An. et vol. XCIX 6 Iulii 2007 N. 7 ACTA APOSTOLICAE SEDIS COMMENTARIUM OFFICIALE Directio: Palazzo Apostolico – Città del Vaticano – Administratio: Libreria Editrice Vaticana ACTA BENEDICTI PP. XVI EPISTULA Ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese. Saluto 1. Venerati confratelli Vescovi, carissimi presbiteri, persone consacrate e fedeli tutti della Chiesa cattolica in Cina, « noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, per le notizie ricevute circa la vostra fede in Cristo Gesù, e la carità che avete verso tutti i santi, in vista della speranza che vi attende nei cieli. [...] Non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate una piena conoscenza della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza per poter essere forti e pazienti in tutto » (Col 1, 3-5.9-11). Queste parole dell’Apostolo Paolo sono quanto mai appropriate per dare voce ai sentimenti che, come Successore di Pietro e Pastore universale della Chiesa, nutro nei vostri confronti. Voi sapete bene quanto siete presenti nel mio cuore e nella mia preghiera quotidiana e quanto è profondo il rapporto di comunione che ci unisce spiritualmente. Scopo della Lettera 2. Desidero, pertanto, far giungere a tutti voi le espressioni della mia fraterna vicinanza. Intensa è la gioia per la vostra fedeltà a Cristo Signore e Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 554 alla Chiesa, fedeltà che avete manifestato « a volte anche a prezzo di gravi sofferenze »,1 poiché « per Cristo vi è stato dato il dono non solo di credere in lui, ma anche di patire per lui » (Fil 1, 29). Tuttavia, non manca la preoccupazione per alcuni importanti aspetti della vita ecclesiale nel vostro Paese. Senza pretendere di trattare ogni particolare di complesse problematiche da voi ben conosciute, con questa Lettera vorrei offrire alcuni orientamenti in merito alla vita della Chiesa e all’opera di evangelizzazione in Cina, per aiutarvi a scoprire ciò che da voi vuole il Signore e Maestro, Gesù Cristo, « la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana ».2 PRIMA PARTE SITUAZIONE DELLA CHIESA ASPETTI TEOLOGICI Globalizzazione, modernità e ateismo 3. Volgendo un attento sguardo al vostro Popolo, che si è distinto fra gli altri popoli dell’Asia per lo splendore della sua millenaria civiltà, con tutta la sua esperienza sapienziale, filosofica, scientifica e artistica, mi piace rilevare come, specialmente negli ultimi tempi, esso si sia anche proiettato verso il raggiungimento di significative mete di progresso economico-sociale, attirando l’interesse del mondo intero. Come già sottolineava il mio venerato Predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, anche « la Chiesa cattolica, da parte sua, guarda con rispetto a questo sorprendente slancio e a questa lungimirante progettazione di iniziative ed offre con discrezione il proprio contributo nella promozione e nella difesa della persona umana, dei suoi valori, della sua spiritualità e della sua vocazione trascendente. Alla Chiesa stanno particolarmente a cuore valori ed obiettivi che sono di primaria importanza anche per la Cina moderna: la 1 Benedetto XVI, Angelus del 26 dicembre 2006: « Con speciale vicinanza spirituale, penso anche a quei cattolici che mantengono la propria fedeltà alla Sede di Pietro senza cedere a compromessi, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze. Tutta la Chiesa ne ammira l’esempio e prega perché essi abbiano la forza di perseverare, sapendo che le loro tribolazioni sono fonte di vittoria, anche se al momento possono sembrare un fallimento »: L’Osservatore Romano, 27-28 dicembre 2006, p. 12. 2 Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 10. Acta Benedicti Pp. XVI 555 solidarietà, la pace, la giustizia sociale, il governo intelligente del fenomeno della globalizzazione ».3 La tensione verso il desiderato e necessario sviluppo economico e sociale, e la ricerca di modernità sono accompagnate da due fenomeni diversi e contrapposti ma da valutare ugualmente con prudenza e con positivo spirito apostolico. Da una parte, si nota, specie tra i giovani, un crescente interesse per la dimensione spirituale e trascendente della persona umana, con il conseguente interesse per la religione, particolarmente per il cristianesimo. Dall’altra parte, si avverte, anche in Cina, la tendenza al materialismo e all’edonismo, che dalle grandi città si stanno diffondendo all’interno del Paese.4 In questo contesto, in cui siete chiamati ad operare, desidero ricordarvi quanto il Papa Giovanni Paolo II ha sottolineato con voce forte e vigorosa: la nuova evangelizzazione esige l’annuncio del Vangelo 5 all’uomo moderno, con la consapevolezza che, come durante il primo millennio cristiano la Croce fu piantata in Europa e durante il secondo in America e in Africa, cosı̀ durante il terzo millennio una grande messe di fede sarà raccolta nel vasto e vitale continente asiatico.6 « “Duc in altum” (Lc 5, 4). Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!” (Eb 13, 8) ».7 Anche in Cina la Chiesa è chiamata ad essere testimone di Cristo, a guardare in avanti con speranza e a misurarsi — nell’annuncio del Vangelo — con le nuove sfide che il Popolo cinese deve affrontare. La Parola di Dio ci aiuta, ancora una volta, a scoprire il senso misterioso e profondo del cammino della Chiesa nel mondo. Infatti, « una delle principali visioni dell’Apocalisse ha per oggetto [l’]Agnello nell’atto di aprire un libro, prima chiuso con sette sigilli che nessuno era in grado di sciogliere. Giovanni è addirittura presentato nell’atto di piangere, perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo (cfr Ap 5, 4). La storia rimane indeci3 Messaggio Con intima gioia ai partecipanti al Convegno Internazionale su « Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente » (24 ottobre 2001), n. 4: L’Osservatore Romano, 25 ottobre 2001, p. 5. 4 Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Ecclesia in Asia (6 novembre 1999), n. 7: AAS 92 (2000), 456. 5 Cfr ibid., nn. 19 e 20: AAS 92 (2000), 477-482. 6 Cfr Discorso ai Delegati della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (Manila 15 gennaio 1995), n. 11: L’Osservatore Romano, 16-17 gennaio 1995, p. 5. 7 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001), n. 1: AAS 93 (2001), 266. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 556 frabile, incomprensibile. Nessuno può leggerla. Forse questo pianto di Giovanni davanti al mistero della storia cosı̀ oscuro esprime lo sconcerto delle Chiese asiatiche per il silenzio di Dio di fronte alle persecuzioni a cui erano esposte in quel momento. È uno sconcerto nel quale può ben riflettersi il nostro sbigottimento di fronte alle gravi difficoltà, incomprensioni e ostilità che pure oggi la Chiesa soffre in varie parti del mondo. Sono sofferenze che la Chiesa certo non si merita, cosı̀ come Gesù stesso non meritò il suo supplizio. Esse però rivelano sia la malvagità dell’uomo, quando si abbandona alle suggestioni del male, sia la superiore conduzione degli avvenimenti da parte di Dio ».8 Oggi, come ieri, annunciare il Vangelo significa annunciare e testimoniare Gesù Cristo crocifisso e risorto, l’Uomo nuovo, vincitore del peccato e della morte. Egli permette agli esseri umani di entrare in una nuova dimensione, dove la misericordia e l’amore rivolto anche al nemico testimoniano la vittoria della Croce su ogni debolezza e miseria umana. Anche nel vostro Paese, l’annuncio di Cristo crocifisso e risorto sarà possibile nella misura in cui con fedeltà al Vangelo, nella comunione con il Successore dell’Apostolo Pietro e con la Chiesa universale, saprete realizzare i segni dell’amore e dell’unità (« come io vi ho amato, cosı̀ amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. [...] Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato »: Gv 13, 34-35; 17, 21). Disponibilità a un dialogo rispettoso e costruttivo 4. Come Pastore universale della Chiesa, desidero manifestare viva riconoscenza al Signore per la sofferta testimonianza di fedeltà, offerta dalla comunità cattolica cinese in circostanze veramente difficili. Nello stesso tempo sento, come mio intimo ed irrinunciabile dovere e come espressione del mio amore di padre, l’urgenza di confermare nella fede i cattolici cinesi e di favorire la loro unità con i mezzi che sono propri della Chiesa. Seguo con particolare interesse anche le vicende di tutto il Popolo cinese, verso il quale nutro un vivo apprezzamento e sentimenti di amicizia, sino a formulare l’auspicio « di vedere presto instaurate vie concrete di comunicazione e di collaborazione fra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese », poiché « l’amicizia si nutre di contatti, di condivisione di sentimenti nelle 8 Benedetto XVI, Udienza Generale (mercoledı̀ 23 agosto 2006): L’Osservatore Romano, 24 agosto 2006, p. 4. Acta Benedicti Pp. XVI 557 situazioni liete e tristi, di solidarietà, di scambio di aiuto ».9 Ed è in tale prospettiva che il mio venerato Predecessore aggiungeva: « Non è un mistero per nessuno che la Santa Sede, a nome dell’intera Chiesa cattolica e — credo — a vantaggio di tutta l’umanità, auspica l’apertura di uno spazio di dialogo con le Autorità della Repubblica Popolare Cinese, in cui, superate le incomprensioni del passato, si possa lavorare insieme per il bene del Popolo cinese e per la pace nel mondo ».10 Sono consapevole che la normalizzazione dei rapporti con la Repubblica Popolare Cinese richiede tempo e presuppone la buona volontà delle due Parti. Dal canto suo, la Santa Sede rimane sempre aperta alle trattative, necessarie per superare il difficile momento presente. Questa pesante situazione di malintesi e di incomprensione, infatti, non giova né alle Autorità cinesi né alla Chiesa cattolica in Cina. Come ha dichiarato il Papa Giovanni Paolo II ricordando quanto padre Matteo Ricci scriveva da Pechino,11 « anche la Chiesa cattolica di oggi non chiede alla Cina e alle sue Autorità politiche nessun privilegio, ma unicamente di poter riprendere il dialogo, per giungere a una relazione intessuta di reciproco rispetto e di approfondita conoscenza ».12 Lo sappia la Cina: la Chiesa cattolica ha il vivo proposito di offrire, ancora una volta, un umile e disinteressato servizio, in ciò che le compete, per il bene dei cattolici cinesi e per quello di tutti gli abitanti del Paese. Per quanto concerne poi i rapporti tra la comunità politica e la Chiesa in Cina, giova ricordare l’illuminante insegnamento del Concilio Vaticano II che dichiara: « La Chiesa, che, in ragione del suo ufficio e della sua competenza, non si identifica in nessun modo con la comunità politica e non è legata a nessun sistema politico, è ad un tempo segno e tutela della trascendenza della persona umana ». E cosı̀ continua: « Nel proprio campo, la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra. Però tutte e due, sebbene a titolo diverso, sono al servizio della vocazione personale e sociale dei medesimi uomini. Esse svolgeranno questo loro servizio a vantaggio di 9 Giovanni Paolo II, Messaggio Con intima gioia ai partecipanti al Convegno Internazionale su « Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente » (24 ottobre 2001), n. 6: L’Osservatore Romano, 25 ottobre 2001, p. 5. 10 Ibid. 11 Cfr Fonti Ricciane, a cura di Pasquale M. D’Elia, S.I., vol. 2, Roma 1949, n. 617, p. 152. 12 Messaggio Con intima gioia ai partecipanti al Convegno Internazionale su « Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente » (24 ottobre 2001), n. 4: L’Osservatore Romano, 25 ottobre 2001, p. 5. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 558 tutti in maniera tanto più efficace quanto meglio entrambe coltivano una sana collaborazione tra di loro, considerando anche le circostanze di luogo e di tempo ».13 Pertanto, anche la Chiesa cattolica che è in Cina ha la missione non di cambiare la struttura o l’amministrazione dello Stato, bensı̀ di annunziare agli uomini il Cristo, Salvatore del mondo, appoggiandosi — nel compimento del proprio apostolato — sulla potenza di Dio. Come ricordavo nella mia Enciclica Deus caritas est, « la Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato. Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la giustizia. Deve inserirsi in essa per la via dell’argomentazione razionale e deve risvegliare le forze spirituali, senza le quali la giustizia, che sempre richiede anche rinunce, non può affermarsi e prosperare. La società giusta non può essere opera della Chiesa, ma deve essere realizzata dalla politica. Tuttavia l’adoperarsi per la giustizia lavorando per l’apertura dell’intelligenza e della volontà alle esigenze del bene la interessa profondamente ».14 Alla luce di questi irrinunciabili principi, la soluzione dei problemi esistenti non può essere perseguita attraverso un permanente conflitto con le legittime Autorità civili; nello stesso tempo, però, non è accettabile un’arrendevolezza alle medesime quando esse interferiscano indebitamente in materie che riguardano la fede e la disciplina della Chiesa. Le Autorità civili sono ben consapevoli che la Chiesa, nel suo insegnamento, invita i fedeli ad essere buoni cittadini, collaboratori rispettosi e attivi del bene comune nel loro Paese, ma è altresı̀ chiaro che essa chiede allo Stato di garantire ai medesimi cittadini cattolici il pieno esercizio della loro fede, nel rispetto di un’autentica libertà religiosa. Comunione tra le Chiese particolari nella Chiesa universale 5. Chiesa cattolica in Cina, piccolo gregge presente ed operante nella vastità di un immenso Popolo che cammina nella storia, come risuonano incoraggianti e provocanti per te le parole di Gesù: « Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno » (Lc 12, 32)! 13 Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 76. Lett. enc. Deus caritas est (25 dicembre 2005), n. 28: AAS 98 (2006), 240. Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 76. 14 Acta Benedicti Pp. XVI 559 « Voi siete il sale della terra, [...] la luce del mondo »: perciò « risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli » (Mt 5, 13.14.16). Nella Chiesa cattolica che è in Cina si fa presente la Chiesa universale, la Chiesa di Cristo, che nel Simbolo confessiamo una, santa, cattolica ed apostolica, vale a dire l’universale comunità dei discepoli del Signore. Come voi sapete, la profonda unità, che lega fra di loro le Chiese particolari esistenti in Cina e che le pone in intima comunione anche con tutte le altre Chiese particolari sparse per il mondo, è radicata, oltre che nella stessa fede e nel comune Battesimo, soprattutto nell’Eucaristia e nell’Episcopato.15 E l’unità dell’Episcopato, di cui « il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento »,16 continua lungo i secoli mediante la successione apostolica ed è fondamento anche dell’identità della Chiesa di ogni tempo con la Chiesa edificata da Cristo su Pietro e sugli altri Apostoli.17 La dottrina cattolica insegna che il Vescovo è principio e fondamento visibile dell’unità nella Chiesa particolare, affidata al suo ministero pastorale.18 Ma in ogni Chiesa particolare, affinché essa sia pienamente Chiesa, deve essere presente la suprema autorità della Chiesa, vale a dire il Collegio episcopale insieme con il suo Capo il Romano Pontefice, e mai senza di esso. Pertanto il ministero del Successore di Pietro appartiene all’essenza di ogni Chiesa particolare dal « di dentro ».19 Inoltre, la comunione di tutte le Chiese particolari nell’unica Chiesa cattolica e, quindi, l’ordinata comunione gerarchica di tutti i Vescovi, successori degli Apostoli, con il Successore di Pietro, sono garanzia dell’unità della fede e della vita di tutti i cattolici. È perciò indispensabile, per l’unità della Chiesa nelle singole nazioni, che ogni Vescovo sia in comunione con gli altri Vescovi, e che tutti siano in comunione visibile e concreta con il Papa. Nessuno nella Chiesa è straniero, ma tutti sono cittadini dello stesso Popolo, membri dello stesso Corpo Mistico di Cristo. Vincolo di comunione 15 Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium sulla Chiesa, n. 26. Ibid., n. 23. 17 Cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Communionis notio ai Vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della Chiesa come comunione (28 maggio 1992), nn. 11-14: AAS 85 (1993), 844-847. 18 Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium sulla Chiesa, n. 23. 19 Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Communionis notio ai Vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della Chiesa come comunione (28 maggio 1992), n. 13: AAS 85 (1993), 846. 16 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 560 sacramentale è l’Eucaristia, garantita dal ministero dei Vescovi e dei presbiteri.20 Tutta la Chiesa che è in Cina è chiamata a vivere e a manifestare questa unità in una più ricca spiritualità di comunione, che, tenendo conto delle complesse situazioni concrete in cui la comunità cattolica si trova, cresca anche in un’armonica comunione gerarchica. Pertanto, Pastori e fedeli sono chiamati a difendere e a salvaguardare ciò che appartiene alla dottrina e alla tradizione della Chiesa. Tensioni e divisioni all’interno della Chiesa: perdono e riconciliazione 6. Rivolgendosi a tutta la Chiesa con la Lettera Apostolica Novo millennio ineunte, il mio venerato Predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, affermava che un « grande ambito in cui occorrerà esprimere un deciso impegno programmatico, a livello di Chiesa universale e di Chiese particolari, [è] quello della comunione (koinonı́a) che incarna e manifesta l’essenza stessa del mistero della Chiesa. La comunione è il frutto e la manifestazione di quell’amore che, sgorgando dal cuore dell’eterno Padre, si riversa in noi attraverso lo Spirito che Gesù ci dona (cfr Rm 5, 5), per fare di tutti noi “un cuore solo e un’anima sola” (At 4, 32). È realizzando questa comunione di amore che la Chiesa si manifesta come “sacramento”, ossia “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. Le parole del Signore, a questo proposito, sono troppo precise per poterne ridurre la portata. Tante cose, anche nel nuovo secolo, saranno necessarie per il cammino storico della Chiesa; ma se mancherà la carità (agape), tutto sarà inutile. È lo stesso apostolo Paolo a ricordarcelo nell’inno alla carità: se anche parlassimo le lingue degli uomini e degli angeli, e avessimo una fede “da trasportare le 20 Cfr Benedetto XVI, Esort. ap. post-sinodale Sacramentum caritatis (22 febbraio 2007), n. 6: « La fede della Chiesa è essenzialmente fede eucaristica e si alimenta in modo particolare alla mensa dell’Eucaristia. La fede e i Sacramenti sono due aspetti complementari della vita ecclesiale. Suscitata dall’annuncio della Parola di Dio, la fede è nutrita e cresce nell’incontro di grazia col Signore risorto che si realizza nei Sacramenti: “La fede si esprime nel rito e il rito rafforza e fortifica la fede”. Per questo, il Sacramento dell’altare sta sempre al centro della vita ecclesiale; “grazie all’Eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo!”. Quanto più viva è la fede eucaristica nel Popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale mediante la convinta adesione alla missione che Cristo ha affidato ai suoi discepoli. Di ciò è testimone la stessa storia della Chiesa. Ogni grande riforma è legata, in qualche modo, alla riscoperta della fede nella presenza eucaristica del Signore in mezzo al suo popolo »: L’Osservatore Romano, 14 marzo 2007, p. 2; Supplemento, pp. II-III. Acta Benedicti Pp. XVI 561 montagne”, ma poi mancassimo della carità, tutto sarebbe “nulla” (cfr 1 Cor 13, 2). La carità è davvero il “cuore” della Chiesa ».21 Queste indicazioni, che riguardano la natura stessa della Chiesa universale, hanno un particolare significato per la Chiesa che è in Cina. A voi, infatti, non sfuggono i problemi, che essa sta affrontando per superare — al suo interno e nei suoi rapporti con la società civile cinese — tensioni, divisioni e recriminazioni. A questo proposito, già l’anno scorso, parlando della Chiesa nascente, ebbi modo di ricordare che « la comunità dei discepoli conosce fin dagli inizi non solo la gioia dello Spirito Santo, la grazia della verità e dell’amore, ma anche la prova, costituita soprattutto dai contrasti circa le verità di fede, con le conseguenti lacerazioni della comunione. Come la comunione dell’amore esiste sin dall’inizio e vi sarà fino alla fine (cfr 1 Gv 1, 1ss), cosı̀ purtroppo fin dall’inizio subentra anche la divisione. Non dobbiamo meravigliarci che essa esista anche oggi [...]. Quindi c’è sempre il pericolo, nelle vicende del mondo e anche nelle debolezze della Chiesa, di perdere la fede, e cosı̀ anche di perdere l’amore e la fraternità. È quindi un preciso dovere di chi crede alla Chiesa dell’amore e vuol vivere in essa, riconoscere anche questo pericolo ».22 La storia della Chiesa ci insegna, poi, che non si esprime un’autentica comunione senza un travagliato sforzo di riconciliazione.23 Infatti, la purificazione della memoria, il perdono di chi ha fatto del male, la dimenticanza dei torti subiti e la rappacificazione dei cuori nell’amore, da realizzare nel nome di Gesù crocifisso e risorto, possono esigere il superamento di posizioni o visioni personali, nate da esperienze dolorose o difficili, ma sono passi urgenti da compiere per accrescere e manifestare i legami di comunione tra i fedeli e i Pastori della Chiesa in Cina. 21 Lett. ap. Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001), n. 42: AAS 93 (2001), 296. Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est (25 dicembre 2005), n. 12: « L’agire di Dio acquista ora la sua forma drammatica nel fatto che, in Gesù Cristo, Dio stesso insegue la “pecorella smarrita”, l’umanità sofferente e perduta. Quando Gesù nelle sue parabole parla del pastore che va dietro alla pecorella smarrita, della donna che cerca la dracma, del padre che va incontro al figliol prodigo e lo abbraccia, queste non sono soltanto parole, ma costituiscono la spiegazione del suo stesso essere ed operare. Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo – amore, questo, nella sua forma più radicale »: AAS 98 (2006), 228. 22 Benedetto XVI, Udienza Generale (mercoledı̀ 5 aprile 2006): L’Osservatore Romano, 6 aprile 2006, p. 4. 23 Dovrebbe essere illuminante per tutti l’esperienza vissuta dalla Chiesa antica nel tempo delle persecuzioni, nonché l’insegnamento dato al riguardo proprio dalla Chiesa di Roma, che, escludendo le posizioni rigoriste dei Novaziani e dei Donatisti, esortava alla generosità del perdono e della riconciliazione nei confronti di coloro che, avendo abiurato (i « lapsi ») durante le persecuzioni, desideravano essere riammessi nella comunione della Chiesa. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 562 Perciò, già il mio venerato Predecessore vi aveva rivolto, a più riprese, un pressante invito al perdono e alla riconciliazione. Al riguardo, mi piace richiamare un passo del messaggio che egli vi inviò all’approssimarsi dell’Anno Santo del 2000: « Preparandovi alla celebrazione del Grande Giubileo, ricordate che nella tradizione biblica un tale momento ha sempre portato con sé l’obbligo di condonare i debiti gli uni agli altri, di riparare le ingiustizie commesse e di riconciliarsi con il vicino. Anche a voi è stata annunciata la “grande gioia preparata per tutti i popoli”: l’amore e la misericordia del Padre, la Redenzione operata in Cristo. Nella misura in cui voi stessi sarete disponibili ad accettare tale gioioso annuncio, potrete trasmetterlo, con la vostra vita, a tutti gli uomini e le donne che vi sono accanto. E il mio desiderio più ardente è che assecondiate gli interiori suggerimenti dello Spirito Santo perdonandovi gli uni gli altri tutto ciò che deve essere perdonato, avvicinandovi l’uno all’altro, accettandovi reciprocamente, superando le barriere per andare al di là di tutto ciò che può dividervi. Non dimenticate la parola di Gesù durante l’Ultima Cena: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35). Ho appreso con gioia che volete offrire, come dono più prezioso per la celebrazione del Grande Giubileo, l’unità tra di voi e con il Successore di Pietro. Un tale proposito non può che essere frutto dello Spirito, che conduce la Sua Chiesa sui non facili cammini della riconciliazione e dell’unità ».24 Tutti siamo consapevoli del fatto che questo cammino non potrà compiersi dall’oggi al domani, ma siate certi che la Chiesa intera eleverà un’insistente preghiera per voi a tale scopo. Tenete inoltre presente che il vostro cammino di riconciliazione è sostenuto dall’esempio e dalla preghiera di tanti « testimoni della fede » che hanno sofferto e hanno perdonato, offrendo la loro vita per l’avvenire della Chiesa cattolica in Cina. La loro stessa esistenza rappresenta una permanente benedizione per voi presso il Padre celeste e la loro memoria non mancherà di produrre frutti abbondanti. Comunità ecclesiali e organismi statali: rapporti da vivere nella verità e nella carità 7. Un’attenta analisi della già menzionata dolorosa situazione di forti contrasti (cfr n. 6), che vede coinvolti fedeli laici e Pastori, mette in evidenza, 24 Giovanni Paolo II, Messaggio Alla vigilia ai cattolici in Cina (8 dicembre 1999), n. 6: L’Osservatore Romano, 11 dicembre 1999, p. 5. Acta Benedicti Pp. XVI 563 tra le varie cause, il ruolo significativo svolto da organismi, che sono stati imposti come principali responsabili della vita della comunità cattolica. Ancora oggi, infatti, il riconoscimento da parte di detti organismi è il criterio per dichiarare una comunità, una persona o un luogo religioso, legali e quindi « ufficiali ». Tutto questo ha causato divisioni sia tra il clero sia tra i fedeli. È una situazione, che dipende soprattutto da fattori esterni alla Chiesa, ma che ne ha condizionato seriamente il cammino, dando adito anche a sospetti, accuse reciproche e denunce, e che continua ad essere una sua preoccupante debolezza. Per quanto riguarda la delicata questione dei rapporti da intrattenere con gli organismi dello Stato, è particolarmente illuminante l’invito del Concilio Vaticano II a seguire la parola e il modo di agire di Gesù Cristo. Egli infatti, « non volendo essere un messia politico e dominatore con la forza,25 preferı̀ chiamarsi Figlio dell’Uomo, venuto “per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45). Si presentò come il perfetto Servo di Dio,26 che “non spezzerà la canna infranta e non spegnerà il lucignolo fumigante” (Mt 12, 20). Riconobbe l’autorità civile e i suoi diritti, comandando di pagare il tributo a Cesare; ammonı̀ però chiaramente che vanno rispettati i superiori diritti di Dio: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22, 21). Infine completò la sua rivelazione consumando sulla croce l’opera della redenzione, con la quale meritare agli uomini la salvezza e la vera libertà. Rese testimonianza alla verità,27 ma non volle imporla con la forza ai contestatori. Il suo Regno non si difende con la spada,28 ma si stabilisce testimoniando ed ascoltando la Verità, e si dilata con l’amore, con il quale Cristo, esaltato sulla Croce, attira a sé gli uomini (cfr Gv 12, 32) ».29 Verità e amore sono le due colonne portanti della vita della comunità cristiana. Per questo motivo ricordavo che « la Chiesa dell’amore è anche la Chiesa della verità, intesa anzitutto come fedeltà al Vangelo affidato dal Signore Gesù ai suoi. [...] Ma la famiglia dei figli di Dio, per vivere nell’unità e nella pace, ha bisogno di chi la custodisca nella verità e la guidi con discernimento sapiente e autorevole: è ciò che è chiamato a fare il ministero degli Apostoli. E qui arriviamo ad un punto importante. La Chiesa è tutta dello 25 26 27 28 29 Cfr Mt 4, 8-10; Gv 6, 15. Cfr Is 42, 1-4. Cfr Gv 18, 37. Cfr Mt 26, 51-53; Gv 18, 36. Conc. Ecum. Vat. II, Dich. Dignitatis humanae sulla libertà religiosa, n. 11. