 7; Luc. XI, 9). Hunc quoque in finem idem Ssmus Dominus Noster, Motu proprio Norunt profecto diei 27 Octobris 1940, Eucharistica Sacrificia ubique terrarum offerri iussit, quum nihil magis valeat « ad Numinis maiestatem placandam propitiandamque quam Eucharisticum Sacrificium, quo ipse humani generis Redemptor in omni loco sacrificatur et offertur... Oblatio munda ». Divinum enim Sacrificium quod in Missa peragitur et in quo, 390 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale docente Tridentina Synodo: « idem ille Christus continetur et incruente immolatur, qui in ara Crucis semel se ipsum cruente obtulit » (sess. XXII, cap. 2), non solum laudis et gratiarum actionis, sed etiam vere propitiatorium est tam pro vivis quam pro defunctis. Quapropter populi christiani in saeculorum cursu nunquam desti­ terunt ut tam pro sui ipsorum necessitatibus quam pro fidelibus In Christo defunctis nondum ad plenum purgatis, a solis ortu usque ad occasum, haec oblatio munda ofterretur, eidemque frequenter ac devote interesse consuevissent. At, fide ac pietatis studio languescentibus, omnes norunt sanctissi­ mum hunc morem in dies intermitti, atque fideles complures, divinarum rerum amore posthabito, Missae Sacrificium nec uti oportet colere, nec sicut antea pro suis necessitatibus ac defunctorum suffragiis ut appli­ cetur ferventer curare, dum ad alia minus salutaria haud raro se con­ vertere non dubitent. Quapropter haec Sacra Congregatio Concilii, de speciali Ssmi Domini Nostri Pii Pp. XII mandato, omnes ubique terrarum Ordinarios vehemen­ ter hortatur, ut per semetipsos ac per curatores animarum aliosque utrius­ que cleri sacerdotes instanter christifideles edoceant : I de Sacrificii Missae natura et excellentia atque de eiusdem finibus ac salutaribus effectibus pro mundi vita, et demum de eiusdem ritibus ac caeremoniis, ut ipsi non passive tantum eidem intersint, sed cum sacerdotibus Sacrum peragentibus unum sint animo et corde, fide et caritate ; 2° de gravi, qua tenentur, obligatione Missam audiendi, quotquot ratio­ nis usu compotes sunt, diebus dominicis aliisque festis de praecepto (can. 1248 Codicis I. C ) , quum agatur de praecipuo actu cultus externi et publici, Deo debiti, quo supremum in nos imperium Dei Creatoris, Redemptoris et Conservatoris agnoscimus ; :. .3° de Sacrificii Missae vi impetratoria et propitiatoria, qua bene perspecta ac cognita, fideles alliciantur ad eidem Sacro frequenter ac etiam quotidie, si fieri potest, adsistendum, ad gratias Deo agendas, ad beneficia obtinenda, ad peccata expianda cum propria tum eorum qui vita sunt functi, memores moniti Sancti Augustini : « Audeo di­ cere quod Deus, cum esset omnipotens, plus dare non potuit ; cum esset sapientissimis, plus dare nescivit; cum esset ditissimus, plus dare non habuit » (tract. 84 in Ioannem) ; 4° de coelestis convivii saluberrima participatione quoties Sacro inter­ sunt, quo arctius Christo adhaereant, prout est in Decreto huius Sacrae Congregationis diei 20 Decembris 1905 De quotidiana SS. Eucharistiae o Sacra Congregatio Concilii 391 sumptione, et ad mentem eiusdem Tridentinae Synodi : « Optaret quidem sacrosancta Synodus ut in singulis Missis fideles adstantes non solum spirituali affectu, sed sacramentali etiam Eucharistiae perceptione com­ municarent, quo ad eos sanctissimi huius Sacrificii fructus uberior pro­ veniret » (sess. XXII, cap. 6), iuxta illud ipsius Iesu Christi : «Ego sum panis vivus qui de coelo descendi. Qui manducat ex hoc pane vivet in aeternum. Qui manducat me et ipse vivet propter me » (loann. VI) ; 5° de dogmate Sanctorum communionis, cuius vi Sacrificium Missae liberrime applicatur non tantum pro fidelibus defunctis, qui piaculari igne suas expiant humanas labes, sed etiam pro hominibus qui vitam de­ gunt, quippe qui, tot tantisque angustiis et calamitatibus, in praesens potissimum, undique pressi, indigent ut misericordiam apud Deum inve­ niant et auxilium consequantur. Quo vero facilius locorum Ordinarii ceterique animarum curatores haec praescripta in rem deducant, saepius fideles revocent ad vitam se­ cundum Christi praecepta vere componendam, ea omnia in sui vivendi ratione devitantes, quae fidem moresque christianos vel minus deceant, Quare improbare ne cessent immodicos sumptus, quos fideles vanitate adlecti, in variis vitae adiunctis aliquando insumunt, illo quandoque praetermisso Sacrificio Missae, quod omnium cumulate suffragiorum et gratiarum potissimum adiumentum et divitiarum Dei monitus est the­ saurus. Denique ad omnia haec assequenda curatores animarum adiutricem requirant operam Confraternitatum seu Sodalitatum Sanctissimi Sacra­ menti, quae in unaquaque paroecia, ad normam canonis 711 § 2 Codicis I. C, ideo praecipue institutae sunt, ut omnibus fidelibus exemplo auxi­ lioque sint in praestando atque alendo cultu Eucharistico. Quodsi, Deo favente, populus christianus huiusmodi hortationibus Ordinariorum et curatorum animarum alacri animo obsequutus fuerit, Eucharisticum Sacrificium, quo nihil Deo honorabilius nihil iucundius esse potest, fiet revera pro totius mundi salute fons vitae et sanctitatis. Datum Romae, die 14 mensis Iulii, anno 1941. F. Card. MARMAGGI, Praefectus. I. Bruno, Secretarius. 392 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale SACRA CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE i PROVISIO ECCLESIARUM Singulis, ut infra, datis decretis Sacri Consilii Christiano Nomini Propagando, Ssmus Dominus Noster Pius div. Prov. Pp. XII dignatus est sequentes providere Ecclesias, nimirum : die 8 Iulii 1941. — Cathedrali Ecclesiae Cairnensi, nuper erectae, praefecit Exc. P. D. Ioannem Heavey, hactenus Episcopum Titularen! Coracesiotanum et Vicarium Apostolicum Cookpolitanum. — Titulari episcopali Ecclesiae Egugensi R. P. Vitum Chang, So­ cietatis Verbi Divini sodalem, quem constituit Vicarium Apostolicum de Sinyangchow. — Titulari episcopali Ecclesiae Dysthiensi R. P. Andream Dupont, e Societate Missionariorum Africae, quem constituit Vicarium Aposto­ licum de Bobo-Dioulasso. — Titulari episcopali Ecclesiae Phatanensi R. P. Ioannem Wolff, Congregationis Sancti Spiritus presbyterum, quem constituit Vicarium Apostolicum de Ma junga. II NOMINATIONES Decretis, ut infra, datis Sacra Congregatio de Propaganda Fide ad suum beneplacitum renunciavit : die 30 Maii 1941. — R. D. Ioannem Kao, e clero saeculari sinensi, Praefectum Apostolicum de Chowchih. die 13 Iunii 1941- — R. P. Georgium Mercier, e Missionariis Africae, Praefectum Apostolicum Ghardaiensem. die 20 Iunii 1941. — R. P. Aemilium Fa varato, O. M. Conv., Prae­ fectum Apostolicum de Hinganfu. Sacra Congregatio 393 Rituum SACRA CONGREGATIO RITUUM CONSTANTIEN. et ABRINCEN. BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS VENERABILIS SERVAE DEI PLACIDAE VIEL, SECUNDAE SUPERIORISSAE GENERALIS INSTITUTI SCHOLARUM CHRISTIANA­ RUM A MISERICORDIA. SUPER DUBIO An constet de virtutibus theologalibus Fide, Spe, Caritate tum in Deum, cum in proximum,; nec non de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Tem­ perantia, Fortitudine earumque adnexis, in gradu heroico in casu et ad effectum de quo agitur. Interroganti cuidam : Magister bone, quid boni faciam ut habeam vitam aeternam f Iesus impendit : Quid me interrogas de bono f Unus est bonus, Deus (Mt., 19, 1.6-17). Unus enim Deus est essentialis bonitas, sicut est ipsum esse. Quoniam autem bonitas ad hoc tendit ut se diffun­ dat, hinc est quod Deus mundum creaverit atque hoc attributum, grar tuito, ratione praeditis creaturis communicet, quae idcirco sunt bonae, quia Eius bonitatem participant; eo autem magis sunt bonae, quo magis divina munificentia prout vult, et ea mensura, qua vult, eas ditat et insimul ipsae, libere quidem, sed non sine Eius gratiae adiumento, Eum imitari contendunt, adeo ut cum Apostolo dicere queant: Gratia Eius in me vacua non fuit (1 Cor., 15, 10). Bonitate hac Deus animam Venerabilis Placidae Viel ita mire ditavit, ut eius virtutes omnes sub bonitatis specie prodirent, ideoque, quotquot eius consuetudine fruebantur, Bonam Matrem passim appellabant. Iu­ vat autem de eius vita aliquid delibare. In oppido vulgo dicto Quettehou, intra Oonstantiensis dioecesis fines, In Gallia, die 26 Septembris anno 1815, octava ex undecim filiis, quos ho­ nesti coniuges Hervaeus Viel et Angela La Lande genuerant, nata est infans, cui eodem die in sacri baptismi susceptione nomina : Victoria, Eulalia, Iacoba imposita sunt. Intra domesticos parietes in pietate adeo succrevit, ut iam inde a prima adolescentia sanctitatis fama praestaret. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Unde factum est, ut aequales, ab eius suavi comitate allectae, ei se adiun­ g e r e t , eamque, catechesim docentem deque caelestibus loquentem, ad­ mirantes auscul tarent. Ad sacram mensam admissa mirabiles ad perfe­ ctionis semitam progressiones fecit, iugiter, vel in manualibus operibus exercendis, orationi instando. Parochus haec perpendens, de specialibus divinis consiliis super puella coniectavit, nec coniecturam eventus fe­ fellit. Sexdecim annos nata ad religiosam disciplinam animum appellere coepit. Quapropter anno 1833 ad Institutum Sororum Scholarum Chri­ stianarum a Misericordia, a S. Maria Magdalena Postel in veteri Abba­ tia « Saint-Sauveur-le-Vicomte » conditum, advolavit, ab eademque San­ cta fuit benigne excepta. Post biennium, die 1 Maii sacrum induit ha­ bitum, nomen Placidae assumpsit, atque tirocinium inchoavit, in quo eius virtutes sic enituere, ut exemplo aliis praeiret. Die 21 Septembris anno 1838 religiosa vota emisit. Sancta Instituti fundatrix, Sororis Pla­ cidae virtutes probe perpendens, eidem plurima et gravia munera con­ credidit. Ei enim probandarum et tiruncularum magisterium commisit; item ut eleemosynas, per varias Europae regiones peregrinando, colligeret ad Ecclesiam, iam Abbatialem, maxima ex parte dirutam, a fundamentis instaurandam; ut apud civiles magistratus Parisiis gererèt negotia; ut novas fundaret atque constitueret domos, aliaque ad Instituti bonum pertractaret : quae omnia summa cum laude prudenter sapienterqué est exsecuta. Anno 1816 in domum principem reversa, pretiosae in Domino morti Sanctae Mariae Magdalenae die 16 Iulii adstitit. In generalem Superiorissam a Capitulo electa, gravissimum hoc offi­ cium, Deo plenissime confisa, S. Mariae Magdalenae vestigia premens, perfecte administra vit. Sua enim industria et labore Ecclesia Ssmi Sal­ vatoris instaurata consecrari potuit, sororum numerus mire auctus plu­ resque aliae, in alma quoque hac Urbe, conditae Instituti domus fuere, quod ab Apostolica Sede per decretum Laudis a. 1859 fuit approbatum. « Bonus est Deus. ait s. Bernardus, temporale beneficium largiter im­ pendendo, patiens est, ultionem peccatorum misericorditer differendo, longanimis est, reos ad paenitentiam invitando » (Sent.) Venerabilis Placida, Bona Mater, Dei gloriam proximorumque salutem, maxime fi­ liarum, iugiter prae oculis habens, prudens, patiens, longanimis, fami­ liam a Deo sibi commissam gubernabat; eius autem virtutes adeo fulgebant, ut S. Mariae Magdalenae Postel simillima imago haberetur. Quod S. Ioannes Vianney testatus est, quum sciscitanti cuidam puellae de religioso Instituto capessendo, ipse Institutum Sororum Scholarum Christianarum indicavit, adiungens : « Fundatrix est sancta, ea autem, Sacra Congregatio Rituum 395 Eiusdemque gra­ tiarum omnium apud Deum sequestrae piis supplicationibus opem fiden­ ter implorant ; adeo ut ambarum dioecesium Praesules Nobis significare queant sibi spem esse prope certam futurum ut idem Catamarcense tem­ plum, nova hac dignitate per Nos insignitum, magis magisque in dies cultus Deiparae debiti tota in regione eadem centrum in exemplum evadat. Haec animo repetentes, audito Venerabili Fratre Nostro San­ ctae Romanae Ecclesiae Cardinali Praenestino Episcopo, Sacrae Ri­ tuum Congregationis Praefecto, certa scientia ac matura deliberatione Nostris, deque Apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, praesentium Litterarum vi, perpetuumque in modum, templum titulo Beatae Ma­ riae Virginis a Valle, intra civitatis ac dioecesis Caiamarcensis fines, titulo dignitateque Basilicae Minoris honestamus, iuribus adiectis ac privilegiis, quae rite competant. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Haec benigne concedimus, decernentes praesentes Litteras firmas, vali­ das atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere, ipsique templo Cathedrali Cata­ marcensi nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudi carnium esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri si quid­ quam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die u m. Iulii, an. MCMXXXXI, Pontificatus Nostri tertio. A. Card. MAGLIONE, a Secretis Status. 449 EPISTULA AD EMUM P. D. IACOBUM ALOYSIUM TIT. SANCTI HIERONYMI ILLYRICORUM S. R. E. PRESB. CARDINALEM COPELLO, ARCHIEPISCOPUM BONAËRENSEM, QUEM LEGATUM MITTIT AD CONVENTUM EUCHARISTICUM E TOTA CHILENA REPUBLICA IN URBE SANCTI IACOBI CELEBRANDUM. P I U S P P . XII Dilecte Fili Noster, salutem et apostolicam benedictionem. — Nuper allatum est Nobis, Conventum Eucharisticum ex tota Chilena Republica, quarto expleto saeculo ab urbe Sancti Iacobi condita, proximo Novembri mense in eadem .urbe capite celebratum iri. Quae quidem sacra Congressio peropportuna exstare videtur. Hisce enim sollemnibus religiosa traditio plane agnoscitur ac servatur ipsius urbis conditoris, qui eiusdem iecit fundamenta « in nomine Domini eiusque Matris benedictae et Sancti Ia­ cobi Apostoli » (cfr. Librum Becerro in Tabulario urbis capitis). Pro­ xima igitur celebratione et christiani populi in augustum Sacramentum pietas efficaciter fovebitur et publicae gratiarum actiones persolventur benignissimo Deo, qui hac haud brevi annorum serie praesidiis beneiiciisque omnis generis Chilenam gentem exornavit. Ex sacris autem ritibus caeremoniisque non modo singuli christicolae maiore incensi ca­ ritate domum revertentur, sed universus quoque populus ad meliora sentienda atque agenda vehementer allicietur. Nos itaque, qui nihil anti­ quius habemus, quam ut Christi regnum per divinam Eucharistiam in animis, in societate domestica et civili altius solidiusque constabiliatur, de initis consiliis deque sollerti studio, quo sacra sollemnia apparan­ tur, ex animo gratulamur, ac non modo merita laude confirmamus, sed intima quoque participatione et ipsa per Legatum Nostrum praesentia iisdem adesse exoptamus. Te igitur, Dilecte Fili Noster, qui, archiepi­ scopali praeditus dignitate, Romanae purpurae splendore enites, Lega­ tum Nostrum a latere eligimus atque ^enuntiamus, ut Congressui Eu­ charistico Chileno, in civitate Sancti Iacobi proxime cogendo, nomine Nostro Nostraque auctoritate praesideas. Plane autem confidimus, pro tua erga Eucharistiam devotione proque istis, quibus praefulges, mentis animique ornamentis, praenobile commissum munus te feliciter utili­ terque esse obiturum. Supernorum interea donorum praenuntia et conciliatrix, peculiarisque caritatis Nostrae testis Apostolica esto Benedic­ tio, quam tibi, Dilecte Fili Noster, sollerti Archiepiscopo Sancti Iacobi 450 ceterisque Reipublicae Praesulibus, itemque omnibus, qui eucharisticis sollemnibus intererunt, amantissime in Domino impertimus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die X X X mensis Septembris, anno MDCCCCXXXXI, Pontificatus Nostri tertio. PIUS P P . XII ALLOCUTIO Summus Pontifex mulieribus ah Actione Catholica earumque adiutricibus, ex Italiae Dioecesibus Romae coadunatis, die 26 mensis Octo­ bris «. 1 9 4 1 , in festo D. W. Iesu Christi Regis, haec verba fecit. I gravi doveri dei genitori nella educazione dei figli Davanti a questa magnifica riunione, la quale raggruppa oggi intorno a Noi in così gran numero le madri di famiglia, insieme con le religiose, le maestre, le delegate dei fanciulli di Azione Cattolica Italiana, le apo­ stole dell'infanzia, le vigilatrici e le assistenti delle colonie, il Nostro sguardo e il Nostro animo varcano le soglie di quest'aula e si volgono ai confini d'Italia e del mondo, abbracciando nel Nostro amplesso di Pa­ dre comune tutti i cari fanciulli, fiori della umanità, letizia delle loro madri; mentre il Nostro commosso pensiero ritorna all'immortale Pon­ tefice Pio XI, che, nella sua Enciclica Divini illius Magistri del 31 di­ cembre 1929, così altamente trattò della educazione cristiana della gio­ ventù. Su questo grave argomento egli, dopo aver sapientemente determi­ nato la parte che spetta alla Chiesa, alla famiglia e allo Stato, notava con dolore come troppo spesso i genitori siano poco 0 nulla preparati a com­ piere il loro ufficio di educatori; ma, non avendo potuto in quel chiaro ed ampio documento toccare di proposito anche i punti riguardanti l'edu­ cazione familiare, scongiurava nel nome di Cristo i Pastori delle anime « di adoperare ogni mezzo, nelle istruzioni e nei catechismi, di viva voce e con gli scritti largamente divulgati, affinchè i genitori cristiani impa­ rino bene, e non solo genericamente, ma in particolare, i loro doveri intorno alla educazione religiosa, morale e civile dei figli, ei metodi più adatti — oltre l'esempio della loro vita — a raggiungere efficacemente tale scopo » . 1 2 Attraverso i l'astori delle anime il grande Pontefice indirizzava la sua esortazione ai genitori, padri e madri insieme; ma Noi crediamo pure 1 2 Cfr. Ps. 112, 9. Cfr. A. A. S., vol. XXII, 1930, pp. 73-74. Acta Pii Pp. XII 451 di corrispondere a quel desiderio del Nostro venerato Predecessore, ri­ serbando questa speciale udienza alle madri di famiglia e alle altre edu­ catrici dei fanciulli. Se la parola Nostra va a tutti, anche quando par­ liamo agli sposi novelli, Oi torna dolce in questa propizia occasione rivolgerci segnatamente a voi, dilette figlie, perchè nelle madri di fami­ glia — insieme con le pie ed esperte persone che le aiutano — Noi vediamo le prime e le più intime educatrici delle anime dei piccoli da crescere nella pietà e nella virtù. Noi non Ci tratterremo qui a ricordare la grandezza e la necessità di quest'opera di educazione nel focolare domestico, nè lo stretto obbligo per una madre di non sottrarvisi, di non compierlo a metà, di non atten­ dervi negligentemente. Parlando alle Nostre care figlie dell'Azione Cat­ tolica, Noi ben sappiamo che in quell'obbligo esse scorgono il primo dei loro doveri di madri cristiane e un ufficio, nel quale nessuno potrebbe pienamente sostituirle. Ma di un dovere non basta avere la coscienza e la volontà di adempirlo : bisogna inoltre mettersi in grado di adem­ pirlo bene. Necessità di seria preparazione per la difficile opera della educazione Ora — vedete cosa strana, che anche Pio XÍ lamentava nella sua En­ ciclica —-, mentre non verrebbe in mente a nessuno di farsi subito lì per lì, senza tirocinio nè preparazione, operaio meccanico o ingegnere, medico o avvocato, ogni giorno non pochi giovani uomini e giovani donne si spo­ sano e uniscono senza aver pensato un istante a prepararsi agli ardui doveri che li attendono nell'educazione dei figli. Eppure, se S. Gregorio Magno non dubitò di chiamare ogni governo delle anime ars artium, Parte delle a r t i , è certo arte malagevole e laboriosa quella di ben plasmare le anime dei fanciulli, anime tenere, cedevoli a deformarsi per una malcauta impressione o per un fallace incitamento, ànime tra le più difficili e le più delicate a guidarsi, sulle quali spesso, più che sulla cera, un'influenza funesta o una colpévole trascuratezza valgono a improntare indelebili e maligne tracce. Fortunati quei bimbi, che nella mamma tro­ vano presso la culla un secondo angelo custode per l'ispirazione e la via del bene! Mentre quindi Ci congratuliamo con voi per tutto quello che già felicemente avete operato, non potremmo se non con nuovo e più caldo incoraggiamento animarvi a sviluppare sempre più le belle istituzioni le quali, come la Settimana della madre, si adoperano efficacemente a for­ mare in ogni ordine e classe sociale educatrici che sentano l'altezza della 3 3 Regni, pastor, 1. I, c. 1; MIGNE, P. L., t. 77, col. 14. 452 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale loro missione, nell'animo e nel portamento guardinghe di fronte al male, sicure e sollecite verso il bene. In tale sentimento di donna e di madre sta tutta la dignità e la riverenza della fida compagna dell'uomo, la quale, come colonna, è il centro, il sostegno e il faro della dimora domestica ; onde la sua luce diviene esempio e modello in una parrocchia e si spande fin là, dove speciali convegni femminili alla lor volta se ne illuminano. Azione educatrice della madre durante la puerizia E una particolare e opportuna luce diffónde la vostra Unione di Azione Cattolica mediante le organizzazioni dell' Apostolato della culla e della Mater parvulorum, con le quali vi prendete cura di formare e di aiutare le giovani spose già avanti la nascita dei loro bambini e poi durante la prima infanzia. A somiglianza degli angeli, voi vi fate custodi della ma­ dre e della creatura che ella porta in grembo ; e, all'apparire del bimbo, vi accostate alla vagiente culla, e assistete una mamma, che del suo seno e dei suoi sorrisi alimenta nel corpo e nell'anima un angeletto del cielo. Alla donna è stata data da Dio la missione sacra e dolorosa, ma pure sor­ gente di purissima gioia, della maternità, e alla madre è, sopra ogni altro, affidata la educazione prima del fanciullo, nei primi mesi ed anni. Non parleremo delle occulte eredità trasmesse dai genitori ai figli, d'in­ flusso così considerevole nel futuro stampo del loro carattere; eredità che talvolta accusano la vita sregolata dei parenti, tanto gravemente responsabili da rendere col loro sangue forse ben difficile alla loro prole una vita veramente cristiana. O padri e madri, a cui la fede di Cristo santificò lo scambievole amore, preparate, già prima della nascita del bambino, il candore della atmosfera familiare, nella quale i suoi occhi e la sua anima si apriranno alla luce e alla vita; atmosfera che imprimerà il buon odore di Cristo su tutti i passi del suo progresso morale. Voi, o madri, le quali, perchè più sensitive, più anche teneramente amate, durante l'infanzia dei vostri bambini dovrete in ogni momento seguirli col vigile vostro sguardo, e vegliare sul loro crescere e sulla salute del loro piccolo corpo, perchè è carne della vostra carne e frutto delle intime vostre viscere. Pensate che quei fanciulli, col battesimo fatti per adozione figli di Dio, sono di Cristo i prediletti, i cui angeli sempre vedono la faccia del Padre celeste : anche voi nel custodirli, nell'invigorirli, nell'educarli, dovete essere altrettanti angeli, che nella vostra cura 4 5 G * Cfr. 8. Th., 1 p., q. 113, a. o ad 3. Cfr. Ioan., XVI, 21. Matth., XVIII, 10. 