An. et vol. XCVII 5 Augusti 2005 N. 8 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE Directio: Palazzo Apostolico – Città del Vaticano – Administratio: Libreria Editrice Vaticana ACTA BENEDICTI PP. XVI CONSTITUTIONES APOSTOLICAE I AUGUENSIS In Nigeria nova conditur dioecesis Auguensis appellanda. BENEDICTUS EPISCOPUS servus servorum dei ad perpetuam rei memoriam Evangelica sollertia, qua pro supremo Nostri officii munere cotidie Nos urget, in praesens Nos impellit ut singularem vertamus attentionem ad Ecclesiam quae est in Nigeria. Fidelium enim istius Nationis spiritalem progressionem cum animi Nostri gaudio considerantes, de nova cogitamus dioecesi ibi instituenda. Idcirco quorum interest cognita sententia, de consilio Congregationis pro Gentium Evangelizatione, plenitudine Apostolicae Nostrae potestatis, a dioecesi Enuguensi separamus territoria v.d. « Local Government Areas, i.e. Awgu, Agbogugu, Inyi, Ndeabor, Nnenwe, Oji rivers (excepto territorio paroeciae vulgo Ukwuoba) et Owelli » atque ex his distractis territoriis novam dioecesim constituimus Auguensem appellandam. Novae ecclesialis communitatis sedem in urbe v.d. « Awgu » statuimus templumque ibidem exstans, Deo in honorem Sancti Michaelis Archangeli dicatum, ad gradum evehimus templi Cathedralis, cunctis consentaneis concessis iuribus et privilegiis. Dioecesim Auguensem Metropolitanae Ecclesiae Onitshanae Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale 842 suffraganeam facimus atque iurisdictioni Congregationis pro Gentium Evangelizatione subicimus. Cetera vero secundum canonicas leges temperentur. Ad haec tandem explenda, quae per has Litteras statuimus, Venerabilem Fratrem Laurentium Fratini, Archiepiscopum titulo Botrianensem et Apostolicum in Nigeria Nuntium, deputamus, necessarias eidem tribuentes facultates etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad Congregationem pro Gentium Evangelizatione authenticum exemplar actus peractae exsecutionis remittendi. Hanc denique Constitutionem Nostram nunc et in posterum ratam esse volumus, contrariis quibuslibet rebus non obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die octavo mensis Iulii, anno Domini bismillesimo quinto, Pontificatus Nostri primo. e Angelus card. Sodano Crescentius card. Sepe Secretarius Status Congr. pro Gentium Evang. Praef. Marcellus Rossetti, Protonot. Apost. Emmanuel Fernandez, Protonot. Apost. Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 11.188 II IAIPURENSIS In India nova conditur dioecesis Iaipurensis appellanda. BENEDICTUS EPISCOPUS servus servorum dei ad perpetuam rei memoriam Evangelicum studium, quo munus Successoris Petri cotidie exercemus, nunc Nos impellit ut Ecclesiae quae est in India spiritales necessitates diligenter consideremus. Scimus enim fideles istius Nationis christiano in itinere progredi, salvificas veritates attente audire et meditari, divina praecepta Acta Benedicti Pp. XVI 843 cotidiana in vita servare. Quibus consideratis, Nosmet Ipsi, eorum progressionem provehere volentes, de nova cogitamus dioecesi ibi instituenda. Idcirco quorum interest cognita sententia, de consilio Congregationis pro Gentium Evangelizatione, plenitudine Apostolicae Nostrae potestatis, a dioecesi Aimerensi et Iaipurensi separamus territoria vulgo « Jaipur, Dausa, Alwar, Sawai Madhopur, Karoli, Nagaur, Sikar, Hanumangarh, Jhunjhumu, Churu, Ganganagar et Bikaner » atque ex iis novam dioecesim constituimus Iaipurensem appellandam. Novae ecclesialis communitatis sedem in urbe v.d. « Malviyanagar » statuimus templumque ibidem exstans, Deo in honorem Virginis Mariae Annuntiationis Dominae Nostrae dicatum, ad gradum evehimus templi Cathedralis, cunctis consentaneis concessis iuribus et privilegiis. Dioecesim Iaipurensem Metropolitanae Ecclesiae Agraënsi suffraganeam facimus atque iurisdictioni Congregationis pro Gentium Evangelizatione subicimus. Cetera vero secundum canonicas leges temperentur. Ad haec tandem explenda, quae per has Litteras statuimus, Venerabilem Fratrem Petrum López Quintana, Archiepiscopum titulo Acropolitanum et Apostolicum in India Nuntium, deputamus, necessarias eidem tribuentes facultates etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad Congregationem pro Gentium Evangelizatione authenticum exemplar actus peractae exsecutionis remittendi. Hanc denique Constitutionem Nostram nunc et in posterum ratam esse volumus, contrariis quibuslibet rebus non obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die vicesimo mensis Iulii, anno Domini bismillesimo quinto, Pontificatus Nostri primo. e Angelus card. Sodano Crescentius card. Sepe Secretarius Status Congr. pro Gentium Evang. Praef. Antonius Macculi, Protonot. Apost. Emmanuel Fernandez, Protonot. Apost. Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 11.413 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale 844 ALLOCUTIO Ad Clerum Dioecesis Augustanae.* Eccellenza, Cari fratelli! Innanzitutto vorrei esprimere la mia gioia e la mia gratitudine per questa possibilità di incontrarvi. Da Papa vi è il pericolo che si sia un po’ lontano dalla vita reale, di ogni giorno, soprattutto anche dai sacerdoti che lavorano in prima linea, proprio nella Valle, in tante parrocchie e adesso, come ha detto Sua Eccellenza, con la mancanza di vocazioni, anche in condizioni di impegno fisico particolarmente forte. Cosı̀ per me è una grazia poter incontrare in questa bella chiesa i sacerdoti e il presbiterio di questa Valle. E vorrei dire grazie perché siete venuti; anche per voi è tempo di vacanza. Vedervi riuniti, e cosı̀ vedermi unito a voi, essere vicino ai sacerdoti che lavorano giorno dopo giorno per il Signore come seminatori della Parola, è per me un conforto e una gioia. Nella settimana scorsa abbiamo sentito due volte, tre volte, mi sembra, questa parabola del seminatore che è già una parabola di consolazione in una situazione diversa, ma in un certo senso anche simile alla nostra. Il lavoro del Signore era cominciato con grande entusiasmo. Si vedeva che i malati erano guariti, tutti ascoltavano con gioia la parola: « Il Regno di Dio è vicino ». Sembrava che, veramente, il cambiamento del mondo e l’avvento del Regno di Dio sarebbe stato imminente; che, finalmente, la tristezza del popolo di Dio si sarebbe cambiata in gioia. Si era in attesa di un messaggero di Dio che avrebbe preso in mano il timone della storia. Ma poi avevano visto che, sı̀, gli ammalati erano guariti, i demoni espulsi, il Vangelo annunciato ma, per il resto, il mondo rimaneva come era. Niente cambiava. I Romani dominavano ancora. La vita era difficile ogni giorno, nonostante questi segni, queste belle parole. E cosı̀ l’entusiasmo era andato spegnendosi e, alla fine, come sappiamo dal sesto capitolo del Vangelo di Giovanni, anche i discepoli abbandonarono questo Predicatore che predicava, ma non cambiava il mondo. Che significato ha questo messaggio? Che cosa porta questo Profeta di Dio?, si domandano finalmente tutti. Il Signore parla del seminatore che semina nel campo del mondo. E il seme sembra come la sua Parola, come * Die 26 Iulii 2005. Acta Benedicti Pp. XVI 845 quelle guarigioni, una cosa veramente piccola in confronto con la realtà storica e politica. Come il seme è piccolo, trascurabile, cosı̀ anche la Parola. Tuttavia, dice, nel seme è presente il futuro, perché il seme porta in sé il pane di domani, la vita di domani. Il seme appare quasi niente, tuttavia il seme è la presenza del futuro, è promessa già presente oggi. E cosı̀ con questa parabola dice: siamo nel tempo della seminagione, la Parola di Dio sembra solo parola, quasi niente. Ma abbiate coraggio, questa Parola porta in sé la vita! E porta frutto! La parabola dice anche che tanta parte del seme non porta frutto, perché è caduto sulla strada, sulla terra sassosa, eccetera. Ma la parte caduta su terra buona frutta trenta, sessanta, cento volte tanto. Ciò fa capire che dobbiamo essere coraggiosi anche se la Parola di Dio, il Regno di Dio, sembra senza importanza storico-politica. Alla fine Gesù, nella Domenica delle Palme, ha come sintetizzato tutti questi insegnamenti sul seme della parola: Se il chicco di grano non cade in terra e non muore rimane solo, se cade in terra e muore porta grande frutto. E