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 564 Spirito, ma ha una struttura, la successione apostolica, cui spetta la responsabilità di garantire il permanere della Chiesa nella verità donata da Cristo, dalla quale viene anche la capacità dell’amore. [...] Gli Apostoli e i loro successori sono pertanto i custodi e i testimoni autorevoli del deposito della verità consegnato alla Chiesa, come sono anche i ministri della carità: due aspetti che vanno insieme. [...] La verità e l’amore sono due volti dello stesso dono, che viene da Dio e che grazie al ministero apostolico è custodito nella Chiesa e ci raggiunge fino al nostro presente! ».30 Perciò il Concilio Vaticano II sottolinea che « il rispetto e l’amore devono estendersi anche a coloro che pensano o agiscono diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose, poiché quanto più con onestà e carità saremo intimamente comprensivi verso il loro modo di pensare, tanto più facilmente potremo instaurare il dialogo con loro ». Ma, ci ammonisce il medesimo Concilio, « questa carità e amabilità non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene ».31 Considerando « il disegno originario di Gesù »,32 risulta evidente che la pretesa di alcuni organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, di porsi al di sopra dei Vescovi stessi e di guidare la vita della comunità ecclesiale, non corrisponde alla dottrina cattolica, secondo la quale la Chiesa è « apostolica », come ha ribadito anche il Concilio Vaticano II. La Chiesa è apostolica « per la sua origine, essendo costruita sul “fondamento degli Apostoli” (Ef 2, 20); per il suo insegnamento, che è quello stesso degli Apostoli; per la sua struttura, in quanto istruita, santificata e governata, fino al ritorno di Cristo, dagli Apostoli, grazie ai loro successori, i Vescovi, in comunione con il successore di Pietro ».33 Pertanto, in ogni singola Chiesa particolare, solo « il Vescovo diocesano pasce nel nome del Signore il gregge a lui affidato come Pastore proprio, ordinario e immediato » 34 e, a livello nazionale, soltanto una legittima Conferenza Episcopale può formulare orientamenti pastorali, validi per l’intera comunità cattolica del Paese interessato.35 30 Benedetto XVI, Udienza Generale (mercoledı̀ 5 aprile 2006): L’Osservatore Romano, 6 aprile 2006, p. 4. 31 Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 28. 32 Benedetto XVI, Udienza Generale (mercoledı̀ 5 aprile 2006): L’Osservatore Romano, 6 aprile 2006, p. 4. 33 Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 174. Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 857 e 869. 34 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Apostolos suos (21 maggio 1998), n. 10: AAS 90 (1998), 648. 35 Cfr C.I.C., can. 447. Acta Benedicti Pp. XVI 565 Anche la dichiarata finalità dei suddetti organismi di attuare « i principi di indipendenza e autonomia, autogestione e amministrazione democratica della Chiesa »,36 è inconciliabile con la dottrina cattolica, che fin dagli antichi Simboli di fede professa la Chiesa « una, santa, cattolica e apostolica ». Alla luce dei principi suesposti, i Pastori e i fedeli laici ricorderanno che la predicazione del Vangelo, la catechesi e l’opera caritativa, l’azione liturgica e cultuale, nonché tutte le scelte pastorali, competono unicamente ai Vescovi insieme con i loro sacerdoti nella continuità permanente della fede, trasmessa dagli Apostoli nelle Sacre Scritture e nella Tradizione, e perciò non possono essere soggette a nessuna interferenza esterna. Attesa tale difficile situazione, non pochi membri della comunità cattolica si domandano se il riconoscimento da parte delle Autorità civili — necessario per operare pubblicamente — comprometta in qualche modo la comunione con la Chiesa universale. So bene che questa problematica inquieta dolorosamente il cuore dei Pastori e dei fedeli. Al riguardo ritengo, in primo luogo, che la doverosa e strenua salvaguardia del deposito della fede e della comunione sacramentale e gerarchica non si opponga, di per sé, al dialogo con le Autorità circa quegli aspetti della vita della comunità ecclesiale che ricadono nell’ambito civile. Non si vedono poi particolari difficoltà per l’accettazione del riconoscimento concesso dalle Autorità civili, a condizione che esso non comporti la negazione di principi irrinunciabili della fede e della comunione ecclesiastica. In non pochi casi concreti, però, se non quasi sempre, nella procedura di riconoscimento intervengono organismi che obbligano le persone coinvolte ad assumere atteggiamenti, a porre gesti e a prendere impegni che sono contrari ai dettami della loro coscienza di cattolici. Comprendo, perciò, come in tali varie condizioni e circostanze sia difficile determinare la scelta corretta da fare. Per questo motivo la Santa Sede, dopo avere riaffermato i principi, lascia la decisione al singolo Vescovo che, sentito il suo presbiterio, è meglio in grado di conoscere la situazione locale, di soppesare le concrete possibilità di scelta e di valutare le eventuali conseguenze all’interno della comunità diocesana. Potrebbe darsi che la decisione finale non incontri il consenso di tutti i sacerdoti e i fedeli. Mi auguro, tuttavia, che essa venga accolta, anche se con sofferenza, e che si mantenga l’unità della comunità diocesana col proprio Pastore. 36 Statuti dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese (Chinese Catholic Patriotic Association, CCPA), 2004, art. 3. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 566 Sarà bene, infine, che Vescovi e presbiteri, con vero cuore di pastori, si adoperino in tutti i modi per non dare adito a situazioni di scandalo, cogliendo le occasioni per formare la coscienza dei fedeli, con particolare attenzione ai più deboli: il tutto sarà vissuto nella comunione e nella comprensione fraterna, evitando giudizi e condanne reciproche. Anche in questo caso si deve tener presente che, specialmente in assenza di un vero spazio di libertà, per valutare la moralità di un atto occorre conoscere con particolare cura le reali intenzioni della persona interessata, oltre alla mancanza oggettiva. Ogni caso dovrà essere, quindi, vagliato singolarmente, tenendo conto delle circostanze. L’Episcopato cinese 8. Nella Chiesa, Popolo di Dio, solo ai sacri ministri, debitamente ordinati dopo un’adeguata istruzione e formazione, spetta l’esercizio dell’ufficio di « insegnare, santificare e governare ». Fedeli laici possono, con la missione canonica da parte del Vescovo, svolgere un utile ministero ecclesiale di trasmissione della fede. Negli anni recenti, per varie cause, voi, Fratelli nell’episcopato, avete incontrato difficoltà, poiché persone non « ordinate », e a volte anche non battezzate, controllano e prendono decisioni circa importanti questioni ecclesiali, inclusa la nomina dei Vescovi, in nome di vari organismi statali. Di conseguenza, si è assistito a uno svilimento dei ministeri petrino ed episcopale in forza di una visione della Chiesa, secondo la quale il Sommo Pontefice, i Vescovi e i sacerdoti, rischiano di diventare di fatto persone senza ufficio e senza potere. Invece, come si diceva, i ministeri petrino ed episcopale sono elementi essenziali e integrali della dottrina cattolica sulla struttura sacramentale della Chiesa. Questa natura della Chiesa è un dono del Signore Gesù, perché « è lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo » (Ef 4, 11-13). La comunione e l’unità — mi sia consentito di ripeterlo (cfr n. 5) — sono elementi essenziali e integrali della Chiesa cattolica: pertanto il progetto di Acta Benedicti Pp. XVI 567 una Chiesa « indipendente », in ambito religioso, dalla Santa Sede è incompatibile con la dottrina cattolica. Sono consapevole delle gravi difficoltà, alle quali dovete far fronte nella suddetta situazione per mantenervi fedeli a Cristo, alla sua Chiesa e al Successore di Pietro. Ricordandovi che — come già affermava san Paolo (cfr Rm 8, 35-39) — nessuna difficoltà può separarci dall’amore di Cristo, nutro la fiducia che saprete fare tutto il possibile, confidando nella grazia del Signore, per salvaguardare l’unità e la comunione ecclesiale anche a costo di grandi sacrifici. Molti membri dell’Episcopato cinese, che in questi ultimi decenni hanno guidato la Chiesa, hanno offerto, e offrono, alle proprie comunità e alla Chiesa universale una luminosa testimonianza. Ancora una volta, sgorga dal cuore un inno di lode e di ringraziamento al « Pastore supremo » del gregge (1 Pt 5, 4): non si può infatti dimenticare che molti di loro hanno subito la persecuzione e sono stati impediti nell’esercizio del loro ministero, e alcuni di loro hanno reso feconda la Chiesa con l’effusione del proprio sangue. I nuovi tempi e la conseguente sfida della nuova evangelizzazione pongono in risalto la funzione del ministero episcopale. Come diceva Giovanni Paolo II ai Pastori di ogni parte del mondo convenuti a Roma per la celebrazione del Giubileo, « il Pastore è il primo responsabile e animatore della comunità ecclesiale sia nell’esigenza di comunione che nella proiezione missionaria. Di fronte al relativismo e al soggettivismo che inquinano tanta parte della cultura contemporanea, i Vescovi sono chiamati a difendere e promuovere l’unità dottrinale dei loro fedeli. Solleciti per ogni situazione in cui la fede è smarrita o ignorata, essi si adoperano con tutte le forze in favore dell’evangelizzazione, preparando a tal fine sacerdoti, religiosi e laici e mettendo a disposizione le necessarie risorse ».37 Nella medesima occasione il mio venerato Predecessore ricordava che « il Vescovo, successore degli Apostoli, è uno per il quale Cristo è tutto. Con Paolo egli può ripetere ogni giorno: “Per me vivere è Cristo... (Fil 1, 21)”. Questo egli deve testimoniare con tutto il suo comportamento. Il Concilio Vaticano II insegna: “I Vescovi devono compiere il loro dovere apostolico come testimoni di Cristo davanti a tutti gli uomini” (Decr. Christus Dominus, 11) ».38 37 Omelia per il Giubileo dei Vescovi (8 ottobre 2000), n. 5: AAS 93 (2001), 28. Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Christus Dominus sull’ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, n. 6. 38 Giovanni Paolo II, Omelia per il Giubileo dei Vescovi (8 ottobre 2000), n. 4: AAS 93 (2001), 27. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 568 Riguardo poi al servizio episcopale, colgo l’occasione per ricordare quanto dicevo recentemente: « I Vescovi hanno la prima responsabilità di edificare la Chiesa come famiglia di Dio e come luogo di aiuto vicendevole e di disponibilità. Per poter compiere questa missione, avete ricevuto, con la consacrazione episcopale, tre peculiari uffici: il munus docendi, il munus sanctificandi e il munus regendi, che nel loro insieme costituiscono il munus pascendi. In particolare, la finalità del munus regendi è la crescita nella comunione ecclesiale, cioè la costruzione di una comunità concorde nell’ascolto dell’insegnamento degli apostoli, nella frazione del pane, nelle preghiere e nell’unione fraterna. Strettamente congiunto con gli uffici di insegnare e di santificare, quello di governare — il munus regendi appunto — costituisce per il Vescovo un autentico atto di amore verso Dio e verso il prossimo che si esprime nella carità pastorale ».39 Come avviene nel resto del mondo, anche in Cina la Chiesa è governata da Vescovi che, mediante l’ordinazione episcopale a loro conferita da altri Vescovi validamente ordinati, hanno ricevuto, insieme con l’ufficio di santificare, pure gli uffici di insegnare e di governare il popolo loro affidato nelle rispettive Chiese particolari, con una potestà che viene conferita da Dio mediante la grazia del sacramento dell’Ordine. Gli uffici di insegnare e di governare, però, « per loro natura, non possono essere esercitati se non nella comunione gerarchica con il Capo e con i membri del Collegio » dei Vescovi.40 Infatti — precisa il medesimo Concilio Vaticano II — « una persona viene costituita membro del Corpo episcopale in virtù della consacrazione sacramentale e della comunione gerarchica con il Capo e con i membri del Collegio ».41 Attualmente, tutti i Vescovi della Chiesa cattolica in Cina sono figli del Popolo cinese. Nonostante molte e gravi difficoltà, la Chiesa cattolica in Cina, per una particolare grazia dello Spirito Santo, non è stata mai privata del ministero di legittimi Pastori che hanno conservato intatta la successione apostolica. Dobbiamo ringraziare il Signore per questa presenza costante e sofferta di Vescovi, che hanno ricevuto l’ordinazione episcopale in conformità con la tradizione cattolica, vale a dire in comunione con il Vescovo di Roma, 39 Benedetto XVI, Udienza ai Vescovi nominati di recente (21 settembre 2006): AAS 98 (2006), 696. 40 Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium sulla Chiesa, n. 21. Cfr anche C.I.C., can. 375, § 2. 41 Cost. dogm. Lumen gentium sulla Chiesa, n. 22. Cfr anche « Nota esplicativa previa », n. 2. Acta Benedicti Pp. XVI 569 Successore di Pietro, e per mano di Vescovi, validamente e legittimamente ordinati, nell’osservanza del rito della Chiesa cattolica. Alcuni di essi, non volendo sottostare a un indebito controllo, esercitato sulla vita della Chiesa, e desiderosi di mantenere una piena fedeltà al Successore di Pietro e alla dottrina cattolica, si sono visti costretti a farsi consacrare clandestinamente. La clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa, e la storia mostra che Pastori e fedeli vi fanno ricorso soltanto nel sofferto desiderio di mantenere integra la propria fede e di non accettare ingerenze di organismi statali in ciò che tocca l’intimo della vita della Chiesa. Per tale motivo la Santa Sede auspica che questi legittimi Pastori possano essere riconosciuti come tali dalle Autorità governative anche per gli effetti civili — in quanto necessari — e che i fedeli tutti possano esprimere liberamente la propria fede nel contesto sociale in cui si trovano a vivere. Altri Pastori, invece, sotto la spinta di circostanze particolari hanno acconsentito a ricevere l’ordinazione episcopale senza il mandato pontificio ma, in seguito, hanno chiesto di poter essere accolti nella comunione con il Successore di Pietro e con gli altri Fratelli nell’episcopato. Il Papa, considerando la sincerità dei loro sentimenti e la complessità della situazione, e tenendo presente il parere dei Vescovi viciniori, in virtù della propria responsabilità di Pastore universale della Chiesa ha concesso ad essi il pieno e legittimo esercizio della giurisdizione episcopale. Questa iniziativa del Papa nasceva dalla conoscenza delle particolari circostanze della loro ordinazione e dalla sua profonda preoccupazione pastorale di favorire il ristabilimento di una piena comunione. Purtroppo, il più delle volte, i sacerdoti e i fedeli non sono stati adeguatamente informati dell’avvenuta legittimazione del loro Vescovo, e ciò ha dato luogo a non pochi e gravi problemi di coscienza. Per di più, alcuni Vescovi legittimati non hanno posto gesti, che comprovassero chiaramente l’avvenuta legittimazione. Per questo motivo è indispensabile che, per il bene spirituale delle comunità diocesane interessate, l’avvenuta legittimazione possa essere resa di pubblico dominio a tempi brevi e che i Presuli legittimati pongano sempre di più gesti inequivocabili di piena comunione con il Successore di Pietro. Non mancano infine alcuni Vescovi — in un numero molto ridotto — che sono stati ordinati senza il mandato pontificio e non hanno chiesto, o non hanno ancora ottenuto, la necessaria legittimazione. Secondo la dottrina della Chiesa cattolica essi sono da ritenere illegittimi, ma validamente ordinati, qualora ci sia la certezza che hanno ricevuto l’ordinazione da Vescovi Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 570 validamente ordinati e che è stato rispettato il rito cattolico dell’ordinazione episcopale. Essi pertanto, pur non essendo in comunione con il Papa, esercitano validamente il loro ministero nell’amministrazione dei sacramenti, anche se in modo illegittimo. Quale grande ricchezza spirituale ne deriverebbe per la Chiesa in Cina se, in presenza delle necessarie condizioni, anche questi Pastori pervenissero alla comunione con il Successore di Pietro e con tutto l’Episcopato cattolico! Non solo sarebbe legittimato il loro ministero episcopale, ma anche risulterebbe più ricca la loro comunione con i sacerdoti e con i fedeli che considerano la Chiesa in Cina parte della Chiesa cattolica, unita con il Vescovo di Roma e con tutte le altre Chiese particolari sparse per il mondo. Nelle singole nazioni tutti i Vescovi legittimi costituiscono una Conferenza Episcopale, retta secondo uno statuto proprio che, a norma del diritto canonico, deve essere approvato dalla Sede Apostolica. Tale Conferenza Episcopale esprime la comunione fraterna di tutti i Vescovi di una nazione e tratta le questioni dottrinali e pastorali, che sono rilevanti per l’intera comunità cattolica nel Paese, senza però interferire nell’esercizio della potestà ordinaria e immediata di ogni Vescovo nella sua diocesi propria. Inoltre, ogni Conferenza Episcopale mantiene opportuni e utili contatti con le Autorità civili del luogo, anche per favorire la collaborazione tra la Chiesa e lo Stato, ma è ovvio che una Conferenza Episcopale non può essere sottoposta a nessuna Autorità civile nelle questioni di fede e di vita secondo la fede (fides et mores, vita sacramentale), che sono esclusivamente di competenza della Chiesa. Alla luce dei principi sopra esposti, l’attuale Collegio dei Vescovi Cattolici di Cina 42 non può essere riconosciuto come Conferenza Episcopale dalla Sede Apostolica: non ne fanno parte i Vescovi « clandestini », cioè non riconosciuti dal Governo, che sono in comunione con il Papa; include Presuli, che sono tuttora illegittimi, ed è retta da Statuti, che contengono elementi inconciliabili con la dottrina cattolica. Nomina dei Vescovi 9. Com’è noto a tutti voi, uno dei problemi più delicati nei rapporti della Santa Sede con le Autorità del vostro Paese è la questione delle nomine episcopali. Da un lato, si può comprendere che le Autorità governative siano attente alla scelta di coloro che svolgeranno l’importante ruolo di guide e di 42 China Catholic Bishops’ College (CCBC). Acta Benedicti Pp. XVI 571 pastori delle comunità cattoliche locali, attesi i risvolti sociali che — in Cina come nel resto del mondo — tale funzione ha anche nel campo civile. Dall’altro lato, la Santa Sede segue con speciale cura la nomina dei Vescovi poiché questa tocca il cuore stesso della vita della Chiesa in quanto la nomina dei Vescovi da parte del Papa è garanzia dell’unità della Chiesa e della comunione gerarchica. Per questo motivo il Codice di Diritto Canonico (cfr can. 1382) stabilisce gravi sanzioni sia per il Vescovo che conferisce liberamente l’ordinazione episcopale senza mandato apostolico sia per colui che la riceve: tale ordinazione rappresenta infatti una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina canonica. Il Papa, quando concede il mandato apostolico per l’ordinazione di un Vescovo, esercita la sua suprema autorità spirituale: autorità ed intervento, che rimangono nell’ambito strettamente religioso. Non si tratta quindi di un’autorità politica, che si intromette indebitamente negli affari interni di uno Stato e ne lede la sovranità. La nomina di Pastori per una determinata comunità religiosa è intesa, anche in documenti internazionali, come un elemento costitutivo del pieno esercizio del diritto alla libertà religiosa.43 La Santa Sede amerebbe essere completamente libera nella nomina dei Vescovi; 44 pertanto, considerando il recente cammino peculiare della Chiesa in Cina, auspico che si trovi un ac43 A livello universale si vedano, per esempio, le disposizioni dell’art. 18, paragrafo 1, dell’International Covenant on Civil and Political Rights del 16 dicembre 1966 (« Everyone shall have the right to freedom of thought, conscience and religion. This right shall include freedom to have or to adopt a religion or belief of his choice, and freedom, either individually or in community with others and in public or private, to manifest his religion or belief in worship, observance, practice and teaching ») e l’interpretazione, vincolante per gli Stati Membri, che ne ha dato il Comitato dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite nel « General Comment, No. 22 » (n. 4) del 30 luglio 1993 (« the practice and teaching of religion or belief includes acts integral to the conduct by religious groups of their basic affairs, such as the freedom to choose their religious leaders, priests and teachers, the freedom to establish seminaries or religious schools and the freedom to prepare and distribute religious texts or publications »). A livello regionale poi si vedano, per esempio, i seguenti impegni, assunti nella Riunione di Vienna dai Rappresentanti degli Stati partecipanti alla Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE): « Al fine di assicurare la libertà dell’individuo di professare e praticare una religione o una convinzione, gli Stati partecipanti, fra l’altro, (...) rispetteranno il diritto di tali comunità religiose di (...) organizzarsi secondo la propria struttura gerarchica e istituzionale, (...) scegliere, nominare e sostituire il proprio personale conformemente alle rispettive esigenze e alle proprie norme nonché a qualsiasi intesa liberamente accettata fra esse e il proprio Stato, (...) » (Documento Conclusivo del 1989, Principio n. 16 della sezione « Questioni relative alla sicurezza in Europa »). Cfr anche Conc. Ecum. Vat. II, Dich. Dignitatis humanae sulla libertà religiosa, n. 4. 44 Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Christus Dominus sull’ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, n. 20. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 572 cordo con il Governo per risolvere alcune questioni riguardanti sia la scelta dei candidati all’episcopato sia la pubblicazione della nomina dei Vescovi sia il riconoscimento — agli effetti civili in quanto necessari — del nuovo Vescovo da parte delle Autorità civili. Infine, quanto alla scelta dei candidati all’episcopato, pur conoscendo le vostre difficoltà al riguardo, desidero ricordare la necessità che essi siano sacerdoti degni, rispettati ed amati dai fedeli, e modelli di vita nella fede, e che posseggano una certa esperienza nel ministero pastorale e siano perciò più adeguati a far fronte alla pesante responsabilità di Pastore della Chiesa.45 Qualora in una diocesi fosse impossibile trovare candidati adatti per la provvista della sede episcopale, la collaborazione con i Vescovi delle diocesi limitrofe può aiutare a individuare candidati idonei. SECONDA PARTE ORIENTAMENTI DI VITA PASTORALE Sacramenti, governo delle diocesi, parrocchie 10. Negli ultimi tempi sono emerse difficoltà, legate ad iniziative individuali di Pastori, di sacerdoti e di fedeli laici, che, mossi da generoso zelo pastorale, non sempre hanno rispettato i compiti o la responsabilità altrui. A questo proposito il Concilio Vaticano II ci ricorda che, se da un lato i singoli Vescovi « in quanto membri del Collegio episcopale e legittimi successori degli Apostoli, sono tenuti, per istituzione e precetto di Cristo, ad avere una sollecitudine per tutta la Chiesa », dall’altro lato essi « esercitano il loro governo pastorale sopra la porzione del Popolo di Dio che è stata loro affidata, non sopra le altre Chiese né sopra la Chiesa universale ».46 Inoltre, di fronte a certe problematiche emerse in varie comunità diocesane durante gli ultimi anni, mi sembra doveroso ricordare la norma canonica secondo cui ogni chierico deve essere incardinato in una Chiesa particolare o in un Istituto di vita consacrata e deve esercitare il proprio ministero in comunione con il Vescovo Diocesano. Solo per giusti motivi un chierico può esercitare il ministero in un’altra diocesi, ma sempre con il previo accordo dei 45 46 Si vedano, al riguardo, le relative norme del C.I.C. (cfr can. 378). Cost. dogm. Lumen gentium sulla Chiesa, n. 23. Acta Benedicti Pp. XVI 573 due Vescovi Diocesani, cioè di quello della Chiesa particolare in cui è incardinato e di quello della Chiesa particolare al cui servizio è destinato.47 In non poche circostanze, poi, vi siete posti il problema della concelebrazione dell’Eucaristia. Al riguardo, ricordo che essa presuppone, come condizioni, la professione della stessa fede e la comunione gerarchica con il Papa e con la Chiesa universale. Pertanto è lecito concelebrare con Vescovi e con sacerdoti che sono in comunione con il Papa, anche se sono riconosciuti dalle Autorità civili e mantengono un rapporto con organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, purché — come si è detto sopra (cfr n. 7, capov. 