5 e Acta Pii Pp. XII 453 e vigilanza sempre mirate al cielo. Fin dalla culla avete da iniziarne la educazione non solo corporea, ma anche spirituale; perchè, se non li edu­ cate voi, essi medesimi prenderanno ad educarsi da sè, bene o male. Ri­ cordate che non pochi tratti anche morali, che vedete nell'adolescente e nell'uomo maturo, hanno realmente origine dalle forme e dalle circo­ stanze del primo incremento fisico nell'infanzia : abitudini puramente organiche, contratte da piccoli, più tardi diverranno forse un duro in­ tralcio alla vita spirituale di un'anima. Voi metterete dunque ogni studio acciocché le cure da voi prestate ai vostri bambini si accordino con le esigenze di una perfetta igiene, in modo da preparare in essi e rassodare, per il momento in cui si sveglierà il loro uso di ragione, facoltà corporee e organi sani, robusti, senza deviazioni di tendenze : ecco perchè è tanto da desiderarsi che, salvo il caso d'impossibilità, la madre nutrisca essa stessa il figlio del suo grembo. Chi può scandagliare le misteriose in­ fluenze che sul crescere di quella creaturina esercita la nutrice da cui nel suo sviluppo intieramente dipende? Non avete mai osservato quegli aperti occhietti interroganti, irreq uieti, che scorrono per mille oggetti fissandosi su questo o su quello, che se­ guono un moto o un gesto, che già palesano la gioia e la pena, la collera e la caparbietà e quegl'indizi di passioncelle che si annidano nel cuore umano, avanti ancora che le piccole labbra abbiano appreso ad articolare una parola ? Non ve ne meravigliate. Non si nasce — come hanno inse­ gnato certe scuole filosofiche — con le idee di una scienza innata nè coi sogni di un passato già vissuto. La mente di un bimbo è una pagina in cui nulla dal seno della madre è scritto : vi scriveranno le immagini e le idee delle cose, in mezzo alle quali viene a trovarsi, di ora in ora, dalla culla alla tomba, i suoi occhi e gli altri sensi esterni e interni, che attra­ verso la sua vita gli trasmettono la vita del mondo. Quindi un irresisti­ bile istinto del vero e del bene porta « l'anima semplicetta che sa nulla » sopra le cose sensibili ; e tutta questa sensibilità, tutte queste sensazioni infantili, per la cui via si vengono lentamente palesando e svegliando Fintellètto e la volontà, hanno bisogno di una educazione, di un ammae­ stramento, di un vigile indirizzo, indispensabile, aftinché non rimanga compromesso o deformato il destarsi normale e il retto avviarsi di così nobili facoltà spirituali. Sin d'allora il bambino, sotto uno sguardo amo­ revole, sotto una parola reggitrice, dovrà apprendere a non cedere a tutte le sue impressioni, a distinguere, col crescere dell'albore della sua ra­ gione, e dominare il variare delle sue sensazioni, a iniziare, in una pa7 Pwg., .16, 88 454 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale rola, sotto la guida e l'ammonimento materno, il cammino e l'opera della sua educazione. Studiate il bambino nella tenera età. Se lo conoscerete bene, lo edu­ cherete bene; non prenderete la sua natura a ritroso, a traverso ; saprete comprenderlo, cedere non fuori di tempo : non tutti sortiscono un'indole buona i figliuoli degli uomini ! Educazione dell'intelligenza Educate l'intelligenza dei vostri bambini. Non date loro false idee o false ragioni delle cose; non rispondete alle loro interrogazioni, quali che siano, con celie o con affermazioni non vere, cui la loro mente di rado si arrende; ma approfittatene per dirigere e sorreggere, con pazienza ed amore, il loro intelletto, il quale altro non brama che di aprirsi al pos­ sesso della verità e d'imparare a conquistarla coi passi ingenui del primo ragionare e riflettere. Chi saprà mai dire ciò che tante magnifiche intel­ ligenze umane debbono a queste lunghe e fiduciose domande e risposte di puerizia, alternate al focolare domestico? Educazione del carattere Educate il carattere dei vostri figli; attenuatene o correggetene i difetti, accrescetene e coltivatene le buone qualità, e coordinatele a quella fermezza che prelude alla saldezza dei propositi nel corso della vita. I bambini, col farsi più grandicelli, sentendo sopra di sè • a "mano a mano che cominceranno a pensare e volere, una volontà paterna e materna buona, schiva di violenza e di collera, costante e forte, non inclinata a debolezze o incoerenze, apprenderanno per tempo a vedere in èssa l'in­ terprete di una volontà più alta, quella di Dio, e i n tal guisa inseriranno e radicheranno nel loro animo quei potenti primi abiti morali, che forma­ no e sostengono un carattere, pronto a dominarsi nei più vari disagi e contrasti, intrepido a non indietreggiare nè davanti alla lotta nè in faccia al sacrificio, penetrato da un profondo sentimento del dovere cristiano. Educazione del cuore Educate il cuore. Quali destini, quali alterazioni, quali pericoli troppo spesso preparano nei cuori di crescenti fanciulli le beate ammirazioni e lodi, le malcaute sollecitudini, le sdolcinate condiscendènze di genitori accecati da un mal compreso amore, che avvezzano quei volubili cuoricini a vedere ogni cosa muoversi e gravitare intorno a sè, piegarsi alle loro vo­ glie e ai loro capricci, e innestano così in essi la radice di un egoismo sfre­ nato, di cui i genitori stessi saranno più tardi le prime vittime ! Castigo, non meno frequente che giusto, di quei calcoli egoistici, onde si rifiuta Acta Pii Pp, XII 455 a un figlio unico la gioia di piccoli fratelli, i quali, partecipando con lui all'amore materno, lo avrebbero stornato dal pensare solo a se stesso. Quante intime e potenti capacità di affetto, di bontà e di dedizione dor­ mono nel cuore del fanciullo ! Voi, ó madri, le desterete, le coltiverete, le dirigerete, le innalzerete verso chi deve santificarle, verso Gesù, verso Maria : la Madre celeste aprirà quel cuore alla pietà, gl'insegnerà con la preghiera a offrire al divino Amico dei piccoli i suoi candidi sacrifici e le sue innocenti vittorie, a sentire anche nella mano la compassione per i poveri e i miseri. Oh felice primavera della puerizia senza procelle nè venti! Educazione della volontà nel periodo dell'adolescenza Verrà però il giorno in cui questo cuore il fanciullo sentirà in sè de­ starsi nuovi impulsi, nuove inclinazioni cne turbano il bel cielo della prima età. In quel cimento, o madri, ricordatevi che educare il cuore è educare la volontà contro gli agguati del male e le insidie delle passioni : in quel passaggio dalla incosciente purezza dell'infanzia alla purezza cosciente e vittoriosa dell'adolescenza il vostro ufficio sarà capitale. Sta a voi il preparare i vostri figli e le vostre figlie a traversare con franchez­ za, come chi passa fra le serpi, quel periodo di crisi e di trasformazione fisica senza nulla perdere della letizia dell'innocenza, ma conservando quel naturale e particolare istinto del pudore, onde la Provvidenza volle circondata la loro fronte come di freno alle passioni troppo facili a fuor­ viarsi. Quel sentimento del pudore, soave fratello del sentimento religioso, nella sua spontanea verecondia, a cui poco si pensa oggidì, voi eviterete che vada loro smarrito nel vestito, nell'abbigliamento, nella familiarità poco decorosa, in spettacoli e rappresentazioni immorali ; voi lo rende­ rete invece sempre più delicato e vigilante, sincero e schietto. Voi terrete gli occhi aperti sopra i loro passi ; non lascerete che il candore delle loro ànime si macchi e si guasti al contatto di compagni già corrotti e corrut­ t o r i ; voi ispirerete loro alta stima e geloso amore della purezza, addi­ tandone loro per fida custode la materna protezione della Vergine Imma­ colata. Voi infine, con la vostra perspicacia di madri e di educatrici, gra­ zie alla fiduciosa apertura di cuore che avrete saputo infondere nei vostri figli, non mancherete di scrutare e discernere l'occasione e il momento, in cui certe ascose questioni presentatesi al loro spirito avranno originato nei loro sensi speciali turbamenti. Toccherà allora a voi per le vostre figlie, al padre per i vostri figli, — in quanto apparisca necessario, — di sollevare cautamente, delicatamente, il velo della verità, e dare loro ri­ sposta prudente, giusta e cristiana a quelle questioni e a quelle inquieACTA, vol. VIII, n. 1 2 . - 21-11-941. 3 3 456 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale tudini. Ricevute dalle vostre labbra di genitori cristiani, all'ora opportu­ na, nell'opportuna misura, con tutte le debite cautele, le rivelazioni sulle misteriose e mirabili leggi della vita saranno ascoltate con riverenza mista a gratitudine, illumineranno le loro anime con assai minor peri­ colo che se le apprendessero alla ventura, da torbidi incontri, da conver­ sazioni clandestine, alla scuola di compagni mal fidi e già troppo saputi, per via di occulte letture, tanto più pericolose e perniciose, quanto pili il segreto infiamma l'immaginazione ed eccita i sensi. Le vostre parole, se assennate e discrete, potranno divenire una salvaguardia e un avviso in mezzo alle tentazioni della corruzione che li circonda, « che saetta previsa vien più lenta » . 8 II potente ausilio della religione Ma in questa magnifica opera dell'educazione cristiana dei vostri figli e delle vostre figlie voi pur comprendete che la formazione domestica, per sapiente e intima che sia, non basta, ma deve essere resa compiuta e perfetta col potente ausilio della religione. Accanto al sacerdote, la cui paternità e autorità spirituale e pastorale sopra i vostri figli fin dal sacro fonte si pone al vostro fianco, voi dovete farvi cooperatori di lui in quei primi rudimenti di pietà e di catechismo ehe sono il fondamento di ogni solida educazione, e dei quali anche voi, primi maestri dei vostri bambini, conviene che possediate una bastevole e sicura conoscenza. Come potreste insegnare quel che ignorate'/Insegnate ad amare Dio, Gesù Cristo, la Chièsa, Madre nostra, i Pastori della Chiesa che vi guidano. Amate il catechismo e fatelo amare ai vostri bimbi : esso è il gran codice dell'amo­ re e del timore di Dio, della sapienza cristiana e della vita eterna. Validi cooperatori nella educazione dei figli Nella vostra opera educatrice, non mai ristretta a pochi lati, voi sen­ tirete inoltre il bisogno e l'obbligo di ricorrere ad altri aiutatori : sce­ glieteli cristiani come voi, e con tutta la cura che merita il tesoro che loro affidate : la fede, la purezza, la pietà dei vostri figli. Ma, eletti che li avrete, non reputatevi per ciò stesso libere e sciolte dai vostri doveri e dalla vostra vigilanza : voi dovrete collaborare con loro. Siano pure quan­ to volete eminenti educatori quei maestri e quelle maestre ; poco riusci­ ranno a fare per la formazione dei vostri figli, qualora voi non uniate alla loro azione la vostra. Che avverrebbe poi, se questa, in cambio di aiutare e confortare l'opera loro, venisse addirittura ad attraversarla e contra» Par., 17, ZT. Acta Pii Pp. XII 457 riarla? se le vostre debolezze, se i vostri partiti presi per un amore che non sarà se non lustra di meschino egoismo, distruggessero in casa ciò che è stato ben fatto alla scuola, al catechismo, nelle associazioni catto­ liche, per temprare il carattere e avviare la pietà dei vostri figli ? Ma — dirà forse qualche madre — i fanciulli di oggidì sono tanto difficili a dominarsi ! Con quel mio figlio, con quella mia figlia, non vi è nulla da fare, nulla si può ottenere. — È vero : a dodici o a quindici anni non pochi giovanetti e fanciulle si dimostrano intrattabili, ma per­ chè? Perchè a due o a tre anni tutto fu loro concesso e permesso, tutto menato buono. È vero : vi sono dei temperamenti ingrati e ribelli : ma pure quel piccolo, chiuso, testardo, insensibile, cessa per tali difetti di essere vostro figlio ? L'amereste voi meno dei suoi fratelli, se fosse in­ fermo o storpio? Dio vi ha affidato anche lui : guardatevi dal lasciarlo divenire il rifiuto della famiglia. Nessuno è così fiero che non si mitighi con le cure, con la pazienza, con l'amore ; e sarà ben raro il caso che in quel terreno sassoso e silvestre voi non riusciate a far nascere qualche fiore di sommissione e di-virtù, purché con rigori parziali e irragionevoli non rischiate di scoraggiare in quella piccola anima altera il fondo di buona volontà in essa nascosta. Voi snaturereste tutta l'educazione dei vostri figli, se mai scoprissero in voi (e Dio sa se hanno occhi da tanto !) predilezioni tra fratelli, preferenze in favori, antipatie verso Puno o l'altro : al bene vostro e della famiglia fa d'uopo che tutti sentano, che tutti vedano, nelle vostre ponderate severità, come nei vostri dolci inco­ raggiamenti e nelle vostre carezze, un amore uguale, che non fa distin­ zione fra loro se non nel correggere il male e nel promovere il bene ; non li avete voi tutti ugualmente ricevuti da Dio? Le educatrici al fianco delle madri cristiane A voi, o madri delle famiglie cristiane, la Nostra parola si è particolar­ mente rivolta ; ma insieme con voi vediamo oggi intorno a noi una corona di religiose, di maestre, di delegate, di apostole, di custodi, di assistenti, le quali alla educazione e alla rieducazione della fanciullezza consacrano ogni loro fatica e travaglio ; non sono madri per sangue di natura, ma per impulso di amore verso la prima età, tanto diletta a Cristo e alla sua Sposa, la Chiesa. Sì ; anche voi, che vi fate educatrici al fianco delle madri cristiane, siete madri, perchè avete un cuore di madre, e in esso palpita la fiamma della carità che lo Spirito Santo diffonde nei vostri cuori. In questa carità, che è la carità di Cristo che vi urge a bene, voi trovate la luce, il conforto e il programma vostro, che vi avvicina alle madri, ai 488 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale padri e ai loro figli ; e di così vivaci rampolli della società, speranze dei genitori e della Chiesa, voi fate una più grande famiglia di venti, di cento, di mille e mille bimbi e fanciulli, dei quali più altamente educate l'intelligenza, il carattere e il cuore, elevandoli in quell'aura spirituale e mo­ rale, dove splendono con la letizia dell'innocenza la fede in Dio e la rive­ renza verso le cose sante, la pietà verso i parenti e verso la patria. La lode e la gratitudine Nostra insieme con la riconoscenza delle madri vanno a voi. Educatrici com'esse, le emulate e precedete nelle vostre scuole, nei vostri asili e collegi, nelle vostre associazioni ; sorelle di una maternità spirituale cui coronano i gigli. Conclusione Quale missione incomparabile, e ai nostri tempi irta di gravi ostacoli e difficoltà, o madri cristiane e dilette figlie, — quante vi affaticate nel coltivare i crescenti virgulti dei familiari olivi, — è quella di cui Noi abbiamo appena in qualche punto sfiorato la bellezza ! Come grandeggia al Nostro pensiero una madre f ra le mura domestiche, da Dio destinata presso una culla, nutrice ed educatrice dei suoi bimbi ! Stupite della sua operosità, che pure si sarebbe tentati di stimare non bastevole al bisogno, se la onnipotente grazia divina non la fiancheggiasse per illuminarla, dirigerla, sostenerla nell'ansia e nella fatica quotidiana ; se a collaborare con lei nella formazione di quelle anime giovanili non ispirasse e chia­ masse altre educatrici di un cuore e di un'azione che ne emulino l'affètto. Mentre pertanto imploriamo dal Signore che colmi voi tutte della so­ vrabbondanza dei suoi favori e accresca la multiforme opera vostra a pro di ogni fanciullezza a voi affidata, vi accordiamo di cuore, pegno delle più elette grazie celesti, la nostra paterna Apostolica Benedizione. Sacra Congregatio Consistorialis 459 ACTA SS. CONGREGATIONUM SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS PROVISIO ECCLESIARUM Ssmus Dominus Noster Pius, divina Providentia Papa XII, succes­ sivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae se­ quuntur Ecclesias de novo Pastore providere dignatus est, nimirum: die SI Octobris 191^1. — Metropolitanae Ecclesiae Toletanae praefecit Exc. P. D. Henricum Pia y Deniel, hactenus Episcopum Salmantinum. die S Novembris. — Cathedrali Ecclesiae Silvae Portuensi R. P; An­ tonium Ildephonsum dos Santos Silva, Ordinis S. Benedicti. die 8 Novembris. — Titulari episcopali Ecclesiae Limnensi Exc. P. D. Andream Arcoverde de Albuquerque Cavalcanti, hactenus Episcopum Taubatensem. SACRA CONGREGATIO PRO ECCLESIA ORIENTALI PROVISIO ECCLESIAE Ssmus D. N. Pius div. Prov. Papa XII, decreto S. Congregationis pro Ecclesia Orientali die 14 mensis Iunii anno 1941 dato, titulari me­ tropolitanae Ecclesiae Nazarenae praefecit Exc. P. D. Paulum Auad, hactenus archiepiscopum titularem Chalcidensem in Syria. 460 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale SACRA CONGREGATIO RITUUM S. THOMAE DE MELIAPOR CANONIZATIONIS B. IOANNIS DE BRITTO MARTYRIS, SACERDOTIS PROFESSI SOCIE­ TATIS IESU. SUPER DUBIO An, stante approbatione duorum miraculorum post indultam ab Apo­ stolica Sede venerationem, Tuto procedi possit ad sollemnem eiusdem Beati Canonizationem. Singulari benevolentia Deus nonnullos populos est prosecutus, eos non solum mature ad fidem vocando, sed et in ministros eiusdem fidei apud ethnicos propagandae eligendo. Perbelle, Tu, Beatissime Pater, in epistula encyclica elapso anno data ad Patriarcham Ulyssiponensem ceterosque Archiepiscopos atque Episcopos Lusitanae ditionis : « Quae quidem catholica fides, scribis, ut vitalem quodammodo umorem prae­ buit, qui Lusitanorum Nationem inde ab originibus aluit, ita, si non unica, at praecipua saltem, vis ac virtus extitit, quae patriam vestram ad suae fastigium gloriae evexit, eamque religionis propagantem imperiique fines, et omnibus humanitatis ornamentis excultam reddidit et de Sacris Missionalium inceptis optime meritam» (A. A. S., 1940, p. 250). Quocumque enim Lusitani exploratores appellebant, Evangelii praeco­ nes accedebant simul; pluresque suo sanguine fidem, quam praedicaverant, obsignaverunt. Quos inter, omissis antiquis Martyribus, post recentiores Martyres Lusitanos e Societate Iesu — Beatos Ignatium de Azevedo eiusque So­ cios, Beatos Franciscum Pacheco aliosque bene multos Martyres Iaponiae — novum Lusitanae gentis insigne decus effulget B-. Ioannes de Britto, ex eadem Societate Iesu, quem item, in memorata Epistula En­ cyclica, Tu, Beatissime Pater, singulari praeconio merito extulisti. Et sane, e nobilissimo genere, Ulyssipone die primo Martii a. 1647 natus, inter regios ephebos puer fuit adlectus, quo honorifico munere, postquam S. Francisci Xaverii ope a mortali morbo evasit, se abdicavit, sui caelestis patroni vestigia pressurus. Quare quindecim annos natus ad Societatem Iesu advolavit, in qua Sacra Congregatio Rituum 461 missionalis vocatio vividior est facta. Impedimentis omnibus fortiter remotis, anno 1673, Sacerdotio iam auctus, ad Indiam perrexit. Madurensi missioni praepositus, tenuiorum saluti impigre se impendit superimpenditque. Quod indigne ferens humani generis nostis crudelem insectationem commovit. Atrocibus cruciatus tormentis, Beatus in eo erat ut morti traderetur, quum liber evasit. Ulyssiponem a. 1688, uti Missio­ nis procuratorem, r eversum, eius Mater potius Christi martyrem vene­ rata est, quam filium carissimum amplexata. Ad dilectam missionem, biennio post, ipse rediit. Die vero 4 Februarii a. 1693 capite truncatus ad caelestia regna transivit. Gloriosum Christi martyrem Pius Papa IX fel. rec. die 21 Augusti anno 1853 Beatorum gloria auxit. Resumpta Canonizationis Causa, duo miracula a Deo per Beati intercessionem fuisse patrata die 30 Iunii hoc anno Sacra Rituum Congregatio, Te approbante, agnovit. Ad omnium actorum complementum, quae iuxta sacros Canones ab hac Sacra Congregatione sunt pertractanda, ut ad Canonizationem fas sit deveniri, nil restabat nisi ut dubium discuteretur : An, stante duo­ rum miraculorum approbatione post indultam eidem Beato veneratio­ nem, Tuto procedi possit ad sollemnem eiusdem Canonizationem. Porro dubium hoc, in Generalibus sacrae huius Congregationis comitiis die 15 Iulii mensis coadunatis, subscriptis Cardinalis S. R. C. Praefectus Cau^saeque Relator proposuit, cui unanimi affirmativo suffragio Revihi Car­ dinales, Officiales Praelati, Patresque Consultores responderunt; Bea­ tissimus vero Pater suam mentem aperire procrastinavit, ut divinum in­ terim imploraret lumen. Sollemnem itaque diem hunc selegit, Beatissi­ mae Virginis, Martyrum Reginae, triumphali in caelos ingressui conse­ cratum, ut suam ederet sententiam. Quare subscriptum Cardinalem, R. P. Salvatorem Natucci, Fidei Promotorem generalem meque Secretarium arcessiri iussit; sacrosancta autem Eucharistica hostia litata, decrevit : Tuto procedi posse ad B. Ioannis de Britto Canonizationem. Atque ita post Fructuosum Bracharensem Episcopum, post Anto­ nium illum thaumaturgum, cuius laus in tota Ecclesia longe lateque praedicatur, post Elisabettiani Reginam, pacis sequestrem, cuius cano­ nizatio ante tria saecula ab Urbano P p . V I I I sollemni admodum pompa est celebrata, nova gloriae corona nobilissima Lusitaniae Natio redimietur : quin immo ad supremos item altarium honores, ut est in votis, ma­ gnus quoque ille suae gentis heros et pater B. Nonius Alvarez Pereira, cuius causae reassumptionem haec sacra Congregatio, nuper decernere existimavit, properare videtur. 462 Hoc autem decretum publici iuris fieri atque in acta Sacrae Rituum Congregationis Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 15 Augusti, in festo Assumptionis B. M. V., anno Domini 1941. £B C. Card. SALOTTI, Ep. Praen., Praefectus. L.£& S. A. Carinci, Secretarius. II • -.