cosı̀ ha fatto capire che Egli stesso è il chicco di grano che cade in terra e muore. Nella crocifissione tutto sembra fallito, ma proprio cosı̀, cadendo in terra, morendo, sulla Via della Croce, porta frutto per ogni tempo, per tutti i tempi. Qui abbiamo anche sia la finalizzazione cristologica secondo cui Cristo stesso è il seme, è il Regno presente, sia anche la dimensione eucaristica: questo chicco di grano cade in terra e cosı̀ cresce il nuovo Pane, il Pane della vita futura, la Sacra Eucaristia che ci nutre e che ci apre ai misteri divini, per la vita nuova. Mi sembra che nella storia della Chiesa, in forme diverse, ci siano sempre queste domande che ci tormentano realmente: che cosa fare? La gente sembra non aver bisogno di noi, sembra inutile tutto ciò che facciamo. Tuttavia impariamo dalla Parola del Signore che solo questo seme trasforma sempre di nuovo la terra e la apre alla vera vita. Vorrei, brevemente in quanto posso, rispondere alle parole di Sua Eccellenza, ma vorrei anche dire che il Papa non è un oracolo, è infallibile in situazioni rarissime, come sappiamo. Quindi condivido con voi queste domande, queste questioni. Soffro anch’io. Ma tutti insieme vogliamo, da una parte, soffrire su questi problemi e anche soffrendo trasformare i problemi, perché proprio la sofferenza è la via della trasformazione e senza sofferenza non si trasforma niente. Questo è anche il senso della parabola del chicco di grano caduto in terra: solo in un processo di sofferta trasformazione si giunge al frutto e si manifesta la soluzione. E se non fosse per noi una sofferenza l’apparente inefficacia 846 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale della nostra predicazione sarebbe un segno di mancanza di fede, di impegno vero. Dobbiamo prendere a cuore queste difficoltà del nostro tempo e trasformarle soffrendo con Cristo e cosı̀ trasformare noi stessi. E nella misura nella quale noi stessi siamo trasformati, possiamo anche rispondere alla domanda posta sopra, possiamo anche vedere la presenza del Regno di Dio e farla vedere agli altri. Il primo punto è un problema che si pone in tutto il mondo occidentale: la mancanza delle vocazioni. Ho avuto, nelle ultime settimane, le Visite « ad Limina » dei Vescovi dello Sri Lanka e della parte Sud dell’Africa. Lı̀ crescono le vocazioni, anzi sono cosı̀ tante che non possono costruire sufficienti Seminari per accogliere questi giovani che vogliono farsi sacerdoti. Naturalmente questa gioia porta con sé anche una certa amarezza perché una parte almeno viene nella speranza di una promozione sociale. Facendosi sacerdoti diventano quasi capi-tribù, sono di conseguenza privilegiati, hanno un’altra forma di vita, eccetera. Quindi zizzania e grano vanno insieme in questa bella crescita delle vocazioni e i Vescovi devono essere molto attenti nel discernimento e non essere semplicemente contenti di avere molti sacerdoti futuri, ma vedere quali sono le vere vocazioni, discernere tra zizzania e buon grano. Tuttavia c’è un certo entusiasmo della fede, perché stanno in un’ora determinata della storia, cioè nell’ora nella quale le religioni tradizionali ovviamente si rivelano non più sufficienti. E si capisce, si vede, che queste religioni tradizionali portano in sé una promessa, ma aspettano qualcosa. Aspettano una nuova risposta che purifichi e, diciamo, assuma in sé tutto il bello e liberi dagli aspetti insufficienti e negativi. In questo momento di passaggio dove realmente la loro cultura si protende verso un’ora nuova della storia, le due offerte — cristianesimo e islam — sono le possibili risposte storiche. Perciò in quei Paesi c’è, in un certo senso, una primavera della fede, ma naturalmente nel contesto della concorrenza tra queste due risposte, soprattutto anche nel contesto della presenza delle sette, che si presentano come la risposta cristiana migliore, più facile, più accomodante. Quindi anche cosı̀ in una storia di promessa, in un momento di primavera, rimane difficile l’impegno di colui che deve con Cristo seminare la Parola e, diciamo, costruire la Chiesa. Diversa è la situazione nel mondo occidentale, che è un mondo stanco della propria cultura, un mondo arrivato al momento nel quale non c’è più evidenza della necessità di Dio, tantomeno di Cristo, e nel quale quindi sem- Acta Benedicti Pp. XVI 847 bra che l’uomo stesso possa costruirsi da se stesso. In questo clima di un razionalismo che si chiude in sé, che considera il modello delle scienze l’unico modello di conoscenza e valuta tutto il resto come soggettivo e conseguentemente la vita cristiana diventa una scelta soggettiva, quindi arbitraria e non viene più riconosciuta come la strada della vita. E perciò, naturalmente, diventa difficile credere e se è difficile credere tanto più è difficile offrire la vita al Signore per essere suoi servi. Questa certamente è una sofferenza collocata, direi, nella nostra ora storica, nella quale generalmente si vede che le cosiddette grandi Chiese appaiono morenti. Cosı̀ in Australia soprattutto, anche in Europa, non tanto negli Stati Uniti. Crescono, invece, le sette che si presentano con la certezza di un minimo di fede, e l’uomo cerca certezze. E quindi le grandi Chiese, soprattutto le grandi Chiese tradizionali protestanti, si trovano realmente in una crisi profondissima. Le sette hanno il sopravvento, perché appaiono con certezze semplici, poche, e dicono: questo è sufficiente. La Chiesa cattolica non sta cosı̀ male come le grandi Chiese protestanti storiche, ma condivide naturalmente il problema del nostro momento storico. Io penso che non c’è un sistema per un cambiamento rapido. Dobbiamo andare, oltrepassare questa galleria, questo tunnel, con pazienza, nella certezza che Cristo è la risposta e che alla fine apparirà di nuovo la sua luce. Allora la prima risposta è la pazienza, nella certezza che senza Dio il mondo non può vivere, il Dio della Rivelazione — e non qualunque Dio. Vediamo come può essere pericoloso un Dio crudele, un Dio non vero. Il Dio di cui parliamo ha mostrato in Gesù Cristo il suo Volto: questo Volto che ha sofferto per noi, questo Volto di amore che trasforma il mondo nel modo del chicco di grano caduto in terra. Quindi avere noi stessi questa profondissima certezza che Cristo è la risposta e senza il Dio concreto, il Dio col Volto di Cristo, il mondo si autodistrugge. Cresce l’evidenza che un razionalismo chiuso, convinto che l’uomo da solo potrebbe ricostruire il vero mondo migliore, non è vero. Al contrario, se non c’è la misura del Dio vero, l’uomo si autodistrugge. Lo vediamo con i nostri occhi. Dobbiamo avere noi stessi una rinnovata certezza: Egli è la Verità e solo camminando sulle sue orme andiamo nella direzione giusta e dobbiamo camminare e guidare gli altri in questa direzione. 848 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale Il primo punto della mia risposta è: in tutta questa sofferenza non solo non perdere la certezza che Cristo è realmente il Volto di Dio, ma approfondire questa certezza e la gioia di conoscerla e di essere cosı̀ realmente ministri del futuro del mondo, del futuro di ogni uomo. E approfondire questa certezza in una relazione personale e profonda con il Signore. Perché la certezza può crescere anche con considerazioni razionali. Veramente mi sembra molto importante una riflessione sincera che convince anche razionalmente, ma diventa personale, forte e esigente in virtù di un’amicizia vissuta personalmente ogni giorno con Cristo. La certezza, quindi, esige questa personalizzazione della nostra fede, della nostra amicizia col Signore e cosı̀ crescono anche nuove vocazioni. Lo vediamo nella nuova generazione dopo la grande crisi della lotta culturale scatenata nel ’68, quando realmente sembrava passata l’era storica del cristianesimo. Vediamo che le promesse del ’68 non tengono e rinasce, diciamo, la consapevolezza che c’è un altro modo più complesso, perché esige certe trasformazioni del nostro cuore, ma più vero, e cosı̀ nascono anche nuove vocazioni. E noi stessi dobbiamo anche avere la fantasia necessaria per aiutare i giovani a trovare questa strada anche per il futuro. Anche questo nel dialogo con i Vescovi africani era evidente. Nonostante il numero di sacerdoti, molti sono condannati