8o) — il riconoscimento e il rapporto non comportino la negazione di principi irrinunciabili della fede e della comunione ecclesiastica. Anche i fedeli laici, che sono animati da un sincero amore per Cristo e per la Chiesa, non devono esitare a partecipare all’Eucaristia, celebrata da Vescovi e da sacerdoti che sono in piena comunione con il Successore di Pietro e sono riconosciuti dalle Autorità civili. Lo stesso vale per tutti gli altri sacramenti. Sempre alla luce dei principi della dottrina cattolica devono essere risolti i problemi che sorgono con quei Vescovi, che sono stati consacrati senza il mandato pontificio, sia pure nel rispetto del rito cattolico dell’ordinazione episcopale. La loro ordinazione — come ho già detto (cfr n. 8, capov. 12o) — è illegittima ma valida, cosı̀ come sono valide le ordinazioni sacerdotali da loro conferite e sono validi anche i sacramenti amministrati da tali Vescovi e sacerdoti. Pertanto i fedeli, tenendo presente ciò, per la celebrazione eucaristica e per gli altri sacramenti devono, nella misura del possibile, cercare Vescovi e sacerdoti che sono in comunione con il Papa: tuttavia, quando ciò non fosse realizzabile senza loro grave incomodo, possono, per esigenza del loro bene spirituale, rivolgersi anche a coloro che non sono in comunione con il Papa. Reputo infine opportuno attirare la vostra attenzione su quanto la legislazione canonica prevede per aiutare i Vescovi Diocesani ad assolvere il proprio compito pastorale. Ogni Vescovo Diocesano è invitato a servirsi di indispensabili strumenti di comunione e di collaborazione all’interno della comunità cattolica diocesana: la curia diocesana, il consiglio presbiterale, il collegio dei consultori, il consiglio pastorale diocesano e il consiglio diocesano per gli affari economici. Questi organismi esprimono la comunione, favoriscono la condivisione delle responsabilità comuni e sono di grande aiuto ai 47 Cfr C.I.C., cann. 265-272. 574 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Pastori, che possono cosı̀ avvalersi della fraterna collaborazione di sacerdoti, di persone consacrate e di fedeli laici. Lo stesso vale per i vari consigli, che il Diritto Canonico prevede per le parrocchie: il consiglio pastorale parrocchiale ed il consiglio parrocchiale per gli affari economici. Tanto per le diocesi quanto per le parrocchie, particolare attenzione dovrà essere riservata ai beni temporali della Chiesa, mobili ed immobili, che dovranno essere registrati legalmente in campo civile a nome della diocesi o della parrocchia e mai a nome di singole persone (cioè Vescovo, parroco o gruppo di fedeli). Nel contempo mantiene tutta la sua validità il tradizionale orientamento pastorale e missionario, che si riassume nel principio: « nihil sine Episcopo ». Dall’analisi delle suesposte problematiche emerge con chiarezza che una vera soluzione di esse ha la sua radice nella promozione della comunione, che attinge vigore e slancio, come da fonte, da Cristo, icona dell’amore del Padre. La carità, che è sempre al di sopra di tutto (cfr 1 Cor 13, 1-12), sarà la forza ed il criterio nel lavoro pastorale per la costruzione di una comunità ecclesiale, che renda presente il Cristo Risorto all’uomo di oggi. Le province ecclesiastiche 11. Numerosi cambiamenti amministrativi sono avvenuti, in campo civile, durante gli ultimi cinquant’anni. Ciò ha coinvolto anche diverse circoscrizioni ecclesiastiche, che sono state eliminate o raggruppate oppure sono state modificate nella loro configurazione territoriale in base alle circoscrizioni amministrative civili. A questo proposito desidero confermare che la Santa Sede è disponibile ad affrontare l’intera questione delle circoscrizioni e delle province ecclesiastiche in un dialogo aperto e costruttivo con l’Episcopato cinese e — in quanto opportuno e utile — con le Autorità governative. Le comunità cattoliche 12. Mi è ben noto che le comunità diocesane e parrocchiali, disseminate nel vasto territorio cinese, mostrano una particolare vivacità di vita cristiana, di testimonianza della fede e di iniziative pastorali. È per me consolante costatare che, malgrado le difficoltà passate e presenti, i Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate ed i fedeli laici hanno mantenuto una profonda consapevolezza di essere membra vive della Chiesa universale, in comunione di fede Acta Benedicti Pp. XVI 575 e di vita con tutte le comunità cattoliche sparse per il mondo. Essi sanno, nel loro cuore, che cosa vuol dire essere cattolici. Ed è proprio da questo cuore cattolico che deve nascere anche l’impegno per rendere manifesto ed operoso, sia all’interno delle singole comunità sia nei rapporti tra le varie comunità, quello spirito di comunione, di comprensione e di perdono che — com’è detto sopra (cfr n. 5, capov. 4o, e n. 6) — è il sigillo visibile di un’autentica esistenza cristiana. Sono sicuro che lo Spirito di Cristo, come ha aiutato le comunità a mantenere viva la fede in tempo di persecuzione, aiuterà oggi tutti i cattolici a crescere nell’unità. Come già facevo presente (cfr n. 2, capov. 1o, e n. 4, capov. 1o), ai membri delle comunità cattoliche nel vostro Paese — specialmente ai Vescovi, ai presbiteri e alle persone consacrate — non è purtroppo ancora concesso di vivere e di esprimere, in pienezza e in modo anche visibile, certi aspetti della loro appartenenza alla Chiesa e della loro comunione gerarchica con il Papa, essendo normalmente impediti liberi contatti con la Santa Sede e con le altre comunità cattoliche nei vari Paesi. È vero che negli ultimi anni la Chiesa gode, rispetto al passato, di una maggiore libertà religiosa. Tuttavia non si può negare che permangono gravi limitazioni che toccano il cuore della fede e che, in certa misura, soffocano l’attività pastorale. A questo proposito rinnovo l’augurio (cfr n. 4, capovv. 2o-4o) che, nel corso di un dialogo rispettoso ed aperto tra la Santa Sede e i Vescovi cinesi, da una parte, e le Autorità governative, dall’altra, possano essere superate le menzionate difficoltà e si pervenga, cosı̀, ad una proficua intesa che sarà a vantaggio della comunità cattolica e della convivenza sociale. I presbiteri 13. Vorrei poi rivolgere un pensiero speciale e un invito ai sacerdoti — in modo particolare a quelli ordinati negli ultimi anni —, che con tanta generosità hanno intrapreso il cammino del ministero pastorale. Mi sembra che l’attuale situazione ecclesiale e socio-politica renda sempre più pressante l’esigenza di attingere luce e forza alle sorgenti della spiritualità sacerdotale, che sono l’amore di Dio, l’incondizionata sequela di Cristo, la passione per l’annuncio del Vangelo, la fedeltà alla Chiesa e il servizio generoso al prossimo.48 Come non ricordare a questo proposito, quale incoraggiamento per tutti, le figure luminose di Vescovi e di sacerdoti che, negli anni difficili del recente 48 Per una riflessione sulla dottrina e spiritualità del sacerdozio e sul carisma del celibato rimando al mio Discorso alla Curia Romana (22 dicembre 2006): L’Osservatore Romano, 23 dicembre 2006, p. 6. 576 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale passato, hanno testimoniato un amore indefettibile alla Chiesa, anche con il dono della propria vita per essa e per Cristo? Sacerdoti carissimi! Voi che sopportate « il peso della giornata e il caldo » (Mt 20, 12), che avete messo mano all’aratro e non vi volgete indietro (cfr Lc 9, 62), pensate a quei luoghi, dove i fedeli attendono con ansia un sacerdote e dove da molti anni, sentendo la sua mancanza, non cessano di auspicarne la presenza. So bene che in mezzo a voi ci sono confratelli che hanno dovuto far fronte a tempi e a situazioni difficili, assumendo posizioni non sempre condivisibili da un punto di vista ecclesiale, e che, malgrado tutto, desiderano tornare nella piena comunione della Chiesa. Nello spirito di quella profonda riconciliazione, alla quale il mio venerato Predecessore ha invitato ripetutamente la Chiesa in Cina,49 mi rivolgo ai Vescovi che sono in comunione con il Successore di Pietro, affinché con animo paterno valutino caso per caso e diano una giusta risposta a tale desiderio, ricorrendo — se necessario — alla Sede Apostolica. E, quale segno di questa auspicata riconciliazione, penso che non ci sia gesto più significativo che quello di rinnovare comunitariamente — in occasione della giornata sacerdotale del Giovedı̀ Santo, come avviene nella Chiesa universale, oppure in altra circostanza che sarà considerata più opportuna — la professione di fede, a testimonianza della piena comunione raggiunta, a edificazione del Popolo santo di Dio affidato alla vostra cura pastorale, e a lode della Santissima Trinità. Sono consapevole poi che anche in Cina, come nel resto della Chiesa, emerge la necessità di un’adeguata formazione permanente del clero. Di qui nasce l’invito, rivolto a voi Vescovi come responsabili delle comunità ecclesiali, a pensare specialmente al giovane clero che è sempre più sottoposto a nuove sfide pastorali, connesse con le esigenze del compito di evangelizzare una società cosı̀ complessa com’è la società cinese attuale. Ce lo ricordava il Papa Giovanni Paolo II: la formazione permanente dei sacerdoti « è un’esigenza intrinseca al dono e al ministero sacramentale ricevuto e si rivela necessaria in ogni tempo. Oggi però risulta essere particolarmente urgente, non solo per il rapido mutarsi delle condizioni sociali e culturali degli uomini e dei popoli entro cui si svolge il ministero presbiterale, ma anche per quella “nuova evangelizzazione” che costituisce il compito essenziale e indilazionabile della Chiesa alla fine del secondo millennio ».50 49 Cfr Giovanni Paolo II, Messaggio La memoria liturgica alla Chiesa che è in Cina nel 70o anniversario dell’ordinazione a Roma del primo gruppo di Vescovi cinesi e nel 50o anniversario dell’istituzione della Gerarchia ecclesiastica in Cina (3 dicembre 1996), n. 4: AAS 89 (1997), 256. 50 Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), n. 70: AAS 84 (1992), 782. Acta Benedicti Pp. XVI 577 Le vocazioni e la formazione religiosa 14. Durante gli ultimi cinquant’anni non è mai mancata nella Chiesa in Cina un’abbondante fioritura di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Di questo si deve rendere grazie al Signore perché si tratta di un segno di vitalità e di un motivo di speranza. Nel corso degli anni poi sono sorte molte congregazioni religiose autoctone: i Vescovi e i sacerdoti sanno per esperienza quanto sia insostituibile il contributo delle religiose nella catechesi e nella vita parrocchiale in tutte le sue forme; inoltre, l’attenzione ai più bisognosi, prestata in collaborazione anche con le Autorità civili locali, è espressione di quella carità e di quel servizio al prossimo che sono la testimonianza più credibile della forza e della vitalità del Vangelo di Gesù. Sono però consapevole che tale fioritura è accompagnata, oggi, da non poche difficoltà. Emerge pertanto l’esigenza sia di un più attento discernimento vocazionale da parte dei responsabili ecclesiali sia di una più approfondita educazione e istruzione degli aspiranti al sacerdozio e alla vita religiosa. Nonostante la precarietà dei mezzi a disposizione, per l’avvenire della Chiesa in Cina bisognerà adoperarsi per assicurare, da un lato, una particolare attenzione nella cura delle vocazioni e, dall’altro lato, una formazione più solida sotto gli aspetti umano, spirituale, filosofico-teologico e pastorale, da realizzare nei seminari e negli istituti religiosi. A questo riguardo, merita una menzione particolare la formazione al celibato dei candidati al sacerdozio. È importante che essi imparino a vivere e a stimare il celibato come dono prezioso di Dio e come segno eminentemente escatologico, che testimonia un amore indiviso a Dio ed al suo popolo e configura il sacerdote a Gesù Cristo, Capo e Sposo della Chiesa. Tale dono, infatti, in modo precipuo « esprime il servizio del sacerdote alla Chiesa in e con il Signore » 51 e rappresenta un valore profetico per il mondo d’oggi. Quanto poi alla vocazione religiosa, nel contesto attuale della Chiesa in Cina è necessario che appaiano sempre più luminose le sue due dimensioni: e cioè, da un lato, la testimonianza del carisma della totale consacrazione a Cristo attraverso i voti di castità, povertà e obbedienza e, dall’altro, la risposta all’esigenza di annunciare il Vangelo nelle odierne condizioni storico-sociali del Paese. I fedeli laici e la famiglia 15. Nei tempi più difficili della storia recente della Chiesa cattolica in Cina i fedeli laici, sia a livello individuale e familiare sia come membri di movimenti 51 Ibid., n. 29: AAS 84 (1992), 704. 578 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale spirituali ed apostolici, hanno mostrato una piena fedeltà al Vangelo, pagando anche di persona la propria fedeltà a Cristo. Voi, laici, siete chiamati, pure oggi, a incarnare il Vangelo nella vostra vita e a dare una testimonianza per mezzo di un generoso e fattivo servizio per il bene del popolo e per lo sviluppo del Paese: e adempirete tale missione vivendo come cittadini onesti e operando come collaboratori attivi e corresponsabili nella diffusione della Parola di Dio nel vostro ambiente, rurale o cittadino. Voi, che in tempi recenti siete stati coraggiosi testimoni della fede, restate la speranza della Chiesa per l’avvenire! Ciò esige una vostra sempre più motivata partecipazione in tutte le istanze della vita della Chiesa, in comunione con i vostri rispettivi Pastori. Poiché l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia, ritengo indispensabile ed urgente che i laici ne promuovano i valori e ne tutelino le esigenze. Essi, che nella fede conoscono pienamente il meraviglioso disegno di Dio sulla famiglia, hanno una ragione in più per assumere questa consegna concreta ed impegnativa: la famiglia infatti « è il luogo normale dove le giovani generazioni giungono alla maturità personale e sociale. La famiglia reca con sé l’eredità dell’umanità stessa, poiché la vita passa attraverso di essa di generazione in generazione. La famiglia occupa un posto molto importante nelle culture dell’Asia e, come hanno sottolineato i Padri sinodali, i valori familiari quali il rispetto filiale, l’amore e la cura per gli anziani e i malati, l’amore per i piccoli e l’armonia sono tenuti in grande stima in tutte le culture e le tradizioni religiose di quel Continente ».52 I summenzionati valori fanno parte del rilevante contesto culturale cinese, ma anche nella vostra terra non mancano forze che influiscono negativamente sulla famiglia in vari modi. Pertanto la Chiesa che è in Cina, consapevole che il bene della società e di se stessa è profondamente legato al bene della famiglia,53 52 Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Ecclesia in Asia (6 novembre 1999), n. 46: AAS 92 (2000), 521. Cfr Benedetto XVI, Quinto Incontro Mondiale delle Famiglie in Spagna (Valencia 8 luglio 2006): « La famiglia è un bene necessario per i popoli, un fondamento indispensabile per la società ed un grande tesoro degli sposi durante tutta la loro vita. È un bene insostituibile per i figli che devono essere frutto dell’amore, della donazione totale e generosa dei genitori. Proclamare la verità integrale della famiglia, fondata nel matrimonio come Chiesa domestica e santuario della vita, è una grande responsabilità di tutti. [...] Cristo ha rivelato quale è sempre la fonte suprema della vita per tutti e, pertanto, anche per la famiglia: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 12-13). L’amore di Dio stesso si è riversato su di noi nel battesimo. Per questo le famiglie sono chiamate a vivere quella qualità di amore, poiché il Signore è colui che si fa garante che ciò sia possibile per noi attraverso l’amore umano, sensibile, affettuoso e misericordioso come quello di Cristo »: AAS 98 (2006), 591-592. 53 Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n. 47. Acta Benedicti Pp. XVI 579 deve sentire in modo più vivo e stringente la sua missione di proclamare a tutti il disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, assicurandone la piena vitalità.54 L’iniziazione cristiana degli adulti 16. La storia recente della Chiesa cattolica in Cina ha visto un elevato numero di adulti, che si sono avvicinati alla fede grazie anche alla testimonianza della comunità cristiana locale. Voi, Pastori, siete chiamati a curare in modo particolare la loro iniziazione cristiana attraverso un appropriato e serio periodo di catecumenato che li aiuti e li prepari a condurre una vita da discepoli di Gesù. A questo proposito ricordo che l’evangelizzazione non è mai pura comunicazione intellettuale, bensı̀ anche esperienza di vita, purificazione e trasformazione dell’intera esistenza, e cammino in comunione. Solo cosı̀ si instaura un giusto rapporto tra pensiero e vita. Guardando poi al passato, si deve purtroppo rilevare che molti adulti non sempre sono stati sufficientemente iniziati alla completa verità della vita cristiana e nemmeno hanno conosciuto la ricchezza del rinnovamento apportato dal Concilio Vaticano II. Sembra pertanto necessario e urgente offrire ad essi una solida e approfondita formazione cristiana, sotto forma anche di un catecumenato post-battesimale.55 La vocazione missionaria 17. La Chiesa, sempre e dovunque missionaria, è chiamata alla proclamazione e alla testimonianza del Vangelo. Anche la Chiesa in Cina deve sentire nel suo cuore l’ardore missionario del suo Fondatore e Maestro. Rivolgendosi a giovani pellegrini sul Monte delle Beatitudini nell’Anno Santo 2000, Giovanni Paolo II diceva: « Al momento della sua Ascensione, Gesù affidò ai suoi discepoli una missione e questa rassicurazione: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni... ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 54 Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio (22 novembre 1981), n. 3: AAS 74 (1982), 84. 55 Come hanno detto i Padri sinodali della Settima Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi (1-30 ottobre 1987), nella formazione dei cristiani « un aiuto può essere dato anche da una catechesi post-battesimale a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni elementi del “Rituale dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti”, destinati a far cogliere e vivere le immense e straordinarie ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto »: Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Christifideles laici (30 dicembre 1988), n. 61: AAS 81 (1989), 514. Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1230-1231. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 580 18-20). Da duemila anni i seguaci di Cristo svolgono questa missione. Ora, all’alba del terzo millennio, tocca a voi. Tocca a voi andare nel mondo e annunciare il messaggio dei Dieci Comandamenti e delle Beatitudini. Quando Dio parla, parla di cose che hanno la più grande importanza per ogni persona, per le persone del XXI secolo non meno che per quelle del primo secolo. I Dieci Comandamenti e le Beatitudini parlano di verità e di bontà, di grazia e di libertà, di quanto è necessario per entrare nel Regno di Cristo ».56 Ora spetta a voi, discepoli cinesi del Signore, essere coraggiosi apostoli di quel Regno. Sono sicuro che grande e generosa sarà la vostra risposta. CONCLUSIONE Revoca delle facoltà e delle direttive pastorali 18. Considerando in primo luogo alcuni positivi sviluppi della situazione della Chiesa in Cina, in secondo luogo le maggiori opportunità e facilitazioni nelle comunicazioni e, da ultimo, le richieste che diversi Vescovi e sacerdoti hanno qui indirizzato, con la presente Lettera revoco tutte le facoltà che erano state concesse per far fronte a particolari esigenze pastorali, sorte in tempi veramente difficili. Lo stesso dicasi per tutte le direttive di ordine pastorale, passate e recenti. I principi dottrinali, che le ispiravano, trovano ora nuova applicazione nelle direttive, contenute nella presente Lettera. Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina 19. Carissimi Pastori e fedeli tutti, il giorno 24 maggio, che è dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani — la quale è venerata con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai —, in futuro potrebbe divenire occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che è in Cina. Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l’unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile. Vi ricordo inoltre il comandamento 56 Omelia sul Monte delle Beatitudini (Israele, 24 marzo 2000), n. 5: L’Osservatore Romano, 25 marzo 2000, p. 5. Acta Benedicti Pp. XVI 581 d’amore che Gesù ci ha dato, di amare i nostri nemici e di pregare per coloro che ci perseguitano, nonché l’invito dell’Apostolo san Paolo: « Ti raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità » (1 Tm 2, 1-4). Nella medesima Giornata i cattolici nel mondo intero — in particolare quelli che sono di origine cinese — mostreranno la loro fraterna solidarietà e sollecitudine per voi, chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza, certi che le vostre sofferenze passate e presenti per il santo Nome di Gesù e la vostra intrepida lealtà al Suo Vicario in terra saranno premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento. Saluto finale 20. Al termine di questa Lettera auguro a voi, cari Pastori della Chiesa cattolica che è in Cina, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici, di essere « ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po’ di tempo afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo » (1 Pt 1, 6-7). Maria Santissima, Madre della Chiesa e Regina della Cina, che nell’ora della Croce ha saputo, nel silenzio della speranza, attendere il mattino della Risurrezione, vi accompagni con materna premura e interceda per tutti voi insieme a san Giuseppe e ai numerosi santi Martiri cinesi. Vi assicuro delle mie costanti preghiere e, con un pensiero affettuoso agli anziani, agli ammalati, ai bambini e ai giovani della vostra nobile Nazione, vi benedico di cuore. Dato a Roma, presso San Pietro, il 27 maggio, Solennità di Pentecoste, dell’anno 2007, terzo di Pontificato. BENEDICTUS PP. XVI Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 582 CONSTITUTIONES APOSTOLICAE I IOANNESBURGENSIS In Africa Australi constituitur nova Provincia Ecclesiastica Ioannesburgensis, cuius metropolitana Ecclesia erit Sedes eiusdem nominis. BENEDICTUS EPISCOPUS servus servorum dei ad perpetuam rei memoriam Cum ad aptius consulendum Evangelizationis operi in Africa Australi opportunum visum esset ibidem novam Provinciam Ecclesiasticam condere, Congregatio pro Gentium Evangelizatione, re mature perpensa auditisque votis eorum quorum interest, censuit nuper ut ad eiusmodi institutionem procederetur. Nos vero solliciti de totius Dominici gregis bono, talem sententiam ratam habentes, summa Apostolica potestate sequentia decernimus. A metropolitana Sede Praetoriensi seiungimus dioeceses Ioannesburgensem, Manziniensem, Klerkpolitanam et Vitbankensem; ex iisque constituimus novam Provinciam Ecclesiasticam Ioannesburgensem atque dioecesim eiusdem nominis ad Archidioecesis Metropolitanae gradum evehimus, cui assignamus uti suffraganeas ceteras dioeceses Manziniensem, Klerkpolitanam et Vitbankensem cuiusque insuper principem Sedem in urbe Ioannesburgensi iubemus poni. Insuper Venerabilem Fratrem Buti Iosephum Tlhagale, O.M.I., hactenus Archiepiscopum-Episcopum Ioannesburgensem, renuntiamus primum Archiepiscopum Metropolitam Ioannesburgensem. Quae praescripsimus committimus perficienda Venerabili Fratri Iacobo Patricio Green, Archiepiscopo titulo Altinensi atque Apostolico Nuntio in Republica Africae Australis et in Natione Svazilandiensi, onere imposito sincerum exemplar actus effectae exsecutionis mittendi memoratae Congregationi. Hanc denique Constitutionem Nostram iugiter ratam esse volumus, contrariis quibuslibet rebus non obstantibus. Acta Benedicti Pp. XVI 583 Datum Romae, apud S. Petrum, die quinto mensis Iunii, anno Domini bis millesimo septimo, Pontificatus Nostri tertio. Tarsicius card. Bertone Ivan card. Dias Secretarius Status Congr. pro Gentium Evang. Praef. Marcellus Rossetti, Protonot. Apost. Franciscus Bruno, Protonot. Apost. Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 62.715 II SHENDAMENSIS In Nigeria nova conditur dioecesis Shendamensis. BENEDICTUS EPISCOPUS servus servorum dei ad perpetuam rei memoriam Nuper est petitum ut in Nigeria, divisa archidioecesi Iosensi, nova conderetur dioecesis ad ibidem aeternam provehendam salutem gregis Dominici eiusque regimini facilius et efficacius consulendum. Qua re, Congregatio pro Gentium Evangelizatione, omnibus mature perpensis auditisque faventibus votis eorum quorum interest, admotam postulationem censuit esse accipiendam utpote animarum saluti valde profuturam. Nos igitur, Qui gravissimo fungimur munere supremi Pastoris universae catholicae Ecclesiae, talem sententiam ratam habentes, summa Nostra potestate haec decernimus. A Iosensi archidioecesi separamus territoria patrio sermone nuncupata « Local Government Areas » quae sunt Shendam, Langtang North, Langtang South, Mikang, Wase et Qua’an Pan, una cum regionibus Lankan, Jiblik, Abwor/Dyis, Chip, Jing, Tal et Pai pertinentibus ad « Local Government Area Pankshin »; ex iisque distractis locis novam constituimus dioecesim Shendamensem, quam Metropolitanae Ecclesiae Iosensi suffraganeam facimus atque iurisdictioni Congregationis pro Gentium Evangelizatione subicimus. Praeterea iubemus Episcopi Sedem poni in urbe Shendam atque templum ibi exstans, Deo in honorem Sacratissimi Cordis Iesu dicatum, ad dignitatem Cathedralis ecclesiae evehimus; cetera vero secundum canonicas leges temperentur. Quae praescripsimus perficienda committimus Venerabili Fratri Laurentio Fratini, 584 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Archiepiscopo titulo Botrianensi et in Nigeria Apostolico Nuntio; qui, re acta, curabit documenta exaranda sincerisque exemplis Congregationi pro Gentium Evangelizatione cito mittenda. Hanc denique Apostolicam Constitutionem nunc et in posterum ratam esse volumus, contrariis quibuslibet rebus non obstantibus. Datum Romae, apud S.Petrum, die secundo mensis Iunii, anno Domini bis millesimo septimo, Pontificatus Nostri tertio. Tarsicius card. Bertone Ivan card. Dias Secretarius Status Congr. pro Gentium Evang. Praef. Marcellus Rossetti, Protonot. Apost. Franciscus Bruno, Protonot. Apost. Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 62.774 III CAXITONENSIS In Angolia nova conditur dioecesis Caxitonensis appellanda. BENEDICTUS EPISCOPUS servus servorum dei ad perpetuam rei memoriam Caritas Christi, quam pro supremo Nostri officii munere cotidie hominibus bonae voluntatis nuntiamus, in praesens Nos impellit ut singularem vertamus attentionem ad Ecclesiam quae est in Angolia. Fidelium enim istius Nationis spiritale iter iuvare volentes, de nova, ob eorum pastorales necessitates, cogitavimus dioecesi ibi instituenda. Idcirco quorum interest cognita sententia, de consilio Congregationis pro Gentium Evangelizatione, plenitudine Apostolicae Nostrae potestatis, ab archidioecesi Luandensi separamus territoria v.d. « Caxito, Ambriz, Bula-Atumba, Dande, Bembos, Icolo et Bengo, Kissama, Nambuangongo, Pango Aluquém », ex quibus novam dioecesim constituimus Caxitonensem appellandam. Novae ecclesialis communitatis Sedem in urbe v.d. « Caxito » statuimus templumque ibidem exstans, Deo in honorem Sanctae Annae dicatum, ad gradum evehimus templi Cathedralis, cunctis consentaneis concessis iuribus et privilegiis. Dioecesim Caxitonensem Metropolitanae Ecclesiae Luandensi suffraganeam facimus atque iurisdictio- Acta Benedicti Pp. XVI 585 ni Congregationis pro Gentium Evangelizatione subicimus. Cetera vero secundum canonicas leges temperentur. Ad haec tandem explenda, quae per has Litteras statuimus, Venerabilem Fratrem Ioannem Angelum Becciu, Archiepiscopum titulo Rusellensem et Apostolicum in Angolia Nuntium, deputamus, necessarias eidem tribuentes facultates etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad Congregationem pro Gentium Evangelizatione authenticum exemplar actus peractae exsecutionis remittendi. Hanc denique Constitutionem Nostram nunc et in posterum ratam esse volumus, contrariis quibuslibet rebus non obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die sexto mensis Iunii, anno Domini bismillesimo septimo, Pontificatus Nostri tertio. Tarsicius card. Bertone Ivan card. Dias Secretarius Status Congr. pro Gentium Evang. Praef. Marcellus Rossetti, Protonot. Apost. Emmanuel Fernandes, Protonot. Apost. s.n. Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 63.017 IV VIANANENSIS Nova dioecesis constituitur in Angolia, Viananensis appellanda. BENEDICTUS EPISCOPUS servus servorum dei ad perpetuam rei memoriam Cunctae catholicae Ecclesiae cum praesideamus, summam curam ponimus in Evangelii salute quam latissime diffundenda, ut eiusdem beneficia et monita omnes gentes contingant cunctasque regiones. Idcirco Nos res disponere properamus ut hoc facilius commodiusque eveniat. De consilio igitur Congregationis pro Gentium Evangelizatione, suffragante Venerabili Fratre Angelo Becciu, Archiepiscopo titulo Rusellensi atque in Angolia Apostolico Nuntio, haec statui- Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 586 mus et decernimus. Novam dioecesim condimus Viananensem appellandam, quae territoria populari loquela nuncupata Viana, Palanca, Bom Jesus, Calumbo, Catete, Barra di Kwanza, Cabo Ledo, Mumbondo, Kilamba Kiaxi, Demba Chio, Muxima, Massangano et ea ab archidioecesi Luandensi seiungenda, complectetur. Hanc dioecesim Metropolitanae Ecclesiae Luandensi suffraganeam facimus atque iurisdictioni Congregationis pro Gentium Evangelizatione subicimus. Episcopalem porro Sedem in urbe ponimus, quae Viana vocatur, et ibidem templum Sancto Francisco Assisiensi dicatum ad statum Cathedralis ecclesiae attollimus. Cetera secundum leges canonicas temperentur. Haec omnia ad expedienda Venerabilem Fratrem supra memoratum Apostolicum Nuntium legamus, facta videlicet facultate quempiam alium virum in ecclesiastica dignitate constitutum subdelegandi. Re tandem ad finem perducta, documenta apparentur, quorum sincera exempla ad Congregationem pro Gentium Evangelizatione diligenter mittantur, contrariis rebus minime obsistentibus quibuslibet. Datum Romae, apud S. Petrum, die sexto mensis Iunii, anno Domini bismillesimo septimo, Pontificatus Nostri tertio. Ivan card. Dias Tarsicius card. Bertone Secretarius Status Congr. pro Gentium Evang. Praef. Marcellus Rossetti, Protonot. Apost. Emmanuel Fernandes, Protonot. Apost. s.n. Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 63.015 V DONKORKROMENSIS In Ghana constituitur Praefectura Apostolica Donkorkromensis. BENEDICTUS EPISCOPUS servus servorum dei ad perpetuam rei memoriam Ad expeditius et efficacius consulendum spirituali Christifı̀delium saluti itemque Evangelizationis operi in Districtu civili Ghanensis Nationis patria lingua « Donkorkrom » nuncupato, Congregatio pro Gentium Evangelizatione, omnibus mature perpensis habitoque faventi voto Venerabilis Fratris Acta Benedicti Pp. XVI 587 Georgii Kocherry, Archiepiscopi titulo Othonensis et in eadem Natione Apostolici Nuntii, censuit Praefecturam Apostolicam ibidem esse condendam. Nos igitur, Qui gravissimo fungimur munere supremi Pastoris totius gregis Dominici, talem sententiam ratam habentes, summa Nostra potestate sequentia decernimus. A dioecesi Koforiduana distrahimus Districtum civilem « Donkorkrom », ad ipsam Sedem hucusque pertinentem, ex eoque constituimus Praefecturam Apostolicam Donkorkromensem, quam sollicitis curis sodalium Societatis Verbi Divini committimus; cetera vero secundum canonicas leges temperentur. Quae praescripsimus perducet ad exitum memoratus Venerabilis Frater Georgius Kocherry; qui, re acta, curabit documenta exaranda sincerisque exemplis Congregationi pro Gentium Evangelizatione mittenda. Hanc denique Constitutionem Nostram nunc et in posterum ratam esse volumus, contrariis quibuslibet rebus non obstantibus. Datum Romae, apud S. Petrum, die duodecimo mensis Iunii, anno Domini bis millesimo septimo, Pontificatus Nostri tertio. Tarsicius card. Bertone Secretarius Status Ivan card. Dias Congr. pro Gentium Evang. Praef. Leonardus Erriquenz, Protonot. Apost. Brennus Chestle, Protonot. Apost. Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 63.058 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 588 LITTERAE APOSTOLICAE Venerabili Servae Dei Euphrasiae a Sacro Corde Iesu (in saec.: Rosae Eluvathingal) Beatorum honores decernuntur. BENEDICTUS PP. XVI Ad perpetuam rei memoriam. — « Tabernaculum mobile » ita appellabatur a sororibus Carmelitis cum haud celata veneratione Venerabilis Serva Dei Euphrasia a Sacro Corde Iesu, quae totum otium suum perlibenter sistebat coram Iesu eucharistico in sacello sui Conventus Sanctae Mariae in Ollur, intra fines hodiernae archidioecesis Trichuriensis, in statu civili Kerala in India. Ipsa nata est die XVII mensis Octobris anno MDCCCLXXVII atque baptizata sub nomine Rosae, in memoria sanctae Rosae de Lima. Iam puellula a sua pia matre inducta est ad iter sanctitatis singulari insignitum devotione erga Virginem Mariam, quae apparuit illi tamquam pulcherrima Domina, se declarans non solum Angelorum Reginam in caelis, sed etiam caram omnium hominum Matrem in terra, eamque invitans ut Carmeli claustrum ingrederetur. Novem annos nata, virginitatem suam divino Domino sui cordis consecravit. At primum oratione ac patientia tenacem patris sui Antonii oppositionem superare debuit, viri divitis et iracundi, qui eam veluti venustam sponsam videre cupiebat aureis monilibus adornatam. Huiusmodi oppositio evanuit tantummodo post alterius filiolae inopinatam mortem, quae uti punitio habita est propter repugnantiam divinae voluntati. Admissa ad Institutum Sororum Sanctae Mariae a Monte Carmelo, infirma cum esset valetudine, Rosa tempore novitiatus graviter aegrotavit et expulsionem periclitabatur; attamen ita mirabiliter sanata est, ut Vicarius Apostolicus Trichuriensis, Excellentissimus Dominus Ioannes Menacherry, decreverit eam retinere et ad vota nuncupanda admittere, sub nomine sororis Euphrasiae a Sacro Corde Iesu. Cernens insuper in ea electam animam, eius spiritale moderamen ipse sibi reservare voluit. Euphrasia excelluit Dei amore precibus et oblationibus, proximique amore alacrem adhibens curam de minimis etiam aliorum necessitatibus. Spiritalem laetitiam, quam in sua intima cum Deo necessitudine experiebatur, aliis subridens communicabat. Acta Benedicti Pp. XVI 589 Plurimis in epistulis, quas obtemperans patri spirituali scripserat, veluti conscientiae manifestationem, Euphrasia non solum puram suam detexit animam, sed etiam alta adepta est sanctitatis fastigia. Ex iis — ab Episcopo servatis, etiamsi illa eum suppliciter rogaverat eas deleri statim post lecturam — plane patet quod non deficerent ei tentationes atrocesque diabolicae vexationes, compensatae tamen caelestibus solaciis uti Virginis Mariae atque Sacri Cordis Iesu apparitionibus; et quibusdam diebus, cum Sancta Missa non celebrabatur, ipse Dominus praebebat ei sanctam Communionem. Euphrasia narrat se a Divino Sponso anulum recepisse mystici sponsalicii. Novitiarum magistra electa, huiusmodi officium maximo conscientiae sensu absolvit, ac similiter inde materna sollicitudine officium moderatricis Conventus S. Mariae in urbe Ollurensi. Intendebat omnibus etiam minimis necessitatibus sororum, praesertim aegrotantium et seniorum, procurans iis cibum specialem, dum ipsa semel in die manducabat, non solum carnem vitans, sed etiam ova et lac. Preces et oblationes offerebat pro purgatorii animabus, quae — sicut scripserat patri spirituali — apparebant ei auxilium petiturae vel gratias ipsi reddentes pro valido suffragio. Cum Christo coniuncta in passionis mysterio, acerbas patiebatur macerationes sese flagellans portansque circum lumbos catenam spinarum. Pro cunctis minimis adiutoriis sinceram expromebat gratitudinem dicens: « Numquam hoc obliviscar, nec post mortem ». Porro latere cupiens, Euphrasia sese auferre non potuit a conspectu aliorum, qui eam « Sanctam conventus » appellabant. Eamque videntes immersam in orationem, in manibus tenentem sanctum rosarium, homines vocabant eam simpliciter « Orantem ». Ob continuam eius praesentiam coram Iesu in Eucharistia, sodales indiderunt ei cognomen « Tabernaculum mobile ». Post eius mortem, quae, consumptis vitae viribus, in diem XXIX mensis Augusti anno MCMLII incidit, cum LXXV aetatis ageret annum, mater Euphrasia, suae promissioni fidelis, non est oblita suos caros fideles, qui plurima proclamabant auxilia caelestia sibi collata post admotas illi preces. Augescente eius fama miraculorum et sanctitatis, Iosephus Kundukulam, Episcopus Trichuriensis, anno MCMLXXXVIII beatificationis et canonizationis Causam incohavit. Rite actis omnibus iure praescriptis, coram Venerabili Decessore Nostro, Servo Dei Ioanne Paulo II, die V mensis Iulii anno MMII promulgatum est Decretum super virtutibus theologalibus, cardinalibus iisque adnexis a Venerabili Serva Dei heroico in gradu exercitis. Nos autem Ipsi comprobavimus per Decretum diei XXVI mensis Iunii anni MMVI miracu- 590 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale lum eiusdem intercessioni adscriptum. Demum illam beatae titulo honestandam Nos decrevimus atque statuimus ut ritus beatificationis Ollurensi in urbe ageretur die III mensis Decembris hoc anno MMVI. Hodie igitur, sicut statuimus, Olluri de mandato Nostro Sua Beatitudo Varkey S.E.R. Cardinalis Vithayathil, Archiepiscopus Maior Ecclesiae Syro-Malabarensis, textum Litterarum Apostolicarum legit, quibus Nos Venerabilem Servam Dei Euphrasiam a Sacro Corde Iesu (in saeculo Rosam Eluvathingal) in Beatorum numerum adscribimus: Nos, vota Fratris Nostri Iacobi Thoomkuzhy, Archiepiscopi Trichuriensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopato multorumque christifidelium explentes, de Congregationis de Causis Sanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabilis Serva Dei Euphrasia a Sacro Corde Iesu, in saeculo Rosa Eluvathingal, virgo, sodalis Instituti Sororum Sanctae Mariae a Monte Carmelo, quae totam vitam suam egit in incessanti oratione coram Domino ut proximo subridentem vultum et Dei amorem ostenderet, Beatae nomine in posterum appelletur, eiusque festum die undetricesima Augusti, qua in caelum orta est, in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen. Sollemnis hic ritus conclusus est publica adoratione Sanctissimi Sacramenti, expositi in ostensorio a Nobis illuc misso ut porro exaltetur fidelibusque proponatur fulgidum exemplum huius Beatae dictae « Tabernaculum mobile », persuasum omnino habentes nostris praecipue temporibus, quibus urgens necessitas novae evangelizationis incumbit, huiusmodi hominum eucharisticam colentium sinceram devotionem exempla testimoniaque maximi esse momenti ad hoc sanctissimum caritatis Sacramentum usque magis aestimandum, venerandum et amandum. Haec vero quae hic statuimus firma in posterum esse volumus, contrariis quibuslibet rebus minime obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die sis Decembris, anno MMVI, Pontificatus Nostri secundo. III men- De mandato Summi Pontificis Tarsicius card. Bertone Secretarius Status Loco e Plumbi In Secret. Status tab., n. 54.029 Acta Benedicti Pp. XVI 591 CHIROGRAPHUS Venerabili Fratri S.R.E. Cardinali Tarsicio Bertone, S.D.B., Titulo Sanctae Mariae Auxiliatricis in via Tusculana. Quoniam Venerabilis Frater Noster Eduardus Cardinalis Martı́nez Somalo nuperrime e munere Camerarii Sanctae Romanae Ecclesiae discessit, quod plures per annos sedulo est exsecutus, nominandus est profecto Purpuratus Pater, qui in eius locum sufficiatur. Hac de causa mentem ad te convertimus, qui in Apostolicae Sedis ministeriis es versatus. Quapropter hisce te Litteris Nostraque Auctoritate Camerarium Sanctae Romanae Ecclesiae eligimus, facimus, renuntiamus. Tibi ideo, Venerabilis Frater Noster, omnia et singula concedimus iura, facultates, privilegia, praerogativas, quae huius muneris sunt propria. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die IV mensis Aprilis, anno MMVII, Pontificatus Nostri secundo. BENEDICTUS PP. XVI DECLARATIO COMMUNIS inter Summum Pontificem Benedictum XVI et Chrysostomum II, Archiepiscopum Novae Iustinianae totiusque Cypri. « Benedetto sia Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti in Cristo dall’alto dei cieli con ogni specie di benedizioni spirituali ».1 1. Noi, Benedetto XVI, Papa e Vescovo di Roma, e Chrysostomos II, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro, con gioia rendiamo grazie a Dio per questo incontro fraterno, nella comune fede in Cristo risorto, pieni di speranza per l’avvenire delle relazioni fra le nostre Chiese. Questa visita ci ha permesso di constatare come siano cresciute tali relazioni, sia a livello 1 Ef 1, 3. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 592 locale, sia nell’ambito del dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. A questo dialogo la delegazione della Chiesa di Cipro ha sempre recato un apporto positivo, ospitando, tra l’altro, nel 1983 il Comitato di Coordinamento della Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico, in modo che i Membri cattolici e ortodossi, oltre a svolgere l’impegnativo lavoro preparatorio, potessero visitare e ammirare le grandi ricchezze artistiche e spirituali della Chiesa di Cipro. 2. Nella felice circostanza del nostro fraterno incontro presso le tombe dei Santi Pietro e Paolo, i corifei degli Apostoli come indica la tradizione liturgica, vogliamo dichiarare di comune accordo la nostra sincera e ferma disposizione, in obbedienza alla volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, ad intensificare la ricerca della piena unità tra tutti i cristiani, attivando ogni sforzo a noi possibile e considerato utile alla vita delle nostre Comunità. Desideriamo che i fedeli cattolici ed ortodossi di Cipro vivano fraternamente e nella piena solidarietà fondata sulla comune fede nel Cristo risorto. Vogliamo inoltre sostenere e promuovere il dialogo teologico, che attraverso la competente Commissione Internazionale si appresta ad affrontare le questioni più ardue che hanno segnato la vicenda storica della divisione. È necessario raggiungere un sostanziale accordo per la piena comunione nella fede, nella vita sacramentale e nell’esercizio del ministero pastorale. A questo scopo assicuriamo la nostra fervente preghiera di Pastori nella Chiesa e chiediamo ai nostri fedeli di unirsi a noi in una corale invocazione « che tutti siano uno, affinché il mondo creda ».2 3. Nel nostro incontro abbiamo considerato le contingenze storiche in cui vivono le nostre Chiese. In particolare, abbiamo esaminato la situazione di divisione e di tensioni che caratterizzano da oltre un trentennio l’Isola di Cipro, con i tragici problemi quotidiani che intaccano anche la vita delle nostre comunità e delle singole famiglie. Abbiamo considerato, più ampiamente, la situazione del Medio Oriente, dove la guerra e i contrasti tra i popoli rischiano di estendersi con disastrose conseguenze. Abbiamo invocato la pace « che viene dall’alto ». Le nostre Chiese intendono svolgere un ruolo di pacificazione nella giustizia e nella solidarietà e, affinché tutto ciò si realizzi, è nostro desiderio promuovere le fraterne relazioni fra tutti i cristiani ed un leale dialogo tra le diverse religioni presenti e operanti nella Regione. La fede nell’unico Dio aiuti gli uomini di queste antiche ed illustri terre a ritrovare 2 Gv 17, 21. Acta Benedicti Pp. XVI 593 una convivenza amichevole, nel rispetto reciproco ed in una collaborazione costruttiva. 4. Rivolgiamo, pertanto, questo appello a tutti quelli che, ovunque, nel mondo, alzano la mano contro i propri fratelli, esortandoli con fermezza a deporre le armi e ad operare perché siano sanate le ferite causate dalla guerra. Li invitiamo, inoltre, ad adoperarsi affinché i diritti umani siano difesi sempre, in ogni Nazione: il rispetto dell’uomo, immagine di Dio, è, infatti, per tutti un dovere fondamentale. Cosı̀ pure, fra i diritti umani da tutelare, va annoverato come primario quello della libertà di religione. Non rispettarlo costituisce una gravissima offesa alla dignità dell’uomo, che viene colpito nell’intimo del cuore dove abita Dio. E cosı̀ profanare, distruggere e saccheggiare i luoghi di culto di qualsiasi religione, rappresenta un atto contro l’umanità e la civiltà dei popoli. 5. Non abbiamo mancato di riflettere su una nuova opportunità che si apre per un più intenso contatto ed una più concreta collaborazione fra le nostre Chiese. Avanza, infatti, la costruzione dell’Unione Europea, e cattolici e ortodossi sono chiamati a contribuire a creare un clima di amicizia e di cooperazione. In un tempo di crescente secolarizzazione e di relativismo, cattolici e ortodossi in Europa sono chiamati a offrire una rinnovata testimonianza comune sui valori etici pronti sempre a dare ragione della loro fede in Gesù Cristo Signore e Salvatore. L’Unione Europea, che non potrà limitarsi a una cooperazione meramente economica, necessita di solide basi culturali, di condivisi riferimenti etici e di apertura alla dimensione religiosa. Occorre vivificare le radici cristiane dell’Europa, che hanno reso grande la sua civiltà nei secoli, e riconoscere che la tradizione cristiana occidentale e quella orientale hanno, in questo senso, un compito comune importante da svolgere. 6. Nel nostro incontro quindi abbiamo considerato il lungo cammino storico delle nostre Chiese e la grande tradizione che, partendo dall’annuncio dei primi discepoli giunti a Cipro da Gerusalemme, dopo la persecuzione contro Stefano e ripercorrendo il viaggio di Paolo dalle coste di Cipro a Roma, come ci narrano gli Atti degli Apostoli,3 giunge fino ai giorni nostri. Il ricco patrimonio di fede e la solida tradizione cristiana delle nostre terre, devono spingere cattolici ed ortodossi ad un rinnovato slancio nell’annunciare il Vangelo 3 Cfr At 11, 19; 27, 4ss. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 594 al nostro tempo, per essere fedeli alla nostra vocazione cristiana e nel rispondere alle esigenze del mondo d’oggi. 7. Seria preoccupazione suscita il modo in cui vengono affrontate le questioni concernenti la bioetica. C’è infatti il rischio che certe tecniche applicate alla genetica, intenzionalmente concepite per sopperire a legittime necessità, vadano di fatto ad intaccare la dignità dell’uomo, creato ad immagine di Dio. Lo sfruttamento dell’essere umano, le sperimentazioni abusive, gli esperimenti di una genetica che non rispetta i valori etici arrecano offesa alla vita, attentano all’incolumità e alla dignità di ogni persona umana e non possono né devono essere giustificati o permessi in nessun momento della sua esistenza. 8. Al tempo stesso, queste considerazioni etiche e la condivisa preoccupazione per la vita umana ci conducono a invitare quelle Nazioni, che, con la grazia di Dio hanno conseguito significativi progressi nel campo dell’economia e della tecnologia, a non dimenticare i loro fratelli che abitano nei Paesi colpiti dalla povertà, dalla fame e dalle malattie. Invitiamo, pertanto, i responsabili delle Nazioni a favorire e promuovere una giusta ripartizione delle risorse della terra, in spirito di solidarietà con i poveri e con tutti gli indigenti del mondo. 9. Altrettanto concordi si sono rivelate le nostre preoccupazioni per il rischio della distruzione del creato. L’uomo l’ha ricevuto perché con esso possa realizzare il disegno di Dio. Erigendo, però, se stesso a centro dell’universo, dimenticando il mandato del Creatore e chiudendosi in un’egoistica ricerca del proprio benessere, l’essere umano ha gestito l’ambiente in cui vive operando scelte che mettono a rischio la sua stessa esistenza, mentre esso esige rispetto e tutela da parte di tutti quelli che l’abitano. 