- M NEAPOLITANA S E U LYCTEN. CANONIZATIONIS B, BERNARDINI REALINO CONFESSORIS, SACERDOTIS PROFESSI SO­ CIETATIS IESU. SUPER DUBIO An, stante duorum miraculorum approbatione post indultam eidem Beato ab Apostolica Sede venerationem, Tuto procedi possit ad sol­ lemnem ipsius Canonizationem. Eleganti divinae Providentiae consilio factum est ut, dum -quartum saeculum a Societate Iesu condita volvitur, duo eiusdem Societatis in­ signes viri, beatificationis gloria iam honestati, ad supremum canoniza­ tionis fastigium, uti ex decretis quae hodie promulgantur constat, Tuto pr operare videantur. > Hi enim Ignatiano spiritu perfecte imbuti, non solum animarum sua­ rum salutem, virtutum omnium exercitio operam navando, sed proxi­ morum quoque salutem impense procurando, nostratum B. Bernardi­ nus Realino, ethnicorum B. Ioannes de Britto, alter sacerdotalibus mu­ neribus longo annorum curriculo indefesse operam dando, alter prae­ terea pro Christo sanguinem effundendo, sic sunt consecuti, ut maiorem Dei gloriam magnifice sint operati. Decretum hoc B. Bernardinum Reatino respicit. Carpi in Aemilia nobili loco die 1 Decembris anno 1530 natus, ma­ tris diligentia in pietate adolevit. Iuris doctor creatus, advocati munia adeo sollers implevit, ut mature magistratus gerendi munus ei fuerit concreditum, quo summa cum laude populique bono functus est. Nea­ poli intimo divino impulsu, Beataeque Virginis invitatione et ductu, ma­ gistratui, opibus mundanisque oblectamentis humilem Christi sequelam anno 1564, ad Societatem Iesu advolàndo, praeposuit. Anno 1567 Sacerdotio inauguratus, a S. Francisco Borgia, Generali Praeposito, tironibus pietatis magister datus est. Septem post annos Ly- Sacra Congregatio 4öS liituum ciam, ut novam Societatis domum constitueret, fuit missus; ibique ultra quadraginta annos, ad mortem usque est moratus. Verbo, exemplo, indefatigabili labore, quibus Deus miraculorum charisma magnifice superaddidit, tantos animarum manipulos colligere ei datum fuit, ut Lycien­ sis civitas, a nefandis quoque moribus purgata, ad Christianam vitam ve­ luti renasci visa fuerit. Morientem senem Magistratus, populi votum ex ofiicio exprimens, enixe est adprecatus ut civitatis apud Deum patrocinium susciperet at­ que exerceret. Die 2 Iulii a. 1616 lectissimam animam Deo reddidit. Ordinaria auctoritate super sanctitatis fama quattuor annis post Servi Dei obitum processus incepit. Causa apud Apostolicam sedem anno 1620 fuit delata. Heroicis virtutibus miraculisque approbatis, Leo XIII fel. rec. die 12 Ianuarii a. 1896 Beatificationis honores ei concessit. Resumpta anno 1902 Causa, servatisque servandis, duo miracula, die 30 Iunii mensis nuper elapsi, approbata fuere. Ut autem authentice omnia quae a iure, ut ad Canonizationem pro­ cedi queat, postulantur, servata fuisse constet, in Generali, Congregatione coram Pontifice dubium erat discutiendum : An, stante approbatione duo­ rum miraculorum post indultam Eidem Beato ab Apostolica Sede vene­ rationem, Tuto procedi possit ad, sollemnem eiusdem Canonizationem. Porro dubium hoc a subscripto Cardinali Praefecto Causaeque Ponente, in Generali Congregatione coram Ssmo D. N. die 15 Iulii habita, propo­ situm fuit, cui Revmi Cardinales, Officiales Praelati Patresque Consul­ tores unanimi suffragio Affirmative responderunt. Beatissimus vero Pater suam aperire mentem ad hanc diem distulit, Sanctissimae Dei Genitrici in Caelum Assumptae dicatam, ferventes in­ terim preces effundens, ut divinum beneplacitum sibi innotesceret. Quocirca subscripto Cardinali, R. P. Salvatore Natucci, Fidei Pro­ motore generali meque Secretario arcessitis, Sacrosancto Missae sacrifi­ cio religiosissime oblato, edixit, Tuto procedi posse ad sollemnem Beati Bernardini Realino Canonizationem. Hoc autem decretum publicari, atque inter Sacrae Rituum Congre­ gationis acta referri mandavit. Datum Romae, die 15 Augusti, in festo Assumptionis B. M. V., anno Domini 1941. £g C. Card. SALOTTI, Ep. Praen., Praefectus. A, Carinci, Secretarius:. 464 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale ACTA TRIBUNALIUM SACRA ROMANA ROTA Citatio edictalis PATAVINA NULLITATIS MATRIMONII (QUERENNI-BRUZZO) In causa de qua supra, citamus D. Ioseph Bruzzo, reum conventum, ad comparendum sive per se, sive per Procuratorem legitime constitu­ tum, in sede Tribunalis S. B. Rotae (Roma, Palazzo della Gancelleria) die 7 Ianuarii 1942, hora 10, ad concordandum de dubio disputando, vel infrascripto subscribendum, et ad diem designandam, qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione : 1) An constet de matrimonii nullitate in casu; 2) et quatenus negative : An consilium praestandum sit Ssmo pro dispensatione super matrimonio rato et non consummato. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Ioseph Bruzzo curare debent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Caesar Pecorari, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 7 Novembris 1941. Ioannes M. Pinna, Notarius. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de M. Joseph Bruzzo, dé fendeur en cette cause, nous le citons à comparaître, par propre personne ou par un procureur légitimement constitué, au siège du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 7 janvier 1942, à 10 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessus rapporté, et fixer le jour de la décision de la cause devant la Rote. Gonste-t-il de la nullité du mariage dans le cast ou : Doit-on interroger le Saint-Père pour la dispense super rato et non con­ summato dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curés, les prêtres, les fidèles ayant connais­ sance du lieu de la résidence du dit M. Joseph Bruzzo, devront, dans la me­ sure du possible, Pavertir de la présente citation. 46b ACTA OFFICIORUM PONTIFICIA COMMISSIO DE RE BIBLICA LITTERAE AD EXCMOS P P . DD. ARCHIEPISCOPOS ET EPISCOPOS ITALIAE Roma, 20 agosto 1941 Eccellenza Reverendissima, Consta alla Pontifìcia Commissione per gli Studi Biblici che, setti­ mane or sono, venne spedito agli Emi Membri del Sacro Collegio, agli Eccmi Ordinari d'Italia e ad alcuni Superiori Generali di Ordini Re­ ligiosi un opuscolo anonimo intitolato : Un gravissimo pericolo per la Chiesa e per le anime. Il sistema critico-scientifico nello studio e nell'interpretazione della Sacra Scrittura, le sue deviazioni funeste e le sue aberrazioni (48 pagine in-8°). L'opuscolo reca in testa l'iscrizione : « Vale come manoscritto. Ri­ servati ssim a di coscienza». Ma di fatto, con patente contradizione, fu spedito attraverso tutta la Penisola in buste aperte. Inoltre al fondo dell'ultima pagina ha la dichiarazione : « Copia conforme dell'esposto presentato al Santo Padre Pio XII)). Poiché è verissimo questo, non occorre altro a dimostrare la sconvenienza, — e l'Eccellenza Vostra Reverendissima l'avrà sicuramente rilevata subito =— di spedire contemporaneamente a Sua Santità ed a molte persone eccle­ siastiche un documento scritto con l'intento di presentarlo all'esame del Sommo Pontefice. I due semplici fatti bastano a dimostrare quanto l'autore dell'opuKCOIO, chiunque sia, manchi di giudizio, di prudenza e di riverenza, e po­ trebbero dispensare da altri rilievi. Tuttavia, nel timore che certe accuse o insinuazioni possano turbare qualche Pastore e distoglierlo dal pro­ posito di procurare ai suoi futuri sacerdoti quel sano e giusto insegna­ mento della Sacra Scrittura, che sta grandemente a cuore del Sommo Pontefice, gli Emi Padri componenti la Pontificia Commissione per gli Studi Biblici, convenuti in adunanza plenaria per l'esame del caso, hanno deciso di sottoporre alla benevola attenzione dell'Eccellenza Vo­ stra Revma le seguenti considerazioni. 466 L'opuscolo vuole essere una difesa di una certa esegesi detta di me­ ditazione; ma è soprattutto una virulenta accusa dello studio scienti­ fico delle Sacre Scritture: esame filologico, storico, archeologico, ecc. della Bibbia altro non sono che razionalismo, naturalismo, modernismo, scetticismo, ateismo, ecc. ; a capir bene la Bibbia, bisogna lasciare libero corso allo spirito, quasi che ognuno fosse in personale comunione con la divina Sapienza, e ricevesse dallo Spirito Santo speciali lumi individuali, come pretesero i primitivi protestanti. Perciò l'anonimo con estrema violenza attacca persone ed istituti scientifici pontifici ; denigra lo spirito degli studi biblici scientifici, « spirito maledetto di orgoglio, di presunzione e di superficialità, palliata da accigliata indagine e da ipocrita scrupolosità della lettera » (pag. 40); disprezza l'erudizione, 10 studio delle lingue orientali e delle altre scienze ausiliarie, e trascorre a. gravi errori circa i principi fondamentali dell'ermeneutica cattolica consentanei alla nozione teologica della ispirazione biblica, miscono^ scendo la dottrina dei sensi delle Sacre Scritture, e trattando con somma leggerezza il senso letterale e la sua accurata indagine; da ultimò^ come se ignorasse la storia dei testi originali e delle versioni antiche, nonché la natura e l'importanza della critica testuale, propugna una falsa teoria sull'autenticità della Volgata. Poiché sarebbe fuor di luogo, e poco riverente verso Pastori e Mae­ stri della Chiesa, ritornare sopra le nozioni primordiali dell'ispirazione e dell'ermeneutica biblica, basti porre di fronte alle pretese dell'anò­ nimo qualcuna delle pili recenti disposizioni della Santa Sede sullo studio scientifico della Sacra Scrittura, da Leone XIII in poi. 1. Del senso letterale. — L'anonimo benché .affermi pro forma che 11 senso letterale è la « base dell'interpretazione biblica » (pag. 6), di f atto preconizza una esegesi assolutamente soggettiva e allegorica, giusta l'ispirazione personale o piuttosto secondo la fantasia più o meno vi­ vace e feconda di ognuno. Ora se è proposizione di fede da tenersi per principio fondamentale, che la Sacra Scrittura contiene, oltre al senso letterale, un senso spirituale o tipico, come ci è insegnato dalla pratica di Nòstro Signore e degli Apostoli, tuttavia non ogni sentenza o rac­ conto contiene un senso tipico, e fu un eccesso grave della scuola ales­ sandrina di voler trovare dappertutto un senso simbolico, anche a danno del senso letterale e storico. Il senso spirituale o tipico, oltre che fon­ darsi sopra il senso letterale, deve provarsi sia dall'uso di Nostro Si­ gnore, degli Apostoli o degli scrittori ispirati, sia dall'uso tradizionale dei Santi Padri e della Chiesa, specialmente nella sacra liturgia, perchè Commissio Pontificia de re m Biblica «lex orandi, lex credendi». Un'applicazione più larga dei testi sacri potrà bensì giustificarsi collo scopo dell'edificazione in omilie ed in opere ascetiche; ma il senso risultante anche dalle accomodazioni più felici, quando non sia comprovato com'è detto sopra, non si può dire veramente e strettamente senso della Bibbia nè che fu da Dio ispirato all'agiografo. Invece l'anonimo, che non fa veruna di queste distinzioni elemen­ tari, vuole imporre le elucubrazioni della sua fantasia come senso della Bibbia, come « vere comunioni spirituali della sapienza del Signore »' (pag. 45), e misconoscendo la capitale importanza del senso letterale, calunnia gli esegeti cattolici di considerare « solo il senso letterale » e di considerarlo « a modo umano, prendendolo solo materialmente, per quello che suonano le parole » (pag. 11), anzi di' essere « ossessionati dal senso letterale della Scrittura» (pag. 46). Egli rigetta in tal modo la regola d'oro dei dottori della Chiesa, così chiaramente formulata dal1'Aquinate : « Omnes sensus fundantur super unum, scilicet litteralem^ ex quo solo potest trahi argumentum » (I , q. 1, 10 ad l ) ; regola che i Sommi Pontefici sancirono e consecrarono quando prescrissero che, prima di tutto, si cerchi con ogni cura il senso letterale. Così per es. Leone XIII nella Enciclica Providentissimus Deus : « Propterea cum studio perpendendi quid ipsa verba valeant, quid consecutio rerum velit, quid locorum similitudo aut talia cetera, externa quoque appositae eru­ ditionis illustratio societur » (Ench. Bibl., n. 92), e più avanti : « Praeceptioni illi, ab Augustino sapienter propositae, religiose obsequatur (exégeta), videlicet a litterali et veluti obvio sensu minime discedendum, nisi qua eum vel ratio tenere prohibeat vel necessitas cogat di­ mittere » {Ench. Bibl., n. 97). Così pure Benedetto XV nell'Enciclica Spiritus Paraclitus: « Ipsa Scripturae verba perdiligentër considere­ mus, ut certo constet quidnam sacer scriptor dixerit », (Ench. Bibl., n, 498); dove, illustrando l'esempio e i principi esegetici del «Doctor maximus in exponendis Sacris Scripturis», S. Girolamo, il quale «lit­ terali seu historica significatione in tuto collocata, interiores altio­ resque rimatur sensus, ut exquisitiore epulo spiritum pascat » (Ench. Bibl., n. 499), raccomanda che gli esegeti a modeste temperateque e litterali sententia ad altiora exsurgant » (Ench. Bibl., n. 499). Am­ bedue finalmente i Sommi Pontefici, Leone XIII e Benedetto XV, in­ sìstono, con le stesse parole di S. Girolamo, sul dovere dell'esegeta : « commentatoris officium esse, non quid ipse velit sed quid sentiat ille, quem interpretatur, exponere» (Ench. Bibl., n. 91 et 500). a u m 468 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale 2. Dell'uso della Volgata. — Anche più palpabile è l'errore dell'anò­ nimo circa il senso e l'estensione del decreto Tridentino sull'uso della Volgata latina. Il Concilio Tridentino, contro la confusione cagionata dalle nuove traduzioni in latino e in vernacolo allora propalate, volle sancito l'uso pubblico, nella Chiesa Occidentale, della versione latina comune giustificandolo dall'uso secolare fattone dalla Chiesa stessa, ma non pensò per nulla menomare l'autorità delle versioni antiche ado­ perate nelle Chiese Orientali, di quella segnatamente dei LXX usata dagli stessi Apostoli, e meno ancora l'autorità dei testi originali, e resistette ad una parte dei Padri, che volevano l'uso esclusivo della Volgata come sola autorevole. Ora l'anonimo sentenzia che in virtù del decreto Tridentino si possiede nella versione latina un testo dichiarato superiore a tutti gli altri, rimprovera agli esegeti di voler interpretare la Volgata coll'aiuto degli originali e delle altre versioni antiche. Per lui il decreto dà la « certezza del Sacro Testo », così che la Chiesa non ha bisogno di « ancora ricercare l'autentica lettera di Dio » (pag. 7), e ciò non soltanto in rebus fidei et morum, ma in tutti i rispetti (anche, letterari, geografici, cronologici, ecc.). La Chiesa con quel decreto ci ha dato « il Testo autentico e ufficiale, dal quale non è Recito disco­ starsi » (pag. 6), e fare la critica testuale è un «mutilare la Sacra Scrittura» (pag. 8), è un « sostituirsi con presunzione alla sua autorità [della Chiesa), che sola può presentarci un testo autentico, e sola ce lo presenta difatti col citato Decreto del Concilio di Trento » (pag. 28) : ogni operazione critica circa il testo biblico, quale viene presentato nella Volgata, è « il libero esame, anzi il farnetico esame personale, sostituito all'Autorità della Chiesa » (pag. 9). Ebbene tale pretesa non è soltanto contro il senso comune, il quale non accetterà mai che una versione possa essere superiore al testo ori­ ginale, ma è anche contro la mente dei Padri del Concilio, quale appare dagli A t t i ; il Concilio anzi fu consapevole della necessità di una revi­ sione e correzione della Volgata medesima, e ne rimise l'esecuzione ai Sommi Pontefici, i quali la fecero, come fecero, secondo la mente dei più autorevoli collaboratori del Concilio stesso, un'edizione corretta dei LXX (sotto Sisto V), e poi ordinarono quella del Vecchio Testamento ebraico e del Nuovo Testamento greco, incaricandone commissioni appo­ site. Ed è apertamente contro il precetto dell'Enciclica Providentissi­ mus : « Neque tamen non sua habenda erit ratio reliquarum versionum) quas christiana laudavit usurpavitque antiquitas, maxime codicum primigeniorum » (Ench. BibL, n. 91). Insomma il Concilio Tridentino dichiarò « autentica » la Volgata in Commissio Pontificia de re Biblica 469 sènso giuridico, cioè riguardo alla «vis probativa in rebus fidei et mo­ rum », ma non escluse affatto possibili divergenze dal testo originale e dalle antiche versioni, come ogni buon libro d'Introduzione Biblica espone chiaramente secondo gli Atti del Concilio medesimo. 3. Della crìtica testuale. — Con l'idea, sopra esposta, del valore, pres­ soché unico, della Volgata, e minimo o quasi nullo dei testi originali e delle altre versioni antiche, non fa meraviglia che l'anonimo neghi la necessità e l'utilità della critica testuale, non ostante che le recenti scoperte di testi preziosissimi abbiano confermato il contrario. Poiché « è la Chiesa che ci presenta e garantisce il Testo Sacro » (pag. 10), fare della critica testuale è « trattare il Libro divino come un libro umano» (pag. 23), e l'unico uso che si può fare del testo originale e delle antiche versioni è di consultarli « in qualche difficoltà da illumi­ nare » (pag. 6); il testo greco non può « far fede » contro un altro testo e <( contro lo stesso testo ufficiale della Chiesa » (pag. 8), e « non si possono in n e s s u n m o d o espungere... dal Testo, non solo della Chiesa (=Vol­ gata), ma da quello originale, interi tratti o interi versetti» (pag. 7), dunque nemmeno se assenti dalla primitiva tradizione di esso e penetra­ tivi dipoi; tentare di stabilire il Sacro Testo con mezzi critici è un «massacrare» la Bibbia (pag. 9). Indi le parecchie pagine dell'opu­ scolo, piene di invettive contro il « criticismo scientifico », « natura­ lismo », « modernismo ». Che la scienza biblica cattolica, dai tempi di Origene e di S. Giro­ lamo fin alla « Commissione per la revisione ed emendazione della Vol­ gata », istituita proprio dal Papa dell'Enciclica Pascendi, si sia affa­ ticata a stabilire la forma più pura possibile del testo originale e delle versioni, compresa (per non dire anzitutto) la Volgata ; che Leone XIII fortemente raccomandi: « Artis criticae disciplinam, quippe percipien­ dae penitus hagiographorum sententiae p e r u t i l e m , Nobis v e h e m e n t e r probantibus, nostri excolant. Hanc ipsam facultatem, adhibita loco ope heterodoxorum, Nobis non repugnantibus, iidem exacuant» (Litt. Apost. Vigilantiae, Ench. Bibl., n. 135) ; che la Pontificia Com­ missione Biblica abbia risposto che, nel Pentateuco (e « servatis ser­ vandis» anche in altri libri biblici: cf. il decreto De Psalmis, Ench. Bibl., n. 345) si possa ammettere « tam longo saeculorum decursu non­ nullas... modificationes obvenisse, uti : additamenta post Moysi mor­ tem vel ab auctore inspirato apposita, vel glossas et explicationes textui intèriectas; vocabula quaedam et formas e sermone antiquato in ser­ monem recentiorem translatas: mendosas demum lectiones vitio ama- 470 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale nuensium adscribendas, de quibus fas sit ad normas artis criticae disquirere et iudicare » (Decr. De Mosaica authentia Pentateuchi, d. d. 27 iunii 1906, Ench. Bibl., n. 177) ; che il S. Offizio abbia permesso e permetta agli esegeti cattolici di discutere la questione del Gomma Ioanneum e, « argumentis hinc inde accurate perpensis, cum ea, quam rei gravitas requirit, moderatione et temperantia, in sententiam genuinitati contra­ riam inclinare » (Declaratio S. Officii, d. d. 2 iunii 1927, Ench. Bibl., n. 121) : tutto questo dimentica o dissimula l'autore dell'opuscolo per rendere oggetto di orrore l'opera degli esegeti cattolici, i quali, fedeli alle tradizioni cattoliche ed alle norme inculcate dalla suprema auto­ rità ecclesiastica, provano, col fatto medesimo dei loro austeri e pe­ nosi lavori dì critica testuale, in quanta venerazione tengano il Testo Baerò. 