ad una solitudine terribile e moralmente molti non sopravvivono. E, dunque, è importante avere intorno a sé la realtà del presbiterio, della comunità di sacerdoti che si aiutano, che stanno insieme in un cammino comune, in una solidarietà nella fede comune. Anche questo mi sembra importante perché se i giovani vedono sacerdoti molto isolati, tristi, stanchi, pensano: se questo dovrà essere il mio futuro, allora non ce la faccio. Si deve creare realmente questa comunione di vita che dimostra ai giovani: sı̀, questo può essere un futuro anche per me, cosı̀ si può vivere. Sono stato troppo lungo. Sul secondo punto, anche se in parte, mi sembra, ho già detto qualcosa. È vero: alla gente, soprattutto ai responsabili del mondo, la Chiesa appare una cosa antiquata, le nostre proposte sembrano non necessarie. Si comportano come se potessero, volessero vivere senza la nostra parola, e sempre pensano di non aver bisogno di noi. Non cercano la nostra parola. Questo è vero e ci fa soffrire, ma fa anche parte di questa situazione storica in cui domina una certa visione antropologica, secondo la quale l’uomo deve fare le cose come Karl Marx aveva detto: la Chiesa ha avuto 1800 Acta Benedicti Pp. XVI 849 anni per mostrare che avrebbe cambiato il mondo e non ha fatto niente, adesso lo facciamo noi da soli. Questa è una idea molto diffusa e appoggiata anche con teorie filosofiche e cosı̀ si capisce l’impressione di tanta gente che si possa vivere senza la Chiesa, la quale appare come una cosa del passato. Ma appare anche sempre più che solo i valori morali e le convinzioni forti danno la possibilità, magari con sacrifici, di vivere e di costruire il mondo. Non si può costruire in modo meccanico come aveva proposto Karl Marx con la teoria del capitale e della proprietà, eccetera. Se non ci sono le forze morali negli animi e non c’è la disponibilità a soffrire anche per questi valori, non si costruisce un mondo migliore, anzi al contrario il mondo peggiora ogni giorno, l’egoismo domina e distrugge tutto. E vedendo questo, nasce di nuovo la domanda: ma da dove vengono le forze che rendono capaci di soffrire anche per il bene, di soffrire per il bene che fa male innanzitutto a me, che non ha una utilità immediata? Dove sono le risorse, le sorgenti? Da dove viene la forza di portare avanti questi valori? Si vede che la moralità come tale non vive, non è efficiente, se non ha un fondamento più profondo in convinzioni che realmente danno certezza e danno anche forza di soffrire perché, nello stesso tempo, fanno parte di un amore, un amore che nella sofferenza cresce ed è sostanza della vita. Alla fine, infatti, solo l’amore ci fa vivere e l’amore è sempre anche sofferenza: matura nella sofferenza e dà la forza di soffrire per il bene, senza tener conto di me in questo mio momento attuale. Mi sembra che questa consapevolezza cresca, perché si vedono già gli effetti negativi di una situazione in cui non ci sono le forze suscitate da un amore che sia sostanza della mia vita e che mi dia la forza di portare avanti la lotta per il bene. Anche qui, naturalmente, abbiamo bisogno di pazienza, ma anche di una pazienza attiva nel senso di far capire alla gente: avete bisogno di questo. E anche se non si convertono subito, almeno si avvicinano alla cerchia di coloro che, nella Chiesa, hanno questa forza interiore. La Chiesa sempre ha conosciuto questo gruppo forte interiormente, che porta realmente la forza della fede, attorno al quale altri si attaccano e si lasciano portare e cosı̀ partecipano. Io penso alla parabola del Signore circa il grano di senape cosı̀ piccolo che poi diventa un albero cosı̀ grande che anche gli uccelli del cielo vi trovano posto. E direi che questi uccelli possono essere le persone che non si conver- 850 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale tono ancora, ma almeno si posano sull’albero della Chiesa. Ho fatto questa riflessione: nel tempo dell’illuminismo, l’ora in cui la fede era divisa tra cattolici e protestanti, si pensò che occorresse conservare i valori morali comuni dando loro un fondamento sufficiente. Si pensò: dobbiamo rendere i valori morali indipendenti dalle confessioni religiose, cosı̀ che essi reggano « etsi Deus non daretur ». Oggi siamo nella situazione contraria, si è invertita la situazione. Non c’è più evidenza per i valori morali. Diventano evidenti solo se Dio esiste. Io pertanto ho suggerito che i laici, i cosiddetti laici, dovrebbero riflettere se per loro non valga oggi il contrario: dobbiamo vivere « quasi Deus daretur »; anche se non abbiamo la forza di credere, dobbiamo vivere sulla base di questa ipotesi, altrimenti il mondo non funziona. E sarebbe questo, mi sembra, un primo passo per avvicinarsi alla fede. E vedo in tanti contatti che, grazie a Dio, cresce il dialogo con almeno parte del laicismo. Terzo punto: la situazione dei sacerdoti che sono divenuti pochi e devono accudire fino a tre, quattro e a volte fino a cinque parrocchie e sono esausti. Penso che il Vescovo, insieme con il suo presbiterio, ricerca quali sarebbero i mezzi migliori. Quando io sono stato Arcivescovo di Monaco, avevano creato questo modello di celebrazioni solo con la Parola senza sacerdote per, diciamo, tenere la comunità presente nella propria chiesa. E hanno detto: ogni comunità rimane e dove non c’è sacerdote facciamo questa Liturgia della Parola. I francesi hanno trovato la parola adatta a queste « Assemblées dominicales: en absence du prêtre » e dopo un certo tempo hanno capito che questo può andare anche male, perché si perde il senso del Sacramento, c’è una protestantizzazione e, alla fine, se c’è solo la Parola, posso celebrarla anch’io a casa mia. Ricordo quando ero professore a Tubinga, il grande esegeta Kelemann, non so se conoscete il nome, allievo di Bultmann, che era un grande teologo: egli, anche se protestante convinto, non è mai andato in chiesa. Diceva: io posso anche a casa meditare le Sacre Scritture. I francesi hanno un po’ trasformato questa formula « Assemblées dominicales: en absence du prêtre » nella formula: Assemblées dominicales « en attente du prêtre ». Cioè deve essere una attesa del sacerdote e direi normalmente dovrebbe la Liturgia della Parola essere un’eccezione di domenica, perché il Signore vuole venire corporalmente. Questa perciò non deve essere la soluzione. Acta Benedicti Pp. XVI 851 Si è creata la domenica, perché il Signore è risorto ed è entrato nella comunità degli apostoli per essere con loro. E cosı̀ hanno anche capito che non è più il sabato il giorno liturgico, ma la domenica nella quale sempre di nuovo il Signore vuole essere corporalmente con noi e nutrirci del suo Corpo, perché diventiamo noi stessi il suo corpo nel mondo. Trovare il modo per offrire a molte persone di buona volontà questa possibilità: questo si deve fare. Adesso non oso dare ricette. A Monaco ho sempre detto, ma non so la situazione qui che è certamente un po’ diversa, che la nostra popolazione è incredibilmente mobile, flessibile. I giovani fanno cinquanta e più chilometri per andare in una discoteca, perché non possono fare anche cinque chilometri per andare in una chiesa comune? Ma, ecco, questa è un cosa molto concreta, pratica, e non oso dare delle ricette. Ma si deve cercare di dare al popolo un sentimento: ho bisogno di essere insieme con la Chiesa, di essere insieme con la Chiesa viva e col Signore! E cosı̀ dare questa impressione di importanza e se io lo considero importante, questo crea anche le premesse per una soluzione. Ma devo poi in concreto lasciare aperta la questione, Eccellenza. Deinde nonnulli sacerdotes in colloquio partes sumpserunt. Ad quaestiones circa educationem iuvenum, munus scholae catholicae et vitae consecratae, Beatissimus Pater ita respondit: Sono domande molto concrete, alle quali non è facile dare risposte altrettanto concrete. Vorrei innanzitutto ringraziare per aver richiamato la nostra attenzione sulla necessità di attirare alla Chiesa i giovani, che si sentono invece facilmente attratti da altre cose, da uno stile di vita abbastanza lontano dalle nostre convinzioni. La Chiesa antica ha scelto la strada di creare comunità di vita alternative, senza fratture necessarie. Allora io direi che è importante che i giovani possano scoprire la bellezza della fede, che è bello avere un orientamento, che è bello avere un Dio amico che ci sa dire realmente le cose essenziali della vita. Questo fattore intellettuale deve essere poi accompagnato da un fattore affettivo e sociale, cioè da una socializzazione nella fede. Perché la fede può realizzarsi solo se ha anche un corpo e ciò implica l’uomo nelle sue modalità di vivere. Perciò in passato, quando la fede era determinante per la vita comune, poteva essere sufficiente insegnare il catechismo, che rimane anche oggi importante. 