10. Insieme rivolgiamo la nostra preghiera al Signore della storia, perché rafforzi la testimonianza delle nostre Chiese affinché l’annuncio di salvezza del Vangelo raggiunga le nuove generazioni e sia luce per tutti gli uomini. A questo scopo affidiamo i nostri desideri e i nostri impegni alla Theotokos, alla Madre di Dio Odigitria, che indica la via verso il Signore Nostro Gesù Cristo. Dal Vaticano, 16 giugno 2007. CHRYSOSTOMOS II BENEDICTUS XVI Acta Secretariae Status 595 SECRETARIA STATUS CONVENTIO INTER APOSTOLICAM SEDEM ET LIBERAM CIVITATEM BAVARIAE ZUSATZPROTOKOLL zum Bayerischen Konkordat vom 29. März 1924, PROTOCOLLO ADDIZIONALE al Concordato con la Baviera del 29 marzo 1924, zuletzt geändert durch den Vertrag vom 8. Juni 1988 modificato da ultimo con l’Accordo dell’8 giugno 1988 Veranlasst durch den zahlenmäßigen Rückgang von Theologiestudenten im Diplom-Studiengang und von Studierenden für das Fach Katholische Religionslehre an einigen Theologischen Fakultäten und Bildungsstätten Bayerns, der zu einem Missverhältnis zwischen der Zahl der Lehrenden und der Studierenden geführt hat, A motivo della diminuzione numerica degli studenti di teologia nel curricolo degli studi per il diploma e degli studenti della disciplina Religione Cattolica in alcune Facoltà Teologiche e Centri di istruzione della Baviera, che ha condotto a una sproporzione tra il numero dei docenti e quello degli studenti, getragen von der gemeinsamen Sorge, die katholische Theologie in der bayerischen Universitätslandschaft und im Gesamt der hier betriebenen Wissenschaften nicht nur zu erhalten, sondern durch Konzentration zu stärken und zu fördern, con il sostegno della comune sollecitudine non soltanto di mantenere la teologia cattolica nello scenario delle Università bavaresi e nel complesso delle scienze ivi coltivate, ma anche di rafforzarla e di promuoverla attraverso un processo di concentrazione, im Einvernehmen, das zwischen dem Heiligen Stuhl und dem Freistaat Bayern bestehende Konkordat unangetastet fortbestehen zu lassen, nella volontà congiunta di far durare intatto il Concordato, vigente fra la Santa Sede e lo Stato Libero di Baviera, 596 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale zugleich mit der Bereitschaft, bei eventuell sich ergebenden Fragen und Problemen im Geist von Art. 15 § 1 des Konkordates gemeinsam eine freundschaftliche Lösung herbeizuführen, unitamente alla disponibilità, in caso di questioni o di problemi che eventualmente emergano, a comporre insieme una soluzione amichevole nello spirito dell’articolo 15, § 1, del Concordato, wird zwischen dem Heiligen Stuhl, viene, tra la Santa Sede, vertreten durch dessen Bevollmächtigten, den Apostolischen Nuntius in Deutschland, Dr. Erwin Josef Ender, Titularerzbischof von Germania in Numidien, und dem Freistaat Bayern, rappresentata dal suo Plenipotenziario, il Nunzio Apostolico in Germania, Mons. Dott. Erwin Josef Ender, Arcivescovo titolare di Germania di Numidia, e lo Stato Libero di Baviera, vertreten durch den Ministerpräsidenten, Dr. Edmund Stoiber, nachstehendes Zusatzprotokoll zu Art. 3 §§ 1 und 4 und Art. 4 § 1 des Konkordates vereinbart: rappresentato dal Ministro-Presidente, Dott. Edmund Stoiber, pattuito il seguente Protocollo Addizionale all’articolo 3, §§ 1 e 4, e all’articolo 4, § 1, del Concordato: (1) - Der Heilige Stuhl und der Freistaat Bayern stimmen darin überein, dass für die katholischtheologischen Fachbereiche (Fakultäten) der Universitäten Bamberg und Passau die Verpflichtung des Freistaates Bayern gemäß Art. 4 § 1, in der Lehre auch den Bedürfnissen des priesterlichen Berufes Rechnung zu tragen und einen DiplomStudiengang in Fachtheologie einzurichten, sowie die Verpflichtung des Freistaates Bayern gemäß Art. 4 § 2 zur Erbringung des Lehrangebotes für das vertiefte Studium katholische Religionslehre für den (1) - La Santa Sede e lo Stato Libero di Baviera sono d’accordo che per i Dipartimenti (Facoltà) di Teologia Cattolica delle Università di Bamberga e di Passavia rimangono quiescenti, per lo spazio di tempo di quindici anni dall’entrata in vigore del presente accordo, tanto l’obbligo dello Stato Libero di Baviera, secondo l’articolo 4, § 1, di corrispondere – nell’insegnamento – anche alle esigenze dei candidati allo stato sacerdotale e di istituire un curricolo degli studi per il diploma in teologia, quanto l’obbligo dello Stato Libero di Baviera, secondo Acta Secretariae Status Zeitraum von fünfzehn Jahren ab Inkrafttreten dieses Vertrages ruhen. Während dieser Zeit bestehen beide Einrichtungen als Institute für katholische Theologie fort; ihr Status als Theologische Fakultät ruht. Spätestens drei Jahre vor Ablauf dieser Frist muss über das weitere ,,Ruhen‘‘ erneut zwischen den Vertragspartnern gemäß den konkordatsrechtlichen Maßgaben verhandelt werden.1 597 l’articolo 4, § 2, di fornire l’insegnamento per lo studio approfondito della Religione Cattolica. Durante tale periodo, entrambe le istituzioni continuano ad esistere come Istituti di Teologia Cattolica; il loro stato di Facoltà Teologica rimane quiescente. Al più tardi tre anni prima della scadenza di tale termine, si deve nuovamente venire ad un negoziato fra le Parti contraenti, secondo le prescrizioni del diritto concordatario, circa l’ulteriore « quiescenza ».1 (2) - Unter Wahrung der beamtenrechtlichen Vorgaben kann die Zahl der Lehrstühle an den katholisch-theologischen Fachbereichen (Fakultäten) der Universitäten Bamberg und Passau während der Zeit des ,,Ruhens‘‘ auf fünf gekürzt werden. Die verbleibenden Lehrstühle müssen sowohl den Erfordernissen gemäß Art. 4 § 2 als auch den Bedürfnissen anderer seelsorgerischer Dienste im Sinn des Art. 4 § 1 bzw. den Schwerpunktsetzungen der Institute genügen. Art. 3 §§ 2 und 3 bleiben gültig.2 (2) - Salve restando le disposizioni della normativa sul pubblico impiego, il numero delle cattedre nei Dipartimenti (Facoltà) di Teologia Cattolica delle Università di Bamberga e di Passavia può essere ridotto a cinque durante il tempo della « quiescenza ». I posti di professore, che permangono, devono soddisfare tanto le esigenze di cui all’articolo 4, § 2, quanto le necessità di altri ministeri pastorali ai sensi dell’articolo 4, § 1, o rispettivamente gli indirizzi particolari degli Istituti. L’articolo 3, §§ 2 e 3, rimane valido.2 (3) - Von der Besetzung und Vorbehaltung der Lehrstühle gemäß Art. 3 § 4 an den Universitäten Erlangen-Nürnberg und Bayreuth wird für die in Absatz 1 vereinbarte Zeit des ,,Ruhens‘‘ ab- (3) - Per il periodo della « quiescenza », concordato nel comma 1, si prescinde dall’effettuare le nomine e dal mantenere disponibili le cattedre di cui all’articolo 3, § 4, nelle Università di Erlangen-Norimberga 598 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale gesehen. Sollte dort sich vorzeitig ein erhöhter Bedarf nach einem Lehrangebot zur Ausbildung von Religionslehrern ergeben, wird der Freistaat in Absprache mit dem Heiligen Stuhl dieser Nachfrage entsprechen.3 e di Bayreuth. Qualora vi emergesse in anticipo un accresciuto bisogno di un insegnamento per la formazione degli insegnanti di religione, lo Stato Libero corrisponderà a tale domanda mettendosi d’accordo con la Santa Sede.3 (4) - Die Universitäten Bamberg und Passau können auf Vorschlag der Institute und aufgrund entsprechender Studien- und Prüfungsordnungen, die von beiden Vertragspartnern anerkannt bzw. genehmigt sind, Graduierungen im Bereich anderer seelsorgerischer Dienste im Sinne des Art. 4 § 1 und im Bereich ihrer Schwerpunktsetzung verleihen. Künftige Graduierungen im Bereich der Lehrerbildung gemäß Art. 4 § 2 richten sich nach jenen an den anderen bayerischen Lehrerbildungsstätten im Sinne der Art. 3 § 1 und Art. 4 § 2. Staatlich und kanonisch gültige akademische Grade in Fachtheologie (z.B. Dipl. theol.; Lic. theol.; Dr. theol.) können jedoch nicht verliehen werden. (4) - Su proposta degli Istituti e in base a relativi ordinamenti degli studi e degli esami che sono riconosciuti od autorizzati da entrambe le Parti contraenti, le Università di Bamberga e di Passavia possono conferire gradi accademici nell’ambito di altri ministeri pastorali ai sensi dell’articolo 4, § 1, e nell’ambito del proprio indirizzo particolare. I futuri conferimenti di gradi accademici nell’ambito della formazione degli insegnanti a norma dell’articolo 4, § 2, avvengono in conformità a quelli negli altri Centri bavaresi di formazione degli insegnanti, secondo gli articoli 3, § 1, e 4, § 2. Tuttavia non possono essere conferiti gradi accademici in teologia, validi negli ambiti statale e canonico (ad esempio, diploma in teologia, licenza in teologia, dottorato in teologia). (5) - Für die katholisch-theologischen Fachbereiche (Fakultäten) der Universitäten Augsburg, München (Ludwig-Maximilians-Universität), Regensburg und Würzburg bleibt die vereinbarte zahlenmäßige (5) - Per i Dipartimenti (Facoltà) di Teologia Cattolica delle Università di Augusta, Monaco (Ludwig-Maximilians-Universität), Ratisbona e Würzburg si mantiene la concordata dotazione numerica di Acta Secretariae Status 599 Ausstattung mit Lehrstühlen/Professuren für Philosophie und Theologie – ohne zahlenmäßige Einbeziehung der Lehrstühle gemäß Art. 3 § 5 – erhalten.4 cattedre/posti di professore per la filosofia e per la teologia, senza includere in tale numero le cattedre di cui all’articolo 3, § 5.4 (6) - Für derzeit im Diplom-Studiengang immatrikulierte Studierende, für Doktoranden und gegebenenfalls Lizentianden der katholisch-theologischen Fachbereiche (Fakultäten) in Bamberg und Passau sind zwischen (Erz-) Diözese und Universität bzw. zuständigem Staatsministerium Übergangsregelungen zu vereinbaren. Die Umsetzung von Professoren, deren Fach während der Zeit des ,,Ruhens‘‘ der Fakultäten an den beiden Instituten nicht vertreten ist, auf Lehrstühle/Professuren anderer Fakultäten in Bayern oder, soweit aufgrund der fachlichen Qualifikation möglich, innerhalb der beiden Institute geschieht nach Maßgabe der beamtenrechtlichen Vorschriften und unbeschadet der bei Berufungen an katholisch-theologischen Fakultäten geltenden staatskirchenrechtlichen Regelungen. (6) - Tra l’(Arci)diocesi e l’Università o il competente Ministero devono essere concordate regolamentazioni transitorie per gli studenti attualmente iscritti al curricolo degli studi per il diploma, per i laureandi ed eventualmente per i licenziandi dei Dipartimenti (Facoltà) di Teologia Cattolica a Bamberga e a Passavia. Lo spostamento di professori, la cui disciplina manchi in entrambi gli Istituti durante il periodo della « quiescenza » delle Facoltà, a cattedre/posti di professore di altre Facoltà nella Baviera oppure, per quanto possibile in base alla qualificazione specialistica, all’interno dei due Istituti, avviene a norma delle prescrizioni del diritto sul pubblico impiego e senza pregiudizio delle regolamentazioni del diritto ecclesiastico, vigenti nelle Facoltà di Teologia Cattolica per quanto riguarda le chiamate. (7) - Dieses Zusatzprotokoll zum Bayerischen Konkordat, einschließlich der Anmerkungen, die Bestandteil des Vertrages sind, ist im deutschen und italienischen Text gleichermaßen verbindlich. Es bedarf der Ratifikation und tritt am Tag nach dem Austausch der Rati- (7) - Il presente Protocollo Addizionale al Concordato con la Baviera, incluse le Annotazioni che sono parte costitutiva dell’accordo, fa ugualmente fede nei testi italiano e tedesco. Esso necessita di ratifica ed entra in vigore il giorno successivo allo scambio degli strumenti di Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 600 fikationsurkunden in Kraft. Die Umsetzung erfolgt im gegenseitigen Einvernehmen zum je nächstmöglichen Zeitpunkt nach Inkrafttreten des Vertrages. ratifica. L’applicazione avviene di comune intesa al primo momento possibile, per ciascuna delle due Parti, dopo l’entrata in vigore dell’accordo. München, den 19. Januar 2007 Monaco, il 19 gennaio 2007 Für den Heiligen Stuhl c Erwin Josef Ender Erzbischof Dr. Erwin Josef Ender Apostolischer Nuntius in Deutschland Für den Freistaat Bayern Edmund Stoiber Dr. Edmund Stoiber Ministerpräsident ANMERKUNGEN ANNOTAZIONI 1. Zu Absatz (1): 1. In relazione al comma (1): a) Die weitgehende Eigenständigkeit der Institute und auch ihre Einbindung in die akademische Gemeinschaft der Universität soll sicher gestellt werden. Über die Errichtung nach bayerischem Hochschulrecht und die rechtliche Einbindung der Institute in die Universität, insbesondere auch über deren Graduierungsrechte (vgl. Absatz 4), sind unbeschadet etwaiger Mitwirkungsrechte der Kirche aufgrund staatskirchenrechtlicher Vorgaben jeweils gesonderte Regelungen vor Ort zu treffen. a) Devono essere garantiti l’ampia autonomia degli Istituti e anche il loro inserimento nella comunità accademica dell’Università. Circa l’erezione secondo il diritto universitario bavarese e circa l’inserimento giuridico degli Istituti nell’Università, specialmente anche circa i loro diritti di conferire gradi accademici (cfr. comma 4), sono da adottare di volta in volta regolamentazioni a parte in loco, senza pregiudizio di eventuali diritti di concorso della Chiesa sulla base di disposizioni del diritto ecclesiastico. Acta Secretariae Status 601 b) Die Vorschlagslisten für die Besetzung der Professuren werden für die Universität Bamberg von der katholisch-theologischen Fakultät der Universität Würzburg und für die Universität Passau von der katholisch-theologischen Fakultät der Universität Regensburg erstellt. Die Professoren der jeweiligen Institute sind Mitglieder der Berufungskommission. Die Rechte gemäß Art. 3 §§ 2 und 3 des Konkordates nimmt der für das jeweilige Institut zuständige Diözesanbischof wahr. b) Le liste dei candidati per la nomina ai posti di professore vengono compilate per l’Università di Bamberga dalla Facoltà di Teologia Cattolica dell’Università di Würzburg e per l’Università di Passavia dalla Facoltà di Teologia Cattolica dell’Università di Ratisbona. I professori dei rispettivi Istituti sono membri della commissione per la chiamata. Il Vescovo Diocesano, competente per il rispettivo Istituto, esercita i diritti di cui all’articolo 3, §§ 2 e 3, del Concordato. 2. Zu Absatz (2): 2. In relazione al comma (2): Für beide Institute wird eine Mindestausstattung mit fünf Professuren (mindestens in W2, mehrheitlich in W3) gewährleistet, so dass fachlich der Religionslehrerausbildung für die Bereiche Grund-, Haupt-, Real- und Berufsschule sowie Gymnasium und der jeweiligen Schwerpunktsetzung (in Passau derzeit ,,Caritaswissenschaften‘‘) Genüge getan wird. Die Lehrerausbildung erfordert Professuren in Bibelwissenschaft, Dogmatik, Kirchengeschichte und Religionspädagogik/ Didaktik des Religionsunterrichts; diejenige für Gymnasiallehrer ist entsprechend zu ergänzen. Per entrambi gli Istituti è garantita una dotazione minima di cinque posti di professore (per lo meno nel livello W2, per la maggior parte in W3), in modo tale che sotto l’aspetto delle discipline si soddisfi alla formazione degli insegnanti di religione per gli ambiti della scuola elementare, medio-superiore, media formativa a carattere tecnico, e professionale nonché liceale (propriamente Grund-, Haupt-, Realund Berufsschule sowie Gymnasium) e al rispettivo indirizzo particolare (a Passavia attualmente le « Scienze della Caritas »). La formazione degli insegnanti richiede posti di professore in Scienze Bibliche, Dogmatica, Storia della Chiesa e Pedagogia della Religione/Didattica dell’Insegnamento della Religione; quella per insegnanti liceali dovrà essere completata in maniera adeguata. 602 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 3. Zu Absatz (3): 3. In relazione al comma (3): Dies kann auch durch eine Erhöhung des Lehrangebots in Bamberg und den Einsatz von Bamberger Dozenten in Erlangen-Nürnberg und/ oder Bayreuth geschehen. Ciò può avvenire anche attraverso un aumento dell’insegnamento a Bamberga e l’impiego di docenti di Bamberga ad ErlangenNorimberga e/o a Bayreuth. 4. Zu Absatz (5): 4. In relazione al comma (5): a) An allen vier Fakultäten ist durch den Freistaat Bayern die von der kirchlichen Norm für alle Pflichtfächer an theologischen Fakultäten vorgesehene notwendige Mindestzahl von einer philosophischen und zwölf theologischen Professuren bzw. Lehrstühlen zu sichern. Unbeschadet der Professur für die Lehre der Philosophie sind demnach vereinbart: für München 16 theologische (eingeschlossen kanonistische) Professuren bzw. Lehrstühle (davon mindestens 12 in W3; die übrigen in W2), für Würzburg 14 (davon mindestens 11 in W3; die übrigen in W2), für Regensburg 12 (davon mindestens 7 in W3; die übrigen in W2), für Augsburg 12 (davon mindestens 6 in W3: im Zusammenhang mit einer philosophischen Schwerpunktbildung an der Universität kann eine der theologischen Professuren auch durch einen Philosophen besetzt werden). a) In tutte le quattro Facoltà si deve assicurare, da parte dello Stato Libero di Baviera, il numero minimo necessario, previsto dalla norma ecclesiastica per tutte le discipline obbligatorie nelle Facoltà Teologiche, di un posto di professore o una cattedra di filosofı̀a e di dodici di teologia. Senza pregiudizio del posto di professore per l’insegnamento della filosofia, sono perciò concordate: per Monaco 16 posti di professore o cattedre di teologia, inclusi quelli per il diritto canonico (di essi almeno 12 nel livello W3, i rimanenti in W2), per Würzburg 14 (di essi almeno 11 in W3, i rimanenti in W2), per Ratisbona 12 (di essi almeno 7 in W3, i rimanenti in W2), per Augusta 12 (di essi almeno 6 in W3; in relazione con un particolare indirizzo formativo filosofico nell’Università, uno dei posti di professore di teologia può essere ricoperto anche da un docente di filosofia). b) Wenn ausnahmsweise die Lehre der Philosophie an einer der Fakultäten durch den philosophischen Lehrstuhl gemäß Art. 3 § 5 zu leisten ist, kommt dem Diözesanbischof die Regelung aus Art. 3 § 3 des Konkordates analog zugute. Danach kann bei Beanstan- b) Qualora in via eccezionale l’insegnamento della filosofia in una delle Facoltà sia da effettuare attraverso una cattedra di filosofia a norma dell’articolo 3, § 5, torna analogamente a benefı̀cio del Vescovo Diocesano la regolamentazione di cui all’articolo 3, § 3, del Concor- Acta Secretariae Status dungen gegenüber dem Staat eine Lehrtätigkeit des Inhabers des Philosophielehrstuhls gemäß Art. 3 § 5 im Rahmen der theologischen Ausbildung ausgeschlossen werden. Der Staat sorgt in einem solchen Fall für einen entsprechenden Ersatz. München, den 19. Januar 2007 603 dato. In conformità di ciò, nei casi di contestazione di fronte allo Stato può essere esclusa un’attività di insegnamento del titolare della cattedra di filosofia a norma dell’articolo 3, § 5, nel quadro della formazione teologica. In un caso del genere, lo Stato provvede a un’adeguata sostituzione. Monaco, il 19 gennaio 2007 Für den Heiligen Stuhl c Erwin Josef Ender Erzbischof Dr. Erwin Josef Ender Apostolischer Nuntius in Deutschland Für den Freistaat Bayern Edmund Stoiber Dr. Edmund Stoiber Ministerpräsident Instrumenta ratihabitionis Conventionis inter Apostolicam Sedem et Liberam Civitatem Bavariae constitutae, accepta et reddita mutuo fuerunt Berolini in urbe die VIII mensis Iunii anno MMVII. Quae quidem Conventio insequenti die ipsius mensis Iunii vigere coepit ad normam commatis septimi eiusdem Pactionis. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 604 CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI Responsa ad quaestiones de aliquibus sententiis ad doctrinam de Ecclesia pertinentibus INTRODUCTIO Ad catholicam profundius intellegendam ecclesiologiam nemo ignorat quantum Oecumenica Vaticana Synodus II contulerit, sive per dogmaticam Constitutionem Lumen gentium, sive per Decreta de Oecumenismo (Unitatis redintegratio) atque Orientalibus de Catholicis Ecclesiis (Orientalium Ecclesiarum). Ad hoc Romani autem Pontifices peropportune rem aestimaverunt penitus indagari, praesertim quod ad praxim recte dirigendam spectat: exinde Litterae Encyclicae Ecclesiam suam Pauli PP. VI (1964), necnon Ut unum sint (1995) Ioannis Pauli PP. II. Multiplices ecclesiologiae facies ad profundius investigandas, minime consectaneum theologorum defuit officium, quod locum vero praebuit ut tempestive locupletissima studia florescerent. Sed si thema certo certius ferax evasit, nihilominus necessariis curis explanationibusque indiguit: quod evenit per Declarationem Mysterium Ecclesiae (1973), per Epistulam Ecclesiae Catholicae Episcopis Communionis notio (1992), per Declarationem Dominus Iesus (2000): documenta quae omnia a Congregatione pro Doctrina Fidei promulgata sunt. Huiusmodi argumenti structuralis complexitas et quidem multarum propositionum novitas inintermisse excitant theologica studia haud semper immunia a deviationibus dubia incitantibus, quae haec Congregatio diligenti perscrutavit cura. Quamobrem — clarescente sub lumine integrae ac universae doctrinae circa Ecclesiam — mens est huius Congregationis necte firmare germanam significationem nonnullarum sententiarum ecclesiologicarum Ma- Congregatio pro Doctrina Fidei 605 gisterii, ne sana theologica disputatio interdum erroribus — ambiguitatis causa — offendatur. 1. Quaeritur: Utrum Concilium Oecumenicum Vaticanum II mutaverit praecedentem doctrinam de Ecclesia? Respondetur: Noluit mutare, at evolvere, profundius intellegere et fecundius exponere voluit, nec eam mutavisse dicendum est. Quod Ioannes XXIII incipiente Concilio dilucide affirmavit.1 Quod Paulus VI repetivit 2 et in promulgatione Constitutionis Lumen gentium sic expressit: « Huius vero promulgationis potissimum commentarium illud esse videtur, quod per eam doctrina tradita nullo modo immutata est. Quod Christus voluit, id ipsum nosmetipsi volumus. Quod erat, permansit. Quae volventibus saeculis Ecclesia docuit, eadem et nos docemus. Tantummodo, id quod antea solum vitae actione continebatur, nunc aperta etiam doctrina exprimitur; quod usque adhuc considerationi, disputationi, atque ex parte etiam controversiis obnoxium erat, in certam doctrinae formulam nunc redactum est ».3 Eandem intentionem episcopi iterum iterumque manifestaverunt et consecuti sunt.4 1 Ioannes XXIII, Allocutio 11. Oct. 1962: « ... Concilium... integram, non imminutam, non detortam tradere vult doctrinam Catholicam... Verumtamen in praesenti oportet ut universa doctrina Christiana, nulla parte inde detracta, his temporibus nostris ab omnibus accipiatur novo studio, mentibus serenis atque pacatis... Oportet ut, quemadmodum cuncti sinceri rei christianae, catholicae, apostolicae fautores vehementer exoptant, eadem doctrina amplius et altius cognoscatur ...Oportet ut haec doctrina certa et immutabilis, cui fidele obsequium est praestandum, ea ratione pervestigetur et exponatur, quam tempora postulant nostra. Est enim aliud ipsum depositum fidei, seu veritates, quae veneranda doctrina nostra continentur, aliud modus, quo eaedem enuntiantur, eodem tamen sensu eademque sententia »: AAS 54 [1962] 791; 792. 2 Cfr Paulus VI, Allocutio 29. Sept. 1963: AAS 55 [1963] 847-852. 3 Paulus VI, Allocutio 21. Nov. 1964: AAS 56 [1964] 1009-1010. 4 Sacra Synodus exprimere voluit identitatem Ecclesiae Christi et Ecclesiae Catholicae. Quod invenitur in disceptationibus de Decreto Unitatis redintegratio. Schema Decreti in Aula die 23. Sept. 1964 Relatione propositum est. (Act Syn III/II 296-344). Modis ab Episcopis postea missis, Secretariatus pro Unitate Christianorum respondit die 10. Nov. 1964 (Act Syn III/VII 11-49). Ex Expensione modorum quattuor textus de primo responso hic referuntur: A) [In Nr. 1 (Prooemium) Schema Decreti: Act Syn III/II 296, 3-6] « Pag. 5, lin. 3-6: Videtur etiam Ecclesiam Catholicam inter illas Communiones comprehendi, quod falsum esset. R(espondetur): Hic tantum factum, prout ab omnibus conspicitur, describendum est. Postea clare affirmatur solam Ecclesiam catholicam esse veram Ecclesiam Christi » (Act Syn III/VII 12). B) [In Caput I in genere: Act Syn III/II 297-301] « 4 - Expressius dicatur unam solam esse veram Ecclesiam Christi; hanc esse Catholicam Apostolicam Romanam; omnes debere inquirere, ut eam cognoscant et ingrediantur ad salutem obtinendam... R(espondetur): In toto textu sufficienter effertur, quod postulatur. Ex altera parte non est tacendum etiam in aliis communitatibus 606 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 2. Quaeritur: Quomodo intellegendum sit Ecclesiam Christi subsistere in Ecclesia Catholica? Respondetur: Christus unicam Ecclesiam « his in terris... constituit » et ut « coetum adspectabilem et communitatem spiritualem » 5 instituit, quae inde a sua origine in decursu historiae semper exsistit exsistetque et in qua sola permanserunt ac permanebunt omnia elementa ab eo instituta.6 « Haec est unica Christi Ecclesia, quam in Symbolo unam, sanctam, catholicam et apostolicam profitemur [...]. Haec Ecclesia in hoc mundo ut societas constituta et ordinata, subsistit in Ecclesia catholica, a Successore Petri et Episcopis in eius communione gubernata ».7 Subsistentia in Constitutione Dogmatica Lumen gentium 8 est haec perpetua continuatio historica atque permanentia omnium elementorum a Christo institutorum in Ecclesia catholica,8 in qua Ecclesia Christi his in terris concrete invenitur. Dum secundum doctrinam catholicam recte dici potest, Ecclesiam Christi in Ecclesiis et communitatibus ecclesialibus nondum plenam communionem cum Ecclesia catholica habentibus adesse et operari propter sanctificationis et veritatis elementa quae in illis sunt,9 verbum « subsistit » soli Ecclesiae catholicae ut singulare tantum attribuitur, quia refertur nempe ad notam christianis inveniri veritates revelatas et elementa ecclesialia » (Act Syn III/VII 15). Cf. etiam ibidem n. 5. C) [In Caput I in genere: Act Syn III/II 296s] « 5 - Clarius dicendum esset veram Ecclesiam esse solam Ecclesiam catholicam romanam... R(espondetur): Textus supponit doctrinam in constitutione “De Ecclesia” expositam, ut pag. 5, lin. 24-25 affirmatur » (Act Syn III/VII 15). Commissio quidem de emendationibus Decreti Unitatis redintegratio iudicans, dilucide exprimit identitatem Ecclesiae Christi et Ecclesiae Catholicae atque eius unicitatem, retinens huius doctrinae fundamentum in Constitutione Dogmatica Lumen gentium consistere. D) [In Nr. 2 Schema Decreti: Act Syn III/II 297s] « Pag. 6, lin. 1-24: Clarius exprimatur unicitas Ecclesiae. Non sufficit inculcare, ut in textu fit, unitatem Ecclesiae. R(espondetur): a) Ex toto textu clare apparet identificatio Ecclesiae Christi cum Ecclesia catholica, quamvis, ut oportet, efferantur elementa ecclesialia aliarum communitatum ». Pag. 7, lin. 5: « Ecclesia a successoribus Apostolorum cum Petri successore capite gubernata (cf. novum textum ad pag. 6, lin. 33-34) explicite dicitur “unicus Dei grex” et lin. 13 “una et unica Dei Ecclesia” » (Act Syn III/VII). Hae duae sententiae inveniuntur in Decreto Unitatis redintegratio 2.5 et 3.1. 5 Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Const. Dogm. Lumen gentium, 8.1. 6 Cfr Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Decr. Unitatis redintegratio, 3.2; 3.4; 3.5; 4.6. 7 Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Const. Dogm. Lumen gentium, 8.2. 8 Cfr Congregatio pro Doctrina Fidei, Decl. Mysterium Ecclesiae, 1.1: AAS 65 [1973] 397; Decl. Dominus Iesus, 16.3: AAS 92 [2000-] 757-758; Notificatio de scripto P. Leonardi Boff, OFM, « Chiesa: carisma e potere »: AAS 77 [1985] 758-759. 