4. Dello studio delle lingue orientali e delle scienze ausiliarie. — Muovono a commiserazione ed insieme a indignazione la leggerezza e l'arroganza incredibile, con cui l'anonimo ne parla. « L'Ebraico, il Si­ riaco, l'Aramaico » sarebbero soltanto materia di orgoglio degli « scien­ tifici » (pag. 4), « sfoggio dell'erudizione » (pag. 14), « l'orientalismo s'è mutato in vero feticismo », e « la sapienza orientalista modèrna è spesse volte discutibilissima» (pag. 46). Tanto disprezzo, nato fatto per alie­ nare gli spiriti dal duro studio e per fomentare la leggerezza e la disin­ voltura nel trattamento dei libri divini, col risultato inevitabile di smi­ nuire la riverenza somma e la totale soggezione dovute ad essi ed il salutare timore di farne un uso meno conveniente, è in pieno contrasto con la tradizione della Chiesa, la quale, dai tempi di S. Girolamo fin ai nostri, ha favorito lo studio delle lingue orientali, sapendo che « Sa­ crae Scripturae magistris n e c e s s e e s t ... eas linguas cognitas ha­ bere, quibus libri canonici sunt primitus ab hagiographis exarati» (Leone XIII, Enciclica Providentissimus Deus, Ench. Bibl., n. 103), e raccomandato « ut òmnibus in Academiis ... de ceteris item antiquis linguis, maxime semiticis, deque congruente cuhi illis eruditione, sint magisteria» (ibid.), ed esorta a curare, «ut minore in pretio ne sit apud nos quam apud externos, linguarum veterum orientalium scientia » (Leone XIII, Litt. Apost. Vigilantiae, Ench. Bibl., n. 133). L'anonimo dimentica che lo studio delle lingue bibliche, del greco e dell'ebraico, raccomandato da Leone XIII per le Accademie teologiche, vi è stato reso obbligatorio da Pio X (Ench. Bibl., n. 171), e che tal legge è ripor­ tata nella costituzione Deus scientiarum Dominus (art. 33-34 ; Ordina­ tiones, art. 21, 1). ' ' ••'•}• - Commissio Pontificia de re 471 Biblica Naturalmente lo studio delle lingue orientali e delle scienze ausi­ liarie non è, per gli e s e g e t i , fine a se stesso, ma ordinato all'intelli­ genza ed esposizione precisa e chiara della parola divina, affinchè se ne alimenti al possibile la vita spirituale. In tale senso, e non per una gretta pedanteria nè per una mal celata diffidenza contro l'intelligenza spirituale, si raccomanda ed inculca la ricerca del senso letterale coi sussidi della filologia e della critica, e si disapproverebbe chi se ne valesse con eccesso, ed esclusivamente, peggio sé abusivamente, quasi non fosse divino il libro. Ma allo stesso tempo non si può permettere che col pretesto dell'abuso si attenti di rendere sospetto e di togliere l'uso dei veri principi esegetici: «abusus non tollit usum». All'opuscolo l'autore ha aggiunto quattro pagine col titolo «Con­ ferme tratte dall'Enciclica Pascendo », come a porre la sua sciagu­ rata impresa sotto il patronato del santo Pontefice Pio X. Accorgi­ mento infelice, perchè, se P insegnamento della Sacra Scrittura ebbe da Leone XIII nell'Enciclica Providentissimus Deus la Magna charta, che richiamava sull'importantissimo soggetto l'attenzione della Chiesa intera, fu Pio X che diede, di propria personale iniziativa, l'assetto defi­ nitivo a quelPlnsegnamento, specialmente in Roma ed in Italia; avendo egli, nella sua esperienza di Vescovo, osservato da vicino e le deficienze dell'insegnamento biblico e gli effetti disastrosi che ne derivavano. Cominciò difatti coll'istituire, soltanto pochi mesi dopo l'elezione, il 23 febbraio 1904, i gradi di licenza e laurea in Sacra Scrittura, ben sapendo che la creazione di titoli speciali era mezzo efficace ad ottenere che studenti si dedicassero in modo speciale allo studio di essa. Non potendo poi, per mancanza di mezzi, fondare Immediatamente l'Istituto di alti studi biblici al quale pensava, Pio X incoraggiò, nel 1906, l'inse­ gnamento della Sacra Scrittura nel Pontifìcio Seminario Romano, ap­ provò, negli anni 1908 e 1909, la creazione di un insegnamento superiore di Sacra Scrittura nella Gregoriana e nell'Angelicum, e, finalmente, creava nello stesso anno 1909 il Pontifìcio Istituto Biblico, la cui opera non ha cessato di svilupparsi sotto gli occhi dei Sommi Pontefici con una continuità di direttive così evidente da non esigere dimostrazione. Quanto l'Istituto Biblico abbia fatto per promuovere il progresso dello studio della Sacra Scrittura specialmente in Italia, lo dimostrano il numero degli alunni ed uditori di nazionalità italiana, e quello degli iscritti alle Settimane Bibliche, ogni anno convocate con frequenza e con frutto crescenti. Fu Pio X ancora che fissò le direttive dello studio della Sacra Scrittura nei Seminari, quando pubblicò la lettera apostoACTAj vol. TIfl, n. 12. — 21-9-941 34 472 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Oficíale lica Quoniam in re biblica dei 27 marzo 1906 (Ench. Bibl.y nn. 155-173), e provvide all'applicazione di esse nei Seminari d'Italia con lo speciale programma della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari in data del 10 maggio 1907. Non occorre insistere oltre: checché sia dell'autore dell'esposto, e delle sue mire, lo studio della Sacra Scrittura deve continuare, anche nei Seminari d'Italia, secondo le direttive date dagli ultimi Sommi Pontefici, perchè oggi, non meno di ieri, importa che i sacerdoti e mi­ nistri della Parola di Dio siano ben preparati, e capaci di dare risposte soddisfacenti, non soltanto sulle questioni del dogma e della morale cattolica, ma anche alle difficoltà proposte contro la verità storica e la dottrina religiosa della Bibbia, particolarmente del Vecchio Testa­ mento. Perciò piace terminare colle stesse parole con cui Benedetto XV, di s. in., chiudeva l'Enciclica Spiritus Paraclitus: «Exegetae sanctis­ simi [S. Hieronymi 1 documenta, Venerabiles Fratres, studiose effici te, ut animis clericorum et sacerdotum vestrorum altius insideant; nam vestrum in primis est diligenter revocare eos ad considerandum, quid ab ipsis divini muneris, quo aucti sunt, ratio postulet, si eo non indi­ gnos se praestare velint: "Labia enim sacerdotis custodient scientiam et legem requirent ex ore eius, quia Angelus Domini exercituum est " (Mal., 2, 7). Sciant igitur, sibi nec studium Scripturarum esse ne­ gligendum, nec illud alia via aggrediendum, ac Leo XIII Encyclicis Litteris Providentissimus Deus data opera praescripsit » (Ench. Bibl., n. 494). Il Santo Padre, al Quale è stata sottoposta tutta la questione nel­ l'Udienza concessa dalla stessa Sua Santità il 16 agosto 1941 al Revmo Segretario della Pontifìcia Commissione per gli Studi Biblici, Si è de­ gnato di approvare le deliberazioni degli Emi componenti la Commis­ sione e di ordinare la spedizione della presente lettera. Assolvendo quindi il compito affidatomi, La prego, Eccellenza Revma, di gradire i sensi del mio omaggio, mentre mi confermo dell'Eccellenza Vostra Revma devino per servirla E. Card. TISSERANT, Presidente. Fr. G. M. Vosté, O. P., Segretario. 473 Diarium Romanae Curiae DIARIUM ROMANAE CURIAE SACRA CONGREGAZIONE « DE PROPAGANDA FIDE » La Sacra Congregazione «de Propaganda Fide », con Decreto in data 20 ottobre 1941, lia nominato il Rev. Padre Giuseppe Luigi Sempere, deliaCompagnia di Gesù, Presidente della Pontificia Opera della Propagazione della Fede per la Bolivia. SACRA CONGREGAZIONE DEI RITI Martedì, 28 ottobre 1941, nel Palazzo delle "Congregazioni a San Callisto, alla presenza dì Sua Eminenza Revma il Signor Cardinale Carlo Salotti, Ve­ scovo di Palestrina, Prefetto della S. Congregazione dei Riti e Ponente della causa di beatificazione del Servo di Dio Pietro Donders, sacerdote professo della Congregazione del Santissimo Redentore, si è adunata la S. Congrega­ zione dei Riti antepreparatoria, con l'intervento dei Revmi Prelati Officiali e Consultori teologi, per discutere sulla eroicità delle virtù del predetto Servo di Dio. Martedì, 11 novembre 1941, nel Palazzo Apostolico Vaticano, all'augusta presenza del Santo Padre, si è adunata la Sacra Congregazione dei Riti ge­ nerale, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Offi­ ciali ed i Revmi Consultori teologi hanno dato il loro voto : 1) Sul Tuto per la beatificazione della Venerabile Serva di Dio Madda­ lena marchesa di Canossa, fondatrice dell'Istituto delle Figlie della Carità. 2) Sui miracoli attribuiti alla intercessione della Venerabile Serva di Dio Giovanna Delanoue, fondatrice della Congregazione di S. Anna della Provvidenza. Martedì, 18 novembre 1941, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si è adunata la Sacra Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno discusso sulla eroicità delle virtù della Serva di Dio Caterina Tekakwitha, vergine indiana. 474; Acta Apostolicae Sedis - SEGRETERIA Commentarium DI Officiale STATO NOMINE Con Biglietti della Segreteria di Stato il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si è degnato di nominare : Camerieri Segreti Soprannumerari di 8. 8.: . 8 giugno 1939. Mons%. Adamo Simone Povilaitis, della diocesi di Vilka• •• viskis. » » » Monsig. Francesco Kuraitis, della medesima diòcesi. » » » Monsig. Giovanni Valaitis, della medesima diocesi. 10 agosto » Monsig. Francesco de Paola Santos Moreno, della diocesi di Cadice. 21 settembre » Monsig. Giorgio Narjauskas, della diocesi di Telsiai. » » » Monsig. Vytautas Dikavicius, della medesima diocesi. » » » Monsig. Antonio Simaitis, della medesima diocesi. » » » Monsig. Raffaele Koudis, della medesima diocesi. 23 novembre » Monsig. Giuseppe de Andrade Lima, dell'archidiocesi di S. Salvatore della Bahia. 8. dicembre » Monsig. Prudenzio Conde Ribello, della diocesi di Ba­ dajoz. » » » Monsig. Giuseppe Rodríguez Ferreras, della medesima diocesi. 22 febbraio 1940. Monsig. Nicola Cosentino, dell'archidiocesi di San Paolo del Brasile. » » » Monsig. Emanuele Meireles Freiré, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Giuseppe Igino de Campos, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Cassiano Lechleitneiy dell'amministrazione apo­ stolica di Innsbruck. 10 aprile » Monsig. Leone Medeiros Leite, dell'archidiocesi di Bello Horizonte. » » » Monsig. Romeo Borges, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Giuseppe Custodio Brandao Guedes, della mede­ sima archidiocesi. » » » Monsig. Messias De Senna Battista, della medesima ar­ chidiocesi. » » » Monsig. Arturo de Oliveira, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Carlo Costa, della diocesi di Aracajù. » » » Monsig. Giovanni de Souza Marinilo, della medesima dio­ cesi. 11 » » Monsig. Giulio Alves Bezzerra, della diocesi di Missorò. 18 » » Monsig. Venceslao Majora, della diocesi di Vitoria (Spagna). 9 maggio » Monsig. Gustavo Finke, dell'archidiocesi di Praga. » » » Monsig. Rodolfo Hacker, della medesima archidiocesi. » » » Monsig. Giuseppe Hoffmann, della medesima archidiocesi. Diarium 9 maggio » » » » 20 giugno 1940. Monsig. » Monsig. Monsig. Monsig. » » » » » » » » » » » Monsig. Monsig. Monsig. » Monsig; » Monsig. Monsig. 27 » » 1 agosto ottobre » ce » Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. 24 ottobre » Monsig. 27 » » Monsig. 12 dicembre » 9 » » Monsig. Monsig. gennaio 1941. Monsig. » » » » » » » 27 febbraio » » » » » » » co aprile )) » 10 » 8 » » » » maggio Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. IG » » » » »• » 7 agosto Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Bomanae Curiae 475ï Francesco Lenz,, della medesima: archidiocesi. Carlo Rosin, della medesima archidiocesi. Giorgio Stegmann, della; medesima archidiocesi. Giovanni Clementino De Mello Lula, della dio­ cesi di Natal. Edoardo Ross, delParchidiocesi di San Domingo. David Corso, della diocesi di Assis. Giovanni Maria Lacrampe, della diocesi di Capo Haitiano. Alfredo Blum,, della diocesi di Rottemburgo. Taddeo Hoch, della medesima diocesi. Giuseppe Augusto Diaz Bicalh o, dell'archidiocesi di Bello Horizonte. Francesco Gentil Da Costa, dellar diocesi di Nicteroy. Rodolfo Spohn, della diocesi di Rottemburgo. Angelo Sagarminaga, della diocesi di "Vitoria (Spagna). Eugenio Merino -Movilla-, della diocesi di Leon. Gerci.no de Sant'Anna Oliveira, della diocesi di Join ville. Candido de Lorenzo Llórente, dell'archidiocesi di Santiago del Cile. Giuseppe Holzener, dell'archidiocesi di Monaco e Frisinga. Salvatore Fabris, della diocesi di Ragusa. Francesco Vucetic, della medesima diocesi. Giovanni Nepomuceno Bou-kal, dell'archidiocesi di Praga. Giovanni Jagodie, della diocesi di Lubiana. Luigi Markez, della medesima diocesi. Andrea Spiletak, della diocesi di Djakovo. Andrea Zivkovic, della medesima diocesi. Giacomo Endresz, dell'amministrazione aposto­ lica del Banato Iugoslavo. Guglielmo Lilie, della diocesi di Münster. Francesco Sehmaeing, della medesima diocesi. Felice Ruetten, della medesima diocesi. Lamberto Heuken, della medesima diocesi. Ermanno Giuseppe Pages, della diocesi di Aquisgrana, Ermanno Hervig, della medesima diocesi. Giovanni Giuseppe de Azevedo, della diocesi di Taubaté. Salvatore Avila, della diocesi di Mazara del Vallo. Girolamo Corte¿ della medesima diocesi. Stefano Tan taro, della medesima diocesi. Michele Severino, della medesima diocesi. Nicolò BuonaintOj della- medesima diocesi. Giacinto Bertonelli, della diocesi di Luni. 476 Acta 17 agosto 22 » » » » » 28 » » » » » 1941. » » » » » » 15 settembre » » » » » » » » » » » » » 25 » » » » » • » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 2 » » ottobre » » » » 13 » » » 18 21 » 23 » » » » » » » » » » » » » » » » Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Monsig. Mensig. Monsig. Monsig. Monsig. Mcnsig. Monsig. Ferruccio Repanaj, della diocesi di Tortona. Giovanni Menna, dell'archidiocesi di Brindisi. Pio Cesa, della diocesi di Avellino. Enrico Rogate, della diocesi di Novara. Mariano Montali, dell'archidiocesi di Ancona. Mario Natalucci, della medesima archidiocesi. Giuseppe Brueckner, dell'archidiocesi di Strigonia. Monsig. Francesco Orlando, della diocesi di Nola. Monsig. Raffaele Napoletano, della medesima diocesi. Monsig. Domenico Cuomo, della medesima diocesi. Monsig. Beniamino Masueci, della medesima diocesi. Monsig. Lorenzo Gargiulo, della medesima diocesi. Monsig. Filippo Furlong, dell'archidiocesi di New York. Monsig. Giovanni J. Donnell, della medesima archidiocesi. Monsig. Giovanni G. Flannelly, della medesima archidio­ cesi. Monsig. Guglielmo R. Kelly, della medesima archidiocesi. Monsig. Martino Giacomo Drury, della medesima archi diocesi. Monsig. Edoardo R. Moore, della medesima archidiocesi. Monsig. Edoardo Y. Dargin, della medesima archidiocesi. Monsig. Giuseppe A. McCaffrey, della medesima archidio­ cesi. Monsig. Patrizio A. Boyle, della medesima archidiocesi. Monsig. Giovanni Picchiorri, della diocesi di Norcia. Monsig. Giovanni Ferrara, della diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi. Monsig. Dante Fermi, della diocesi di Guastalla. Monsig. Domenico Paganucci, dell'archidiocesi di Lucca. Monsig. Giuseppe Kózi-Horvath, della diocesi di Giavarino. Monsig. Filippo Caraceni, della diocesi di Macerata e To­ lentino. Monsig. Quirico Gesuelli, della medesima diocesi. Monsig. Giovanni Brianda, della diocesi di Ozieri. Monsig. Guido Del Mestri, dell'archidiocesi di Gorizia. Monsig. Giovanni Ferroñno, della diocesi di Alessandria. Monsig. Lorenzo D'Egidio, della diocesi di Teramo. Monsig. Gaetano Cardelli, della medesima diocesi. Monsig. Luigi Ciabattoni, della medesima diocesi. Camerieri Segreti di Spada e Cappa di S. S. : 5 agosto 1939. Il sig. Alessandro Meysztowicz, dell'archidiocesi di Wilna. 14 dicembre » Il sig. Giuseppe Ignazio Caverò y Alcibar, Conte de Sobradiel, della diocesi di Saragozza. 29 febbraio 1940. Il sig. Giuseppe Gamazo y Garcia de Los Rios, della dio­ cesi di Madrid. Diarium Romanae Curiae 477 29 febbraio 1910. Il sig. Giuseppe Romero Lerroux, Marchese de Cárdenas, della medesima diocesi. » » » Il sig. Giuseppe de Rujula y de Ochotorena, della mede­ sima diocesi. 4 luglio » Il sig. Agostino Fernandez de Peña Randa y de Angiulo, della medesima diocesi. 26 » » Il sig. Barone Carlo Maria Elverfeld, della diocesi di Ber­ lino. 12 dicembre » Il sig. Conte Luigi Podstatzky-Lichtenstein, della diocesi di Brno. , Camerieri d'onore in abito paonazzo di 8. S. : 16 maggio 1940. Monsig. Fedele Herrero Benavides, della diocesi di Sala­ manca. 19 settembre » Monsig. Massimiliano Schneller, della diocesi di Augusta. 12 dicembre » Monsig. Giuseppe Horinger, della medesima diocesi. » » » Monsig. Giovanni Nepomuceno Nar, della medesima dio­ cesi. 9 gennaio 1941. Monsig. Giuseppe Sokol, della diocesi di Djakovo. Monsig. Mariano Gaio vie, della medesima diocesi. » Monsig. Adalberto Hybasek, della diocesi di Lubiana. » » Monsig. Giovanni Battista Knifié, della medesima diocesi. Monsig. Mattia Skerbec, della medesima diocesi. » Monsig. Eugenio Giorgi (Roma). 22 agosto Monsig. Giovanni Maria Conte, della diocesi di Vicenza. » Monsig. Ivo Bottacci, delParchidiocesi di Bologna. » » Monsig. Riccardo Ursi, della diocesi di Andria. 2 ottobre Monsig. Raffaele D'Ambrosio, della diocesi di Campagna. 9 » Monsig. Emilio Savi, della diocesi di Lodi. 23 Camerieri d'onore di Spada e Cappa di 8. 8. : 15 giugno 1939. Il sig. Florentino Carrefío Gonzales Pumari'ega, della dio­ cesi di Solsona. 9 novembre » Il sig. Francesco Carrillo Guerrero, della diocesi di Ma­ drid. 8 dicembre » Il sig. Giuseppe Fernando del Castillo e Villa Nueva, della diocesi di Barcellona. 19 gennaio 1940. Il sig. Fernando Fernandez Gau, delParchidiocesi di Si­ viglia. » » » Il sig. Manuele Gonzales de la Peña y Alonso Fernandez, della medesima archidiocesi. 9 » 1941. Il sig. Giovanni Martelanc, della diocesi di Lubiana. » » y> Il sig. Giuseppe Sodja, della medesima diocesi. » » » Il sig. Stanislao Zitko, della medesima diocesi. 2 giugno » Il sig. Francesco Martini Camia, della diocesi di Pia­ cenza. 2 ottobre » Il sig. Costantino Parisi (Roma). Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Cappellani Segreti d'onore di 'S'. S.: 15 settembre 1941. Monsig. Vincenzo Riccio, della diocesi di Nola. 25 » » Monsig. Domenico Giacomini, della diocesi di Como. Cappellani d'onore extra Urbem di S. S. : 9 gennaio .1941. Monsig. Giovanni Seckar, della diocesi di Djakovo. 15 settembre » Monsig. Gaetano Ratti, dell'archidiocesi di Milano. NECROLOGIO 28 maggio 1941. Monsig. Antonio Giuliano No wo wie j ski, Arcivescovo tit. di Silio e Vescovo di Plock. Francesco Giuseppe Person, Vescovo di Les Cayes. Monsig. 24 settembre Claudio Chanrion, Vescovo tit. di Cariopoli. Monsig. 17 ottobre Monsig. Tommaso Lodovico Heylen, Vescovo di Namur. 25 » Monsig. Sigismondo Waitz, Arcivescovo di Salisburgo. 30 » Monsig. Daniele Foley, Vescovo di Ballarat. 31 » Monsig. Vincenzo Wehrle, Vescovo tit. di Teos. 2 novembre Monsig. Ermete Giuseppe Pinheiro, Vescovo di Uragua3 » yana. Monsig. Cleto Vincenzo Pejov, Vescovo tit. di Liebe. » Monsig. Oronzo Luciano Durante, Vescovo di San Severo. 5 Monsig. Mario Sturzo, Vescovo di Piazza Armerina. 12 Monsig. Pietro Filippo Giraudeau, Vescovo tit. di Daf 13 nusia. An. et vol. XXXin 23 Decembris 1941 (Ser. lì, v. TUI) - Num. 13 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE ACTA PII PP. XII MOTU PROPRIO OB PONTIFICIO OPERE VOCATIONUM SACERDOTALIUM APUD SACRAM CONGREGA­ TIONEM SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS PRAEPOSITAM CON­ STITUENDO. P I U S P P . XII Cum Nobis Sacra Congregatio Seminariis et Studiorum Universita­ tibus praeposita peropportunum fore renuntiaverit Opus primarium Sa­ cerdotalium Vocationum condere, quod sibi proponat in Christifidelibus — omni sane consilio, sed potissimum per diversa in singulis Dioecesi­ bus constituta id genus Opera — voluntatem excitare fovendi, tuendi iuyandique Ecclesiasticas Vocationes, rectam de dignitate ac necessitate Catholici Sacerdotii notitiam pervulgare, itemque fideles ex omnibus orbis partibus in communionem precum ac piorum exercitiorum vocare; Nos, motu proprio ac de Apostolicae plenitudine potestatis, Opus, quod Pontificium nominamus, Vocationum Sacerdotalium apud eamdem Sa­ cram Congregationem constitutum volumus ac decernimus, addita facul­ tate aggregandi Opera ac personas, quae id postulaverint, simulque om­ nes Indulgentias et favores spirituales, concessos vel concedendos, ad universos adscriptos extendendi. Quod quidem ratum firmumque sit ac permaneat, contrariis quibus­ libet non obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die iv mensis Novembris, in festo S. Caroli P>orromaei, anno MCMXXXXI, Pontificatus Nostri tertio. P I U S P P . XII ACTA, vol. VIII, n. 13. — 23-12-941. 35 480 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale CONVENTIO INTER SANCTAM SEDEM ET GUBERNIUM HISPANICUM La Santa Sede y el Gobierno Español han convenido én los puntos siguientes : 1. - Tan pronto como se haya producido la vacante de una Sede Arzo­ bispal o Episcopal (o de una Administración Apostólica con carácter permanente, es decir las de Barbastro y Ciudad Rodrigo), o cuando la Santa Sede juzgue necesario nombrar un Coadjutor con derecho de suce­ sión, el Nuncio Apostólico, de modo confidencial, tomará contacto con el Gobierno Español, y una vez conseguido un principio de acuerdo, enviará a la Santa Sede una lista de nombres de personas idóneas, al menos en número de seis. 2. - El Santo Padre elegirá tres de entre aquellos nombres y, por conducto de la Nunciatura Apostólica, los comunicará al Gobierno Espa­ ñol y, entonces, el Jefe del Estado, en el término de treinta días, presen­ tará oficialmente uno de los tres. 3. - Si el Santo Padre, en su alto criterio, no estimase aceptables todos o parte de los nombres comprendidos en la lista, de suerte que no pudiera elegir tres o ninguno de entre ellos, de propia iniciativa com­ pletará o formulará una terna de candidatos comunicándola, por el mismo conducto, al Gobierno Español. Si éste tuviera objeciones de carácter político general que oponer a todos o a algunos de los nuevos nombres las manifestará a la Santa Sede. En caso de que transcurriesen treinta días desde la fecha de la suso­ dicha comunicación sin una respuesta del Gobierno, su silencio se inter­ pretará en el sentido de que éste no tiene objeciones de aquella índole que oponer a los nuevos nombres; quedando entendido que entonces el Jefe del Estado presentará sin más a Su Santidad uno de los candidatos incluidos en dicha terna. Por el contrario, si el Gobierno formula aquellas objeciones, se con­ tinuarán las negociaciones, aun transcurridos los treinta días. 4. - En todo caso, aun cuando el Santo Padre acepte tres nombres de íos enviados, siempre podrá, además, sugerir nuevos nombres que añadirá a la terna, pudiendo entonces el Jefe del Estado presentar in­ distintamente un nombre de los comprendidos en la terna o alguno de los sugeridos complementariamente por el Santo Padre. 5. - Todas estas negociaciones previas tendrán carácter absoluta Acta Pii Pp. XII 481 mente secreto, guardándose de manera especial el secreto con respecto a las personas hasta el momento de su nombramiento. 6. - El Gobierno Español, por su parte, se compromete formalmente a concluir cuanto antes con la Santa Sede un nuevo Concordato inspi­ rado en su deseo de restaurar el sentido católico de la gloriosa tradición nacional. El presente Convenio estará en vigor hasta que se incorporen sus nor­ mas al nuevo Concordato. 7. - En lo relativo a la provisión de los beneficios no consistoriales, en el mismo momento de la firma de este Convenio se iniciará la opor­ tuna negociación para concluir otro en el que se establezcan las normas para su provisión. La Iglesia, a la que por derecho propio y nativo corresponde la pro­ visión incluso de aquellos beneficios no consistoriales sobre los que el Rey de España gozaba de particulares privilegios, está dispuesta, no obstante, a hacer también en este punto algunas concesiones al Gobierno Español. 8. - Hasta que la cuestión quede definitivamente arreglada en el fu­ turo Concordato, los Prelados podrán proceder, libremente, a la provi­ sión de las Parroquias, dentro de las normas del Derecho Canónico, sin más que notificar los nombramientos al Gobierno, con anterioridad a la toma de posesión, para el caso excepcional de que éste tuviera que for­ mular alguna objeción contra el nombramiento por razones de carácter político general. 9. - Entretanto se llega a la conclusión de un nuevo Concordato^ el Gobierno Español se compromete a observar las disposiciones contenidas en los cuatro primeros artículos del Concordato del año 1851. 