852 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale Ma dato che la vita sociale si è allontanata dalla fede, noi dobbiamo — visto che anche le famiglie spesso non offrono una socializzazione della fede — offrire modi di una socializzazione della fede, affinché la fede formi comunità, offra luoghi di vita e convinca mediante un insieme di pensiero, di affetto, di amicizia della vita. Mi sembra che questi livelli debbano camminare insieme, perché l’uomo ha un corpo, è un essere sociale. In questo senso, per esempio, è una bella cosa poter vedere qui che tanti parroci si trovano con gruppi di giovani per trascorrere le vacanze insieme. In questo modo i giovani condividono la gioia della vacanza e la vivono insieme con Dio e con la Chiesa, nella persona del parroco o del viceparroco. Mi sembra che la Chiesa di oggi, anche in Italia, offra alternative e possibilità di una socializzazione, dove i giovani, insieme, possano camminare con Cristo e formare Chiesa. E per questo devono essere accompagnati con risposte intelligenti alle questioni del nostro tempo: c’è ancora bisogno di Dio? È ancora una cosa ragionevole credere in Dio? Cristo è solamente una figura della storia delle religioni o è realmente il Volto di Dio del quale abbiamo bisogno tutti? Possiamo vivere bene senza conoscere Cristo? Occorre capire che costruire la vita, il futuro, esige anche la pazienza e la sofferenza. La Croce non può mancare anche nella vita dei giovani e far capire questo non è facile. Il montanaro sa che per fare una bella esperienza di scalata dovrà affrontare dei sacrifici ed allenarsi, cosı̀ anche il giovane deve capire che nella salita al futuro della vita è necessario l’esercizio di una vita interiore. Dunque personalizzazione e socializzazione sono le due indicazioni che devono compenetrare le situazioni concrete delle sfide di oggi: le sfide dell’affetto e quelle della comunione. Queste due dimensioni, infatti, permettono di aprirsi al futuro ed anche di insegnare che il Dio a volte difficile della fede è anche il Dio per il mio bene in futuro. Riguardo alla scuola cattolica posso dire che molti Vescovi venuti in Visita « ad Limina » hanno più volte sottolineato la sua importanza. La scuola cattolica, in situazioni come quella africana, diviene strumento indispensabile per la promozione culturale, per i primi passi della alfabetizzazione e per un elevamento del livello culturale nel quale si forma una nuova cultura. Grazie ad essa è possibile rispondere anche alle sfide della tecnica che si impegnano ad una cultura pre-tecnica distruggendo antiche forme di vita tribale con il loro contenuto morale. Acta Benedicti Pp. XVI 853 Da noi la situazione è diversa, ma ciò che qui mi sembra importante è l’insieme di una formazione intellettuale, che faccia capire bene anche come oggi il cristianesimo non sia separato dalla realtà. Come abbiamo detto nella prima parte, sulla scia dell’illuminismo e del « secondo illuminismo » del ’68, molti hanno pensato che il tempo storico della Chiesa e della fede fosse finito e che si fosse entrati in una nuova era, dove queste cose si sarebbero potute studiare come la mitologia classica. Al contrario, occorre far capire che la fede è di un’attualità permanente e di una grande ragionevolezza. Quindi un’affermazione intellettuale nella quale si comprenda anche la bellezza e la struttura organica della fede. Questa era una delle intenzioni fondamentali del Catechismo della Chiesa Cattolica, adesso condensato nel Compendio. Non dobbiamo pensare ad un pacchetto di regole che ci carichiamo sulle spalle come uno zaino pesante nel cammino della vita. Alla fine, la fede è semplice e ricca: noi crediamo che Dio c’è, che Dio c’entra. Ma quale Dio? Un Dio con un Volto, un Volto umano, un Dio che riconcilia, che vince l’odio e dà la forza della pace che nessun altro può dare. Bisogna far capire che in realtà il cristianesimo è molto semplice e di conseguenza molto ricco. La scuola è un’istituzione culturale, di formazione intellettuale e professionale: quindi occorre far capire l’organicità, la logicità della fede e conoscere quindi i grandi elementi essenziali, capire che cosa è Eucaristia, che cosa succede nella Domenica, nel matrimonio cristiano. Naturalmente occorre far capire, tuttavia, che la disciplina della religione non è una ideologia puramente intellettuale e individualistica, come forse accade in altre discipline: in matematica ad esempio so come fare un determinato calcolo. Ma anche altre discipline alla fine hanno una tendenza pratica, una tendenza alla professionalità, alla applicabilità nella vita. Cosı̀ occorre capire che la fede essenzialmente crea assemblea, unisce. È proprio questa essenza della fede che ci libera dall’isolamento dell’io e ci unisce in una grande comunità, una comunità molto completa — in parrocchia, nell’assemblea domenicale — ed universale, nella quale io divento un parente di tutti nel mondo. Bisogna capire questa dimensione cattolica della comunità che si riunisce ogni domenica nella parrocchia. Quindi se, da una parte, conoscere la fede è uno scopo, dall’altra parte socializzare nella Chiesa o « ecclesializzare » significa introdursi nella grande comunità della Chiesa, luogo di vita, dove so che 854 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale anche nei grandi momenti della mia vita — soprattutto nella sofferenza e nella morte — non sono solo. Sua Eccellenza ha detto che tanta gente non sembra aver bisogno di noi, ma i malati ed i sofferenti sı̀. E questo si dovrebbe capire dall’inizio, che mai sarò più solo nella vita. La fede mi redime dalla solitudine. Sarò sempre portato da una comunità, ma nel contempo devo essere io portatore della comunità ed insegnare dall’inizio anche la responsabilità per gli ammalati, per gli isolati, per i sofferenti e cosı̀ ritorna il dono che io faccio. Quindi bisogna risvegliare nell’uomo, nel quale si nasconde questa disponibilità all’amore e al dono di sé, questo grande dono e cosı̀ dare la garanzia che anche io avrò fratelli e sorelle che mi sostengono in queste situazioni di difficoltà, dove ho bisogno di una comunità che non mi abbandona. Riguardo all’importanza della vita religiosa, noi sappiamo che la vita monastica e contemplativa attira di fronte allo stress di questo mondo, apparendo come un’oasi nella quale vivere realmente. Anche qui si tratta di una visione romantica: per questo occorre il discernimento delle vocazioni. Tuttavia la situazione storica conferisce una certa attrazione alla vita contemplativa, ma non tanto alla vita religiosa attiva. Questo si vede meglio nel ramo maschile, dove si incontrano religiosi, anche sacerdoti, che fanno un apostolato importante nell’educazione, con gli ammalati ecc... Si vede meno, purtroppo, per le vocazioni femminili, dove la professionalità sembra rendere superflua la vocazione religiosa. Ci sono delle infermiere diplomate, ci sono le maestre di scuola diplomate, quindi non appare più come una vocazione religiosa e quella certa attività sarà difficile ricominciare, se la catena delle vocazioni viene interrotta. Tuttavia vediamo sempre più che la professionalità, per essere una buona infermiera, non è sufficiente. È necessario il cuore. È necessario l’amore per la persona sofferente. Questo ha una profonda dimensione religiosa. Cosı̀ anche nell’insegnamento. Abbiamo adesso nuove forme come gli istituti secolari, le cui comunità dimostrano con la loro vita che c’è un modo di vivere buono per la persona, ma soprattutto necessario per la comunità, per la fede, e per la comunità umana. Quindi io penso che pur cambiando le forme — gran parte delle nostre comunità attive femminili viene dall’Ottocento, con