9 Cfr Ioannes Paulus II, Litt. Enc. Ut unum sint, 11.3: AAS 87 [1995-] 928. Congregatio pro Doctrina Fidei 607 unitatis in symbolis confessam (Credo... unam Ecclesiam); quae Ecclesia una subsistit in Ecclesia catholica.10 3. Quaeritur: Quare vocabulum « subsistit in » et non simpliciter verbum « est » adhibetur? Respondetur: Usus vocabuli retinentis plenam identitatem Ecclesiae Christi et Ecclesiae Catholicae doctrinam de Ecclesia non immutat, rationem tamen habet veritatis, apertius significans quod extra eius compaginem « elementa plura sanctificationis et veritatis » inveniuntur, « quae ut dona Ecclesiae Christi propria ad unitatem catholicam impellunt ».11 « Proinde ipsae Ecclesiae et communitates seiunctae, etsi defectus illas pati credimus, nequaquam in mysterio salutis significatione et pondere exutae sunt. Iis enim Spiritus Christi uti non renuit tamquam salutis mediis, quorum virtus derivatur ab ipsa plenitudine gratiae et veritatis quae Ecclesiae catholicae concredita est ».12 4. Quaeritur: Quare Concilium Oecumenicum Vaticanum II Ecclesiis orientalibus a plena communione Ecclesiae catholicae seiunctis nomen « Ecclesiae » attribuit? Respondetur: Concilium usum traditionalem nominis accipere voluit. « Cum autem illae Ecclesiae quamvis seiunctae, vera sacramenta habeant, praecipue vero, vi successionis apostolicae, Sacerdotium et Eucharistiam, quibus arctissima necessitudine adhuc nobiscum coniunguntur »,13 titulum merentur « Ecclesiae particulares vel locales »,14 et Ecclesiae sorores Ecclesiarum particularium catholicarum nuncupantur.15 « Proinde per celebrationem Eucharistiae Domini in his singulis Ecclesiis, Ecclesia Dei aedificatur et crescit ».16 Quia autem communio cum Ecclesia 10 Cfr Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Const. Dogm. Lumen gentium, 8.2. Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Const. Dogm. Lumen gentium, 8.2. 12 Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Decr. Unitatis redintegratio, 3.4. 13 Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Decr. Unitatis redintegratio, 15.3; cfr Congregatio pro Doctrina Fidei, Litt. Communionis notio, 17.2: AAS 85 [1993-II] 848. 14 Cfr Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Decr. Unitatis redintegratio, 14.1. 15 Cfr Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Decr. Unitatis redintegratio, 14. 1; Ioannes Paulus II, Litt. Enc. Ut unum sint, 56 s: AAS 87 [1995-II] 954 s. 16 Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Decr. Unitatis redintegratio, 15.1. 11 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 608 catholica, cuius visibilis Caput est Episcopus Romae ac Successor Petri, non est quoddam complementum Ecclesiae particulari ab extra adveniens, sed unum e principiis internis quibus ipsa constituitur, condicio Ecclesiae particularis, qua potiuntur venerabiles illae communitates christianae, defectu tamen afficitur.17 Ex altera parte, plenitudo catholicitatis Ecclesiae propria, a Successore Petri et Episcopis in eius communione gubernatae, propter divisionem christianorum impeditur in historia plene consummanda.18 5. Quaeritur: Cur textus Concilii et Magisterii subsequentis communitatibus natis ex Reformatione saeculi XVI titulum Ecclesiae non attribuunt? Respondetur: Quia secundum doctrinam catholicam hae communitates successionem apostolicam in sacramento Ordinis non habent, ideoque elemento essentiali Ecclesiae constitutivo carent. Illae communitates ecclesiales, quae, praesertim propter sacerdotii ministerialis defectum, genuinam atque integram substantiam Mysterii eucharistici non servant,19 secundum doctrinam catholicam Ecclesiae sensu proprio 20 nominari non possunt. SS.mus Dominus Noster Benedictus PP. XVI, in Audientia infrascripto Cardinali Praefecto Congregationis pro Doctrina Fidei concessa, supradicta responsa in Conventu Ordinario huius Congregationis deliberata, rata habuit, confirmavit et publici iuris fieri iussit. Datum Romae, ex Aedibus Congregationis pro Doctrina Fidei, die mensis Iunii MMVII, in sollemnitate Ss. Petri et Pauli, Apostolorum. XXIX Gulielmus card. Levada Praefectus e Angelus Amato, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Secretarius 17 18 19 20 Cfr Congregatio pro Doctrina Fidei, Litt. Communionis notio, 17.3: AAS 85 [1993-II] 849. Cfr Congregatio pro Doctrina Fidei, Litt. Communionis notio, 17.3: AAS 85 [1993-II] 849. Cfr Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Decr. Unitatis redintegratio, 22.3. Cfr Congregatio pro Doctrina Fidei, Decl. Dominus Iesus, 17.2: AAS 92 [2000-II] 758. Congregatio de Causis Sanctorum 609 CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM GUAYAQUILENSIS Canonizationis Beatae Narcissae a Iesu Martillo Morán Christifidelis laicae (1833-1869) DECRETUM SUPER MIRACULO Beata Narcissa a Iesu Martillo Morán anno 1833 nata est in vico vulgo Nobol, intra fines Archidioecesis Guayaquilensis in Aequatoria. Parentibus orbata, illam in urbem se contulit ubi officium sartricis exercuit, et operibus caritatis, orationi ac paenitentiae se dedit, exemplum persequens Sanctae Mariae Annae a Iesu de Paredes. Anno 1868 Limae commorationem constituit apud monasterium Tertiariarum Dominicanarum et, quamvis laica, earum Regulam servavit, vitam communem participavit atque virtutes oboedientiae, paupertatis castitatisque excoluit. Septem et triginta aetatis annos agens, in Domino requievit die 8 mensis Decembris anno 1869. Summus Pontifex Ioannes Paulus II die 25 mensis Octobris anno 1992 Beatae titulo eam honestavit. Ad canonizationem respiciens, Postulatio Causae examini subiecit huius Congregationis de Causis Sanctorum assertam miram sanationem puellae Adelminae Victoriae Arellano Plúas, natae anno 1985 in Aequatoria, affectae rara genitalium externorum deformatione, scilicet fusione parvorum vulvae labiorum cum obstructione ingressus vaginalis; liberum tamen habentis vas uretrale. Haec deformatio a variis medicis in re expertis comprobata erat inde a primis annis vitae eius. Sectio quoque chirurgica facta est, negativo tamen cum exitu. Condicio usque ad annum 1994 immutata mansit, prout confirmata est ex clinica inquisitione facta die 12 mensis Februarii illius anni. Interea, iam a diversis inde annis mater Adelminae a Beata Narcissa a Iesu, quam singulari devotione prosequebatur, instanter efflagitabat sanationem filiae; quem ad finem saepe se conferebat in eius sepulcrum vici Nobol. Mane diei 26 mensis Maii anno 1994 mater iterum recognovit dictam Adelminae deformationem, priusquam in urbem Guayaquilium transferret eam ad visitationem experto medico gynaecologo faciendam. Dum transirent prope vi- Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 610 cum Nobol mater et filia accesserunt ad sepulcrum Beatae ut orarent. Deinde iter in urbem Guayaquilium perrexerunt, ubi medicus, qui puellam examinavit, valde admiratus detexit eius externa genitalia nullam anatomicam ostendere deformationem, sed iuxta normam esse. Repentina haec sanatio intercessioni Beatae statim est adscripta, quam ob rem annis 2000-2001 apud Curiam Guayaquilensem instructa est Inquisitio dioecesana, cuius iuridicam auctoritatem approbavit haec Congregatio de Causis Sanctorum decretum edens die 4 mensis Octobris anno 2002. Consilium Medicorum Dicasterii edixit huius casus solutionem fuisse "in restitutione ad integrum" innati anatomici defectos, et ideo sanationem repentinam, perfectam, constantem et ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse. Die 4 mensis Aprilis anno 2006 habitus est Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum et die 19 sequentis mensis Decembris Patres Cardinales et Episcopi congregati sunt in Sessione Ordinaria, Ponente Causae Exc.mo D.no Petro Iacobo De Nicolò, Achiepiscopo titulari Martanaënsi. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Beatae Narcissae a Iesu Martillo Morán, Christifidelis laicae, videlicet de repentina, perfecta ac constanti sanatione puellae Adelminae Victoriae Arellano Plúas a « malformazione congenita dei genitali esterni consistente nella fusione delle piccole labbra vulvari, senza altre ambiguità genitali ». Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis Congregatio de Causis Sanctorum 611 FLORENTINA Beatificationis et canonizationis Ven. Servae Dei Caelestinae a Matre Dei (in saec.: Mariae Annae Donati), Fundatricis Congregationis Filiarum Pauperum a S. Iosepho Calasanctio (1848-1925) DECRETUM SUPER MIRACULO Venerabilis Serva Dei Caelestina a Matre Dei (in saec.: Maria Anna Donati) Marradii in provincia Florentiae die 26 mensis Octobris anno 1848 nata est. Iam inde a iuventute fervorem vitae consecratae persequendae percepit et votis privatis se Ordini Clericorum Regularium Pauperum Matris Dei Scholarum Piarum sociavit. Florentiae Congregationem Filiarum Pauperum a Sancto Iosepho Calasanctio fundavit pro puellis orphanis filiabusque captivorum assidendo. Institutum prudentia, humilitate et caritate rexit. Die 18 mensis Martii anno 1925 pie in Domino quievit. Summus Pontifex Ioannes Paulus II, die 6 mensis Aprilis anno 1998, Servam Dei virtutes theologales, cardinales et his adnexas heroico gradu coluisse decrevit. Beatificationis respectu, Causae Postulatio iudicio huius Congregationis de Causis Sanctorum nuper assertam subiecit miram sanationem Sororis Ancillae Emanuelli, religiosae professae ex Instituto Filiarum Pauperum a Sancto Iosepho Calasanctio, quae, anno 1956, dum vicesimum quintum explebat aetatis annum, paralysim quandam in artibus animadvertere coepit, quae mox in progredientem virium amissum usque ad impediendam sane deambulationem vertit. In valetudinarium ergo Florentiae pro infirmitatibus nervorum mentisque curandis infirma recepta est, ubi medici diagnosim encephali medullaeque spinalis inflammationis subacutae et ubique propagatae edixerunt. Post temporarium profectum, aegrotae iterum opus fuit receptus in nosocomio, de quo dimissa est cum diagnosi sclerosis systematis nervosi centralis cum diffuso detrimento myelinae. Anno 1960, ingravescente difficultate deambulationis, cui etiam oculorum invita nutatio seu nystagma accessit, infirma iterum in valetudinarium recepta est. Curae, quae expletae sunt, nullo modo signa morbi, supradictae sclerosi adscripta, mutare valuerunt. Interdum vero condiciones Sororis tractim in gravius verterunt: amplius stare adeo nequivit, ut omnino lecto iacere Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 612 cogeretur; sicut et, nervis oculariis praesertim a dextera parte laborans, facultatem visionis iamiam amiserat. Inertia scientiae perpensa, infirma ipsa cum superiorissis et consororibus suis instanter fidenterque ad divinum auxilium per intercessionem Servae Dei Caelestinae a Matre Dei, in omnibus diversis domibus Congregationis ab ipsa erectis pie exoratae, confugere incepit. Et contra omnem medicorum prudentiam, mense Iulio anno 1961, valetudo Sororis Ancillae mire proficere coepit: vires et vigor redierunt, lecto desurrexit et incessit quoque, primum ad adminiculum adnitens, ut gressus moveret, dein suis solis utens viribus. Dein, mense Septembri anno 1961 completam valetudinis redintegrationem adepta est, quando navitatem suam magistrae in schola materna recuperavit. De hac mira aestimata sanatione, annis 1997-1998, apud Curiam Archidioecesis Florentinae Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius auctoritas et vis iuridica ab hac Congregatione de Causis Sanctorum decreto diei 9 mensis Martii anno 2001 probatae sunt. Dicasterii Collegium Medicorum in sessione diei 20 mensis Octobris anno 2005 sanationem a sclerosi systematis nervosi centralis cum diffuso detrimento myelinae rapidam, completam et duraturam fuisse affirmavit, cum restitutione ad integrum ob defectum reliquorum signorum clinicorum, licet alterationes quaedam examinibus cerebri ultrasonorum ope et magnetica vi instructis inspici possent, quae vero utpote effectus inertes et sine efficacia clinica habitae sunt, sanationem scilicet inexplicabilem secundum scientiam medicam. Die 14 mensis Februarii anno 2006 Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum factus est et die 20 mensis Februarii huius anni 2007 Sessio Ordinaria Patrum Cardinalium et Episcoporum Ponente Causae Exc.mo Domino Andrea Maria Erba, Episcopo emerito Veliterno-Signino. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Ven. Servae Dei Caelestinae a Matre Dei (in saec.: Mariae Annae Donati), Fundatricis Congregationis Filiarum Pauperum a S. Iosepho Calasanctio, videlicet de rapida, completa ac duratura sanatione Sororis Ancillae Emanuelli a « sclerosi a placche ». Congregatio de Causis Sanctorum 613 Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis PALAIENENSIS Canonizationis Beatae Alfonsae ab Immaculata Conceptione (in saec.: Annae Muttathupadathu) Sororis professae Congregationis Clarissarum Tertii Ordinis Sancti Francisci (1910-1946) DECRETUM SUPER MIRACULO Beata Alfonsa ab Immaculata Conceptione (in saec.: Anna Muttathupadathu) die 19 mensis Augusti anno 1910, in loco, quem Kudamaloor appellant, quique in civitate Kerala, in India, genere Syro-Malabarensem ritum observante, orta est. Quae, propositi sese Deo mancipandi tenax, coniugio recusato, Congregationem Clarissarum Tertii Ordinis Sancti Francisci in loco, qui Bharananganam audit, nunc intra Palaiensis eparchiae fines, ingressa, sacra vota nuncupavit anno 1932. Cum autem gravibus infirmitatibus temptaretur, sibi creditum magistrae munus deponere habuit; nihilominus aerumnas, tam corporis quam animi, complures, quas ipsa, mundi ad sanctitatem adducendi causa, Deo libenter offerebat, tacita caritate ad instar crucis pertulit, pioque fine requievit die 28 mensis Iulii anno 1946. Cui lectissimae virgini Ioannes Paulus II, Summus Pontifex, Beatorum caelitum honores decrevit die 8 mensis Februarii anno 1986. 614 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Eius vero canonizationi prospiciens, Postulatio Causae sanationem, quae eadem Beata deprecante divinitus patrata ferebatur, huic Congregationi de Causis Sanctorum subiecit expendendam. Quae res pertinet ad Ginil Shaji Ozhuthottiyil infantem, qui die 5 mensis Maii anno 1998, in civitate Kerala iusto partu in lucem editus est. In ipso autem ortu animadversum est parvulo pedes varos innatos esse, laevum vero graviore deformitate affici. Quod quidem parentes una cum gynaecologa aliaque perita doctrice, quae pueros in valetudinario curabat, suis ipsi oculis viderunt. Deinde vero infans, sedecim diebus postquam natus erat, ad Universitatem Studiorum urbis illius, quae Kottayam vocatur, traductus est, ubi medicus quidam in orthopaedica disciplina versatus, pedibus ad corrigendum aliquantulum tractatis, deformitates modice imminuere valuit. Curatio denique intermissa est. Hinc in ambulando puer externis pedum marginibus, plantis introrsum detortis, nitebatur. Die autem 13 mensis Novembris anno 1999, parentes, sacerdote quodam auctore, ad sepulcrum Beatae Alfonsae ab Immaculata Conceptione, quod est in loco Bharananganam, natum adduxerunt, petentes ut, ipsamet ad Deum deprecante, parvulus sanaretur. Qui vero, eodem die vesperi, necopinato quidem, pedibus recte insistens coepit ambulare. Inspectiones autem, quae deinceps factae sunt, eiusmodi sanationem perfectam stabilemque fuisse confirmarunt. Quo de casu, qui statim pro miro divinitus patrato habitus est, Exc.mus Iosephus Pallikaparampil, Episcopus eparchialis Palaiensis, anno 2002 Inquisitionem dioecesanam instruxit, cuius vis ab hac Congregatione de Causis Sanctorum rata facta est per decretum die 6 mensis Iunii anno 2003 latum. Deinde Consilium Medicorum, cum sederet die 23 mensis Martii anno 2006, in communem sententiam venit sanationem celerrimam, perfectam, stabilem fuisse, eandem vero ex arte medica explicari non posse. Subsequenti die 5 mensis Iulii Theologi Consultores in Peculiarem convenere Congressum; die autem 9 mensis Ianuarii vertentis anni 2007, Patrum Cardinalium Episcoporumque Sessio Ordinaria, Exc.mo Lino Fumagalli, Sabinensi-Mandelensi Episcopo, Causae Ponente, gesta est. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Beatae Alfonsae ab Immaculata Conceptione (in saec.: Annae Muttathupadathu), So- Congregatio de Causis Sanctorum 615 roris professae Congregationis Clarissarum Tertii Ordinis S. Francisci, videlicet de celerrima, perfecta ac stabili sanatione infantis Ginil Shaji Ozhuthottiyl a « piede torto congenito bilaterale, più accentuato a sinistra, con deambulazione fortemente alterata ». Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis NOVARIENSIS Beatificationis et Canonizations Ven. Servi Dei Antonii Rosmini Sacerdotis professi ac Fundatoris Instituti Caritatis et Congregationis Sororum a Providentia (1797-1855) DECRETUM SUPER MIRACULO Venerabilis Servus Dei Antonius Rosmini die 24 mensis Martii anno 1797 Roboreti, archidioecesis Tridentinae, natus est. Anno 1821 presbyter est ordinatus et anno 1828 Institutum Caritatis condidit, cuius est spiritualem, intellectualem et materialem caritatem profiteri. Ulterius instituit Congregationem Sororum a Providentia. Haec sua opera sapienter duxit ac ferventer frugifereque sacro incubuit ministerio, praesertim uti magister vitae spiritualis, cogitator et scriptor philosophiae, theologiae aliarumque disciplinarum, quibus in muneribus assensus invenit, et quidem quoque discrepantias, quas patienter ac serene pertulit, doctrinae catholicae et Ecclesiae magisterio fidelis semper permanens. Piissime obiit die 1 mensis Iulii anno 1855, filiorum filiarumque spiritualium veneratione circumdatus. 616 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Summus Pontifex Benedictus XVI die 26 mensis Iunii anno 2006 declaravit Servum Dei heroico in gradu theologales, cardinales eisque adnexas virtutes excoluisse. Ad beatificationem quod attinet, Postulatio Causae iudicio huius Congregationis de Causis Sanctorum assertam subiecit miram sanationem Sororis Ludovicae Noè, natae anno 1879, sodalis Congregationis Sororum a Providentia. Soror haec bona utebatur valetudine usque ad annum 1908, quo vehementibus doloribus columnae vertebralis, inflammatione cruris dexteri necnon sciatico est correpta. In valetudinarium oppidi Biella excepta, certior facta est tuberculosi ossea ad pelvim affici. Simulque in regione dorsali sunt additi abscessus vertebrales qui aperti sunt et sanati. Periodos tam bonae quam adversae valetudinis transegit usque ad annum 1926. Hoc anno valetudinis condiciones Sororis Ludovicae paulatim in deterius ruere coeperunt, quae tuberculosi ossea, intestinali et pleuro-pulmonari secundaria, gravi implicatione status generalis, absentia appetitus, constanti febri et violentis abdominis doloribus tunc afficiebatur. Inefficacia curationum et condicio morbi iam nunc progressa medicum a cura impulerunt ut infaustam ediceret prognosim ad breve tempus. Aegrota tamen spem non amisit, etenim die 1 mensis Ianuarii anno 1927 novendiales supplicationes effundere coepit ad Servum Dei Antonium Rosmini ut per ipsius intercessionem sanationem obtineret. Summa cum fiducia die 6 mensis Ianuarii eiusdem anni, hora undecima, dum oraret, imaginem Servi Dei, quae vix erat ei tradita a Moderatrice Generali Instituti, sibi imposuit in regionem infirmam. Ex improviso sanatam se sensit, et post unius horae spatium e lecto surgere potuit et propriis viribus incedere. Signa morbi, quibus tot per annos vexata erat, prorsus evanuerunt, quapropter Soror communem vitam resumere potuit. De sanatione, quae statim mira est habita, apud Curiam Novariensem instructus est anno 1927 Processus Ordinarius, ac postea, anno 2004, Inquisitio dioecesana, quae valida agnita est ex iure per decretum huius Congregationis die 28 mensis Ianuarii anno 2005 editum. Medicorum Dicasterii Consilium, in sessione diei 12 mensis Octobris anno 2006, declaravit sanationem morbi tubercularis ossei, pleuro-pulmonaris et intestinalis repentinam, perfectam, constantem et ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse. Die 19 sequentis mensis Decembris actus est Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum et die 6 mensis Martii huius anni 2007 habita est Sessio Ordinaria Patrum Cardinalium et Episcoporum, ponente Causae Exc.mo D.no Salvatore Fisichella, Episcopo titulo Vicohabentino. Et in utroque Coetu, Congregatio de Causis Sanctorum 617 sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Ven. Servi Dei Antonii Rosmini, Sacerdotis professi ac Fundatoris Instituti Caritatis et Congregationis Sororum a Providentia, videlicet de repentina, perfecta et constanti sanatione Sororis Ludovicae Noè a « malattia tubercolare diffusa (ossea, pleuro-polmonare, intestinale) ». Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis RUREMUNDENSIS Beatificationis et Canonizationis Ven. Servae Dei Iosephae Stenmanns (in saec.: Hendrinae) Confundatricis Congregationis Servarum Spiritus Sancti (1852-1903) DECRETUM SUPER MIRACULO Venerabilis Serva Dei Iosepha Stenmanns (in saec.: Hendrina) in oppido Issum, dioecesis Monasteriensis, in Germania, die 28 mensis Maii anno 1852 nata est. Una cum Beata Maria Helena Stollenwerk Sancto Arnoldo Janssen adstitit in Congregatione Servarum Spiritus Sancti fundanda, in qua dein anno 1894 professionem religiosam emisit. Institutionem Sororum, praesertim earum quae navitati missionariae addicturae essent, omni studio curavit. 618 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Humilitatis, oboedientiae caritatisque spiritu claruit. Die 20 mensis Maii anno 1903, vita, quam pro Iesu Christo impendit, in Domino concessit. Summus Pontifex Ioannes Paulus II, die 14 mensis Maii anno 1991, eam virtutes theologales, cardinales et his adnexas heroico gradu coluisse decrevit. Beatificationis respectu, Causae Postulatio iudicio huius Congregationis de Causis Sanctorum nuper assertam subiecit miram sanationem Valdiri Bender, iuvenis, qui, dum vicesimum explebat aetatis annum, die 11 mensis Martii anno 1985, chirurgicae intestini appendicis sectioni commissus in Brasilia, licet nondum plene sanatus mox de valetudinario dimissus est. Dolores vero in eius abdomine persistebant, nauseae vomitusque motibus comitantibus. Praevisis patratis curationibus, condiciones aegroti verumtamen in peius ruerunt. Die 23 eiusdem mensis iuvenis ad novam chirurgicam sectionem cogebatur, quae ileon et secretionem puris in alveo peritoneali ostendit. Omnibus curis necessariis expletis, post operationem tamen aegroti valetudo admodum in gravius vertit, cum status nullius animi conscientiae necnon hypotensionis sanguinis, palloris, cutis rigoris et exiguitatis respirationis exciperet. Ingravescentibus condicionibus, infirmus agonizans in tertio gradu comatis iuxta modum mensorium Glasguensem habitus est. Prognosis nempe infausta dicta est. Interdum, iam inde a tempore alterius chirurgicae sectionis, infirmi ministra quaedam, sicut et familiares eius una cum aliis, ad divinum auxilium confugere inceperant per intercessionem Servae Dei Iosephae Stenmanns. Et inopinato, paucis horis intermissis ab illa chirurgica sectione, valetudo aegroti citissime proficere coepit. Statu agonico superato, infirmus ex statu inconscientiae refectus est, vires vigorque ad normalem et aequam rationem redierunt et omnes membrorum supra invalidatae functiones refoverunt. Post aliquot dies, iuvenis de valetudinario dimissus est, nec ulla dein exstitit in ipso implicatio. De hac extemplo mira aestimata sanatione anno 2004 apud Curiam Archidioecesis Portalegrensis in Brasilia Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius auctoritas et vis iuridica ab hac Congregatione de Causis Sanctorum decreto diei 4 mensis Februarii anno 2005 probatae sunt. Dicasterii Consilium Medicorum in sessione diei 24 insequentis mensis Novembris sanationem valde repentinam, completam, duraturam, sine effectis posterioribus et inexplicabilem secundum scientiam fuisse affirmavit. Die 31 mensis Maii anno 2006 Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum factus est et die 6 mensis Februarii huius anni 2007 Sessio Ordinaria Patrum Cardinalium et Congregatio de Causis Sanctorum 619 Episcoporum, Ponente Causae Exc.mo Domino Lino Fumagalli, Episcopo Sabinensi-Mandelensi. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Ven. Servae Dei Iosephae Stenmanns (in saec.: Hendrinae), Confundatricis Congregationis Servarum Spiritus Sancti, videlicet de valde repentina, completa ac duratura sanatione Valdiri Bender a « grave insufficienza cardiorespiratoria con shock settico, anuria e coma profondo, da occlusione intestinale post appendicectomia, per erronea sutura di alcune anse alla parete addominale ». Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis OPOLIENSIS Beatificationis et Canonizationis Ven. Servae Dei Mariae Merkert, Confundatricis et Primae Antistitae Generalis Congregationis Sororum a S. Elisabeth (1817-1872) DECRETUM SUPER MIRACULO Venerabilis Serva Dei Maria Merken die 21 mensis Septembris anno 1817 in urbe Nysa, tunc in dioecesi Vratislaviensi, orta est. Post matris mortem, se quibusdam cum sociis adiumento dicavit domiciliari pauperum, aegrotorum et a societate segregatorum, pro quibus, simul cum Clara Wolff, Congregationem condidit Sororum a Sancta Elisabeth, quam sapienter veluti prima 620 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale gubernavit Antistita, materna cum sollicitudine Sororum moderans praeparationem institutionemque. Ipsius sub moderamine Institutum multis crevit vocationibus multisque communitatibus diversis in dioecesibus. Pie in Domino die 14 mensis Novembris anno 1872 obdormivit. Summus Pontifex Ioannes Paulus II die 20 mensis Decembris anno 2004 declaravit Servam Dei heroicum in modum virtutes theologales et cardinales iisque adnexas exercuisse. Postulatio Causae, Servae Dei prospiciens beatificationi, examini huius Congregationis de Causis Sanctorum putatam subiecit miram sanationem Sororis Mirae Veronicae Deresińska ex Congregatione Sororum a Sancta Elisabeth, anno 1912 natae, quae optima gaudebat valetudine usque ad diem 11 mensis Septembris anno 1943 cum, Vratislaviae ob perpetua vota adstans, inopinato aegrotavit, tussim habuit et sudorem. Sequente mense Octobri primam habuit pneumorrhagiam. Examen radiographiae thoracis magnam demonstravit cavernam in pulmone dextero atque laesiones in ambos pulmones penetrantes. Diagnosis fuit tuberculosis pulmonea extenta. Cum medicamenta efficacia nondum contra eiusmodi morbum essent, prognosis infausta erat quoad vitam. Mense Novembri eiusdem anni Soror in domum sui Instituti inter montes est missa, valetudini curandae idoneam, ad vacationem et bonum alimonium. Interea a mense Octobri Soror Mira Veronica, sciens suam vitam in periculo esse, divinum inchoavit auxilium invocare. Serva Dei Maria Merkert intercedente, erga quam diutius singularem nutriebat devotionem. Mense Ianuario anno 1944 infirma claram habuit et velocem valetudinis meliorem condicionem, a medicis etiam curantibus animadversam. Mense Augusto anno 1944 clinica ratione sanatio integra est comprobata, sine adiumento alicuius curationis peculiaris. Sanatio constans fuit, quamobrem Episcopus Opoliensis anno 2002 hoc de casu dioecesanam instituit Inquisitionem, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione per decretum diei 28 mensis Martii anno 2003 est sancita. Consilium Medicorum, in sessione die 30 mensis Iunii anno 2005 habita, unanimiter sanationem declaravit celerem, perfectam, constantem et ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse. Die 29 mensis Novembris eiusdem anni Congressus habitus est peculiaris Consultorum Theologorum, quem die 13 mensis Iunii anni 2006 alter est secutus. Die 19 sequentis mensis Decembris Ordinaria Sessio habita est Patrum Cardinalium et Episcoporum, Causae Ponente Exc.mo Domino Ottorino Petro Alberti, Archiepiscopo emerito Ca- Congregatio de Causis Sanctorum 621 laritano. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Ven. Servae Dei Mariae Merkert, Confundatricis et primae Antistitae Generalis Congregationis Sororum a S. Elisabeth, videlicet de celeri, perfecta ac constanti sanatione Sororis Mirae Veronicae Deresińska a « tubercolosi polmonare cavitaria emoftoizzante bilaterale ». Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis MATRITENSIS Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servarum Dei Emmanuelae a Corde Iesu (in saec.: Emmanuelae Arriola Uranga) Religiosae Professae Congreg. Ancillarum Adoratricum SS.mi Sacramenti et Caritatis et XXII Sociarum († 1936) DECRETUM SUPER MARTYRIO « Et omnes, qui volunt pie vivere in Christo Iesu, persecutionem patientur » (2 Tim 3, 12). Vexationes et persecutiones propter fidem suam Divini Redemptoris asseclae identidem per integrum temporum cursum passi sunt. Itaque inter eos complures, qui occumbere maluerunt quam Christum eiurare et ab Ecclesia 622 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale deficere, adnumerandae sunt Famulae Dei Emmanuela a Corde Iesu (in saec.: Emmanuela Arriola Uranga) eiusque XXII Sociae, religiosae et cooperatrices laicae Instituti Ancillaram Adoratricum SS.mi Sacramenti et Caritatis, quod condiderat Sancta Maria Michaëla a SS.mo Sacramento (in saec.: Michaëla Desmaisières, ab anno 1809 ad annum 1865 vixerat). Anno vero 1936, persecutione contra Ecclesiam in Hispania exardescente, Sorores hae suam quaeque sodalitatem relinquere habuerunt, Matritum, in privatam aediculam, confugientes, quo receptae sunt etiam sex « Filiae Domus », seu laicae cooperatrices eidem Instituto aggregatae. Quae omnes, difficultatibus contemptis, hostias, clam a quodam sacerdote consecratas, non dumtaxat accipere, sed domi celare poterant. Eucharistia enim et oratione nixae, acerbo casu, dum ingruens martyrium subire parant, constantissime perfungi valuerunt. Quarum pars, licet in tutum se recipere potuisset, eundem, quem sociae, casum omnino ferre maluit. Itaque die 9 mensis Novembris eodem anno 1936 incurrentibus seditionariis militianis cum fortiter semetipsas Domino obstrictas declarassent, captae, in via, quae Matrito ad locum vulgo dictum Vicálvaro proficiscenti est, postridie sub lucem ad unum omnes interfectae sunt, in ipso obitu arridentes Deoque benedicentes. Ex praefatis Dei Servis: A. Religiosae mulieres ex Instituto Ancillarum Adoratricum SS.mi Sacramenti et Caritatis recensentur: 1. Emmanuela a Corde Iesu (in saec.: Emmanuela Arriola Uranga) die 29 mensis Decembris anno 1891 in loco qui Ondárroa vocatur, in sacra dicione Victoriensi, piissima familia orta est. Temporaria vota die 18 mensis Maii anno 1919, perpetua vero die 19 mensis Maii anno 1924, nuncupavit, quae, munere magistrae in domibus aliquot functa, ab anno 1929 usque ad tempus, quo sanguinem pro Christo effudit, Secretariae Generalis munus gessit. Ultima ipsa, dum Sociabus suisque carnificibus benedicebat, interfecta est. 2. Blasia a Maria (in saec.: Ioanna Francisca Pérez de Labeaga Garcı́a), die 27 mensis Ianuarii anno 1864, in loco vulgo dicto Desojo, intra fines dioecesis Calaguritanae, in lucem edita, temporaria vota die 20 mensis Septembris anno 1888, perpetua vero die 22 mensis Maii anno 1891 nuncupaverat. 3. Lucilia Maria a Iesu (in saec.: Lucia González Garcı́a), die 2 mensis Martii anno 1908 in loco vulgo dicto San Esteban del Valle, in dioecesi Abulensi, nata, temporaria vota die 18 mensis Decembris anno 1932, perpetua vero mense Iulio anni 1936 nuncupaverat. Congregatio de Causis Sanctorum 623 4. Casta a Iesu (in saec.: Teresia Vives Missé), die 20 mensis Aprilis anno 1866 in loco, qui Arenys de Mar audit, intra sacros fines Gerundenses, orta, temporaria vota die 31 mensis Decembris anno 1887, perpetua vero die 17 mensis Iunii anno 1894 nuncupaverat. 5. Rosaura a Maria (in saec.: Rosa López Brochier), die 29 mensis Maii anno 1876 Matriti in lucem edita, temporaria vota die 23 mensis Ianuarii anno 1898, perpetua vero die 11 mensis Maii anno 1905 nuncupaverat. 6. Aloisia ab Eucharistia (in saec.: Aloisia Pérez Adriá), die 7 mensis Martii anno 1897 in oppido dioecesis Dertosensis, vulgo Castellón de la Plana, orta, temporaria vota die 4 mensis Octobris anno 1925, perpetua vero die 13 mensis Ianuarii anno 1929 nuncupaverat. 7. Maria a Praesentatione (in saec.: Maria a Praesentatione Garcı́a Ferreiro), die 9 mensis Novembris anno 1896, Villalbae, in sacra dicione Mindoniensi, nata, simplici votorum formula die 9 mensis Septembris anno 1928, perpetua vero die 27 mensis Septembris anno 1931, semetipsam Deo mancipaverat. 8. Maria Dolorosa a Iesu Crucifixo (in saec.: Maria Dolorosa Monzón Rosales), die 8 mensis Ianuarii anno 1907, Oveti in lucem edita, temporaria vota die 8 mensis Martii anno 1936 nuncupaverat. 9. Maria Dolorosa a SS.ma Trinitate (in saec.: Maria Dolorosa Hernández Santorcuato), die 7 mensis Aprilis anno 1911 Flaviobrigae (seu vulgo Bilbao), in dioecesi Victoriensi, nata, temporariam professionem emisit mense Novembri anni 1936, antequam a seditionariis capta necaretur. 10. Borgia a Iesu (in saec.: Zenonia Aranzábal Barrutı́a), die 9 mensis Iulii anno 1878 in loco Elgueta, in dioecesi Victoriensi, orta, temporaria vota die 14 mensis Februarii anno 1909, perpetua vero die 22 mensis Februarii anno 1914 nuncupaverat. 11. Maxima a Sancto Ioseph (in saec.: Aemilia Echevarrı́a Fernández), die 5 mensis Aprilis anno 1881 in loco, qui vulgo Dicastillo, intra fines archidioecesis Pampilonensis, in lucem edita, temporaria vota die 31 mensis Decembris anno 1905, perpetua vero die 10 mensis Februarii anno 1911 nuncupaverat. 12. Sulpicia a Bono Pastore (in saec.: Dionysia Rodrı́guez Anta), die 14 mensis Novembris anno 1890 in loco, quem appellant, Cerecinos de Campos, in dioecesi Zamorensi, nata, simplici votorum formula die 29 mensis Novembris 624 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale anno 1914, perpetua vero die 7 mensis Decembris anno 1918 semetipsam Deo mancipaverat. 13. Maria Prima a Iesu (in saec.: Maria Prima Ipina Malzárraga), die 9 mensis Iunii anno 1888 ad vallem de Orozco, in sacra dicione Victoriensi, in lucem edita, temporaria vota die 27 mensis Augusti anno 1916, perpetua vero die 11 mensis Decembris anno 1921 nuncupaverat. 14. Bellarmina a Iesu (in saec.: Bellarmina Pérez Martı́nez), die 26 mensis Septembris anno 1899 in loco, qui vulgo Villarejo de Orbigo, in dioecesi Asturicensi, nata, temporaria vota die 13 mensis Iunii anno 1926, perpetua vero die 11 mensis Augusti anno 1929 nuncupaverat. 15. Symphorosa a S. Familia (in saec.: Symphorosa Dı́az Fernández), die 23 mensis Martii anno 1892 in loco, quem vocant, Novales, in dioecesi Santanderiensi, orta, temporaria vota die 6 mensis Iulii anno 1919, perpetua vero die 1 mensis Maii anno 1925 nuncupaverat. 16. Purificatio a Maria (in saec.: Maria a Purificatione Martı́nez Vera), die 15 mensis Iunii anno 1910 in pago dioecesis Turiasonensis, vulgo Añavieja, in lucem edita, die 7 mensis Maii anno 1933 temporariis nuncupatis votis se obligaverat. 17. Iosepha a Iesu (in saec.: Iosepha Boix Riera) die 22 mensis Februarii anno 1893 in loco, quem appellant Angles, in dioecesi Gerundensi, nata est. Notandum quod interciderunt documenta de eius vita consecrata. B. Filiae Domus recensentur: 18. Maria ab Angelis (in saec.: Maria a Mercede Tuñi Ustech), die 17 mensis Iunii anno 1888 Gerundae in lucem edita, quae, in Gerundensi sodalitate aliquantisper commorata, anno 1925 Matritum se moverat. 19. Ruperta (in saec.: Maria Concepta Vázquez Áreas), anno circiter 1871 in loco, qui vulgo Bóveda, intra fines dioecesis Lucensis in Hispania, orta, anno 1898 in Institutum ascita erat. 20. Herlinda (in saec.: Aurea González Fernández), anno 1904 in pago Sancti Andreae, in dioecesi Santanderiensi, nata, anno 1930 Instituto se addixerat. 21. Philippa Gutiérrez Garay, quae, anno 1861 in Caesaraugustana dicione in lucem edita, Matritensis sodalitatis erat. 22. Caecilia Iglesias del Campo, quae et ipsa Matritensis sodalitatis erat. Congregatio de Causis Sanctorum 625 23. Magdalena Pérez, quae, in educandarum puellarum sede, quam Adoratrices apud locum vulgo dictum Alcalá de Henares administrabant, alinquantisper commorata, ad Matritensem sodalitatem migraverat. Has omnes cum populus Dei pro martyribus fidei haberet, cumque eiusmodi opinio labentibus annis increbresceret, Matritensis Episcopus animum induxit ut Causae beatifı́cationis seu declarationis martyrii initium faceret, et vero per Processum Ordinarium, qui ab anno 1950 ad annum 1952 conditus est. Huius autem Processus vim haec Congregatio de Causis Sanctorum ratam habuit per decretum die 3 mensis Iulii anno 1992 latum. Positione confecta, disceptatum est de more super adserto praefatarum Famularum Dei martyrio. Die vero 25 mensis Februarii anno 2006 habitus est, felici quidem cum exitu, Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum. Purpurati denique Patres et Antistites, in Sessione Ordinaria quae die 16 mensis Ianuarii vertentis anni 2007 gesta est, audita relatione Exc.mi Dni. Salvatoris Boccaccio, Frusinatensis-Verulani-Ferentini Episcopi, Causae Ponentis, professi sunt Sororem Emamanuelam a Corde Iesu eiusque XXII Socias ob suam erga Christum fidelitatem interfectas esse. De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinali Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Benedictus XVI, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servarum Dei Emmanuelae a Corde Iesu (in saec.: Emmanuelae Arriola Uranga), Religiosae Professae Congregationis Ancillarum Adoratricum SS.mi Sacramenti et Carı̀tatis, et XXII Sociarum, in casu et ad effectum de quo agitur. Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 626 TOKIENSIS et ALIARUM Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servorum Dei Petri Kibe Kasui Sacerdotis professi Societatis Iesu et CLXXXVII Sociorum Sacerdotum, Religiosorum et Christifidelium laicorum († 1603-1639) DECRETUM SUPER MARTYRIO « Adiuvante gratia, vitis nostris Christum ac Sanctam Ecclesiam Romanam testificandi desiderio flagramus ». Quae in epistulis collectivis Summo Pontifici Paulo V a catholicis peninsulae Scimabarensis anno 1620 missis conscripta sunt verba, mirabiliter christifidelium Iaponiensium fidelitatem erga Christum et Apostolicam Sedem exprimunt. Inter eos peculiariter emicuerunt Petrus Kibe Kasui et 187 Socii eius, omnes Iaponienses natione, qui, annis 1603-1639, a regimine supremorum ducum propter eorum nomen christianum peracriter vexati sunt. Quamquam enim, si Christi fidem abiuravissent, se salvos facere potuissent, emori tamen maluerunt potius quam vinculum cum Divino Redemptore denegare, per hoc testimonium vinculum vero illud unitatis Ecclesiae Iaponiensis cum Romano Pontifice roborantes. Omnium erant condicionum socialium statuum vitae: religiosi, catechistae, paterfamilias et materfamilias, pueri et samurai, nobiles scilicet qui tantum publicis muneribus vel armorum artibus fungi poterant. Diversis in adiunctis et locis, qui hodie vero ad dioeceses Tokiensem, Fukuokaënsem, Hiroshimaënsem, Kagoshimaënsem, Nagasakiensem, Kyotensem, Niigataënsem et Osakensem pertinent, extrema passi sunt, una autem eorum omnibus voluntas fuit vitam terrenam pro amore Domini sacrificandi. Ex his 4 sunt sodales e Societate Iesu, unus ex Ordine Fratrum Sancti Augustini et 183 christifideles laici. A. Religiosi: 1. Petrus Kibe Kasui: anno 1587 natus est. Presbyter e Societate Iesu factus, ob apostolicam suam navitatem in Regno Sendai anno 1638 captus est. In civitatem Edum, hodie Tokyo, translatus ubi martyrium passus est mense Iulio anno 1639. Ante mortem Socios exhortabatur ut firmi in fide subsisterent. Congregatio de Causis Sanctorum 627 2. Nicolaus Keian Fukunaga: anno circiter 1570 ortus, anno 1580 baptismum recepit. Ex illustri familia natus, vetusta fama artibus armorum et publicis muneribus functa, professionem religiosam in Societate Iesu emisit. Anno autem 1633 in regione Omuraënsi in vincula coniectus est et in extremis mensis Iulii interemptus. 3. Iulianus Nakaura Jingorō: Nakaurae prope Nagasakium anno 1568 natus, presbyter fuit e Societate Iesu. In fine anni 1632 Kokurae in vincula coniectus, martyrium passus est mense Octobri anno 1633. 4. Didacus Yūki Ryōsetsu: Hiroshimae anno 1574 natus, presbyter fuit e Societate Iesu. Osakae ad annos 1635-1636 in vincula coniectus, martyrium passus est mense Februario anno 1636. 5. Thomas a Sancto Augustino Kintsuba Jihyōe: prope Omuram anno circiter 1600 natus, presbyter fuit ex Ordine Fratrum Sancti Augustini. Mense Novembri anno 1636 Nagasakii in vincula coniectus, anno 1637 interemptus est. B. Christifideles Laici: 6. Ioannes Haramondo No Suke, annorum 49, e Tertio Ordine Sancti Francisci, samuraus. 7-9. Ioannes Minami Gorōzaemon, annorum 33, samuraus; Magdalena, eius mulier, et ipsa annorum 33; et Aloisius, filius eorum, annorum 7. 10 -12. Simon Takeda Gohyōe, annorum 33, samuraus; Agnes, eius mulier, annorum 30; et Ioanna, mater Simonis, annorum 55. 13. Ioachimus Watanabe Jirōzaemon, annorum 54, catechista. 14 -15. Michaël Mitsuishi Hikoemon, annorum 50, catechista; et Thomas, filius eius, annorum 13. 16 -17. Ioannes Hattori Jingorō, annorum 39, catechista; et Petrus, filius eius, annorum circiter 6. 18. Adamus Arakawa, annorum 60, catechista. 19-21. Didacus Kagayama Hayato, praefectus urbis Kokurae, samuraus, annorum 54; Balthasar Kagayama Hanzaemon, propinquus eius, cum filio suo Didaco, annorum 4. 22-36. Ogasawarus Gen’ya Yosaburō, samuraus; Maria Miya, mulier eius; et filii eorum Genpachius, Marus, Kurius, Sasaemon, Sayuemon, Shirus, Gorus, Tsuchius, Gonnosukeius et quattuor domestici, quorum vero nescitur nomen. 628 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 37. Melchior Kumagai Motonao, samuraus. 38. Damianus, annorum circiter 45, catechista, caecus. 39. Franciscus Tōyama Jintarō, annorum 24, e Tertio Ordine Sancti Francisci, samuraus. 40. Matthias Shōbara Ichizaemon, annorum 34. 41. Ioachmus Kurōemon, annorum 65, catechista. 42. Leo Saisho Shichiemon Atsutomo, annorum 39, e Tertio Ordine Fratrum Praedicatorum, samuraus. 43-44. Gaspar Nishi Genka, annorum 54; et Ursula, annorum 54, mulier eius, catechista. 45. Ioannes Nishi Mataishi, annorum 24. 46-47. Hadrianus Takahashi Mondo, samuraus; et Ioanna, mulier eius. 48-51. Leo Hyashida Sukeemon, samuraus; Martha, mulier eius; necnon Magdalena, annorum 19, et Didacus, annorum 12, filii eorum. 52-53. Leo Taketomi Kan’emon, samuraus; et Paulus, filius eius. 54-57. Paulus Uchibori Sakuyemon, annorum 47, samuraus; et filii eius Balthasar et Antonius, annorum 18, atque Ignatius, annorum 5. 58. Gaspar Kisaemon. 59. Maria Mine. 60. Gaspar Nagai, samuraus. 61. Aloisius Shinzaburō. 62-64. Dionysius Saiki Tenka; Aloisius, filius eius; et Damianus Ichiyata, nepos. 65-66. Leo Nakayama Sōkan, samuraus; et Paulus, filius eius. 67. Ioannes Kyūzaki. 68. Ioannes Heisaku. 69. Thomas Shingorō, annorum 52. 70. Alexius Shohachi. 71. Thomas Kōndo Hiōyemon, annorum 63. 72. Ioannes Araki Kanshichi, annorum 34. 73. Ioachimus Mine Sukedayu, annorum 60, syndicus civitatis Kuchinotsu. 74. Paulus Nishida Kyuha, annorum 74, samuraus. 75. Maria de Shimabara, annorum 36. Congregatio de Causis Sanctorum 629 76. Ioannes Matsutake Chōzaburō, annorum 38, samuraus. 77. Bartholomaeus Baba Han’emon, annorum 53, syndicus civitatis Fukae. 78. Aloisius Sukeemon, annorum 37. 79. Paulus Onizuka Magoemon, annorum 64. 80-82. Aloisius Hayashida Sōka, annorum 67; Magdalena, mulier eius; et Paulus, filius eorum. 83. Michaël Kusuriya, pharmacopola, bonus samaritanus Nagasakii nuncupatus. 84-90. Ioannes Hashimoto Tahyōe, samuraus; Thecla, mulier eius; et Catharina, Thomas, Franciscus, Petrus et Ludovica, filii eorum. 91. Thomas Kian. 92. Thomas Ikegami. 93-94. Linus Rihyōe et Maria, mulier eius. 95. Cosmas de Iamashiro. 96. Antonius Dōmi. 97. Ioachimus Ogawa. 98-100. Ioannes Kyūsaku; Magdalena, mulier eius; et Regina, annorum 2, filia eorum. 101-102. Thomas Koshima Shinshirō et Maria, mulier eius. 103. Gabriel de Owari. 104 -105. Maria de Iamashiro et Monica, filia eius. 106 -107. Martha de Kawachi et Benedictus, filius eius, annorum 2. 108 -109. Maria de Tamba et Xystus, filius eius, annorum 3. 110. Monica de Mino. 111-112. Thomas Tōemon et Lucia, mulier eius. 113 -114. Rufina de Owari et Martha, filia eius, annorum 7. 115. Monica de Ōmi. 116, Emmanuel Kosaburō. 117-118. Anna Kajiya et Thomas, filius eius. 119. Agatha de Ōmi. 120. Maria Chūjō. 121-122. Hieronymus Sorōku et Lucia, mulier eius. 123 -124. Ioannes Sakurai et Ursula, mulier eius. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 630 125. Mancius Kyūjiro. 126. Aloisius Matagorō. 127-128. Leo Kyūsuke et Martha, mulier eius. 129 -130. Mancia de Ōmi et Lucia, filia eius, annorum 3. 131. Magdalena de Owari. 132. Didacus Thūzu. 133. Franciscus Shōzaburō. 134. Franciscus de Miyako. 135. Maria de Tamba. 136 -139. Aloisius Amagasu Uemon, samuraus; Michaël, filius eius; Dominica, nurus eius; et Iusta, nepos eius, annorum 3. 140 -146. Vincentius Kurogane Ichibyōe; Thecla, mulier eius; Lucia, filia eorum, modo unius anni; et Maria Itō, Marina Chōbo, Petrus Yahyōe et Matthias Hikosuke, domestici eorum. 147-148. Timotheus Ōbasama Jirōbyōe, pauper samuraus, et Lucia, mulier eius. 149. Ioannes Gorōbyōe. 150. Ioachimus Saburōbyōe. 151-153. Ioannes Banzai, samuraus; Aurea, mulier eius; et Antonius, filius eorum. 154 -157. Paulus Sanjurō; Rufina, mulier eius; et filii eorum Paulus, annorum 5, et Martha, annorum 3. 158 -159. Simon Takahashi Jin’emon, samuraus, et Thecla, filia eius, annorum 13. 160. Paulus Nishihori Shikibu, annorum 31, samuraus. 161-162. Aloisius Jin’emon, annorum 80, samuraus, et Anna, mulier eius. 163 -164. Mancius Yoshino Han’emon, samuraus, et Iulia, mulier eius. 165 -169. Antonius Anazawa Han’emon, samuraus; Crescentia, mulier eius; et filii eorum Paulus et Romanus, annorum 14, atque Michaël, annorum 13. 170 -172. Andreas Yamamoto Shichiemon, samuraus; Maria, mulier eius; et Ursula, filia eorum, annorum 3. 173 -174. Ignatius Iida Soemon, samuraus, et Lucia, mulier eius. 175 -177. Ioannes Arie Kiemon, samuraus; Magdalena, mulier eius; et Petrus, filius eorum. Congregatio de Causis Sanctorum 631 178 -181. Alexius Satō Seisuke, samuraus; Lucia, mulier eius; Isabella, filia eorum, annorum 3; et Paulus Sato Matagorō, frater Alexii. 182-185. N. Shichiyaemon, samuraus; Magdalena, mulier eius; et eorum filiae, annorum 5 et 3. 186 -188. Alexius Choemon, samuraus; Candidus ’Bōzu’, adfinis eius, annorum 14; et Ignatius, propinquus Candidi, modo unius anni. Populus Dei omnes eos uti veros martyres fidei habuit. Anno 1981, adiunctis secundis, Causa beatificationis seu declarationis martyrii inita est ab Archiepiscopo Tokiensi, qui Inquisitionem dioecesanam celebravit, cuius auctoritas et vis iuridica a Congregatione de Causis Sanctorum decreto diei 2 mensis Maii anno 1997 probatae sunt. Prospero cum exitu facti sunt, die 7 mensis Decembris anno 2004, Congressus Peculiaris Consultorum Historicorum et, die 5 mensis Maii anno 2006, Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum. Die 6 mensis Februarii anno 2007, Ponente Causae Em.mo Stephano Card. Fumio Hamao, acta est Sessio Ordinaria Patrum Cardinalium et Episcoporum, qui agnoverunt Servos Dei Petrum Kibe Kasui et 187 Socios propter fidelitatem suam Christo oblatam martyrium passos esse. De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinali Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Benedictus XVI, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servorum Dei Petri Kibe Kasui, Sacerdotis professi Societatis Iesu, et CLXXXVII Sociorum, Sacerdotum, Religiosorum et Christifidelium Laicorum, in casu et ad effectum de quo agitur. Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 632 MATRITENSIS et ALIARUM Beatificationis seu declarationis Martyrii Servorum Dei Avellini Rodrı́guez Alonso, Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Sancti Augustini et XCVII Sociorum eiusdem Ordinis necnon VI ex Clero dioecesano († 1936) DECRETUM SUPER MARTYRIO « Omnis ergo qui confitebitur me coram hominibus, confitebor et ego eum coram Patre meo, qui est in caelis » (Mt 10, 32). Servi Dei Avellinus Rodrı́guez Alonso et 97 Socii Ordinis Fratrum S. Augustini atque quinque sacerdotes et unus diaconus cleri dioecesani coram hominibus Christum non timuerunt confiteri Dominum. Propriam dederunt fidei testificationem tum tempore pacis tum tempore vexationis quae in Hispania adversus Ecclesiam annis 1931-1939 saevierat. Iniurias et cuiuslibet generis tribulationes passi sunt atque, ob Christi amorem, vitam strenue devoverunt. Illi inter eos qui in custodiam sunt inclusi, orabant, aliis inclusis solacium ferebant et se felices ostendebant ob propriam Redemptori fidelitatem vitam immolaturi; omnes animi serenitate iniustam acceperunt condemnationem atque multi, ante mortem, Christo Regi protulerunt acclamationem. Martyrium diversis in condicionibus temporis et loci sunt passi. Super morte horum Servorum Dei quinque instituti sunt Processus diversis in Dioecesibus, videlicet: I) In archidioecesi Matritensi de occisione quaesitum est 65 Servorum Dei, omnes sodales Ordinis Fratrum S. Augustini. Nominatim: A) Occisi die 28 mensis Novembris anno 1936, in Paracuellos de Jarama: 1. Avellinus Rodrı́guez Alonso. In Santiagomillas (Asturicensi in dioecesi) die 9 mensis Novembris anno 1879 est ortus. Vocatione ad vitam consecratam percepta, in Ordinem ingressus est Fratrum S. Augustini. Religiosam induit vestem anno 1896, sequenti anno simplicia vota nuncupavit et sollemnia anno 1900. Praescripto itinere impleto, ordinationem accepit sacerdotalem anno 1904. Varia exercuit officia, inter quae vices gerentis rectoris Universitatis Escurialensis Mariae Christinae, deinde vero rectoris Collegii Congregatio de Causis Sanctorum 633 Alfonsi XII, definitoris et postremo moderatoris provinciae. Iterum ad idem munus obeundum die 11 mensis Iulii anno 1936 est electus. 2. Benedictus Alcalde González, sacerdos, aetatis annos 53. 3. Sabinus Rodrigo Fierro, sacerdos, aetatis annos 61. 4. Bernardinus Alvarez Melcón, sacerdos, aetatis annos 33. 5. Samuel Pajares Garcı́a, sacerdos, aetatis annos 29. 6. Emmanuel Alvarez Rego, sacerdos, aetatis annos 28. 7. Balbinus Villarroel Villarroel, sacerdos, aetatis annos 26. 8. Sennen Garcı́a González, sacerdos, aetatis annos 31. 9. Lucinius Ruiz Valtierra, philosophiae alumnus, aetatis annos 21. 10. Iosephus Peque Iglesias, theologiae alumnus, aetatis annos 21. 11. Ioannes Baldajos Pérez, laicus professus, aetatis annos 64. 12. Marcus Pérez Andrés, aspirans, aetatis annos 19. B) Occisi die 30 mensis Novembris anno 1936, in Paracuellos de Jarama: 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. Marianus Revilla Rico, sacerdos, aetatis annos 49. Ioannes Monedero Fernández, sacerdos, aetatis annos 55. Benedictus Rodrı́guez González, sacerdos, aetatis annos 63. Michaël Cerezal Calvo, sacerdos, aetatis annos 65. Augustinus Renedo Martino, sacerdos, aetatis annos 66. Franciscus Marcos del Rı́o, sacerdos, aetatis annos 62. Iosephus Antonius Fariña Castro, sacerdos, aetatis annos 57. Gerardus Gil Leal, sacerdos, aetatis annos 65. Constantinus Malumbres Francés, sacerdos, aetatis annos 64. Benedictus Garnelo Alvarez, sacerdos, aetatis annos 60. Ioannes Sánchez Sánchez, sacerdos, aetatis annos 54. Ioachimus Garcı́a Ferrero, sacerdos, aetatis annos 52. Benedictus Velasco Velasco, sacerdos, aetatis annos 52. Aloisius Suárez Valdés, sacerdos, aetatis annos 62. Iulianus Zarco Cuevas, sacerdos, aetatis annos 49. Melchior Martı́nez Antuña, sacerdos, aetatis annos 47. Stephanus Garcı́a Suárez, sacerdos, aetatis annos 45. Matthias Espeso Cuevas, sacerdos, aetatis annos 35. Arturus Garcı́a de la Fuente, sacerdos, aetatis annos 34. Heliodorus Merino Merino, sacerdos, aetatis annos 35. Conradus Rodrı́guez Gutiérrez, sacerdos, aetatis annos 35. Petrus de la Varga Delgado, sacerdos, aetatis annos 32. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 634 35. Petrus Martı́nez Ramos, sacerdos, aetatis annos 34. 36. Damasus Arconada Merino, sacerdos, aetatis annos 32. 37. Iesus Largo Manrique, sacerdos, aetatis annos 24. 38. Nemesius Garcı́a Rubio, diaconus, theologiae alumnus, aetatis annos 24. 