10. - Durante el mismo tiempo el Gobierno se compromete a no le­ gislar sobre materias mixtas o sobre aquellas que puedan interesar de algún modo a la Iglesia, sin previo acuerdo con la Santa Sede. Hecho por duplicado en Madrid, a siete de junio de mil novecientos cuarenta y uno. Por la Santa Sede, Por el Gobierno Español f GAETANO CICOGNANI RAMÓN SERRANO SUÑER 482 Acta Apostolicae Sedis LITTERAE - Commentarium Officiale APOSTOLICAE I TEMPLUM SANCTI FRANCISCI ASSISIENSIS SEU SANCTUARIUM B. MARIAE VIRG. IMMACULATAE, IN CIVITATE AGRIGENTINA EXSTANS, BASILICIS MINORIBUS ACCENSETUR. PIUS P P . XII Ad perpetuam rei memoriam. — Refert ad Nos Venerabilis Frater Agrigentinus Episcopus intra fines civitatis suae episcopalis conspicuum titulo Sancti Francisci Assisiensis templum exstare, in quo veneranda lignea statua Beatae Mariae Virginis Immaculatae servatur, quam pe­ culiari modo christifideles, non e civitate tantum eadem, sed a tota dioe­ cesi pie colunt, in auxilium implorant, devoto gratoque animo pro acce­ ptis beneficiis dilaudant. Ob magnam quoque pietatem in Deiparam, anno proxime elapso Marianum ipsum simulacrum, Decreto Capituli ^Sacrosanctae Basilicae Vaticanae aurea corona est honestatum; idque in augmentum popularis venerationis Virginis Immaculatae prodiit, atque etiam decoris agrigentini templi, quod sacram memoratam sta­ tuant custodit. Templum idem, nunc Sanctuarium mariale renuntia­ t u m , quamvis saeculo decimo octavo ampliatum ac fere totum denuo exstructum, iam ad prisca tempora Ordinis Franciscalis referendum est, resbyterale templum ad honorem Sancti Ambrosii Episcopi et Doctoris, in urbe « Monfalcone » intra fines Goritiensi^^archi­ dioecesis, Deo dicatum . . . . . . . . . . Cum religionis decus. - Ecclesia Maratheae, intra fines Policastrensis Dioecesis, in honorem S. Blasii Epi­ scopi et Martyris Deo dicata, Basilicae Minoris ti­ tulo honoribusque augetur Comensi in civitate. - Archipresbyterale templum, Ci­ vitatis ac Dioecesis Comensis intra fines, in honorem S. Georgii Martyris Deo dicatum, titulo Basilicae Minoris condecoratur . Inter Sacras Aedes. - Dignitate ac titulo Basilicae Mi­ noris honestatur Cathedralis Ecclesia Antioquiensis, Deo in honorem B. Mariae Virginis Immaculatae di­ cata . . . . . . . . Quae christifidelium. - Sancti Didaci dioecesis B. Ma­ ria Virgo, titulo « Nostra Domina de Refugio », Pa­ trona confirmatur simulque S. Didacus, Confessor, Patronus aeque principalis declaratur Postulat a Nobis. - Ecclesia Cathedralis Caiamarcen­ sis, titulo B. Mariae Virg. « a Valle », Basilicae Mi­ noris privilegiis honoribusque augetur Refert ad Nos. - Templum S. Francisci Assisiensis seu Sanctuarium B. Mariae V. Immaculatae, in civitate Agrigentina exstans, Basilicis minoribus accensetur Caritas in humilitate. - Venerabilis Dei famula Magda­ lena e marchionibus di Canossa, Instituti Filiarum a caritate Fundatrix, Beata renuntiatur . . . . 109 325 326 152 385 447 482 483 Index documentorum chronologico ordine digestus mi VI - EPISTULAE 1940 Nov. 21 » » » » Dec. » 1941 Febr. 24 » Apr. 3 » » 20 » Iunii 8 » Iulii 12 » » 23 » » 25 » Sept. 8 Suavi animi laetitia. - Ad Emum P. D. Henrienm Epi­ scopum Veliternum S. R. E. Cardinalem Gasparri, Supremi Tribunalis Signaturae Apostolicae Praefe­ ctum, quinque Episcopatus lustra feliciter explentem Iucundus profecto. - Ad Excñnim P. D. Titum Troechi, Archiepiscopum Tit. Lacedaemoniensem eumdemque Sanctae Romanae Ecclesiae Vicecamerarinm, quin­ tum et vicesimum Episcopatus annum celebraturam Giungono da ogni parte. - Ad Emum P. D. Aloisium Tit. S. Pndentianae S. R. E. Card. Maglione, a Se­ cretis Status . It is with heartfelt affection. - Ad Praesidem, Doctores et alumnos Studiorum Universitatis « Fordham » in civitate Neo-Eboracensi : prim» saeculo ab eius ortu exeunte Nonagesimum aetatis annum. - Ad Emum P. D. Ianua­ rium Episcopum Ostiensem et Albanensem S. R. E. Cardinalem Granito Pignatelli di Belmonte, Sacri Collegii Decanum, eumdemque Sacrae Congregatio­ nis Caeremonialis Praefectum, nonagesimum aetatis annum feliciter explentem . . . . . . . . . Quamvis plane. - Ad Emum P. D. Aloisium S. R. E. Presb. Card. Maglione, a publicis Ecclesiae negotiis : publicae supplicationes iterum indicuntur ad popu­ lorum pacem conciliandam Libentissime excepimus. - Ad Emum P. D. Dionysium tit. Ss. Nerei et Achillei S. R. E. Presb. Cardina­ lem Dougherty, Archiepiscopum Philadelphiensem, quem Legatum mittit ad IX Conventum Eucharisti­ cum nationalem Foederatarum Americae Septemtrio­ nalis Civitatum, in urbe S. Pauli de Minnesota ce­ lebrandum . Nuper agnovimus Helreticam Confoederationem. - Ad Illmos Viros Praesidem ceterosque e Supremo Con­ silio Foederali Helvético : DCL anno exeunte ab Hel­ vetica Confoederatione condita . ' Exeunte anno quinquagesimo. - Ad Excmum P. D. Bartholomaeum Cattaneo, Archiepiscopum tit. Palmirensem, Thesaurarium Generalem Camerae Aposto­ licae, dena lustra sacerdotii et quina episcopatus fe­ liciter explentem . . . . . . . . . . . . Peramantes litterae. - Ad Exentos PP. DD. Victorem Bieler, Episcopum Sedunensem ceterosque Helvetiae Episcopos : litteris respondet ex communi conventu apud Sanctuarium Dominae Nostrae Einsiedlensis datis . . . . . . . . . . . . . . . . Altera Mediolanensis Archidioecesis. - Ad Emum P. D. Alaphridum I. titulo S. Martini in Montibus S. R.E. PAO. 19 20 2Î 32S 153 110 355 386 417 418 Index documentorum chronologico ordine digestus Presbyterum Cardinalem Schuster, Archiepiscopum Mediolanensem, Dioecesanam Synodum indicentem . 419 1941 Sept. 30 Nuper allatum est Nobis. - Ad Emum P. D. Iacobum Aloysium tit. Sancti Hieronymi Illyricorum S. R. E. Presb. Cardinalem Copello, Archiepiscopum Bonaërensem, quem Legatum mittit ad Conventum eucha­ risticum e tota Chilena Republica in urbe Sancti Ia­ cobi celebrandum . . 449 Nov. Quemadmodum, Decessor Noster. - Ad R. D. Mariam Emmanuelam Fusina, Antistitam Sanctimonialium Anneciensis Coenobii ceterasque moderatrices ac re­ ligiosas sorores Ordinis a Visitatione B. M. V. : ter­ tio exeunte saeculo ab obitu S. Ioannae Franciscae de Chantal, eiusdem Ordinis Legiferae Matris . . 490 21 Ineunte Decembri mense. - Ad Emum P. D. Alexium tit. Sancti Callisti S. R. E. Presb. Cardinalem Ascalesi, Archiepiscopum Neapolitanum, ab ingressu in Purpuratorum Patrum Ordinem quina lustra ex­ plentem . . . : . . . . . 493 25' Faustus tibi. - Ad Emum P. D. Thomam Pium Cardi­ nalem Boggiani, Episcopum Portuensem et S. Rufi­ nae eumdemque S. R. E. Cancellarium, XXV anno adveniente a Romanae Purpurae dignitate suscepta . 494 Tui in S. C. de Propaganda Fide. - Ad Emum JP. D. Petrum tit. S. Crucis in Hierusalem S. R. E. Presb. Cardinalem Fumasoni Biondi, Praefectum S. Con­ gregationis de Propaganda Fide, vigesimum quin­ tum episcopatus annum feliciter expleturum . . . 495 VII - SERMO 1940 ' ' Dec. 24 Grazie, Venerabili Fratelli. - Quem Ssmus D. N. Pius Papa XII habuit die 24 mensis Decembris a. 1940, in pervigilio Nativitatis D. N. Iesu Christi, ad­ stantibus Emis PP. DD. Cardinalibus et Excñiis DD. Episcopis ac Romanae Curiae Praelatis . . . VIII - ALLOCUTIONES 1941 Martii 30 Ad Legatum Ordinis Hierosolymitani . . . . . . » : Apr. 20 Ad laborantes in Actione Catholica ex Studiorum Ita­ liae Universitatibus Romae coadunatos '» Maii 22 Ad puellas in Actione Catholica Romae adlaborantes . » Iunii 1 Ad Eiïios PP. DD. Cardinales, in festo S. Eugenii I Pp. fausta ominantes » Iulii 17 Ad Legatum Peruviae . » Aug. 1 A d Legatum Rumaniae . . . . . . . . . . . ' » Oct. 3 Ad Praelatos Auditores ceterosque officiales et admini­ stros Tribunalis S. Romanae Rotae necnon eiusdem Tribunalis Advocatos et Procuratores 117 155 184 191 356 359 421 Index 1941 Oct. » Nov. » » » » x documentorum chronologico ordine digestus 26 Ad mulieres ab Actione Catholica earumque adiutrices, ex Italiae dioecesibus Romae coaduna tas in festo D. N. Iesu Christi Regis 2 Ad adulescentes ab Actione Catholica ex Italiae dioe­ cesibus Romae coadunatos 22 Ad Legatum Reipublicae Argentinae . . . . . . . 30 Sexto ineunte anno Pont. Academiae Scientiarum, ad^ stantibus Ends PP. Cardinalibus, Excíñis Exterarum Nationum Legatis et eiusdem Academiae So­ ciis, aliisque Romanae Curiae Praelatis praeclarisque Viris . . . . . . . . 533 450 496 502 504 IX - NUNTII RADIOPHONICI 1941 Apr. » Iunii » » » » » NOV. 13 Di cuore inviamo a tutti voi.— A Beatissimo Patre, die 13 Aprilis a. 1941, in Paschate Resurrectionis D. N. Iesu Christi, universo orbi datus 1 A Beatissimo Patre in festo Pentecostes, die 1 mensis Iunii a. 1941, per universum orbem emissus, quin­ quagesimo exeunte anno a Litteris Encyclicis « Re­ rum novarum» a Leone Papa XIII f. r. datis . . Eius versiones a Statione radiophonica Civitatis Vati­ canae editae : lingua gallica . . . . . . . . . . . . lingua anglica lingua hispanica lingua germanica . . . . . . . . . . . lingua lusitana lingua polonica . . . . . . . . . . " . . lingua neerlandica lingua huñgarlca . . . . 26 Venerable Brothers and dearly beloved children. - Ad christifideles Foederatarum-Americae Septemtriona­ lis Civitatum in urbe S. Pauli de Minnesota, ob IX Conventum Eucharisticum nationalem coadu­ natos 29 In questa solennità. - A Beatissimo Patre in festo San­ ctorum Apostolorum Petri et Pauli universo orbi da­ tus : de Divinae Providentiae ductu in Humanae So­ cietatis eventis 9 Bs siempre una fecha grande. - A Beatissimo Patre chri­ stifidelibus datus, ob Conventum eucharisticum e tota Chilena Natione in urbe S. Iacobi coadunatis . . . E textu hispanico versio italica . . . . . . . . 112 195 205 216 227 237 249 260 271 283 351 319 439 443 X - SACRUM CONSISTORIUM 1941 Maii 12 Consistorium, secretum: Camerarius Sacri Collegii Provisio Ecclesiarum . . Postulatio Palliorum . . 177 177 184 534 Index documentorum chronologico ordine digestus II - ACTA S S . CONGREGATIONUM I - SUPREMA S. CONGREGATIO S. OFFICIT PAO. 1941 » » Ian. Febr. Martii 10 22 8 24 69 Notificatio. Associatio «La Crociata Mariana» repro69 121 121 » » » » » 29 Maii 10 Responsa ad dubia. De cautionibus in mixtis nuptiis » » 16 Decretum. Proscriptio librorum » . . . . . . . . 294 331 II - SACRA CONGREG \TIO CONSISTORIALIS 1940 Nov. 16 Faventinae et Imolensis. - Decretum. De finium dioe- 1941 Apr. 26 QuebecensisStherorookensis. - Decretum. De mutatione » Iunii 14 Csanadiensis. - Decretum erectionis Capituli Cathe- 122 361 388 III - SACRA CONGREGATIO PRO ECCLESIA ORIENTALI 1940 Nov. 23 Decretum. Pro spirituali administratione Ordinaria­ tuum Graeco-Ruthenorum in Foederatis Civitatibus » » » Decretum. Facultas concedendi transitum ad alium ri- 27 28 IV - SACRA CONGREGATIO DE DISCIPLINA SACRAMENTORUM 1940 Sept. 21 Instructio ad Excmos Lusitaniae Ordinarios circa ma­ trimonia celebranda iuxta Conventionem sollemnem diei 7 Maii a. 1940 inter S. Sedem et Rempublicam » Dec. 20 Decretum. De ordinandis tribunalibus ecclesiasticis In­ sularum Philippinarum pro causis nullitatis matri- 1941 Febr. 10 Hortatio. De instructione, die 26 mensis Maii 1938 data, 29 363 57 » Apr. 28 Normae. Pro exsequendo decreto diei 20 Decembris 1940 de ordinandis tribunalibus ecclesiasticis Insularum )) Iunii 29 Instructio. De normis a parocho servandis in peragendis canonicis investigationibus antequam nupturien­ tes ad matrimonium ineundum admittat (can. 1020) . 297 364 Index documentorum chronologico ordine digestus 535 Allegatum I. - Nupturientium examen opportuno tempore ante matrimonii'celebrationem peragendum a parocho . . • , . 309 Allegatum II. - Examen testium ad comproban­ dam libertatem status nupturientium 313 Allegatum III - Quaestiones seorsum proponen­ dae parentibus (tutoribus) nupturientis aetate mi­ noris 315 Allegatum IV. - Pro iureiurando suppletorio re­ cipiendo 316 Allegatum V . - Status documentorum . . . . 317 V - SACRA CONGREGATIO CONCILII 1940 Iunii 15 C atañen. - Resolutio de reservatione dignitatum capi- » » » Iulii 21 Bosanen. - Resolutiones. Renuntiationis iuri praesen- » Dec. 20 . Indultum. Dioecesibus Italiae pro anno 1941 super lege 1941 Iulii 14 Instructio. De fidelibus exhortandis ut Missae sacrifi- » 70 C'atañen. - Resolutio de iure eligendi canonicos et di- 333 369 24 389 VI - SACRAE CONGREGATIONES DH RELIGIOSIS ATQUE DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS 1941 Iulii 25 Decretum. De alumnis admittendis in Seminarium vel 371 VII - SACRA CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE 1941 Febr. 20 De Kiwantze • De Tuning, - Decretum. Dismembratio­ » Apr. 3 124 ne Niangara - De Bornio. - Decretum. Dismembrationis 165 VIII - SACRA CONGREGATIO RITUUM 1940 Dec. 4 » » » Maioricen. - Decretum introductionis causae beatifica­ tionis Servae Dei Frantisene Annae a Virgine Perdolente, Cirer Carbonell, sororis professae Instituti Sororum a Caritate dioecesis Maioricensis . . . . Romana seu V arsa r i en. --. Decretum introductionis causae beatificationis Servae Dei Mariae a Iesu de Bono Pastore, in saeculo Franciscae de Siedliska, Funda­ tricis Instituti Sacrae Familiae a Nazareth . . . 126 166 ,536 1941 » Index documentorum chronologico ordine digestus Ian. 15 Dioecesium Italiae. - Sanctum Michael Archangelus pro Radiologis et Radiumtherapeuticis Patronus ac Pro­ tector declaratur Febr. Verulana. - Decretum introductionis causae beatifica­ tionis Servae Dei Mariae Fortunatae Viti, monialis conversae professae Ordinis S. Benedicti . . . •. Savonen. - Decretum reassumptionis causae canoniza­ tionis B. Mariae Iosephae Rossello, Virg., e Tertio Ordine S. Francisci, Fundatricis Instituti Filiarum Nostrae Dominae a Misericordia . Leodien. - Decretum de virtutibus pro beatificatione Ven. Servae Dei Mariae Teresiae Haze, Fundatricis Congregationis Filiarum a Cruce . Oonstantien. et Abrincen. - Decretum de virtutibus pro beatificatione Ven. Servae Dei Placidae Viel, se­ cundae Superiorissae Generalis Instituti Scholarum Christianarum a Misericordia 19 Vicen. - Decretum introductionis causae beatificationis Servi Dei Francisci Coli, Sacerdotis professi Ordi­ nis Praedicatorum, Fundatoris Congregationis So­ rorum III Ordinis S. Dominici ab Annuntiatione . Martii 23 Alhingdnen. - Decretum introductionis causae beatifi­ cationis Servi Dei Augusti Czartoryski, Sacerdotis professi Societatis S. Francisci Salesii . . . . . Taurinen. - Decretum introductionis causae pro beati­ ficatione Servi Dei Marci Antonii Durando, Sacer­ dotis Congregationis Missionis, Fundatoris Instituti Sororum a Iesu Nazareno . . . . . . . . . Maii 28 ülyssiponen. - Decretum reassumptionis causae pro ca­ nonizatione Beati Nonii Alvarez Pereira, Fratris laici professi Ordinis Fratrum Carmelitarum . . . Iunii Bergomen. - Decretum introductionis causae pro bea­ tificatione Servae Dei Gertrudis Comensoli, Funda­ tricis Instituti Sororum a Ssmo Sacramento . . . 30 S. Thomae de Meliapor. - Decretum de miraculis pro canonizatione Beati Ioannis de Britto, martyris, Sa­ cerdotis professi Societatis Iesu . . . . . . . Neapolitana seu .Lucien. - Decretum de miraculis pro canonizatione Beati Bernardini Realino, conf., Sa­ cerdotis professi Societatis Iesu Romana seu Leodien. - Decretum introductionis causae Iulii beatificationis Servae Dei Mariae a Iesu, in saec. Aemiliae d'Oultremont vid. d'Hooghvorst, Fundatricis Instituti a Maria Reparatrice . . . . . . . . 16 Aquen. - Decretum reassumptionis causae canonizatio­ nis B. Mariae Dominicae Mazzarello virginis, Confundatricis Instituti Filiarum Mariae Auxiliatricis . Aug. 15 Veronen. - Decretum de miraculis pro beatificatione Ven. Servae Dei Magdalenae e marchionibus di Ca­ nossa, Fundatricis Instituti Filiarum a Caritate . S. Thomae de Meliapor. - Decretum de Tuto pro cano- PAG. 128 168 335 336 393 372 374 396 399 400 402 404 428 430 431 Index documentorum chronologico ordine digestus 537 PAG. nizatione B. Ioannis de Britto, Martyris, Sacerdotis professi Societatis Iesu . . . . 460 1941 Aug- 15 » Nov. 16 Neapolitana seu Lycien. - Decretum de Tuto pro cano­ nizatione B. Bernardini Realino, Confessoris, Sa­ cerdotis professi Societatis Iesu . .. . . . . . 462 Veronen. - Decretum de Tuto pro beatificatione Servae Dei Magdalenae e marchionibus di Canossa, Funda­ tricis Instituti Filiarum a Caritate 515 IX - SACRA CONGREGATIO PRO NEGOTIIS ECCLESIASTICIS EXTRAORDINARIIS 1941 Nov. 19 Indultum generale super lege abstinentiae et ieiunii ec­ clesiastici 516 III - A C T A T R I B U N A L I U M I - SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA 1941 » Febr. 22 Decretum. Sacerdotibus, qui in peculiaribus custodiae locis detinentur, facultas conceditur sacramentalem eorum confessionem audiendi, qui iisdem in locis Martii 10 Decretum. Indultum circa pia exercitia per mensem 73 129 II - SACRA ROMANA ROTA 1941 Ian. » » Apr. » » » Iunii » » » Iulii Oct. Nov. » Citationes edicta les : 24 Vicariatus Apost, de MasaJca. - Nullitatis matrimonii 71 91 58 5 Passavien. - Nullitatis matrimonii (Bauer-Ellerbeck) . 130 24 Ventimilien. - Nullitatis matrimonii (Raimondi-Lom171 26 De Peramiho. - Nullitatis matrimonii (Landulira-Ndun172 19 Savonen. et Naulen. - Nullitatis matrimonii (Naldi-Gibelli) 296 9 Vicariatus Apostolicus de Uganda. - Nullitatis matri377 17 Albae J ullae. - Nullitatis matrimonii (Kisch-Nagy) 434 7 Patavina. - Nullitatis matrimonii (Querenni-Bruzzo) . 464 29 Antiochen. Maronitarum. - Nullitatis matrimonii (Gla518 nem-Souraty) 538 Index documentorum chronologico ordine digestus IV - ACTA OFFICIORUM I - PONTIFICIA COMMISSIO DE KE BIBLICA 1941 Aug. PAO. 20 Litterae ad Exctbos PP. DD. Archiepiscopos et Episco­ pos Italiae 465> II - PONTIFICIA COMMISSIO AD CODICIS CANONES AUTHENTICE INTERPRETANDOS 1941 » Apr. Aug. 8 5 Responsa ad proposita dubia Responsa ad proposita dubia 173 . 378 Iii INDICES NOMINUM I. - INDEX NOMINUM PERSONARUM (OMITTUNTUK NOMINA ACTIS SUBSCMpTA) A Aalberse G. C., 381. Adzima A. L., 345. Aegidius ¿1 Sacris Cor­ dibus, .102. Aftenie Ii., 180. Aguilera Narbona P., 427. f Aguirre F., 350. Ajelli A., 524. Alfred f,., 317. Aliddeki L., 58, 377. Alleg" n i G., 524. Allgeier A., 90. Alio ii., ÍMS. Alvares V., 25, 182. Alvarez Pereira N. (B.), 340, 399. Alvaro da Silva A., 407. Al ves Iìezzei-T'ii G., 471. Alves de Piuho M., 26, 179. Amaral I. d. M., 177. Anakovic E., 379. Anaya y Diez de Bo­ nilla G., 427. Anderiii' G., 381. Angeloni I., 522. Angrisnni L, 181. Anguissola di S. Da­ miano C., 437. Angulo G. di Gesù, 521. Annese V . , 344. Antonio Maria da Vauro (S. D.), 340. Antoniutti H., 361. A por G., 26, 183. Aquilina C, 64. Aragone I. F., 179. Arata A., 132, 174. Arata R., 350. Arboleda Viñas G., 136. Arce A., 182. Arcoverde de Albuquerque Cavalcanti A., 459. Arias Schreiber D., 356, 379. Arioli D., 136. Armeiiise dell'Artemisio G., 348. Ascalesi card. A., 427, 493. f Attuoni E., 350. A und P., 179, 459. Audiffred T., 349. f Ando I., 136. Autliier E., 347. Avila S., 475. Avíame C, 379. Ayoub A., 348. B Bacci C. F., 438. Bajóla Parisani P., 63. Baldini C, 362. Balestra E., 61. Balisa Melero N., 125, 182. Baisi A., 347 Barale V., 175. Barberini E., 343. Baril là G. E., 349. Baroni F., 350. Barroero Lazzaroni O., 405. Barros Cámara I., 427. Bartolozzi E., 342. Bartoéik P., 380. Bassi F., 523. Batanian A., 178. Bauer-Ellerbeck, 130. Bayley vidua Seton E. A. (S. D.), 341. Beckmann F., 180. Bèli veau A., 332. Bellizzi G., 381. Bellone F., 349. Benetti G., 525. Beni P., 63. Bentivegna B., 436. Beretta F., 522. Bernadotte O., 180. Bernardo Maria di Gestì (S. D.), 340. Bernascone G., 63. Bertarelli G., 437. Berthieu G. (S. D.), 340, 341. Bertini Calosso A., 134. Bertonelli G., 475. Bertram card. A., 181. Berube L., 525. Beste U., 343. Betti G., 135. Bettini M. E. (S. D.), 519. Bettoni C, 432. Bianchi C. A., 524. Bianchi G., 123, 183. Bianchi M., 63. 540 Bianchini A., 62. Bieler V., 418. f Biermans G., 64. Blaha M., 332. Blanchet Ae., 182. Blaquiere C., 133. Blasco G., 344. Blum A., 475. Blumenstihl P., 438. Bocci G., 349. Boccoleri C., 178. Boeckem G., 344. Bogarin S., 332. Boggiani card. Th. P., 494. Boland T., 180. Boldori S., 63. Bolgeo C. G., 136, 349. Bolli L., 61. Boltri O., 62. f Bonardi G., 64. Bonomini F., 181. Bonomo A., 175. Borges R., 474. Borges Amaral F., 26, 182. Bornewasser F. R., 177. Bottacci I., 477. Bottaro G., 524. Bonkal G. N., 475. Bover G., 96. Boylan P., 342. Boyle P. A., 476. Brachvogel E., 344. Brady G. G., 522. Brandao Gliedes G. C., 474. Brennan F., 59. Bressane de Araujo H., 182. Breton A., 182. B^eynat G., 180. Breznik A., 133. Bñanda G., 476. Brizgys V., 180. Brodeur R., 332. Brneckner G., 476. Bruzzo I., 464. Brzoziewski G., 522. Buffolano A., 175. Buonaiuto N., 475. Index nominum personarum Burke A. G., 133. J Carrillo Guerrero F., Burke V. P., 347. 477. Burnot E., 523. Carroll G. E., 133. Burzio G., 436. Ca^rol-Abbing G. P., 525. Bustamante G. M., 136. Cartoni V., 349. Buteler A., 182. f Casado Obispo G., 64. Büttner A., 380. Casari G. M., 342. Puzzi V., 524. Casey E,, 133. By-ne C. E., 520. Casey G. J., 522. Byrne E. V.. 343. Casini E., 61. Casini S., 349. Cassaigne I., 125, 183. Castaldo P., 347, 437. C Castanier I. B., 182. Cataldo R., 175. Cabana G., 332. Cab-ini F. S. (B.), 131. Cattaneo B., 417. Cavalli L., 524. Cacciani V., 135. Cavallini V., 136. Caillot A., 182. Calandrino F., 63. Cavanagh G., 348. Calca-a A., 178. Caveto y Alcibar de So­ Caldiero M., 347. lida diei G I., 476. Callery T. T., 345. Cavojsky R., 437. Calvi G., 380. Cavotta L., 344. Carnai ti N., 381. f Cawet G., 438. Caminada C, 513. Cayron P. £, (S. D.), Campa E., 63. 342. Campa G., 347. Cazaux A., 427. Campolongo G., 175. Cëkada F., 181. Camponovo F., 62. Centoz L., 520. Campos P. a Tarso, 513. Ceresa C, 350. Canali card. N., 435. Cerf aux L., 96. Canevisio A., 64. Cerri V., 136. Cantwel I., 26, 183. Cerutti G., 136. Capotosti L., 61. f Cervino y Gonzales F., Capponi G., 62. 64. Capra F., 523. Cerza D., 175. Capriglia A., 62. Cesa P., 476. Caraceni F.. 476. Cesbron A.. 182. Carbone G., 522. Chambón I. A., 179. Carcano C, 136. Chang V., 392. Calcano G., 438. f Chanrion C, 478. Cardelli G., 476. Charbonneau I., 178, 332. Cardoso Fontes A., 435. Chame A., 513. Carinci A., 179. Chaumont C, 332. Carnevali P., 524. Chessa E., 349. Caro T., 183. Chevrier P., 427. Ca^op^eso G., 349. Chiarino G. V., 135. Caro Rodriguez I. M., Chiaudano C, 437. 70. Chirichigno F., 25, 182. Carreño Gonzales Puma- Chollet I. A., 178. Christillin M., 62. riega F., 477. Index Ciabattoni L-, 476. Cianci C, 436. Cicognani A. I., 67. Cifuentes A., 123, 183. Cipriani 0., 524. Cipriani S., 350. Cirer Carbonell F. A. (S. D.), 126. Ciriaci P., 17. Cirillo F., 135. Clamer A., 96. Cla-k E. W., 523. Cia veli E., 521. Coacci R., 438. Goal lier E. G., 346. Colin G. C. (V.), 96. Coli F. (S. D.), 60, 341, 372. Colonna P., 438. Coki A., 175. Comensoli G. (S. D . ) , 400, 519. Comoglio G. (S. P.), 519. Comoglio T. (S. D.), 519. Comoli V., 61. Conde Ribello P., 474. Condurli Pacheco Ph., 124, 184. Cone M., 132. Conestabile della Staffa A., 438. Confalonieri C, 123. 