la precisa sfida sociale di quel periodo e oggi le sfide sono un po’ diverse — la Chiesa fa capire che servire i sofferenti e difendere la vita sono vocazioni con una profonda dimensione religiosa e che ci sono forme per vivere tali vocazioni. Acta Benedicti Pp. XVI 855 Crescono nuovi modi tanto da poter sperare che anche oggi il Signore conceda vocazioni necessarie per la vita della Chiesa e del mondo. Verbis factis a cappellano Domus Circumdarialis, ubi degunt 200 personae ex plusquam triginta nationibus, Dominus Apostolicus sequens dedit responsum: Grazie per le sue parole molto importanti e anche molto commoventi. Poco prima della mia partenza ho avuto modo di parlare con il Cardinale Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che sta elaborando un documento sul problema dei nostri fratelli e delle nostre sorelle reclusi, i quali soffrono, a volte si sentono poco rispettati nei loro diritti umani, si sentono persino disprezzati e vivono in una situazione nella quale c’è veramente bisogno della presenza di Cristo. E Gesù, nel Vangelo di Matteo 25, nella anticipazione dell’ultimo giudizio, parla esplicitamente di questa situazione: sono stato in carcere e non mi hai visitato; sono stato in carcere e mi hai visitato. Quindi le sono grato di aver parlato di queste minacce alla dignità umana in tali circostanze, per imparare che dobbiamo essere, anche da sacerdoti, fratelli di questi « minimi ». Veder anche in essi il Signore che ci aspetta è di grandissima importanza. Ho l’intenzione, insieme con il Cardinale Martino, di dire una parola anche pubblica su queste situazioni particolari, che sono un mandato per la Chiesa, per la fede, per il suo amore. Infine sono grato che l’interlocutore abbia detto che non è tanto importante che cosa fai, ma è importante che cosa sei nel nostro impegno sacerdotale. Senza dubbio dobbiamo fare tante cose e non cedere alla pigrizia, ma tutto il nostro impegno porta frutto soltanto se è espressione di quanto siamo; se appare nei nostri fatti il nostro essere profondamente uniti con Cristo: essere strumenti di Cristo, bocca per la quale parla Cristo, mano attraverso la quale agisce Cristo. L’essere convince e il fare convince solo in quanto è realmente frutto ed espressione dell’essere. Alius sacerdos argumentum attigit de communione fidelibus divortio seiunctis novoque iunctis matrimonio distribuenda. Ad rem Summus Pontifex haec exposuit: Sappiamo tutti che questo è un problema particolarmente doloroso per le persone che vivono in situazioni nelle quali sono esclusi dalla comunione eucaristica e naturalmente per i sacerdoti che vogliono aiutare queste persone ad amare la Chiesa, ad amare Cristo. Questo pone un problema. Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale 856 Nessuno di noi ha una ricetta fatta, anche perché le situazioni sono sempre diverse. Direi particolarmente dolorosa è la situazione di quanti erano sposati in Chiesa, ma non erano veramente credenti e lo hanno fatto per tradizione, e poi, trovandosi in un nuovo matrimonio non valido, si convertono, trovano la fede e si sentono esclusi dal Sacramento. Questa è realmente una sofferenza grande e quando sono stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ho invitato diverse Conferenze episcopali e specialisti a studiare questo problema: un sacramento celebrato senza fede. Non oso dire se realmente si possa trovare qui un motivo di invalidità, perché al Sacramento manca una dimensione fondamentale. Io personalmente lo pensavo, ma dalle discussioni che abbiamo avuto ho capito che il problema è molto difficile e deve essere ancora approfondito. Data la situazione di sofferenza di queste persone, è urgente che lo si approfondisca. Non oso dare adesso una risposta, in ogni caso mi sembrano molto importanti due aspetti. Il primo: tali persone, anche se non possono andare alla comunione sacramentale, non sono escluse dall’amore della Chiesa e dall’amore di Cristo. Una Eucaristia senza la comunione sacramentale immediata non è certamente completa, manca una cosa essenziale; tuttavia è anche vero che partecipare all’Eucaristia senza comunione eucaristica non è uguale a niente; è sempre essere coinvolti nel mistero della Croce e della Risurrezione di Cristo. È sempre partecipazione al grande Sacramento nella dimensione spirituale e pneumatica; nella dimensione anche ecclesiale, se non strettamente sacramentale. E dato che è il Sacramento della Passione di Cristo, il Cristo sofferente abbraccia in un modo particolare queste persone e comunica con loro in un altro modo e possono quindi sentirsi abbracciate dal Signore crocifisso, che cade in terra e muore e soffre per loro, con loro. Occorre, dunque, fare capire che anche se purtroppo manca una dimensione fondamentale, tuttavia esse non sono escluse dal grande mistero dell’Eucaristia, dall’amore di Cristo qui presente. Questo mi sembra importante, come è importante che il parroco e la comunità parrocchiale facciano sentire a queste persone che, da una parte, dobbiamo rispettare la natura del Sacramento e, dall’altra parte, che amiamo queste persone che soffrono anche per noi. E anche noi dobbiamo soffrire con loro, perché danno una testimonianza importante. Sappiamo, d’altra parte, che nel momento in cui si cedesse per amore si farebbe torto al Sacramento stesso e l’indissolubilità apparirebbe sempre meno vera. Acta Benedicti Pp. XVI 857 Conosciamo il problema non solo delle Comunità protestanti, ma anche delle Chiese ortodosse che vengono spesso presentate come modello in cui si ha la possibilità di risposarsi. Nella loro visione, tuttavia, solo il primo matrimonio è sacramentale: anche loro riconoscono che gli altri non sono Sacramento, sono matrimoni in modo ridotto, ridimensionato, in una situazione penitenziale, in un certo senso possono andare alla comunione, ma sapendo che questo è concesso « in economia » — come dicono — per una misericordia che tuttavia non toglie il fatto che il loro matrimonio non è un Sacramento. L’altro punto nelle Chiese orientali è che, per questi matrimoni, hanno concesso possibilità di divorzio con grande leggerezza e che quindi il principio della indissolubilità, vera sacramentalità del matrimonio, è gravemente ferito. Da una parte, dunque, c’è il bene della comunità e il bene del Sacramento, che dobbiamo rispettare e, dall’altra, la sofferenza delle persone che dobbiamo aiutare. Il secondo punto che dobbiamo insegnare e rendere credibile anche per la nostra stessa vita è che la sofferenza, in diverse forme, fa necessariamente parte della nostra vita. E questa è una sofferenza nobile, direi. Di nuovo, occorre far capire che il piacere non è tutto. Che il cristianesimo ci dà gioia, come l’amore dà gioia. Ma l’amore è anche sempre rinuncia a se stesso. Il Signore stesso ci ha dato la formula di che cosa è amore: chi perde se stesso si trova; chi guadagna e conserva se stesso si perde. È sempre un Esodo e quindi anche una sofferenza. La vera gioia è una cosa distinta dal piacere, la gioia cresce, matura sempre nella sofferenza in comunione con la Croce di Cristo. Solo qui nasce la vera gioia della fede, dalla quale anche loro non sono esclusi, se imparano ad accettare la loro sofferenza in comunione con quella di Cristo. Sacerdotibus quaerentibus dilucidationes circa Sacramentum Baptismi specialibus in adiunctis administrandum et circa Compendium Catechismi, Beatissimus Pater haec asseruit: La prima questione è molto difficile ed ho già avuto modo di lavorarci quando sono stato Arcivescovo di Monaco, perché abbiamo avuto questi casi. Anzitutto si deve chiarire ogni singolo caso: se l’ostacolo contro il Battesimo è tale che il Sacramento non si potrebbe dare senza un suo spreco o se invece la situazione permette di dire, pur in un contesto problematico: « quest’uomo si è convertito realmente, ha tutta la fede, vuol vivere la fede della 858 Acta Apostolicae Sedis — Commentarium Officiale Chiesa, vuol essere battezzato ». Io penso che adesso dare una formula generale non risponderebbe alla diversità delle situazioni reali: cerchiamo naturalmente di fare tutto il possibile per dare il Battesimo a una persona che lo chiede con piena fede, ma diciamo che i dettagli devono essere studiati in ogni singolo