39. Dionysius Terceño Vicente, diaconus, theologiae alumnus, aetatis annos 24. 40. Iosephus López Piteira, diaconus, theologiae alumnus, aetatis annos 23. 41. Iulius Marcos Rodrı́guez, theologiae alumnus, aetatis annos 22. 42. Iosephus Gando Uña, theologiae alumnus, aetatis annos 26. 43. Nemesius Dı́ez Fernández, diaconus, theologiae alumnus, aetatis annos 23. 44. Marcus Guerrero Prieto, theologiae alumnus, aetatis annos 21. 45. Petrus Carvajal Pereda, laicus professus, aetatis annos 24. 46. Iosephus Noriega González, theologiae alumnus, aetatis annos 21. 47. Ramirus Alonso López, philosophiae alumnus, aetatis annos 21. 48. Maximus Valle Garcı́a, philosophiae alumnus, aetatis annos 21. 49. Bernardinus Calle Franco, philosophiae alumnus, aetatis annos 20. 50. Iulius Marı́a Fincias, philosophiae alumnus, aetatis annos 20. 51. Franciscus Fuente Puebla, philosophiae alumnus, aetatis annos 20. 52. Petrus Simón Ferrero, philosophiae alumnus, aetatis annos 20. 53. Victor Cuesta Villalba, philosophiae alumnus, aetatis annos 19. 54. Iosephus Antonius Pérez Garcı́a, philosophiae alumnus, aetatis annos 18. 55. Romanus Martı́n Mata, philosophiae alumnus, aetatis annos 18. 56. Michaël Iturrarán Laucirica, philosophiae alumnus, aetatis annos 18. 57. Aloisius Abia Melendro, philosophiae alumnus, aetatis annos 17. 58. Macarius Sánchez López, laicus professus, aetatis annos 52. 59. Iosephus Maria Dalmau Regas, laicus professus, aetatis annos 50. 60. Richardus Marcos Reguero, laicus professus, aetatis annos 45. 61. Thomas Sánchez López, laicus professus, aetatis annos 46. 62. Gerardus Pascual Mata, alumnus, aetatis annos 21. 63. Isidorus Mediavilla Campos, laicus professus, aetatis annos 23. C) Occisus die 24 mensis Iulii anno 1936, prope Leganés: 64. Iosephus Esnaola Urteaga, sacerdos, aetatis annos 43. Congregatio de Causis Sanctorum 635 D) Occisus die 30 mensis Augusti anno 1936, sub urbem Matritensem: 65. Antonius Maria Arriaga Anduinza, theologiae alumnus, aetatis annos 33. II) In Conchensi dioecesi quaesitum est de occisione 11 Servorum Dei, 10 videlicet sodalium Ordinis Fratrum S. Augustini atque unius sacerdotis dioecesani. Nominatim: A) Occisi nocte inter dies 27 et 28 mensis Iulii anno 1936, prope Belinchón, in Conchensi dioecesi: 66. Iosephus Gutiérrez Arranz, sacerdos, aetatis annos 53. 67. Iosephus Aurelius Calleja del Hierro, sacerdos, aetatis annos 35. 68. Henricus Serra del Chorro, sacerdos, aetatis annos 37. 69. Antolinus Astorga Dı́ez, sacerdos, aetatis annos 30. 70. Vincentius Toledano Valenciano, sacerdos dioecesanus, aetatis annos 35. B) Occisi die 28 mensis Iulii anno 1936, prope Vallecas, in dioecesi Matritensi: 71. 72. 73. 74. Laurentius Arribas Palacio, sacerdos, aetatis annos 56. Primitivus Sandı́n Miñambres, sacerdos, aetatis annos 43. Petrus Alonso Fernández, sacerdos, aetatis annos 48. Froilanus Lanero Villadangos, sacerdos, aetatis annos 26. C) Occisi die 21 mensis Septembris anno 1936, prope coemeterium Conchense: 75. Hyacinthus Martı́nez Ayuela, sacerdos, aetatis annos 54. 76. Nicolaus de Mier Francisco, sacerdos, aetatis annos 33. III) Ovetensi in archidioecesi quaesitum est de occisione 9 Servorum Dei, omnium videlicet sodalium Ordinis Fratrum S. Augustini. Nominatim: A) Occisus nocte inter dies 14 et 15 mensis Augusti anno 1936, in Las Caldas: 77. Severianus Montes Fernández, sacerdos, aetatis annos 49. B) Occisi inter dies 24 et 27 mensis Augusti anno 1936 in Gijón: 78. Florentius Alonso Ruiz, sacerdos, aetatis annos 47. 79. Ioannes Pérez Rodrı́guez, sacerdos, aetatis annos 59. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 636 C) Occisus inter dies 3 et 6 mensis Septembris anno 1936, in Gijón: 80. Vidal Ruiz Vallejo, sacerdos, aetatis annos 44. D) Occisi die 28 mensis Octobris anno 1936, Santanderiensi in urbe: 81. Claudius Iulianus Garcı́a San Román, sacerdos, aetatis annos 32. 82. Leontius Lope Garcı́a, laicus professus, aetatis annos 34. E) Occisi die 18 mensis Decembris anno 1936, Santanderiensi in urbe: 83. Michaël San Román Fernández, sacerdos, aetatis annos 57. 84. Eugenius Cernuda Febrero, sacerdos, aetatis annos 36. F) Occisus inter dies 21 et 22 mensis Decembris anno 1936, Santanderiensi in urbe: 85. Epiphanius Gómez Alvaro, sacerdos, aetatis annos 62. IV) Dioecesi in Malacitana quaesitum est de occisione 6 Servorum Dei, 4 videlicet sodalium Ordinis Fratrum S. Augustini, unius sacerdotis dioecesani atque unius diaconi. Nominatim: A) Occisus die 15 mensis Augusti anno 1936, Malacae: 86. Emmanuel Formigo Giráldez, sacerdos, aetatis annos 42. B) Occisi inter dies 24 et 25 mensis Augusti anno 1936, Malacae: 87. Fortunatus Merino Vegas, sacerdos, aetatis annos 44. 88. Aloisius Gutiérrez Calvo, laicus professus, aetatis annos 48. C) Occisus die 21 mensis Septembris anno 1936 Malacae: 89. Didacus Hompanera Parı́s, laicus professus, aetatis annos 24. D) Occisus inter dies 30 et 31 mensis Augusti anno 1936, Malacae: 90. Henricus Vidaurreta Palma, sacerdos dioecesanus, aetatis annos 40. E) Occisus die 15 mensis Novembris anno 1936, in Alora: 91. Ioannes Duarte Martı́n, diaconus dioecesanus, aetatis annos 24. Congregatio de Causis Sanctorum 637 V) Albasitensi in dioecesi quaesitum est de occisione 13 Servorum Dei, 10 videlicet sodalium Ordinis Fratrum S. Augustini et 3 sacerdotum dioecesanorum. Nominatim: A) Occisi die 5 mensis Augusti anno 1936, prope Caudete: 92. Gabinus Olaso Zabala, sacerdos, aetatis annos 67. 93. Angelus Pérez Santos, sacerdos, aetatis annos 59. 94. Victor Gaitero González, sacerdos, aetatis annos 65. 95. Anastasius Dı́ez Garcı́a, sacerdos, aetatis annos 59. 96. Cyprianus Polo Garcı́a, sacerdos, aetatis annos 56. 97. Aemilius Camino Noval, sacerdos, aetatis annos 59. 98. Philippus Barba Chamorro, sacerdos, aetatis annos 63. 99. Aloisius Blanco Alvarez, laicus professus, aetatis annos 48. 100. Lucianus Ramos Villafruela, laicus professus, aetatis annos 52. 101. Ubaldus Revilla Rodrı́guez, laicus professus, aetatis annos 51. B) Occisus medio mense Novembri anno 1936, prope Almansa (Albasiti): 102. Emmanuel Dı́az Sánchez, sacerdos dioecesanus, aetatis annos 57. C) Occisus nocte diei 12 Septembris anno 1936, prope Hellin (Albasiti), pagum ubi fuit archipresbyter: 103. Fortunatus Arias Sánchez, sacerdos dioecesanus, aetatis annos 44. D) Occisus die 24 mensis Augusti anno 1936, prope El Pozuelo (Albasiti): 104. Rigobertus De Anta y Barrio, sacerdos dioecesanus, aetatis annos 42. Populus Dei omnes illos veluti veros fidei martyres putavit. Eiusmodi fama decursu annorum confirmabatur, qua de causa Episcopi inducti sunt ut Causas inciperent beatificationis seu declarationis martyrii instruentes Processus Ordinarios annis 1950-1964. Decreto diei 27 mensis Aprilis anno 1990 Congregatio de Causis Sanctorum unificationem disposuit istarum Causarum. Iuridica Processuum validitas per diversa decreta, omnia anno 1991 prodita, est recognita. Parata Positione, de martyrio Servorum Dei ad normam disceptatum est. Positivo cum exitu, die 11 mensis Martii anno 2005 habitus est Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum. Patres Cardinales et Episcopi in Sessione Ordinaria diei 19 mensis Decembris anni 2006, relatione audita Ponentis Causae, Exc.mi Domini Xaverii Echevarrı́a Rodrı́- Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 638 guez, Episcopi titularis Cilibiensis, agnoverunt Servos Dei Avellinum Rodrı́guez Alonso et 97 Socios O.S.A. atque 5 Sacerdotes et 1 Diaconum cleri dioecesani interemptos esse ob propriam erga Christum fidelitatem. De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinali Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Benedictus XVI, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servorum Dei Avellini Rodrı́guez Alonso, Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Sancti Augustini, et XCVII Sociorum eiusdem Ordinis necnon VI ex Clero dioecesano, in casu et ad effectum de quo agitur. Voluit autem Sanctitas Sua ut hoc decretum publici iuris fieret et in acta Congregationis de Causis Sanctorum referretur. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis LINCIENSIS Beatificationis seu declarationis Martyrii Servi Dei Francisci Jägerstätter, Christifidelis laici (1907-1943) DECRETUM SUPER MARTYRIO « Salvatori nostro gratias refero, quoniam pro Eo pati valui et pro Eo mori potero ». Verba haec, quae quibusdam in litteris Dei Servus Franciscus Jägerstätter ad uxorem paulo ante mortem scripserat, ostendunt eius animum quo pro Christo vitam immolavit. Ille enim, certior factus Deo oboedire potius quam hominibus oportere (cfr Act 5, 29), non indulsit placitis regiminis nazistae, prorsus alienis a principiis christianis, quae studiose observabat. Renuit itaque militiam exsequi apud exercitum Germanum, iniusto bello intentum; quam negationem morte luere debuit, terrenam vitam immolans propter Congregatio de Causis Sanctorum 639 Dominum diligendum. Priusquam martyrium subiret, occissoribus ignovit et proprias tribulationes liberaliter obtulit ad expianda hominum peccata. Hic testis Christi natus est in oppido vulgo St. Radegund, in Austria, die 20 mensis Maii anno 1907. Inter annos 1927-1931 in regionibus Bavariae et Styriae opus navabat, prius apud quandam villam, deinde apud metallum. Tandem domum redux, curavit villam familiarem. Iuvenis vitam potius dissolutam gessit et anno 1933 naturalem habuit filiam. Hanc puellulam ut filiam agnovit, eamque secum ferre voluit, mater tamen eam secum excipere maluit. Die 9 mensis Aprilis anno 1936 uxorem duxit Franciscam Schwanninger, profunda fide praeditam. Exemplum uxoris compulit eum ad catholicam fidem amplectendam vitamque mutandam. Hanc novam vitam incepit sacrificium eucharisticum cotidie participando ac publice orando, quin de hoc erubesceret. Legere consueverat Sacram Scripturam, Catechismum nec non varia scripta de re spirituali, praesertim vitam sanctorum, quos imitari nitebatur in itinere ad perfectionem. Cultum nutrivit erga Sacrum Cor Iesu et Beatissimam Virginem Mariam. Nullo umquam tempore inconsideratas cepit decisiones, et antequam magni ponderis optiones caperet, orabat, paenitentiam agebat et a suo spirituali moderatore consilium quaerebat. Ex eius matrimonio tres natae sunt filiae, quas per Christi vias verbo et opere duxit. Studiose et honeste rusticanam operam et officium aeditui explicavit, atque munera proprii status diligenter explevit. Aperte profitebatur se ad Ecclesiam pertinere et adversus neopaganismum nationalsocialistam audacter se constituit. Pecuniam colligere recusavit pro factione nazista, nec accipere voluit subsidia quae gubernium offerebat familiis plurium fı́liorum. Anno 1938, quo tempore Austria adiungebatur ad Germaniam, minime timuit ne hanc propriam oppositionem declararet. Mense Iunio anno 1940 ad militiam vocatus est, nihilominus paucos post dies necessarius iudicatus est ad propria terrena gerenda, quapropter domum redire potuit. Sequenti mense Octobri iterum vocatus est; ne quidem intra muros exercitus timebat suam fidem aperte profiteri. Qua de causa plures subire debuit vexationes, immo prohibebatur ne missam participaret; ille tamen, ad eandem participandam, non dubitabat saepta superare et absque licentia e castris exire. Die 8 mensis Decembris anno 1940 nomen dedit Tertio Ordini Franciscano. Anno 1941 vacationem militiae rursus obtinuit, quoniam necessarius erat ad gerendam operam suam. 640 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Mense Februario anno 1943 tertio vocatus est ad militiam, quam ipse iudicavit omnino alienam a statu suae christianae fidei. Idcirco pro Tertio Reich pugnare recusavit, plene tamen conscius de periculis obeundis, ita ut ipso tempore quo instrumentum subsignabat convocationis ad arma, assereret: « Hoc actu subscribo quoque meam poenam capitalem ». Promptum tamen se praebuit ad operam praestandam apud valetudinarium exercitus, ut auxilium dolentibus ferret. Sed hoc eius propositum acceptum non est. Mense Martio anno 1943 comprehensus est et translatus in vincula prius urbis Linciae ac deinde Berolini. Degens in carcere vexationes pertulit et tormenta, ut a fide catholica deficere cogeretur; ille tamen firmiter sese opposuit, spe nisus aeternam vitam assequendi. In oratione ac maxime in recitatione sancti Rosarii vim reperiebat ad sic acerbam oppetendam tribulationem. Die 6 mensis Iulii anno 1943 morte damnatus est et, reconciliationis sacramento et infirmorum unctione refectus, Brandeburgi capitis amputationem passus est die 9 sequentis mensis Augusti. Desiderium significaverat mortem subeundi ante sollemnitatem Assumptionis Beatissimae Mariae Virginis, ut caelesti in gloria eam excoleret. Populus Dei statim putavit eum verum fidei martyrem. Confirmatio huius famae annorum decursu Episcopum Linciensem compulit ut anno 1999 Causam iniret beatifı́cationis seu declarationis martyrii, instruens Inquisitionem dioecesanam, interrogatis antea, annis nempe 1989-1996, quibusdam testibus « ne pereant probationes ». Iuridicam huius Inquisitionis validitatem adprobavit haec Congregatio de Causis Sanctorum per decretum diei 3 mensis Octobris anno 2003. Exarata Positione, disceptatum est, ut de more, de asserto martyrio Servi Dei. Prospero cum exitu, die 31 mensis Martii anno 2006 actus est Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum. Patres Cardinales et Episcopi, in Sessione Ordinaria die 20 mensis Februarii huius anni 2007 congregati, audita relatione Ponentis Causae, Exc.mi D.ni Pauli Iosephi Cordes, Archiepiscopi titulo Naissitani, agnoverunt Servum Dei Franciscum Jägerstätter in odium fidei interemptum esse. De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinali Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Benedictus XVI, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servi Dei Francisci Jägerstätter, Christifidelis laici, in casu et ad effectum de quo agitur. Congregatio pro Episcopis 641 Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D. 2007. Iosephus card. Saraiva Martins Praefectus L. e S. e Michaël Di Ruberto archiep. tit. el. Biccarensis a Secretis CONGREGATIO PRO EPISCOPIS GOIASENSIS et SANCTI ALOISII DE MONTES BELOS de finium mutatione DECRETUM Quo aptius christifidelium pastorali curae consuli possit, Exc.mi PP. DD. Eugenius Lambertus Adrianus Rixen, Episcopus Goiasensis, et Carmelus Scampa, Episcopus Sancti Aloisii de Montes Belos, unanimo consensu ab Apostolica Sede expostulaverunt, ut circumscriptionum sibi concreditarum fines aliquantulum immutarentur. Congregatio pro Episcopis, praehabito favorabili voto Exc.mi P.D. Laurentii Baldisseri, Archiepiscopi titulo Diocletianensis et in Brasilia Apostolici Nuntii, rata huiusmodi immutationem christifidelium bono profuturam, vigore specialium facultatum sibi a Summo Pontifice Benedicto, Divina Providentia PP. XVI, tributarum, oblatis precibus annuendum censuit. Quapropter, hoc Decreto, perinde valituro ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent, a dioecesi Goiasensi integrum territorium fere paroeciae « São Sebastião » in « Adelândia » distrahit idque dioecesi Sancti Aloisii de Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 642 Montes Belos assignat, mutatis, hac ratione, utriusque ecclesiasticae circumscriptionis finibus. Ad clerum quod attinet eadem Congregatio statuit ut simul ac praesens Decretum ad effectum deductum fuerit sacerdotes Ecclesiae illi censeantur adscripti in cuius territorio ecclesiasticum officium detinent; ceteri autem sacerdotes, clerici seminariique tirones circumscriptioni illi incardinati maneant vel incardinentur in cuius territorio legitimum habent domicilium. Quamobrem documenta et acta praefatae paroeciae clericos, fideles ac bona temporalia respicientia a Curia Goiasensi ad Curiam Sancti Aloisii de Montes Belos transmittantur. Ad haec perficienda Congregatio pro Episcopis deputat memoratum Exc.mum Apostolicum Nuntium vel, ipso a sede absente, negotiorum Sanctae Sedis in Brasilia gestorem, necessarias et opportunas eisdem tribuens facultates etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad eandem Congregationem, cum primum fas erit, authenticum exemplar actus peractae exsecutionis remittendi. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus Congregationis pro Episcopis, die 21 mensis Aprilis anno 2007. e Ioannes Baptista card. Re Praefectus e Franciscus Monterisi a Secretis L. e S. In Congr. pro Episcopis tab., n. 412/07 Congregatio pro Episcopis 643 PROVISIO ECCLESIARUM Latis decretis a Congregatione pro Episcopis, Sanctissimus Dominus Benedictus Pp. XVI, per Apostolicas sub plumbo Litteras, iis quae sequuntur Ecclesiis sacros praefecit praesules: die 6 Iunii 2007. — Cathedrali Ecclesiae Ianaubensi, R. D. Iosephum Ronaldum Ribeiro, e clero Brasiliapolitano, hactenus Vicarium Generalem eiusdem sedis et paroeciae « Dominae Nostrae Conceptionis Immaculatae » dicatae Parochum. die 12 Iunii. — Metropolitanae Ecclesiae Ludovicopolitanae, Exc.mum P.D. Iosephum Eduardum Kurtz, hactenus Episcopum Knoxvillensem. die 13 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Guaxupensi, Exc.mum P. D. Iosephum Lanza Neto, hactenus Episcopum titularem Madensem et Auxiliarem Londrinensem. — Cathedrali Ecclesiae Limeirensi, R. D. Vilson Dias de Oliveira, Congregationis Patrum Doctrinae Christianae sodalem, hactenus in dioecesi Caraguatatubensi paroeciae Dominae Nostrae « d’Ajuda » dicatae Parochum. die 15 Iunii. — Titulari Episcopali Ecclesiae Centuriensi, R.D. Franciscum Cserháti, hactenus Delegatum « ad interim » Conferentiae Episcoporum Hungariae pro migrantibus, quem constituit Auxiliarem archidioecesis Strigoniensis-Budapestinensis. die 16 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Civitatis Castelli, R. D. Dominicum Cancian, Congregationis Filiorum Amoris Misericordis sodalem eiusdemque hactenus Moderatorem. die 21 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Cauriensis-Castrorum Caeciliorum, R.D. Franciscum Cerro Chaves, e clero dioecesis Vallisoletanae, hactenus pastoralis iuventutis Delegatum. die 23 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Coslinensi-Colubreganae, Exc.mum P.D. Eduardum Dajczak, hactenus Episcopum titularem Azurensem et Auxiliarem Viridimontanensem-Gorzoviensem. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 644 die 25 Iunii. — Titulari episcopali Ecclesiae Opiterginae, R. D. Raphaëlem Farina, Archivistam et Bibliothecarium Sanctae Romanae Ecclesiae electum, quem archiepiscopali dignitate ornavit. die 27 Iunii. — Titulari Episcopali Ecclesiae Bosetanae, R.D. Franciscum Mendoza De Leon, e clero archidioecesis Manilensis, hactenus Sanctuarii archidioecesani Divinae Misericordiae Rectorem, quem deputavit Auxiliarem dioecesis Antipolensis. — Cathedrali Ecclesiae Uruguaianensi, R. D. Aloisium Albertum Dilli, O.F.M., hactenus in Brasilia provinciae Sancti Francisci Assisiensis Ordinis Fratrum Minorum Magistrum Novitiorum. — Cathedrali Ecclesiae Sancti Iosephi in Uraquaria, R. D. Arturum Eduardum Fajardo Bustamante, hactenus Seminarii interdioecesani Montisvidei Rectorem. die 28 Iunii. — Cathedrali Ecclesiae Superiorensi, R.D. Petrum Forsythe Christensen, e clero archidioecesis Paulopolitanae et Minneapolitanae, hactenus curionem paroeciae Nativitatis Domini Nostri in oppido Sancti Pauli de Minnesota. — Ecclesiae Cathedrali Marsorum, R. D. Petrum Santoro, e clero archidioecesis Theatinae-Vastensis, hactenus Vicarium Episcopalem et paroeciae « Sancti Nicolai Episcopi » Parochum. — Ecclesiae Cathedrali Miletensi-Nicotriensi-Tropiensi, R. D. Aloisium Renzo, e clero archidioecesis Rossanensis-Cariatensis, hactenus Vicarium Generalem et paroeciae Cathedralis Parochum. die 30 Iunii. — Ecclesiae Cathedrali Lucerinae-Troianae, R. D. Dominicum Cornacchia, e clero dioecesis Altamurensis-Gravinensis-Aquavivensis, hactenus paroeciae Sanctissimi Redemptoris Parochum. — Cathedrali Ecclesiae Pembrokensi, R. D. Michaëlem Mulhall, hactenus Vicarium Generalem dioecesis Peterboroughensis. — Praelaturae territoriali Ipilensi, R. D. Iulium Sullan Tonel, e clero archidioecesis Davaënsis, hactenus Vicarium Generalem eiusdem archidioecesis. — Titulari episcopali Ecclesiae Vertarensi, R. D. Castorem Osvaldum Azuaje Pérez, O.C.D., hactenus Provincialem Ordinis Fratrum Discalceato- Congregatio pro Episcopis 645 rum B. Mariae V. de Monte Carmelo in Venetiola, quem constituit Auxiliarem archidioecesis Maracaibensis. die 3 Iulii. — Cathedrali Ecclesiae Ariminensi, Exc.mum P.D. Franciscum Lambiasi, hactenus Sodalitatis ab Actione Catholica Italica Consiliarium. — Cathedrali Ecclesiae Apartadoënsi, Exc.mum P. D. Aloisium Piedrahita Sandoval, hactenus Episcopum titularem Centenariensem et Auxiliarem archidioecesis Caliensis. — Cathedrali Ecclesiae Alaiuelensi Exc.mum, P.D. Angelum San Casimiro Fernández, O.A.R., hactenus Episcopum dioecesis Civitatis Quesadensis. die 6 Iulii. — Titulari episcopali Ecclesiae Azurensi R. D. Antonium Iosephum da Rocha Couto, S.M.P., hactenus Societatis Lusitanae pro Missionibus Superiorem Generalem, quem deputavit Auxiliarem archidioecesis Bracarensis. Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 646 Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza: Lunedı̀, 4 giugno, S.E. la Sig.ra Gloria Macapagal-Arroyo, Presidente delle Filippine; S.E. il Sig. Felipe Calderón Hinojosa, Presidente degli Stati Uniti Messicani; Venerdı̀, 8 giugno, il Dott. Mohamed El Baradei, Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (A.I.E.A.); Sabato, 9 giugno, S.E. il Sig. George W. Bush, Presidente degli Stati Uniti d’America; Sabato, 16 giugno, Sua Beatitudine Chrysostomos II, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e tutta Cipro; Giovedı̀, 21 giugno, Sua Santità Mar Dinkha IV, Catholicos Patriarca della Chiesa Assira dell’Oriente; Venerdı̀, 22 giugno, Sua Altezza Em.ma Fra’ Andrew Bertie, Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta; Sabato, 23 giugno, S.E. il Sig. Tony Blair, Primo Ministro di Gran Bretagna. Il Santo Padre Benedetto XVI ha compiuto una Visita Pastorale ad Assisi il 17 giugno, in occasione dell’Ottavo Centenario della Conversione di San Francesco. SEGRETERIA DI STATO NOMINE Con Brevi Apostolici il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato: 12 giugno 2007 Mons. Vito Rallo, Inviato Speciale ed Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio di Europa a Strasburgo, Nunzio Apostolico in Burkina Faso e in Niger, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Alba con dignità di Arcivescovo. Diarium Romanae Curiae 647 Con Biglietti della Segreteria di Stato il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato: 9 giugno 2007 » » » 11 » » 25 » » » » » » » » 27 » » » » » 28 » » 1 luglio » S.E.R. Mons. Leonardo Sandri, Arcivescovo tit. di Cittanova, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali « ad quinquennium ». S.E.R. Mons. Fernando Filoni, Arcivescovo tit. di Volturno, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato « ad quinquennium ». I Rev.di Mons. Aldo Giordano; Giorgio Rizzieri; e Suor Christiane Marie Mégarbané, F.M.M.; Suor Maria do Rosário Onzi, M.S.C.S., Consultori del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti « ad quinquennium ». S.E.R. il Signor Card. Jean-Louis Tauran, finora Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso « ad quinquennium ». S.E.R. Mons. Raffaele Farina, S.D.B., finora Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa « ad quinquennium ». Il Rev.do Mons. Cesare Pasini, finora Vice-Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Prefetto della Biblioteca Apostolica « ad quinquennium ». S.E.R. Mons. John Patrick Foley, Arcivescovo tit. di Neapoli di Proconsolare, finora Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Pro-Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. S.E.R. Mons. Claudio Maria Celli, Arcivescovo tit. di Civitanova, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali « ad quinquennium ». Il Rev.do Mons. Novatus Rugambwa, Consigliere della Nunziatura Apostolica in Indonesia, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti « ad quinquennium ». Il Rev.do P. Antonio Salvi, O.F.M. Cap., finora Minutante nella Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Capo Ufficio nella medesima Sezione. Gentiluomini di Sua Santità 29 » » » » giugno » » » » 2007 » » » » Il Il Il Il Il Sig. Sig. Sig. Sig. Sig. Francesco Alfonso (Roma). Alfredo Bastianelli (Roma). Ludwig Hoffmann von Rumerstein (Innsbruck). Francesco La Motta (Roma). Gianni Letta (Roma). Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 648 29 » » » giugno » » » 2007 » » » Il Il Il Il Sig. Lelio Scaletti (Roma). Sig. Michele Francesco Screnci (Roma). Sig. Leopoldo Torlonia (Roma). Prof. Mario Agnes (Roma). Si rende noto che il 6 giugno 2007 è stato nominato il Rev.do Sac. Elias Frank, Giudice esterno del Tribunale di Prima Istanza per le cause di nullità del matrimonio della Regione Lazio. Per mandato del Santo Padre l’Em.mo Sig. Card. Darı́o Castrillón Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione « Ecclesia Dei », l’11 giugno 2007 ha nominato il Rev.do Mons. Mario Marini, Segretario Aggiunto della medesima Pontificia Commissione. NECROLOGIO 2 giugno 2007 Mons. Marion F. Forst, Vescovo tit. di Leavenworth, (Stati Uniti d’America). 12 » » Mons. Marcelo Mendiharat Pommies, Vescovo em. di Salto (Uruguay). 24 » » Mons. Rudolf Maria Koppmann, O.M.I., Vescovo tit. di Dalisando di Pamfilia, Vicario Apostolico em. di Windhoek (Namibia). » » » Mons. Jacques Mbali, Vescovo em. di Buta (Repubblica Democratica del Congo). » » » Mons. Yves-Marie Dubigeon, Vescovo em. di Sées (Francia). 25 » » Mons. Adrian Mung’andu, Arcivescovo em. di Lusaka (Zambia). 29 » » Mons. Alojzu Šuštar, Arcivescovo em. di Ljubljana (Slovenia). 3 luglio » Mons. Pedro Sbalchiero Neto, M.S., Vescovo della Diocesi di Vacaria (Brasile).