179. Connelly S. P., 522, Conry G. G., 523. Conte F., 135. Conte G. M., 477. Contella M., 349. f Conti G., 350. Copello card. I. A., 449. Copenolle L., 380. Corino D., 176. Cormier G. (S. D.), 342. Comi d ez P., 525. Co-oli E., 181. Co-so P., 475. Corte G., 475. Cortés G. G., 521. Cortinez A., 521. Coscia G., 175. Cosentino N., 474. Costa C, 474. nominum personarum Courtney G. A., 522. f Couturier F., 332, 382. Coyle D., 380. Craviotto L., 381. Cremonesi card. C, 379. Crescioli G., 176. Crescitelli A. (S. D.), 341. Crespi y Meli L., 436. Cr i santi M., 524. Csergö C, 348. Cserti S., 62. Cuenco I. M., 513. Cueppers C., 521. Cuesta Vega M., 133. Culliman G. E., 133. Cunnigham D. F., 346. Cuno L., 344. Cuomo P., 476. Ciishion R. B., 522. Czarto-yski A. (S. D.), 131, 374. Czekeházy E., 381. / D da Costa Nunes I., 179. Pagallier E., 136. Da<>e L. G. B., 132. Dalla Tibe-a E., 62. Dall'Asta U., 135. Dal Pra G., 381. D'Ambrosio R., 477. D'Amelio M., 436. d'Amours A., 344. D'Angelo G., 175. Pannelautzki A., 521. f Dantin F., 382. Dargin E. V., 476. D'Ascia G., 136. da Silva Gomes E., 332. d'Assnnçao R. I., 180. Dauenhauer G. J., 436. Davon d M>zaï M., 438. f de Almeida L. A., 136. de Andrade Lima G., 474. de Andrade Ramos M., I 134. j de Arillaga I. M., 131. m de Azevedo G. G., 475. Debray G., 26, 182. de Britto G. (B.), 59, 174, 341, 342, 402, 460. De Bruyn C. A., 350. de Campos G. L, 474. f de Campos Barreto F., 382. de Carlo N., 181. de Castro y Alonso E., 132. de Chantal I. F. (S.), 490. Déchelette C, 523. De Felicis E.., 62. De Ferrari C, 124, 179. de Flue N. (B.), 341, 387, 418. De Franceschi IST., 381. D'Egidio L., 476. Degli Innocenti G., 136. de Gouveia T. C, 26, 179. De Gregorio V., 436. De Guglielmo G., 176. Delaney G. G., 345. Delanoue G. (V.), 473, 520. De Laurentius O., 61. del Castillo e Villa Nue­ va G. F., 477. Delepine G., 521. Della Pietra M. L, 178. Della Rossa A., 349. Del Mestri G., 476. Delmont G. A., 133. de Lorenzo Llórente C, 475. De Matteis A., 175. de Meester P., 60. De Mello Franco C, 347. De Mello Lula G. C, 475. De Mitri G., 344. Dempsey G. S., 135. Demnrger A., 175. De Nicola L, 427. Dennis F., 347. De Nostitz-Rieneck G., 347. de Oliveira A., 474. m Index nominum personarum de Paz y Figueroa M. A. Donders P. (S. D.), 473. (S. P.), 341. Donnei 1 G. J., 476. d'Ermo A., 350. Donnei I.y G., 179. Dermody G. G., 135. Don nel Iv M. .1., 346. de Rujula y de Ochoto- Dorigo M., 381. rena G., 477. dos S a n t o s Silva A. I., de Sà Aires F., 381. 459. de Sant'Anna Oliveira Dotti M., 17«. G., 475. Poughe'ty card. D., 355. De Senna Battista M., d ' O u 11 r e m o n t vidua 474. d'Hooglivorst Ae. (Ma­ ria a Iesu) (S.D.), 428, de Siedliska F. (Maria a 510. Iesu de Bono Pastore) (S. D.)* 160, 510. Downes G. E., 133. Desmedt L , 124. Dovvney T. B., 345. de Souza Marinilo G., Doyle C, 345. 474. Dovle T. G. S., 522. Desranlean Pli. S.. 361. Droste VischeHng M. de Stieglitz F., 381. (Maria dei S. Cuore Destouehes F., 349. di Gesù) (S. D.), 342, de Strohe! di Fratta e 519. Campocigno M., 135. Drnry M. G., 476. f Devoto F., 350. D'Sa D., 175. De Zanche V., 181. D'Sa E., 175. Diamare G., 435. Du Bois de la Vil lera bel Diaz Bical ho G. A., 475. F.. 178. di Baviera G., 520. Du flema i re V., 344. Di Capua F. P., 521. f Dueñas G. A., 350. Didaeus (S.), 385. D" ff v !.. 315. Di Domenico D., 524. Dnki» O . M . , 183, 295. Di Gaetano A., 63. Dmmnt A.. 302. Di Gaetano P., 63. Durando M . A . (S. D.), Di Girolamo I., 26, 179. v i . Di Guglielmo G., 437. * Durante O. I,., 478. Dikavicius V., 474. ! D u r i n e O.. 135. Di Maggio E., 344. Drrsmet card. G. B. (S. Di Mauro M., 63. D.i. m. di Nannarini F., 135. D" t ra X.. 134. Dineeri L. C, 522. Dwo^schak L. F., 345. Diomedi C, 63. Di Paolo L., «2. di Paula E., 513. E Diskin M. A., 523. di Thun e Hohenstein F., Fck G. E., 523. Ererbeck I., 130. 437. Domenech y Marti G., Ellison A. G., 62. Elverfeld C. M., 477. 382. Domenech y Va lis R., Emmerich F., 521. Endresz G., 475. 435. Domingo y Sol E. (S. D.), Enoiish C. E., 347. Espela^e B., 181. 60. M . - i r ; , " i o . Esposito G., 64. Ettorre D., 180. Engster M. (S. D.), 340. Evrard I., 20, 182. F Fabbri F., 381. Fa bris S., 475. Fanghini L., 349. Fa langa A., 522. Falciola A., 348. Fallón G. G., 346. Fan I., 124. Fares A., 62. Farol li A., 521. Fari-eli E. M., 345. Favalli A., 380. Fa va rato Ae., 392. Fea r n s (î. M. A., 522. Feichtinger F . , 520. Felici P., 62. Perche I., 181. Fet-mi D., 476. Fernandez F . A., 136. Fernandez de Peña Ran­ da y de Angiulo A., 477. Fernandez Gau F . , 477. Fer-arite V., 521. Femara G., 476. Fe-rata G. B., 437. Ferreira da Rocha Malheiro M. G., 403. Ferri F., 521. Ferrofino G., 476. Fen^a R., 125, 183. f Fia n da ea F., 136. Fina G., 175. Finili P., 63. Finke G., 474. Finotto Siletti U., 349. Fiori D., 345. F i t z w a l d C. E., 522. Firz Simon L., 362. Flannelly G. G., 476. Fl echter M. J., 346. Fliesser I. C, 183, 295. f Foley D., 478. f Fontana A., 526. Index nominum Gargiulo R., 436. Garrity E. P., 175. Gasparri card. H., 19. Gassort G. F., 348. Gatti A., 63. Gaudel A., 427, f Gauthier G., 178. Gayet E. F., 133. Geisén G. H., 436. Gentil Da Costa F., 475. Gentileschi G., 346. Gerlier card. P., 132. Gesuelli Q., 476. f Gfoellner I., 183, 295, 350. Ghanem-Souraty, 518. Giacomini D., 478. Gibelli! Ae., 296. Giglio L., 136, 349. Ginanneschi A., 437. Giordani L, 524. Giorgetti E., 521. Giorgi E., 477. Giovenco G., 523. f Giraudeau P. F., 478. Giusti del Giardino F., 437. Glattfelder I., 388. Glennon L, 179. Glover R., 380. Godoy L., 521. Golfari L., 524. Golland Trinidade H.H., 123, 183. Gomes Junqueira D., 26, G 183. Gabardi B., 381. Gomez-Hoyos L., 344. Gaetano S., 436. Gonçalves Cerejeira card. f Gagliardi P., 526. E., 182. Gagnor P., 26, 183. Gonzales de la Peña y Galgani G. (S.), 97, 147. Alonso Fernandez M., Gallo A., 61. 477. .. Gallo G., 134. Gonzales de Marmolejo Gallo S., 61. R., 439. Galovié M., 477. * Gonzalez Honderman E., Gamazo y Garcia de Los 136. Rios G., 476. ] Govone A., 347. Gambardella G., 524. Gozzoli G., 345. Ganelli E., 523. Grabmann M.., 521. Gardinazzi F., 175. Gracida C, 344. Gargiulo L., 476. I Grady G. F., 345. Fontana G., 381. Forero Meto G., 379. Fortina G., 62. Francalacci P., 524. Francia M., 63. Francisca Anna a Vir­ gine Perdolente (Cirer Carbonell) (S. D.), 126. Franco C, 61. Franz G. B., 525. Frassati P. G. (S. D.), 519. Frate F., 62. Fratel Benilde (S. D.), 341. f Frattocchi S., 26, 182, 526. Freiberg G. A., 436. Frentiu V. T./ 180. Fresno F., 521. Freundorfer G., 96. Frias Hurtado H., 179. Friedl R. (S. D.), 340. Frisnyâk G., 175, Frye E., 521. Fulcheri y Pietrasanta E., 181. Fumàsoni Biondi card. P., 61, 177, 495, Furlong F., 476. Fusco M., 176. Fusina M. E., 490. A C T A , vol. V I I I , n. 14, — 31-12- 543 personarum Grandicelli D., 136. Grandin V. G. (S. D.), 341. Granito Pignatelli di Belmonte card. L, 101, 153, 174, 401. Grassi C, 62 Grautmann E., 521. Gravina F., 380. Graziola G., 347. Grazzini G., 64. Grealy P., 346. Grieff G. M, 345. Griffin G. A., 180. Grignion da Montfort L., M. (B.), 341, 520. Grigorcea B., 348. Grossardi A,, 524. Grossi Gondi L., 382. Grosso G., 176. Grudzinski G., 521. Grueter L, 125, 183. Grunewald M. G., 346. Guasco Gali arati Di Bisio E., 135. Guerri G., 342. Guerry Ae., 178. Guevara I., 25, 182. f Gumy L. G., 438. Gunceviè G., 381. Gustinelli G., 521. ? H Hacker R., 474. Hanauer S., 181. Hannon D., 183, 295. Hassett A. D., 346. Haze M. T. (V.), 336. Heavey L, 392. Heibel G. H., 345. Heinrich G., 523. Heinze A., 521. Henderson C. F., 347. Herdocia C, 134. Herrero Bena vides P., 477. Hervig E., 475. Heuken L., 475. f Heylen T. L., 478. 39 544 Index Hicbey D. P., 344. Hichey E. G., 340. f Hickey ï. P., 64. Higgins G. G., 347. Hoch T., 475. Hodges M. M., 144. Hoffmann G., 474. Holovié L, 61. Holub G., 347. Holzener G., 475. Horgan G. E., 523. Horinger G., 477. Hou G., 61. Hufker L., 525. Hughes G., 380. Hughes J., 329. Hurley I. P., 181. Hybasek A., 477. Kane C. J.., 345. Kao I., 392. Käppeli T., 132. Karosas A., 181. f Kaspar card. C., 136. Keany T. L., 175. Kelley G. F.,' 345. Kelly G. R., 476. Kemphues L. G., 133. Kenéz A., 348. Kevenhoe^ster I. B., 68. King I. H., 332. Kinsella M., 344. Kirk E. F., 345. Kirmann A., 180. Kisch-Nagy, 434. Kiss L., 345. f Klein G., 64. Kioske E., 521. Klosterman E. G., 436. Knifié G. B., 477. Koepgen G., 331. Konrad F. S., 344. Kopp R., 521. Kosch L., 62. Koschel G., 344. Koudis R., 474. Kovács V., 181. Kowalski C. R., 514. Közi-Horvath G., 476. Krapp G., 521. Krzyzosiak L. G., 346. Kuffel L. J., 345. f Knpka G., 350. Kuraitis F., 474. I Imbrighi G., 524. Importuno V., 381. Incisa della Rocchetta M., 436. Ippoliti L., 132. Ivànyi G., 344. J Jaccarino G., 436. Jacko G., 525. Jaco vino R., 380. Jagodic G., 475, 563. Jalbzykowski R., 178. Jannoni S., 523. Jannuzzi V., 380. Jansoone F. (S. P.), 341. Janssens A. M., 521. Jaricot P. M. (S. P.), 174. f Jarosseau A. M. E., 64. Jennings E., 183, 295. K Kalabus G., 521. Kalan G., 133. Kampschoër G. G., 135. nominum personarum L f Labbé Marquez G., 362, I 438. I Laberthonnière L., 121. i La crampe G. M., 475. j i alean L., 347. j Lambertenghi G. (S. D.), 60. Lambenini I. (B.), 131, 340. Lambíase A., 438. Lancellotti L. M., 343. I.andolfi M., 437. Landolfi S., 380. Landulira - Ndunguru, 172. Lang G., 525. Lanza A., 02. Lauzo Ae. A., 181. Laplanche M., 133. La Puma card. V., 61. Larkin T. P., 522. Laros M., 331. Laudun M., 350. f Lauri card. L., 438. La Via L., 523. Lavitola A., 380. Lawlor G., 345. Lawlor T. V., 133. Le Bellec E., 427. Le Blanc A., 25, 182. Lebrun L., 181. Lechleitner C., 474. Le Clerc A. (Maria Te­ resa di Gesù) (V.), 96. f Legrai ve L. G., 350. 1 eicht P. S., 347. Leimbach C. A., 344. Lemieux L, 183. Lennon P. G., 522. Lenz F., 475. f Lequien P. L., 136. Leturia P., 132. Le ver ve G., 134. Licata N., 381. Liederth G. E., 63. Lilie G., 475. Lill P. D., 345. Llobet I. M., 502, 519. Loia E., 525. Lolini E., 523. Lombardi L., 175. Lombardi L., 380. lombardo A., 171. f Lopez de Rego y Labarta G., 382! Lopez-Gomez G., 61. Lopez Vicuña V. M. (S. D.), 60. Lubrano M., 132. Lucev R. E., 26, 179. Lucifero Nobile di Apriguano F., 525. Lustosa A., 362. Lynch D. A., 62. Index M Maddalena di Canossa (B.), 342, 431, 473, 483, 515. Maglione card. A., 21, 110, 520. Maglione F., 347. Maglioni F., 523. Magnaghi G., 43G. Magnaghi N., 43G. Magner F., 20, 182. Maglioni O., 521. Maïioney G. R., 522. Maiellaro G., 62. Maiello V., 380. Maiztegui Besoitatitnrria I., 180. Mai an G., 525. Majocchi C, 436. Maiora V., 474. Maîtenyi V., 521. Malcotti A., 349. Malee G., 525. Malizia A. A., 350. f Malonf C, 438. Manaresi G., 134. Mancini L., 382. Manessero G., 349. Manrique E., 135. Manti A., 61. f Mannelli G., 64. Mapelli C, 350. Mara dei C, 523. Marchetti Selvaggiani card. F., 343. Marelim A. G., 362. Maria R. V. de Refugio, Patrona, 385. Maria Antonia di S. Giu­ seppe (de Paz y Figiieroa) (S. D.), 341. Maria dei S. Cuore di Gesù (Droste Vischering) (R. D.), 312. 519. Maria di Gesù (d'Oultremont) (S.D.), 428, 519. Maria di Gesù del Ruon Pastore (de Siedliska F.) (S. D.), 166, 519. nominum 'personarum Mariano A., 382. Maria Teresa di Gesù (Le Clerc A.) (V.), 96. Marinelli R., 346. Marinotti A., 347. Marioni G., 135. Markez L., 475. Marmaggi card. F., 520. Marmottin A. A., 178. Mameli N. A., 345. Marotti G., 175. Marquardt L., 344. Martelanc G., 477. Martillotti A., 176. Martin G., 525. Martinelli L., 520. Martínez A., 181. Martinez Silva S., 181. Martini C, 176. Martini M., 342. Martini Camia F., 477. Marvan M., 521. Masciarelli V., 381. Masetti E., 523. Masi A., 135. Masoni E., 438. Massa P., 124, 183. Masteson G. B., 345. Masucci B., 476. Masulli O., 346. Mattei P., 133. Matthews G., 381. Mancher L. M., 134. Mazzarello M. D. (B.), 342, 430. Mazzei P., 175. Mazzoni TT., 382. McAuliffe M., 179. McCaffrey G. A., 476. McCann G. R., 522. McCarthy G., 380. McCarty G., 522. McCloskey card. J., 329. McCloskey I. P., 513. McCormack F. C, 348. McEntegart B. J., 522. McGrath M., 178. McGucken I. T., 26, 183. McGuiness F. M., 436. McGuire P. J., 346. Mclntyre F., 182. 545 Mclntyre G. B., 346. McNamee, L. L., 523. McNulty G., 380. McQuaid L, 179. McQuillen C. R., 380. McQuillen G. L., 134. Medeiros Delgado L, 123, 183. Medeiros Leite L., 474. Mederly C, 437. Meireles Freiré E., 474. Melançon G., 180. f Melanson A., 438. Mele D., 136, 563. Melis F., 347. Melomo A., 179. Mena G. A., 347. Mena Porta H., 332. Menchaca Lira A.. 362. Menchaca Lira E., 436. Méndez y Del Rio G., 132. Meneghini G., 63. Mengarini E., 437. Menicucci M., 101. Menna G., 476. Mennini L., 437, Mercati D., 380. Merceron A., 350. Mercier G., 392. Mercier L., 133. Mercoîino M., 345. Merino Movilla E., 475. Mery Berkdorf A., 123, 183. Meszlényi A., 176. Metzdorf G. H., 133. Metzroth H., 177. f Meulenherg M., 438. Meysztowicz A., 476. Michael Archangelus (S.), 128. Michalik A., 61. Michelaarnoli G., 382. Micheletti P., 349. Migliorini B. L., 362. Millefiorini D., 382. Mimbela P., 356. Minar G., 380. Mirra E., 175. Misura ea L, 332, 435. Mitoáinka G., 525. 546 Index nominum personarum Ndunguru E., 172. Mitrovic A., 381. Nécsey E., 133. Mlynar R., 348. Negwer G., 344. Modugno G., 349. Molas Valve M. R. (S. Nelson G. A., 522. Nembrini D., 381. T).), 519. Némethy, E., 176. Monaghan T. F.., 345. f Nicolas O. G., 382. Monse F., 520. Montaìbetti H., 123, 183. f Nicolescu A., 180, 350. Nicoletti V,, 524. Montali M., 476. Monteiro Marques da Sil­ Nicolini G., 176. Niedbalski S. E., 345. va I. A., 403. ! Nistri U., 63. Monti G., 522. Nobilomo F., 380. Monti P. C., 136. Noll F., 132. Montini E., 346. Nossent G., 134. Montoto E., 343. Nota N., 349. Montuschi F., 381. f Nowowiejski A. G., Moore E. R., 476. 478. Moran G., 346. f Nuñez y Zarate G. O., Moran di L. A., 64. 136. Moreira dos Santos F., 26, 183. Moreira Martínez R., 123, Nyisztor S., 381. 183, Morelli I., 524. O Morello A., 175. Moreno T., 25, 182. O'Brieii G. J., 522. Morini A., 135. O'Brien G. W., 133. Moriondo N. G., 26, 183. O'Brien H., 179. Morpurgo O., 349. O'Connor B. L., 348. Moschetti H., 145. O'Connor G. A., 522. Mottola E., 344. O'Connor P., 380. Moussaron I., 178. Odar L., 133. Moynihan D . , 332. Olive M., 144. Mulert H., 331. Olivieri R., 349. Mulhall G. J., 345. Onderuv G., 525. Mulloy G. T., 345. O'Neil I. M., 180. Murcia Riaño G., 61. Onofri O., 63. Mutti U., 349. Onorati A., 525. O'Reilly M., 332. O'Reilly P. J., 133. N Orlando F., 476. Nagelesisen IT. O., 522. Ortiz y Lopez L G . , 178, Nagy L., 434. , 344. Naldi-Gibelll, 296. O'Shaughnessy I., 381. Napoletano R., 476. Ossola P., 181. Nar G. N., 477, Ottavio da Alatri, 435. Narjauskas G., 474. Nasalli Rocca di Corneliano card. I. B., 343. Nassi A., 349. Pacelli C, 435. Natàlucci M., 476. Pacetti V., 522. Padolskis V., 181. Paganucci D., 476. Pages E. G., 475. Pagni T., 176. i Palazzi P., 523. • Pallavicini G., 176. Panico L, 66, 413. Papp D., 359, 379. Parente P., 343. Parisi C, 477. Parker T. L., 25, 182. Parra Perez C, 348. Parrella A., 175. Pasculli F., 381. Pasini E., 436. Pasotti C, 125, 183. Pasztor F., 521. f Patau P., 136. Paternostro A., 380. Patrizi N., 346. Patrizi Montoro G., 438. Pau pini G., 525. Pava G., 526. Pavlik M., 525. Pazzagli F., 524. j Pazzini F., 61. ¡ Pecci G. B., 134. Pecci S., 117, 131. f Pederzolli T., 350. Pediconi F., 437. Peiffer N. J., 133. f Pejov C. V., 478. Pellegrinetti card. H j 429. I Pellegrini Quarantotti i G., 134. i Pelletier M. di S. Eufra\ sia (S.), 104, 137. Pelz C, 24. Pennacchio P., 380. Pennetta T., 348. Perale R., 524. Perba! A., 343. Pereira B. E., 123, 183. Pereira de Andrade T. I., 177. Perez y Serán tes E., 435. Perini C, 136. Perini N., 427. ! Ferletti P., 436. j f Person F. G., 478. v Index Petrelli F., 176. Petrilli O., 521. Phung I. M., 180. Piazzini P., 349. Picchiorri G., 476. Piccioli A., 348. Piccione V., 175. Piccolo G., 344. Picconi A., 521. Pichón I. V. M., 427. Pieri F., 26, 182. Pietrantoni A. (S. D.), 340. Pietrini F., 525. Pietrogrande A., 437. Pinazo C., 525. f Pinheiro E. G., 478. Pinten I., 182. Piovesan S., 135. Pirelli C., 436. Pizzardo card. G., 60. Pizzorno F., 134. Plagens I., 25, 182. Pia y Deniel H.-, 459. Pless G., 61. Podestà P., 436. Podstatzky - Lichtenstein L., 477.' Poggi E., 344. Pometta A., 133. Ponsin L. A., 132. Ponzoñe M., 438. Ponzoñe O., 438. Ponzoni V., 63. Porcelli G., 176. Porcelli V., 176. . Potetti E., 133. Portoghesi G., 349. Porzio S., 133. Pothakamuri T., 180. Pouget M. A., 144. Povilaitis A. S., 474. Prado E., 346. Pratelli P., 175. Prennushi N. V., 178. Presti F. M., 348. Privitzky G., 344. Pucci A. M. (S. D.), 341. Puppo F., 135. Pypers T., 345. nominum personarum 547 Rocca C. G., 524. Roche E. P., 343. Q Roddy G. A., 133. Quaini G., 61. Rodríguez Ferreras G., Quant F. N. V . , 135. 474. Querenni-Bruzzo, 464. Rogate E., 476. Quinn O. G., 180. Romano D., 349. Romero Lerroux de Car denas G., 477. Roques Ae., 178. R Rosa C, 523. Rabini P., 61. Rosa C, 345. Raôki F., 381. Rosin C, 475. Radicioni G., 61. Ross E;, 475. Radossi R. M., 513. Rossello M. G. (B.), 60, Raggi G., 62. 335. Raimondi-Lombardo,171. Rossi card. R. C, 177, Raith G. G., 436. \ 338, 340, 373, 398, 400, Raitz von Frentz U., 435. 176. Rossi E. J., 522. f Rossi G., 64. Ramella G., 175. Rossignani P., 346. Ramirez A., 521. Rotondano B., 175. Randazzo P., 61. Rotta A., 389. Ranieri D., 524. Ruetten F., 475. Rast G., 525. Ruiz Guinazu E., 134. Ratti G., 478. f Ruiz y Florez L., 526. Rauso U., 175. Russo N., 436. Ravarelli G. B., 380. Russo R., 344. Rawlins G. G., 344. Russo Krauss G., 382. f Rayssac A., 350. Realino B. (B.), 59, 131, Ryan V., 179. 340, 342, 404, 462. Reardon G. M., 436. Reilly M. A., 522. Reinys M., 178. Renna Donno S., 406. Sabatelli R., 349. f Renouf E. T., 136. Sabet M., 348. Repana j F., 476. Saccardi C, 438. Repetto M. (S. D.Ì, 519. Sagarminaga A., 475. f Reverman T., 350. Saggiorato F., 523. f Rey-Lemos P. A., 64. Sághy A., 437. Rhéaume L., 343. Sagretti A., 524. Riccardi E., 63. Saìani M., 523. Riccio V., 478. Salimei G., 134. f Rinaldi M., 350. Salina G., 380. Rispoli M., 437. Salinas A. O., 70, 183. Rius Serra G., 133. Salotti card. C, 59, 146, Riva U., 524, 404, 406, 473, 488. Rivat F. G. (S. D.), 341. Sanborn E. G., 348. Riviere G., 62. Santambrogio A., 432. Roca C., 524. Santambrogio L., 524. 548 Index Santi R., 178. Santos Moreno F. d. P., 474. Sartori M., 349. Sassen G. R., 347. Savi E., 477. Savino P., 435. Scanlan G., 523. Scapaticci S., 175. Scarpelli E., 102. Scarpelli N., 102. Schaepman E. G. L,. 348. Scheper G. B., 175. Schmaeing F., 475. Schmiedt A., 381. Schneller M., 477. Sclmelton E., 525. Schuettler O., 525. Schuh A. N., 345. Schulien M., 343. f Schulte card. C. G., 136. Schuster card. A., 419. Schutte G. A., 349. Schwarz R., 380. Sciannelli G., 176. Scié-ton-fa, 135. Scotto di Pagliara G. D., 522. Scully G. A., 522. Sebastian L., 124, 183. Seckar G., 478. Sedlac E., 525. Sempere G. L., 473. f Senso Lázaro A., 382. Seralèssandri O., 380. Serena G., 411. Sessa P., 524. gesták G., 380. Setina V., 380. Severino M., 475. Sibilia card. H., 181. Siciliano G., 522. Sidler G., 436. Siemiradzki S., 347. Sierra G. E., 344. f Silva Cotapos C., 438. Silvagni A., 132. Silvestrini F., 349. Simaitis A., 474. Simon G., 132. Simonelli G., 176. Simonelli M., 136, 349. Sinibaldi F., 381. Sintas L, 335. Skerbec M., 477. Sklenar G. M., 346. Skrábik A., 332. Skvireckas I., 180. Smith G. J., 345. Sodja G., 477. Soegijapranata A., 181. Sokol G., 477. Solero S., 381. Solis Fernandez I. V., 181. Somma E., 63. Sonefeld G. G., 346. Souraty G., 518. Spagnoli A., 524. Spellman F., 182. Spiletak A., 475. Spiller M., 514. Spohn R., 475. Stabler A. L., 523. Stanley G. G., 522. Stanto M., 380. Stegmann G., 475. Strada A., 523. Strada P., 523. Sträter E. G., 520. Streitel F. (S. D.), 342. Stroothenke W., 69. Strzyz F., 521. Stumpf A., 175. f Sturzo M., 478. Suciu L, 180. Suhard card. E. O., 178. Susnik G., 132. Sweeney L, 331. Szabò G., 348. Szilagyi G., 175. nomintim personarum T Tagliaferri A., 349. Tamburini H., 70, 183. Tantaro S., 475. Tantum D., 437. Tayroyan N., 184. Tedeschini card. F., 343, 435, 492, 520. Tekakwitha C. (S. D.), 473. Telbisz E., 523. Tellez L, 380. Terranova C., 63. Terzo G. (V.), 174. Tessitore A., 380. Theas P., 181. Thiinemann H., 181. Thimmes M. A., 345. Thouvard E., 134. Tibasulwa-Aliddeki, 58, 377. Tinagli G., 437. Tirelli G., 345. Tisserant card. E., 96, 132. Tong I. B., 180. Tordela E., 523. Torino G. B., 523. Toscani C., 135. Tota C., 176. Trannoy G.f 59. f Trehiou I., 64. Tribbioli P. L, 122. Trigilio S., 176. Trinrlade Salgueiro E., 182. Tritschler G. 70, 179. Trocchi T., 20. Trocellier L, 180. Trofa G., 136. Tromp S., 343. f Trussoni T., 64. Tulli A., 437. Tûma G., 349. U Unterberger B., 344. Upponyi G., 175. Uriarte L. B., 181. Ursi R., 477. Ursprung A., 435. Y Valaitis G., 474. Valdivia M. H., 25, 182. Index Valente F., 523. Valentini A., 176. Vallecilla G., 379. Van Dam C. A., 380. Vandegaer N., 436. van de Weijer E., 180. van Heijst G. P., 135. van Liemt G. G. B., 135. van Roey card. I. E., 343. Vasari u J., 135. Varin de la Brunélière H. M., 514. Vaftkovic" A., 176. Vega G., 124, 184. Velandi V., 176. Velmeijer V. L. A., 348. Vendola D., 362. Veneziani C., 521. Verde card. A., 60, 131, 168, 376, 395, 431. Verna A. M. (S. D.), 340. Vianello M., 132. Virent S., 346. Vidiean G., 346. Vieira Al verna z T., 362. Viel P. (S. D.K 59, 393. Vigilio da Valstagna, 177. Vigilet.**. A., 524. Villìisenor Planearte G., 521. nominum 549 personarum Villeneuve card. R., 361. f Vincenz L. M., 382. Viola A. G., 348. Virga S., 135. Visuosky N., 525. Vitale G., 175. Viti M. F. (S. D.), 60, 168, 341. Vittadini F., 438. Vittoz I., 182. Vobejda A., 380. Voglino G., 348. Volaj G., 180. Volio C., 178. Volpini N., 438. Vrakking I., 180. Vucetié F., 475. W Wagner G., 520. f Waitz S., 478. Wall F., 435. Walsh T. T., 180. Waring G., 344. Watterson E. J., 345. f Wehrte V., 478. Weimann I., 181. Weiss M. F. (S. D.), 519. Wendel L, 123, 183. Werle J. G., 380. Whelan L. P., 332. Whitfield G. P., 133. Wiersbinski A. I., 345. Willekens P., 66. Wilpert G., 520. Windeis A., 125. Witte A., 380. Wohlgemuth A., 344. Wolff I., 392. Y Yerena E., 181. Zaléik L., 381. Zanchini A., 349. Zannoni A., 381. Zenucchini L., 436. Zielinski A., 380. Zilincan A., 62. Zitko S.., 477. Zivkovic A., 475. Zlatos" S., 525. Zohrabian C. L, 180. f Zonghi G. M., 382. Zucchetti D., 438. TT. - INDEX NOMINUM DIOECESIUM VICARIATUUM, ETC. A Abellinen., 476. Achriden., 178. Acilisen., 180. Addis Abeba, 63. Adramytten., 180. Adrasen., 181. Aegypti, 85, 348. Aesernien et Venafran., 179. Africae (Lusitana Colo­ nia), 14. Agrien., 381. Agrigentin., 175, 381, 482. Alajuelen., 181. Albae Juliae, 434. Albanen., 381. Albien., 178, 184. Albinganen., 374. Alexandrin. in Luisiana, 436. Alexandrin, in Ontario, 332, 382. Alexandrin. Statiellorum, 136, 349, 476. Algaren., 349, Algerien., 344. Aliphan., 380. Alionen., 525. Altunen., 133, 134. Amargosen., 407. Amarillen., 26, 179, 362. Amazonen., 123,177,183. 