caso. Il desiderio della Chiesa, se una persona si mostra realmente convertita e vuol accedere al Battesimo, per essere incorporata nella comunione di Cristo e della Chiesa, deve essere assecondata. La Chiesa dovrebbe essere aperta, se non ci sono ostacoli che realmente renderebbero contraddittorio il Battesimo. Quindi cercare la possibilità e se la persona è realmente convinta, crede con tutto il cuore, non v’è rischio di relativismo. Secondo punto: sappiamo tutti che nella situazione culturale ed intellettuale di cui inizialmente abbiamo parlato la catechesi è divenuta molto più difficile. Da una parte ha bisogno di nuovi contesti per essere capita ed essere contestualizzata, perché si possa vedere che questo è vero e concerne l’oggi e il domani e, dall’altra, quindi, una contestualizzazione necessaria è stata fatta nei Catechismi delle diverse Conferenze Episcopali. D’altra parte però risposte chiare sono necessarie perché si possa vedere che questa è la fede e le altre sono contestualizzazioni di essa, semplice modo di farla capire. Cosı̀ è nata una « querelle » all’interno del mondo catechistico, tra catechismo nel senso classico ed i nuovi strumenti di catechesi. È vero da una parte — adesso parlo solo dell’esperienza tedesca — che molti di questi libri non sono arrivati fino alla meta: hanno sempre preparato il terreno, ma erano cosı̀ occupati con il preparare il terreno, con il cammino sul quale deve avanzare la persona, che alla fine non sono arrivati alla risposta da dare. Dall’altra parte, i catechismi classici apparivano cosı̀ chiusi in sé che la risposta vera non toccava più la mente del catecumeno di oggi. Finalmente abbiamo preso questo impegno pluridimensionale: abbiamo elaborato il Catechismo della Chiesa Cattolica che, da una parte, dà le necessarie contestualizzazioni culturali, ma dà anche risposte precise. Lo abbiamo scritto nella consapevolezza che poi da questo Catechismo fino alla catechesi concreta vi è ancora un cammino non facile da fare. Ma abbiamo anche capito che le situazioni, sia linguistiche, sia culturali, sia sociali, sono cosı̀ diverse nei vari Paesi e anche negli stessi Paesi nei diversi ceti sociali, che qui è compito del Vescovo o della Conferenza episcopale e del catechista stesso di fare questo ultimo tratto di cammino e perciò la nostra posizione è stata: questo è il punto di riferimento per tutti, qui si vede come crede la Chiesa. Poi le Acta Benedicti Pp. XVI 859 Conferenze episcopali creino gli strumenti che applicano la fede alla situazione culturale e fanno la strada che manca ancora. E finalmente il catechista stesso deve fare gli ultimi passi e forse si offrono anche per questi ultimi passi gli strumenti adatti. Dopo alcuni anni abbiamo avuto una riunione in cui i catechisti di tutto il mondo ci hanno detto che il Catechismo andava bene, che era un libro necessario, che aiuta dando la bellezza, l’organicità e la completezza della fede, ma che avevano bisogno di una sintesi. Il Santo Padre Giovanni Paolo II, preso atto del voto di quella riunione, ha incaricato una Commissione di fare questo Compendio, cioè una sintesi del Catechismo grande, al quale esso doveva riferirsi, estraendone l’essenziale. Inizialmente nella redazione del Compendio volevamo essere ancora più brevi, ma alla fine abbiamo capito che per dire realmente, nell’ora nostra, l’essenziale, il materiale necessario che serviva ad ogni catechista era quanto abbiamo detto. Abbiamo anche aggiunto delle preghiere. E penso che sia un libro realmente molto utile, dove si ha la « summa » di quanto è contenuto nel grande Catechismo e in questo senso mi sembra possa corrispondere oggi al Catechismo di Pio X. Resta sempre l’impegno dei singoli Vescovi e delle Conferenze episcopali di aiutare i sacerdoti e tutti i catechisti nel lavoro con questo libro e nel fare da ponte a un determinato gruppo, perché il modo di parlare, di pensare e di capire è molto diverso non solo tra l’Italia, la Francia e la Germania, l’Africa, ma anche all’interno di uno stesso Paese. Quindi rimangono come strumenti per la Chiesa universale il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Compendio con la sostanza del Catechismo. Inoltre abbiamo sempre anche bisogno del lavoro dei Vescovi che aiutano, in contatto con i sacerdoti e i catechisti, a trovare tutti gli strumenti necessari per poter lavorare bene in questa semina della Parola. Tandem Dominus Apostolicus ita adstantes est allocutus: Vorrei ringraziare per queste vostre domande che mi aiutano a riflettere sul futuro e soprattutto per questa esperienza di comunione con un grande presbiterio di una bellissima diocesi. Grazie. 860 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale ACTA CONGREGATIONUM CONGREGATIO PRO EPISCOPIS PROVISIO ECCLESIARUM Latis decretis a Congregatione pro Episcopis, Sanctissimus Dominus Benedictus Pp. XVI, per Apostolicas sub plumbo Litteras, iis quae sequuntur Ecclesiis sacros praefecit praesules: die 6 Iulii 2005. — Cathedrali Ecclesiae Linciensi Exc.mum P.D. Ludovicum Schwarz, S.D.B., hactenus Episcopum titularem Simidiccensem et Auxiliarem archidioecesis Viennensis. die 11 Iulii. — Titulari episcopali Ecclesiae Tabenae, R.D. Gerardum Paulum Bergie, e clero dioecesis Hamiltonensis, ibique Parochum paroeciae Sanctae Margaritae Mariae, quem deputavit Auxiliarem eiusdem dioecesis. die 16 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Augustanae Vindelicorum Exc.mum P.D. Valtherum Mixa, hactenus Episcopum Eistettensem. die 25 Iulii. — Titulari episcopali Ecclesiae Idassensi, R.D. Iosephum Rojas Rojas jr., e clero archidioecesis Cacerensis, ibique Vicarium Generalem, quem deputavit Auxiliarem eiusdem archidioecesis. die 26 Iulii. — Titulari episcopali Ecclesiae Davligensi, R.D. Rutilium J. Del Riego, membrum Sodalitatis Operariorum Dioecesanorum « Cordis Iesu », hactenus curionem paroeciae dictae « Our Lady of Perpetual Help », in oppido vulgo Riverside in California, quem deputavit Auxiliarem dioecesis Bernardinopolitanae. — Cathedrali Ecclesiae Cabimensi, Exc.mum P.D. Villelmum Henricum Delgado Silva, hactenus Episcopum Vigilantis-Sancti Caroli Zuliensis. die 27 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Toletanae in Brasilia R.D. Franciscum Carolum Bach, hactenus Vicarium Generalem dioecesis de Ponta Grossa. Congregatio pro Gentium Evangelizatione 861 die 27 Iulii 2005. — Archiepiscopali Ecclesiae Acheruntinae, R.D. Ioannem Ricchiuti, e clero archidioecesis Tranensis-Barolensis-Vigiliensis, hactenus Pontificii Seminarii Regionalis Apuliae Moderatorem. die 29 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Osloensi R.D. Marcum Bernardum Eidsvig, Canonicae Claustroneoburgensis Congregationis Canonicorum Regularium S. Augustini Lateranensium Austriacae sodalem, hactenus in eodem Monasterio noviciorum Magistrum. die 3 Augusti. — Cathedrali Ecclesiae Imperatricis R.D. Gilbertum Pastana de Oliveira, hactenus paroeciae vulgo « Nossa Senhora de Fátima », in dioecesi Santaremensi, parochum. die 5 Augusti. — Titulari episcopali Ecclesiae Thibicensi R.D. Raimundum Alfredum Dus, e clero archidioecesis Paranensis, hactenus Seminarii Maioris eiusdem archidioecesis Rectorem, quem constituit Ecclesiae Reconquistensis Auxiliarem. CONGREGATIO PRO GENTIUM EVANGELIZATIONE PROVISIO ECCLESIARUM Benedictus divina Providentia Pp. XVI, latis decretis a Congregatione pro Gentium Evangelizatione, singulis quae sequuntur Ecclesiis sacros Pastores dignatus est assignare. Nimirum per Apostolicas sub plumbo Litteras praefecit: die 28 Maii 2005. — Episcopum coadiutorem Okigvensem P.D. Salomonem Amanchukwu, hactenus Episcopum titularem Sabratensem et Auxiliarem dioecesis Avkaënsis. 