550 Index Amerin., 61, 438. Amorian., 178, 179. Amosen., 344, 347. Anagnin., 380. Anchialitan., 332. Anconi tan. et Numanen., 61, 178, 476, 521. Andegaven., 140. Andrien., 176, 477. Angelorum, 26, 78, 183. Anglonen. Tursien., 380. Angolen. et Congen., 15, 26, 179. Angren., 362. Annecien., 178, 182, 490, 520. Anteoueren., 136, 344. Antiochen. Maronitarum, 518. Antioquien. et Iericoën., 152, 410. Ahtofagasten., 123, 183. Apuan., 61, 62, 524. Apuanien., 381. Aquae Augustae, 427. Aquen., 134, 178, 184, 430, 438. Aquilan., 64, 123, 179. Aquinatem, Soran. et Pontiseurvi, 132, 135, 349. Aquipendien., 26. Aquisgranen., 344, 475, 520. Arabissen., 182. Aracaiuen., 474. Arenen., 136, 332. Areouipen., 25. Aretin., 92. Argentina resp.,IM, 502, 519. Argentinen., 427. Arianen., 349, 380. Asculan. ih Piceno, 133. Assisen., 475. Assurita n., 180. Asten., 523. Asturicen., 382. Arrebaten., 93. Attaearan., 350. Augustan., 62. nominum dioecesium, vicariatuum, etc. Augustan. Vindelicorum, Biturgen., 176, 346, 380, 477. 381. Augustodunen., 181, 184. Bitylien., 182. Aurien., 64. Bobo-Dioulasso, 392. Auximan. et Cingulan., Bogoten. in Columbia, 382. 61, 379. Aversan., 380, 436. Bolivia resp., 473. Axomitan., 181. Bombayen., 175. Ayacuquen., 25, 182. I Bomfim, 123, 182, 183. Bonaëren., 449, 520. I Bondo, 165. Bononien., 74, 75, 135, B 477, 522, 523. Bosanen., 180, 369. Bacoloden., 363. j Botryen., 350. Badien., 125, 183. Boven., 123, 183. Bahamas, 67. Brasilia resp., 134, 347, Ballaraten., 478. 435. Baltimoren, et Vashing- Bredan., 380. tonen., 348. Briocen., 82, 427. Banato Iugoslavo, 475. Brixien., 436, 522. Bandoeng, 65. Brixinen., 86. Baraten., 64, 125, 183. Brundusin., 476. Barbastren., 480. Brunen., 350, 477, 521. Barcinonen., 382, 477. i Bugellen., 175, 349. Baren., 61, 349. Burgen., 132. Barolen. vide Tranen. Basileen. et Luganen., 93, 436, 521. C Batavia, 65. Beatae Mariae Auxilia­ Caceren., 363. tricis de Belmont, 523. Cadurcen., 178, 427. Caebuan. vide Nominis Beiren., 16. Iesu. Belemen. de Para, 362, Caesaraugustana 435, 427. 476. Belgio, 59. Caesarien. in Cappado­ Bellevillen., 346, 380. cia, 332, 435. Bellohorizontin., 474. Bellunen. et Feltren., Caesarien. Melchitarum,. 438. 136. Cagayan., 363. Belograden., 95. Caicoën., 123, 183. Beneventan., 175, 176. Caiesen., 427, 478. Berberaten., 335. Bergomen., 87, 93, 349, Caietan., 380, 522. Cairnen., 392, 412. 400. Berolinen., 91, 176, 381, j Caiamarcen., 25, 182. j Cafazeirasen., 177. 477. Beryten. Maronitarum, ! Calbayogan., 363. 82. Calien., 136. Calven, et Theanen., 70, Bikoro, 125. 183. Bismarckien., 179, 436. Index Calydonien., 183. Camagueyen., 435. Camden., 346. Cameracen., 178. Campanien., 477. Campineu., 26, 382, 513. Canton Price, 361. Capitis Haitiani, 475. Capuan., 175, 380. Caputaquen. - Vallen. ,176. Cardiffen., 178, 184, 295. Carpen., 124, 176, 177, 179. Casalen., 95, 136, 181. Casanaren., 125, 182. Casertan., 26, 183. $ Cassanen., 381. Cassovien., 175, 381, 525. Castri Maris, 436, 438, 521. Catamarcen., 447. Catanen., 60, 70, 333, 349. Caxien. in Maragnano, 362. Celsonen., 477. Cephaluden., 344. Chalcedonen., 427. Chalciden. in Syria, 179, 459. Chapaden., 414. Chariopolitan., 478. Chiapasen., 427. Chicagen., 26. Chicoutimien., 180. Chile resp., 439, 449. Chouchih, 392. Cincinnaten., 133. Città del Vaticano, 349. Civitaten., 480. Civitatis Castellanae, Hortan. et Gallesin., 347, 380. Civitatis Castelli, 521. Clodien., 92. Cluj-Gherlen., 346. Clusin. et Pientin., 350, 362, 438. Coccinen., 362. Coelen., 179. Coimbaturen., 180. nominum dioecesium, vicariatuum, Colonien., 136. Colossen., 382. Comaclen., 70. Comen., 136, 326, 349, 438, 478, 524. Compsan., S. Angeli de Lombardis et Bisaeien., 178, 179, 181, 476. Congi Inferioris, 15. Consentio, 178, 184. Constantien. et Abrincen., 94, 393. Conversanen., 346. Cookpolitan., 392, 412. Coracesiotan., 392. Corumben., 414. Cosentin., 62, 81. Costarica resp., 520. Cotyaeen., 350. Covingtonen., 436. Cremen., 64. Cremonen., 93, 175, 345, 380. Crossen., 345. Crotonen,, 525. Csanadien., 388, 523. Cubango in Angola, 15. Cuiaben., 414. Cu nene, 15. Curien., 382, 513. Cybistren., 125, 182. Cypren., 179. Cypselen., 178. Cyrenen., 182. Cyrrhen., 136, 332. D Danaben., 181. Davenporten., 132, 133, 135. Derthonen., 135, 476. Detroiten., 346. Diacoven. vide Sirmien. Dilien., 17, Dionysopolitan., 382. Dublinen., 179, 184, Dyrrachien., 178, 184. Dysthien., 392. 551 etc. E Ecclesien., 94. Edessen. in Osrhoène, 520. Edmontonen., 295. Egugen., 392. Einsiedlern, 418. Eistetten., 521. Eleutheropolitan. in Pa­ laestina, 181. Eporedien., 63, 176, 347, 349. Erien., 344, 345, 347, 380. Erythrea, 63. F Fanen., 525. . Fargen., 345, 346. Faventin. et Imolen., 122, 343, 438, 521. Ferentin., 526. Feretran., 61, 178, 181. Ferrarien., 176. Fidentin., 132. Firman., 86, 350, 427. Florentin., 77, 78, 88, 90, 91, 95, 136, 175, 435, 523. Fluminis Nigri, 124, 183. Fodian., 62, 344. Fogarasien. et Albae Iulien., 180, 350. Foroiulien., 427. Forolivien., 524. Fortalexien., 332, 362. Fort Jameson, 514. Friburgen., 77, 92. Fukuoka, 182. Fulden., 344. G Gabulen., 178. Gadaren., 125, 183. Gadicen. et Septen., 474. Gallia, 62. Gallupien., 181. Galvestonien., 520. 552 Index Gargaren., 64, 183, 295. Geneven. vide Lausannen. Germenen. in Galatia, 26, 182. Ghardaien., 392. Goan. et Damanen., 179, 184, 381. Goritan., 180. Goritien., 109, 476. Grandormen., 25, 182. Gratianopolitan., 134, 136, 182. Grossetan., 523, 524. Guadala jaren., 80, 84, 521. Guadicen., 61. Guarnen., 181. Guastallen., 476. Guaxupen., 182, Guinea Lusitana, 15. Gunturen., 180. H Hagulstaden. et Novocastren., 523. Haiti resp., 346, 347, 349, 350. Halicamassen., 180. Halifaxien., 344. Harlemen., 135, 348, 381. HaHfortien., 179. Hearsten., 25, 178, 182. Hebronen., 124, 183. Helenopoli tan. in Palae­ stina, 182. Helvetia, 386, 418. Hemerien., 438, 513. Hieraeen., 344. Hierapolitan. in Syria, 64. Hildesheien., 84. Hinsranfu, 392. Hirdnen., 180. Hispa 1 en., 477. Hispania resp., 480. Holaren., 438. Honoluluen., 331. Huajuapamen., 132. Huanucen., 25. nominum dioecesium, vicariatuum, Huaraz, 25, 182. Hue j u tien., 181. Hungaria, 379, 521. I Ianuen., 83, 380. lasen., 181. Iericoën., 410. Ilcinen., 437, 438, 521. Ilheosen., 124, 184. Indiae Orientales, 63, 179. Innsbruck, 474. Insul en., 521. In feram n en. et Narnien., 74, 178, 181. Ipsen., 514. Iquiquen., 362, 427. Isclan., 135, 136. Italia, 24, 63, 135, 347, 348, 349, 450, 465, 496, 523, 524. J Jacarezinhoen., 513. Jacien., 61. Januen., 61, 62, 135, 176, 436. Jaren., 363, 513. Jasen., 525. Jatahien., 124, 184. Jaurinen., 26, 183, 476. Joinvillen., 475. E Katovicen., 521. Kaunen., 180. Keimoes, 181. Kerrien., 332. Kielcen., 75, 88. Klaipeden., 521. etc. Laranden., 178, 181. Lauden., 61, 63, 136, 345, 350, 477, 524. Laure tan., 63. Lausannen., Geneven, et Friburgen., 135, 435, 525. Leavenworthien., 521. Lebessen., 64, 123, 183. Legionen., 475. Lemnen., 526. Leodien., 336, 343, 428. Letae., 362. Leucen., 26, 179, 362, 438. Limnen., 332, 459. Limyren., 180. Linaren., 123, 183. Linden., 183, 295, 350. Lingaven., 363. Lintsing, 61. Liparen. in Lydia, 123, 183. Lipen., 133, 363. Lisbonen., 175, 182. Lorenen., 26, 182. Lourenço Marques, 16, 26, 179, 184. Luanden., 15, 26, 179, 184. Lucen., 87, 97, 476. Lucerin., 26, 179, 349, 362. Lucionen., 138, 427. Luganen., 62, 133. Lugdunen., 523. Lulua et Katanga, 81. Lunda, 15. Lünen., Sarzanen. et Brugnaten., 475. Lusitania resp., 29. Lycien., 349, 404, 462. Lyrbitan., 478. L M Labacen., 132, 133, 475, 477. Lacus Salsi, 135. Laquedonien., 436, 521. Macaonen., 16, 179. Maceraten. et Tolentin., 176, 476. Mackenzie, 180. Index Madauren., 181. Magno - Vara diñen. Ru­ men orum, 180. Majoricen., 126, 436. Majunga, 392. Manilen., 363. Maratliea, 325. Marcianen,. 180. Marcianopolitan., 26,179. Marden. Armenorum, 178, 184. Marden. Chaldaeorum, 136. Marianopolitana 178.184, 332. Marquetten., 25, 26, 182. Martinicen. vide Sancti Petri. Masaka, 58. Matriten., 476, 477. Matto Grosso, 414. Mazarien., 475. Medellen., 344. Mediolanen., 94, 134,136, 348, 349, 350, 381, 419, 436, 437, 478, 523, 524, 525. Melden., 26, 182. Mendozen., 182. Meneven., 178, 183, 295. Messanen., 74. Midaën., 332. Midden-Java, 66. Mobilien., 523. Moglaenen., 180. Monacen, et Frisingen., 475. Monasterien., 475, 521. Monctonen., 25, 438. Montai cone, 109. Monopolitan., 62, 123, 179, 183, 344, 346. Monterrejen., 70, 178, 179, 184, 344. Montis Albani, 181. Montis Casini', 435. Montis Pessnlani, 133. Montis Politiam, 123. Montis Regalis, 82, 135, 436. Montis Vici, 62, 349. nominum dioecesium, vicariatuum, Montisvidei, 135, 179, 184, 521. Morelien., 526. Mossoren., 427, 474. Mozambicen., 16, 26, 179. Mutinen. et Nonantulan., 178. Myricen., 438, 514. Mysurien., 125, 183. ^ N 553 etc. O Octerien., 476. Ogdensburgen., 525. Oklaliomen. et Tulsen., 523. Olbien., 438. Olomucen., 347, 380, 381, 521. Opunti., 332. Orien., 124, 184. Osaken., 182. j Osnabrugen., 380. ! Ottavien.,184. Oveten., 133. Oxyrynchitan., 178. Nampulen., 16, 177. Namurcen., 478, 513. Napo, 514. Nashvillen., 133. Natalen., 475. Naulen., 296. Nazaren., 459. Neapolitan., 64, 90, 91, P 176, 344, 347, 381, 382, 404, 427, 437, 462, 493, Pacen., 474. Paderbornen., 64. 522. Palen., 363. Nemausen., 133. Neo-Eboracen., 76, 94, Panama resp., 520. 182, 328, 344, 476, 522. Panamen., 180. Panopolitan., 382. Neosolien., 332. Panormitan., 63, 94. Neritonen., 81, 344. , Papien., 436, 438. Niangara, 165. Nicaragua resp., 134,520. Paracatuen., 180. Parahyben., 123. Nicen., 525. Parentin, et Polen., 77, Nictlieroyen., 475. Nisyrien., 70, 183. 350, 513. Ni trien., 61, 133. I Parisien., 75, 79, 81, 82, Nolan., 347, 476, 478, 83, 86, 91, 134, 178. Parmen., 349. 522. Parnassen., 123,183, 350. Nominis Iesu, 363, 513. Northantonien., 25, 182. Passavien., 130, 344. Patavin., 381, 464. Noten., 175. Patersonen., 346, 436. Novae Aureliae, 521. Pelusiotan., 64. Novae Segobiae, 363. Nova Lisbona, 15, 26, Peramiho, 172. Pergamen., 64, 427. 183. Novarcen., 62, 180, 345, Perusin., 134. Peruvia resp., 135, 136, 347, 348, 380, 381. Novarien., 61, 63, 135, 346, 356, 379. 476, 521. Petriculan., 175. Nucerin. et Tadinen., 62. Pharbaethitan., 26, 181* 180. 182. Phatanen., 392. Nursin., 135, 476. Phat Diem, 180. Nyassae, 514. 554 Index Philadelphieii., 355. Philippinae insulae, 363, 364. Pinsken., 89. Pisan., 176, 437. Pistorien, et Praten.., 64, 69, 92, 382, 438. Piuren., 25, 182. Placentin., 176, 477, 521. Platien., 80, 478. Placen., 478. Poerwokerto, 65. Policastren., 325. Polonia resp., 347. Pompeian., 349, 350. Pompeiopolitan. in Cili­ cia, 178, 344. Popayanen., 379. Portuen. et S. Rufinae, 494, 520. Portus Gratiae, 180. Portus Magni, 332. Praenestin., 176. Pragen., 136, 347, 348, 349, 474, 475, 520, 521, 523. Praten. vide Pistorien. Preso ven. Ruthenorum, 176. Punien., 525. Puteolan., 94. Q Quebecen., 361. Quinque Ecclesien., 62, 344, 348. Quiten., 347. R Ragusin., 475. Rajaburi, 125, 183, 383. Rancaguen., 123. Reatin., 350, 362. Recineten., 84. Reginae Gradecen., 380. Reginaten., 85. Registren., 414. nominum dioecesium, vicariatuum, etc. Sancti Deodati, 178, 182. Sancti Didaci, 78, 385. Sancti Dominici, 475. Sancti Francisci in Cali­ fornia, 331. Sancti Georgii Terrae No­ vae, 136, 332. Sancti Germani, 344. Sancti Hyacinthi, 332. Sancti Iacobi Capitis Vi­ ridis, 14, '26, 180, 183. Sancti Iacobi de Este­ ro, 181. Sancti Iacobi in Chile, j! 70, 183, 362, 436, 439, ij 449, 475, 521. Sancti Ioannis Portorlcen., 343. Sancti Ioannis Terrae Novae, 343, 344, 347. Sancti Ludovici, 179. Sancti Ludovici in MaraS gnano, 124. Saharien., 345. Sancti Ludovici Potosien., 70, 179, 427. Sabinen, et Mandelen., Sancti Marci et Bisinia­ 181, 345. nen., 132, 175. Sacramenten., 346. Sancti Michaelis, 350. Sagien., 133. Sancti Miniati, 92. Sagina ven., 346. Sancti Pauli de Minne­ Saigon, 125, 183. sota, 351, 355, 381, 436. Salen., 183, 295. Sancti Pauli in Brasilia, Salforden., 25, 525. Salisbursren.. 80, 478. 474, 513. Salmantin., 459, 477. Sancti Pet^i et Arcis Gallicae, 136, 51!. Sanaven., 26. 180, 183. Sanctae Crucis de Sier­ Sancti Salvatoris in Bra­ silia, 407, 474. ra, 182. Sanctae Elisabeth vide Sancti Sebastiani Flumi­ nis Ianuarii, 134. Jaren. Sanctae Manae Ormen., Sancti Severi, 478. Sanctissimae Assumptio­ 346. nis, 332. Sancti Angeli de Lom­ Sanctissimae Conceptio­ bardis ride Compsan. nis, 123. Sancti Angeli in Vado Sancti Thomae de Meliavide Urbanien. por, 402, 460. Sancti Antonii, 26, 179, Sancti Thomae in Insu­ 184, 362. la, 16, 26, 179. Sancti Auo-vstini, 181. Santos, 513. Sancti Bonifacii, 332. Sancti Caroli Ancudiae, Sappen., 178, 180. ! Sassandren., 180. 179. Renen., 523. Resistenciae, 181. Rhedonen.. 178, 184. Rheginen., 123, 183, 524. Rhemen., 132, 133, 178, 184. Ripan., 346. Romana, 61, 63, 75, 78, 79, 81, 83, 85, 86, 87, 88, 89, 90, 93, 134, 135, 136, 166, 184, 343. 346, 347, 348, 349, 350, 362, 382, 428, 436, 437, 438, 477, 521, 524. Romania, 348, 359, 379. Rosnavien., 175, 344, 525, 526. Rossen., 332. Rottenburgen., 475. Index nominum dioecesium, vicariatuum, etc. 555 Satalen. in Armenia, 382. Ulpianen., 180. T Satmarien, et MagnovaUltraiecten., 347, 348, radinen. Latinorum, 349, 350. Taeambarem, 181. 381, 521. Ulyssiponem, 399. Ta rentin., 62, 381. Sauatrem, 64. Umtata, 125, 183. Taubaten., 459, 475. Savonen., 296, 335, 380, Urabà, 410. Taurinen., 79, 88, 93, 95, 381. Urbanien. et Sancti An­ 175, 176, 350, 381, 396, Scopiem, 181. geli in Vado, 524. 436, 437, 523. Scyri., 332. Urbevetan., 26, 182, 522. Te-hoa, 124. Secovien., 344. 526. Teien., 478. Sednnen., 418. i Uruguayanem, 478. Telmissen., 180. Seguin, 362. Utinen., 63, 381, 437. Telsem, 474. Sehnaem Chaldaeorum, Temncen., 70, 183, 362. 438. Ter-gestin., 87, 89. Selen., 180, 182. Terraeinem, Setin. et Semarang, 65, 181. V Privernem, 523. Sendaien., 183. Thailandia (Siam), 383. Serenen., 427, 521. Theatin., 89. Sherbrookem, 361. Vacien., 181, 348. Thennesien., 26, 183. Shiré, 514. Theramem, 61, 62, 135, Valentin., 61. Siam (Thailandia), 383. Vancuveriem, 183, 295. 476*. Sienim, 62, 381. Varmien., 344. Sil vae PoHuem, 15, 459. Thya tiren., 177. Varsavien., 166. Thyniadem, 478. Sil ven., 478. Vashingtonen. vide Bal­ Tiberien., 181. Sina resp., 135. timoren., 348. Tibnrtin., 63. Sinvançchow, 392. Veliterm, 91, 525. Sipontin. et Vestam, 136, Tidditam, 178. Veneten., 64, 427. Timisoaren., 61. 349. Venetiarum, 513, 524. Sirmien. et Dia eo ven., Ti m m in sen., 343. Venetiola resp., 332, 348, 379, 381, 475, 477, 478. Timo^, 14. 435. Tirnava, 61, 62, 437, 525. Siten., 179. Ventimiliem, 171. Tolentin. vide MaceraSiwantze, 124. Veronen., 431, 484, 515. ten. Solo, 165. Versalien., 94. Toletan., 459. Sonoren., 525. Verulan., 168. So-an. viae Aquinatem j Toronen., 136. Veszprimien., 132, 380. Tranen, et Parolen., 176, Soteropolitan., 178. Vicem, 133, 372. ,.. 344, 362, 381, 522. Spirem, 123, 183. Vicentim, 62, 135, 477, Trentonem, 180. Spokanem, 345. 523. Status Foederati Ame­ Tre viren., 177. Victorien., 134, 474, 475. ricae Septemtrionalis, Tridentin., 124, 179, 184. Victorien. Venetorum, Tripolitan. Maronitarum, 22, 27, 59, 351, 355. 347. 80. Strigonien., 61, 176, 348, Viennen., 520. j Trnxillem, 25, 182. 437, 476. Vigíe vanen., 523. I Tsining, 124. Su essa n., 132. Vilkaviskem, 181, 474. Tuo-ueo-araoan., 3C3. Superiorem, 350., Vilnem, 178, 476. Turonen., 140. Snrigen., 180, 363. Viminaciem, 64, 332. Surrentin., 133, 134, 436. Vindobonen., 77, 78, 92. Sydneyem, 184. Vinen., 181. U Syracusam, 92. Viterbien. et Tuscanem, Sy^acusem, 346. Ucayali, 181. 524, 525. Szeged, 388. Ugandem, 377. Vratislavien., 181, 344. 556 Index nominum dioecesium, vicariatuum, W Wayne Castren., 132. Westmonasterien., 62. Wicliiten., 316. Wratislavien., 93. Wuchang, 514. Yukiang, 180. Z Zagrabien., 76, 78. etc. Zambangen., 363. Zamen. maior, 181. Zamorien. in Mexico,. 181. Zaraïtan., 181. Zenopolitan. in Isauria, 182. I I I . - INDEX NOMINUM RELIGIONUM C I Canonichesse : — regolari di S. Ago­ stino, 96. — regolari di S. Ago­ stino della Congrega­ zione di N. S. di Jupille, 343. Congregatio : — Clericorum Regula­ rium a Matre Dei, 362. — Clericorum excalceatorum Ssmae Crucis et Passionis D. N. Iesu Christi, 340. — Missionariorum de Mariann I ii 11, 125. — Missionis, 131, 362, 396, 519. — Oblatorum B. M. V. Immaculatae, 341, 343. — Sancti Spiritus, 26, 392, 514. — Sanctissimi Redem­ ptoris, 473, — Filiarum a Cruce, 336. — Soromm S. Annae a Providentia, 473, 520. — Sororum I I I Ordinis S. Dominici ab Annun­ tiatione, 60, 341, 372. Congregazione : — delle Suore della Ca­ rità di S. Giuseppe in America, 341. Istituto : — dei Fratelli di S. Fran­ cesco Saverio (Roma), 343. — delle Figlie di Maria Immacolata per le ra­ gazze addette a servi­ zio, 60. — delle Figlie della Di­ vina Provvidenza, 519. — delle Figlie della Sa­ pienza, 341, 520. — delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, 131. — delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori (Acri), 132. — delle Suore della Ca­ rità, 340. — delle Suore di Maria Addolorata, 342. — delle Suore Domeni­ cane del Ssiîio Sacra­ mento (Fognano, Faen­ za), 343. — delle Suore Povere Bonaerensi di S. Giu­ seppe (Buenos Aires), 520. — di Nostra Signora del Carmelo (Firenze), 435. — di Nostra Signora del Rifugio, 519. Institutum : — Fratrum Scholarum christianarum, 341. — Parvulorum Fratrum Mariae, 341. — a Maria Reparatrice, 428, 519. — Filiarum a Caritate, 34.2, 431, 473, 483, 515. — Filiarum N. D. a Mi­ sericordia, 60, 335. — Filia rum Mariae Au­ xiliatricis, 342, 430. — Sacrae Familiae a Na­ zareth, 166, 519. — Scholarum christiana­ rum a Misericordia, 59, 393. — Sororum a Bono Pa­ store, 137. — Sororum a Caritate, 126. — Sororum a Iesu Naza­ reno, 131, 396, 519. — Sororum a Ssmo Sa­ cramento, 400, 519. M Missionarii Africae, 392. O Ordo : — (Sacer) Cistercien sis, 61. Index nominum religionum Qrdo : — Fratrum Praedicato­ rum, 26, 60, 96, 132, 165, 311, 342, 343, 372. — Fratrum Minorum, 123, 177, 341, 514. — Fratrum Minorum Conventualium, 392, 482, 513. — Fratrum Minorum Capuccinorum, 177, 335, 340, 435. — Fratrum Carmelita­ rum, 174, 340, 399. — Fratrum Eremitarum S. Augustini, 124, 342. — Recollectorum S. Au­ gustini, 125. — Sanctae Crucis, 165. — Sancti Benedicti, 60, 67, 340, 343, 459. — S. Benedicti (Monia­ les!, 60, 168, 341. — Servorum Mariae, 341, 342. Ordo : — a Visitatione B.M.V., 490, 520. — Terzo regolare di S. Francesco, 60, 519. P Presbyteri Missionarii Societatis Mariae? 341, 520. R Religiosas Esclavas de Maria (Valencia), 61. S Sacerdoti Operai Dioce­ sani, 60. Societas : — Iesu, 59, 65, 96, 131, 132, 174, 328, 340, 341, 342, 343, 402, 404, 460, 462, 473. 557 Societas : — Mariae (MaristiK 96. — Parisiensis Missiouum ad exteras gentes, 125. — S. Francisci Salesii, 25, 124, 125, 131, 374, 383. — (Pia) Taurinensis S. Ioseph, 514. — Verbi Divini, 343, 392. Sodalizio di S. Pietro Ciaver, 520. Suore : — della Carità del Buon Pastore, 342, 519. — della Consolazione, 519. — di Carità dell'Im­ macolata Concezione d'Ivrea, 340. — di S. Giuseppe (Tarbes), 132. — Domenicane, 131, 340. — Mariste, 96. IV INDEX RERUM ANALYTICUS tentiae definitivae earum tantum causaI rum quae a decennio sententia eondenmaI toria absolutae sunt, 378. Abstinentia. Vide Indultum. I Argentina respublica. Laeta spes ac fervida Academia Pontificia Scientiarum. B. P., sexto ! vota B. P. erga eam, 502. ineunte Academiae anno, Socios in Coetu Ascalesi Card. Alexius. Ei B. P. gratulatur coadunatos alloquens, mirabilia Dei in ho­ I ob quina lustra ab ingressu in purpuramine et in rebus creatis illustrat et exal­ j torum Patrum Ordinem expleta, 493. tat, auspicans ut homines ex eorum in­ ! Associatio « L a Crociata Mariana» prohibe­ vestigatione fratres se in Deo sentiant, in tur, 69. iustitia et pace vivant, 504. Acatholici in precibus et votis Pii Pp. XII, B 325. Baptismus collatus extra paroeciam in paActio catholica. roeciae originis libris scripto consignetur, — A Pio Pp. XI promota, inculcata, B. P. ! I 306. Pio XII maxime cordi est, 155. Basilicae minores declarantur : Archipresby— A B. P. illustratur : terale templum S. Ambrosii in urbe «MonMissio iuvenum A. C. ex Studiorum falcone», 109: Cathedralis ecclesia Antio­ Universitatibus Italiae provenientium, quiensis B. Mariae V. Immaculatae, 152; 15G ss. Templum S. Blasii EP. M., in urbe MaraMissio puellarum A. C. in «Crociata thaea Policastrensi» dioecesis, 325; Archiper la purezza», 184. presbvferale templum S. Georgii M. in Missio mulierum ab A. C, sive quae urbe Comensi. 320: Cathedralis ecclesia matres sive quae adiutrices, in recta fi­ Catamarcensis B. Mariae V, «a Valle», liorum institutione procuranda, 450. 4Í7 ; Templum S Francisci Ass. seu San­ — B. P. adulescentes ab A. C. monet, hor­ ctuarium B. Mariae V. Immaculatae in tatur, 496. civitate Agrigentina, 482. Alumni. Beata renuntiatur (S. D.) Magdalena e mar — qui ad familiam Religiosam p e r t i n u e r i t chionibus di Canossa, 483. ne admittantur in Seminarium nisi audita Bieler Ercmus P. f). Victor ceterique Helve­ S. O. de Seminariis et Studiorum Univer­ tiae Episcopi. B. P. eis respondet ob de­ sitatibus, 371. votas Litteras ex communi Conventu da­ — qui e Seminario egressi sint ne familiae tas, 418. Religiosae adscribantur nisi audita S. C. Boggiani Card. Thomas Pius. Anno XXV ad­ de Religiosis, 371. veniente a Romanae Purpurae dignitate Alvares Pereira (B.) Nonius. Decretum reas­ suscepta B. P. ei gratulatur, 494. sumptionis causae pro canonizatione, 399. Bona, a Deo creata, omnibus affluant iuxta Americae Septemtr. Episcopi ac fideles a principia iustitiae et caritatis, 199. B. P. dilaudantur ob opera caritatis erga Bonum commune. Quid importet, 200. victimas belli, 10, 22. Britto. Vide De Britto. Anglia. Sollicitudo B. P. erga Angliae sub­ A ditos belli causa captivitate detentos, 9. Archidioeceses. Vide Dioeceses. Archiepiscopus Metropolita, qua talis, extra suam provinciam non praecedit Archiepi­ scopo non Metropolitae, 378. Archivum secretum, de quo in can. 379 § 1, servet summarium breve cum textu sen­ C Camerarius Sacri Collegii, 177. Canones. Vide Codex. Canonici et dignitates eligendi iuxta Codi­ cem i. c, quia ius speciale abrogatum est. Index rerum analyticus Canossa,. Vide di Canossa. Conventus /# r 559 eucharistici : Capitulares ecclesiae cathedralis-.vel coll­ — B. P. fideles coadunatos alloquitur. 