862 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale die 4 Iunii 2005. — Cathedrali Ecclesiae Deduguensi R.P. Iudam Bicaba, hactenus Vicarium Generalem eiusdem dioecesis. die 18 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Columbensi-Kunayalensi R.P. Audilium Aguilar Aguilar, e clero Sancti Iacobi Veraguensis et Parochum in oppido vulgo Atalaya. die 20 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Uveanae et Futunensi R.P. Ghislain De Rasilly, S.M., hactenus Vicarium provincialem Societatis Mariae in Oceano Pacifico. die 24 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Ambositrensi R.P. Fidelem Rokotonarivo, S.I., Consultorem provincialem, Directorem spiritualem et Oeconomum Seminarii Fianarantsoaënsis. — Cathedrali Ecclesiae Gulbargiensi, noviter constitutae in India, R.P. Robertum Miranda, e clero Mangalorensi et Vicarium episcopalem in oppido vulgo Bidar. die 1 Iulii. — Metropolitanae Ecclesiae Tharensi et Nonsengensi Exc.mum P.D. Ludovicum Chamniern Santisukniran, hactenus Episcopum Nakhonsauaensem. die 2 Iulii. — Titulari episcopali Ecclesiae Taciamontanensi R.D. Lambertum Bainomugisha, hactenus Cancellarium Curiae archidioecesis Mbararaënsis, quem constituit Auxiliarem eiusdem archidioecesis. die 5 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Sindhudurgiensi, noviter constitutae in India, R.P. Antonium Alwyn Fernandes Barrete, e clero Poonensi et Parochum in oppido vulgo Vengurla. die 8 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Augiensi, noviter conditae in Nigeria, R.D. Ioannem Ifeanyichukwu Okoye, professorem Sacrae Scripturae et Rectorem hactenus Seminarii « Bigard Memorial » in dioecesi Enuguensi. — Titulari episcopali Ecclesiae Acciensi R.P. Rochum Tatamai, M.S.C., cappellanum Basilicae in urbe Issoudun (Francogallia), quem constituit Auxiliarem dioecesis Keremanae. die 9 Iulii. — Metropolitanae Ecclesiae Dacchensi Exc.mum P.D. Paulinum Costa, hactenus Episcopum Raishahiensem. Congregatio pro Gentium Evangelizatione 863 die 11 Iulii 2005. — Archiepiscopum coadiutorem Kivotinum-Passitanum R.P. Silvanum Lavoie, O.M.I., hactenus Parochum et Consultorem provincialem Congregationis Missionariorum Oblatorum. die 14 Iulii. — Titulari episcopali Ecclesiae Arniensi R.P. Camillum Ballin, M.C.C.I., hactenus Moderatorem Instituti Studiorum Arabicorum et Islamicorum, quem constituit Vicarium Apostolicum Cuvaitensem. die 16 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Kagiensi-Bandorensi R.D. Albertum Vanbuel, S.D.B., hactenus Praesidem Superiorum Maiorum Africae Mediae. die 20 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Iaipurensi, noviter conditae, Exc.mum R.D. Osvaldum Lewis, hactenus Episcopum Coadiutorem dioecesis Meerutensis. die 23 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Ndalatandensi R.P. Almeida Kanda, hactenus Vicarium Generalem dioecesis Uiiensis. die 27 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Inongoënsi Exc.mum R.D. Philippum Nkiere Kena, C.I.C.M., hactenus Episcopum dioecesis Bondoënsis. die 29 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Odiennensi R.P. Salomonem Lezoutié, e clero Yopugonensi, hactenus moderatorem spiritualem Seminarii Maioris in oppido vulgo Anyama. die 3 Augusti. — Cathedrali Ecclesiae Menonguensi R.P. Marium Lucunde, hactenus Rectorem Seminarii Maioris in dioecesi Benguelensi. NOMINATIONES Peculiaribus datis decretis, Congregatio pro Gentium Evangelizatione ad suum beneplacitum renuntiavit: die 15 Maii 2005. — Exc.mum. R.D. Prudentium P. Andaya, C.I.C.M., Vicarium Apostolicum Tabukensem, Administratorem Apostolicum « sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis » Vicariatus Apostolici Bontocensis-Lagavensis. 864 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale die 30 Maii 2005. — Exc.mum P.D. Iosephum Cheng Tsai-fa, Archiepiscopum Taipehensem, Administratorem Apostolicum « sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis » dioecesis Hsinchuensis. die 31 Maii. — Exc.mum P.D. Robertum Rivas, O.P., Episcopum Regalitanum, Administratorem Apostolicum « sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis » dioecesis Pontipolitanae. die 18 Iunii. — Exc.mum P.D. Carolum Mariam Arı́z Bolea, C.M.F., Episcopum emeritum Columbensem-Kunayalensem, Administratorem Apostolicum « sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis » eiusdem dioecesis usquedum novus Episcopus possessionem capiat. die 8 Iulii. — Exc.mum P.D. Eugenium Dal Corso, P.S.D.P., Episcopum Saurimoënsem, Administratorem Apostolicum « sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis » dioecesis Cabindanae. die 14 Iulii. — Exc.mum P.D. Franciscum Micallef, O.C.D., Vicarium emeritum Kuvaitensem, Administratorem Apostolicum « sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis » eiusdem Vicariatus Apostolici usquedum novus Vicarius possessionem capiat. die 16 Iulii. — Exc.mum P.D. Ioannem Njue, Archiepiscopum Coadiutorem Nyerensem, Administratorem Apostolicum « sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis » Vicariatus Apostolici Isiolani. Paenitentiaria Apostolica 865 ACTA TRIBUNALIUM PAENITENTIARIA APOSTOLICA COLONIENSIS quo Indulgentiae donum conceditur tum christifidelibus qui, occasione « XX Mundialis Iuventutis Diei », Coloniam peregrinantes seu confluentes, sacris intererunt functionibus, tum ceteris christifidelibus qui, ubicumque fuerint, fervidas preces admovebunt Deo ut iuvenes christiani in professione Fidei et in vita sancte ducenda adiuventur oraverint. DECRETUM Paenitentiariae Apostolicae preces nuper allatae sunt a Sacris Pastoribus, qui iuvenilia agmina spiritali ope adiuvant, ut ipsi iuvenes desideratos sanctificationis fructus attingant e suo conventu, qui hoc anno « XX Mundialis Iuventutis Dies » nuncupatur, a die 16 usque ad diem 21 currentis mensis Augusti Coloniae celebrando, ubi, circa Christi Vicarium Benedictum Pp. XVI conferti, sacris ritibus intererunt et prae primis Reconciliationis et Eucharistiae sacramentis reficientur. Ipsi autem, sacramento Paenitentiae, sincero et humili corde peracto, sanctioris vitae ducendae ac pro suis totiusque mundi peccatis Deo reparationis praebendae desiderio flagrabunt, et, sacramento Eucharistiae, digne pro posse suscepto, suum Christo universorum Regi amorem testabuntur, augebunt et in opera traducent fervidioris usque caritatis, catholicique universim impensioris apostolatus. Ipsa Summi Pontificis inter iuvenes Coloniae collectos praesentia hoc exprimit et propitiat. Quibus Beatissimo Patri relatis, Apostolica Paenitentiaria speciali ad hoc facultate instructa est ut donum Indulgentiae per praesens Decretum indicat iuxta ipsius Summi Pontificis mentem, prout sequitur: Plenaria conceditur christifı̀delibus Indulgentia, lucranda suetis sub condicionibus (sacramentali nempe Confessione, eucharistica Communione ac oratione ad mentem Summi Pontificis), animo quidem elongato ab affectu 866 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale erga quodcumque peccatum, si quot ex sacris functionibus, decursu « XX Mundialis Iuventutis Diei » Coloniae celebrandis, necnon sollemni eiusdem conclusioni attente ac religiose interfuerint. Ceteris christifidelibus, ubicumque fuerint dum praedictus conventus peragetur, partialis conceditur Indulgentia, si corde saltem contrito, ferventibus precibus a Deo petierint ut iuvenes christiani in Fidei professione roborentur, in amore et reverentia erga proprios parentes firmentur, firmumque propositum eliciant instituendae sive familiae ab ipsis noviter formandae, sive iam formatae, sive denique propriae vitae pro cuique vocatione a Deo indicata, iuxta sanctas Evangelii et Matris Ecclesiae normas. Praesenti pro hac vice valituro. Contrariis quibuscumque minime obstantibus. Datum Romae, ex aedibus Paenitentiariae Apostolicae, die 2 mensis Augusti anni 2005, in pia « Portiunculae » memoria. Iacobus Franciscus S.R.E. card. Stafford Paenitentiarius Maior Ioannes Franciscus Girotti, O.F.M. Conv. Regens L. e S. In PA tab., n. 387/05/I Acta Ioannis Pauli Pp. II 867 ACTA IOANNIS PAULI PP. II LITTERA APOSTOLICA Venerabili Dei Servo Aloisio Mariae Monti caelitum Beatorum tribuitur dignitas. IOANNES PAULUS PP. II Ad perpetuam rei memoriam. — « Maiorem hac dilectionem nemo habet, ut animam suam quis ponat pro amicis suis » (Io 15, 13). Hac Iesu sententia nisus est per totam vitam Venerabilis Dei Servus Aloisius Maria Monti. Ipse usque caritatis Evangelio aegrotum involvit, quovis morbo affectum, ad quemque socialem ordinem pertinentem, omnes putans aegrotantes « Christi pauperculos ». Vere paterno sensu pupillos suscepit, eis suorum religiosorum communitatem praebens, veluti novam familiam. In oppido Bovisio archidioecesis Mediolanensis die xxiv mensis Iulii anno mdcccxxv Angelo Pancratio et Maria Teresia Monti parentibus ortus est. Patre mortuo, duodecim annos natus in oppido Cesano Maderno fabris tignarii exercere coepit artem. Ibidem presbyterum Aloisium Dossi convenit, qui in eius spiritali institutione magnum habuit pondus eidemque missionem, a Domino demandatam, commonstravit. Dei verbo informatus, suo in domicilio vespertinum conventum constituit, coaequalibus artificibus et agricolis destinatum, quasdam habens difficultates et etiam vincula experiens, innocens in carcere lxxii dies detentus. Sacerdotis Dossi suasu, in cuius manibus oboedientiae castitatisque vota nuncupaverat, ingressus est Congregationem Filiorum Mariae Immaculatae quam condiderat beatus Ludovicus Maria Pavoni, ubi artis magister fuit ac derelictorum puerorum institutor. Valetudinarii insuper artem didicit, quam exercuit cholera Brixiae saeviente anno mdccclv, se in contagiosorum concludens valetudinario. Cum vestimentum sacrum indueret, scripsit: « Mi Iesu, fidelis ero: immo tua gratia sanctus volo fieri, et si tibi placet, magnus sanctus ». Anno mdccclvii Dei Servus, sacerdos Dossi et Cyprianus Pezzini Cremonensis Congregationem in oppido Bussolengo condere instituerunt, quae lan- 868 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale guentes curaret, quaeque, instante potissimum Aloisio Maria Monti, « Filii Immaculatae Conceptionis » vocaretur eademque in Sancti Spiritus Romano valetudinario efficienda. Aloisius Maria rem curaturus Romam petiit ut inceptum a Pontifice comprobatum perficeret sed valetudinarii auctoritates « Consociationem Tertiariorum Capuccinorum » sustinere maluerunt, quam cappellani aegrotis iuvandis condiderant. Servus Dei humiliter se passus est inseri in hanc congregationem, prorsus Deo fisus. Ibi humillima officia sustinuit ac praesertim parvae sectionis chirurgicae artis factus est peritus. Quadraginta tres annos natus a Capuccinorum Ministro Generali Hortanam in urbem missus, inibi valetudinarium restauravit, suum consequens valetudinarii operarii propositum Deo consecrati in aegrotorum beneficium. Anno mdccclxxvii eius consociatio, Congregatio facta, a Capuccinorum vinculis seiuncta est, et ille Superior Generalis est electus. Constitutiones ipse secundum primigenium consilium edidit. Vestimentum sacrum immutavit, iuvenes quosdam suscepit, Marialem spiritalitatem inculcavit, Virginem Immaculatam constituens Matrem et Congregationis Patronam. Alterum officium Congregationi commendavit, scilicet pupillorum acceptionem, quibus domum Saronno in oppido destinavit. Omnibus opibus viginti per annos a Congregatione pro Religiosis postulavit ut quidam sui sodales sacerdotes consecrarentur, cum asseveraret communitatem sine sacerdotibus « esse corpus sine anima ». Aloisius Maria Monti, laicus consecratus, « fratrum » non sacerdotum et presbyterorum communitatem finxit, qui iuribus officiisque essent pares, in qua aptior frater eligeretur superior. Fere caecus in oppido Saronno lxxv annos natus anno mcm diem obiit suum, cum confratribus aegrotos pupillosque commendaret. Anno mcmxli beatus Hildefonsus Schuster, Archiepiscopus Mediolanensis, processum informativum incohavit, usque ad annum mcmli productum. Anno mmi Nobis coram Decretum de virtutibus heroum in modum exercitis prodiit atque die xii mensis Aprilis anno mmiii Decretum de miraculo foras est emissum, prodigiosam Ioannis Aloisii Iecle spectans ad sanationem. Statuimus ut beatificationis ritus Romae die ix mensis Novembris anni mmiii celebraretur. Hodie igitur, in foro Sancti Petri prospiciente Vaticanam Basilicam inter Missarum sollemnia hanc pronuntiavimus formulam: « Nos, vota Fratrum Nostrorum Antonii Dorado Soto, Episcopi Malacitani, Pauli Schruers, Episcopi Hasseletensis, Dionysii Cardinalis Tettamanzi, Acta Ioannis Pauli Pp. II 869 Archiepiscopi Mediolanensis, Casimiri López Llorente, Episcopi Zamorensis, et Ioannis Mariae Cardinalis Lustiger, Archiepiscopi Parisiensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Congregatione de Causis Sanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabiles Servi Dei Ioannes Nepomucenus Zegrı́ y Moreno, Valentinus Paquay, Aloisius Maria Monti, Bonifatia Rodrı́guez Castro et Rosalia Rendu Beatorum nomine in posterum appellentur, eorumque festum: Ioannis Nepomuceni Zegrı́ y Moreno die undecima Octobris, Valentini Paquay die decima quarta Ianuarii, Aloisii Mariae Monti die vicesima secunda Septembris, Bonifatiae Rodrı́guez Castro die sexta Iunii et Rosaliae Rendu die septima Februarii in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti ». Quod autem decrevimus, volumus et nunc et in posterum tempus vim habere, contrariis rebus minime quibuslibet officientibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die ix mensis Novembris, anno mmiii, Pontificatus Nostri sexto et vicesimo. De mandato Summi Pontificis e Angelus card. Sodano Secretarius Status Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 552.607 870 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale DIARIUM ROMANAE CURIAE Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza: Giovedı̀ 7 luglio, S.E. il Signor Bertie Ahern, Primo Ministro d’Irlanda. SEGRETERIA DI STATO NOTIFICAZIONE « La Radio Vaticana emittente radiofonica della Santa Sede ha, in forza del suo Statuto (art. 1.5), il compito di costituire, custodire e gestire l’archivio sonoro del Santo Padre, assicurandone la salvaguardia del carattere pastorale e curandone in esclusiva, sotto ogni profilo, i relativi diritti d’autore e di proprietà intellettuale. Inoltre, si rende noto che il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha affidato alla Radio Vaticana l’esercizio e la tutela dei diritti d’autore e di proprietà intellettuale anche su tutte le registrazioni sonore della propria voce risalenti al periodo antecedente alla Sua elevazione alla Cattedra di Pietro, salvi i diritti legittimamente acquisiti da terzi ». Diarium Romanae Curiae 871 NOMINE Con Brevi Apostolici il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato: 26 luglio 2005 S.E.R. mons. Edmond Farhat, Arcivescovo titolare di Biblo, finora Nunzio Apostolico in Turchia e in Turkmenistan, Nunzio Apostolico in Austria. 4 agosto » Il Rev.do mons. George Antonysamy, finora Consigliere della Nunziatura Apostolica in Giordania, elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Sulci, con dignità di Arcivescovo, Nunzio Apostolico in Guinea, Liberia e Gambia. Con Biglietti della Segreteria di Stato il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato: 18 giugno 2005 I Rev.di Andrea Pacini (Italia), José Luis Sánchez Nogales (Spagna), p. Daniel A. Madigan, S.I. (Australia); la Rev.da Sr. Gerardette Philips, R.S.C.J. (India); la Dott.ssa Sandra Keating (U.S.A.) e il Prof. Lamin Sanneh (U.S.A.), Consultori della Commissione per i rapporti religiosi con i Musulmani presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso « ad quinquennium ». » » » Il Rev.do P. Jean-Marie Gaudeul, M. Afr. e il Prof. Youssef Kamal El-Hage, Consultori della Commissione per i rapporti religiosi con i Musulmani presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso « in aliud quinquennium ». 3 luglio » S.E. mons. Antoni Stankiewicz, Decano della Rota Romana, Giudice della Corte di Appello dello Stato della Città del Vaticano « in aliud quinquennium ». » » » L’Ill.mo e Rev.mo mons. José Marı́a Serrano Ruiz, Prelato Uditore della Rota Romana, Giudice della Corte di Appello dello Stato della Città del Vaticano « in aliud quinquennium ». Si rende noto che in data 4 luglio 2005 Mons. Laurence John Spiteri è stato nominato Giudice esterno del Tribunale d’Appello eretto presso il Vicariato di Roma « ad quinquennium ». Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 872 NECROLOGIO 9 luglio 2005 Mons. Mario José Serra, Vescovo Titolare di Mentesa, Ausiliare emerito di Buenos Aires (Argentina). 12 » » Mons. Joseph Patrick Delaney, Vescovo di Fort Worth (Stati Uniti di America). 14 » » Mons. José Vicente Henrı́quez Andueza, SDB, Vescovo emerito di Maracay (Venezuela). 15 » » Mons. Abelardo Francisco Silva, Vescovo emerito di San Miguel (El Salvador). 5 agosto » Mons. Charles-Rémy Rakotonirina, S.I. Vescovo di Farafangana (Madagascar). » » » Mons. Jean Dardel, Vescovo emerito di Clermont (Francia).