352, e g i a l i s quoad ius funerandi iuxta can. 1283 439. § 1, 173. Copello Card. Iacobus Al. Legatus a B. P. Capitulum cathedralis Csanadiensis erigitur, mittitur ad Conventum eucharisticum e .388. j tota Chilena republica, in urbe S Iacobi, Carbonell Cirer, seti. Francisca Anna a Vir­ j 449. gine Perdolente. Decretum introductionis i Crociata della purezza. B.. P. eam cömmeiicausae beatificationis, 126. I dat, benedicit, 184. Cattaneo Excmus P D. Bartholomaei. B. P. j Crociata (la) Mariana prohibetur, 69. • ei gratulatur, d en a lustra sacerdotii et j Csartoryski (S. D.) Augustus.. Decretum inquina episcopatus feliciter explenti, 417. i troductionis causae beatificationis, .3-71. Causae actae in Tribunali S. R. Rotae a. 1940 ~. recensentur: quae per definitivam senten­ tiam, 74, et quae transactae. vel aliter fini­ tae, 91. .. : v : Causae r matrimoniales nullitatis: — Cum cautiones in mixtis nuptiis a sola parte acatholica praestitae fuerint : quan­ do a tribunali collegiali ad ordinarium • tramitem iuris tractandae, 294. • ^- In insulis Philippinis a Tribunalibus pro­ vincialibus in prima instantia et a Tribu­ nalibus appellationis noviter constitutis : tractandae sunt, 363, Causae matrimoniales separationis coniugum nunquam transeunt in rem iudicatam, 173. Cautiones in mixtis nuptiis a sola parte aca­ tholica praestitae: an validum efficiant ; matrimonium, 294. Oen&umt. librorum'vMs idoneis ac in re vere peritis committatur, 121. Certitudo moralis, quae requiritur in decer­ nendo sive de invaliditate matrimonii, 424, sive de solutione vinculi matrimonialis, 425. v 1 Chantal. Vide de Chantal. Chilena respublica et S. Sedes, '442 Clerici..,, ecclesiae addicti quinam censendi quoad ius funerandi iuxta can. 1233 § 1, 173. -latino f um. " Responsa Pont. Commissionis ad cánones authen­ tice interpretandos, 1.73, 378. Coli (S. D.) Franciscus. Decretum introdu­ ctionis causae beatificationis, 372; Codex iuris ' canonici : : Comensoli (S. /).) Gerlrndes. Decretum in­ troductionis causae pro beatificatione, 400. Conditio aut inveni in adiecta in matrimonio ineundo, 304. Confraternitas SsMi Sacramenti adiuvet cu­ ratores animarum in promovenda frequen­ tia ac devotione erga Missae Sacrificium, 391. Congressus. Vide Conventus. Conventio inter S. Sedem et Gubernium Hi­ spanicum circa provisionem Ecclesiarum Hispaniarum, 480. •Conventus Episcoporum Helvetiae, 418, •'Conventui 'eucharistici-. ' — B. P. Legatos mittit: ad urbem S. Pauli de Minnesota, 355;'ad urbem S. Iacobi in Chile, 449. ACTA, vol. VIII, n. 14. - 31-12-941. De Britto (B.) Ioannes, M, Decretum de mi­ raculis pro canonizatione, 402; Decretum de «Tuto», 460. de Chantal (S.) Ioanna Francisca, 'tertio exeunte saeculo ab eius obitu, i>..: P commemoratur, 490. Delegatus sacerdos - matrimonio adsistens. Or­ dinarius inquirat singulis casibus utrum delegatio canonica intercesserit, 306; . r De Siedlisîca, Francisca. (S. D.), seu "Maria a Iesu de Bono Pastore. Decretum introdu- ctionis causae beatificationis, 10f>. di Canossa e marchionibus (Ven.) .Magda­ lena. Decretum de miraculis pro beatifi­ catione, 431; Decretum de «Tuto.»,; 515; Recensio vitae, 484; et actorum, ;:488; Bea­ ta renuntiatur, 489. Detenti in peculiaribus custodiae locis, si sa­ cerdotes qui a proprio Ordinario iurisdi­ ctionem habuerint, confessionem sacramen­ talem in loco detentionis decentium au­ dire possunt, 73. Dignitates : — Capituli cathedralis Catanensis Apostoli­ cae Sedi reservantur, 72. — et canonici eligendi sunt iuxta Codicem i. c, quia ius speciale abrogatum est, 334 Dioeceses : .•'••> — noviter erectae: Luandensis, metropoli­ tana, 15; Novae Lisbonae, 15; -Silva- Por­ tuensis, 15; de Lourenço Marques, metro­ politana, 16; Beirensis, 16; Nampulensis, 16; Diliensis, 17; Amargosensis, 4.07; Cairnensis, 412. — suppressae: Angolensis, 15; Oongensis; 15. — suffraganeae: Novae Lisbonae. Silvae Portuensis et S. Thomae in Insula Metro­ politanae Luandensi, 16; Beironsis et Nam­ pulensis Metropolitanae do Lourenço Mar­ ques, 16; Diliensis Metropolitanae ^-Goa­ nae, 17; Amargosensis Metropolitanae S. Salvatoris in Brasilia, 407. — dismembratae : S. Iacobi Capitis Viridis, 15 ; Maeaohensis, 16 ; - Quebecensis. 361 ; S,- Salvatoris-'in Brasilia, -407; leriéoënsis, 4iO;:;; Cttiabensisys41^ ; ' Corumbensis, : 414. 40 560 Index verum Dioeceses : Antioquiensis et Ierieoënsis separantur. 4.10. — quarum fines mutantur : Vide Fines. Dispensatio ab impedimentis matrimoniali­ bus maioris gradus : ut valorem habeat quid requiratur, 302. Dougherty Card. Dionysius a B. P. Legatus mittitur ad IX Conventum eucharisticum nationalem in urbe S Pauli de Minne­ sota celebrandum, 335. tV Oultremont Aemilia (S. D.) seu Maria (i Iesu. Decretum introductionis causae pro beatificatione, 428. Durando (S. D.) Marcus Antonius. Decretum introductionis causae beatificationis, 396. E Educatio filiorum a B. P. illustratur, com­ mendatur, 450. Erectio Capituli cathedralis Canadiensis, 388. Eucharistia SS. : ••- vigilantius ab omni iniuria defendatur, 57." in casu de furto sacrilego processus oeco­ nomicas ab Ordinario instruatur, 5T. Examen nupturientium Vide Normae. 297 Exegesis biblica. Vide Interpretatio. 'Exercitia pia per mensem agenda, ex iusta causa, quovis die incipere licet, 129. analyticus j Gallia. Sollicitudo B. P. erga Galliae subdi j tos belli causa captivitate detentos, 9. j Gasparri Card. Henricus. B. P. ei gratulatur j de XXV natali episcopatus eius feliciter j adveniente, 19. i Germania. Sollicitudo B. P. erga Germaniae i subditos belli causa captivitate deten­ tos, 9. j Gruccia. Sollicitudo B. P. erga eius subditos I belli causa captivitate detentos, 9. j Graeco*Rutheni in Foederatarum Civitatum ! Americae Septemtrionalis dioecesibus re­ novatis normis reguntur, 27. i Granito PignatelU di Belmonte Card. IanuaI rius. B. P. ei gratulatur nonagesimum ae I tatis annum explenti, 153. Helvetia : ! Anno 650 exeunte ab Helvetica ConfoedeI ratione condita, B. P. Praesidi ceterisque i e supremo Consilio Foederali maxime-gr a ! tulatur eosque valde dilaudat, 387. I -— B. P. Exemorum DD. Helvetiae Eplseo porum devotis Litteris ex communi Con­ ventu datis respondet, 418. ! Hase (Ven.) Maria T. Decretum de virtuti bus pro beatificatione, 336, Hierarchia ecclesiastica in coloniis Lusitani* Africae et Timor noviter constituitur, 14. Hispania. Conventionem cum S. Sede signat circa provisionem Ecclesiarum, 480. F T Familia: quoad Nationem, 202; quoad pro­ prietatem privatam bonorum, 202. Fideles suadeantur ut Missae Sacrificio fre­ quenter ac devote intersint, 389. Filii recte instituantur, 450. Fines mutantur: -- inter dioeceses : Faventina»» et Imoleivsem, 122; Quebeeensem et -Sherbrookensem, 361; Antioquiensern et lerieoënsem. 410. — inter Vicariatus Apost. : de Tsining et de Siwantze. 124; de Nianga-ra et de "Rondo, 165. Finis matrimonii primarius et secundarius : utriusque iustus valor, 423. Fumasoni Biondi Card. Petrus, vicesimum quintum episcopatus annum feliciter ex­ plens a P». P. laudibus ac votis cumula­ tur, 495. Ieiunium,. Vide Indultum. Impedimentum ligaminis, 303. Indultum super legem ieiunii ei abstinentiae : -- pro Italia, 24. — generale pro universo orbe perdurante tempore belli, 516. inhabilitas ad matrimonium ineundum vel psychica vel somatica, 423. Instructio : ~ circa matrimonia celebranda iuxta Oonventionem inter S. Sedem et Rempubli­ cam Lusitanam, 29. — de normis servandis in peragendis investigationibus ad ineundum matrimonium. 297. — de sedulo custodienda SS. eucharistia, studiosius servetur, 57. Interpretatio recta SS. Scripturarum, ab Ee d e s i a catholica inculcata, vindicatur et illustratur: quoad sensum litteralem, 466; quoad usum Vulgatae, 468; quoad criticam textualem, 469; quoad studium linguarum orientalium et scientiarum au­ xiliarium, 470. Normae a Summis Pon­ tificibus Leone XIII, Pio X, Benedicto XV datae omnino sequendae. 471 j I j j ; I j j : ; G i óülgani (B.) Gemma : descriptio vitae, 07; j liiium inter spinas, 98, absconditum in Christo, 100; causae historia, 101; sollem nis canonizatio, 105. Índex rerúm^¿v>,alyticus Introductio causae beatificationis: S. D. Franciscae A. a Virgine Perdolente (Ci­ rer Carbonell), 126; S. D. Mariae a Iesu de Bono Pastore (Franciscae de Siedliska), 166; S. D. Mariae Fortunatae Viti, 168; S. D. Francisci Coli, 372; S. D. Augusti Czartoryski, 374; S. D. Marci Antonii Du­ rando, 396; S. D. Gertrudis Comensoli, 400; S. D. Mariae a Iesu (Aemiliae d'Ouîtremont), 428 investigationes peragendae ante eelebrationem matrimonii, 297. f talia. Sollicitudo B. P. erga Italiae subdi­ tos belli causa captivitate detentos, 9. Italiae populus. Signa eius providentialis di­ vinae missionis, 325. his : •— ad matrimonium ineundum, 422. — eligendi canonicos et dignitates iuxta Co­ dicem i. c..abrogat ius speciale, 334. Ius funerandi. Quinam clerici ecclesiae ad­ dicti quoad ius funerandi iuxta can. 1233 § 1, 1.73. ! > T L Lex- ieiunii et abstinentiae : •-- pro Italia dispensatur per annum 1940, 24 ; pro universo orbe ex indulto generali ab Ordinariis perdurante tempore belli di­ spensari potest, 516 Libertas consensus in matrimonio ineundo, 304. Libri matrimoniorum et baptizatorum rite conficiantur. 306. Libri proscripti auctorum : Stroothenke Wolfang, 69; Laberthonnière L., 121; Koepgen G., 331; Laros M.. 331; Mulert H.. 331. Litterae testimoniales de libertate nupturien­ tis per tramitem Curiae episcopalis trans­ mittendae, 299. I M Maglione Card, Aloisius. B. P. eum invitat ad fovendas preces et opera caritatis ex­ citanda ob aerumnas belli, 21; B. P. sup­ plicationes publicas indicit ad pacem con­ ciliandam, 110. Matrimonia celebranda iuxta Conventionem inter S. Sedem et Rempublicam Lusitanam Normae, 29. Matrimonium : — gaudet favore, iuris. Quo sensu haec nor­ ma intelligenda, 424. —- inter partem catholicam et partem aca­ tholicam non baptizatam : an validum sit si sola pars catholica cautiones praestite­ rit, 294. — Vide Causae matrimoniales. -- Vide Investigationes. Mazzareilo (B.) Maria Dominica. Decretum reassumptionis causae pro canonizatione, 430. Michael (8.) Archangelus pro radiologis et radiumtherapeuticis Patronus declaratur, 128. M issa. Ordinarii fideles hortentur ut Missae Sacrificio frequenter ac devote intersint. 389. M issiones : — suppressae : de Lunda, 15 ; de Cunen e, 15. — « s u i s iuris» noviter erecta Guineae Lu sitanae, 15. ! ! i Nihil obstat Curiae : quando Parocho prae­ cipitur ut matrimonio assistere valeat. 299. Normae : — pro regimine spirituali graeco-ruthenorum in Foederatis Americae Septemtrionalis Civitatibus, 27. — servandae in peragendis investigationibus ad ineundum matrimonium., 297. -- pro exsequendo .Decreto de ordinandis Tri­ bunalibus ecclesiasticis insularum Philip pinarum, 364 — in recta interpretatione SS. Scripturarum, a Summis Pontificibus inculcatae et a Pont. Commissione de re biblica illustra­ tae adamussim sequantur. 465. O Oeconomia nationalis. Quid importat, 200 Opus Pontificium Vocationum Sacerdotalium uti primarium penes S. C. de Seminariis et Stud. TTniv. instituitur, 479. Ordinarii : — initio cuiuslibet anni relationem mittant S. Congr. de disciplina Sacramentorum circa observantiam Instructionis die 29 iu­ nii 1941 datae, 297, 307. - fideles hortentur, ut Missae Sacrificio fre­ quenter ac devote intersint, 389 Ordo a Visitatione B M. V.. Eius Moderatri­ ces ac Sorores, tertio exeunte saeculo ab obitu S. Ioannae Franciscae de Chantal, B. P. dilaudat ac hortatur, 490. Ordo Hierosolymitanus a B. P. diiaudatur. 117. Ordo novus : in Europa post bellum instau­ randus, 10; ut solidus. verus, iustus eva­ dat ante omnia opus est : I Superare odium per supernaturalem * fraternam caritatem christianam inter gentes, 12; 2° Superare defectum fiduciae per iu­ stitiae fidem, .12; 3° Superare funestum principium ex quo utilitas et vis gignunt ius, 13; 4° Superare difficultates pro aequa di­ stributione in re oeconomica mundiali, 13 ; •5° Superare spiritum immoderantiae o \ \ Index rerum Ordo novus : •• • • per .collaborationem fraternam inter na­ tiones, 13.. -—.Principia» ideae ac normae quibus ordo novus instaurandus, 208. per orbem grassantes a B P. deplorantur, 8, 115, 185, 193, 204, 321, 353. analyticus' i Pius Pp, XII: r. - . • . ' --ad pacem imploränd'äm preces ac suppli­ cationes inculcat,-indicit, 14, 21, .110, 114, 194, 325, -'•!: ! Poenae ab Ordinariis ne,omittantur in negli­ gentes normas: rectae nuptiarum celebra­ tioni prospicientes, 306. ! Polonia. Sollicitudo; B. P. erga polonos :ex bello captivos, prófugos, exules, 9, 10. 1 ! i Postulatio Palliorum, Potestas ministerialis 184. Summi Pontificis in solvendo vinculo matrimonii pro salute animarum, 425. ful lio r u m Postulatio, 184. Praecedentia. Archiepiscopus non Metropo­ lita in sua Archidioecesi praecedit Archiep Parochus. Ri iis munera antequam, sponsi ma­ trimonium' ineant, 297 ss. i piscopo Metropolitae extra suam provin­ — sub gravi inquisitiones ante matrimonium ciam degenti, 378. peragere debet, 299. i Praefecturae Apostolicae : — fideles hortetur ait Missae Sacrificio fre­ i —in Vicariatum Apost, erectae: de Balia quenter ac devote intersint. 389; i mas, 67; de Rajaburi, 383. Patroni : —•-. suppressae : Congi Inferioris, 15; de'i (hi.? — pro radiologi s et radiumtherapeuticis bango in Angola, 15; de Tiraba, 410, ; S.. Michael Archangelus- declaratur, .128. I Praelaturae « nullius » : — dioecesis Sancti -Didaci B. Maria V. ti­ —- Mozambicensis supprimitur, 10. tulo « Nostra Domina de Refugio » Pa­ — Registrensis dismembratur, 414. trona confirmatur simulque S. Didacus C. — Chapadensis noviter erigitur, Metropoli­ Patronus aeque principalis declaratur, tanae Cuiabensi suffraganea, 414. 385. .. Praxis 8. Sedis in exigendis cautionibus in P aas- : ex iustitia? cum caritate coniuncta a mixtis nuptiis, 294 Pio Pp XII exoptata, inculcata, implorata, j Preces B. P. petit ad pacem "''assequendam, 9 ss., 21, 110 ss., 112 ss., 192, 203, 321 ss., j 14, 21, 110, 113, 194, 325. 418, 421. 505 , 512. Processus oeconomiam instruatur' super fur­ Persecutio religiosa, (piam patiuntur in prae­ tum sacrilegum in SS Eucharistiam per­ senti sacerdotes, religiosi ac laici, 110, 321. petratum, 57. Peruvia. Laeta fiducia ac vota B. P. erga Proprietas bonorum: quoad 199; quoad eam, 356. J familiam, 202. Pelletier (B.) Maria a 8. Wuphrasia: descri­ j Providentia divina in humanae societatis ptio vitae, 137; Congregationis Filiarum I eventis, 320. B Mariae V. a Caritate Boni Pastoris I Proscriptis librorum. Vide Libri. fundatrix, 141; causae historia, 143: sol­ Protector. Vide Patroni. lemnis canonizatio, 148. Provinciae eoótesiastieae noviter erectae : Pius Pp. XII: Luandensis, 16; de Lourenço Marques, 16. — Legatos Nationum alloquitur, 117, 356, 359, Radiologi. Vide Patroni. 502. Pueri inducantur: ad preces pro pace fun­ — et « Ordo novus » post bellum instauran­ dendas, 21, 110; ad opera caritatis erga dus, 10, 203. miseros exercenda, 21. Eorum aerumnas — commemorat ac inlustrat Litteras encycli­ B. P. deplorat, 21, III, 113, 321. cas «Rerum novarum», 193. — Vide Filii. — Tribunalis S. Romanae Rotae missionem exaltat, 421; atque officium ac normas in­ lustrat : praesertim in iudiciis quoad ius R ad matrimonium ineundum, 422; quoad de­ clarationem nullitatis matrimonii, 423; RadiumtherapeuticL Vide Patroni. qiioad solutionem vinculi matrimonii va­ Realino (B.) Bernardinus, C. Decretum de lide initi, 424. miraculis pro canonizatione, 404; Dèere — Laetatur de translatione Tribunalis S. R. tum de «Tuto», 462. Rotae in novam decoram Sedem in Pala­ Reassumptio causae pro canonizatione: B. Ma­ tio Cancellariae Apostolicae, 426, riae Iosephae Rossello, 335; B. Nonii Al­ — et Actio catholica,, Vide Actio catholica. varez Pereira, 399; B. Mariae Dominicae — mala belli deplorat ac lenire satagit, 9 ss., Mazzarello, 430. 21, 110 ss., 113 SS;,, 120, 192, 321 ss., 421, Regesta paroecialia' matrimoniorum et ba­ 505. .•• .. . -.:.•:•:....••• V .• . ptizatorum ab Ordinarias saltem quotan­ nis inspicienda, 306. »•'•»• — pacem ¿restaurare conatur, 41, 115, 118. Paganorum principia ac mores USUITI, : Index rerum 563 -analyticus Religio seu Religiosa familia. Vide Alumni. Renuntiatio iuri praesentandi vicarium cu­ Vide Separatio coniugum. tionis. Sociales quaestiones et Causae separa­ ratum Capituli cathedralis Bosanensis : Ecclesiae ius officium­ non sustinetur in casu, 369. que in eis, 196. « Rerum novarum » Litterae Encyclicae, a Status civilis. Parochus documenta de initis Papa Leone XIII datae, a Pio Pp.. XII connubiis ad. officium status civilis mittat post L annos commemorantur, 195., et servet quae iure concordatario statuun­ tur, 305. Officium Ecclesiae in quaestionibus so­ cialibus, 196. illius Encyclicae a Pio Pp. XI Status iura ac officia : quoad usum bonorum beneficia exaitata, 197, et quaestionum so­ materialium, 199; quoad ius et officium cialium progressiones pertractatae sunt opificum, 201; quoad familiam, 202. Litteris Encyclicis Quadragesimo anno, Submissio decreto S. Officii, 24. 198. Pius Pp. XII ulteriora principia mo­ Siinodus dioecesana, Mediolanensis a B. P. ralia edicit, illustrat, quae dirigere de­ dilaudatur, 419. bent vitam socialem et oeconomicam ho­ minum, circa usum materialium bonorum, Ï 1.99; circa laborem, 201; circa familiam, 202. Transitus ad alium ritum a S. Sede tantum concedi potest, 28. B. P. omnes hortatur ut, difficultatibus haud fracti, redemptioni humanae socie­ Tribunalia, provincialia et appellationis pro tatis in spiritu fraternitatis ex corde Chri­ causis nullitatis matrimonii decidendis in sti hausto cooperentur, 204. insulis Philippinis constituuntur, 363. T rocchi Exc. P. D, Titus. In XXV episcopa­ Ritus. Facultas concedendi transitum ad tus eius a B. P. votis cumulatur, 20. alium ritum uni S. Sedi reservatur, 28. Ritus orientalis. Vide Graeco-rutheni. Rossetto (B.) Maria I. Decretum reasstimptionis causae pro beatificatione, 335. U Rumania. Laeta spes ac fervida vota B. P. j Universitas studiorum « Fordham » primo erga eam, 359. i saeculo ab eius ortu exeunte a B. P. gra! tulationibus ac votis cumulatur, 328. i j Usus facultatis dispensandi a, cautionibus in detenti in peculiaribus custodiae ! matrimoniis mixtis : an invalidus censen­ dus si utraque pars saltem implicite cau­ locis. Quando possunt audire confessio­ tiones praestiterit, 295. nem sacramentalem eorum qui iisdem in locis commorantur, 73. Sacerdotes Saecularia sollemnia : — in honorem S. Ambrosii O. E. I), in tem­ plo Montisfaleonis, 109. Vicariatus Apostolici : — fundationis civitatis Antioquiensis, 152. — Universitatis studiorum « Fordham », 328. — noviter erecti : de Semarang, 65 ; de Ba­ — ab Urbe S.. Iacobi in Chile condita, 449. hamas, 67; de Rajaburi, 383. — ab obitu S. Ioannae Franciscae de Chan­ — dismembrati : de Batavia, 65; de Tsining, tal, 490. 124; de Niangara, 165. Schuster Card. Alaphridus T. B. P. ei gratu­ — Oookpolitanus in dioecesim Cairnensem latur ob dioecesanam Synodum inductam, I erigitur, 412. 419 ! — quorum fines mutantur. Vide Fines. Scientia sufficiens doctrinae christianae in i Viel (S. D.) Placida. Decretum de virtutibus matrimonio ineundo, 304. i pro beatificatione, 393. Scripturae Sacrae. Vide Interpretatio. Í Viti Maria Fortunata (S. I.).). Decretum in­ Seminarium. Vide Alumni. troductionis causae beatificationis, 168. Seminarium Pont. Pium latinum de Urbe et Vocationes Sacerdotales. Vide Opus Pont Chilena respublica, 441. Vocationum. v Quaedam corrigenda in vol. XXXIII (1941) Commentarii Acta Apo­ stolicae Sedis. Pag. 136, linea 11 : loco Domenico Mele, legatur : Damiano Mele. » 474, » 39 : » Missorò, legatur : Mossorò. » 475, » 30: » Giovanni Jacodic, legatur: Giuseppe Jacodic. TRICESIMUM TERTIUM VOLUMEN (K)MMENTARII OFFICIALIS « ACTA APOSTOLICAE SEDIS» ABSOLVITUR DIE XXXI DECEMBRIS A. MDCCCCXLI TYPIS POLYGLOTTIS VATICANIS Anno XÏII Città del Vaticano, mercoledì 1° gennaio 1941 Num. 1 ACTA APOSTOLICAE SEDIS SUPPLEMENTO PER LE LEGGI E DISPOSIZIONI DELLO DELLA CITTA STATO HU DEL VATICANO Pontificato di S. S. PIO XII - Anno II N. X V . - Decreto del Governatore dello Stato recante mo­ dificazioni ai diritti di segreteria per la introduzione di merci o derrate. 1 gennaio 19Jfl IL GOVERNATORE DELLO STATO In virtù dei poteri a lui delegati con la legge 31 maggio 1930, n. X I I I ; Visto il decreto del Governatore dello Stato 20 dicembre 1933, n. XLV, col quale vengono istituiti e determinati diritti di segreteria per la intro­ duzione di merci o derrate, modificato con decreto 2 agosto 1939, n. II ; Udito il parere del Consigliere generale dello Stato ; DECRETA 1. - La tabella dei diritti di segreteria, di cui nell'articolo 1 del decreto del Governatore dello Stato 2 agosto 1939, n. I I , è modificata come segue : a) Per ogni certificato di esenzione da dazi doganali o imposte di fabbricazione. . . ...... ., . . . . . . . . . . . L. 15,00 Acta Apostolicae Sedis - Suppleniento b) Per ogni certificato di esenzione da imposte di consumo: per vino, alcole e bevande alcoliche: da litri 1 a litri 50 . . . . . . da litri 50 a litri 100 . . . . . per ogni 100 litri o frazione in più per carni fresche bovine o suine : da Kg. 1 a Kg. 50 . . . . . . . da Kg. 50 a Kg. 100 . . . . . . per ogni quintale o frazione in più per carni ovine : da Kg. 1 a Kg. 50 . da Kg. 50 a Kg. 100 . . . . . . . , . . . . . . . . L. . » » . . . . . . L. 5,00 » 10,00 » 10,00 L. . per ogni quintale o frazione i n più » , . . , . . . . » per carni suine salate, insaccate o affumicate : da Kg. 1 a Kg. 25 da Kg. 25 a Kg. 50 . da Kg. 50 a Kg. 75 da Kg. 75 a Kg. 100 . . . per ogni quintale o frazione in più . . per altri commestibili : ogni quintale o frazione 5,00 10,00 5,00 . . . . 5,00 10,00 5,00 L. 5,00 .» 10,00 15,00 . » 20,00 . » 20,00 L. 5,00 per tutte le altre merci soggette a imposte di consumo non comprese nelle suddette voci: ogni quintale o frazione . . . . . . L. 10,00 c) Per ogni pacco postale introdotto in esenzione da dazi doga­ nali : f i n o a Kg. 1 0 . . . . oltre i Kg. 10 . . L. » 5,00 10,00 2. - La riscossione dei diritti, ili cui all'articolo precedente, sarà effettuata dall'Ufficio Merci mediante applicazione di marche per di­ ritti di segreteria. 3. - 11 presente decreto sarà pubblicato, oltre che nei modi ordinari, mediante affissione alla porta degli Uffici del Governatorato e nel Cor­ tile di S. Damaso, ed entrerà in vigore nello stesso giorno della sua pubblicazione. Città del Vaticano, primo gennaio millenovecentoquarantuno. IL GOVERNATORE CAMILLO SERAFINI ;